SAPPADA VUOL DIRE TRADIMENTO
maggio 24, 2024 by Redazione
Filed under 24 MAGGIO 2024 - 19a tappa: MORTEGLIANO - SAPPADA, News
Il Giro fa ritorno in una sede di tappa storica per la Corsa Rosa e ci arriverà al termine di quella che, sulla carta, è la meno impegnativa tra le frazioni alpine dell’edizione 2024. Ma siamo oramai nella fase calante della corsa, le energie stanno inevitabilmente diminuendo e salite come quelle del Duron, della Sella Valcalda e di Cima Sappada potrebbero far vedere i proverbiali “sorci verdi” a qualche big.
Ci sono date che, per mille motivi diversi, sono entrate nella storia dello sport. E anche il Giro non fa eccezione e se ne potrebbero citare diverse, come il 26 maggio del 1937 (giorno del primo tappone dolomitico, al quale abbiamo già accennato in occasione della frazione del Brocon) o il 5 giugno del 1999, quando Pantani fu estromesso dal Giro con la maglia rosa sulle spalle per la nota questione dell’ematocrito fuori norma, anche se la data per eccellenza è quella del 13 maggio del 1909, quando alle 3 di notte prese il via da Piazzale Loreto a Milano la prima edizione della Corsa Rosa. E poi c’è il 6 giugno del 1987, il giorno nel quale si corse la storica tappa con arrivo a Sappada e dal quel momento il nome della località di sport invernali del Cadore divenne per gli appassionati di ciclismo sinonimo di tradimento. Per raccontare quanto accaduto quel pomeriggio di 37 anni fa bisogna prima fare un passo indietro di due settimane, a quando quell’edizione del Giro prese il via da Sanremo con Roberto Visentini nel ruolo di grande favorito per la vittoria finale. Il bresciano si era imposto al Giro l’anno precedente e nel 1987 il percorso particolarmente montagnoso – come non si vedeva da anni – si adattava alla perfezione alle sue doti di scalatore in grado di egregie prestazioni a cronometro. E, infatti, Visentini inizia la corsa con il piede giusto vincendo il cronoprologo, per poi cedere la maglia rosa all’olandese Breukink nella semitappa con arrivo in salita a San Romolo e venir sorpassato di poco in classifica dal suo fin a quel momento fidato gregario Stephen Roche dopo la pomeridiana cronodiscesa dal Poggio. Un paio di giorni più tardi la cronometro a squadre sancisce la supremazia della Carrera, con Roche primo in classifica, Visentini secondo a 15” e gli altri avversari già oltre il minuto di distacco. Roche guadagna un’altra quindicina di secondi a Montalcino, poi la situazione si cristallizza fino alla 13a tappa, che prevede lo svolgimento di una cronometro di 46 Km disegnata tra Rimini e San Marino, con il finale in salita. Qui Visentini è autore di una vera e propria prestazione “monstre” e volando a quasi 39 Km/h straccia la concorrenza, con distacchi che ricordano quelli affibbiati dal danese Vingegaard al Tour dell’anno scorso nella crono di Combloux: il secondo è staccato di 1’11”, Roche è 12° con quasi 3 minuti di passivo ed è costretto a rientrare nei ranghi perché è ovviamente Visentini a vestirsi di rosa, precedendo in classifica di 2’42” proprio il compagno di squadra. Nessuno può immaginare come quei nove giorni trascorsi in maglia rosa abbiano fatto venire appetito all’irlandese, appetito che si trasforma in vera e propria fame il 6 giugno, quando è in programma la prima frazione alpina. Quella fame si concretizza con due attacchi a sorpresa, il primo sulla salita della Forcella di Monte Rest, il successivo su quella della Sella Valcalda: dopo il primo l’ammiraglia al seguito dell’irlandese si spacca, tra le incitazioni di chi lo invoglia a proseguire nell’azione e gli urlacci di chi lo invita a rispettare il capitano. Se il primo tentativo abortisce e viene annullato, il secondo causa una pesantissima crisi – fisica e soprattutto di nervi – a Visentini, che all’arrivo accuserà 7 minuti di ritardo e dovrà dire addio alla maglia rosa. La botta psicologica sarà forte al punto da bloccargli letteralmente la carriera al bresciano (si ritirerà nel 1990 e quella di San Marino sarà la sua ultima vittoria), che in tempi recenti rivelerà di non aver mai perdonato il compagno di squadra, considerando morto come uomo pur riconoscendone le doti: non va dimenticato che in quella stagione Roche non vinse solo il Giro, ma anche il Tour e il Mondiale, una tripletta riuscita soltanto a un altro corridore, il belga Eddy Merckx.
Ora il Giro si appresta a fare ritorno a Sappada, dove un’altra frazione è terminata nel 2018, e ci arriverà al termine di quella che sulla carta è la meno impegnativa tra le cinque tappe alpine del Giro 2024. Ma non dobbiamo dimenticare che siamo a soli tre giorni dalla conclusione, si sta correndo da tre settimane, le energie stanno declinando e anche le salite odierne potrebbero far male e creare sensibili distacchi, consacrando ancora una volta il nome della località friulana sulle pagine dei quotidiani sportivi. In quanto al tracciato, gli ultimi 40 Km saranno gli stessi della tappa del 1987 mentre al posto del Monte Rest si scalerà il più breve e impegnativo Passo Duron, che ha anche il pregio di trovarsi molto più vicino alle due salite finali, con la Cima Sappada che è quasi un arrivo in salita poiché dopo lo scollinamento mancheranno soli 6 Km al traguardo.
Prima di tornare a misurarsi con le montagne bisognerà pedalare a lungo in pianura che – a parte qualche rara intrusione – caratterizzerà i primi 86 Km, con la partenza oggi prevista all’ombra dello svettante campanile di Mortegliano, il più alto d’Italia dall’alto dei suoi 113 metri, costruito negli anni ’50 battendo di 66 centimetri il record precedentemente detenuto dal Torrazzo di Cremona. Il tratto iniziale si snoderà nei territori pianeggianti a ovest di Udine, dirigendosi in leggerissimo falsopiano prima verso Mereto di Tomba e poi su San Daniele del Friuli, località che i golosi conoscono per il suo prosciutto crudo, prelibatezza per il palato da degustare magari dopo un piccolo giro turistico per questa cittadina, che vanta monumenti poco conosciuti come la Chiesa di Sant’Antonio Abate (soprannominata la “Sistina del Friuli”), Porta Gemona e la Biblioteca Guarneriana, tra le più antiche d’Italia.
Transitati ai piedi del Monte di Ragogna, sulle cui prime pendici si trovano i suggestivi resti del castello di San Pietro, si varcherà il corso del Tagliamento sul Ponte di Pinzano, costruito tra il 1903 e il 1906 e in seguito ricostruito due volte, la prima per riparare i danni della Prima Guerra Mondiale – quando fu minato dalle truppe italiane in ritirata dopo la disfatta di Caporetto – e la seconda in seguito ad una piena del fiume avvenuta il 4 novembre del 1966, lo stesso giorno nel quale a Firenze l’Arno provocò una storica e disastrosa alluvione.
Percorsi una cinquantina di chilometri dal via si giungerà ai piedi della prima delle due salitelle che spezzano il tratto iniziale pianeggiante, 1.7 Km al 5.3% in vetta ai quali si attraverserà il centro di Forgaria nel Friuli prima di riprendere la pianura in vista di Peonis, dove si giungerà dopo aver sfiorato la riserva naturale del Lago di Cornino, le cui acque provengono da sorgenti sotterranee. Transitati al cospetto del monumento che ricorda Ottavio Bottecchia nel luogo dove il primo italiano a vincere il Tour de France (nel 1924 e nel 1925) fu trovato agonizzante il 3 giugno del 1927 – morirà 12 giorni dopo senza aver mai ripreso conoscenza e mai si riuscirà a far piena luce sulle cause del malore – i “girini” si dirigeranno verso un altro lago, quello di Cavazzo, il più vasto della regione tra quelli di origine naturale, verso le cui acque precipitano le pendici del Monte San Simeone, che per anni è stato erroneamente indicato come epicentro del terremoto che colpì il Friuli nel 1976 (studi successivi l’hanno collocato più a est, tra i centri di Gemona e Artegna).
Un’altra piccola salita, la facile Selletta di Mena (1,8 Km al 5,5%), costituirà per il gruppo l’accesso alla regione storico-geografica della Carnia, che corrisponde con il settore settentrionale della Provincia di Udine e la cui fama ciclistica ha avuto una decisa accelerata da quando, nel 2003, l’organizzazione del Giro ha deciso di inserire nel suo “parco salite” il Monte Zoncolan, anche se bisognerà aspettare fino al 2007 per vedere i corridori affrontare il tremendo versante di Ovaro. La Carnia accoglierà i “girini” sulle strade del suo capoluogo, la cittadina di Tolmezzo, in mezzo alla quale spicca tra gli altri edifici il Duomo di San Martino, consacrato nel 1764 nel luogo dove in precedenza sorgeva un demolito luogo di culto intitolato al medesimo santo. Alle porte di Zuglio, uno dei centri più antichi della Carnia (vi si può visitare il Foro di Iulium Carnicum, la città romana più settentrionale d’Italia), si lascerà la pianura, anche se non è ancora arrivato il momento si affrontare le ostiche pendenze del Passo Duron. Ci sarà, infatti, un antipasto di 5.5 Km al 5% risalendo il cosiddetto Canale d’Incaroio, nome con il quale è conosciuta la Val Chiarsò, e – a differenza dall’ultima volta nella quale si è transitati da queste parti – non si percorrerà la statale di fondovalle, ma una provinciale più stretta e defilata. Arrivati a Paularo si alzerà il sipario sulle fasi più attese di questa tappa perché è proprio da questo centro che hanno inizio i 3.3 Km al 12,2% che conducono al Passo Duron, salita che esibisce un “biglietto da visita” niente male perché è proprio nei 500 metri iniziali che viene raggiunto il picco massimo di pendenza, una sventagliata al 18% che contribuirà ulteriormente a “epurare” il gruppo di testa. Dopo un brevissimo tratto in quota si affronterà una discesa nettamente meno pendente dell’ascesa appena affrontata, che porterà la corsa rosa a Paluzza, paese la cui frazione di Timau – famosa per il sacrario nel quale riposano le spoglie di più di 1700 soldati italiani e austriaci – costituisce al pari di Sappada un’isola linguistica tedesca, in quanto fin dall’epoca medioevale vi si parla un dialetto d’origine carinziana.
Attraversato quello che è anche il borgo natale di Manuela Di Centa, la fondista che conquistò la medaglia d’oro alle Olimpiadi Invernali di Lillehammer nel 1994, si andrà subito ad affrontare la salita successiva, che sulla carta può sembrare la più semplice fra le tre che caratterizzano il finale. Invece non andranno sottovalutati i 6 Km al 6.2% della Sella Valcalda, che contengono un tratto intermedio di 1200 metri nei quali la pendenza media schizza al 10.7%. Raggiunto il valico, situato alle porte della stazione di sport invernali di Ravascletto e dal quale è possibile raggiungere comodamente in funivia la cima del Monte Zoncolan, si scenderà su Comeglians, dove si andrà all’attacco della lunga ascesa finale verso Cima Sappada, molto più lunga rispetto a quanto annunciato sulle cartine ufficiali del Giro 2024. Lì sono stati, infatti, presi in considerazione solo gli ultimi 8.5 Km, ma la strada in realtà prende a salire quasi 12 Km prima, anche se nella parte iniziale procede a corrente alternata, con tratti d’ascesa reale intercalati ad altri in quota. La prima balza – 3.5 Km al 5.5% – serve per risalire la Val Degano fino a Rigolato, tipico paese carnico che nel XV secolo godette di una certa fama per il rame e il ferro che si cavava dalle miniere del Monte Avanza, successivamente abbandonate. L’attività estrattiva è oggi rammentata dal nome del vicino centro di Forni Avoltri, al quale i “girini” giungeranno al termine del tratto intermedio della salita, in parte pianeggiante e in parte in leggero falsopiano, immediatamente seguito dalla parte più impegnativa. I dati reali del tratto conclusivo dicono che la salita è lunga 5.5 Km e presenta una pendenza media del 6.3%, numeri discordanti da quelli riportati sul “Garibaldi” (il road book ufficiale della corsa) perché l’organizzazione ha deciso di inserire a circa metà salita una lunga deviazione pianeggiante per far attraversare ai corridori la Carnia Arena, impianto realizzato negli anni ’90 nella spianata dei Piani di Luzza per la pratica del biathlon. Proprio all’uscita dall’arena i corridori si troveranno ad affrontare il tratto più difficile dell’ascesa friulana, quello che i cicloamatori hanno ribattezzato “Muro della Cleva” perché per 900 metri si deve pedalare su di una pendenza media dell’11.5% (la massima è del 15%) e a rendere il tutto ancora più asfissiante è la quasi totale mancanza di curve in questo tratto. Dopo un momento di respiro la “Cleva” propone un’altra stilettata di 600 metri all’11.4%, questa ammorbidita dalla presenza di due tornanti, poi le pendenze scemano con decisione nei conclusi 800 metri al 4.7% che conducono alla Cima Sappada. La tappa si può considerare finita, anche se mancano ancora 6 Km e 200 metri al traguardo, tracciati in leggera discesa fino al cartello dei meno 2000 metri all’arrivo, quando la strada tornerà a salire fino allo striscione dell’ultimo chilometro, affrontando per ultimo un tratto che presenta una pendenza media del 5.4% e da un picco massimo del 10%. In precedenza ci sarà anche un insolito ma non atipico (ricordate la crono che aprì la scorsa edizione del Giro?) passaggio su una pista ciclabile, quella realizzata a pochi metri dal corso del Piave, che da queste parti – a pochi passi dalle sorgenti sul Monte Peralba – ha ancora l’aspetto di un torrente e non ancora i tratti del fiume che mormorò il 24 maggio del 1915. Ironia del destino sarà un 24 maggio anche il giorno di questa tappa. E se il Piave mormorerà anche stavolta e il nome di Sappada tornerà a risuonare sulle pagine delle cronache sportive? Con la speranza che stavolta il tradimento non sia opera dell’uomo.
