CAOS ALLA PARTENZA, POI POGACAR FA LO SHOW ANCHE IL VAL GARDENA

Il maltempo ed i continui tagli al percorso della sedicesima tappa non preoccupano più di tanto Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che sferra un attacco mortifero a meno di 2 km dall’arrivo del Monte Pana e va a vincere ancora una volta in solitaria per la quinta volta in questo Giro 2024

La sedicesima tappa del Giro d’Italia doveva essere una delle più spettacolari dell’edizione 2024 ma il triplice taglio del percorso che vedeva prima il taglio dello Stelvio, poi quello dell’Umbrell Pass ed infine la partenza in piano nientepopodimenoche da Lasa per un maltempo neanche troppo accentuato ha fatto storcere il naso agli appassionati. Il ciclismo forse non è più quello dei tempi eroici e neanche quello del Gavia ‘88 ma la nouvelle vague della cantilena sulla sicurezza dei ciclisti è ormai un mantra che siamo costretti ad ascoltare quasi quotidianamente. Andiamo perciò avanti e limitiamoci perciò alla semplice cronaca della tappa odierna. Come detto si parte da Laas e si arriva al Monte Pana dopo 118.7 km. Il Passo Pinei ma soprattutto gli ultimi 2 km verso il Monte Pana con pendenze spesso e volentieri in doppia cifra sarano decisivi per la vittoria della tappa che poteva arridere agli uomini da fuga e invece con il nuovo percorso appare molto più favorevole ai big di classifica, con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) in pole position per la quinta vittoria al Giro 2024. La fuga di giornata ha visto protagonisti quattro ciclisti, partiti dopo una trentina di km: Julian Alaphilippe (Team Soudal Quick Step), Mirco Maestri (Team Polti Kometa), Andrea Piccolo (Team EF Education EasyPost) e Davide Ballerini (Team Astana Qazaqstan). Il Team Movistar ha controllato la fuga nel lungo falsopiano che precedeva la salita verso Bolzano. All’inizio del Passo Pinei Alaphilippe aveva qualche secondo di vantaggio su Ballerini, Maestri e Piccolo. Con uno sforzo immane Alaphilippe riusciva a vincere il gpm di Passo Pinei posto al km 106.7 ed era il primo ad affrontare in testa la salita finale vesro il Monte Pana. Una volta ripreso dal gruppo grazie al forcing dell’UAE Team Emirates, si segnalava un nuovo attacco di Cristian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), Ewen Costiou (Team Arkea B&B Hotels) e Giulio Pellizzari (Team VF Group Bardiani CSF Faizanè) a circa 14 km dalla conclusione. Il terzetto di testa si avvantaggiava di una ventina di secondi sul gruppo maglia rosa tirato sempre dall’UAE Team Emirates. A poco più di 1 km dall’arrivo Tadej Pogacar rompeva gli indugi e si involava da solo riprendendo prima Scaroni e poi Costiou. L’ultimo ad arrendersi alla furia del campione sloveno era Pellizzari che veniva ripreso e superato a circa 300 metri dalla conclusione, in uno dei tratti più duri della salita finale. Pogacar andava a vincere in solitaria con 16 secondi di vantaggio su Pellizzari che nello sprint per il secondo posto aveva la meglio su Daniel Martinez (Team BORA Hansgrohe). Chiudevano la tip five Scaroni in quarta posizione e Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious) in quinta posizione, rispettivamente a 31 e 33 secondi di ritardo da Pogacar. SI segnalava anche la crisi di Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers) e Ben O’Connor (Team Decathlon AG2r La Mondiale), addirittura fuori dalla top ten a 49 secondi di ritardo da Pogacar che ottiene la quinta vittoria al Giro 2024 ormai messo in cassaforte, avendo adesso oltre 7 minuti da gestire sugli immediati inseguitori, ovvero Martinez e Thomas. Domani a meno di sorprese è in programma la diciassettesima tappa da Selva di Val Gardena al Passo Brocon di 159 km e soprattutto con cinque gpm, l’ultimo dei quali decisamente impegnativo visto che è un prima categoria di 12 km al 6.4% e con una parte centrale molto dura. La fuga dovrebbe essere favorita ma con un Pogacar in queste condizioni mai dire mai.

Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince sul Monte Pana (foto: Dario Belingheri/Getty Images)

Tadej Pogacar vince sul Monte Pana (foto: Dario Belingheri/Getty Images)

21-05-2024

maggio 21, 2024 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) si è imposto anche nella sedicesima tappa, Livigno – Santa Cristina di Valgardena, percorrendo 118.7 Km in 2h49′37″, alla media di 41.989 Km/h. Ha preceduto di 16″ l’italiano Giulio Pellizzari (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e il colombiano Daniel Felipe Martínez (Bora-Hansgrohe). La partenza della tappa, che doveva misurare 206 Km con partenza da Livigno e scalata ai 2500 metri del Giogo di Santa Maria, è stata spostata a Lasa a causa della neve. Pogačar è ancora in maglia rosa con 7′18″ sul colombiano Daniel Felipe Martínez (Bora-Hansgrohe) e 7′40″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 5° a 10′09″.

TOUR OF ALBANIA

Il britannico Frank Longstaff (Schils – Doltcini) si è imposto nella seconda tappa, Corizza – Elbasan, percorrendo 151.4 Km in 3h30′28″, alla media di 43.156 Km/h. Ha preceduto allo sprint il serbo Ognjen Ilić (nazionale serba) e di 1′57″ il serbo Đorđe Đurić (nazionale serba). Nessun italiano in gara. Đurić è ancora leader della classifica con 1′16″ su Ilić e 2′01″ sul connazionale Marko Stanković (Hemus Troyan)

TOUR D’ALGÉRIE CYCLISTE

Il mauriziano Christopher Rougier-Lagane (nazionale mauriziana) si è imposto nella decima ed ultima tappa, circuito di Annaba, percorrendo 148.5 Km in 3h34′45″, alla media di 41.49 Km/h. Ha preceduto di 1″ gli algerini Azzedine Lagab (Madar Pro Cycling Team) e Youcef Reguigui (Terengganu Cycling Team). Nessun italiano in gara. L’algerino Nassim Saidi (Madar Pro Cycling Team) si impone in classifica con 8″ sull’olandese Lars Quaedvlieg (Universe Cycling Team) e 1′41″ su Rougier-Lagane

TOUR DU MALI

Il burkinabè Mohamadi Ilboudo (nazionale burkinabè) si è imposto nella prima tappa, Bamako – Bougouni, percorrendo 165.1 Km in 3h45′58″, alla media di 43.838 Km/h. Ha preceduto di 1′25″ i maliani Yaya Diallo (nazionale maliana) e Daouda Djire (Regional Team Bamako). Nessun italiano in gara. Ilboudo è il primo leader della classifica con 1′29″ su Diallo e 1′31″ su Djire

TOUR OF JAPAN

L’italiano Giovanni Carboni (JCL Team UKYO) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Inabe, percorrendo 127 Km in 3h10′52″, alla media di 39.923 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraino Anatoliy Budyak (Terengganu Cycling Team) e di 3″ l’australiano Drew Morey (Kinan Racing Team). Carboni è il nuovo leader della classifica con 14″ su Budyak e 17″ sull’australiano Carter Bettles (Roojai Insurance)

STELVIO ALL’ANGOLO, ATTENZIONE!!!

Gli organizzatori del Giro l’hanno messo in angolo, ma arrivare sino ai 2758 metri del Passo dello Stelvio non è mai una passeggiata. Anche se i “girini” dovranno affrontarlo a soli 34 Km dal via, i suoi 20 Km potrebbero rimanere nelle gambe e farsi sentire nel finale di gara, quando ci si dovrà arrampicare verso il Passo Pinei – la salita più chilometrica di questa edizione – e il successivo arrivo in quota in Val Gardena.

NOTA: Al posto della salita dello Stelvio si affronterà quella del Giogo di Santa Maria (16.7 Km al 7.2%), con scollinamento a quota 2500 metri e successiva discesa in territorio elvetico verso la Val Monastero. Rientrati in Italia attraverso il valico doganale di Tubre, si riprenderà il percorso originariamente prestabilito all’altezza di Spondigna. La salita al Giogo (noto anche come Umbrailpass) coincide fino a 200 metri dallo scollinamento con quella dello Stelvio, del quale non si percorreranno gli ultimi 3 Km a causa del divieto di transito imposto dalle autorità altoatesine per il rischio di valanghe

