LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): NIZZA – COL DE LA COUILLOLE
luglio 20, 2024 by Redazione
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L’ultimo round montano del Tour 2024 si disputa su strade ben note al gruppo. Le tre principali salite sulle quali è imperniato il tracciato in questi ultimi anni sono state con frequenza inserite nel tracciato della Parigi-Nizza, accogliendo a turno l’arrivo di tappa
Siamo arrivati al penultimo capitolo del Tour 2024, delineato da una tappa d’alta montagna che può quasi essere considerata un clone della frazione terminata a Isola 2000, nononostante oggi non si salirà mai in altissima quota, con il tetto della tappa fissato ai 1678 metri del Col de la Couillole, sede del traguardo. Come nella frazione di ieri ci si troverà a pedalare su salite non eccezionalmente difficili ma lunghe e dunque più selettive del lecito a causa del progessivo accumularsi delle fatiche dopo tre settimane di corsa. Si tratterà di ascese poco abituali per il Tour, almeno in tempi recenti, ma molto conosciute in gruppo, sia perchè diversi corridori risiedono nel vicino Principato di Monaco (a partire dalla maglia gialla Tadej Pogacar), sia perchè negli ultimi anni le tre salite principali sulle quale è strutturato il percorso hanno a turno ospitato diversi arrivi in salita della Parigi-Nizza, la corsa a tappe che a marzo anticipa la Milano-Sanremo assieme alla coeva Tirreno-Adriatico. Affrontati subito dopo la partenza da Nizza i facili Col de Nice (4.6 Km al 5.2%) e Col de Braus (10.2 Km al 6.3%), ci si arrampicherà per prima cosa verso i 1607 metri del Col de Turini, l’ascesa più lunga della tappa (20.8 Km al 5.7% con gli ultimi 12 Km al 6.7%), al termine della quale alla Parigi-Nizza si sono imposti il colombiano Daniel Martínez nel 2019 e lo sloveno Primoz Roglic nel 2022. Sette chilometri al 7.1%, tanto misura il successivo Col de la Colmiane (1500 metri), presso la cui sommità si trova la stazione di sport invernali di Valdeblore, dove la “Corsa al sole” ha fatto scalo in tre occasioni negli ultimi 6 anni con frazioni rispettivamente vinte dal britannico Simon Yates (2018), dal colombiano Nairo Quintana (2020) e dal citato Roglic (2021). Senza soluzione di continuità arriveranno i 16 Km conclusivi al 7.1% verso il Col de la Couillole, nel cui “curriculum” figurano altri due approdi della Parigi-Nizza, che portano la firma dell’australiano Richie Porte (2017) e del dominatore di questo Tour: lassù Pogacar, infatti, si è imposto lo scorso anno, in una edizione della corsa pure disputata sotto l’insegna del corridore sloveno, che vinse altre due tappe e la classifica finale con 53″ di vantaggio sul francese David Gaudu e 1′39″ sul grande sconfitto del Tour 2024, il danese Jonas Vingegaard.
METEO TOUR
Nizza : nubi sparse, 29°C (percepiti 31°C), vento moderato da S (6-22 Km/h), umidità al 63%
Sospel (Km 35.9): nubi sparse, 30°C (percepiti 32°C), vento moderato da S (11-31 Km/h), umidità al 53%
Col de la Colmiane (GPM – Km 95.9): nubi sparse, 24°C (percepiti 26°C), vento moderato da S (11-47 Km/h), umidità al 48%
Col de la Couillole*: sereno, 28°C, vento moderato da S (8-43 Km/h), umidità al 44%
* previsioni relative al centro di Roubion (1320 metri), dal quale si transita a 6 Km dall’arrivo (1678 metri)
GLI ORARI DEL TOUR
13.15: inizio diretta su Eurosport
13.55: partenza da Nizza
14.35-14.45: GPM del Col de Braus
14.45: inizio diretta su Rai2
14.55-15.05: inizio salita del Col de Turini
15.35-15.55: GPM del Col de Turini
16.10-16.30: traguardo volante di Saint-Martin-Vésubie e inizio salita del Col de la Colmiane
16.20-16.45: GPM del Col de la Colmiane
16.40-17.05: inizio salita finale
17.15-17.45: arrivo al Col de la Couillole
RASSEGNA STAMPA
Italia
Pogacar, così fai proprio paura: ridicolizza tutti a Isola 2000, vince per la 4ª volta e chiude il Tour
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Pogačar v svojem slogu do četrte etapne zmage, Vingegaard do solz (Pogačar nel suo stile alla quarta vittoria di tappa, Vingegaard alle lacrime)
Delo
Danimarca
Med et vildt finaleridt cementerer Pogacar sin status som Tour-konge (Con una corsa finale sfrenata, Pogacar consolida il suo status di re del Tour)
Politiken
Regno Unito
Tadej Pogacar crushes rivals to all but seal Giro d’Italia-Tour de France double (Tadej Pogacar schiaccia i rivali fino a sigillare la doppietta Giro d’Italia-Tour de France)
The Daily Telegraph
Francia
Et Pogacar s’Isola (E Pogacar si isola)
L’Équipe
Spagna
Pogacar no tiene piedad (Pogacar non ha pietà)
AS
Belgio
Pogacar bezorgt Visma-Lease a Bike nieuwe kater met vierde ritzege, Evenepoel valt tevergeefs Vingegaard aan (Pogacar dà una nuova sbornia a Visma-Lease a Bike con la quarta vittoria di tappa, Evenepoel attacca invano Vingegaard)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Imponerende Pogacar verpest feestje Visma en wint weer (L’imponente Pogacar rovina il partito di Visma e vince ancora)
De Telegraaf
Germania
Pogacar dominiert weiter: Tagessieg und Vorsprung ausgebaut (Pogacar continua a dominare: vittoria di giornata e vantaggio allungato)
Kicker
Stati Uniti
Pogacar moves closer to a 3rd Tour de France title after dominant win in the mountains (Pogacar si avvicina al terzo titolo del Tour de France dopo la vittoria dominante in montagna)
The Washington Post
Colombia
¡Nadie puede con Pogacar! Otra vez ganó impresionante etapa en el Tour de Francia (Nessuno può farlo con Pogacar! Ancora una volta ha vinto una tappa impressionante al Tour de France)
El Espectador
Ecuador
Richard Carapaz lidera la montaña en el Tour de Francia (Richard Carapaz guida la montagna nel Tour de France)
El Universo
Australia
Pogacar masterclass leaves Tour de France at his mercy (La masterclass di Pogacar lascia il Tour de France alla sua mercé)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della diciannovesima tappa, Embrun – Isola 2000
1° Mark Cavendish
2° Cees Bol s.t.
3° Davide Ballerini s.t.
4° Harm Vanhoucke a 7″
5° Matej Mohoric a 38″
Classifica generale
1° Davide Ballerini
2° Mark Cavendish a 1′03″
3° Jarrad Drizners a 5′44″
4° Cees Bol a 13′49″
5° Luca Mozzato a 20′20″
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Cassani: “Trentuntanni fa”
Cassani: “Possiamo solo fare i complimenti a tutto quello che sta facendo”
Rizzato: “Carapaz è nato sfiorando i 3000 metri sul livello del mare”
Garzelli: “Per quanto rigarda i velocisti”
Garzelli: “A Parigi volata non c’è” (anche perché quest’anno non si arriva a Parigi)
Rizzato: “Allenare specificamente le lunghe salite”
Rizzato: “Guarda sempre verso l’altro” (l’alto)
Televideo: “L’americano viene ripreso ai -9 Km proprio da Pogacar” (Pogacar è partito ai -9 e ha ripreso Jorgenson a 2 Km dall’arrivo)
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948
La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
23 LUGLIO 1948 – 19a TAPPA: METZ – LIEGI (249 Km)
SETTIMA VITTORIA DI BARTALI
Più forte che mai la “maglia gialla”
Dopo aver rintuzzato un attacco di Robic in salita, il campione italiano si impone in volata a Liegi – Il vantaggio in classifica ancora aumentato

Serie di tornanti verso il Col de la Couillole e l’altimetria della ventesima tappa (www.nutri-cycles.com)
VISMA PIANO B, MA TADDEO FA IL CANNIBALE
La Visma manda in fuga quelli che dovrebbero essere gli ultimi uomini di Vingegaard e, nel finale, Jorgenson stacca anche scalatori puri come Carapaz e Yates, ma la maglia gialla parte a 8 km dall’arrivo senza nemmeno alzarsi sui pedali. Evenepoel e Vingegaard non tentano neppure di rispondere e il belga fa il suo ottimo ritmo che il danese sembra abbia fatto fatica a seguire.
