TOUR DE FRANCE 2024 – LE PAGELLE

luglio 23, 2024 by Redazione  
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Le pagelle del Tour de France appena concluso

TADEJ POGACAR. Il nuovo cannibale del ciclismo domina il Tour 2024 lasciando le briciole agli avversari. Una dimostrazione di classe e potenza che si riassume nelle sei vittorie di tappa conquistate dal fenomeno sloveno tra Pirenei e Alpi. Entra con merito nel club dei ciclisti che hanno fatto la doppietta Giro – Tour nello stesso anno. Il prossimo passo sarà la tripletta Giro-Tour-Vuelta?. VOTO: 9.5

JONAS VINGEGAARD. Fa quello che può per contrastare Pogacar e vince anche l’11° tappa di Le Lioran davanti allo sloveno, forse illudendo se stesso e gli appassionati di ciclismo che avrebbe potuto competere per la vittoria finale. Ma alla fine il ritardo di preparazione dovuto alla caduta al Giro dei Paesi Baschi si fa sentire, pur concludendo in crescendo ed ottenendo con merito il secondo posto finale. VOTO: 8.5

REMCO EVENEPOEL. Alla partenza da Firenze non lo si era mai visto così magro e soprattutto convinto di poter ambire al podio finale. Fa vedere le cose migliori nella prima metà del Tour, raggiungendo il punto più alto con la vittoria nella cronometro individuale di Gevrey-Chambertin, salvo poi mantenersi a galla nelle tappe pirenaiche ed alpine. La brillantezza viene meno nel finale e alla fine oltre 9 minuti di ritardo da Pogacar si fanno sentire, anche se mantiene la terza posizione. VOTO: 8

JOAO ALMEIDA. Tra i gregari più preziosi di Pogacar, si ritaglia un suo spazio non mollando mai nelle tappe più impegnative, dopo essere stato spesso e volentieri l’ultimo uomo per lo sloveno. Alla fine termina in quarta posizione ma ci resta il dubbio che senza Pogacar sarebbe arrivato abbastanza comodamente nei primi tre. VOTO: 8

BINIAM GIRMAY. È il primo africano di colore a vincere la maglia verde al Tour de France. Mostra una tenacia e una convinzione davvero esemplari che lo portano a vincere tre tappe e altrettante top five, lui che inizialmente sembrava dovesse tirare le volate al compagno di squadra Gerben Thijssen. La caduta nel finale della sedicesima tappa poteva minare le sue certezze ma con grande abnegazione riesce a ribaltare le sorti a suo favore negli ultimi traguardi volanti. VOTO: 8

MARK CAVENDISH. Con la vittoria nella quinta tappa supera Eddy Merckx nel computo totale delle vittorie di tappa al Tour. Chapeau! VOTO: 8

MIKEL LANDA. Lavora per Evenepoel e anche lui non affonda del tutto nelle retrovie della classifica generale, concludendo in quinta posizione, pur con oltre 20 minuti di ritardo da Pogacar. VOTO: 7.5

RICHARD CARAPAZ. Sfrutta le sue doti di scalatore e vince l’insidiosa diciassettesima tappa con arrivo a SuperDévoluy, dopo aver addirittura indossato la maglia gialla al termine della terza tappa. Capisce che può inserirsi nella lotta per la maglia a pois e nelle tappe conclusive sulle Alpi è sempre protagonista tra fughe e scollinamenti sui GPM. Vince la maglia di leader degli scalatori nonostante Pogacar provi a insidiarlo nelle ultime tappe. VOTO: 7.5

ADAM YATES. Si sacrifica con abnegazione e dedizione alla causa di Pogacar risultando, forse al pari di Almeida, un valido gregario. Le sue accelerazioni in testa al gruppo selezionano il gruppo dei favoriti e la top ten finale è il giusto premio per un ciclista che avrebbe potuto tranquillamente fare corsa a sé. VOTO: 7

ROMAIN BARDET. La prima maglia gialla è sua grazie al bell’attacco in coppia col compagno di squadra Frank van den Broek. Una bella soddisfazione per un ciclista che si avvia sul viale del tramonto avendo dichiarato alla vigilia che sarebbe stato il suo ultimo Tour. VOTO: 7

BEN HEALY. Attaccare (quasi) sempre e comunque. Questo il motto del ciclista irlandese, protagonista spesso e volentieri nelle prime posizioni del gruppo. Siamo sicuri che prima o poi al Tour una tappa la vincerà. VOTO: 7

ANTHONY TURGIS, KEVIN VAUQUELIN. Danno alla Francia, dopo Bardet, altre due vittorie di tappa. VOTO: 7

DYLAN GROENEWEGEN. Vince in volata a Digione ottenendo complessivamente la sesta vittoria al Tour de France. VOTO: 7

VICTOR CAMPENAERTS. Va in fuga nella diciottesima tappa e vince in una volata ristretta davati a Vercher e Kwiatkowski, consegnando al Belgio la quarta vittoria di tappa al Tour 2024. VOTO: 7

JASPER PHILIPSEN. Una prima settimana da dimenticare lo esclude praticamente dalla lotta per la maglia verde, nonostante una seconda parte di Tour in crescendo condita da tre vittorie di tappa. Fatale, probabilmente, il declassamento nella tappa di Digione per avere chiuso Wout Van Aert contro le transenne. VOTO: 6

WOUT VAN AERT. Nonostante l’impegno e l’obiettivo dichiarato di vincere almeno una tappa, riesce a ottenere soltanto due secondi posti e cinque top ten. Lavora quando deve per Vingegaard, ma nel complesso non è apparso brillantissimo, avendo dovuto fare anche lui i conti con un lungo recupero dopo la brutta caduta alla Dwars door Vlaanderen. VOTO: 6

PRIMOZ ROGLIC. Alla vigilia del Tour sembrava la minaccia più grande per Pogacar ma non ha mai dato la sensazione di esserlo concretamente. La caduta – per colpe non sue – e il ritiro al termine della 12a tappa mettono fine ad un Tour a cui non possiamo dare la sufficienza. Lo aspettiamo alla Vuelta per una pronta reazione. VOTO: 5.5