Verrebbe quasi da dire che lo Stelvio quest’anno gli organizzatori l’hanno messo in castigo, relegato in un angolo, e a vedere l’altimetria della seconda tappa alpina gli appassionati di percorsi più critici l’hanno marchiata come la frazione peggio disegnata del Giro 2024. Ma sarà davvero così? Anche se confinata a inizio tappa, a 50 Km dalla partenza e a 150 Km dall’arrivo, rimane pur sempre una salita di 20 Km al 7% che porterà i corridori fino a 2758 metri di quota e potrebbe rimanere nelle gambe al momento d’affrontare le due salite previste nel finale, soprattutto se qualcuno decidesse di aprire il gas magari già sul Pinei, che è la più lunga tra le salite inserite nel tracciato del Giro di quest’anno, anche se nel grafico altimetrico pare quasi sfigurare al confronto del più svettante Stelvio. Ecco così che al traguardo gardenese alcuni tra i favoriti potrebbero pagare un pesante dazio, di certo più salato di quel che lascerebbe intuire il tracciato.
E poi ci sarà da tenere in considerazione anche l’effetto boomerang indotto in alcuni dal giorno di riposo, che da un lato permette di rifiatare e ricaricare le “pile” e dall’altro si ritorce contro quei corridori che lo subiscono, perché c’è chi soffre questa sosta e il successivo momento nel quale ci si deve rimettere in sella, ritrovando a fatica il ritmo di gara spezzato da queste soste. Per questi corridori i danni rischiano di essere maggiori se si riparte proprio con una tappa d’alta montagna e ci sono diversi precedenti che mettono loro i “brividi”, come quello della debacle di Bugno e Chiappucci al Tour del 1993: erano al via della corsa francese inseriti nel novero dei grandi favoriti – il primo con indosso per il secondo anno consecutivo la maglia iridata, il secondo autore dodici mesi prima della fantastica impresa nel tappone del Sestiere – ma entrambi crollarono di schianto nella prima nella prima frazione alpina, disputata all’indomani del riposo, che prevedeva i mitici colli del Glandon e del Galibier e che li vide tagliare il traguardo di Serre Chevalier con un ritardo di quasi 10 minuti.
Tra l’altro in questa tappa non ci saranno da scavalcare solo lo Stelvio e le due salite finali perché in partenza bisognerà tornare ai 2210 metri del Passo d’Eira, 4.7 Km al 6.3% scavalcati i quali i “girini” saranno a Trepalle, il secondo centro abitato più elevato della catena alpina dopo il borgo elvetico di Juf, nel quale alla fine degli anni ’40 risiedeva Don Alessandro Parenti, energico parroco che ispirò a Giovanni Guareschi la figura di Don Camillo, il protagonista dei quattro romanzi che lo scrittore emiliano pubblicò tra il 1948 e il 1969 e che furono “tradotti” in cinque celebri film. Superata anche la cima del vicino Passo del Foscagno (4 Km al 6.5%) la corsa uscirà dai confini della zona franca di Livigno per planare verso Valdidentro, comune nel cui territorio ricadono le sorgenti del Fiume Adda e i due laghi artificiali di Cancano, costruiti tra il 1928 e il 1950 e in tempi recenti scoperti dal grande ciclismo grazie all’arrivo di una tappa del Giro d’Italia del 2020 e l’anno precedente di una frazione della Corsa Rosa riservata alle donne, vinte rispettivamente dall’australiano Jai Hindley e dall’olandese Annemiek van Vleuten.
Giunti alle porte di Bormio il gruppo volgerà le ruote in direzione dello Stelvio, che sarà così affrontato dal versante meno impegnativo percorrendo i tornanti della Spondalunga “disegnati” da Carlo Donegani, l’ingegnere bresciano al quale Francesco II d’Asburgo affidò nel 1818 l’incarico di rendere carrozzabile la vecchia mulattiera che raggiungeva il passo più alto d’Italia. In discesa si percorrerà il versante più celebre, consacrato il primo giugno del 1953 da una delle più mitiche imprese di Fausto Coppi che, nell’anno del debutto dello Stelvio nel percorso del Giro, riuscì a ribaltare a suo favore un’edizione della corsa che per lui sembrava compromessa e detronizzare l’elvetico Hugo Koblet, che alla partenza da Bolzano vestiva la maglia rosa con quasi 2 minuti di vantaggio sul “Campionissimo”. Percorsa la parte più “spigolosa” della discesa, che prevede ben 45 tornanti, i corridori saranno sulle strade di Trafoi, paese natale di Gustav Thöni – uno tra i più forti sciatori italiani della storia – e meta di pellegrinaggi diretti al santuario delle Tre Fontane Sacre, uno dei più antichi dell’Alto Adige, costruito nel 1229 in luogo ritenuto sacro fin dall’epoca dei druidi, che qui svolgevano la cerimonia del passaggio delle consegne ai novizi.
Terminata la discesa inizierà una lunga fase totalmente priva di ostacoli, quasi 90 Km tra pianura e leggere planate percorrendo la Val Venosta, dove il corso del fiume Adige farà da compagno di viaggio dei corridori. Il primo centro della valle toccato dalla corsa sarà Lasa, conosciuto per l’estrazione di una varietà di marmo piuttosto duro e resistente alle intemperie e le cui cave sono accessibili al pubblico in occasione d’interessanti visite guidate. Un primo scalino in discesa precederà il passaggio da Silandro, il capoluogo della valle presso il quale si erge il rinascimentale Schlandersburg, castello seicentesco che oggi accoglie la biblioteca comunale. Decisamente più famoso è il maniero ai cui piedi si transiterà una ventina di chilometri più avanti quando, all’altezza dell’imbocco della Val Senales – fino a qualche anno meta conosciuta tra gli amanti dello sci estivo, praticato fin quando le condizioni lo consentivano sul ghiacciaio del Giogo Alto – si costeggerà la rupe sulla quale si staglia Castel Juval, divenuto una vera e celebrità della valle da quando nel 1983 l’alpinista Reinhold Messner, originario di Bressanone, l’ha acquistato per farne la sua residenza estiva e la prima delle sei sedi del suo personale museo delle montagne (in questa sono esposti in particolare dipinti e cimeli di antichi popoli per i quali la montagna era considerata al pari di una divinità).
Un secondo e ultimo tratto in discesa s’incontrerà in corrispondenza della gola di Tell, all’uscita dalla quale un tempo il transito dei viandanti era sorvegliato da Castel Foresta, oggi abitato dai proprietari del vicino birrificio Forst, uno dei più noti d’Italia, fondato nel 1857. Giunti alle porte di Merano, i “girini” bypasseranno il capoluogo del cosiddetto Burgraviato seguendo la strada che li condurrà a Lana, località di villeggiatura situata all’imbocco della Val d’Ultimo e presso il quale si trova il Palazzo dell’Ordine Teutonico, la cui biblioteca accoglie gli oltre 60000 volumi raccolto nei secoli da questo istituto ospedaliero, fondato nel 1190 in Terra Santa da mercanti originari di Lubecca e Brema con il nome di “Fratelli della Casa Tedesca della Santa Maria di Gerusalemme” e successivamente stabilitosi a Bolzano, dove ancora oggi opera nel campo dell’assistenza agli anziani e agli studenti universitari.
Superato il corso dell’Adige si proseguirà lungo la sponda orientale del fiume in direzione di Bolzano, dove il gruppo lambirà il centro storico del capoluogo del Sud Tirolo, transitando a due passi dal duomo intitolato all’Assunta, edificio gotico le cui lontane origini paleocristiane furono riscoperte grazie ai lavori di restauro iniziati nel 1948 e resi necessari dai bombardamenti alleati di quattro anni prima, lavori che permisero di riportare alla luce le fondamenta di tre preesistenti chiese. Imboccata la valle dell’Isarco si dovranno percorrere ancora circa 8-9 Km di strada facile prima di salutare la pianura e imboccare l’interminabile ascesa verso il Passo di Pinei. Come dicevamo sarà la più lunga tra quelle inserite nel tracciato del Giro 2024, anche se il numero della sua pendenza complessiva – che risulta del 4.7% su quasi 24 Km – può non suscitare particolari timori. In realtà è molto più dura del previsto per via del suo andamento a “corrente alternata” e, se qualche corridore volesse provarci fin dall’inizio, potrebbe trovare terreno fertile per un attacco fruttuoso nei 7 Km iniziali al 7.3%, al termine dei quali i corridori raggiungeranno il panoramico altopiano dello Sciliar, frequentato per particolari cure termali nelle quali non si utilizza il potere terapeutico di acque e fanghi, bensì del fieno, nel quale immergersi per stimolare il sistema immunitario e per risolvere nevralgie, reumatismi, tensioni muscolari e stress. L’attraversamento dell’altopiano coinciderà con la fase intermedia della salita, che prenderà un aspetto pianeggiante per 6 Km fino allo strappo di 2.6 Km al 5% che termina in corrispondenza del bivio per l’Alpe di Siusi e che è seguito da una breve discesa e da ultimo tatto in quota. Attraversata Castelrotto – il comune più popoloso dell’area dolomitica (quasi 7000 abitanti) presso il quale si possono ammirare le facciate affrescate della liberty Villa Felseck, dal 1983 inserita nell’elenco dei monumenti storici – si giungerà ai piedi dell’ultima parte della salita, che in 5.5 Km al 7.2% raggiunge i 1442 metri del Passo Pinei, porta d’accesso secondaria alla Val Gardena, verso la quale si pedalerà affrontando una discesa di 4.2 Km al 6.8%. Non ci sarà il tempo per rifiatare perché subito si riprendere a salire, inizialmente senza incontrare grandi difficoltà perché l’ascesa – 7.6 Km al 6.1% – è di quelle che si possono definire “double face”, con una prima parte tenera e una seconda decisamente più “cattiva”. Quasi pianeggiante sarà l’attraversamento di Ortisei, località conosciuta non soltanto come meta di villeggiatura ma anche per le botteghe artigiane nelle quali si realizzano sculture in legno, poi le inclinazioni prendono lentamente a lievitare percorrendo la statale verso l’alta valle, dove si trova la celebre stazione di sport invernali di Selva di Val Gardena, che non sarà però raggiunta dal percorso di gara. Si lascerà, infatti, la statale di fondovalle una volta giunti nel centro di Santa Cristina, presso la quale si trova il rinascimentale Castel Gardena, maniero oggi di proprietà della nobile famiglia tra i cui esponenti c’è l’ancora vivente baronessa Afdera Franchetti, principalmente conosciuta per esser stata una vera e propria “regina del jet set”, quarta moglie dell’attore statunitense Henry Fonda. Con il cambio di scenario a mutare sarà anche la musica perché si andranno ad imboccare gli ultimi 2000 metri verso l’altopiano del Monte Pana, nei quali le pendenze torneranno a mordere, con la media che schizzerò ben al di sopra del 10%: e tra quei famelici denti potrebbe esserci ancora un canino del lontano Stelvio….

Mauro Facoltosi

Vista di Santa Cristina Valgardena e l’altimetria della sedicesima tappa (www.outdooractive.com)

Vista di Santa Cristina Valgardena e l’altimetria della sedicesima tappa (www.outdooractive.com)

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo Eira (2208 metri). Quotato 2210 metri sulle cartine del Giro 2024, è valicato dalla Strada Statale 301 “del Foscagno” tra Livigno e Trepalle. Il Giro d’Italia finora vi è transitato quattro volte, la prima nel finale della tappa Parabiago – Livigno del 1972, vinta da Eddy Merckx, che vide il grande rivale del belga in quell’edizione, lo spagnolo José Manuel Fuente, transitare in testa sull’Eira. Non ci fu GPM in vetta al passo, invece, nel finale della Egna – Livigno del 2005, vinta da colombiano Iván Parra. L’ultimo passaggio ufficiale risale al 2010, quando l’australiano Matthew Lloyd conquistò questa vetta durante la tappa Bormio – Ponte di Legno / Passo del Tonale del Giro del 2010, vinta dall’elvetico Johann Tschopp. Poche ore prima, infine, vi è transitata la tappa di Livigno durante l’ascesa finale al Mottolino.

Passo di Foscagno (2291 metri). Quotato 2281 metri sulle cartine del Giro 2024 è valicato dalla Strada Statale 301 “del Foscagno” fra Trepalle e Valdidentro e funge da spartiacque tra il bacino del Po (Adda) e del Danubio (Inn). In occasione delle pocanzi citate tappe del Giro d’Italia a transitare per primi in vetta al passo sono stati Fuente, Parra e il frusinate Stefano Pirazzi.

Passo dello Stelvio (2758 metri). Valicato dalla Strada Statale 38 “del Passo Stelvio” tra Bormio e Trafoi, costituisce il punto più elevato della rete stradale italiana. Nella speciale classifica dei valichi carrozzabili più alti d’Italia precede di una manciata di metri il franco-piemontese Colle dell’Agnello (2748m) mentre estendendo la lista anche ai valichi ciclabili su sterrato scende all’ottavo posto (il record è detenuto dai 3000 metri del Colle Sommeiller Est, situato in Piemonte, nei pressi di Bardonecchia). Lo Stelvio è stato regolarmente affrontato tredici volte al Giro, mentre in cinque occasioni (1967, 1984, 1988, 1991 e 2013) la corsa è stata respinta dalla neve. Storica la prima scalata, nella tappa Bolzano – Bormio, che consentì a Fausto Coppi, primo in vetta e al traguardo, di imporsi nel suo quinto e ultimo Giro d’Italia (1953). Gli altri corridori a tagliare in testa lo Stelvio sono stati: Aurelio Del Rio nel 1956 (Sondrio – Merano, vinta da Cleto Maule); il lussemburghese Charly Gaul nella Trento – Bormio del 1961 (da lui vinta); Graziano Battistini che nel 1965 si impose proprio sul passo, dove si decise di stabilire un traguardo d’emergenza perché la neve non permise di completare la Campodolcino – Solda; gli spagnoli José Manuel Fuente nel 1972 (tappa Livigno – Passo dello Stelvio) e Francisco Galdós nella storica tappa conclusiva del Giro del 1975 (Alleghe – Passo dello Stelvio), con il duello tra il corridore iberico e la maglia rosa Fausto Bertoglio; il francese Jean-René Bernaudeau nella Cles – Sondrio del 1980, che poi vinse davanti al capitano Bernard Hinault; Franco Vona nella non meno storica Merano – Aprica del 1994, la tappa che lanciò Marco Pantani nell’olimpo dei grandi; il colombiano Josè Rujano durante la Egna – Livigno del 2005, vinta dal connazionale Iván Ramiro Parra Pinto; il belga Thomas De Gendt al termine della tappa Caldes – Passo dello Stelvio dell’edizione 2012; Dario Cataldo nel corso della tappa Ponte di Legno – Val Martello del 2014, vinta dal colombiano Nairo Quintana; lo spagnolo Mikel Landa nel 2017, durante la Rovetta – Bormio, che fu l’unica tappa di quell’edizione vinta da un italiano (Vincenzo Nibali) mentre l’ultimo corridore ad aver avuto l’onore di inserire lo Stelvio nel suo palmares è stato l’australiano Rohan Dennis nel 2020, quando la mitica salita fu affrontata nel finale della tappa che da Pinzolo conduceva ai Laghi di Cancano, vinta dal britannico Tao Geoghegan Hart. Nel 2010 vi si è conclusa, prima volta nella storia, anche una tappa del Giro Donne, conquistata dalla statunitense Mara Abbott, che si è imposta anche nella classifica finale.