Molti si sono chiesti se la fuga di Wilco Kelderman e Matteo Jorgenson fosse preordinata ad un attacco da lontano di Jonas Vingegaard (Visma) oppure finalizzata a vincere la prima vera tappa alpina.
Non si trattava di un tappone nel senso classico del termine, perché il ridottissimo chilometraggio non consente di definirla tale, ma si trattava certamente di una frazione durissima, con 3 salite sopra i 2000 metri, e una di queste sfiorava addirittura i 3000.
Salite storiche, il punto più alto del Tour nonché valico carrozzabile più alto d’Europa: una tappa come questa era ovviamente molto ambita e quindi si poteva ben ritenere che la Visma corresse per la tappa. In realtà, il direttore sportivo, dopo la tappa, ha confermato che il piano era quello di lanciare un attacco sulla Bonette con Vingegaard per trovarsi sulla strada i due migliori uomini in salita. I piani, però, sono cambiati quando il danese ha comunicato di non sentirsi al massimo e ha quindi preferito lasciare che Kelderman lavorasse per Jorgenson, che infatti è andato molto vicino al colpaccio.
Vedendo poi come è andata la tappa per Vingegaard si è capito che forse non si è trattato di una semplice giornata no, poichè il fuoriclasse danese forse comincia ad accusare la mancanza di una adeguata preparazione.
Le conseguenze di una tale situazione, specialmente se si cerca di forzare il rientro in bicicletta dopo un brutto infortunio, possono farsi sentire nella terza settimana, laddove manca il fondo che si allena solo con la continuità.
Del resto, quando Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha alzato il ritmo, non gli è stato nemmeno necessario alzarsi sui pedali o fare quella rasoiata violenta che era stata necessaria a dare 8 secondi al danese in cima al Galibier.
Il divario tra i due, che all’inizio sembrava molto ridotto, è andato crescendo nel corso del Tour e ora il capitano della Visma dovrà anche guardarsi dagli attacchi di Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), che sembra cominciare a pensare con bramosia alla possibilità di issarsi sulla piazza d’onore.
Taddeo è semplicemente di un altro pianeta. Al termine del Giro d’Italia si era commentata la pochezza degli avversari, finiti a 10 minuti, ma va anche detto che, anche al Tour con tutti i migliori ciclisti del mondo, la musica non è molto diversa poiché ora Vingegaard si trova a oltre 5 minuti ed Evenepoel a oltre 7. E, se Pogacar decidesse di spingere al massimo anche nella due frazioni residue, la classifica finale potrebbe somigliare molto a quella del Giro.
Oggi si sono rivisti i distacchi degli anni 90 e dei primi 2000.
In un ciclismo che ci aveva abituati a vedere i big battagliare negli ultimissimi chilometri di salita per darsi pochi secondi l’un l’altro, Pogacar costringe un po’ tutti a cercare di far meglio. Quando è partito lui, infatti, anche Evenepoel ha alzato il ritmo e lui e Vingegaard sono rimasti da soli a 8 Km dall’arrivo. L’esatto contrario dei trenini modello Sky o Jumbo, nei quali l’ultimo uomo si spostava all’ultimo chilometro per propiziare lo sprint del capitano e nessuno osava uscire dallo schema prestabilito per timore di saltare.
Venendo alla cronaca odierna subito dopo il via ufficiale si forma un attacco in cui ci sono anche i due alfieri della Visma Kelderman e Jorgenson, che aderiscono al tentativo inaugurato da Christophe Laporte (Visma | Lease a Bike) e al quale si aggiungono Christopher Juul-Jensen (Team Jayco – AlUla), Michał Kwiatkowski (Ineos Grenadiers), Nicolas Prodhomme (Decathlon Ag2r La Mondiale), Jack Haig (Bahrain Victorious), Ilan Van Wilder (Soudal Quick-Step), Jai Hindley (Red Bull – Bora – Hansgrohe), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Brent Van Moer (Lotto Dstny), Bryan Coquard (Cofidis), Davide Formolo e Oier Lazkano (Movistar), Cristián Rodríguez (Arkéa-B&B Hotels), Warren Barguil e Oscar Onley (Team dsm-firmenich PostNL), Magnus Cort e Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), Mathieu Burgaudeau e Anthony Turgis (TotalEnergies).
All’inizio della salita del Vars si forma anche un contrattacco promosso da Richard Carapaz (EF Education – EasyPost), che si avvantaggia sul gruppo insieme a Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Romain Bardet (Team Dsm-Firmenich PostNL) e Simon Yates (Team Jayco AlUla). La salita ovviamente fa le sue vittime e in vetta al Vars sono in nove a comporre la testa della corsa (Jorgenson, Kelderman, Carapaz, Simon Yates, Prodhomme, Onley, Van Wilder, Cristian Rodríguez e Hindley.)
Sulla salita verso gli oltre 2800 metri della Cima della Bonette il gruppo maglia gialla alza il ritmo e molti perdono contatto, mentre davanti restano Jorgenson, Kelderman, Rodríguez, Carapaz, Yates e Hindley con un vantaggio che continua a veleggiare sui 3 minuti.
Carapaz è il primo a transitare sul tetto del Tour e domani vestirà la maglia di miglior scalatore della Grande Boucle, la prestigiosa maglia a pois.
Il gruppo sceglie la prudenza in discesa e il vantaggio sale ma, quando prendono in mano la situazione prima Pavel Sivakov (UAE Team Emirates), poi Soler e infine Adam Yates, si capisce che Pogacar vuole andare a prendersi la tappa.
Davanti iniziano gli attacchi con Jorgenson che riesce a portarsi in testa da solo, seguito a qualche secondo da Carapaz, che sarà a sua volta raggiunto e staccato da Simon Yates.
Quando mancano 8 km all’arrivo ed il distacco è di 2′45″ la maglia gialla aumenta il ritmo senza neppure scattare e lascia tutti sul posto, andando a riprendere uno ad uno tutti i fuggitivi ed andando a vincere con l’inchino.
Evenepoel come al solito si difende con il ritmo, ma si accorge del fatto che Vingegaard resta incollato alla sua ruota e non sembra in grande giornata.
In un paio di occasioni il belga tenta di alzare i giri del motore, ma è già un gran passo in avanti per lui riuscire a resistere in tappe come questa.
Il danese non si fa staccare e conserva un buon margine sul terzo classificato, anche se non si tratta di un vantaggio del tutto rassicurante, specie considerando che l’ultima tappa sarà una cronometro individuale, gara che – anche se non pianeggiante – potrebbe sorridere alla maglia bianca.
Il distacco della coppia da Pogacar sarà di 1′42″ che, sommato all’abbuono, porta il distacco in generale del secondo a 5′03″ e quello del terzo a 7′01″.
E’ invece interessante notare che il quarto, il portoghese João Almeida (UAE Team Emirates) si trova già a 15 minuti di ritardo dallo sloveno.
Pogacar probabilmente avrà corso il Giro al risparmio, questo è vero, tuttavia quest’anno la sua superiorità è stata netta in entrambe le corse, probabilmente anche perché Vingegaard per forza di cose non è lo stesso dello scorso anno. Tuttavia Evenepoel, seppur molto migliorato, sembra ancora molto distante e dietro c’è l’abisso.