POST SCRIPTUM
Vi abbiamo parlato della tappa del Giro del 1987 ma non abbiamo fatto alcun accenno al corridore che quel giorno tagliò per primo la linea d’arrivo. Era Johan van der Velde, corridore olandese che aveva già all’attivo tre successi al Tour de France e una alla Corsa Rosa dall’anno precedente, quando si era imposto sull’arrivo in salita di Pejo Terme. Le vicende di Roche e Visentini quel giorno fecero scivolare in secondo piano le sue gesta, ma ci pensò lui stesso a far tornare l’attenzione dei media sulla sua persona e ventiquattrore dopo andò a segno anche nel tappone dolomitico di Canazei, una dura frazione che aveva in programma salite del calibro dei mitici passi Gardena, Sella e Pordoi, ma soprattutto prevedeva nel finale la tremenda ascesa della Marmolada. Lui, però, non sarà ricordato né per le tre vittorie al Tour, né per quelle al Giro: per tutti lui sarà l’eroe del Gavia, che al Giro dell’anno successivo affrontò con una mise estiva sotto una pesante nevicata, rischiando il congelamento e il tempo massimo, terminando la tappa con 47 minuti di ritardo, ma riuscendo a conservare la maglia di leader della classifica a punti, che porterà fino al traguardo conclusivo di Vittorio Veneto.
Mauro Facoltosi

Il borgo di Sappada e l’altimetria della diciannovesima tappa (www.e-borghi.com)
I VALICHI DELLA TAPPA
Selletta di Mena (300 metri). È attraversata dalla Strada Statale 512 “del lago di Cavazzo” tra Somplago e Cavazzo Carnico. Mai affrontata come GPM, il Giro vi è transitato quattro volte e sempre in occasione di tappe di montagna. Il primo passaggio è avvenuto nel 2011 durante la tappa Spilimbergo – Grossglockner vinta dal colombiano José Rujano; nel 2013 vi è transitata la Cordenons – Altopiano del Montasio vinta da un altro colombiano, Rigoberto Urán; l’anno successivo vi si è passati durante la Maniago – Monte Zoncolan conquistata dall’australiano Michael Rogers mentre l’ultima volta correva l’anno 2018 e si viaggiava nuovamente verso lo Zoncolan (partendo quel giorno da San Vito al Tagliamento), dove s’impose il britannico Chris Froome.
Forcella Durone (1121 metri). È quello che viene tradizionalmente chiamato Passo Duron. La quota è differente rispetto a quella indicata sulle cartine del Giro (1076 metri), ma non si tratta di un errore. Il valico vero e proprio, infatti, non è direttamente toccato dalla Strada Provinciale 23 “della Val d’Incaroio” (tratto Paularo – Paluzza), dalla quale è raggiungibile deviando su di un sentiero sterrato per circa mezzo chilometro. La salita al Passo Duron è stata finora inserita due volte nel percorso del Giro e la prima fu conquistata dal francese Ludovic Turpin durante la tappa Mestre – Monte Zoncolan vinta dal varesino Ivan Basso. Il successivo passaggio è avvenuto nel 2018 durante la pocanzi citata tappa dello Zoncolan vinta da Froome, quando a scollinare in testa fu il romano Valerio Conti.
Forca di Liûs (1010 metri). Valico prativo attraversato dalla Strada Provinciale 24 “della Val Pontaiba” nel corso della discesa che dal Passo Duron conduce a Paluzza. Chiamata anche Forcella di Liûs, è quotata 1003 metri sulle cartine del Giro 2024.
Sella Valcalda (958 metri). Valico che separa il Monte Crostis dal gruppo del Monte Arvenis (del quale fa parte anche lo Zoncolan), è attraversato dalla Strada Regionale 465 “della Forcella Laverdet e di Valle San Canciano” tra le località di Cercivento e Comeglians. Finora è stata affrontata cinque volte come GPM e il primo passaggio avvenne proprio in occasione della storica tappa Lido di Jesolo – Sappada del 1987, quando questo valico fu tenuto a battesimo dal romagnolo Roberto Conti. Tre anni più tardi, nel Giro di Gianni Bugno (1990), la salita fu affrontata nel corso della tappa italo-austriaca Velden – Dobbiaco (vinta dal francese Eric Boyer) e vi svettò in testa nientemeno che il tre volte vincitore del Tour Greg Lemond. Terzo passaggio nel 2003, in occasione della San Donà di Piave – Monte Zoncolan, primo arrivo sul monte friulano: il GPM fu di Marzio Bruseghin poi la tappa andrà a Gilberto Simoni. La penultima scalata risale alla tappa dello Zoncolan del 2010 e pure questo valico finì del palmares di Ludovic Turpin mentre l’ultima volta, nel 2018, sempre in occasione di una frazione che terminava sulla temuta ascesa friulana, la Valcalda vide transitarvi in testa il romano Valerio Conti.
Valico di Cima Sappada (1276 metri). Erbosa sella spartiacque tra le valli del Piave e del torrente Degano, vi transita la Strada Regionale 355 “di Val Degano” che mette in comunicazione Forni Avoltri con Sappada. È quotato 1286 metri sull’atlante stradale del TCI è quotato, 1290 metri sulle cartine del Giro 2024. Il Giro l’ha affrontato due volte come GPM, la prima nel finale della storica tappa di Sappada del 1987 con passaggio in vetta dell’olandese Johan van der Velde – che poi vinse anche la frazione – la seconda nel 1990 nel corso della tappa Velden-Dobbiaco vinta dal francese Eric Boyer (primo a Cima Sappada il bresciano Bruno Leali). Non ci fu GPM, invece, nel 2007 e nel 2017, quando si salì dal più semplice versante occidentale e si preferì collocare nella sottostante Sappada un traguardo volante, rispettivamente vinto la prima volta dal toscano Paolo Bettini (tappa Lienz – Monte Zoncolan, primo al traguardo il trentino Gilberto Simoni) e il belga Dries Devenyns (tappa San Candido – Piancavallo, vinta dallo spagnolo Mikel Landa). A Sappada, sempre salendo da ovest, terminò anche una tappa nel 2018, conquistata da britannico Simon Yates.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).
CIAK SI GIRO
Non ci sono solo film culto nella storia del cinema italiano. Ci sono anche pellicole che potremmo definire di “nicchia”, che al botteghino non hanno raccolto un granché ma che meritano comunque la visione, almeno per le tematiche trattate. È il caso, per esempio, di “Riparo”, film drammatico del 2007 firmato dal regista Marco Simon Puccioni, opera nella quale si affrontano due temi scottanti e all’ordine del giorno, quelli dell’immigrazione e delle coppie di fatto. L’unione tra queste tematiche è presente fin dall’inizio della pellicola quando, da ritorno da una vacanza in Tunisia, una coppia di fidanzate, Anna e Mara, scopre che sul traghetto un ragazzo extracomunitario si era nascosto nella loro auto. La prima, desiderosa di diventare madre, decide di non denunciarlo e di farlo rimanere nella casa dove convive con la fidanzata, la quale vede il ragazzo come un “intruso” e la situazione si complica quando quest’ultimo scoprirà con disappunto della relazione esistente tra le due donne. Per quanto riguarda le riprese, tolte un paio di scene in Lazio (al porto di Civitavecchia e nella villetta delle due donne, che si trova alle porte di Roma), il film fu prevalentemente girato in Friuli e in particolare una delle principali scene, quella nella quale Anis – così si chiama il ragazzo – scopre che le due donne non hanno gusti sessuali “tradizionali” e particolarmente scabrosi agli occhi di una persona di cultura islamica, fu girata sulle sponde del Lago di Cavazzo, sfiorato dal percorso di gara durante il viaggio verso la Carnia. Segnaliamo, infine, una curiosità: probabilmente per dare una particolare impronta al film il regista decise – nonostante le due donne siano di nazionalità italiana – di non doppiare le due attrici che le interpretarono e di farle parlare nella nostra lingua ma con il loro accento: a rivestire il ruolo di Mara è la slovacca Antonia Liskova mentre Anna è Maria de Medeiros, l’attrice portoghese principalmente nota per aver impersonato la fidanzata di John Travolta nel film “Pulp Fiction”.
In collaborazione con www.davinotti.com

Scena di “Riparo” girata sul Lago di Cavazzo (www.davinotti.com)
Le altre location del film citato
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/riparo/50013839
FOTOGALLERY
Mortegliano, campanile del Duomo
San Daniele del Friuli, Chiesa di Sant’Antonio Abate
Ragogna, castello di San Pietro
Ponte di Pinzano sul Tagliamento
Forgaria nel Friuli, Lago di Cornino
Peonis, il monumento a Ottavio Bottecchia
Lago di Cavazzo
Tolmezzo, Duomo di San Martino
Zuglio, l’area archeologica di Iulium Carnicum
Paularo vista dai primi tornanti del Passo Duron
Paluzza, il sacrario militare di Timau
Ravascletto, la stazione di partenza della funivia per lo Zoncolan
Forni Avoltri, Carnia Arena
La pista ciclabile di Sappada
23-05-2024
maggio 23, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il belga Tim Merlier (Soudal Quick-Step) si è imposto nella diciottesima tappa, Fiera di Primiero – Padova, percorrendo 178 Km in 3h45′44″, alla media di 47.312 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Jonathan Milan
(Lidl – Trek) e l’australiano Kaden Groves (Alpecin – Deceuninck). Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) è ancora in maglia rosa con 7′42″ sul colombiano Daniel Felipe Martínez (Bora-Hansgrohe) e 8′04″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 5° a 10′29″.
TOUR OF NORWAY
Il belga Thibau Nys (Lidl – Trek) si è imposto nella prima tappa, Voss – Voss Resort, percorrendo 142 Km in 3h21′34″, alla media di 42.269 Km/h. Ha preceduto di 4″ il norvegese Ådne Holter (Uno-X Mobility) e il francese Axel Laurance (Alpecin – Deceuninck). Miglior italiano Luca Vergallito (Alpecin – Deceuninck), 13° a 28″. Nys è il primo leader della classifica con 8″ su Holter e 10″ su Laurance. Miglior italiano Vergallito, 13° a 38″.
BOUCLES DE LA MAYENNE
Il francese Benoît Cosnefroy (Decathlon AG2R La Mondiale Team) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Laval, percorrendo 5.4 Km in 6′49″, alla media di 47.531 Km/h. Ha preceduto di 1″ il portoghese Ivo Oliveira (UAE Team Emirates) e di 3″ il britannico Samuel Watson (Groupama – FDJ). Miglior italiano Alberto Bettiol (EF Education – EasyPost), 4° a 5″. Cosnefroy è il primo leader della classifica con 1″ su Oliveira e 3″ su Watson. Miglior italiano Bettiol, 4° a 5″.