Sella di Fiè allo Sciliar (859 metri). Vi sorge l’omonimo abitato. Il Giro d’Italia vi è transitato l’ultima volta nel 2000, durante la tappa Selva di Val Gardena – Bormio vinta dal trentino Gilberto Simoni.

Sella di Telfen (1090 metri). Si trova nei pressi dell’omonima località ed è attraversata dalla Strada Provinciale 24 tra Siusi e Castelrotto, all’altezza del bivio per l’Alpe di Siusi. Il Giro vi è transitato l’ultima volta nel 2017, durante la tappa Moena – Ortisei (vedi sotto).

Passo di Pinei (1442 metri). Quotato 1437 metri sulle cartine del Giro 2024, è chiamato anche Panider Sattel ed è valicato dalla Strada Provinciale 64 tra Castelrotto e Ortisei. Il Giro l’ha affrontato tre volte come GPM, la prima nel 1991 subito dopo la partenza della tappa Selva di Val Gardena – Passo Pordoi (vinta da Franco Chioccioli), quando questo traguardo della montagna fu conquistato dal corridore basco Iñaki Gastón. Nel 1997 vi si salì dallo stesso versante di questa (imboccandolo, però, già in quota) nel corso della tappa Predazzo – Falzes (vinta dallo spagnolo José Luis Rubiera), quando a transitare per primo in vetta fu il colombiano José Jaime “Chepe” González. L’ultimo a lasciare la firma sul Pinei è stato lo spagnolo Mikel Landa nel 2017, nel finale della citata tappa Moena – Ortisei). Vi si salì anche nel 2000, pochi chilometri dopo la partenza della Selva di Val Gardena – Bormio, tappa pure pocanzi menzionata, ma in quell’occasione il passaggio non fu considerato valido per la classifica degli scalatori.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

Nel dicembre del 2022 ci ha lasciato uno dei grandi del cinema italiano, Lando Buzzanca. L’attore siciliano, noto in particolare per il film del 1971 “Il merlo maschio” (un titolo che per lui divenne negli anni quasi un inscindibile soprannome), debuttò nel 1953 nel colossal “Ben Hur”, dove interpretò non accreditato un ruolo marginale (uno schiavo nel deserto) e fino al 2019 ha girato qualcosa come 113 film, conteggiando anche serie concepite per la televisione come “Il restauratore”, della quale furono prodotte due stagioni. La sua carriera l’ha portato in giro per l’Italia e non solo (per “Il pupazzo” emigrerà fin nel lontano Messico) e tra i luoghi che ha avuto l’occasione di calcare ci fu anche la Val Venosta, che i partecipanti al Giro percorreranno tra lo Stelvio e la Val Gardena. L’anno fu il 1975, quando il regista romano Lucio Fulci lo scelse per il ruolo del protagonista del film “Il cav. Costante Nicosia demoniaco, ovvero: Dracula in Brianza”, pellicola della quale lo stesso Fulci aveva scritto la sceneggiatura, ispirato dal successo ottenuto l’anno precedente da Mel Brooks con il celebre “Frankenstein Junior“. Buzzanca interpretò ovviamente il cavalier Nicosia, superstizioso industriale brianzolo che durante un viaggio d’affari in Romania conoscerà nientemeno che il conte Dracula, che qui si chiama Dragulescu ed è interpretato dal britannico John Steiner. Il conte finirà per azzannare al collo il Nicosia, che suo malgrado si ritroverà vampirizzato e assetato di sangue, al punto da iniziare una serie di tragicomiche avventure che lo porteranno dal truffaldino Mago di Noto (è l’indimenticato Cicco Ingrassia), convinto che si tratti di una maledizione scagliatagli da una zia, e poi da un “collo” all’altro, sempre alla ricerca di quel sangue che poi gli darà l’idea di istituire in azienda un’emoteca per averne sempre a disposizione. Nonostante il titolo, il film non fu per nulla girato in Brianza pur trovarsi in Lombardia quasi tutte le location che si vedono nella pellicola, la principale delle quali è ovviamente la fabbrica di dentrifici del Nicosia, in realtà la nota azienda cosmetica Avon di Olgiate Comasco. Per quanto riguarda le scene ambientate presso il castello di Dracula si preferì, invece, risparmiare sulla trasferta fino in Romania, scegliendo di girate in teatri di posa romani le scene in interni, mentre per gli esterni si optò sull’altoatesino Castel Juval, che all’epoca ancora non era stato acquistato da Reinhold Messner.

In collaborazione con www.davinotti.com

Castel Juval inquadrato nel film ”Il cav. Costante Nicosia demoniaco, ovvero: Dracula in Brianza“ (www.davinotti.com)

Castel Juval inquadrato nel film ”Il cav. Costante Nicosia demoniaco, ovvero: Dracula in Brianza“ (www.davinotti.com)

Le altre location del film citato

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-cav-costante-nicosia-demoniaco-ovvero-dracula-in-brianza/50001343

FOTOGALLERY

Trepalle, Chiesa di Sant’Anna

Valdidentro, sorgenti del fiume Adda

Valdidentro, Laghi di Cancano

Passo dello Stelvio, tornanti della Spondalunga

Trafoi, santuario delle Tre Fontane Sacre

Lasa, turisti in visita alla Cava di Acqua Bianca

Silandro, Schlandersburg

Castel Juval

Foresta, Castel Foresta

Lana, Palazzo dell’Ordine Teutonico

Bolzano, duomo dell’Assunta

Castelrotto, Villa Felseck

L’altipiano dello Sciliar visto dalla salita di Passo di Pinei

Santa Cristina Valgardena, Castel Gardena

20-05-2024

maggio 20, 2024 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Giorno di riposo

RONDE VAN LIMBURG

L’olandese Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) si è imposto nella corsa belga, Hasselt – Tongeren, percorrendo 195.6 Km in 4h30′40″, alla media di 43.36 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Maurice Ballerstedt (Alpecin – Deceuninck) e il belga Arnaud De Lie (Lotto Dstny). Miglior italiano Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), 6°.

PARIGI – TROYES

L’australiano Liam Walsh (Team BridgeLane) si è imposto nella corsa francese, Colombey-les-Deux-Églises – Troyes, percorrendo 180 Km in 4h03′11″, alla media di 44.411 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Emmanuel Houcou (AVC Aix-en-Provence) e il tedesco Tobias Müller (Rad-Net Oßwald). Miglior italiano Juan David Sierra (Tudor Pro Cycling Team U23), 5°.

TOUR OF ALBANIA

Il serbo Đorđe Đurić (nazionale serba) si è imposto nella prima tappa, Tirana – Corizza, percorrendo 158.4 Km in 4h03′13″, alla media di 39.071 Km/h. Ha preceduto di 52″ il connazionale Marko Stanković (Hemus Troyan) e di 1′53″ il tedesco Lennard Sternsdorff (ARBÖ MiKo PV ON-Fahrrad). Nessun italiano in gara. Đurić è il primo leader della classifica con 56″ su Stanković e 1′59″ su Sternsdorff

TOUR D’ALGÉRIE CYCLISTE

L’algerino Yacine Hamza (Madar Pro Cycling Team) si è imposto nella nona tappa, Skikda – Annaba, percorrendo 74.5 Km in 1h42′31″, alla media di 43.603 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese David Drouin (EuroCyclingTrips – YOELEO) e il tedesco Marcel Peschges (Embrace The World). La tappa, che doveva misurare 126.5 Km, è stata interrotta dopo 49.5 Km ed è ripresa a soli 25 Km dall’arrivo a causa delle strade rese scivolose dalla pioggia e che avevano causato una grave caduta. Nessun italiano in gara. L’eritreo Meron Teshome Hagos (nazionale eritrea) è ancora leader della classifica con 30″ sull’algerino Nassim Saidi (Madar Pro Cycling Team) e 38″ sull’olandese Lars Quaedvlieg (Universe Cycling Team)

TOUR OF JAPAN

L’italiano Matteo Malucelli (JCL Team UKYO) si è imposto nella prima tappa, circuito di Kyoto, percorrendo 103.6 Km in 2h41′13″, alla media di 38.557 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Max Walke (Saint Piran) e il giapponese Shunsuke Imamura (nazionale giapponese) Walke è ancora leader della classifica con 4″ su Malucelli e 10″ sull’australiano Ryan Cavanagh (Kinan Racing Team).

GP MAZDA SCHELKENS (Donne)

L’italiana Martina Fidanza (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team) si è imposta nella corsa belga, circuito di Borsbeek, percorrendo 128.7 Km in 2h59′48″, alla media di 42.948 Km/h. Ha preceduto allo sprint la polacca Daria Pikulik (Human Powered Health) e l’italiana Sara Fiorin (UAE Development Team)

SAM BENNETT PADRONE ASSOLUTO DELLA QUATTRO GIORNI DI DUNKERQUE

maggio 20, 2024 by Redazione  
Filed under News

Nei sei giorni della gara francese l’irlandese Sam Bennett non è mai sceso dal podio. Per lui 4 vittorie di tappa, un secondo e un terzo posto.Con uno score così ovvia la conquista della classifica generale e di quella a punti.Fausto Masnada si aggiudica la classifica degli scalatori.