Benedetto Ciccarone

Sempre più cannibale: Pogacar si "pappa" anche il tappone di Isola 2000 (Getty Images)
19-07-2024
luglio 19, 2024 by Redazione
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TOUR DE FRANCE
Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) si è imposto nella diciannovesima tappa, Embrun – Isola 2000, percorrendo 144.6 Km in 4h04′03″, alla media di 35.55 Km/h. Ha preceduto di 21″ lo statunitense Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike) e di 40″ il britannico Simon Yates (Team Jayco AlUla). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek), 17° a 4′45″. Pogačar è ancora in maglia gialla con 5′03″ sul danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e 7′01″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek), 10° a 22′46″
GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under23)
Il britannico Joshua Golliker (Equipe continentale Groupama-FDJ) si è imposto nella terza tappa, Sarre – Pré Saint Didier (Verrand), percorrendo 129.5 Km in 3h44′23″, alla media di 34.628 Km/h. Ha preceduto di 10″ il colombiano Guillermo Juan Martinez (Q36.5 Continental Team) e di 56″ il belga Jarno Widar (Lotto Dstny Development Team). Miglior italiano Ludovico Crescioli (Team Technipes #inEmiliaRomagna), 4° a 56″. Crescioli è il nuovo leader della classifica con 6″ su Widar e 1′23″ sul belga Emiel Verstrynge (Alpecin-Deceuninck Development Team)
BALOISE LADIES TOUR
L’olandese Charlotte Kool (Team Dsm-Firmenich PostNL) si è imposta nella seconda tappa, circuito di Zulte, percorrendo 126.8 Km in 3h02′53″, alla media di 41.6 Km/h. Ha preceduto allo sprint la polacca Daria Pikulik (Human Powered Health) e l’italiana Sara Fiorin (UAE Development Team). L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) è ancora leader della classifica con 4″ sulla Kool e 15″ sulla britannica Pfeiffer Georgi (Team Dsm-Firmenich PostNL). Miglior italiana Rachele Barbieri (Team Dsm-Firmenich PostNL), 4° a 18″.
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): EMBRUN – ISOLA 2000
luglio 19, 2024 by Redazione
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Ecco il primo dei due tapponi alpini finale, durante i quali si ripercorreranno le salite che decisero le sorti del Giro d’Italia del 2016 a favore di Vincenzo Nibali. Come quel giorno si affronteranni i colli di Vars e della Bonette, mentre la salita verso la Lombarda sarà percorsa in gran parte, fino al traguardo di Isola 2000
Ricordate la tappa che decise il Giro d’Italia del 2016 con il ribaltone al vertice della classifica a ventiquattrore dalla conclusione e il definitivo passaggio della maglia rosa dalle spalle del colombiano Esteban Chaves a quelle di Vincenzo Nibali? Oggi i partecipanti al Tour ripercoreranno quasi fedelmente gran parte di quella frazione, che prese il via da Guillestre e terminò presso il santuario di Sant’Anna di Vinadio, pochi chilometri dopo esser rientrati in Italia, dove s’impose l’estone Rein Taaramäe. Come quel giorno la prima difficoltà altimetrica sarà il Col de Vars (2109 metri, 19 Km al 5.7%) che alla Corsa Rosa si affrontò subito dopo la partenza da Guillestre, località alla quale i corridori in gara al Tour giungeranno dopo aver percorsi 21 Km dal via da Embrun. Tornati nella valle dell’Ubaye – dove si trova il centro di Barcelonnette, sede d’arrivo della tappa disputata ieri – ci si ritroverà ai piedi della “Cima Coppi” dell’edizione 2024 della Grande Boucle, l’interminabile Cima della Bonette, nel complesso non durissima (la pendenza media è del 6.8%) ma che farà molto male per via della fatiche fin qui accumulate, per la sua lunghezza (23 Km) e per l’alta quota raggiunta, toccandosi allo scollinamento i 2802 metri sul livello del mare, una cinquantina di metri scarsi in più rispetto allo Stelvio, con una rampa finale di 900 metri al 10.3% che non fu percorsa nella tappa del Giro. Quest’ultima prevedeva, a questo punto, il rientro in Italia attraverso i 2351 metri del Colle della Lombarda, la cui ascesa sarà in gran parte percorsa anche dai partecipanti al Tour, che si fermeranno quasi 5 Km prima del valico, presso gli alberghi della stazione di sport invernali di Isola 2000. Fin lì saranno 16 Km al 7.1%, numeri che potrebbero provocare un terremoto in classifica e anche un corridore come l’attuale maglia gialla non potrà considerarsi nella proverbiale “botte di ferro”, nonostante il vantaggio sugli avversari da Tadej Pogacar: in passato lo sloveno ha già avuto episodi di sofferenza sulle salite alpestri e scottano ancora il ricordo dei quasi 6 minuti perduti nel tappone alpino di Courchevel lo scorso anno e dei tre lasciati per strada salendo verso il Col du Granon nel 2023.
METEO TOUR
Embrun : pioggia debole (0.1 mm), 28°C, vento moderato da SO (8-35 Km/h), umidità al 35%
Vars (Km 36.8): nubi sparse, 26°C, vento moderato da SO (8-31 Km/h), umidità al 32%
Cime de la Bonette (GPM – Km 87.5): sereno, 15°C , vento moderato da NO (20-26 Km/h), umidità al 33%
Isola 2000: sereno, 23°C (percepiti 25°C), vento forte da O (14-51 Km/h), umidità al 31%
GLI ORARI DEL TOUR
12.00: inizio diretta su Eurosport
12.30: partenza da Embrun
12.55-13.00: traguardo volante di Guillestre e inizio salita del Col de Vars
13.40-13.55: GPM del Col de Vars
14.00: inizio diretta su Rai2
14.05-14.25: inizio salita della Cime de la Bonette
15.05-15.35: GPM della Cime de la Bonette
15.45-16.20: inizio salita finale
16.25-17.05: arrivo a Isola 2000
RASSEGNA STAMPA
Italia
La fuga va, Campenaerts è perfetto e vince a Barcelonnette. Il gruppo arriva a 14′
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Campenaerts je prišel v cilj 13 minut pred Pogačarjem (Campenaerts ha concluso con 13 minuti di vantaggio su Pogačar)
Delo
Danimarca
Snu belgier vinder Tour-etape efter lang dag i udbrud (Astuto belga vince la tappa del Tour dopo una lunga giornata di breakout)
Politiken
Regno Unito
Pogacar retains lead after Campenaerts pounces to win first Tour de France stage of career (Pogacar mantiene il comando dopo che Campenaerts si è avventato vincendo la prima tappa della carriera al Tour de France)
The Daily Telegraph
Francia
Campenaerts plus fort que Vercher (Campenaerts più forte di Vercher)
L’Équipe
Spagna
Lazkano lo volvió a intentar, Campenaerts lo logró al fin (Lazkano ci ha riprovato, alla fine Campenaerts ci è riuscito)
AS
Belgio
Weer een Belgische ritzege! Campenaerts klopt Kwiatkowski en sprint naar mooiste overwinning uit z’n carrière (Un’altra vittoria di tappa belga! Campenaerts batte Kwiatkowski e scatta verso la migliore vittoria della sua carriera)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Teleurstelling Van der Poel bij zege Campenaerts in Tour (La delusione di Van der Poel per la vittoria di Campenaerts al Tour)
De Telegraaf
Germania
“Zu viel investiert”: Ausreißer Zimmermann ohne Glück – Campenaerts unwiderstehlich (“Troppo investito”: un fuoriclasse Zimmermann senza fortuna – Campenaerts irresistibile)
Kicker
Stati Uniti
Campenaerts wins a 3-man sprint to take Tour de France stage as Pogacar keeps yellow jersey (Campenaerts vince uno sprint a tre per conquistare la tappa del Tour de France mentre Pogacar mantiene la maglia gialla)