ALPES ISÈRE TOUR
Il francese Killian Verschuren (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team) si è imposto nella seconda tappa, Val-de-Virieu – Saint-Savin, percorrendo 142.9 Km in 3h21′25″, alla media di 42.568 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Victor Guernalec (Bourg-en-Bresse Ain Cyclisme) e il belga Jarno Widar (Lotto Dstny Development Team). Miglior italiano Lorenzo Conforti (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 19° a 54″. Verschuren è il nuovo leader della classifica con 2″ su Widar e 4″ su Guernalec. Miglior italiano Conforti, 20° a 1′04″
TOUR DE LA MIRABELLE
L’olandese Pim Ronhaar (Baloise – Trek Lions) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Verdun, percorrendo 5.8 Km in 6′20″, alla media di 50.211 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’elvetico Noah Bögli (Elite Fondations Cycling Team) e l’italiano Davide Donati (Biesse – Carrera). Ronhaar è il primo leader della classifica con 3″ su Bögli e Donati
TOUR OF ALBANIA
Il serbo Veljko Stojnić (nazionale serba) si è imposto nella quarta tappa, Valona – Monte Çika, percorrendo 121.3 Km in 3h27′50″, alla media di 35.03 Km/h. Ha preceduto di 1′49″ il macedone Dimitar Jovanoski (nazionale macedone) e il bosniaco Vedad Karić (Kamen Pazin). Nessun italiano in gara. Stojnić è il nuovo leader della classifica con 1′55″ su Karić e di 4′56″ l’olandese Koos Jeroen Kers (Wielerploeg Groot Amsterdam)
TOUR DU MALI
Il marocchino Zouhair Rahil (nazionale marocchina) si è imposto nella terza tappa, circuito di Sikasso, percorrendo 104 Km in 2h29′13″, alla media di 41.818 Km/h. Ha preceduto allo sprint il maliano Tiémoko Diallo (nazionale maliana) e l’ivoriano Isiaka Cissé (nazionale ivoriana). Nessun italiano in gara. Il burkinabè Mohamadi Ilboudo (nazionale burkinabè) è ancora leader della classifica con 1′00″ sul maliano Yaya Diallo (nazionale maliana) e 1′01″ su Tiémoko Diallo
TOUR OF JAPAN
Il kazako Nicolas Vinokurov (Astana Qazaqstan Team) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Shinshu Iida, percorrendo 120.9 Km in 3h02′43″, alla media di 39.701 Km/h. Ha preceduto di 3″ litaliano Davide Toneatti (Astana Qazaqstan Team) e l’australiano Benjamin Dyball (Victoire Hiroshima). L’italiano Giovanni Carboni (JCL Team UKYO) è ancora leader della classifica con 15″ sull’ucraino Anatoliy Budyak (Terengganu Cycling Team) e 18″ sull’australiano Carter Bettles (Roojai Insurance)
BRETAGNE LADIES TOUR
L’australiana Sarah Roy (Cofidis Women Team) si è imposta nella seconda tappa, Plouigneau – Morlaix, percorrendo 138.2 Km in 3h37′03″, alla media di 38.203 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Alessia Vigilia (FDJ – SUEZ) e la belga Sanne Cant (Fenix-Deceuninck). L’australiana Grace Brown (FDJ – SUEZ) è ancora leader della classifica con 49″ sulla Vigilia e 50″ sull’olandese Amber Kraak (FDJ – SUEZ)
TOUR DE FEMININ (Repubblica Ceca)
La ceca Julia Kopecký (AG Insurance – Soudal NXTG) si è imposta nella prima tappa, circuito a cronometro di Krásná Lípa, percorrendo 12.6 Km in 18′23″, alla media di 41.121 Km/h. Ha preceduto di 7″ l’olandese Maud Rijnbeek (AG Insurance – Soudal Team) e di 16″ la belga Lore De Schepper (AG Insurance – Soudal NXTG). Nessuna italiana in gara. Kopecký è la prima leader della classifica con 7″ sulla Rijnbeek e 16″ sulla De Schepper.
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI PADOVA
maggio 23, 2024 by Redazione
Filed under 23 MAGGIO 2024 - 18a tappa: FIERA DI PRIMIERO - PADOVA, Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)
SALA STAMPA
Italia
A Padova finisce al fotofinish: Merlier fa il bis, beffato Milan. Pogacar sempre rosa
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Merlier za las preprečil četrto Milanovo zmago (Merlier ha sfiorato la quarta vittoria di Milan)
Delo
Regno Unito
Merlier trumps rivals in chaotic sprint to grab stage on line (Merlier trionfa sui rivali in uno sprint caotico per conquistare la tappa in linea)
The Guardian
Francia
Merlier, le doublé d’un boyau (Merlier, la doppietta per un tubolare)
L’Équipe
Spagna
Mago Merlier
AS
Belgio
Tim Merlier vindt zijn snelle benen terug en pakt tweede ritzege van deze Giro na prestigieus sprintduel tegen Jonathan Milan (Tim Merlier ritrova le gambe veloci e conquista la seconda vittoria di tappa di questo Giro dopo un prestigioso duello allo sprint contro Jonathan Milan)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Merlier beëindigt sprinthegemonie Milan in Giro: ’Mijn haters zullen ontgoocheld zijn’ (Merlier mette fine all’egemonia allo sprint di Milan al Giro: “I miei odiatori rimarranno delusi”)
De Telegraaf
Germania
Merlier rettet sich in chaotischem Sprint vor Milan ins Ziel (Merlier si salva fino al traguardo davanti a Milan in uno sprint caotico)
Kicker
Colombia
Daniel Martínez y Fernando Gaviria brillan en una etapa 18 con final explosivo: Merlier ganó por milímetros – Daniel Martínez reveló su ingenioso plan en el Giro de Italia y le agradeció a Nairo por rescatarlo en la montaña (Daniel Martínez e Fernando Gaviria brillano in una 18a tappa con un finale esplosivo: Merlier vince per millimetri – Daniel Martínez ha svelato il suo piano ingegnoso al Giro d’Italia e ha ringraziato Nairo per averlo salvato in montagna
El Tiempo
Australia
More Groves frustration in Aussies’ Giro near-miss (Ancora la frustrazione di Groves nel Giro sfiorato dagli australiani)
The West Australian
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Fermo immagine (Chiara Galiazzo)
METEOGIRO
Mortegliano: pioggia debole (0.2 mm), 21°C, vento moderato da S (9-23 Km/h), umidità al 65%
Peonis (traguardo volante Sprint – Km 56.1): pioggia debole (0.4 mm), 20°C, vento moderato da SO (10-33 Km/h), umidità al 66%
Paularo (traguardo volante Intergiro – Km 100.4): pioggia debole (0.4 mm), 14°C, vento moderato da S (9-35 Km/h), umidità al 71%
Sella Valcalda (GPM – Km 121.7): pioggia debole (0.5 mm), 15°C, vento moderato da S (10-37 Km/h), umidità al 72%
Sappada: pioggia debole (0.3 mm), 12°C, vento moderato da S (7-31 Km/h), umidità al 75%
GLI ORARI DEL GIRO
12.45: inizio diretta su Eurosport
13.10: inizio diretta su RaiSport
13.10: partenza da Mortegliano
14.00: inizio diretta su Rai2
14.25-14.35: traguardo volante Sprint di Peonis
15.25-15.45: traguardo volante Intergiro di Paularo
15.40-16.00: GPM di Passo Duron
15.50-16.15: traguardo volante Sprint di Cercivento(con abbuoni)
16.05-16.30: GPM di Sella Valcalda
16.50-17.20: GPM di Cima Sappada
17.00-17.30: arrivo a Sappada
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario
De Luca: “Goccie di pioggia che rendono insidiose la prima parte”
Sovraimpressione RAI: “Una piccola porzione più a vallesi trova in territorio trentino”
De Luca: “C’è stata questa scelda”
Pancani: “Attraverso le meravigliose vigneti”
Genovesi: “Veivolo” (velivolo)
Genovesi: “Nel 2222 si fonda l’Università di Padova”
Cassani: “L’impressione è che si siano calvati”
Pancani: “Centrare la poker”
Petacchi: “Milan ha dovuto scattare Hofstetter”
Garzelli: “Sella Valcada” (Valcalda)
Televideo RAI: “Primeiro” (Fiera di Primiero)
Televideo RAI: “Un quintetto prova a scappare ma l’idea dura poco” (alla faccia del durato poco, la fuga è partita quando all’arrivo mancavano quasi 170 Km all’arrivo e sono stati ripresi a 10 Km dal traguardo)
Televideo RAI: “I cinque vengono neutralizzati ai -10 Km dal gruppo”
Televideo RAI: “Ewans” (Ewan)
Teletext TV Svizzera: “L’inizio è stato caratterizzato da una pioggia intensa dalla quale sono usciti quattro fuggitivi”
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della diciottesima tappa, Fiera di Primiero – Padova
1° Amanuel Ghebreigzabhier
2° Alexander Kamp s.t.
3° Mikkel Bjerg s.t.
4° Alessandro De Marchi a 2′03″
5° Florian Stork a 2′11″
Classifica generale
1° Alan Riou
2° Josef Cerný a 10′05″
3° Tobias Lund Andresen a 13′03″
4° Fabian Lienhard a 15′20″
5° Tim Merlier a 16′14″
Miglior italiano Davide Cimolai, 8° a 21′39″
IL GIRO DI 70 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici
10 GIUGNO 1954 – 19a TAPPA: GRADO – SAN MARTINO DI CASTROZZA (247 Km)
ATTESE DA VENTI GIORNI, ECCO LE DOLOMITI ULTIMA SPERANZA DI RISCOSSA PER COPPI – FAUSTO GIUDICA TROPPO GRAVE IL SUO DISTACCO DA CLERICI
La Tappa odierna valicherà quattro Colli: Rolle, Pordoi (m. 2239), Campolongo e Gardena, con arrivo a Bolzano dopo 152 km. di percorso – Nella corsa di ieri ha vinto l’olandese Watfmans, fuggito con Volpi – Unica variante nella classifica: Defilippis ha soffiato il 5° posto a Magni – “Mi regolerò secondo le mie condizioni e le vicende della corsa”

Il Prato della Valle a Padova illuminato di rosa (mattinopadova.gelocal.it)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
8a tappa: Spoleto – Prati di Tivo
9a tappa: Avezzano – Napoli
10a tappa: Pompei – Cusano Mutri (Bocca della Selva)
11a tappa: Foiano di Val Fortore – Francavilla al Mare
12a tappa: Martinsicuro – Fano
13a tappa: Riccione – Cento
14a tappa: Castiglione delle Stiviere – Desenzano del Garda (cronometro individuale)
15a tappa: Manerba del Garda – Livigno (Mottolino)
16a tappa: Livigno – Santa Cristina Valgardena (Monte Pana)
17a tappa: Selva di Val Gardena – Passo Brocon
MERLIER VINCE A PADOVA. BATTUTI MILAN E GROVES
maggio 23, 2024 by Redazione
Filed under 23 MAGGIO 2024 - 18a tappa: FIERA DI PRIMIERO - PADOVA, News
Tim Merlier (Team Soudal Quick Step) vince in volata a Padova nella penultima tappa del Giro 2024 favorevole ai velocisti. Battuti Jonathan Milan (Team Lidl Trek) e Kaden Groves (Team Alpecin Deceunnck).