Si è conclusa domenica la Quatre Jours de Dunkerque. La breve corsa a tappe francese, a dispetto del nome disputata in sei giornate, ha visto il predominio quasi assoluto dell’irlandese Sam Bennett (Decathlon AG2R La Mondiale Team), che ha esordito nella prima tappa con un terzo posto alle spalle di Milan Fretin (Cofidis) e Paul Hennequin (Nice Métropole Côte d’Azur). Il giorno dopo un’altra volata ha messo la parola fine alla seconda tappa. A primeggiare è stato l’irlandese, che si è così insediato in vetta alle due classifiche più importanti, quella generale e quella a punti, grazie al piazzamento nelle retrovie dei due corridori che lo hanno preceduto il giorno prima. A salire sul podio di giornata con il vincitore sono stati Paul Penhoët (Groupama – FDJ) e Sasha Weemaes (Bingoal WB). La terza tappa è stata ancora appannaggio del portacolori della Decathlon AG2R La Mondiale, che in volata si è imposto su Fretin e Amaury Capiot (Arkéa – B&B Hotels). La quarta tappa, una delle più temute per la presenza di quasi 20 Km da percorrere sul pavè, si è conclusa ancora in volata e ha visto il successo di Warre Vangheluwe (Soudal Quick-Step), ultimo “residuato” della fuga del mattino, ripreso proprio sulla linea d’arrivo da Bennett, che però si è dovuto accontentare del secondo posto, mentre terzo ha terminato Corbin Strong (Israel – Premier Tech).
Leggemente diversa è stata la conclusione della quinta tappa, la più impegnativa per via della salita verso Cassel da ripetere per ben 18 volte, anche se da versanti diversi. L’esigente circuito ha fatto si che a giocarsi la vittoria si siano presentati in tre con una manciata di secondi sugli inseguitori. A sorpresa a regolare il terzetto ci ha pensato Bennett che si è messo dietro Penhoët e Jenno Berckmoes (Lotto Dstny). Dopo 3″ Luca Van Boven (Bingoal WB) ha regolato un altro terzetto.
L’ultima tappa è stata ancora corsa nel segno del dominatore irlandese poichè nella volata finale di Dunkerque il primo è ancora stato il portacolori della Decathlon AG2R La Mondiale. Stavolta le posizioni di rincalzo sono andate a Weemaes e Pascal Ackermann (Israel – Premier Tech).
Con la conclusione dell’ultima tappa è così iniziata la lunga teoria delle premiazioni finali. Protagonista assoluto è stato ovviamente Bennett che si è aggiudicato le due principali classifiche. In quella generale sono saliti sul podio con l’irlandese Penhoët e Berckmoes, ovvero i protagonisti della decisiva quinta tappa. Nella classifica a punti il solito Bennett ha preceduto con ben 47 punti di distacco il vincitore della prima tappa Milan Fretin e Paul Penhoët, entrambi classificati con il medesimo punteggio.
Per la sparuta pattuglia italiana presente nel nord della Francia, onori e gloria per Fausto Masnada. Il portacolori della Soudal Quick-Step si è portato a casa la classifica dei GPM, per la quale nei primi giorni si era alternati in vetta i francesi Gwen Leclainche (Philippe Wagner/Bazin) e Maxime Jarnet (Van Rysel – Roubaix). Tutto questo ha avuto fine alla quinta tappa, quando il bergamasco si è insediato al primo posto, anche se ai due “galletti” è rimasta la soddisfazione di salire comunque sul podio. Per quanto riguarda le altre classifiche accessorie Penhoët ha vinto quella riservata ai giovani precedendo di soli 3 secondi Berckmoes, mentre la migliore tra le 18 squadre al via è stata la belga Lotto Dstny

Mario Prato

Sam Bennett vince la tappa regina della 4 Giorni di Dunkerque (Getty Images)

Sam Bennett vince la tappa regina della 4 Giorni di Dunkerque (Getty Images)

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI LIVIGNO

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Pogacar, che meraviglia! Riprende Quintana a 2 km dall’arrivo e trionfa a Livigno

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Tadej Pogačar se je med legende vpisal še v Livignu (Tadej Pogačar è diventato una leggenda a Livigno)

Delo

Regno Unito

Pogacar pulls away to win brutal 15th stage (Pogacar si allontana vincendo la brutale 15a tappa)

The Guardian

Francia

Pogacar seul au monde (Pogacar unico al mondo)

L’Équipe

Spagna

Game over

AS

Belgio

Fenomenale Tadej Pogacar zegeviert ook in koninginnenrit van Giro en pakt op indrukwekkende wijze vierde etappezege (Il fenomenale Tadej Pogacar trionfa anche nella tappa regina del Giro e conquista in modo impressionante la quarta vittoria di tappa)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Fenomenale Tadej Pogacar met groots machtsvertoon naar zege in koninginnenrit Giro d’Italia (Il fenomenale Tadej Pogacar con una grande dimostrazione di potenza fino alla vittoria nella tappa regina del Giro d’Italia)

De Telegraaf

Germania

Pogacar dominiert auf Giro-Königsetappe – Steinhauser auf Platz drei (Pogacar domina la tappa regina del Giro – Steinhauser al terzo posto)

Kicker

USA

Pogacar leads Giro by nearly 7 minutes after stunning win in Giro’s Queen stage (Pogacar guida il Giro di quasi 7 minuti dopo la straordinaria vittoria nella tappa regina del Giro)

The Washington Post

Colombia

Un Nairo Quintana rejuvenecido y estelar desató la batalla con Pogacar: segundo en la etapa 15 del Giro de Italia (Un Nairo Quintana ringiovanito e stellare scatena la battaglia con Pogacar: secondo nella quindicesima tappa del Giro d’Italia)

El Tiempo

Ecuador

Exhibición de Tadej Pogacar sentencia el Giro de Italia (L’esibizione di Tadej Pogacar segna il Giro d’Italia)

El Universo

Australia

Pogacar’s epic Giro win leaves cycling world gasping (L’epica vittoria di Pogacar al Giro lascia il mondo del ciclismo senza fiato)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Fino all’alba (Arisa – Inno ufficiale delle olimpiadi di Milano Cortina 2026)

METEOGIRO

Livigno: pioggia debole (0.3 mm), 9°C (percepiti 10°C), vento debole da SE (2-11 Km/h), umidità al 77%
Bormio (Km 33.5): pioggia debole (1 mm), 13°C, vento debole da SE (3-17 Km/h), umidità al 81%
Giogo di Santa Maria (Cima Coppi – Km 50.2 – previsioni relative al soprastante Passo dello Stelvio): pioggia debole (0.8 mm), 3°C, vento debole da SE (3-17 Km/h), umidità al 90%
Silandro (Km 98.7): pioggia debole (1.2 mm), 18°C, vento moderato da E (2-21 Km/h), umidità al 73%
Bolzano – traguardo volante (Km 161.4) : pioggia debole (1.1 mm), 19°C, vento moderato da E (2-32 Km/h), umidità al 79%
Santa Cristina Valgardena : pioggia debole (1.8 mm), 13°C, vento moderato da O (4-28 Km/h), umidità al 90%

GLI ORARI DEL GIRO

11.15: inizio diretta su Eurosport
11.30: partenza da Livigno
11.35: inizio diretta su RaiSport
11.40-11.45: scollinamento Passo d’Eira (no GPM)
11.50-12.00: scollinamento Passo di Foscagno (no GPM)
12.15-12.35: inizio salita Giogo di Santa Maria
13.05-13.25: GPM del Giogo di Santa Maria (Cima Coppi)
12.30-12.55: GPM di Colle San Zeno
14.05: inizio diretta su Rai2
15.25-16.00: traguardo volante Sprint di Bolzano
15.40-16.10: inizio salita Pinei
16.00-16.40: traguardo volante Intergiro di Fiè allo Sciliar
16.10-16.50: traguardo volante Sprint di Siusi allo Sciliar (con abbuoni)
16.30-17.10: GPM di Passo Pinei
16.35-17.20: inizio salita finale
16.50-17.40: arrivo a Santa Cristina Valgardena (Monte Pana)

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

De Luca: “Tarozzi prova a riprendere le code del gruppo”
De Luca: “Questo è un falsipiano”
De Luca: “Monte in Campione” (Montecampione)
De Luca: “Valico di Santa Giustina” (Valico di Santa Cristina)
De Luca: “Cesenatico, città natale di Marco Pantani” (è nato a Cesena)
Borgato: “Buongiorno Alessandromi”
Pancani: “Cinque minuti è il ritiro del gruppo maglia rosa”
Pancani: “Scarone” (Scaroni)
Rizzato: “Infatto ha preso il largo”
Cassani: “Tre chilometro primo”
Cassani: “Monta Pana” (Monte Pana)
Cassani: “Zana è nella ruota di Antonio Tiberi”
Pancani: “Sulle tappe della strada di Livigno”
Pancani: “La strada si alza sotto i pedali”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della quindicesima tappa, Manerba del Garda – Livigno (Mottolino)

1° Julius van den Berg
2° Andrea Piccolo a 8″
3° David Dekker a 1′27″
4° Alan Riou a 5′28″
5° Olivier Le Gac a 12′49″

Classifica generale

1° David Dekker
2° Alan Riou a 3′23″
3° Julius van den Berg a 5′17″
4° Fabian Lienhard a 16′29″
5° Tobias Lund Andresen a 17′12″

Miglior italiano Davide Cimolai, 10° a 23′10″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

5 GIUGNO 1954 – GIORNO DI RIPOSO A BRESCIA

KOBLET È IL FAVORITO DI COPPI NELLA ODIERNA TAPPA A CRONOMETRO

Riprende il Giro d’Italia sul percorso de Gardone a Riva

Tutti gli assi hanno ieri provato i 45 chilometri della gara – Grosso partirà sub-judice – Si fa strada la convinzione che il Giro sia ormai appannaggio degli svizzeri – Carovane di tifosi sulla Gardesana

6 GIUGNO 1954 – 15a TAPPA: GARDONE RIVIERA – RIVA DEL GARDA (cronometro individuale, 45 Km)

GLI ASSI SI SCATENANO NELLA TAPPA A CRONOMETRO E KOBLET GUADAGNA SU COPPI QUASI MEZZO MINUTO

Appassionante duello sul percorso Salò – Riva del Garda – Hugo sul traguardo come una furia – Clerici ha difeso la sua maglia rosa

Alla media di oltre 45 all’ora – La tenace difesa di Coppi – Magni è giunto terzo, Fornara quarto e Defilippis quinto – L’olandese Voorting ha corso bene nonostante il polso dolorante – Lo svizzero ancora saldamente primo in classifica – Trecentomila spettatori ai lati della Gardesana – Uno schiaffo di Bartali a un tifoso invadente

Coreografia rosa sulle nevi di Livigno (www.sondriotoday.it)

Coreografia rosa sulle nevi di Livigno (www.sondriotoday.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
8a tappa: Spoleto – Prati di Tivo
9a tappa: Avezzano – Napoli
10a tappa: Pompei – Cusano Mutri (Bocca della Selva)
11a tappa: Foiano di Val Fortore – Francavilla al Mare
12a tappa: Martinsicuro – Fano
13a tappa: Riccione – Cento
14a tappa: Castiglione delle Stiviere – Desenzano del Garda (cronometro individuale)

UN MONUMENTALE POGACAR APPONE IL QUARTO SIGILLO NELLA TAPPA REGINA

Impresa dalla maglia rosa che attacca a 5 Km dalla vetta del Passo del Foscagno, riprende tutti i superstiti di una popolatissima fuga partita al mattino e taglia il traguardo braccia al cielo poco meno di tre minuti prima dei suoi diretti avversari in classifica generale, che ora accusano un ritardo davvero enorme. Giornata non positiva per gli italiani, tutti in crisi.