The Washington Post
Colombia
Victor Campenaerts se quedó con la etapa 18 del Tour de Francia (Victor Campenaerts ha vinto la tappa 18 del Tour de France)
El Espectador
Ecuador
Así queda la clasificación general del Tour de Francia 2024 después de la etapa 18 con Richard Carapaz (Così si presenta la classifica generale del Tour de France 2024 dopo la tappa 18 con Richard Carapaz)
El Universo
Australia
Campenaerts ascends to landmark Tour stage victory (Campenaerts raggiunge la storica vittoria di tappa del Tour)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della diciottesima tappa, Gap – Barcelonnette
1° Søren Wærenskjold
2° Harm Vanhoucke a 9″
3° Daniel McLay a 12″
4° Luca Mozzato a 42″
5° Kevin Geniets a 2′00″
Classifica generale
1° Davide Ballerini
2° Mark Cavendish a 1′03″
3° Jarrad Drizners a 4′29″
4° Cees Bol a 13′49″
5° Luca Mozzato a 17′58″
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Cassani: “Col de la Bonnette” (Bonette)
Rizzato: “Monossido di carbonico”
Cassani: “Questi primi chilometro”
Rizzato: “L’estremo sinistro della strada”
Rizzato: “Sta stringendo i denti non in condizioni perfette”
Pancani: “Nei giorni storti” (scorsi)
Cassani: “Campenaerts è stato quello che ha speso mero”
Garzelli: “E’ partito a una velocità abbastanza lento”
Borgato: “La Bonette, la strada asfaltata più alta d’Europa” (la più alta d’Europa è quella del Pico de Veleta, in Spagna, che arriva fino a 3384 metri di quota; la Bonette è in terza posizione, a quota 2802 metri)
Televideo RAI: “Kwiatowski” (Kwiatkowski)
Teletext TV Svizzera: “Barcelonette” (Barcelonnette)
Teletext TV Svizzera: “Co-prendevano ben 5 GPM”
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948
La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
22 LUGLIO 1948 – 18a TAPPA: STRASBURGO – METZ (195 Km)
VITTORIA DI CORRIERI – IMMUTATA LA CLASSIFICA
Le ultime tappe del Tour

Isola 2000 e l’altimetria della diciannovesima tappa (isola2000.com)
CAMPANE PER CAMPENAERTS, L’EX RECORDMAN DELL’ORA VINCE A BARCELONNETTE DOPO UN ANNO DI DIGIUNO
La diciottesima tappa del Tour 2024 riservava ai fuggitivi un’occasione da non perdere e così è stato. La maxifuga di oltre 30 ciclisti vede nel finale attacchi e contrattacchi con un terzetto di qualità che resta a giocarsi la vittoria. Nella volata a tre Victor Campenaerts (team Lotto Dstny) si impone su Matteo Vercher (Team TotalEnergies) e Michal Kwiatkowski (team INEOS Grenadiers). Domani primo dei due tapponi alpini con l’attesa di un nuovo duello tra Pogacar e Vingegaard
La diciottesima tappa del Tour 2024 parte da Gap e termina a Barcelonnette dopo 179.5 km. Sarà una giornata interessante che come ieri dovrebbe favorire la fuga mentre i big di classifica ‘riposeranno’ in vista del decisivo week end tra Alpi e Costa Azzurra. Non mancheranno i gpm da scalare – ben cinque e tutti di terza categoria – e già il Col du Festre dopo 30 km potrebbe essere decisivo per la formazione della fuga di giornata. Dopo i primi 20 km, tra attacchi e contrattacchi, Jasper Stuyven (Team Lidl Trek) iniziava a scalare in testa il Col du Festre con una decina di secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Il belga veniva ripreso e ricominciavano gli scatti in testa al gruppo. A circa metà dell’ascesa si staccavano una ventina di ciclisti tra cui spiccava il nome di Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) ma il gruppo reagiva nuovamente ed annullava questo nuovo tentativo. Oier Lazkano (Team Cofidis) scollinava in prima posizione sul gpm del Col de Festre posto al km 32.2. Oltre allo spagnolo facevano parte della maxi-fuga di oggi altri 35 ciclisti ovvero Alex Aranburu e Gregor Muhlberger (Team Movistar), Wout van Aert e Bart Lemmen (Team Visma Lease a Bike), Christopher Juul-Jensen e Michael Matthews (Team Jayco AlUla), Michal Kwiatkowski e Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers), Julien Bernard e Toms Skujins (Team Lidl Trek), Bruno Armirail, Dorian Godon e Nicolas Prodhomme (Team Decathlon AG2R La Mondiale), Wout Poels (Team Bahrain Victorious), Jai Hindley e Matteo Sobrero (Team BORA Hansgrohe), Valentin Madouas e Quentin Pacher (Team Groupama FDJ), Richard Carapaz, Ben Healy e Sean Quinn (Team EF Education EasyPost), Victor Campenaerts (Team Lotto Dstny), Hugo Houle e Kris Neilands (Team Israel Premier Tech), Guillaume Martin (Team Cofidis), Clement Champoussin e Raul Garcia Pierna (Team Arkea B&B Hotels), Louis Meintjes e Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty), Frank van den Broek (Team DSM Firmenich PostNL), Tobias Halland Johannessen (Team Uno X Mobility), Steff Cras, Mathieu Burgaudeau, Jordan Jegat e Matteo Vercher (Team Total Energies). Lazkano scollinava in prima posizione sul gpm della Côte de Corps posta al km 57.5. Matthews vinceva il traguardo volante di Saint-Bonnet-en-Champsaur posto al km 84.3. Lazkano transitava in prima posizione sul successivo gpm del Col de Manse posto al km 97.3. Halland Johanness scollinava in prima posizione sul successivo gpm della Côte de Saint-Apollinaire posto al km 121. A 50 km dalla conclusione la tappa aveva ormai assunto una fisionomia evidente, con i fuggitivi che si sarebbero giocati la vittoria ed il gruppo maglia gialla che inseguiva – si fa per dire – a oltre 10 minuti di ritardo. Kwiatkowski scollinava in prima posizione sul quinto ed ultimo gpm di giornata, la Côte des Demoiselles Coiffées posta al km 139.1. Il ciclista polacco era tra i più attivi negli ultimi 30 km in leggero falsopiano. Attaccava insieme a Campenaerts ed a Vercher ed il terzetto di testa in breve tempo si avvantaggiava di una quarantina di secondi su un primo gruppo inseguitore formato da Lemmen, Skujins, Hindley, Neilands e Lazkano. I tre battistrava mantenevano il vantaggio sui diretti inseguitori dandosi regolarmente i cambi. Nonostante un allungo di Vercher a circa 1 km dall’arrivo, la vittoria si sarebbe giocata nella volata ristretta dove a prevalere era Campenaerts davanti a Vercher e Kwiatkowski. Il corridore belga, ex recordman dell’ora, tornava così a sorridore dopo un digiuno di vittorie lungo quasi un anno, iniziato dopo l’affermazione nella tappa a cronometro del Giro di Lussemburgo ottenuta a settembre del 2023. A 22 secondi di ritardo Skujins regolava il gruppetto degli inseguitori per la quarta posizione mentre chiudeva la top five Lazkano in quinta posizione. Il gruppo maglia gialla arrivava ad oltre un quarto d’ora di ritardo. Per Campenaerts è la prima vittoria stagionale mentre la classifica generale non cambia con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) in maglia gialla davanti a Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike) e Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step). Domani la diciannovesima tappa offre il primo dei due tapponi alpini con Col de Vars, Cime de la Bonette e Isola 2000. Tre salite davvero impegnative che superano rispettivamente i 18, i 23 ed i 16 km. Torneranno di scena i big di classifica per un finale di Tour che si annuncia davvero entusiasmante.