GIULIO CICCONE. Sulla carta era e si conferma l’italiano più forte al Tour 2024. Due quinti posti nell’undicesima e nella quattordicesima tappa non bastano comunque a fargli raggiungere la sufficienza, anche perchè fallisce la top ten finale. VOTO: 5.5

CARLOS RODRIGUEZ. Il capitano designato dell’INEOS dopo un ottimo Giro di Romandia e un buon Criterium del Delfinato stecca il Tour senza se e senza ma, risultando impalpabile, quasi apatico, alle dinamiche di corsa. Mai un attacco, mai uno scatto, mai un sussulto. Il settimo posto finale sembra addirittura generoso per un ciclista dal quale ci si aspettava sinceramente qualcosa in più. VOTO: 5

ALBERTO BETTIOL. Sfoggia la maglia di campione italiano recentemente conquistata ma non riesce mai a incidere o a essere protagonista più di tanto, nonostante i proclami iniziali. Non fa meglio di un decimo posto nella tappa inaugurale da Firenze a Rimini, poi nel prosieguo del Tour si perde nell’anonimato fino al ritiro nella quattordicesima tappa. VOTO: 5

Antonio Scarfone

23-07-2024

luglio 23, 2024 by Redazione  
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ETHIAS – TOUR DE WALLONIE

Il neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) si è imposto nella seconda tappa, Saint-Ghislain – Ouffet, percorrendo 188.2 Km in 4h04′23″, alla media di 46.218 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Emilien Jeannière (TotalEnergies) e Paul Penhoët (Groupama – FDJ). Miglior italiano Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), 8°. Strong è il nuovo leader della classifica con 3″ sul belga Jordi Meeus (Red Bull – BORA – hansgrohe) e 5″ su Penhoët. Miglior italiano Trentin, 7 a 11″

VUELTA A CASTILLA Y LEÓN

L’australiano Caleb Ewan (Team Jayco AlUla) si è imposto nella corsa spagnola, Valladolid – La Cistérniga, percorrendo 199.7 Km in 4h33′55″, alla media di 43.743 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Davide Cimolai (Movistar Team) e il belga Jenthe Biermans (Arkéa – B&B Hotels)

MEMORIAŁ ANDRZEJA TROCHANOWSKIEGO

Il polacco Norbert Banaszek (Mazowsze Serce Polski) si è imposto nella corsa polacca, circuito di Mława, percorrendo 143.5 Km in 3h25′56″, alla media di 47.345 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Magnus Bak Klaris (Airtox – Carl Ras) e il connazionale Bartłomiej Proć (Santic – Wibatech). Unico italiano in gara Jacopo Colladon (Team Novo Nordisk Development), 66°.

TOUR DE BANYUWANGI IJEN (Indonesia)

L’estone Martin Laas (Ferei Quick-Panda Podium Mongolia Team) si è imposto nella seconda tappa, Alaspurwo – Banyuwangi, percorrendo 147.8 Km in 3h20′46″, alla media di 44.171 Km/h. Ha preceduto allo sprint il malese Mohamad Izzat Hilmi Abdul Halil (Malaysia Pro Cycling) e l’indonesiano Terry Kusuma (Kelapa Gading Bikers). Nessun italiano in gara. L’australiano Ryan Cavanagh (Kinan Racing Team) è ancora leader della classifica con 8″ sul neozelandese Boris Clark (St George Continental Cycling Team) e 13″ sull’indonesiano Muhammah Imam Arifin (Nusantara Cycling Team).

POGI, SEMPRE POGI, FORTISSIMAMENTE POGI: DODICI TAPPE PER UNA DOPPIETTA

luglio 23, 2024 by Redazione  
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Bulimia Pogacar. Vince sempre lui. Se al Giro sceglieva, fatti salvi regali impiattati su vassoi d’argento dagli avversari, al Tour si prende tutto. Tranne Parigi… perché quest’anno si finisce a Nizza, e perché Tadej rinuncia alle Olimpiadi imminenti.