Alla vigilia della frazione odierna erano stati ipotizzati vari scenari tattici e quasi tutti prefiguravano un attacco della maglia rosa. Le differenze tra opinionisti ed appassionati riguardavano il punto che Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) avrebbe scelto per l’attacco. I più romantici si erano spinti ad ipotizzare un attacco già dal Mortirolo, anche se il lungo fondovalle da affrontare dopo il termine della discesa portava ad escludere una simile soluzione. Le ipotesi più gettonate riguardavano un attacco sul Foscagno oppure un tentativo sulla salita finale divisa in due tronconi, il primo fino a Passo d’Eira e il secondo dal valico sino alla cima della pista da sci in località Mottolino.
Manco a dirlo, Pogacar ha scelto la seconda soluzione, scattando a circa 13 chilometri dall’arrivo e mettendo in scena uno spettacolo di raro pregio. Il ritmo del leader della classifica è stato elevatissimo, tanto da permettergli di recuperare, in pochissime pedalate, tutti i reduci della fuga di giornata e solo uno scalatore di razza come Nairo Quintana (Movistar), oggi in giornata di grazia, è riuscito a resistere sino alla prime rampe della salita finale.
Gli avversari di classifica hanno accusato distacchi molto pesanti, anche se va detto che ci hanno messo del loro, rallentando parecchio l’andatura dopo che Pogacar li aveva salutati, tanto da consentire a corridori staccati di rientrare agevolmente nel gruppetto.
La battaglia per il podio è andata in scena solo nel finale e a farne le spese è stato soprattutto Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), andato in crisi sulle accelerate nel finale (non può parlarsi di attacchi veri e propri); va detto, però, che il laziale ha stretto i denti ed è riuscito a conservare la quinta posizione e la maglia bianca per una manciata di secondi nei confronti di Tymen Arensman (INEOS), che ora si fa minaccioso dopo aver guadagnato quasi un minuto nei confronti di Tiberi.
Dopo questa mazzata sportiva e morale agli avversari, rimane da capire se Pogacar avrà ancora voglia di vincere, visto che ci sono almeno quattro tappe che, fuga permettendo, potrebbe portarsi a casa senza problemi (Monte Pana, Sappada, Passo Brocon e Bassano del Grappa).
La frazione ha visto sin da subito partire un attacco di 12 uomini – vale a dire Tobias Bayer (Alpecin-Deceuninck), Davide Ballerini (Astana Qazaqstan Team), Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team), Harrison Wood (Cofidis), Laurence Pithie e Lewis Askey (Groupama-FDJ), Olivier Le Gac (Groupama-FDJ), Lilian Calmejane (Intermarché Wanty), Bert Van Lerberghe (Soudal Quick-Step), Caleb Ewan (Team Jayco – AlUla), Davide Bais (Team Polti Kometa) e Alessandro Tonelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) – che, dopo aver rapidamente guadagnato 3 minuti, si sono ritrovati ad essere seguiti da un foltissimo gruppo di atleti partiti sotto l’impulso di Simon Geschke (Cofidis), che indossava la maglia azzurra in prestito da Pogacar. Si forma quindi un gruppo di contrattaccanti popolato dal citato Geschke, Tobias Foss e Jhonatan Narváez (Ineos Grenadiers), Kaden Groves, Nicola Conci e Edward Planckaert (Alpecin-Deceuninck), Ewen Costiou, Michel Ries e Alessandro Verre (Arkéa-B&B Hotels), Christian Scaroni (Astana Qazaqstan Team), Jonas Koch e Maximilian Schachmann (Bora-hansgrohe), Enzo Paleni (Groupama-FDJ), Andrea Vendrame (Decathlon Ag2r La Mondiale Team), Jefferson Alexander Cepeda e Georg Steinhauser (EF Education-EasyPost), Kevin Colleoni (Intermarché Wanty), Andrea Bagioli, Juan Pedro López e Amanuel Ghebreigzabhier (Lidl-Trek), Lorenzo Milesi, Quintana, Will Barta e Pelayo Sánchez (Movistar Team), Julian Alaphilippe e Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step), Chris Hamilton e Gijs Leemreize (Team dsm-firmenich PostNL), Alessandro De Marchi e Luke Plapp (Team Jayco AlUla), Davide Piganzoli, Matteo Fabbro, Mattia Bais, Mirco Maestri e Francisco Muñoz (Team Polti Kometa), Jan Tratnik e Attila Valter (Team Visma | Lease A Bike), Matteo Trentin, Michael Storer e Florian Stork (Tudor Pro Cycling Team), Luca Covili, Filippo Fiorelli, Martin Marcellusi, Giulio Pellizzari e Manuele Tarozzi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè).
L’inseguimento dura parecchi chilometri e si concretizza solo lungo la salita inedita di Colle San Zeno. Nella discesa, però, c’è un nuovo frazionamento e si ritrovano davanti Bayer, Ballerini, Scaroni, Wood, Pellizzari e Tonelli, mentre alcuni atleti del gruppo inseguitore perdono contatto e il gruppo controlla, mantenendo il ritardo sui 3 / 4 minuti.
Sul Mortirolo, si avvantaggiano Scaroni e Pellizzari, sui quali si riporta Conci in vista del GPM.
Tra la discesa ed il successivo falsopiano, nel fondovalle, la situazione si ricompatta e il gruppo di testa è composto da Narváez, Conci, Ries, Scaroni, Geschke, Steinhauser, Ghebreigzabhier, López, Quintana, Sánchez, Alaphilippe, Vansevenant, Piganzoli, Valter, Storer, Covili e Giulio Pellizzari.
Mentre il gruppo maglia rosa procede sornione, ma senza concedere troppo vantaggio, gli uomini davanti si danno battaglia sulla salita delle Motte, non classificata come GPM. Ad avvantaggiarsi sono Conci, Steinhauser, Piganzoli, Valter e Covili, che vengono ben presto raggiunti da Narváez, Geschke, Quintana, Alaphilippe e Storer.
Sul Foscagno attacca Steinhauser, che viene raggiunto e staccato da Quintana, rimasto sempre a ruota nel corso della fuga, mentre dietro il gruppo maglia rosa comincia ad assottigliarsi sotto l’azione di Rafal Majka (UAE Team Emirates).
E’ il preludio all’attacco della maglia rosa che arriva a 5 km dal Passo del Foscagno. Il leader della classifica generale se ne va in progressione, nessuno può far nulla e neppure Daniel Felipe Martinez (Bora – Hansgrohe), l’unico che aveva provato ad uscire dal gruppo, riesce ad avvicinarsi. Mentre gli altri uomini di classifica addirittura rallentano pur di non tentare un attacco tra di loro prima degli ultimi chilometri, Pogacar va a riprendere in men che non si dica tutti i fuggitivi, eccetto Quintana, e passa secondo al GPM.
Nella discesa Pogacar non prende eccessivi rischi, mentre il vantaggio sugli avversari è già ben oltre i due minuti, ma nella salita verso Passo d’Eira il fuoriclasse sloveno prende e stacca Quintana, involandosi da solo negli ultimi due ripidissimi chilometri.
Secondo, a 30 secondi, si piazza un ottimo Quintana, che rischiava di rimanere addirittura senza squadra e invece ha sfiorato la vittoria nella tappa regina del Giro d’Italia.
Tra gli uomini di classifica, con un ritardo vicino ai 3 minuti, Romain Bardet (Dsm-Firmenich) conserva una manciata di secondi sugli altri big. Geraint Thomas (INEOS) e Martinez arrivano insieme mentre Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale) paga qualche secondo insieme ad Arensman, che però guadagna oltre un minuto su un Tiberi in crisi, che taglia il traguardo con 4 minuti di ritardo dal vincitore.
Il laziale, però, mantiene sia la quinta posizione, sia la maglia bianca, mentre Lorenzo Fortunato (Astana) e Filippo Zana (Team Jayco AlUla), pure in difficoltà, perdono una posizione in classifica, con Fortunato che esce dalla top ten.
Al termine di questa frazione il distacco di Thomas da Pogacar è di 6 minuti e 41 secondi, mentre quello di Martinez sfiora i 7 minuti, O’Connor è a 7′43″ e Tiberi a 9′26″, con soli 19 secondi su Arensman, suo avversario nella lotta per la maglia bianca.
Completo il disastro, invece, della Rai nella copertura televisiva. Alle ore 14 e 40 vi è stato l’incomprensibile cambio di rete perchè Rai2 stava trasmettendo la finale del doppio femminile degli Internazionali d’Italia. Il cambio ha mandato il Giro su Rai2 e spostato il tennis su RaiSport e i programmi sono quindi continuati, invertendo però la rete. La cosa, per quanto riguarda il Giro, si è risolta nel taglio degli ultimi 3 Km del Mortirolo (i più duri nel versante affrontato oggi), anche perché, appena ripresa la trasmissione della tappa, mentre i cronisti parlavano è partita la pubblicità.
Ciliegina sulla torta è stata l’eliminazione del Processo alla Tappa. Ora, se la finale di singolare maschile degli internazionali di tennis poteva giustificare una cosa simile, lo stesso discorso non vale per le corse dei cavalli andate in onda su RaiSport.
Per l’azienda televisiva pubblica, che sembra puntare molto sul Giro d’Italia tanto da dedicargli numerosi programmi, uno scivolone del genere proprio nel giorno della tappa regina sembra davvero ingiustificabile.
Domani ci sarà il secondo giorno di riposo, mentre martedì andrà in scena una tappa che prevede la scalata del Giogo di Santa Maria nella prima parte (Cima Coppi al posto del Passo dello Stelvio) e, dopo un lungo tratto pianeggiante, un finale in salita con il Passo Pinei e l’arrivo a Monte Pana, sopra Santa Cristina Valgardena. Sulla prima parte della tappa, però, incombe l’incognita meteorologica, considerato il previsto peggioramento delle condizioni che potrebbe portare la neve sulla Cima Coppi. Al proposito mette qualche preoccupazione agli appassionati l’inqualificabile atteggiamento assunto dai corridori negli anni passati, che ha portato al taglio di frazioni solamente per la pioggia, e quello degli organizzatori che hanno ceduto alle loro pressioni.
Con l’attuale vantaggio sul secondo e con il Tour de France che incombe la maglia rosa potrebbe limitarsi a controllare e, al limite, a piazzare un allungo sulle rampe finale, anche perchè per un atleta come Pocacar potrebbe essere difficile resistere alla tentazione.
Il fatto è che quest’anno, con la partecipazione di Jonas Vingegaard (Visma) in forse, l’occasione della doppietta appare davvero ghiotta e questo potrebbe portare, se non il corridore, almeno il direttore sportivo a consigliare allo sloveno una condotta di gara più conservativa.