Al Giro tornano di scena i velocisti con la diciottesima tappa da Fiera di Primiero a Padova di 178 km. L’unica asperità altimetrica di Lamon, dopo una ventina di km, potrebbe favorire la fuga di giornata dopodichè la strada quasi completamente pianeggiante, se si eccettua un paio di zampellotti nei dintorni del primo traguardo volante di Valdobbiadene, consentirà al gruppo e principalmente alle squadre dei velocisti di preparare il terreno ai capitani designati. Alla partenza da Fiera di Primiero non si presentava Christian Scaroni (Team Astana). Dopo una decina di km partiva la fuga di giornata caratterizzata dall’azione di quattro ciclisti: Mikkel Honorè (Team EF Education EasyPost), Filippo Fiorelli (Team VF Group Bardiani CSF Faizanè), Mirco Maestri e Andrea Pietrobon (Team Polti Kometa). Maestri scollinava per primo sull’unico gpm di Lamon posto al km 17.6. Gli uomini del Team Lidl Trek e del Team Soudal Quick Step controllavano la situazione e il vantaggio massimo della fuga arrivava a circa 2 minuti e mezzo sul gruppo maglia rosa. Pietrobon vinceva il primo traguardo volante di Valdobbiadene posto al km 67.9; era invece Fiorelli ad aggiudicarsi il traguardo Intergiro di Villorba posto al km 108.9. Infine il secondo traguardo volante di Martellago posto al km 131.5 se lo aggiudicava Fiorelli. Ad una trentina di km dalla conclusione Edoardo Affini (Team Visma Lease a Bike) evadeva dal gruppo maglia gialla e riusciva a raggiungere i quattro battistrada. Nonostante l’apporto dell’ottimo passista della Visma, le squadre dei velocisti aumentavano l’andatura fino a riprendere la fuga quando mancavano 10 km alla conclusione. Nella volata Tim Merlier (Team Soudal Quick Step) batteva Jonathan Milan (Team Lidl Trek) e Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) mentre la top five era chiusa da Alberto Dainese (Team Tudor Pro Cycling) al quarto posto e da Stanislaw Aniolkowski (Team Cofidis) al quinto posto. Per Merlier è la seconda vittoria al Giro 2024 mentre la classifica generale resta invariata con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) in maglia rosa davanti a Daniel Martinez (Team BORA Hansgrohe) e Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers). Domani si ritorna a salire con la diciannovesima tappa da Mortegliano a Sappada di 157 km e tre gpm piuttosto duri tutti concentrati nei 60 km conclusivi. La fuga potrebbe avere chance di successo con i big che si controlleranno e si daranno battaglia nel finale.
Antonio Scarfone

Merlier batte Milan a Padova (Getty Images)
DI VOLATA SUL MITICO PRATO
maggio 23, 2024 by Redazione
Filed under 23 MAGGIO 2024 - 18a tappa: FIERA DI PRIMIERO - PADOVA, News
Dopo tre difficili tappe d’alta montagna il Giro propone una momentanea tregua con la penultima delle sette frazioni riservate ai velocisti. L’arrivo è previsto su un traguardo storico del ciclismo italiano, il rettilineo del Prato della Valle a Padova.
Se un giorno un volenteroso appassionato dovesse dare alle stampe un atlante dei luoghi del ciclismo un piccolo spazio se lo meriterebbe anche lui, almeno un paio di righe. Accanto a posti mitici come il Passo dello Stelvio e la Madonna del Ghisallo, il Galibier e il Tourmalet, la Foresta dell’Arenberg e il muro di Grammont, non dovrà mancare anche il Prato della Valle. Universalmente nota come una delle piazze più celebri d’Italia, per l’appassionato di ciclismo questo è lo storico punto d’approdo del Giro del Veneto, corsa “coscritta” del Giro d’Italia (entrambe si disputano dal 1909) che è tornata in calendario nel 2021 dopo sette anni d’assenza, anche se il nuovo organizzatore della corsa – l’ex professionista Filippo Pozzato – ha scelto una diversa sede d’arrivo. Anche per la Corsa Rosa questa è una meta prediletta: qui si arrivò, infatti, il 23 maggio del 2000, quando il cremasco Ivan Quaranta s’impose allo sprint al termine della San Marcello Pistoiese – Padova, e sempre qui sarà steso lo striscione del traguardo quest’anno quando, 24 anni esatti dopo l’ultima volta, la città veneta tornerà ad ospitare il Giro d’Italia. E come nell’ultimo precedente si tratterà di una tappa destinata ai velocisti, una delle più semplici di questa edizione e la penultima tra quelle pensate per i velocisti prima della passerella conclusiva di Roma. I chilometri da percorrere saranno 171 Km, con una prima parte in lenta discesa e, dopo l’intrusione di alcune semplici difficoltà altimetriche, un assoluto predominio della pianura negli ultimi cento chilometri. Si partirà oggi da Fiera di Primiero, il principale centro dell’omonima valle trentina già attraversato dal gruppo il giorno precedente. E, infatti, nei primi 2 Km si ripercorrerà un tratto del tappone dolomitico poi, arrivati a Imer, si continuerà sulla strada di fondovalle per infilarsi nella Gola dello Schenèr, dove si andrà a costeggiare l’omonimo lago, realizzato tra gli anni ’50 e ’60 per la produzione di energia elettrica e progettato dall’ingegnere milanese Carlo Semenza, principalmente conosciuto per aver “disegnato” la famigerata diga del Vajont. Attraversando la gola si lascerà il Trentino per il Veneto, entrato nel quale si andrà ad affrontare la più rilevante difficoltà di giornata, la salita di 3.5 Km al 5.6% che conduce a Lamon, centro noto per la coltivazione di una varietà di fagiolo, qui introdotta nel 1500 dall’abate bellunese Pierio Valeriano e fregiata del marchio di qualità IGP (Indicazione geografica protetta). Tornati a percorrere le strade di fondovalle i “girini” andranno quindi a infilarsi nel corridoio naturale che separa le Vette Feltrine, il più meridionale tra i gruppi montuosi delle Dolomiti, e il massiccio del Monte Grappa, sul quale si salirà tra due giorni – e in due riprese – in occasione dell’ultima tappa di montagna. Oggi le grandi cime faranno da quinta al percorso, che ora volgerà in direzione di Feltre, piccola città d’arte il cui cuore è rappresentato da Piazza Maggiore, alla quale si sale attraverso la suggestiva Via Mezzaterra. Transitati ai piedi della collina sulla quale sorge la romanica basilica intitolata ai Santi Vittore e Corona – eretta tra il 1096 al 1101 per dare degna collocazione ai resti dei due santi, martirizzati in Siria e portati in Italia dai crociati – si cambierà scenario inoltrandosi nella Stretta di Quero, un altro “corridoio” disegnato dalla natura e percorso dal tratto del Piave che precede l’ingresso nella pianura veneta del fiume sacro alla patria, caratterizzata dalla presenza del complesso fortificato del Castello di Quero, un tempo sede di dogana e successivamente passato in gestione ai religiosi dell’ordine dei Padri Somaschi, che tuttora lo abitano. La prossima meta del gruppo sarà proprio il centro di Quero, comune autonomo fino allo scorso 22 gennaio, data dalla quale è andato a costituire con la vicina Alano di Piave il nuovo municipio di Setteville: per arrivarvi si dovrà affrontare la seconda delle tre semplici salite inserite nel percorso di gara, un dentino di 1700 metri al 4.8% “levatosi” il quale si scenderà a varcare il corso del Piave prima di prendere la strada per Valdobbiadene. La patria del Prosecco sarà attraversata dopo aver superato una piccola “scaglia” di 700 metri al 7.2%, aperitivo alla salita di quasi 2 Km al 5.5% che conduce a San Pietro di Barbozza. Prima del ritorno definitivo in pianura bisognerà mettersi alle spalle la discesa dal borgo di Guia, 1400 metri al 6.3% che – percorsi al contrario – per decenni hanno costituito una delle principali ascese del Trofeo Piva, importante gara del calendario Under23, nel cui albo d’oro nel 2021 ha iscritto il suo nome uno dei corridori più promettenti per il futuro, lo spagnolo Juan Ayuso, che lo stesso anno si è fatto notare conquistando il Giro d’Italia di categoria e la medaglia di bronzo ai campionati europei di Trento e che, passato professionista dalla medesima stagione, si è fatto notare anche nella massima categoria e in particolare nel primo scorcio del 2024 ha già messo a segno la vittoria nella cronometro d’apertura della Tirreno-Adriatico e, soprattutto, il successo finale al Giro dei Paesi Baschi.
Il definitivo “aggancio” con la pianura avverrà all’altezza di Col San Martino, il piccolo borgo che ospita l’arrivo della succitata gara e presso il quale, in suggestiva posizione isolata tra i vigneti del Prosecco, si può ammirare la novecentesca chiesa ottagonale dedicata al santo patrono.
Poco più avanti il passaggio da Sernaglia della Battaglia ci ricorderà fin dal nome che in queste terre si svolsero cruenti scontri durante la Prima Guerra Mondiale e a farne le spese qui fu la locale chiesa parrocchiale, che fu rasa al suolo e successivamente ricostruita nel 1922. Non molto distante, di là del corso del Piave, si trova il Montello, il basso rilievo montuoso che geologicamente non si può considerare né collina, né montagna e che all’appassionato di ciclismo richiama gli echi di un’altra battaglia, quella che il primo settembre del 1985 decise le sorti del campionato del mondo di ciclismo, conquistato con uno scatto a 2 Km dall’arrivo dall’olandese Joop Zoetemelk: la sua sarà la vittoria più “anziana” al mondiale, conseguita all’età di 38 anni e nove mesi, un primato tuttora imbattuto che nel 2018 sarà insidiato da Alejandro Valverde, vincitore a Innsbruck a 38 anni e cinque mesi. Una decina di chilometri più avanti ci sarà il secondo e ultimo passaggio sul Piave, che il gruppo supererà sul Ponte della Priula, situato a breve distanza dal tempio votivo inaugurato nel 1983 in memoria dei caduti di tutte le guerre.
Seguirà uno dei tratti più snelli di questa tappa perché, pur non mancando curve e cambiamenti di direzione, i successivi 20 Km saranno caratterizzati da una serie di lunghi rettifili che il gruppo percorrerà in direzione di Treviso, toccando all’inizio di questa fase il centro di Spresiano, dove recentemente sono ripresi dopo un lungo stop i lavori di costruzione del velodromo fortemente voluto dall’imprenditore trevigiano Remo Mosole e che la Federazione Ciclista Italiana punta a farne una vera e propria “casa” per gli azzurri della pista. Treviso – la città ciclisticamente conosciuta per la Pinarello, l’azienda produttrice di telai per bici da corsa fondata nel 1952 da Giovanni Pinarello, il mitico “Nane” che fu maglia nera al Giro del 1951 – sarà solamente lambita dal percorso, con i “girini” che tireranno dritto attraverso le campagne della Marca per puntare su Quinto di Treviso, dove ci sarà un deciso cambio di rotta. Terminato il lungo traversone diagonale iniziato sul Ponte della Priula si effettuerà una netta svolta verso sud puntando su Zero Branco, per poi entrare nel territorio dell’ex provincia di Venezia e giungere a Martellago, della quale si attraverseranno prima il centro e poi la vicina frazione di Maerne, dominata dal monumentale campanile della neogotica chiesa della Cattedra di San Pietro.
A questo punto irromperà nel tracciato di gara la bellezza delle ville venete realizzate tra la fine del XV secolo e il XIX secolo nei cosiddetti “Domini di Terraferma”, nome con il quale venivano identificati i territori dell’entroterra assoggettati alla Serenissima Repubblica di Venezia, luoghi dove le principali famigli nobili della città lagunare fecero realizzare le loro “seconde case”. Tra le prime a essere lambite dal percorso di gara spicca Villa Belvedere di Mirano, una delle più emblematiche anche se non certo tra le più celebri, il cui parco è oggi un giardino pubblico caratterizzato da una collina artificiale sulla quale furono erette una torretta neogotica e finte rovine antiche. Ancor più famose e spettacolari sono quelle che si “specchiano” sulla Riviera del Brenta, sulle cui sponde il gruppo giungerà all’altezza di Dolo, il centro principale di questo spicchio del Veneto, nel cui territorio comunale se ne contano oltre trenta, spesso costruite a diretto contatto con il naviglio: è il caso, per esempio di Villa Ferretti Angeli, che fu progettata da Vincenzo Scamozzi, l’architetto vicentino che concepì lo spettacolare Teatro Olimpico di Vicenza e che fu definito il “padre intellettuale del neoclassicismo”. Per poco più di 6 Km i corridori “navigheranno” in vista del naviglio – detto anche Brenta Vecchia perché si tratta del vecchio alveo del fiume, dirottato in altra direzione all’epoca della Serenissima coinvolgendo nel progetto anche Leonardo Da Vinci – discostandosene solo dopo aver sfiorato una delle più visitate ville della zona, quella costruita alle porte di Stra dalla famiglia Pisani, la quale nel 1807 la venderà a Napoleone Bonaparte, che poi la cederà al cognato Eugène de Beauharnais, fratello della prima moglie dell’imperatore francese, Giuseppina.
Lasciata la Riviera del Brenta si seguirà ancora per un tratto il corso del fiume in direzione di Vigonovo, per poi portarsi a Saonara, dove con speciali visite guidate è possibile ammirare il giardino romantico di Villa Cittadella Vigodarzere Valmarana, dove si trova il complesso della grotta e della cappella dei Templari, un tempo luogo d’adunanze di membri della massoneria.