La tappa finale di Nizza, originale (per il Tour) soluzione a crono che sostituisce causa Olimpiadi il classico e monumentale sprint sui Campi Elisi con Arco di Trionfo a condimento, emette un verdetto tutto fuorché originale: podio di giornata, Pogacar-Vingegaard-Evenepoel. Podio finale del TDF: Pogacar-Vingegaard-Evenepoel. Pochissime le sorprese, minimi i rivolgimenti su una classifica ormai già scandita a giri di clessidra più che a ticchettii di cronometro.
Fuori il dente, fuori il dolore: l’unica notizia di giornata per quanto concerne la top ten conclusiva riguarda l’italiano Ciccone, che dopo un Tour solido e costante esce sonoramente sconfitto dal gioco delle “sedie musicali” che vedeva quattro atleti battagliare per i tre posti dall’ottavo al decimo, rimasugli caduti dalla tovaglia dei quattro big team (UAE, Visma, Soudal-Quickstep e INEOS) che avevano già precettato con capitani e gregari – gregari di grandissimo lusso, s’intende – tutta l’alta classifica. Se lo svizzero Gall era prematuramente uscito dalla giostra in cui erano in lizza con lui e Ciccone anche il colombiano Buitrago e il canadese Gee, l’ingordigia inarrestabile degli squadroni aveva riportato in ballo lo statunitense Jorgenson della Visma, prima impiegato come supporto a Vingegaard: grazie a una serie di cavalcate autonome, tenute a bada dal solo Pogacar, il promettente, versatile e sempre sorprendente lungagnone si era sulle Alpi proiettato con prepotenza verso l’ottavo posto, rimandando dunque Ciccone, Gee e Buitrago a scannarsi per nona e decima piazza. Jorgenson suggella l’operazione con un’eclatante cronometro conclusiva che lo vede primo degli umani dietro i tre fenomeni del cui dominio si è detto in apertura, mentre Ciccone, a dispetto di una bella discesa, cede proprio in salita da Buitrago ma soprattutto da un Gee clamoroso, il quale proprio nei segmenti ascendenti era stato addirittura il primo rivale dei Magnifici Tre. Ecco dunque tre atleti delle Americhe a imbottire la base della top 10, con tre storie interessanti e variegate: la sorpresa Gee come GC-man per gli israeliani; la crescita regolare di Buitrago ultimo alfiere del ciclismo colombiano (illusoria la bella classifica di Bernal nella prima metà di Tour); la folgorante ascesa di Jorgenson, scoperto dalla Movistar poi abbandonata con disprezzo. Ma al di là dei meriti altrui, Giulio paga il proprio umano appannamento, dopo essersi a più riprese esposto nelle tappe precedenti per mettere in difficoltà gli avversari, vanamente purtroppo.
E qui viene a galla uno dei leit motiv impliciti di questo Tour: Pogacar ha decretato con editto imperiale che non sarebbe stata concessa libertà di movimento alcuna a chi lottasse per la classifica. Scelta peculiare e dispendiosa, visto che “essere in classifica” in questo Tour, fatti salvi appunto i primi tre gradini del podio, significa avere accumulato un distacco di venti minuti-mezzora (il quarto in classifica generale è a 19 minuti Almeida, peraltro gregario di Pogacar, il decimo è Buitrago a 29 minuti), vale a dire un distacco che in qualsiasi altro contesto sarebbe perfettamente compatibile con l’essere un candidato per la fuga di giornata.
Come già l’anno scorso, ma a parti invertite, abbiamo goduto di un Tour insospettabilmente apertissimo per due terzi, poi la svolta: nel 2023 alla sedicesima tappa la crono di Combloux aveva sancito un’esplosiva superiorità di Vingegaard al di là di ogni gestibilità per Pogacar, poi crollato più di testa che di gambe prima del contentino finale sui Vosgi. Quest’anno è la quindicesima tappa, Plateau de Beille che stronca ogni velleità del danese, per il quale quanto segue è solo sofferenza e strenua difesa, peraltro solida, nei confronti delle insidie portate dal giovane Evenepoel verso il secondo posto. Certamente nel 2023 la questione è che al netto della battuta a vuoto sul Marie Blanque, Pogacar era apparso in realtà più forte, seppur leggermente, del proprio avversario, almeno fino al risultato choc della crono che aveva completamente sovvertito ogni pronostico. Dopodiché lo sloveno aveva patito, come detto, un crollo verticale, anche rispetto al resto della concorrenza, salvo poi tornare ad affermarsi (ma forse tenuto al guinzaglio) alla penultima tappa. Quest’anno invece la sorpresa era consistita nel vedere un Vingegaard capace di reggere in modo solvente sotto i veementi colpi d’ariete dell’avversario, a maggior ragione su una gamma di terreni che tutti vedevano più favorevole a Pogacar. La sconfitta secca, tuttavia, sarebbe giunta proprio nel giorno in cui tutti, a cominciare dalla Visma, credevano sarebbe potuto emergere un differenziale positivo a favore del proprio atleta. Dopo la batosta, sancita da uno sguardo all’indietro, in quel caso verso Pogacar a ruota, il segno distintivo del Tour di Vingegaard sarebbe divenuto lo sguardo indietro, ma stavolta ad Evenepoel, vuoi come alleato, vuoi come avversario. Ma l’iniziativa sarebbe stata sostanzialmente sempre nelle mani del belga, nonostante quest’ultima frazione abbia ratificato che le energie fisiche maggiori erano ancora nelle gambe del danese, inibito però dall’esprimerle nelle tappe in linea per un proprio approccio, diciamo, contropiedista, nonché, senz’altro, per la tremenda botta morale di vedersi surclassato dall’avversario storico.
Non è forse un caso che entrambi i fenomeni nell’anno della sconfitta venissero da una preparazione perfettibile. Comunque la loro superiorità è tale che non è necessario ottimizzare per essere ampiamente irraggiungibili non solo per gli atleti professionisti “normali”, ma perfino per indiscutibili campioni come Roglic o – finora – per un talento naturale straripante com’è quello di Evenepoel. La bilancia s’inclina in una direzione o nell’altra solo fra loro due.
Pogacar è stato sostenuto nel proprio dominio sconcertante da una squadra di campioni acquistati al suo servizio, Vingegaard aveva avuto nelle sue due vittorie un team capace di elevare al rango di veri e propri mostri gli onesti mestieranti via via contrattati. Quest’anno la Visma sembra aver perso la relativa bacchetta magica, ma questo depone a favore del danese, il cui rendimento è rimasto estremamente alto. D’altro canto va però detto che quando un po’ di polvere di stelle si è sparsa in casa Visma, sostanzialmente sulle Alpi, il team ha prodotto grandi manovre strategiche degne di Annibale o Napoleone, ritrovando gambe fenomenali, ma è stato in questo caso proprio il capitano a non provare azzardi sulla lunga gittata, vuoi per timore di perdere il secondo posto, vuoi perché travolto in una spirale di sudditanza nei confronti del Re Sole Pogacar.
Ora, come insegnano storie e leggende di ogni latitudine, dopo aver sconfitto il proprio più temibile rivale, resta ancora un avversario capace di sprofondare l’eroe solare in precipizi tenebrosi: se stesso. Il cannibalismo di Pogacar anche in termini di tappe va apparendo via via più innecessario, i colpi di maglio psicologici volti a stroncare un Vingegaard in affanno risultano invero gratuiti. D’accordo scegliere, come al Giro, qualche tappa da vincere comunque per il significato speciale che possa avere, leggasi Livigno o Oropa, d’accordo dedicare una giornata allo spettacolo quando la classifica è già chiusa, come sul Grappa, d’accordo anche prendersi una tappa quasi per sbaglio se le trovate di altri team la servono su piatto d’argento e, al contempo, i possibili donatari non hanno i mezzi fisici per farsi girare il regalo. Qui però si è andati oltre: sembrava trasparire una rabbia cupa per le sconfitte passate, perfino per la lesa maestà di essere stato affrontato alla pari per una buona metà di Tour. Ben vengano grandi rivalità che sono il sale del ciclismo, ma attenzione alle fessure inattese dalle quali possa strisciare nella sala del treno la serpe della disgrazia. Per fare un piccolo esempio banale, Tadej ha appena annunciato che non parteciperà alle Olimpiadi di Parigi, dove sarebbe stato una garanzia di medaglia per la propria federazione e per il proprio Paese. La ragione addotta ufficialmente, la stanchezza. Le malelingue parlano di dissidi con la federazione nazionale in merito alla selezione femminile, dalla quale sarebbe stata esclusa, nonostante ottimi risultati sulla scena locale, la storica fidanzata di Pogi, a cui lui è legatissimo (sacrificò una Liegi a un lutto familiare di lei). Decisione assolutamente legittima, ma purtroppo nel ciclismo inimicarsi la propria federazione, pur quasi inevitabile in certi contesti se si è atleta di peso e dignità, può attrarre conseguenze incontrollabili.
Intanto però non pensiamo alle ombre e crogioliamoci almeno per un po’ al sole di questo Tour che ex post ci può sembrare scontato e dominato, ma che, se ci pensiamo bene, ci ha lasciati nella più grande incertezza fino a tutto il secondo weekend: e oltre, volendo, dato che pur definitisi i rapporti di forza, comunque si poteva credere in qualche folle gesto d’orgoglio da parte del danese e del suo team. Con tappe assolutamente superbe per la classifica quali quella degli sterrati o quella del Massiccio Centrale, ma certamente anche la prima crono, il Galibier o Pla d’Adet.