Benedetto Ciccarone

Pogacar viaggia solitario verso la cima innevata del Mottolino (Getty Images)

Pogacar viaggia solitario verso la cima innevata del Mottolino (Getty Images)

19-05-2024

maggio 19, 2024 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) si è imposto nella quindicesima tappa, Manerba del Garda – Livigno (Mottolino), percorrendo 222 Km in 6h11′43″, alla media di 35.834 Km/h. Ha preceduto di 29″ il colombiano Nairo Quintana (Movistar Team) e di 2′32″ il tedesco Georg Steinhauser (EF Education – EasyPost). Miglior italiano Filippo Zana (Team Jayco AlUla), 11° a 3′35″. Pogačar è ancora in maglia rosa con 6′41″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) e 6′56″ sul colombiano Daniel Felipe Martínez (Bora-Hansgrohe). Miglior italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 5° a 9′27″

4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DES HAUTS DE FRANCE

L’irlandese Sam Bennett (Decathlon AG2R La Mondiale Team) si è imposto anche nella sesta ed ultima tappa, Loon-Plage – Dunkerque, percorrendo 176.8 Km in 3h51′04″, alla media di 45.909 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Sasha Weemaes (Bingoal WB) (Lotto Dstny) e il tedesco Pascal Ackermann (Israel – Premier Tech). Due italiani in gara: Giacomo Villa (Bingoal WB) 44° con lo stesso tempo dei primi, Fausto Masnada (Soudal Quick-Step) 67° a 1′16″. Bennett si impone in classifica con 38″ sul francese Paul Penhoët (Groupama – FDJ) e 41″ sul belga Jenno Berckmoes (Lotto Dstny). Villa 44° a 10′52″, Masnada 63° a 13′29″

ANTWERP PORT EPIC / SELS TROPHY

Il norvegese Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) si è imposto nella corsa belga, circuito di Anversa, percorrendo 177.9 Km in 4h13′48″, alla media di 42.057 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Emilien Jeannière (TotalEnergies) e l’irlandese Oded Kogut (Israel – Premier Tech). Unico italiano in gara Luca Mozzato
(Arkéa – B&B Hotels), 85° a 7′04″

ANTWERP PORT EPIC LADIES

L’irlandese Lara Gillespie (UAE Development Team) si è imposta nella corsa belga, circuito di Anversa, percorrendo 140.1 Km in 3h36′04″, alla media di 38.905 Km/h. Ha preceduto allo sprint la britannica Zoe Bäckstedt (Canyon//SRAM Racing) e l’olandese Babette van der Wolf (Lifeplus Wahoo) Miglior italiana Federica Venturelli (UAE Development Team), 9° a 3″

GP GORENJSKA

Il ceco Michal Schuran (ATT Investments) si è imposto nella corsa slovena, Snovik – Zatrnik, percorrendo 145.3 Km in 3h27′41″, alla media di 41.977 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Jakub Řiman
(Pierre Baguette Cycling) e l’austriacoi Emanuel Zangerle (Team Felt Felbermayr). Miglior italiano Andrea Cantoni (Mg.K Vis – Colors for Peace), 10° a 7″.

INTERNATIONAL TOUR OF HELLAS

Il polacco Bartosz Rudyk (ATT Investments) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Atene, percorrendo 132.5 Km in 2h48′35″, alla media di 47.172 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Luca Colnaghi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e Attilio Viviani (Team Corratec – Vini Fantini). L’austriaco Riccardo Zoidl (Team Felt Felbermayr) si impone in classifica con 46″ sul connazionale Hermann Pernsteiner (Team Felt Felbermayr) e 1′33″ sull’italiano Valerio Conti (Team Corratec – Vini Fantini)

TOUR OF SAKARYA (Turchia)

Il kazako Orken Slamzhanov (Almaty Astana Motors) si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Sakarya, percorrendo 137.5 Km in 3h06′50″, alla media di 44.157 Km/h. Ha preceduto allo sprint il turco Burak Abay (Sakarya BB Pro Team) e il cinese Xianjing Lyu (China Glory – Mentech Continental Cycling Team). Il sudafricano Willie Smit (China Glory – Mentech Continental Cycling Team) si impone in classifica con 1′29″ sul turco Kaan Özkalbim (Spor Toto Cycling Team) e sul kazako Iogan Shtein (Vino SKO Team)

TOUR D’ALGÉRIE CYCLISTE

L’algerino Yacine Hamza (Madar Pro Cycling Team) si è imposto nell’ottava tappa, Constantine – Skikda, percorrendo 117.4 Km in 2h26′55″, alla media di 47.946 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese David Drouin (EuroCyclingTrips – YOELEO) e il connazionale Youcef Reguigui (Terengganu Cycling Team). Nessun italiano in gara. L’eritreo Meron Teshome Hagos (nazionale eritrea) è ancora leader della classifica con 30″ sull’algerino Nassim Saidi (Madar Pro Cycling Team) e 38″ sull’olandese Lars Quaedvlieg (Universe Cycling Team)

GRAN PREMIO NEW YORK CITY

L’olandese Tibor del Grosso (Alpecin-Deceuninck Development Team) si è imposto nella corsa statunitense, New York – Fort Lee, percorrendo 136.3 Km in 3h04′20″, alla media di 44.365 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Wilmar Paredes (Team Medellín) e il tedesco Johannes Adamietz (Lotto Dstny). Miglior italiano Kristian Sbaragli (Team Corratec – Vini Fantini), 6° a 34″

TOUR OF JAPAN

Il britannico Max Walke (Saint Piran) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Sakai, percorrendo 2.6 Km in 3′08″, alla media di 49.787 Km/h. Ha preceduto di 8″ il giapponese Yoshiki Terada (Shimano Racing) e l’italiano Matteo Malucelli (JCL Team UKYO). Walke è il primo leader della classifica con 8″ su Terada e Malucelli

ORLEN NATIONS GRAND PRIX (Under23 – Polonia)

Il kazako Ilkhan Dostiyev (nazionale kazaka) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Lesko – Hotel Arłamów, percorrendo 149 Km in 3h38′15″, alla media di 40.962 Km/h. Ha preceduto di 3″ il lussemburghese Arno Wallenborn (nazionale lussemburghese) e di 9″ il belga Emiel Verstrynge (nazionale belga). Miglior italiano Matteo Scalco (nazionale italiana), 17° a 9″. Il francese Mathys Rondel (nazionale francese) si impone in classifica con 17″ sul connazionale Brieuc Rolland (nazionale francese) e su Wallenborn. Miglior italiano Scalco, 15° a 1′16″.

VUELTA A BURGOS FEMINAS

L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx – Protime) si è imposta nella quarta ed ultima tappa, Peñaranda de Duero – Canicosa de la Sierra, percorrendo 122 Km in 3h17′43″, alla media di 37.023 Km/h. Ha preceduto di 51″ la connazionale Lucinda Brand (Lidl – Trek) e di 1′14″ la francese Évita Muzic (FDJ – SUEZ). Miglior italiana Greta Marturano (Fenix-Deceuninck), 14° a 2′51″. La Vollering si impone in classifica con 1′28″ sulla Muzic e 1′59″ sulla connazionale Karlijn Swinkels (UAE Team ADQ). Miglior italiana Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing), 7° a 3′27″.

UN TAPPONE CON VISTA OLIMPICA

Dopo aver a lungo peregrinato sulla catena appenninica il Giro fa ritorno sulle Alpi, già visitate in partenza con la capatina al santuario di Oropa. Ora è arrivato il momento del primo dei due tapponi alpini, quello con il quale la Corsa Rosa tirerà una volata lunghissima alle Olimpiadi Invernali del 2026. Due anni prima dell’evento Livigno, che ospiterà le gare dello snowboard e del freestyle, sarà la sede d’arrivo della tappa dotata del maggior numero di metri di dislivello, più di 5400: il clou sarà concentrato negli ultimi 56 Km, nei quali si dovranno affrontare l’interminabile ascesa alla Forcola di Livigno e poi quella finale verso le piste del Mottolino.

NOTA:: il finale è stato modificato rispetto a quanto riportato sotto a causa del diniego delle autorità elvetiche sul transito dalla Forcola di Livigno. Arrivati a Edolo, anzichè l’Aprica si scalerà il Passo del Mortirolo dal versante di Edolo (12.6 Km al 7.7%) per poi scendere verso Grosio. Seguirà la risalita della Valtellina in direzione di Bormio, che sarà evitata affrontando la salita delle Motte (3.1 Km al 7.5%). Raggiunta la vicina Isolaccia Valdidentro si salirà ai 2291 metri del Passo di Foscagno (14.6 Km al 6.3%), immediatamente seguito dall’ascesa finale verso il Passo d’Eira e il Mottolino (4.6 Km al 7.7% con rampe fino al 19%)