Antonio Scarfone

Dopo una lunga fuga Tour de France 2024 Campenaerts precede i compagni d'avventura a Barcelonnette (foto Tim de Waele/Getty Images)
18-07-2024
luglio 18, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il belga Victor Campenaerts (Lotto Dstny) si è imposto nella diciottesima tappa, Gap – Barcelonnette, percorrendo 179.5 Km in 4h10′20″, alla media di 43.023 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Mattéo Vercher (TotalEnergies) e il polacco Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Gianni Moscon (Soudal Quick-Step), 50° a 13′40″. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) è ancora in maglia gialla con 3′11″ sul danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e 5′09″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek), 8° a 17′51″
GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under23)
L’italiano Federico Biagini (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) si è imposto nella seconda tappa, Verrès – Borgofranco d’Ivrea, percorrendo 127.8 Km in 3h11′24″, alla media di 40.063 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Edoardo Zamperini (UC Trevigiani – Energiapura Marchiol) e di 2″ l’italiano Diego Bracalente (Team MBH Bank Colpack Ballan). Il kazako Ilkhan Dostiyev (Astana Qazaqstan Development Team) è ancora leader della classifica con 12″ sullìitaliano Ludovico Crescioli (Team Technipes #inEmiliaRomagna) e sull’australiano Alastair Mackellar (Hagens Berman Jayco)
BALOISE LADIES TOUR
L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) si è imposta anche nella prima tappa, Breskens – Knokke-Heist, percorrendo 113.8 Km in 2h43′21″, alla media di 41.800 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Charlotte Kool (Team Dsm-Firmenich PostNL) e l’italiana Rachele Barbieri (Team Dsm-Firmenich PostNL). La Wiebes è ancora leader della classifica con 12″ sulla Kool e 13″ sulla britannica Pfeiffer Georgi (Team Dsm-Firmenich PostNL). Miglior italiana la Barbieri, 4° a 16″.
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): GAP – BARCELONNETTE
luglio 18, 2024 by Redazione
Filed under Approfondimenti
E’ l’ultima tappa di trasferimento del Tour, prima che nelle tre conclusive frazioni tornino protagonisti gli uomini di classifica. Tagliati fuori i velocisti e con pendenze troppo facile per stimolare i “big”, oggi sarà di scena la fuga da lontano, con il 100% di possibilità di andare fino al traguardo
3007 metri di dislivello ieri, 3123 metri oggi. All’esame di questo semplice dato sembrerebbe che l’odierna frazione sia più impegnativa rispetto a quella di ieri, che ci ha riservato le emozioni dell’ennesimo tentativo di forza di Pogacar sul Col du Noyer, della successiva evasione dal gruppo dei migliori di Evenepoel e della bella vittoria a SuperDévoluy di un corridore di spessore del calibro dell’ecuadoriano Carapaz. In realtà niente di tutto questo ci riserverà la tappa diretta a Barcelonnette perchè quella mole di dislivello non sarà concentrata su tre ascese ma diluita su ben sette salite, tutte prive di pendenze particolarmente accentuate – come erano, al contrario, quelle del Noyer – e, soprattutto, distanti dal traguardo. Con un simile disegno i “big” della classifica non saranno certo motivati a spender energie, preferendo risparmiarle per i due duri tapponi previsti nelle prossime giornate, e lo stesso varrà per i velocisti e le loro formazioni, sulle quali il sipario è definitivamente calato l’altro ieri a Nîmes. Via libera, dunque, agli attaccanti di giornata perchè oggi la fuga avrà il 100% di possibilità di andare fino al traguardo e, come accennato, di occasioni per andare in avanscoperta il percorso ne presenterà molte. Per esempio, quel Col du Festre (ufficialmente 4 Km al 6.3%, anche se in realtà la salita misura quasi 13 Km) che si dovrà scalare a una ventina di chilometri dalla partenza sembra esser stato collocato sul percorso apposta per essere utilizzato come trampolino di lancio. Gli ultimi due Gran Premi della Montagna – la Côte de Saint-Apollinaire (7 Km al 5.6%) e la cosiddetta “salita delle signorine acconciate” (Côte de Demoiselles Coiffées, 3.5 Km al 5.4%) – saranno, invece, utile per “sgrossare” il plotoncino dei fuggitivi, che si ritroverà ad affrontare a ranghi più ridotti il tratto conclusivo lungo la valle dell’Ubaye, dove la strada procederà costantemente in lieve ascesa fino a poco meno di 9 Km dall’arrivo, tratto buiono per provare l’azione solitaria staccando i compagni d’avventura più esausti.
METEO TOUR
Gap : sereno, 28°C, vento moderato da S (5-20 Km/h), umidità al 34%
Agnières-en-Dévoluy (Km 36.3): sereno, 26°C, vento moderato da SO (5-20 Km/h), umidità al 38%
Saint-Bonnet-en-Champsaur (Traguardo Volante – Km 95.2): sereno, 28°C (percepiti 27°C), vento moderato da S (6-23 Km/h), umidità al 35%
Côte de Saint-Apollinaire (GPM – Km 121): sereno, 28°C (percepiti 27°C), vento moderato da SO (7-30 Km/h), umidità al 27%
Barcelonnette : sereno, 27°C, vento moderato da O (10-40 Km/h), umidità al 39%
GLI ORARI DEL TOUR
12.45: inizio diretta su Eurosport
13.20: partenza da Gap
14.05-14.10: GPM del Col du Festre
14.40-14.50: GPM della Côte de Corps
14.45: inizio diretta su Rai2
15.15-15.30: traguardo volante di Saint-Bonnet-en-Champsaur
15.35-15.50: GPM del Col de Manse
16.05-16.30: GPM della Côte de Saint-Apollinaire
16.30-16.55: GPM della Côte des Demoiselles Coiffées
17.30-18.00: arrivo a Barcelonnette
RASSEGNA STAMPA
Italia
Festa Carapaz al Tour: Evenepoel attacca e rosicchia 12″ a Vingegaard
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Carapaz je zmagovalec. Pogačar spet pokazal svojo moč (Carapaz è il vincitore. Pogačar ha dimostrato ancora una volta la sua forza)
Delo
Danimarca
Carapaz vinder hård etape, hvor Vingegaard var under pres og tabte tid til Evenepoel (Carapaz vince una tappa difficile in cui Vingegaard era sotto pressione e ha perso tempo contro Evenepoel)
Politiken
Regno Unito
Carapaz wins stage 17 as Tadej Pogacar extends his lead (Carapaz vince la tappa 17 mentre Tadej Pogacar aumenta il suo vantaggio)
The Daily Telegraph
Francia
Carapaz 1er Équatorien vainqueur d’étape, Evenepoel grappille un peu (Carapaz 1° vincitore di tappa ecuadoriano, Evenepoel guadagna poco)
L’Équipe
Spagna
Carapaz saca el orgullo (Carapaz tira fuori l’orgoglio)
AS
Belgio
Sterke Remco Evenepoel pakt een paar seconden terug op Jonas Vingegaard, Carapaz wint na knappe solo in de Tour (Il forte Remco Evenepoel riprende qualche secondo su Jonas Vingegaard, Carapaz vince dopo una bella azione solitaria al Tour)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Carapaz haalt zijn gram met ritzege, tijdwinst Evenepoel (Carapaz segna con una vittoria di tappa, tempo guadagnato da Evenepoel)
De Telegraaf
Germania
Pogacar knöpft Vingegaard erneut Zeit ab – Carapaz gewinnt (Pogacar toglie ancora tempo a Vingegaard – Vince Carapaz)
Kicker
Stati Uniti
Carapaz earns his first Tour de France stage win (Carapaz ottiene la sua prima vittoria di tappa al Tour de France)
The Washington Post
Colombia
¡Celebre, latino! Carapaz logró histórico triunfo en el Tour de Francia (Festeggia, latino! Carapaz ha ottenuto una vittoria storica al Tour de France)
El Espectador
Ecuador
¡‘Richie’, el orgullo de Ecuador! Richard Carapaz conquista la etapa 17 del Tour de Francia (’Richie’, l’orgoglio dell’Ecuador! Richard Carapaz conquista la 17a tappa del Tour de France)
El Universo
Australia
Carapaz rises to the occasion for first Tour stage wins (Carapaz è all’altezza della vittoria della prima tappa del Tour)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della diciassettesima tappa, Saint-Paul-Trois-Châteaux – SuperDévoluy
1° Robbe Ghys
2° Cees Bol a 40″
3° Davide Ballerini s.t.