Gabriele Bugada

Il podio del Tour 2024 (foto Marco Bertorello / AFP / Getty Images)

Il podio del Tour 2024 (foto Marco Bertorello / AFP / Getty Images)

GIRO DI VALLONIA, PRIMA TAPPA A MEEUS

luglio 22, 2024 by Redazione  
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Ha preso il via oggi da Tournai la 45a edixzione dell’Ethias-Tour de Wallonie. La prima tappa ha vsto il successo del belga Jordi Meeus su Madis Mihkels e Paul Penhoët.

Meno di 24 ore dopo la fine del Tour de France ha preso il via l’Ethias-Tour de Wallonie, corsa belga giunta alla quarantacinquesima edizione. Non è presente ai nastri di partenza il vincitore dello scorso anno Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) e così i corridori più accreditati per la vittoria finale sono il belga Dylan Teuns (Israel – Premier Tech), il francese Benoit Cosnefroy (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e l’italiano Matteo Trentin (Tudor).

La prima tappa si è corsa sulla distanza di 179 Km tra Tournai a Fleurs, su di un percorso che prevedeva 3 Gran Premio della Montagna, il più impegnativo e interessante dei quali era l’ultimo, la Côte du Petit Try (1,2 km al 7,2%), piazzato a 10 Km dal traguardo. Queste difficoltà, che comprevano anche tre settori di pavè, non hanno inciso più di tanto sulla gara, mentre molto più decisivo è stato un errore della moto ripresa che subito prima dell’ultimo chilometro ha sbagliato direzione provocando la caduta di alcuni corridori, tra i quali l’italiano Alberto Dainese (Tudor). L’incidente ha influito sull’esito della gara, con le ruote veloci rimaste immuni dal marasma conseguente che hanno avuto la possibilità di andarsi a giocare la tappa su di un gruppo ormai ridotto, anche se i distacchi provocati dalla caduta sono stati neutralizzati dalla giuria.
La volata finale ha visto il successo del belga Jordi Meeus (Red Bull – BORA – hansgrohe) che ha messo la sua ruota davanti a quelle di Madis Mihkels (Intermarché – Wanty), Paul Penhoët (Groupama – FDJ), Mick van Dijke (Team Visma | Lease a Bike), Emilien Jeannière (TotalEnergies), Pierre Gautherat (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Jesse Kramer (Team Visma | Lease a Bike), Lilian Calmejane (Intermarché – Wanty), Luca Van Boven (Bingoal WB) e Florian Vermeersch (Lotto Dstny).
Meeus guida la classifica generale con 4″ su Mihkels e 6″ su Penhoët. Nella TopTen figura anche Trentin (Tudor Pro Cycling Team), piazzatosi ventisettesimo ma che ad un abbuono racimolato a un traguardo volante, è risalito fino all’ottavo posto in classifica con 8″ di ritardo.
Domani la seconda tappa porterà il gruppo da Saint-Ghislain a Ouffet in 188 Km, proponendo un tracciato che potrebbe risultare indigesto per i velocisti puri. A una quindicina di chilometri dall’arrivo si dovrà, infatti, scalare la Côte de Géromont (1,6 km al 8,1%), ma anche nei 6000 metri conclusivi si dovrà pedalare costantemente in leggera salita.

Mario Prato

Meeus vince la prima tappa della corsa vallone (Getty Images)

Meeus vince la prima tappa della corsa vallone (Getty Images)

22-07-2024

luglio 22, 2024 by Redazione  
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ETHIAS – TOUR DE WALLONIE

Il belga Jordi Meeus (Red Bull – BORA – hansgrohe) si è imposto nella prima tappa, Tournai – Fleurus, percorrendo 179.2 Km in 4h03′11″, alla media di 44.214 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’estone Madis Mihkels (Intermarché – Wanty) e il francese Paul Penhoët (Groupama – FDJ). Miglior italiano Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), 27°. Meeus è il primo leader della classifica con 4″ su Mihkels e 6″ su Penhoët. Miglior italiano Trentin, 7 a 8″

TOUR DE BANYUWANGI IJEN (Indonesia)

L’australiano Ryan Cavanagh (Kinan Racing Team) si è imposto nella prima tappa, Tegalsari – Banyuwangi, percorrendo 130.4 Km in 2h45′28″, alla media di 47.284 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Boris Clark (St George Continental Cycling Team) e l’indonesiano Muhammah Imam Arifin (Nusantara Cycling Team). Nessun italiano in gara. Cavanagh è il primo leader della classifica con 7″ su Clark e 12″ su Arifin

LA GRANDE BOUCLE CHE VERRÀ (e altro ancora): TOUR DE FRANCE 2025

luglio 22, 2024 by Redazione  
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Ecco le modalità di partenza della prossima edizione del Tour de France. Nel 2025 la corsa trasalpina scatterà da Lilla, nel nord della Francia, e potrebbe tornare nuovamente in Italia.