Siamo oramai agli “sgoccioli” di questa frazione che all’altezza di Legnaro – vi hanno sedi i Laboratori nazionali di Legnaro, uno dei quattro centri di ricerca dell’Istituto nazionale di fisica nucleare – si esibirà nell’ultimo cambio di direzione di giornata. A questo punto, infatti, terminerà la costante discesa che avevo caratterizzato la planimetria sin dall’avvio e il percorso tornerà leggermente a puntare verso nord negli ultimi 10 Km, caratterizzati da un crescendo delle velocità, per andare a recuperare gli ultimi “residuati” della fuga di giornata e cominciare a predisporre le grandi manovre in vista di uno sprint particolarmente ambito. Non sarà paragonabile agli Champs-Elysées, ma un successo sul prestigioso traguardo del Prato della Valle fa sempre gonfiare il petto…
Mauro Facoltosi

Il Prato della Valle a Padova e l’altimetria della diciottesima tappa (www.ilfattoquotidiano.it)
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella di Lamon (594 metri). Quotata 608 metri sulle cartine del Giro d’Italia, coincide con l’omonimo centro. Nel 2019 la salita a questo borgo è stata inserita nel finale della tappa Treviso – San Martino di Castrozza, terminata con il successo del colombiano Esteban Chaves, mentre a transitare per primo sotto lo striscione del GPM di Lamon è stato il vicentino Manuele Boaro.
Sella di Arten (319 metri).Si trova nei pressi dell’omonima località, frazione del comune di Fonzaso.
Sella di Santa Lucia (319 metri). Attraversata dalla Strada Statale 50 “del Grappa e del Passo Rolle” tra Feltre e Arten, coincide con il bivio per Caupo e per il versante settentrionale del Monte Grappa.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).
CIAK SI GIRO
Parliamo ancora del Prato della Valle, un luogo che ha affascinato anche la “settima arte”. Il sito www.davinotti.com, che da diversi anni sta mappando i luoghi del cinema italiano, finora ha censito sei film girati nella piazza padovana, il primo dei quali è Lettere di una novizia, pellicola del 1960 firmata dal regista Alberto Lattuada e tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore vicentino Guido Piovene, dato alle stampe una ventina d’anni prima. Il film è incentrato sulle vicende della novizia del titolo, costretta a prendere i voti dalla madre anche se innamorata di Giuliano, l’uomo che ha instaurato una relazione proprio con la genitrice: una delle scene che vede protagonisti i due, interpretati dagli attori francesi Pascale Petit e Jean-Paul Belmondo, è girata proprio nel “Prato”, dove Giuliano offrirà un cono gelato a Margherita – questo il nome della novizia – dolce che lei getterà via in un momento di rabbia. Quattro anni più tardi ritroveremo in questo luogo un altro divo straniero, il britannico Dirk Bogarde, che calcherà il palcoscenico del Prato della Valle in una scena del film “Troppo caldo per giugno”, dove reciterà accanto a Sylva Koscina, l’attrice jugoslava che deve l’inizio della sua carriera proprio al Giro d’Italia. A spalancarle le porte del cinema fu Eduardo De Filippo che il 26 maggio del 1954, quando era ancora era una studentessa di fisica e non aveva velleità di sfondare nel mondo dello spettacolo, la notò mentre consegnava al belga Rik Van Steenbergen i fiori destinati al vincitore della tappa di Napoli della Corsa Rosa.
In collaborazione con www.davinotti.com

Pascale Petit e Jean-Paul Belmondo in una scena di “Lettere di una novizia” girata in Prato della Valle (www.davinotti.com)

Dirk Bogarde seduto ad uno dei tavolini di un bar affacciato sul Prato della Valle nel film “Troppo caldo per giugno”: sullo sfondo si notano le cupole della celebre basilica di Basilica di sant'Antonio di Padova (www.davinotti.com)
Le altre location del film citati
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/lettere-di-una-novizia/50028412
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/troppo-caldo-per-giugno/50027670
FOTOGALLERY
Lago dello Schenèr
Feltre, Piazza Maggiore
Feltre, Santuario dei Santi Vittore e Corona
Castello di Quero
Valdobbiadene, Piazza Marconi
Col San Martino, i vigneti del Prosecco e la chiesetta di San Martino
Sernaglia della Battaglia, chiesa di Santa Maria Assunta
La collina del Montello
Ponte della Priula, tempio votivo
Spresiano, il luogo dove sorgerà il velodromo
Treviso, Piazza dei Signori
Maerne di Martellago, Chiesa della Cattedra di San Pietro
Mirano, Parco di Villa Belvedere
Dolo, Villa Ferretti Angeli vista dal Naviglio del Brenta
Stra, Villa Pisani
Saonara, l’ingresso a Villa Cittadella Vigodarzere Valmarana
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DEL PASSO BROCON
maggio 22, 2024 by Redazione
Filed under 22 MAGGIO 2024 - 17a tappa: SELVA DI VAL GARDENA - PASSO DEL BROCON, Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)
SALA STAMPA
Italia
Steinhauser fuga vincente, Pogacar passeggia ed è 2°. Tiberi guadagna 44” su O’Connor
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Mladi Steinhauser ni mogel verjeti, koga je premagal (Il giovane Steinhauser non riusciva a credere a chi aveva sconfitto)
Delo
Regno Unito
Pogacar pulls further clear but day belongs to Steinhauser (Pogacar si allontana ulteriormente ma la giornata appartiene a Steinhauser)
The Guardian
Francia
Steinhauser récompensé, Pogacar grappille encore (Steinhauser premiato, Pogacar scrocca ancora)
L’Équipe
Spagna
Steinhauser, el sobrino de Ullrich, brilla en el Giro (Steinhauser, nipote di Ullrich, brilla al Giro)
AS
Belgio
Tadej Pogacar pakt nog wat meer voorsprong in de Giro: bergrit wordt saaie bedoening, jonge Duitser boekt eerste profzege (Tadej Pogacar prende ancora più vantaggio al Giro: la tappa di montagna diventa noiosa, il giovane tedesco ottiene la prima vittoria da professionista)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Steinhauser (22) boekt indrukwekkende zege in loodzware Giro-rit (Steinhauser (22 anni) registra una vittoria impressionante in una tappa difficile del Giro)
De Telegraaf
Germania
Nach langer Solofahrt: Steinhauser stoppt Pogacars Serie und gewinnt Bergankunft (Dopo una lunga cavalcata in solitaria: Steinhauser interrompe la serie di Pogacar e vince l’arrivo in montagna)
Kicker
USA
Steinhauser soloes to first pro win in Stage 17, Pogacar extends Giro lead to nearly eight minutes (Steinhauser vince in solitaria per la prima volta da professionista nella tappa 17, Pogacar estende il vantaggio del Giro a quasi otto minuti)
The Washington Post
Colombia
Daniel Martínez y Einer Rubio resisten en la montaña: mostraron valentía y animaron la etapa 17 del Giro de Italia (Daniel Martínez ed Einer Rubio resistono in montagna: hanno mostrato coraggio e hanno animato la tappa 17 del Giro d’Italia)
El Tiempo
Australia
Broken on Brocon: Ben O’Connor Giro podium hopes crack (Rotto su Brocon: le speranze del podio del Giro di Ben O’Connor si spezzano)
The West Australian
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Le Dolomiti (Coro Alpino Trentino di Gardolo)
METEOGIRO
Fiera di Primiero : pioggia debole (0.7 mm), 16°C, vento moderato da S (6-24 Km/h), umidità al 76%
Feltre (Km 37.5): pioggia debole (0.4 mm), 18°C, vento moderato da E (4-23 Km/h), umidità al 73%
Valdobbiadene (traguardo volante Sprint – Km 67.9): pioggia debole (0.1 mm), 19°C, vento debole da S (3-15 Km/h), umidità al 68%
Martellago (traguardo volante Sprint – Km 131.5): nubi sparse, 21°C, vento moderato da S (8-20 Km/h), umidità al 70%
Padova : temporale (2.7 mm), 18°C, vento moderato da SO (14-35 Km/h), umidità al 82%
GLI ORARI DEL GIRO
12.45: inizio diretta su Eurosport
13.10: partenza da Fiera di Primiero
13.20: inizio diretta su RaiSport
13.35-13.40: GPM di Lamon
14.00: inizio diretta su Rai2
14.40-14.55: traguardo volante Sprint di Valdobbiadene
15.30-15.55: traguardo volante Intergiro di Villorba
16.00-16.20: traguardo volante Sprint di Martellago (con abbuoni)
17.00-17.25: arrivo a Padova
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario
De Luca: “Bjerg ha la maglia rosa” (a noi risulta che sia un certo Pogacar)
De Luca: “Le strade che lui ha pedalato da ragazzino”
De Luca: “Si allarga la telecamera”
Pancani: “Val Gardeno”
Cassani: “Hanno dato carta bianchia”
Pancani: “La partenza di Passo Rolle era stata a Predazzo”
Genovesi: “All’epoca le Dolomiti non lo conosceva quasi nessuno”
Cassani: “Uno dei corridori che è impossibile sbagliare”
Fabretti: “La premiazione della Cima Coppi”
Fabretti: “Ieri abbiamo colpevolezza lasciato a piedi”
Scritta luminosa sul palco del Processo alla Tappa: “Passo del Broccon”
Televideo RAI: “Fiera di Primerio” (Primiero)
Televideo RAI: “George Steinhauser” (Georg)
Televideo RAI: “Valdena” (Val Gardena)
Televideo RAI: “Condizione climatiche ancora una vlata proibitive”
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della diciassettesima tappa, Selva di Val Gardena – Passo Brocon
1° Mikkel Bjerg
2° Olivier Le Gac a 9″
3° Tobias Lund Andresen s.t.
4° Josef Cerný s.t.
5° Enrico Zanoncello s.t.
Classifica generale
1° Alan Riou
2° Tobias Lund Andresen a 10′47″
3° Josef Cerný a 10′55″
4° Fabian Lienhard a 13′04″
5° Tim Merlier a 13′48″
Miglior italiano Davide Cimolai, 8° a 19′23″
IL GIRO DI 70 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici
9 GIUGNO 1954 – 18a TAPPA: PADOVA – GRADO (177 Km)
IL GIRO SI AVVICINA ALLE DOLOMITI OVE DOMANI SI SCATENERÀ LA BATTAGLIA
Bartali spiega perché Coppi è chiuso fra Koblet e Clerici
Nella tappa di ieri, letargo degli assi e fuga di Grosso e De Santi con la vittoria del primo (che corre sub-judice) a Grado – La classifica generale resta immutata – Oggi si disputa la Grado-San Martino di Castrozza di km. 247, ultima tappa d’avvicinamento alle montagne – Se Fausto attacca sulle Dolomiti rischia di portarsi dietro l’asso svizzero e d’esserne poi staccato – In tal caso dovrebbe poi aiutare la “maglia rosa” nell’inseguimento

La pieve di San Rocco a Castel Tesino illuminata di rosa (www.ufficiostampa.provincia.tn.it)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
8a tappa: Spoleto – Prati di Tivo
9a tappa: Avezzano – Napoli
10a tappa: Pompei – Cusano Mutri (Bocca della Selva)
11a tappa: Foiano di Val Fortore – Francavilla al Mare
12a tappa: Martinsicuro – Fano
13a tappa: Riccione – Cento
14a tappa: Castiglione delle Stiviere – Desenzano del Garda (cronometro individuale)
15a tappa: Manerba del Garda – Livigno (Mottolino)
16a tappa: Livigno – Santa Cristina Valgardena (Monte Pana)
22-05-2024
maggio 22, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il tedesco Georg Steinhauser (EF Education – EasyPost) si è imposto nella diciassettesima tappa, Selva di Val Gardena – Passo Brocon, percorrendo 159 Km in 4h28′51″, alla media di 35.484 Km/h. Ha preceduto di 1′24″ lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) e di 1′42″ l’italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious). Pogačar è ancora in maglia rosa con 7′42″ sul colombiano Daniel Felipe Martínez (Bora-Hansgrohe) e 8′04″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Tiberi, 5° a 10′29″.