4° Søren Wærenskjold a 54″
5° Jarrad Drizners s.t.
Classifica generale
1° Davide Ballerini
2° Mark Cavendish a 1′03″
3° Jarrad Drizners a 4′29″
4° Cees Bol a 13′49″
5° Nils Eekhoff a 16′09″
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Cassani: “La maglia gialla ha perso qualco compagno”
Cassani: “Da un momento e l’altro”
Cassani: “Non ci sono più spazio”
Garzelli: “Col de la Bonnè” (Col de la Bonette)
Garzelli: “L’arrivo a Isola 2000 è molto corta”
Televideo RAI: “Zampata di Carapaz su Simon Yates”
Televideo RAI: “Saint-Paul-Troi-Châteaux” (Saint-Paul-Trois-Châteaux)
Televideo RAI: “Primo arrivo difficile a questo Tour” (i tapponi pirenaici della scorsa settimana sono state forse passeggiate?)
Televideo RAI: “Eric Mas” (Enric)
Teletext TV Svizzera: “Simon Yates, battuto di 37 minuti” (erano secondi)
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948
La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
20 LUGLIO 1948 – GIORNO DI RIPOSO A MULHOUSE
OGGI TAPPA A CRONOMETRO
Una delle più dure prove del “Tour”
Prudenza di Bartali: “Non sarò sicuro di aver vinto sino ad un chilometro da Parigi” – Per la prova odierna l’ordine è di non compiere inutili sforzi
21 LUGLIO 1948 – 17a TAPPA: MULHOUSE – STRASBURGO (cronometro indivisuale, 120 Km)
PRUDENTE CORSA DI BARTALI NELLA GARA A CRONOMETRO VINTA DA LAMBRECHT

Barcelonnette e l’altimetria della diciottesima tappa (www.ubaye.com)
SUPERDÉVOLUY E I MASTINI DELLA GUERRA: VENI, VIDI, VICI, REMCO, POGI, RICHIE
Torna l’aurea via di mezzo nel Tour fin qui spesso schizofrenico delle troppe tappe piatte senza fughe, neppure tentate prima di finire confusamente in volata di massa; oppure viceversa del tutti uno per angolo, staccati di minuti. Oggi no, oggi è battaglia corpo a corpo, e col dente avvelenato.
Tappa perfetta per Pogacar, approccio da classica dura, finale prima arcigno con giro di vite nel doppio tornante a scollinare, poi misto, tutto da rilanciare con arrivo in leggera salita. Tappa perfetta per Pogacar come già quelle italiane, quella degli sterrati, quella del Massiccio Centrale. Tappa, insomma, che Pogacar farebbe un gran bene a lasciar assopire, perché tutti i precedenti si sono rivelati forieri di grandi dispendî e pochi ragni cavati dal buco. A meno che, certo, quelle mutue frizioni e quello stringere i denti non siano stati l’autentica causa dell’erosione che ha consumato i piloni non così solidi della preparazione di Vingegaard, proprio come era accaduto a parti invertite nel TDF 2023. Ad ogni buon conto, ora che la maglia è più gialla del sole di luglio, non vale la pena di svenare se stessi ma soprattutto la squadra per guadagni destinati a essere cronometricamente modesti: ci attende da domani un trittico di tappe d’impegno crescente in termini di team.
E, per una volta, tutto sembra concorrere a questo disegno ordinato: ordinato fino a un certo punto, perché apre la strada, letteralmente, al caos vorticoso in cui si traducono le migliori tappe da fughe, quelle più sopraffine. Ma il menù apparecchiato è ancor più appetitoso, in varie portate: prima di tutto ci sarà la lotta per formarla, questa fuga, con l’antipasto annesso delle valutazioni tattiche qualora in fuga ci finiscano gregari degli uomini forti della generale. Averne davanti può significare disporre di importanti teste di ponte per un attacco di media gittata, ma anche, difensivamente, che se la bagarre fra i migliori si dovesse scatenare troppo presto, perdendosi dunque il supporto immediato, ci sarebbero uomini davanti da fermare per venire in soccorso a un capitano isolato. Seconda portata, la guerra di trincea punto a punto per la maglia verde finale: sembrava che l’eritreo Girmay fosse definitivamente destinato ad essere il primo africano investito del primato finale nella classifica ormai associata agli uomini veloci, invece la forma crescente di Mathieu van der Poel, qui ad allenarsi per le Olimpiadi sotto le umili vesti di assistman per il compago Philipsen, si è tradotta all’istante in un terzetto di trionfi per il belga, mentre Girmay ha perso una palata di punti con una caduta in un finale cruciale. Ora la battaglia si articola nei traguardi intermedi rimasti, posizionati spesso in modo peculiare nel tracciato di tappa. Infine, va da sé, la vittoria di tappa in quanto tale.
Con queste premesse non sorprende che la fuga stenti a prendere forma: su un percorso che prevede infiniti falsipiani a salire, senza respiro, rimbombano come tuoni in un temporale estivo gli attacchi e i contrattacchi, uno via l’altro, tanto più che si alza il vento e il peloton apre e chiude i propri ventagli con l’ansia di una beghina in una chiesa afosa. Due ore a 48 km/h di media su un nastro d’asfalto che implacabile accumula in quel centinaio scarso di km la bellezza di 1.300 metri di dislivello tutto positivo, senza uno straccio di contropendenza per rifiatare. Se ci sono luogotenenti degli squadroni, serra le fila il controsquadrone rivale, se nell’attacco è assente un team che ancora non ha vinto niente, ecco che dovrà rincorrere per contrappasso e ulteriore tortura, se, più in generale, c’è modo di stroncare l’allungo, ci penserà l’Alpecin di Philipsen che vuole il traguardo intermedio, meglio ancora sganciando Philipsen in avanscoperta in un gruppetto nel quale manchi Girmay. Guerriglia di mestiere per la quale a poco vale il controllo dall’ammiraglia, le situazioni in testa al gruppo sono fluide e variabili più di un fronte burrascoso. Al più i direttori sportivi possono strillare di “chiudere, chiudere, chiudere”: intanto la fatica aumenta, il costo di imbroccare la fuga chiave si fa stellare, e le energie rimaste per il finale di partita pericolosamente misere.
Con questo clima se ne va un drappello di guastatori di lusso, uomini per tutte le stagioni accomunati da un motore clamoroso, Benoot (gregario di Vingegaard che ricordiamo soprattutto vincitore di una delle Strade Bianche più fangosa), il danese Cort killer delle tappe in tutti i grandi giri, dalla mezza montagna, ai muri, alla spiaggia di Viareggio, il rouleur lussemburghese Bob Jungels con una Liegi in palmarés, vinta in fuga ça va sans dire, e poi il francesino promettentissimo Romain Gregoire, qui ad imparare alla scuola di questi scafatissimi navy seals.
Ma dietro il gruppo ancora ribolle. Per fortuna di tutti, tranne che dei quattro davanti, arriva il traguardo volante, vince gli avanzi Girmay su Philipsen, un punticino in più accumulato, ma sostanzialmente un occasione in meno per il rivale belga.
Sullo slancio, si squarciano i cieli e scroscia un cataclisma di fuga da 50 atleti o giù di là, un terzo del gruppo praticamente. Per miracolo non c’è nessun vero uomo di classifica, ma sarà anche che ormai i “veri uomini di classifica” sono una dozzina, per non dire mezza dozzina, per non dire tre. Si rivedono tutti coloro che ci avevano provato e riprovato per quelle due lunghissime ore senza mai farcela, sia i fuggitivi che peraltro hanno provato e riprovato per così tante precedenti tappe, i Carapaz, i Mas, i Guillaume Martin, Simon Yates, De Plus, Aranburu, Mohoric… e poi, si vedono, gran novità alfieri di spessore di Visma e UAE a tagliare la scacchiera avvantaggiandosi “in diagonale”, Soler e Sivakov a coprire Pogacar, mentre Van Aert e Laporte si assomano a Benoot per costituire un’avanguardia di assoluto lusso per Vingegaard.