Un’edizione del Tour è appena terminata e già la successiva traspare all’orizzonte. È da diversi mesi che si conoscono le modalità di partenza della Grande Boucle n° 112, essendo le prime tre tappe state svelate con grande anticipo il 30 novembre dello scorso anno. Non è, dunque, un mistero che nel 2025 il Tour tornerà a partire dentro i confini nazionali, dopo che le ultime tre edizioni erano consecutivamente scattate dall’estero. La cittadina prescelta per dare il “via” alla corsa sarà Lilla, nel nord est della nazione, da dove la Grande Boucle era già partita nel 1994, quando sulle strade del capoluogo della regione dell’Alta Francia si era disputato un tradizionale cronoprologo d’avvio, vinto dal britannico Chris Boardman. Tra dodici mesi le modalità di partenza saranno diverse e a vestire la prima maglia gialla sarà, sempre che non capitino strada facendo clamorose soprese, un velocità poichè il Tour si metterà in marcia con una tappa in circuito di 185 Km dall’altimetria prevalentemente pianeggiante, anche se non mancheranno alcune semplici collinette – Notre-Dame-de-Lorette, Cassel e Mont Noir – che metteranno in palio la prima maglia a pois di leader della classifica degli scalatori. Più articolato sarà il tracciato della successiva frazione che da Lauwin-Planque condurrà in 209 Km a Boulogne-sur-Mer, il cui finale ricorda quello della tappa di Bologna perchè si dovranno affrontare i muri di Haut Pichot (1 Km al 10%) e di Saint-Étienne-au-Mont (900 metri all’11%) a ridosso del finale, che prevede un ultima “côte” (Outreau, 800 metri all’8.8%) prima della breve e più pedalabile ascesa in cima alla quale sarà posto il traguardo. Torneranno protagonisti i velocisti nell’ultima delle tre tappe finora presentate, disegnata tra Valenciennes e Dunkerque, caratterizzata dalla sola ascesa a Cassel (affrontata anche il primo giorno) e probabilmente dal vento che spazza le zone costiere e l’entroterra della Manica.
L’indomani si ripartirà da Amiens, mentre il resto del tracciato è ancora da svelare – lo si conoscerà ufficialmente ad ottobre – ma incastrando i primi “rumors” pare che la corsa rimarrà nel nord della Francia ancora per qualche giorno puntando verso la Bretagna, dove il quotidiano locale Ouest-France ha “spoilerato” due probabili arrivi di tappa a Saint-Méen-le-Grand e Mûr-de-Bretagne: il primo è il paese natale del tre volte vincitore del Tour Louison Bobet, del quale l’anno prossimo si ricorerà il 70° anniversario della sua ultima vittoria alla Grande Boucle; l’altro centro è conosciuto agli appassionati per il suo “muro”, in cima al quale sono terminate quattro frazioni del Tour, l’ultima nel 2021 conquistata da Mathieu van der Poel. Stando così le cose si affronteranno prima i Pirenei e poi le Alpi, dove entra in ballo una delle due clamorose anticipazioni che il giornalista piemontese Beppe Conti ha fatto ai microfoni della RAI: tramontata la possibilità di un arrivo a Varese (smentita proprio negli scorsi giorni dall’organizzatore della Tre Valli Varesine Renzo Oldani), più concreta pare la notizia che nel 2025 il Tour scalerà il Colle delle Finestre, avvalorata dal fatto che il prossimo 24 agosto in vetta al celebre passo piemontese si concluderà l’ultima tappa del Tour de l’Avenir, la speciale Grande Boucle riservata agli Under23 e che pure è organizzato da ASO.
Infine, il direttore del Tour Christian Prudhomme ha già annunciato che l’anno prossimo si tornerà a Parigi per la passerella finale, che ritroverà lo spettacolare palcoscenico dei Campi Elisi

RASSEGNA STAMPA

Italia

Pogacar insaziabile: stravince anche la crono e conquista il suo terzo Tour da dominatore – Tadej: “E’ stato tutto perfetto. Adesso? La maglia iridata di VdP mi starebbe bene…”

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Pogačar do tretje zaporedne etapne zmage in do tretjega Toura – Pogačar se je otresel Pantanija in lovi Merckxa – Sprejem za Pogačarja v sredo v Ljubljani in Komendi (Pogačar alla sua terza vittoria di tappa consecutiva e al suo terzo Tour – Pogačar si è scrollato di dosso Pantani e insegue Merckx – Mercoledì ricevimento per Pogačar a Lubiana e Komenda)

Delo

Danimarca

Tadej Pogacar vinder Tour de France. Jonas Vingegaard bliver nr. to – Duellen mellem Pogacar og Vingegaard ligger i toppen af cykelsportens mere end 100-årige historie (Tadej Pogacar vince il Tour de France. Jonas Vingegaard è il numero due – Il duello tra Pogacar e Vingegaard è al vertice della storia ultracentenaria del ciclismo)

Politiken

Regno Unito

Pogacar’s dominant triumph is most brilliant ever seen in Tour (Il trionfo dominante di Pogacar è il più brillante mai visto al Tour)

The Times

Francia

Incontestable Pogacar – Pogacar, une carrière statistiquement monstrueuse (Pogacar innegabile – Pogacar, una carriera statisticamente mostruosa)

L’Équipe

Spagna

Pogacar arrasa con ¡12 etapas! – ¿Cuánto dinero se lleva Tadej Pogacar por ganar el Tour de Francia 2024? (Pogacar travolge con 12 tappe! – Quanti soldi riceve Tadej Pogacar per aver vinto il Tour de France 2024?)