Nel 2026 Milano e Cortina ospiteranno le Olimpiadi Invernali e il Giro d’Italia non si farà trova impreparato all’evento. Era già successo nel 2005, quando la Corsa Rosa fece da volano alla rassegna a cinque cerchi che l’anno successivo si sarebbe tenuta in Piemonte proponendo due arrivi di tappa nelle località assegnatarie, Torino e Sestriere. Molto probabilmente qualcosa di simile accadrà l’anno prossimo, quando il Giro potrebbe – ancora nulla è stato annunciato al proposito – inserire nel percorso alcune delle località che ospiteranno le gare olimpiche, poiché oltre al capoluogo lombardo e alla “Perla delle Dolomiti” saranno coinvolti anche altri centri. Le medaglie saranno, infatti, assegnate anche a Tesero, Predazzo, Rasun-Anterselva, Rho, Assago, Bormio e Livigno: quest’ultima ospiterà un “anticipo” in rosa del grande evento accogliendo l’arrivo del primo tappone alpino del Giro d’Italia 2024, nel complesso non il più duro ma certamente quello maggiormente dotato di metri di dislivello, perché pedalando dalle sponde del Garda verso l’Alta Valtellina se dovranno superare più di 5400, distribuiti tra cinque salite, sulle quali spicca quella che condurrà ai 2313 metri della Forcola di Livigno. I dati riportati sull’altimetria ufficiale parlano di 18 Km di salita, che ne fanno la quarta ascesa per lunghezza del tracciato del Giro 2024, preceduta da Monte Grappa (anche se solo per 200 metri), Stelvio, Rolle e Pinei. In realtà le cose non stanno proprio così perché nel computo della distanza non è stata considerata la parte iniziale della salita elvetica, che la porta a misurare nella realtà quasi 25 Km e mezzo, superando di oltre un chilometro il “record” del Pinei.
Si partirà da Manerba del Garda, la località del Benaco divenuta celebre in tempi recenti a causa della siccità che ha reso possibile l’accesso a piedi all’Isola di San Biagio, nota anche con il toponimo di “Isola dei Conigli”.
Raggiunta la vicina Salò ci si allontanerà dalle rive del lago per risalire la Val Sabbia e raggiungere Sabbio Chiese dove, all’ombra della rupe sulla quale nel 1527 l’originario castello fu trasformato nel Santuario della Madonna della Rocca, lo scorso anno prese il via il tappone diretto al Monte Bondone, vinto dal portoghese João Almeida. Raggiunta la vicina Casto, paese d’origine di Sonny Colbrelli, si andrà all’attacco della prima ascesa di giornata, quella di Lodrino (6.9 Km al 4.6%), scavalcata la quale si scenderà nella retrostante Val Trompia. Sul fondovalle di quest’ultima si pedalerà per poco più di 5 Km, toccando il centro di Tavernole sul Mella, dove il percorso andrà a sfiorare la medioevale Chiesa di San Filastrio e un antico forno fusorio recentemente restaurato e aperto al pubblico, testimonianza tra le più antiche della lavorazione del ferro, da secoli vero e proprio motore economico di questa valle. Questo breve tratto di falsopiano terminerà ai piedi del Colle di San Zeno, valico che viene inserito per la prima volta nel tracciato di una corsa ciclistica, con i corridori che vi saliranno dal versante meno impegnativo (13.8 Km al 6.6%), disegnato attraverso le frazioni del comune di Pezzaze, dove – parte a piedi e parte con un vecchio trenino decauville – è possibile visitare la miniera Marzoli, attiva nell’estrazione del ferro dal 1886 al 1978. Una vera e propria “picchiata” attenderà i corridori una volta giunti ai 1418 metri del Colle di San Zeno poiché nei successivi 16 Km si pedalerà costantemente lungo una discesa che presenta una pendenza media del 7.4%: è il più difficile tra i due versanti del colle, solo in parte inedito perché nella piccola località di sport invernali di Val Palot – dalla quale si transiterà 5 Km dopo lo scollinamento – sono terminate due tappe del Brixia Tour, corsa disputata per 11 stagioni tra il 2001 e il 2011: la prima la vinse nel 2004 lo scalatore messicano Julio Alberto Pérez Cuapio, mentre l’anno successivo ospitò l’arrivo di una cronoscalata vinta dal vicentino Emanuele Sella.
Terminata la discesa nella località di villeggiatura di Pisogne, affacciata sul Lago d’Iseo, inizierà un lungo tratto intermedio quasi del tutto privo di difficoltà altimetriche con il quale si risalirà la Val Camonica e che traghetterà la corsa verso le fasi decisive di questa tappa. All’inizio di questo tratto si toccherà la nota stazione termale di Boario, la cui storia è piuttosto recente se paragonata a quella di altre località simili perché si cominciarono a sfruttarne le acque alla fine del Settecento, mentre risale all’inizio del secolo scorso la costruzione del liberty Padiglione dell’Antica Fonte.
Poco più avanti s’incontrerà l’unica difficoltà altimetrica inserita in questa fase di risalita della valle, che tra le sponde del Sebino ed Edolo si protrae per quasi 60 Km: è lo strappo di 800 metri all’8% che si concluderà alle porte del centro di Breno, “cerniera” tra la bassa e la media valle, luogo da sempre strategico come ci ricordano i resti del soprastante castello, del quale sono giunte ai giorni nostri due torri, le mura di cinta e parte di una chiesetta intitolata a San Michele.
Risalendo la valle se ne toccherà una delle località più visitate, quella Capo di Ponte che attira turisti da tutto il mondo per il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, “griffato” UNESCO, ma che merita la sosta per ammirarvi anche l’antica la Pieve di San Siro e il Monastero di San Salvatore.
Dopo Edolo il Giro si volgerà verso una delle sue salite più celebri, quel Passo dell’Aprica che deve la sua fama ciclista alla vicinanza con il Mortirolo, abbinato al quale le tenere pendenze del versante camuno hanno spesso portato a una lievitazione dei distacchi. Quest’anno non si sarà il temuto confronto con la mostruosa salita valtellinese, mentre si percorrerà una variante alla tradizionale strada, che prevede di affrontare proprio all’inizio il muro di Santicolo (600 metri al 17%), superato il quale la salita ritrova i suoi tradizionali “binari” (12.9 Km al 3.7%).
Planati in Valtellina i “girini” transiteranno a fianco dell’imponente mole del Santuario della Madonna di Tirano, innalzato tra il 1505 e il 1528 nel luogo dove – quattro anni prima l’inizio dei lavori – la Santa Vergine era apparsa nell’orto di Mario Omodei, un contadino che il pomeriggio del 29 settembre del 1501 era impegnato nel lavoro nei campi. Per i partecipanti al Giro il passaggio accanto al santuario darà l’avviso della ripresa delle “ostilità” perché da lì a breve inizierà l’interminabile salita verso la Forcola di Livigno, ufficialmente lunga 18 Km e caratterizzata da una pendenza media del 7.1%. La strada, in realtà, inizia a salire quando mancano 33 Km al valico, 25 Km e mezzo dei quali in salita; questa, infatti, è suddivisa da un lungo tratto centrale pianeggiante e nemmeno scherzano i primi 7.5 Km al 7%, nel corso del quale si tocca il centro di Brusio, caratterizzato dalla presenza di uno dei tratti più spettacolari della “Ferrovia del Bernina” (l’intera linea è patrimonio UNESCO dal 2008), il viadotto elicoidale che fu realizzato in pietra tra il 1908 e il 1910 e che nel 2010, in occasione del centenario del “trenino rosso” fu effigiato nel logo dell’evento e illuminato come se fosse una torta di compleanno. La prima parte dell’ascesa terminerà in prossimità delle rive del Lago di Poschiavo, di origine naturale ma sfruttato per la produzione di energia elettrica sin dal 1904, costeggiando il quale s’imboccherà il lungo tratto pianeggiante (quasi 8 Km) che spezza in due tronconi la salita verso la Forcola. Fino a 4 km dallo scollinamento questa coincide con quella diretta al più celebre Passo del Bernina, salita che nonostante la fama non ha un grande feeling con il Giro d’Italia: l’unica volta che la Corsa Rosa vi transitò era il 12 giugno del 1954, giorno passato alla storia per lo “Sciopero del Bernina”, allorquando i corridori affrontarono la salita in gruppo, annichiliti dalla fuga bidone che due settimane prima aveva portato in maglia rosa l’elvetico Carlo Clerici con un vantaggio che nessuno riuscì a colmare (a Milano il distacco del secondo, il connazionale Hugo Koblet, sfiorò la mezzora). Raggiunti i 2315 metri della Forcola – sarà la prima delle sei volte nelle quali si supererà quota 2000 in questa edizione del Giro – davanti ai corridori si spalancherà la discesa, non particolarmente difficile (sono 5.4 Km al 6.4%) verso il “Piccolo Tibet”. Così è stata ribattezzata la conca di Livigno, conosciuta per la sua zona franca – le cui origini risalgono concesse nel 1538 dalla Contea di Bormio – e per la particolare forma allungata dell’abitato, un “serpentone” di ben 5 Km che giunge fino alle rive del Lago di Livigno, bacino artificiale realizzato alla fine degli anni ’60 e nel quale confluiscono le acque dello Spol, uno dei tre fiumi italiani i cui corsi non si gettano nel bacino del Mediterraneo, ma “scaricano” in quello del Mar Nero. Non ci sarà tempo per i corridori per specchiarsi nelle sue acque perché stavolta l’arrivo non sarà in centro, come invece era successo nei due precedenti datati 1972 e 2005, quando nel “Piccolo Tibet” si erano imposti Eddy Merckx e il colombiano Iván Parra, autore di un’eccezionale doppietta poiché il giorno prima aveva conquistato anche il tappone dolomitico di Ortisei. C’è ancora una difficoltà altimetrica da superare, una salita di 8.8 Km al 6.1% in parte inedita perché in passato già tre volte si è giunti ai 2120 metri del Passo d’Eira, dove si abbandonerà la strada per Bormio e s’imboccherà il ripido tratto conclusivo, che presenta una pendenza media del 10% negli ultimi 1500 metri, con un picco massimo del 19%. Asfaltata apposta per l’arrivo del Giro, è la vecchia mulattiera che porterà i corridori fino alle piste del Mottolino, dove in ai giochi olimpici saranno assegnate le medaglie nelle specialità dello snowboard e del freestyle. E nell’attesa del grande evento a cinque cerchi arriverà il Giro a inauguare alla sua maniera questo piccolo tempio dello sport….

Mauro Facoltosi

Il lago di Livigno e l’altimetria della quindicesima tappa (www.outdooractive.com)

Il lago di Livigno e l’altimetria della quindicesima tappa (www.outdooractive.com)

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Lodrino (735 metri). Quotata 737 metri sulle cartine del Giro e chiamata anche “Valico della Cocca di Lodrino”, vi transita la Strada Provinciale 3 “Lodrino-Nozza” tra Nozza e Lodrino. Il Giro l’ha scalata finora tre volte, la prima durante la tappa Rovato – Monte Bondone del Giro del 2006, vinta dal varesino Ivan Basso, e che vide svettare per primo a Lodrino il colombiano Miguel Ángel Rubiano. L’anno successivo l’ascesa fu inserita nei chilometri iniziali dell’ultima tappa del Giro, Vestone – Milano, vinta dall’argentino Maximiliano Ariel Richeze, ma il passaggio in vetta non fu “registrato” non essendo previsto il GPM in quest’occasione. L’ultimo passaggio del Giro risale alla tappa Riva del Garda – Iseo del 2018, vinta allo sprint dal veronese Elia Viviani, mentre il GPM a Lodrino era stato conquistato dal francese Alexandre Geniez.

Colle di San Zeno (1434 metri). Chiamato anche Colma di San Zeno e Col de San Zé, è quotato 1418 sulle cartine del Giro 2024. Situato sullo spartiacque tra la Val Trompia e la Val Camonica, è valicato dalla strada che mette in comunicazione Pezzaze con Fraine e Pisogne.

Sella di Breno (342 metri). Vi sorge l’omonimo centro.

Passo di Aprica (1113 metri). È l’ampia sella pianeggiante, lunga quasi 3 Km, che mette in comunicazione la Valcamonica con la Valtellina tramite la Valle di Corteno. È valicato dalla Strada Statale 39 “dell’Aprica” e vi sorge l’omonima stazione di sport invernali, costituita dai tre nuclei di Madonna, Mavigna e San Pietro. Quotata 1173 sulle cartine del Giro 2022, è stata affrontata alla corsa rosa 13 volte come GPM, una come traguardo volante Intergiro (nel 1992, tappa Palazzolo sull’Oglio – Sondrio, vinta da Marco Saligari che transitò in testa anche sul valico) e due come traguardo di tappa senza gran premio (nel 2006, quando Ivan Basso s’impose in rosa nella Trento – Aprica, e al termine della Brescia – Aprica del 2010, vinta da Scarponi). Il primo a transitare in testa sotto lo striscione GPM è stato Fausto Coppi nel corso della Locarno – Brescia del Giro del 1950, vinta da Luciano Maggini. In seguito hanno conquistato questo traguardo Vittorio Adorni nel 1962 (tappa Moena – Aprica), Bruno Vicino nel 1979 (Trento – Barzio, vinta da Amilcare Sgalbazzi), lo svizzero Stefan Joho nel 1988 (la mitica tappa Chiesa Valmalenco – Bormio con il Gavia affrontato con la neve, vinta dall’olandese Erik Breukink), il venezuelano Sierra nel 1990 (Moena – Aprica), Gotti nel 1996 (Cavalese – Aprica), Mariano Piccoli nel 2000 (Bormio – Brescia, vinta da Biagio Conte), Emanuele Sella nel 2008 (Rovetta – Tirano, vinta dallo stesso corridore), l’ucraino Yuriy Krivtsov nel 2010 (passaggio intermedio nella citata tappa Brescia – Aprica), lo spagnolo Pablo Lastras Garcia nel 2011 (Feltre – Tirano, vinta da Diego Ulissi), Matteo Rabottini nel 2012 (Caldes – Passo dello Stelvio, vinta da De Gendt), il canadese Ryder Hesjedal e lo spagnolo Mikel Landa nella Pinzolo – Aprica del 2015 che prevedeva due passaggi sul passo. Nel 2017, l’Aprica fu relegata a un ruolo marginale, inserita subito dopo la partenza della poco impegnativa frazione di trasferimento Tirano – Canazei, vinta in fuga dal francese Pierre Rolland, che era transitato in testa anche sul GPM inserito a inizio tappa. Infine, nel 2022 all’Aprica terminò praticamente in discesa la 16a tappa della Corsa Rosa, che prevedeva pochi chilometri prima lo scollinamento sul Valico di Santa Cristina: sia quest’ultimo, sia la vittoria di tappa furono conquistate dal ceco Jan Hirt.