Mosse e contromosse, basta la reciproca copertura in questa guerra di dissuasione per calmare il gruppone, anzi il gruppetto o quel che resta del gruppo. Così quando arrivano le salite il vantaggio dei fuggitivi è già di sei, sette, otto minuti e può prender corpo la gara nella gara. Non senza, come vedremo, qualche incrocio di linee temporali.
Dopo qualche schermaglia sulla prima e più facile salita, sul Col de Noyer, teatro di una crisi tremendissima di Merckx provocata da Ocaña, oggi è Simon Yates ad accendere le polveri, saltando a velocità doppia i quattro evasi della prima ora, a cui si erano aggiunti un altro paio di cagnacci come Madouas e G. Martin. Dietro però di cagnacci ne arrivano un altro bel paio: Carapaz, mai scoraggiato dal suo laborioso indaffararsi senza costrutto nelle battagliatissime tappe di montagna vissute fin qui, scortato dall’inglese Williams, sorpresa di stagione nel gelo della Freccia Vallone. Le carte si rimescolano e sulle rampe finali durissime e dense di pubblico abbiamo un duello, restano soli Yates, composto come un ufficiale inglese, e Carapaz, ringhiante, col coltello fra i denti. Due re del fuorisella, l’uno ritmico, l’altro rabbioso, il primo però fiammeggiante, il secondo martellante. In una giornata così, chi la dura la vince. E stavolta la tappa è del duro Carapaz. Consolazione parziale di non poter difendere l’oro olimpico a Parigi, l’Ecuador ha un solo posto e sarà per scelta tecnica riservato a Narváez (che infilò Pogi nella prima tappa del Giro, dici niente). Con oggi Richard completa la trilogia, ha vinto tappe in ciascun Grande Giro, oltre ad aver raggiunto almeno il podio in tutti e tre (al Giro pure una vittoria finale con due scalpi di lusso come Nibali e Roglic). Probabilmente dietro a Roglic è lui il più grande e il più solido fra i corridori d’interregno, con l’umiltà di saper scegliere traguardi adatti a ogni stagione del ciclismo che si trova attorno, e di lottare sempre per essi con la massima grinta. Doveva proprio arrivare, questa tappa del Tour, remunerazione karmica minima dopo che decise di concedere al gregario Kwiatkowski quella in cui arrivarono assieme dopo una fuga a due leggendaria, quando entrambi correvano in INEOS, e quando lui, Richard, di tappe al Tour non ne aveva ancora vinte. Poi Yates, altro protagonista degli anni di mezzo, e poi Mas, comprimario di lusso, scalatore sopraffino ma sempre in cerca di un qualcosa in più.
E dietro? Dietro ci prova Ciccone, per riassettare la parte bassa della top ten, ma a Pogi non va. Niente contro Ciccone, è solo che evidentemente la maglia gialla con tutti quei Visma davanti vuole evitare che si scuota troppo il vespaio. Il ritmo sale, la pressione pure, la strada anche e in un momento il gruppo conta undici unità. Gli undici uomini che lottano per la top ten finale. Aria tesa, aria di guai, e allora sul muro più aspro in cima al Noyer, è Pogi stesso ad allungare forte… “a sgranchire le gambe”, avrà a dichiarare. L’arrivo è dietro l’angolo, due km all’insù, discesa ondulata, lungo falsopiano finale. Ma ce n’è di che lottare alla morte, perché Vingegaard va in affanno ed è invece Evenepoel ad apparire più convinto. Tornano utilissimi, fondamentali, cruciali gli uomini Visma avvantaggiatisi in precedenza, tutti quanti, Benoot, Van Aert, Laporte, perché Remco è scatenato e seppur in discesa, trattandosi di un tracciato poco tecnico ma semmai rettilineo e di forza, lancia al massimo dei giri la propria pazzesca cilindrata. Pogacar non prende il largo, anzi è presto ripreso, Vingegaard è riportato sotto dai propri scherani. Stallo. La maglia gialla impalpabilmente scivola dall’azione all’inazione: anche questo un atto di guerra, di guerra tattica. E Remco riapre il gas, supportato anche da un Hirt mimetizzato fin lì fra gli avventurieri della maxifuga. Pogi non reagisce, siede sereno a ruota, tocca ai Visma: Vingegaard è ben protetto ma il supporto scema, mentre lui annaspa in un crescente affanno. Ed Evenepoel strappa sul traguardo una manciata di secondi, un niente, dodici su Vingegaard, ma sono dodici gocce di sangue. La promessa di una ferita aperta da cui farne sgorgare ancora. Evenepoel, mastino, indomito, incurante di numeri, distacchi e dati. Infine, sul traguardo, esce, letteralmente “esce”, il Pogacar che non piace, il Pogacar feroce, quello che ha aspettato l’ultimo momento per scattare in faccia al rivale danese e lasciarlo secco. Due. Secondi. Senza nemmeno gli abbuoni da disputare. Solo la cattiveria, la botta morale, lo schiaffone immorale. Esce il veleno di sconfitte incassate col sorriso, ma evidentemente non certo con bonomia. Il veleno sorbito quest’anno con le dichiarazioni fuorvianti di Vingegaard e del suo team, in una campagna di disinformazione e pretattica degna di un’autentica campagna militare. Il veleno, forse, di un timore non del tutto sopito, il timore della sconfitta imprevedibile, impensabile, fuori parametro… lo spettro della crono di Combloux. À la guerre comme a la guerre?
Gabriele Bugada

Carapaz si impone in solitaria a SuperDévoluy (Dario Belingheri/Getty Images)
17-07-2024
luglio 17, 2024 by Redazione
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TOUR DE FRANCE
L’ecuadoriano Richard Carapaz (EF Education – EasyPost) si è imposto nella diciassettesima tappa, Saint-Paul-Trois-Châteaux – Superdévoluy, percorrendo 177.8 Km in 4h06′13″, alla media di 43.328 Km/h. Ha preceduto di 37″ il britannico Simon Yates (Team Jayco AlUla) e di 57″ lo spagnolo Enric Mas (Movistar Team). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek), 41° a 9′26″. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) è ancora in maglia gialla con 3′11″ sul danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e 5′09″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Ciccone, 8° a 17′51″
GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under23)
Il kazako Ilkhan Dostiyev (Astana Qazaqstan Development Team) si è imposto nella prima tappa, Saint Gervais Mont Blanc – Passy (Plaine Joux), percorrendo 40.8 Km in 1h06′55″, alla media di 36.583 Km/h. Ha preceduto di 12″ l’australiano Alastair Mackellar (Hagens Berman Jayco) e l’italiano Ludovico Crescioli (Team Technipes #inEmiliaRomagna). Dostiyev è il primo leader della classifica con 12″ su Mackellar e Crescioli
BALOISE LADIES TOUR
L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) si è imposta nel prologo, circuito a cronometro di Hulst, percorrendo 2.7 Km in 3′16″, alla media di 49.592 Km/h. Ha preceduto di 5″ la belga Fien Van Eynde (Fenix-Deceuninck Development Team) e la connazionale Charlotte Kool (Team Dsm-Firmenich PostNL). Miglior italiana Rachele Barbieri (Team Dsm-Firmenich PostNL), 10° a 7″. La Wiebes è la prima leader della classifica con 5″ sulla Van Eynde e sulla Kool. Miglior italiana la Barbieri, 10° a 7″.
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SAINT-PAUL-TROIS-CHÂTEAUX – SUPERDÉVOLUY
luglio 17, 2024 by Redazione
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Il Tour si appresta a far ritorno sulle Alpi, già visitate per 24 ore durante la prima settimana in occasione della frazione del Galibier. Quello odierno sarà solo un assaggino, in vista dei due dure tapponi previsti tra venerdì e sabato, ma lo spazio per stimolare le velleità degli scalatori c’è.