AS

Belgio

En dat is ritzege nummer zes (!): Tadej Pogacar is ook in slottijdrit met voorsprong de beste, Remco Evenepoel kan niet meedoen voor winst en wordt derde – Tot tranen toe bewogen Remco Evenepoel over “mooi antwoord aan de criticasters”: “Ik ga zeker terugkomen om te proberen winnen” – Eddy Merckx spreekt met bewondering over Remco Evenepoel: “Die derde plaats moet hem veel voldoening geven” (E questa è la vittoria di tappa numero sei (!): Tadej Pogacar è di gran lunga il migliore anche nella cronometro finale, Remco Evenepoel non può partecipare alla vittoria e finisce terzo – Commosso fino alle lacrime, Remco Evenepoel sulla “bella risposta alla critica”: “Tornerò sicuramente per provare a vincere” – Eddy Merckx parla con ammirazione di Remco Evenepoel: “Quel terzo posto gli deve dare tante soddisfazioni”)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Fenomenale Pogacar verplettert rivalen ook in afsluitende tijdrit en wint voor derde keer Tour – Gele Pogacar kijkt alweer naar volgend doel: ‘Van der Poel ziet er goed uit, maar ik wil die trui’ (Il fenomenale Pogacar schiaccia i rivali anche nella cronometro finale e vince il Tour per la terza volta – Pogacar giallo guarda già al prossimo gol: ‘Van der Poel sta bene, ma voglio quella maglia’)

De Telegraaf

Germania

Historisches Double perfekt: Pogacar gewinnt zum dritten Mal die Tour de France – Rote Laterne: Cavendish wird nach Rekordsieg Letzter bei der Tour (Storica doppietta perfetta: Pogacar vince per la terza volta il Tour de France – Lanterna Rossa: Cavendish arriva ultimo nel Tour dopo una vittoria record)

Kicker

Stati Uniti

Tadej Pogacar wins Tour de France for the 3rd time and in style with a victory at time trial (Tadej Pogacar vince il Tour de France per la terza volta e in grande stile con una vittoria nella cronometro)

The Washington Post

Colombia

Tadej Pogačar, el gran campeón del Tour de Francia 2024 – Santiago Buitrago, en el Top 10 del Tour de Francia 2024: así quedó la general – ¡Adiós, leyenda! Así fue la última etapa de Mark Cavendish en el Tour de Francia (Tadej Pogačar, il grande campione del Tour de France 2024 – Santiago Buitrago, nella Top 10 del Tour de France 2024: ecco com’è rimasta la classifica generale – Addio, leggenda! Questa è stata l’ultima tappa di Mark Cavendish al Tour de France)

El Espectador

Ecuador

Tadej Pogacar, conquista su tercer título del Tour de Francia, en el que Richard Carapaz es el ‘Rey de la Montaña’ y ‘supercombativo’ – Richard Carapaz es ‘decepcionante’ para la Federación Ecuatoriana de Ciclismo, pero para el resto del mundo ‘estuvo sobrado de coraje’ y ‘dio espectáculo’ en el Tour de Francia (Tadej Pogacar, vince il suo terzo titolo al Tour de France, in cui Richard Carapaz è il “Re della Montagna” e “super combattivo” – Richard Carapaz è ‘deludente’ per la Federazione ciclistica ecuadoriana, ma per il resto del mondo ‘ha avuto molto coraggio’ e ‘ha dato spettacolo’ al Tour de France)

El Universo

Australia

Slovenian Pogacar wraps up third Tour de France title (Lo sloveno Pogacar conquista il terzo titolo del Tour de France)

The West Australian

TOURALCONTRARIO

Ordine d’arrivo della ventunesima ed ultima tappa, cronometro individuale Monaco – Nizza

1° Dylan Groenewegen
2° Marc Soler a 55″
3° Nikias Arndt a 1′01″
4° Søren Wærenskjold s.t.
5° Sandy Dujardin a 1′05″

Miglior italiano Luca Mozzato, 16° a 2′06″

Classifica generale finale

1° Mark Cavendish
2° Davide Ballerini a 25″
3° Jarrad Drizners a 10′50″
4° Cees Bol a 15′00″
5° Luca Mozzato a 23′35″

Maglia nera: Tadej Pogacar, 141° a 6h23′11″

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Rizzato: “La Promenade des Anglais sta pedalando Biniam Girmay”
Cassani: “Armiral” (Armirail)
Rizzato: “Mangia otto secondi al colometro”
Rizzato: “La Slovenia sulle spalle di questo straordinario fenomeno” (poveretto lui)
Televideo: “I vincitori da Cesenatico a Nizza” (il Tour è partito da Firenze)
Sport Mediaset: “A Nizza vince il più forte di questo Tour de France, che piazza la sesta sinfonia sulle strade di casa: la città francese ospita Tadej Pogacar da anni” (in realtà abita nel Principato di Monaco)
Sport Mediaset: “Nato a Komenda, in Slovenia, nel novembre 1998″ (Pogacar è nato in settembre)
Sport Mediaset: “Campione nazionale a Elite a cronometro”

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948

La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

25 LUGLIO 1948 – 21a TAPPA: ROUBAIX – PARIGI (286 Km)

PARIGI RINNOVA A BARTALI IL TRIONFO DI 10 ANNI FA

Corrieri in volata completa il successo – Gino è nella storia dello sport scrivono stamane i giornali francesi

Vittoria tricolore nell’ultima tappa – Un pronostico in uno schiaffo

La Grand Place di Lilla e il logo del Tour de France (www.minube.it)

La Grand Place di Lilla e il logo del Tour de France (www.minube.it)

21-07-2024

luglio 21, 2024 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) si è imposto anche nella ventunesima ed ultima tappa, cronometro individuale Monaco – Nizza, percorrendo 33.7 Km in 45′25″, alla media di 44.521 Km/h. Ha preceduto di 1′03″ il danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e di 1′14″ il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Matteo Sobrero (Red Bull – BORA – hansgrohe), 19° a 3′55″. Pogačar si impone in classifica con 6′17″ su Vingegaard e 9′18″ su Evenepoel. Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek), 11° a 30′42″

GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under23)

Lo spagnolo Pablo Torres (UAE Team Emirates Gen Z) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Valtournenche – Breuil-Cervinia, percorrendo 95.5 Km in 2h48′20″, alla media di 34.04 Km/h. Ha preceduto di 1′12″ il kazako Ilkhan Dostiyev (Astana Qazaqstan Development Team) e il belga Jarno Widar (Lotto Dstny Development Team). Miglior italiano Ludovico Crescioli (Team Technipes #inEmiliaRomagna), 6° a 1′57″. Widar si impome in classifica con 4′30″ su Dostiyev e 4′49″ su Crescioli