Forcola di Livigno (2315 metri). Valicata dalla strada che mette in comunicazione Livigno con il centro elvetico di Poschiavo, viene toccata per la seconda volta al Giro d’Italia dopo il passaggio avvenuto nel 2010 durante la tappa Bormio – Ponte di Legno (Passo del Tonale), conquistato dall’australiano Matthew Lloyd, mentre al traguardo s’impose proprio un corridore elvetico, Johann Tschopp. Ci sono, però, due precedenti nei quali la Corsa Rosa fu respinta dal maltempo e la prima volta accadde nel 1995, quando l’allora direttore del Giro Carmine Castellano fu costretto qualche settimana prima del passaggio della corsa a rimettere mano al tracciato della tappa che dalla Val Senales conduceva a Lenzerheide Valbella, frazione che prevedeva anche le ascese al Giogo di Santa Maria (all’epoca ancora sterrata) e al Bernina. Nel 2005 ancora la neve in vetta, unita alla pioggia battente alla partenza di Livigno, consigliò alla direzione di corsa di spostare il via della tappa diretta a Lissone, traslocando il “chilometro zero” alla Madonna di Tirano.

Passo Eira (2208 metri). Quotato 2210 metri sulle cartine del Giro 2024, è valicato dalla Strada Statale 301 “del Foscagno” tra Livigno e Trepalle. Il Giro d’Italia finora vi è transitato tre volte, la prima nel finale della tappa vinta nel 1972 da Eddy Merckx a Livigno, partita da Parabiago e che vide il grande rivale del belga in quell’edizione, lo spagnolo José Manuel Fuente, transitare in testa sull’Eira. Non ci fu GPM in vetta al passo, invece, nel finale della Egna – Livigno del 2005, vinta da colombiano Iván Parra. L’ultimo uomo al comando sul valico è stato, invece, l’australiano Matthew Lloyd in occasione della citata tappa di Ponte di Legno del Giro del 2010.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

Se i rigidi climi del “Piccolo Tibet” nostrano vi avranno fatto venire la voglia di un corroborante minestrone… eccovelo scodellato! Nell’inverno del 1980 il regista romano Sergio Citti salì proprio a Livigno per le riprese del finale del “Il minestrone”, pellicola concepita per il cinema e poi sbarcata in televisione sotto la forma di piccolo sceneggiato a puntate essendone state girate due versioni, una per il grande schermo della durata di quasi due ore e una lunga il doppio e destinata alla trasmissione sulla RAI, che aveva coprodotto il film con la casa di produzione Medusa e che aspetterà il 1985 per la prima visione televisiva. Unico film in gara al prestigioso Festival internazionale del cinema di Berlino tenutosi nella capitale tedesca dal 13 al 24 febbraio 1981, la pellicola racconta del lungo viaggio di due vagabondi della periferia di Roma, interpretati da Franco Citti (fratello del regista) e da Ninetto Davoli. All’inizio delle loro peregrinazioni, perennemente alla ricerca da qualcosa da mettere sotto i denti, i due s’imbattono nel futuro premio Oscar Roberto Benigni, che qui è il “Maestro”, un accattone la cui specialità è fuggire dai ristoranti senza pagare il conto. Le loro continue fughe da un’osteria all’altra li portano a compiere un viaggio che dalla capitale li porta prima in Toscana e poi in Emilia, dove incappano in un un santone che li convince a seguirlo nel suo pellegrinaggio, un viaggio durante il quale il bizzarro personaggio – impersonato dal grande Giorgio Gaber – snocciola liste di leccornie che potranno gustare una volta giunti a destinazione. E quella destinazione è la Svizzera: la scena nella quale Gaber indica ai suoi seguaci il valico oltre il quale si trova il “bengodi” mostra l’ultimo tratto del versante italiano della Forcola di Livigno.

In collaborazione con www.davinotti.com

Giorgio Gaber indica la Forcola di Livigno nel finale de “Il minestrone” (www.davinotti.com)

Giorgio Gaber indica la Forcola di Livigno nel finale de “Il minestrone” (www.davinotti.com)

Le altre location del film citato

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-minestrone/50001933

FOTOGALLERY

Manerba del Garda, Isola di San Biagio

Sabbio Chiese, Santuario della Madonna della Rocca

Tavernole sul Mella, Chiesa di San Filastrio

Pezzaze, Miniera Marzoli

Pisogne, Lago d’Iseo

Boario Terme, Padiglione dell’Antica Fonte

Castello di Breno

Capo di Ponte, Pieve di San Siro

Santuario della Madonna di Tirano

Brusio, il viadotto elicoidale della “Ferrovia del Bernina”

Lago di Poschiavo

La Forcola di Livigno (vista dal lato italiano)

Il tratto iniziale del “serpentone” di Livigno

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI DESENZANO DEL GARDA

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Desenzano si gode TopGanna: vola a cronometro e vince battendo Pogacar

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Pogačar ni premagal Ganne, v skupnem seštevku pa je še povečal prednost (Pogačar non ha battuto Ganna, ma ha aumentato il suo vantaggio nel totale)

Delo

Regno Unito

Ganna wins stage 14 to delight home fans (Ganna vince la tappa 14 per deliziare i tifosi di casa)

The Guardian

Francia

Pogacar battu par Ganna mais plus que jamais leader (Pogacar battuto da Ganna ma più leader che mai)

L’Équipe

Spagna

Sólo Ganna puede con Pogacar (Solo Ganna può competere con Pogacar)

AS

Belgio

Filippo Ganna moet monsterlijke tijdrit rijden om Tadej Pogacar te kloppen, Italiaan heeft eerste zege van het seizoen beet (Filippo Ganna deve percorrere una mostruosa cronometro per battere Tadej Pogacar, l’italiano ottiene la prima vittoria della stagione)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Filippo Ganna wint, Thymen Arensman en Tadej Pogacar doen goede zaken (Vince Filippo Ganna, Thymen Arensman e Tadej Pogacar fanno buoni affari)

De Telegraaf

Germania

Zeitfahren: Pogacar baut seinen Vorsprung aus – Ganna gewinnt (Cronometro: Pogacar allunga, vince Ganna)

Kicker

USA

Pogacar extends Giro lead to nearly 4 minutes after stage 14 as Ganna wins time trial (Pogacar estende il vantaggio del Giro a quasi 4 minuti dopo la tappa 14 mentre Ganna vince la cronometro)

The Washington Post

Colombia

Daniel Martínez cedió terreno, Pogacar no pudo destronar a Ganna en la etapa 14 del Giro de Italia (Daniel Martínez ha ceduto, Pogacar non è riuscito a detronizzare Ganna nella tappa 14 del Giro d’Italia)

El Tiempo

Ecuador

Jhonatan Narváez salva la segunda contrarreloj del Giro de Italia, que se queda en manos de Filippo Ganna (Jhonatan Narváez salva la seconda cronometro del Giro d’Italia, che resta nelle mani di Filippo Ganna)

El Universo

Australia

O’Connor targets Giro podium as Pogacar extends lead (O’Connor punta al podio del Giro mentre Pogacar estende il vantaggio)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Orologi (Sfera Ebbasta)

METEOGIRO

Manerba del Garda : nubi sparse, 20°C, vento moderato da S (3-12 Km/h), umidità al 65%
Lodrino (GPM – Km 37.7): pioggia debole (0.1 mm), 17°C, vento moderato da SO (6-23 Km/h), umidità al 61%
Valpalot (Km 69.3 – discesa dal Colle San Zeno) : pioggia debole (0.1 mm), 16°C, vento moderato da SO (7-26 Km/h), umidità al 60%
Malonno – traguardo volante (Km 130.3): nubi sparse, 17°C, vento moderato da SO (6-33 Km/h), umidità al 50%
Grosio (Km 169.2) : nubi sparse, 21°C, vento moderato da SO (6-32 Km/h), umidità al 48%
Isolaccia-Valdidentro – traguardo Intergiro e inizio salita Foscagno (Km 197.6) : pioggia debole (0.5 mm), 16°C, vento moderato da S (10-35 Km/h), umidità al 56%
Livigno* : nubi sparse, 11°C, vento moderato da S (10-32 Km/h), umidità al 55%

* previsioni relative al centro di Livigno (1815 metri), traguardo al Mottolino (2385 metri)

GLI ORARI DEL GIRO

10.15: inizio diretta su Eurosport
10.35: inizio diretta su RaiSport
10.40: partenza da Manerba del Garda
11.35-11.50: GPM di Lodrino
12.30-12.55: GPM di Colle San Zeno
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00-14.30: traguardo volante Sprint di Malonno
14.10-14.40: inizio salita Mortirolo
14.55-15.35: GPM di Passo del Mortirolo
15.50-16.35: traguardo volante Sprint di Le Motte (con abbuoni)
15.55-16.40: traguardo volante Intergiro di Isolaccia Valdidentro e inizio salita Foscagno
16.30-17.25: GPM di Passo di Foscagno
16.45-17.40: arrivo a Livigno (Mottolino)

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

Genovesi: “C’è tantissimo vino coltivato a vite”
Pancani: “Walscheid è il nuovo miglior tempo”
Borgato: “Si muove sempre sulle spalle rispetto ad Affini”
Cassani: “E’ particolarmente provato per la salita” (portato)
Rizzato: “Il discorso che facevamo prima circo l’aerodinamica”
Ganna: “Ho preso una manata sul manubrio con la testa”
Teletext TV Svizzera: “Schachmann” (Schachman)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della quattordicesima tappa, cronometro individuale Castiglione delle Stiviere – Desenzano del Garda

1° Tobias Lund Andresen
2° Alexander Cepeda a 43″
3° Olivier Le Gac a 47″
4° Alessandro Verre s.t.
5° Timo Kielich a 55″

Classifica generale

1° Alan Riou
2° David Dekker a 38″
3° Fabian Lienhard a 3′53″
4° Tim Merlier a 5′26″
5° Tobias Lund Andresen a 5′30″

Miglior italiano Davide Cimolai, 11° a 11′14″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

4 GIUGNO 1954 – 14a TAPPA: TORINO – BRESCIA (240 Km)

LA FIACCA DEGLI ASSI SPRONA I GREGARI E BRASOLA STRAPPA LA VITTORIA IN VOLATA

Da Torino a Brescia corsa senza impegno, senza emozioni

Van Steenbergen continua a fare raccolta di “traguardi volanti” – Il saluto delle mondine ai campioni attraverso le risaie del Vercellese – La sfortuna di Benedetti appiedato sul rettilineo di arrivo – Staccati, come al solito, gli assi – Nulla di nuovo nella classifica generale – Un clinico illustre al capezzale di “Pipazza” – Minardi si è ritirato dal Giro

Palazzo Todeschini a Desenzano del Garda illuminato di rosa (www.giornaledibrescia.it)

Palazzo Todeschini a Desenzano del Garda illuminato di rosa (www.giornaledibrescia.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
8a tappa: Spoleto – Prati di Tivo
9a tappa: Avezzano – Napoli
10a tappa: Pompei – Cusano Mutri (Bocca della Selva)
11a tappa: Foiano di Val Fortore – Francavilla al Mare
12a tappa: Martinsicuro – Fano
13a tappa: Riccione – Cento

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