E’ già ora di tornare in montagna per il Tour 2024, che andrà nuovamente a pedalare sulle strade della catena alpina, già attraversata in occasione della quarta frazione, la tappa che aveva condotto la “carovana gialla” dall’Italia alla Francia scalando i passi del Sestriere e del Galibier. In attesa dei duri tapponi di Isola 2000 e del Col de la Couillole, previsti venerdì e sabato prossimo, oggi andrà in scena quella che a prima vista è la meno impegnativa tra le sette tappe d’alta montagna previste quest’anno dal percorso. In realtà trattasi di un prelibato bocconcino per gli scalatori, in particolare per quelli che si trovano lontanissimo dai piani alti della classifica e che potrebbero sfruttare l’occasione per infilarsi nella fuga da lontano, sempre che questa non venga stoppata sul nascere dalle formazioni dei corridori che stanno lottando per la maglia verde e che vorranno tenere cucita la corsa almeno fino al traguardo volante di Veynes, collocato al 115° Km di gara. Il trittico di ascese che caratterizza gli ultimi 39 Km potrebbero, però, ispirare anche corridori più “altolocati” se si pensa che Vingegaard, attualmente secondo a 3′34″ dall’inossidabile Pogacar, dopo le due imprese dello sloveno sui Pirenei ha dichiarato di credere ancora alla possibilità di ribaltare le sorti della corsa. Per farlo oggi avrà a disposizione poco meno di 20 Km d’ascesa, cominciando con quella che condurrà al Col Bayard (7 Km al 7.2%), anche se la più interessante per un attacco sarà quella del successivo Col du Noyer, che misura 7.6 Km, sale al 7.9% e presenta nel finale un tratto di 2000 metri al 10%, il tutto “condito” da una sede stradale stretta che inevitabilmente metterà in fila i pretendenti alla maglia gialla. Dopo lo scollinamento inizierà un tuffo di poco più di 7 Km che terminerà esattamente ai piedi della salita conclusiva, questa non particolarmente difficile, che in 3.9 Km al 5.7% condurrà alla stazione di sport invernali di SuperDévoluy, debuttante al Tour dopo aver ospitato negli anni scorsi in due occasioni il Giro del Delfinato. A vincere quelle due frazioni – il finale era lo stesso di quello odierno, ma senza il Bayard – furono lo spagnolo Samuel Sánchez nel 2013 e il britannico Steve Cummings nel 2016, mentre in entrambi i casi a vestire la maglia di leader era Chris Froome
METEO TOUR
Saint-Paul-Trois-Châteaux: nubi sparse, 28°C, vento forte da NO (27-54 Km/h), umidità al 39%
Rosans (Km 73.4): sereno, 28°C, vento moderato da NO (9-29 Km/h), umidità al 40%
Veynes (Traguardo Volante – Km 114.8): sereno, 27°C, vento moderato da O (4-20 Km/h), umidità al 44%
SuperDévoluy: sereno, 21°C, vento moderato da NO (8-27 Km/h), umidità al 54%
GLI ORARI DEL TOUR
12.15: inizio diretta su Eurosport
12.45: partenza da Saint-Paul-Trois-Châteaux
14.00: inizio diretta su Rai2
15.15-15.35: traguardo volante di Veynes
15.50-16.10: inizio salita Col Bayard
16.05-16.30: GPM del Col Bayard
16.25-16.50: inizio salita Col du Noyer
16.40-17.10: GPM del Col du Noyer (con abbuoni)
16.55-17.30: arrivo a SuperDévoluy
RASSEGNA STAMPA
Italia
Philipsen non perdona: Vdp lo lancia, lui fa tris a Nimes. Nessun problema per Pogacar
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Girmay na tleh. Philipsen brez težav do tretje etapne zmage (Girmay sul pavimento. Philipsen senza problemi alla terza vittoria di tappa)
Delo
Danimarca
Philipsen vinder søvndyssende Tour-etape i massespurt (Philipsen vince la tappa del Tour che induce al sonno in uno sprint di massa)
Politiken
Regno Unito
Mark Cavendish misses out in his final Tour de France sprint as Jasper Philipsen wins stage 16 (Mark Cavendish perde il suo ultimo sprint del Tour de France mentre Jasper Philipsen vince la tappa 16)
The Daily Telegraph
Francia
Le triplé pour Philipsen, Girmay a chuté (Tripletta per Philipsen, cade Girmay)
L’Équipe
Spagna
Philipsen caza a Girmay (Philipsen dà la caccia a Girmay)
AS
Belgio
En dat is nummer 3! Jasper Philipsen sprint oppermachtig naar ritzege in Tour de France (E questo è il numero 3! Jasper Philipsen fa uno sprint supremo per conquistare la vittoria di tappa al Tour de France)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Hattrick Jasper Philipsen in Tour (Tripletta di Jasper Philipsen al Tour)
De Telegraaf
Germania
Philipsen schneller: Bauhaus verpasst Etappensieg – Girmay gestürzt (Philipsen più veloce: Bauhaus ha mancato la vittoria di tappa – Girmay è caduto)
Kicker
Stati Uniti
Belgian sprinter Philipsen completes hat trick of stage wins at Tour, Girmay falls near finish (Il velocista belga Philipsen completa la tripletta di vittorie di tappa al Tour, Girmay cade vicino al traguardo)
The Washington Post
Colombia
Jasper Philipsen logró su tercer victoria de etapa en el Tour de Francia 2024 (Jasper Philipsen ha ottenuto la sua terza vittoria di tappa al Tour de France 2024)
El Espectador
Ecuador
Tour de Francia: Jasper Philipsen firma su triplete; Richard Carapaz salva la etapa 16 (Tour de France: Jasper Philipsen firma la sua tripletta; Richard Carapaz salva la tappa 16)
El Universo
Australia
Tour stage treble for Philipsen as Girmay falls (Tripletta di tappa del Tour per Philipsen mentre Girmay cade)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della sedicesima tappa, Gruissan – Nîmes
1° Christopher Juul-Jensen
2° Tim Wellens s.t.
3° Harold Tejada a 9″
4° Richard Carapaz s.t.
5° Alexey Lutsenko s.t.
Miglior italiano: Luca Mozzato, 29° a 1′27″
Classifica generale
1° Davide Ballerini
2° Mark Cavendish a 25″
3° Jarrad Drizners a 3′51″
4° Phil Bauhaus a 10′23″
5° Fernando Gaviria a 11′38″
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Pancani: “Una tappa riservata e pianeggiante”
Cassani (traducendo Pogacar): “Sono numeri che non ho mai fatto sul Plateau de Beille” (anche perché non lo ha mai scalato prima)
Rizzato: “Prendentele con le molle questi dati”
Cassani: “Ieri ha fatto fatica, come tanti velocisti” (ieri c’era il riposo)
Rizzato: “Francesco Pantani”
Cassani: “Van Aert è nella ruota del campione europeo”
Cassani: “Ci sono stato un po’ di testate”
Garzelli: “Si viaggiano a 70 all’ora”
Teletext TV Svizzera: “La lotta alla maglia verde”
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948
La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
19 LUGLIO 1948 – 16a TAPPA: LOSANNA – MULHOUSE (243 Km)*
INATTACCABILE GINO BARTALI DOPO LA DEFINITIVA RESA DI BOBET – TENTERÀ SCHOTTE L’ESTREMO COLPO SULLE STRADE BELGHE CONTRO BARTALI? – HO SCOMMESSO CHE GINO VINCERÀ ANCHE TAPPA A CRONOMETRO
Oggi riposo: domani ultima incognita
*Nei titoli del quotidiano piemontese non si fa accenno all’esito della tappa, vinta dal belga Edward Van Dijck
TOGLIATTI FUORI PERICOLO
Dopo la confessione dell’attentatore Pallante l’istruttoria si svolge con rito sommario

SuperDévoluy e l’altimetria della diciassettesima tappa (skidata.io)