GRAND PRIX DE LA VILLE DE PÉRENCHIES

Il francese Théo Delacroix (St Michel – Mavic – Auber93) si è imposto nella corsa francese, circuito di Pérenchies, percorrendo 178.4 Km in 3h46′59″, alla media di 47.158 Km/h. Ha preceduto di 25″ il belga Steffen De Schuyteneer (Lotto Dstny Development Team) e il connazionale Maxime Jarnet (Van Rysel – Roubaix). Unico italiano in gara Renato Favero (Soudal – Quick-Step Devo Team), 36° a 1′51″

VISEGRAD 4 BICYCLE RACE – GRAND PRIX POLAND

Lo slovacco Lukáš Kubiš (Elkov – Kasper) si è imposto nella corsa polacca, Głogów – Grębocice, percorrendo 172.5 Km in 3h36′28″, alla media di 47.813 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Tomasz Budziński (Mazowsze Serce Polski) e di 1″ il polacco Bartłomiej Proć (Santic – Wibatech). Non ha concluso la corsa l’unico italiano in gara, Jacopo Colladon (Team Novo Nordisk Development)

BALOISE LADIES TOUR

L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) si è imposta anche nella quarta ed ultima tappa, circuito di Deinze, percorrendo 116.9 Km in 2h44′26″, alla media di 42.656 Km/h. Ha precedendo allo sprint la finlandese Lotta Henttala (EF Education-Cannondale) e la connazionale Charlotte Kool (Team Dsm-Firmenich PostNL). Miglior italiana Ilaria Sanguineti (Lidl – Trek), 4°. La Wiebes si impone in classifica con 51″ sulla statunitense Pfeiffer Georgi (Team Dsm-Firmenich PostNL) e 54″ sulla connazionale Thalita de Jong (Lotto Dstny Ladies). Miglior italiana Rachele Barbieri (Team Dsm-Firmenich PostNL), 20° a 1′32″.

LA PICTO – CHARENTAISE (Donne)

La spagnola Sheyla Gutiérrez (Movistar Team) si è imposta nella corsa francese, Base Départementale de Poitiers – Châtellerault, percorrendo 128.5 Km in 3h11′45″, alla media di 40.209 Km/h. Ha preceduto allo sprint la danese Emma Norsgaard (Movistar Team) e l’olandese Eline Jansen (VolkerWessels Women’s Pro Cycling Team). Miglior italiana Giorgia Vettorello (Roland), 17° a 10″

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): MONACO – NIZZA

luglio 21, 2024 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Il Tour si conclude eccezionalmente a Nizza e lo fa in maniera altrettanto eccezionale, perchè era dal 1989 che la Grande Boucle non terminava con una tappa a cronometro.

Un evento nell’evento. Avevamo utilizzato questi termini per descrivere il Grand Départ dall’Italia e andiamo a ripescarli per il gran finale del Tour de France 2024 e stavolta l’evento è ancora più eclatante. Quest’anno non ci sarà la consueta passerella finale sugli Champs-Élysées perchè Parigi non è stata eccezionalmente scelta dagli organizzatori per ospitare l’atto finale a causa dei preparativi in corso per gli imminenti giochi olimpici, che saranno inaugurati ufficialmente venerdì prossimo (anche se alcune gare si svolgeranno nei giorni precedenti). L’opportunità di ospitare l’arrivo conclusivo è stata offerta a Nizza e nell’occasione – ecco l’altro evento – si è pensato di farlo disputare a cronometro. Era da ben 35 anni che la tappa conclusiva non si svolgeva contro il tempo, abolita all’ultimo giorno perchè troppo complicato tenere bloccate per parecchie ore consecutive (cinque ce ne vorranno perchè gareggino tutti i corridori a Nizza) le strade di una metropoli problematica come Parigi. E probabilmente ha pesato molto anche lo smacco subito dai francesi nel 1989, quando l’ultima tappa terminò con il clamoroso sorpasso tra la maglia gialla Laurent Fignon e l’americano Greg Lemond, partito con 50″ da recuperare e alla fine vincitore per appena 8 secondi, il più basso distacco di sempre tra primo e secondo al Tour. Quel giorno si partì dalla reggia di Versailles nel 200° anniversario della rivoluzione francese e si percorsero 24 km e mezzo totalmente pianeggianti, mentre per l’epilogo della Grande Boucle numero 111 si è scelto un percorso più lungo (33.7 Km) e difficoltoso, poichè si è stabilito di non far percorrere la strada più diretta tra Monaco e Nizza, quella che costeggia il Mar Mediterraneo. La prima parte del tracciato sarà in concreto una cronoscalata poichè scesi dalla rampa di partenza di Monaco si uscirà dal principato in direzione dell’Italia e dopo quasi 3 Km piatti s’imbocchera la salita che conduce a La Turbie, poco più di 8 Km al 5.7% di pendenza media. Non si esauriranno qui le difficoltà di gara poichè si percorrerà solo una parte della successiva discesa, prima di svoltare in direzione del Col d’Èze, la salita simbolo della Parigi-Nizza, della quale se ne percorrerà solo il tratto conclusivo, uno dei più difficili perchè fino allo scollinamento si pedalerà per 1600 metri su di una pendenza media dell’8.8%, tratto che cela al suo interno un muro di quasi 500 metri al 12%. Solo a questo punto si potranno dirsi messe alle spalle tutte le difficoltà altimetriche di questo Tour perchè altre non se ne incontreranno nei rimanenti 16 Km, che inizieranno con un tratto in quota pianeggiante lungo 2 Km, introduttivo alla discesa di 9 Km al 5.2% che terminerà nei pressi del porto di Nizza. La strada diventerà realmente pianeggiante solamente nei conclusivi 5.5 Km, in gran parte tracciati sulla più celebre “avenue” di Nizza, la Promenade des Anglais, da sempre punto d’arrivo della frazione conclusiva della “Corsa al sole”. Non sarà così quest’anno poichè a poco meno di 2 Km dall’arrivo si dovrà affrontare l’ultima vera insidia del Tour 2024, una secca svolta da U che potrebbe dare problemi a chi giungerà a questo punto troppo velocemente e che immetterà nell’altra carreggiata del lungomare nizzardo per poi “proiettare” – affrontate le ultime curve concentrate negli ultimi 400 metri – verso la centralissima Place Massena, scenario prescelto per la cerimonia dell’incorazione del sovrano assoluto Tadej Pogacar.