ALPES ISÈRE TOUR
Il britannico Noah Hobbs (Equipe continentale Groupama-FDJ) si è imposto nella prima tappa, circuito di Charvieu-Chavagneux, percorrendo 127.6 Km in 2h37′02″, alla media di 48.754 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli australiani Declan Trezise (ARA | Skip Capital) e Oscar Chamberlain (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team). Miglior italiano Lorenzo Conforti (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 5°. Hobbs è il primo leader della classifica con 4″ su Trezise e 6″ su Chamberlain. Miglior italiano Conforti. 10° a 10″
TOUR OF ALBANIA
Il serbo Vladimir Milosevic (nazioinale serba) si è imposto nella terza tappa, Elbasan – Valona, percorrendo 147 Km in 3h26′12″, alla media di 42.777 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’albanese Olsian Velia (nazìonale albanese) e il connazionale Marko Stanković (Hemus Troyan). Nessun italiano in gara. Il serbo Đorđe Đurić (nazionale serba) è ancora leader della classifica con 1′16″ sul connazionale Ognjen Ilić (nazionale serba) e 1′40″ su Stanković
GRAND PRIX DE LA VILLE D’ANNABA
L’eritreo Milkias Maekele (nazionale eritrea) si è imposto nella corsa algerina, circuito di Annaba, percorrendo 80 Km in 1h52′21″, alla media di 42.724 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Lars Quaedvlieg (Universe Cycling Team) e l’algerino El Khacib Sassane (Mouloudia Club d’Alger). Nessun italiano in gara.
TOUR DU MALI
Il maliano Yacouba Diallo (nazionale maliana) si è imposto nella seconda tappa, Zantiebougou – Niena, percorrendo 154 Km in 3h59′50″, alla media di 38.53 Km/h. Ha preceduto di 7″ i connazionali Moussa Togola (nazionale maliana) e Yaya Diallo (nazionale maliana). Nessun italiano in gara. Il burkinabè Mohamadi Ilboudo (nazionale burkinabè) è ancora leader della classifica con 1′25″ su Yaya Diallo e 1′26″ su Yacouba Diallo
TOUR OF JAPAN
L’australiano Joshua Ludman (Saint Piran) si è imposto nella terza tappa, circuito di Mino, percorrendo 137.3 Km in 3h06′21″, alla media di 44.207 Km/h. Ha preceduto allo sprint il giapponese Tetsuo Yamamoto (nazionale giapponese) e di 29″ il giapponese Kazushige Kuboki (nazionale giapponese). Miglior italiano Matteo Malucelli (JCL Team UKYO), 6° a 29″. L’italiano Giovanni Carboni (JCL Team UKYO) è ancora leader della classifica con 15″ sull’ucraino Anatoliy Budyak (Terengganu Cycling Team) e 18″ sull’australiano Carter Bettles (Roojai Insurance)
BRETAGNE LADIES TOUR
L’australiana Grace Brown (FDJ – SUEZ) si è imposta nella prima tappa, circuito a cronometro di Grand-Champ, percorrendo 18.8 Km in 25′04″, alla media di 44.982 Km/h. Ha preceduto di 52″ l’olandese Amber Kraak (FDJ – SUEZ) e di 1′00″ la francese Marie Le Net (FDJ – SUEZ). Miglior italiana Alessia Vigilia (FDJ – SUEZ), 4° a 1′11″. La Brown è la prima leader della classifica con 52″ sulla Kraak e 1′00″ sulla Le Net. Miglior italiana la Vigilia, 4° a 1′11″.
SUL PASSO BROCON FA FESTA STEINHAUSER. POGACAR SEMPRE PIU’ ROSA
maggio 22, 2024 by Redazione
Filed under 22 MAGGIO 2024 - 17a tappa: SELVA DI VAL GARDENA - PASSO DEL BROCON, News
Georg Steinhauser (Team EF Education EasyPost) attacca nella fuga del mattino ed anche dopo essere stato ripreso dal gruppo maglia gialla. Una vittoria fortemente voluta dal giovane ciclista tedesco, la prima al Giro, che lo proietta in una nuova dimensione, in attesa di diventare un uomo di classifica da GT.
Dopo la problematica tappa di ieri che ha visto la vittoria di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ma sopratutto le inevitabili polemiche sui vari cambi di percorso, il Giro prova a voltare pagina ed a guardare avanti con una tappa, la diciassettesima, che verrà corsa integralmente secondo l’originario disegno. Si parte da Selva di Val Gardena e si arriva al Passo Brocon dopo 159 km. La distanza non è eccessiva ma ci sono comunque cinque gpm da scalare che la rendono abbastanza dura. Il primo di questi è il Passo Sella, che è diventato anche la nuova Cima Coppi dopo i tagli dello Stelvio e dell’Umbrell Pass. IL Passo Sella vedeva subito attacchi e contrattacchi per portare via la fuga ma alla fine il gruppo raggiungeva la sommità piuttosto compatto con Giulio Pellizzari (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) che scollinava in prima posizione. Nella discesa successiva il ciclista italiano continuava nell’azione e trainava con sé Julian Alaphilippe (Team Soudal Quick Step), Nairo Quintana (Team Movistar) ed Amanuel Ghebreigzabhier (Team Lidl Trek). Sui quattro ciclisti di testa rientravano anche Davide Ballerini (Team Astana Qazaqstan), Georg Steinhauser (Team EF Education EasyPost) e Marco Frigo (Team Israel Premier Tech). Dopo il primo traguardo volante di Predazzo posto al km 46.7 e vinto da Ballerini, rientravano sui battistrada anche Attila Valter (Team Visma Lease a Bike), Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious) e Nicola Conci (Team Alpecin Deceuninck). All’inizio del secondo gpm di Passo Rolle i dieci uomini in testa avevano 1 minuto e mezzo di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Pellizzari scollinava in prima posizione sul gpm di Passo Rolle posto al km 67.6. Il gruppo rientrava sui fuggitiva all’inizio della salita verso il Passo Gobbera dopo un forsennato forcing da parte del Team DSM Firmenich PostNL. Ghebreigzabhier attaccava nuovamente e scollinava per primo sul gpm di Passo Gobbera posto al km 100.4. Steinhauser raggiungeva il battistrada dopo un paio di km. La nuova coppia al comando della corsa si accingeva così ad affrontare la prima scalata verso il Passo Brocon dopo aver transitato sul traguardo Intergirodi Canal San Bovo posto al km 112 e vinto da Steinhauser. IL tedesco scollinava in prima posizione anche sul primo gpm di Passo Brocon posto al km 127.2. Steinhauser restava da solo in testa alla corsa e si aggiudicava il traguardo volante di Pieve Tesino posto al km 147.2. Il ciclista tedesco iniziava la scalata finale del secondo Passo Brocon con un vantaggio di 2 minuti e 40 secondi sul gruppo maglia rosa. Il ritmo del tedesco era incisivo ed arrivava ad avere un vantaggio di oltre 3 minuti sul gruppo maglia rosa tirato dall’INEOS Grenadiers. Steinhauser dopo il terzo posto ottenuto sul Mottolino andava a vincere in solitaria la sua prima tappa al Giro 2024 nonché la prima in un GT. Secondo era Tadej Pogacar a 1 minuto e 24 secondi di ritardo, dopo aver accelerato negli ultimi 2 km ed aver lasciato al palo i diretti avversari. Al terzo posto si piazzava Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious) a 1 minuto e 42 secondi di ritardo mentre chiudevano la top five Geraint Thomas (Team INEOS Grenadier) in quarta posizione e Daniel Martinez (Team BORA Hansgrohe) in quinta posizione. Da segnalare la crisi di Ben O’Connor (Team Decathlon AG2R La Mondiale) che perdeva una quarantina di secondi sul gruppetto Tiberi. Pogacar è sempre più maglia rosa, avendo ora 7 minuti e 42 secondi di vantaggio su Martinez e 8 minuti e 4 secondi di vantaggio su Thomas. Domani è in programma la diciottesima tappa da Fiera di Primiero a Padova di 178 km . SI scende a valle dopo aver affrontato l’unico gpm di giornata di Lamon posto al km 14.5. Gli ultimi 100 km sono totalmente pianeggianti poer cui torneranno di scena i velocisti con Jonathan Milan (Team Lidl Trek) che proverà ad ottenere la quarta vittoria al Giro 2024.
Antonio Scarfone

Georg Steinhauser vince sul Passo Brocon (foto: Getty Images)
ALLA RISCOPERTA DEL BROCON
maggio 22, 2024 by Redazione
Filed under 22 MAGGIO 2024 - 17a tappa: SELVA DI VAL GARDENA - PASSO DEL BROCON, News
E’ il giorno dell’immancabile tappone dolomitico, presenza fissa nel percorso del Giro dal 1937. Quest’anno, dopo aver scalato i tradizionali passi Sella e Rolle, si andrà alla riscoperta del Passo del Brocon, che manca nel percorso della Corsa Rosa dal 1967. Ci si arriverà al termine di una tappa che, pur non presentando salite durissime, proporrà più di 4100 metri di dislivello e ben 60 Km d’ascesa complessiva. C’è lo spazio per clamorosi ribaltoni nel momento nel quale, oramai nella terza e ultima settimana di gara, le energie stanno cominciando a declinare.
Il 26 maggio del 1937 è una data storica per il Giro d’Italia. Quel pomeriggio la Corsa Rosa scoprì per la prima volta le Dolomiti, fortemente volute nel percorso dall’allora direttore Armando Cougnet per celebrare la 25° edizione del Giro. Gli prospettarono un disastro i detrattori di quell’idea, che cercarono invano di farlo desistere puntando l’indice sullo stato in cui versano le strade che conducevano verso i passi dei Monti Pallidi, segnate dal tempo, prive d’asfalto e di protezioni a valle. Poteva rivelarsi una tappa sciagurata ma, invece, quel pomeriggio scoccò la scintilla di un amore che non si è mai sopito, grazie non soltanto alla bellezza degli scenari di gara ma anche per l’impresa di Gino Bartali, vincitore della Vittorio Veneto – Merano con quasi 6 minuti di vantaggio sugli immediati inseguitori. Da allora le Dolomiti hanno sempre fatto parte del percorso, rendendo celebri nomi di passi come il Sella, il Falzarego o il Pordoi, la salita dolomitica più volte affrontata alla Corsa Rosa dall’alto dei suoi quarantuno transiti. Nel corso degli anni si è andati alla scoperta di altre mete che, seppur meno frequentate, sono anche loro entrate nella storia, come quelle Tre Cime di Lavaredo che dodici mesi fa hanno ospitato l’arrivo del tappone, finora ultima delle otto frazioni terminate lassù. Poi ci sono valichi come il Brocon, che la corsa ha letteralmente sedotto e abbandonato perché sul passo trentino il Giro non ci va dal lontano 1967, forse anche a causa dalla sua posizione un po’ defilata, fuori dai grandi giri turistici dei Monti Pallidi. Anche per colmare questa decennale lacuna il Giro ha deciso di tornare lassù e non per un semplice passaggio, ma per l’arrivo di una frazione che avrà in serbo ben due ascese al Brocon. Sarà questo il secondo e ultimo dei due tapponi inseriti nel tracciato del Giro 2024, forte di più di 4100 metri di dislivello distribuiti su 60 Km di salita complessiva. Avvertiamo subito che oggi i “girini” non si troveranno a pedalare su pendenze mostruose, nessun Mortirolo e nessun Zoncolan attenderà i corridori, ma la successione di difficoltà e il fatto di trovarsi ormai nella terza settimana di gara potrebbe portare i minuti a fioccare numerosi come i coriandoli al veglione di carnevale, considerato anche che oggi le inclinazioni più difficili s’incontreranno proprio lungo l’ascesa conclusiva. E, come il giorno precedente, tanto per gradire pure stavolta la partenza sarà in salita, per superare l’ultimo tratto della Val Gardena pedalando da Selva verso i quasi 2244 metri del Passo Sella. Affrontati i primi 9 Km al 7.4% di pendenza media si planerà su Canazei, la nota stazione di villeggiatura della Val di Fassa nel cui centro si adagia l’ex chiesa parrocchiale di San Floriano, impreziosita da altari barocchi. I successivi 26 Km rappresenteranno il più consistente dei due tratti di trasferimento di questa tappa, da pedalare prevalentemente in lieve falsopiano discendente verso Pera, piccolo centro che per gli appassionati di alpinismo rappresenta la porta d’accesso a uno dei gruppi dolomitici più celebri, quello delle Torri del Vajolet, sette guglie che furono per la prima volta “violate” dall’uomo il 28 agosto 1882, quando misero piede ai 2821 metri della Torre Principale l’alpinista fassano Luigi Bernard e il collega tedesco Gottfried Merzbacher. Anche gli estimatori del ciclismo conoscono le “Torri”, ai cui piedi – fino dove è possibile arrivare in sella a una bicicletta – sono terminate due tappe del Giro d’Italia, entrambe vinte da corridori spagnoli, Andrés Gandarias nel 1976 e Mikel Nieve nel 2011.
Sfiorata la non meno celebre località di Vigo di Fassa, dominata dal colle sul quale si staglia la quattrocentesca chiesa di Santa Giuliana, si giungerà a Moena, punto di contatto tra la Val di Fassa e l’adiacente Val di Fiemme, meta prediletta dai cacciatori di prelibatezze, che qui possono gustare e acquistare il formaggio DOP (Denominazione di origine protetta) un tempo noto con il semplice nome di “nostrano fassano” e che oggi è più rinomato come “Puzzone” per via del suo odore accentuato.
Sfiorato lo Stadio del Salto Giuseppe Dal Ben, costruito alla fine degli anni ’80 in occasione dei campionati mondiali di sci nordico e scelto per ospitare alcune delle gare delle prossime Olimpiadi di Milano-Cortina, si giungerà a Predazzo, dove si lascerà il fondovalle per svoltare in direzione del Passo Rolle, il primo dei due valichi – l’altro era il Costalunga – che nel 1937 fu inserito nel tracciato del primo tappone dolomitico della storia. Stavolta si salirà dal versante che 87 anni fa fu percorso in discesa, ufficialmente 20 km al 4.6% anche se in realtà la salita reale è lunga una decina di chilometri, essendo spezzata in due tratti da un troncone in quota. Percorsi i primi 6 Km al 6.6%, inizierà, infatti, un troncone quasi del tutto privo di pendenza lungo ben 7 Km, disegnato lungo le sponde del lago artificiale di Paneveggio, realizzato negli anni ’50 e la cui diga fu innalzata in prossimità del Forte Buso, costruito dall’esercito austro-ungarico per fortificare quella che era la linea di confine tra l’impero asburgico e il Regno d’Italia. Attraversando la foresta di Paneveggio, nota come “foresta dei violini” perché qui i più celebri liutai (su tutti Stradivari) venivano a procurarsi il legname necessario per realizzare gli strumenti, si riprenderà a salire e con l’ultima balza di 6.2 Km al 6.7% si arriverà ai quasi 2000 metri dal Rolle, altro valico frequentato dagli escursionisti, che da qui possono raggiungere la Baita Segantini e da lì le spettacolari Pale di San Martino.
Decisamente più “compatta” – quasi 22 Km al 5.7% – si presenta la successiva discesa, nel corso della quale si toccherà San Martino di Castrozza, oggi nota stazione di sport invernali e in epoca medioevale luogo conosciuto per la presenza di un monastero benedettino che sarà soppresso nel ‘400 e del quale rimane quella che oggi è la chiesa parrocchiale ai santi Martino e Giuliano. Si terminerà la discesa all’inizio dell’ultimo tratto “tranquillo” di questa tappa, poco più di 5 Km da pedalare in lievissima discesa sul fondovalle del Primiero, la valle trentina del quale è originario l’ingegnere austriaco Luigi Negrelli – nato e vissuto nel periodo nel quale queste terre appartenevano all’Impero austro-ungarico – celebre per aver progettato il Canale di Suez, inaugurato il 17 novembre 1869. Il Negrelli era di Fiera, il principale centro della valle, dove i “girini” sfrecceranno a due passi dall’arcipretale dell’Assunta – una delle più belle chiese gotiche della regione – per poi proseguire in direzione di Imer, il comune più meridionale della valle, dove riprenderanno le ostilità odierne. Nei rimanenti 64 Km da percorrere per andare al traguardo non ci saranno più momento di vero e proprio respiro, affrontando per la prima la non difficile salita che in poco meno di 6 Km (pendenza del 5.8%) condurrà al Passo Gobbera, ascesa caratterizzata da una serie di otto tornanti che offrono spettacolari viste verso la Gola dello Schenèr, attraverso la quale si transiterà l’indomani all’inizio della tappa che condurrà il gruppo a Padova.
In discesa ci si porterà a Canal San Bovo, il principale centro della Valle del Vanoi, conosciuta come “cuore verde del Trentino” per la varietà del suo patrimonio faunistico e vegetale e per questo motivo inclusa fin dal 1967 nel territorio del Parco naturale Paneveggio – Pale di San Martino. È proprio in questo centro che ha inizio la prima delle due ascensioni al Brocon, 14 Km al 6.4% per arrivare fino al valico geografico, dal quale si transiterà due chilometri e mezzo prima di giungere al traguardo, situato all’estremità opposta dall’altopiano sommitale, caratterizzato dalla fioritura nei mesi invernali dell’erica carnea, pianta perenne dai fiori rosa il cui nome dialettale è per l’appunto “brocon”. Transitati per la prima volta dalla linea d’arrivo, in località Marande, inizierà la discesa sul versante che conduce verso la Valsugana, del quale sarà percorsa la prima parte (13.5 Km al 6.2%), che ha termine poco dopo il passaggio da Castello Tesino, centro presso il quale si trova l’unica grotta carsica del Trentino accessibile al pubblico. Dopo un breve intervallo in quota si raggiungerà la vicina Pieve Tesino, il paese natale di Alcide De Gasperi, l’uomo politico che è non stato soltanto uno dei padri della Repubblica Italiana (ne fu il primo Presidente del Consiglio per ben sette mandati consecutivi, dal 1946 al 1953), ma anche uno dei fondatori dell’Unione Europea. È proprio da Pieve che si riprenderà a salire per far ritorno verso l’altopiano del Brocon, che si raggiungerà da un versante secondario asfaltato da non moltissimi anni, ma già noto ai cicloamatori perché dal 2021 al 2023 è stato inserito nel percorso corto della “Sportful Dolomiti Race”, una delle più celebri e dure gran fondo amatoriali, quella che fino al 2009 si era chiamata “Gran Fondo Campagnolo” in onore di uno dei più celebri meccanici di ciclismo, il vicentino Tullio Campagnolo, fondatore dell’omonima azienda di biciclette. Dei tre versanti possibili per arrivare al passo è il più impegnativo (10.1 Km al 7.3%), con le pendenze più esigenti nella seconda parte, anche se già un tratto con inclinazioni interessanti, 2600 metri al 7.5%, si incontra all’inizio risalendo la poco conosciuta Val Malene, base di partenza per gli escursionisti diretti alla Cima d’Asta (2847 metri), la principale cima dell’omonimo gruppo montuoso, considerato da alcuni geografi come un’appendice del confinante catena dolomitica del Lagorai. Nei pressi della piccola chiesetta di San Michele, costruita nel 1965 quale pertinenza di una vicina colonia montana, si lascerà la strada che risale la valle per deviare sulla stradina che ricondurrà sull’altopiano del Brocon e a questo cambierà decisamente la musica. Da qui all’arrivo, infatti, si “danzerà” su una pendenza media dell’ordine del 9.2% e in particolare subito dopo la chiesetta inizierà un troncone di 4.3 Km al 10.1% durante il quale potrebbero inscenarsi veri e propri crolli verticali. Come dicevamo in apertura, non ci troviamo al confronto con Mortiroli o Zoncolani… ma con le energie oramai al lumicino se ne vedranno di tutti i colori. Anche se alla fine a risplendere sarà unicamente il rosa, la tinta che rivestirà il capoclassifica all’uscita da questo tappone, la stessa dell’erica carnea che ammanta l’altopiano circostante il traguardo.
Mauro Facoltosi

Il Passo del Brocon e l’altimetria della diciassettesima tappa (www.visitvalsugana.it)
I VALICHI DELLA TAPPA
Passo Sella (2213 metri). Chiamato anche Sellajoch, è una larga sella aperta tra i gruppi del Sasso Lungo e del Sella. Vi sorge l’omonimo rifugio e vi transita la SS 242 “di Val Gardena e Passo Sella” sul versante che da Selva di Val Gardena sale alla Sella di Col de Toi per poi scendere a Canazei.
Sella di Col de Toi (2244 metri). Valicata dalla SS 242 “di Val Gardena e Passo Sella” tra Selva di Val Gardena e Canazei, è l’ascesa che tradizionalmente è indicata sulle cartine del Giro come “Passo Sella”, anche se in realtà il passo in questione si trova 31 metri più in basso, sul versante gardenese. Il Giro l’ha inserita 17 volte nel tracciato, la prima in occasione della tappa Pieve di Cadore – Ortisei del 1940, con Bartali in testa al passo e poi primo al traguardo. Nei successivi 84 anni questo valico è stato conquistato due volte da Fausto Coppi (1952 e 1953), unico a fare il bis e successivamente dal trentino Claudio Michelotto (1969), dal parmense Luciano Armani (1970), dallo spagnolo Andrés Gandarias (1976), dall’elvetico Ueli Sutter (1977), dal bergamasco Alessandro Paganessi (1983), dai francesi Laurent Fignon (1984) e Jean-Claude Bagot (1987), dal modenese Maurizio Vandelli (1989), dal colombiano José Jaime González (1997), dal romagnolo Marco Pantani (1998), dal trentino Gilberto Simoni (2000), dal colombiano Ruber Marín (2002), dal venezuelano José Rujano (2005) e dallo spagnolo David López García nel 2016, l’anno dell’ultimo passaggio, avvenuto nel corso della tappa Alpago – Corvara in Badia (vinta dal colombiano Esteban Chaves).
Passo di Rolle (1970 metri). Depressione prativa aperta tra i monti Cavallazza e Castellazzo, funge da partiacque tra la Val Cismon (Primiero) e la Val Travignolo. Vi transita la SS 50 “del Grappa e del Passo Rolle” tra Paneveggio e San Martino di Castrozza ed è quotato 1972 sulle cartine ufficiali del Giro. Dal 1937, anno della prima scalata (nella leggendaria tappa di Merano citata nell’articolo) a oggi è stato inserito 25 volte nel percorso. Oltre a conquistare questa salita nel 1937, Gino Bartali è tornato a transitare per primo in vetta al Rolle nel 1939, nel 1946 e nel 1949; dopo il toscano nell’albo d’oro del passo figurano il varesino Bernardo Rogora (1938), il francese Jean Robic (1950), il biellese Giancarlo Astrua (1954), il toscano Gastone Nencini (1955, 1957), il lussemburghese Charly Gaul (1956, 1959), gli abruzzesi Vincenzo Meco (1962, tappa interrotta in vetta al Rolle per l’impossibilità di raggiungere il traguardo di Moena a causa della neve) e Vito Taccone (1963, 1964), gli spagnoli Aurelio González (1967), Santiago Lazcano (1974) e Faustino Fernández (1977), l’elvetico Ueli Sutter (1978), lo spagnolo Pedro Muñoz (1986), i colombiani Nelson Rodríguez (1991) e Freddy Excelino González (2001, 2003), il venezuelano Carlos José Ochoa (2009) e l’abruzzese Giulio Ciccone nel 2019, l’anno dell’ultima scalata, avvenuta nel corso della tappa Feltre – Croce d’Aune / Monte Avena, conquistata dallo spagnolo Pello Bilbao. Il Rolle era previsto anche nel tracciato della Trento – Marmolada del 1969, interrotta a causa del maltempo.
Passo di Gobbera (988 metri). Quotato 985 metri sulle cartine del Giro 2024, vi transita la Strada Provinciale 79 “del Passo Brocon” tra Imer e Canal San Bovo, in corrispondenza dell’omonimo abitato. Il Giro d’Italia vi è transitato cinque volte tra il 1955 e il 1967, sempre in tappe che presentavano anche la scalata al Passo del Brocon. Solamente nel 1956, durante la storica tappa del Monte Bondone, ci fu il traguardo del GPM, al quale transitò in testa il laziale Bruno Monti.
Passo del Brocón (1615 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 79 “del Passo Brocon” tra Canal San Bovo e Castello Tesino, è stato scalato cinque volte al Giro d’Italia, la prima durante la tappa Cortina d’Ampezzo – Trento del Giro del 1955, vinta dal corridore francese d’origine italiana Jean Dotto, che è stato anche il primo a “battezzare” questo valico. La scalata più celebre rimane quella dell’anno successivo, quando il Brocon costituì la penultima difficoltà del tremendo tappone che da Merano condusse al Monte Bondone, dove la pioggia che aveva imperversato tutta la giornata si trasformò in neve: storica divenne così la vittoria di Charly Gaul, ma pochi ricordano che una novantina di chilometri prima anche sul Brocon era transitato per primo il lussemburghese. Ci si tornerà anche nel 1957, quando il passo trentino fu inserito nel finale della tappa Trento – Levico Terme e anche in questo caso sarà Gaul ha fare l’en plein portandosi a casa il GPM e la vittoria di tappa. Nel 1959 sarà il trevigiano Vito Favero a transitare per primo in vetta al Brocon, stavolta inserito nelle fasi iniziali del tappone dolomitico Trento – Bolzano che, nonostante le salita (c’era anche il Rolle), terminò senza lotta tra i favoriti e con la vittoria di un velocista, lo spagnolo Miguel Poblet, che allo sprint ebbe la meglio sul belga Rik Van Looy e sullo stesso Favero. Risale, infine, al 1967 l’ultimo passaggio sul Brocon che, come in occasione del transito del 1955, fu affrontato nel corso di una frazione che da Cortina d’Ampezzo portava fino a Trento: qui colse la vittoria il parmense Vittorio Adorni, mentre lasciò la sua firma sul passo lo scalatore spagnolo Vicente López Carril.
Sella Castello Tesino (861 metri). Coincide con l’omonimo centro, situato nell’insellatura che separa il Colle di Sant’Ippolito dal Monte Picosta.
Colle di Malga Marande (1600 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 79 “del Passo Brocon” tra Castello Tesino e il Passo del Brocon. Si trova nei pressi del luogo dove si concluderà la tappa.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).
CIAK SI GIRO
Si è trattato di uno dei set più alti della storia del cinema e a raggiungerlo non è stata una troupe nostrana ma nientemeno che una produzione hollywoodiana. Stiamo parlando del Passo Sella (o, per meglio dire, la Sella di Col de Toi), che nel 2003 fu immortalato nel film “The italian job”, rifacimento di una pellicola britannica del 1969 dallo stesso titolo, da noi uscita come “Un colpo all’italiana” (mentre il titolo del film del 2003 rimase in inglese). L’oggetto delle due trame era un colpo milionario che nel film del 1969 aveva come bersaglio un furgone portavalori carico d’oro per un valore di 4 milioni di dollari, in viaggio sulle strade di Torino verso la sede della FIAT. L’oro costituirà anche il bottino della colossale rapina del film girato nel 2003, ma stavolta non si troverà in viaggio, ma in una cassaforte conservata in un palazzo di Venezia, dal quale la banda riuscirà a trafugarla in maniera rocambolesca, riuscendo a svuotarla sott’acqua in mondo da eludere la polizia. Effettuato il colpo l’azione si trasferisce ad un imprecisato passo innevato al confine con l’Austria, dove i due gruppi della banda che avevano contribuito alla realizzazione del colpo si separano. In realtà, dopo una precedente scena girata presso la diga del Lago di Fedaia, quel che si vede nel film è il Passo Sella, anche se non è immediatamente riconoscibile e non soltanto perché ne viene proposta un’inquadratura invernale, con le alture circostanti ricoperte da una pesante coltre nevosa. Terminate le riprese del film, in fase di montaggio si decise inspiegabilmente di ribaltare le sequenze che mostrano il Passo Sella dall’alto mediante un drone, come se la scena fosse riflessa su di uno specchio. Curiosamente, i primi piani sugli attori in scena in vetta al passo furono trasmessi senza alcune manomissione. Rimandiamo al link sottostante per la dimostrazione di tale “ribaltamento”
In collaborazione con www.davinotti.com

Il Passo Sella “ribaltato” come appare dall’alto nel film “The Italian Job” (www.davinotti.com)

La scena girata con gli attori non fu oggetto di modifiche (www.davinotti.com)
Le altre location del film citato
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/the-italian-job/50004255
FOTOGALLERY
Passo Sella
Canazei, chiesa di San Floriano
Le Torri del Vajolet
Vigo di Fassa, chiesa di Santa Giuliana
Predazzo, Stadio del salto Giuseppe Dal Ben
Forte Buso
Uno scorcio della Foresta di Paneveggio
Passo Rolle e Pale di San Martino
San Martino di Castrozza, chiesa dei Santi Martino e Giuliano
Fiera di Primiero, chiesa arcipretale dell’Assunta
Il monumento al culmine del Passo del Brocon
Pieve Tesino, casa natale di Alcide De Gasperi
Val Malene, chiesetta di San Michele
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI SANTA CRISTINA VALGARDENA
maggio 21, 2024 by Redazione
Filed under 21 MAGGIO 2024 - 16a tappa: LIVIGNO - SANTA CRISTINA VALGARDENA (Monte Pana), Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)
SALA STAMPA
Italia
Cannibale Pogacar: stacca tutti a Santa Cristina e firma la manita al Giro. Bravo Pellizzari: 2°
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Pogačar je sam ujel in prehitel vse ubežnike. In zmagal (Pogačar catturò e raggiunse tutti i fuggitivi. E ha vinto)
Delo
Regno Unito
Confusion as stage 16 shortened by snow and freezing rain (Confusione nella la tappa 16, accorciata da neve e pioggia gelata)
The Guardian
Francia
Et de cinq! (E cinque!)
L’Équipe
Spagna
Repóker de Pogacar
AS
Belgio
De roze kannibaal slaat opnieuw toe: Tadej Pogacar ontbindt zijn duivels op de slotklim en pakt vijfde ritzege (!) in de Giro – Giro schrapt op vraag van renners omstreden Umbrailpas, bergrit wordt ingekort en start wordt verplaatst omwille van het slechte weer (Il cannibale rosa colpisce ancora: Tadej Pogacar scatena i suoi diavoli sulla salita finale e conquista la quinta vittoria di tappa (!) al Giro – Il Giro cancella il controverso passo Umbrail su richiesta dei corridori, la tappa di montagna viene accorciata e la partenza viene spostata a causa del brutto tempo)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Chaotische Giro-dag deert Pogacar niet: veelvraat pakt vijfde dagzege (La giornata caotica del Giro non preoccupa Pogacar: il ghiottone conquista la quinta vittoria)
De Telegraaf
Germania
Pogacar im Wetterchaos zu Sieg Nummer fünf – Thomas verliert zweiten Gesamtrang (Pogacar vince il numero cinque nel caos del tempo – Thomas perde il secondo posto assoluto)
Kicker
USA
Pogacar extends Giro lead to over 7 minutes after winning altered Stage 16 amid protests at start (Pogacar estende il vantaggio del Giro a oltre 7 minuti dopo aver vinto la 16a tappa, modificata tra le proteste all’inizio)
The Washington Post
Colombia
Daniel Martínez, espectacular: segundo en la general del Giro de Italia tras etapa infernal (Daniel Martínez, spettacolare: secondo assoluto al Giro d’Italia dopo una tappa infernale)
El Tiempo
Australia
O’Connor slams Giro bosses on grim day in Italian Alps (O’Connor critica i capi del Giro in una giornata triste sulle Alpi italiane)
The West Australian
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
La postina della Val Gardena (Clara Jaione)
METEOGIRO
Selva di Val Gardena: pioggia debole (1.3 mm), 9°C (percepiti 11°C), vento moderato da NE (2-22 Km/h), umidità al 70%
Passo Sella (GPM – Km 8.9): pioggia debole (1 mm), 6.4°C, vento debole da ESE (3-4 Km/h), umidità al 81%
Predazzo (traguardo volante Sprint – Km 46.7): pioggia debole (1 mm), 14°C, vento moderato da NO (0-21 Km/h), umidità al 88%
Passo Rolle (GPM – Km 67.5): pioggia debole (1.1 mm), 10°C, vento moderato da SE (3-25 Km/h), umidità al 84%
Passo di Gobbera (GPM – Km 100.4): pioggia debole (0.7 mm), 14.7°C, vento moderato da SE (6-21 Km/h), umidità al 85%
Passo Brocon – 1° passaggio (GPM – Km 127.2): pioggia debole (0.3 mm), 10°C, vento moderato da SE (5-20 Km/h), umidità al 74%
Passo Brocon – arrivo: pioggia debole (1.1 mm), 9°C (percepiti 10°C), vento moderato da SE (4-24 Km/h), umidità al 76%
GLI ORARI DEL GIRO
12.15: inizio diretta su Eurosport
12.30: inizio diretta su RaiSport
12.30: partenza da Selva di Val Gardena
12.55-13.05: GPM del Passo Sella
13.40-13.50: traguardo volante Sprint di Predazzo e inizio salita Passo Rolle
14.00: inizio diretta su Rai2
14.20-14.40: GPM del Passo Rolle
15.05-15.30: GPM del Passo Gobbera
15.20-15.45: traguardo volante Intergiro di Canal San Bovo e inizio salita Passo Brocon
15.55-16.30: GPM di Passo Brocon (albergo)
16.20-16.55: traguardo volante Sprint di Pieve Tesino (con abbuoni) e inizio salita finale
16.50-17.35: arrivo al Passo Brocon
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario
Mecarozzi: “Stavo parlando nell’auricolare”
Garzelli: “5000 metri di dislivelli”
Vegni: “Prati allo Stelvio” (Prato allo Stelvio)
Garzelli: “Questa girata per Livigno” (giretto)
Conti: “Situazioni di sicurezze”
Tg La7: “Umbrial Pass” (Umbrailpass)
Cassani: “Umbreil”
Fabretti: “Diamo il benvenuti”
Fabretti: “Fin qui da dove vi partiamo”
Fabretti: “La cedicesima tappa”
Fabretti: “Ben O’Cannor” (Ben O’Connor)
Petacchi: “I corridori l’affronteranno da subito brillante”
Pancani: “San Cristina”
Fabretti: “Il rappresentante dell’assocalciatori” (assocorridori)
Cassani: “Papà polliziotto”
Cassani: “E’ una sua sciuelta”
Conti: “Pellizzaro” (Pellizzari)
Garzelli: “Zero grado”
Televideo RAI: “Pogacar decide di andare a 2 km dal traguardo e fa il vuoto”
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della sedicesima tappa, Livigno – Santa Cristina Valgardena (Monte Pana)
1° Mikkel Bjerg
2° David Dekker a 45″
3° Olivier Le Gac a 56″
4° Hugo Hofstetter a 1′21″
5° Stanislaw Aniolkowski a 1′38″
Miglior italiano Edoardo Affini, 15° a 2′35″
Classifica generale
1° David Dekker
2° Alan Riou a 5′48″
3° Tobias Lund Andresen a 18′15″
4° Josef Cerný a 18′23″
5° Fabian Lienhard a 18′52″
Miglior italiano Davide Cimolai, 9° a 25′11″
IL GIRO DI 70 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici
7 GIUGNO 1954 – 16a TAPPA: RIVA DEL GARDA – ABANO TERME (131 Km)
VAN STEEN IL MIGLIOR VELOCISTA DEL GIRO, BATTE I COMPAGNI DI FUGA AD ABANO
Gli italiani lasciano fare e gli stranieri pigliano tutto
Il gruppetto di sei corridori ha preceduto all’arrivo gli assi di sei minuti – Lo spagnolo Loroño ha tentato di dare battaglia sul Pian delle Fugazze – Classifica generale immutata – Oggi un’altra tappa breve: Abano-Padova di 100 km – Il migliore dei nostri è finora un modesto contadino romagnolo: Assirelli
8 GIUGNO 1954 – 17a TAPPA: ABANO TERME – PADOVA (105 Km)
MAGNI CADE E ROMPE LA MACCHINA E VAN STEEN PRIMO ANCHE A PADOVA – COPPI PENSA GIÀ AL TOUR MA NON DECIDERÀ CHE DOPO IL GIRO
Da Abano a Padova la più corta e la più inutile tappa del Giro d’Italia
Il campione italiano riesce a riprendere il gruppo – Passeggiata veloce per 100 km. sotto la tutela degli assi – Coppi e Koblet attendono le Dolomiti – Nulla di nuovo nella classifica generale – Oggi si corre la Padova-Grado di 177 km – È annunziato per domani l’arrivo di Goddet – L’avventura della corsa a tappe francese affascina anche Astrua e Defilippis – Magni racconta come cadde a Mestre

Il gruppo dolomitico del Sassolungo, in Val Gardena, illuminato di rosa al momento dell'Enrosadira (www.viaggiandoconmade.it)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
8a tappa: Spoleto – Prati di Tivo
9a tappa: Avezzano – Napoli
10a tappa: Pompei – Cusano Mutri (Bocca della Selva)
11a tappa: Foiano di Val Fortore – Francavilla al Mare
12a tappa: Martinsicuro – Fano
13a tappa: Riccione – Cento
14a tappa: Castiglione delle Stiviere – Desenzano del Garda (cronometro individuale)
15a tappa: Manerba del Garda – Livigno (Mottolino)