METEO TOUR

Monaco – partenza primo corridore (ore 14.40): nubi sparse, 27°C (percepiti 29°C), vento moderato da SE (10-26 Km/h), umidità al 75%
Monaco – ore 16: parzialmente nuvoloso, 27°C (percepiti 29°C), vento moderato da SE (8-22 Km/h), umidità al 68%
Monaco – ore 17: nubi sparse, 27°C (percepiti 28°C), vento moderato da SE (9-26 Km/h), umidità al 71%
Monaco – ore 18: nubi sparse, 28°C, vento moderato da SE (9-20 Km/h), umidità al 74%
Monaco – partenza maglia gialla (ore 18.45): nubi sparse, 26°C (percepiti 27°C), vento moderato da E (8-19 Km/h), umidità al 74%
Nizza – arrivo primo corridore (ore 15.30): nubi sparse, 27°C (percepiti 30°C), vento moderato da SE (9-27 Km/h), umidità al 74%
Nizza – ore 16.30: nubi sparse, 28°C (percepiti 30°C), vento moderato da SE (9-20 Km/h), umidità al 70%
Nizza – ore 17.30: nubi sparse, 27°C (percepiti 29°C), vento moderato da SE (9-27 Km/h), umidità al 73%
Nizza – ore 18.30: nubi sparse, 27°C (percepiti 29°C), vento moderato da SE (9-21 Km/h), umidità al 81%
Nizza – arrivo maglia gialla (ore 19.30): nubi sparse, 26°C (percepiti 27°C), vento moderato da E (7-19 Km/h), umidità al 81%

GLI ORARI DEL TOUR

14.15: inizio diretta su Eurosport
14.40: partenza del primo corridore da Monaco
15.25: arrivo del primo corridore a Nizza
15.40: inizio diretta su Rai2
18.45: partenza della maglia gialla da Monaco
19.30: arrivo della maglia gialla a Nizza

RASSEGNA STAMPA

Italia

Pogacar non lascia nulla: sul Col de la Couillole batte Vingegaard e firma la manita

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Pogačar tudi danes nepremagljiv (Ancora oggi Pogačar è imbattibile)

Delo

Danimarca

Suveræn Pogacar sætter Vingegaard på plads i vildt finaleridt (Il superbo Pogacar mette Vingegaard in posizione in una gara finale selvaggia)

Politiken

Regno Unito

Tadej Pogacar closes in on third Tour de France crown after fifth stage victory (Tadej Pogacar si avvicina al terzo titolo del Tour de France dopo la quinta vittoria di tappa)

The Independent

Francia

Pogacar triomphe encore (Pogacar trionfa ancora)

L’Équipe

Spagna

Pogacar gana incluso sin querer (Pogacar vince anche involontariamente)

AS

Belgio

Hij is onstopbaar: Pogacar pakt nóg een ritzege in de Tour, Evenepoel botst op counter van Vingegaard (È inarrestabile: Pogacar conquista un’altra vittoria di tappa al Tour, Evenepoel si scontra con la contromossa di Vingegaard)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Tadej Pogacar wint zelfs als hij dat niet wil en zet de puntjes op de i in de Tour de France (Tadej Pogacar vince anche se non vuole e dà gli ultimi ritocchi al Tour de France)

De Telegraaf

Germania

Pogacars fünfter Streich in seinem Wohnzimmer – Carapaz gewinnt das Bergtrikot (Quinto scherzo di Pogacar nel suo salotto: Carapaz vince la maglia della montagna)

Kicker

Stati Uniti

Pogacar edges Vingegaard to add more seconds to Tour de France lead and match a 76-year-old mark (Pogacar supera Vingegaard per aggiungere più secondi al vantaggio del Tour de France e eguagliare un traguardo di 76 anni)

The Washington Post

Colombia

Tour de Francia: Pogacar ganó la etapa 20 y acaricia el título (Tour de France: Pogacar vince la tappa 20 e conquista il titolo)

El Espectador

Ecuador

¡Histórico para Ecuador y Latinoamérica! Richard Carapaz, el ‘Rey de la Montaña’ del Tour de Francia (Storico per l’Ecuador e l’America Latina! Richard Carapaz, il “Re della Montagna” del Tour de France)

El Universo

Australia

Relentless Pogacar sets stage for Tour de France glory (L’implacabile Pogacar prepara il terreno per la gloria del Tour de France)

The West Australian

TOURALCONTRARIO

Ordine d’arrivo della ventesima tappa, Nizza – Col de la Couillole

1° Cees Bol
2° Mark Cavendish s.t.
3° Davide Ballerini s.t.
4° Harold Tejada s.t.
5° Robbe Ghys a 1′12″

Classifica generale

1° Davide Ballerini
2° Mark Cavendish a 1′03″
3° Jarrad Drizners a 10′04″
4° Cees Bol a 13′49″
5° Luca Mozzato a 23′59″

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Il gruppo della maglia rosa è a 2’34”
Rizzato: “Carapaz, il vincitore del Giro 19” (2019)
Garzelli: “Keldermen” (Kelderman)
Rizzato: “Da un mese all’altra”
Rizzato: “Carapaz ha vinto il Tour de France”
Teletext Tv Svizzera: “Montecarlo – Nizza” (la cronometro conclusiva è Monaco – Nizza)
Sport Mediaset: “Grand Boucle” “Gran Boucle” (il soprannome del Tour è “Grande Boucle”)
Sport Mediaset: “Keldermann” (Kelderman)

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948

La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

24 LUGLIO 1948 – 20a TAPPA: LIEGI – ROUBAIX (228 Km)

PARIGI ASPETTA BARTALI

L’asso italiano mira a concludere vittoriosamente la grande prova per rinnovare il trionfo del 1938 – La penultima tappa al francese Gauthier – Immutata la classifica

Panoramica di Nizza e l’altimetria della ventunesima tappa (www.nice.fr)

Panoramica di Nizza e l’altimetria della ventunesima tappa (www.nice.fr)

POGACAR, DOMINIO INFINITO. LO SLOVENO VINCE ANCHE LA COUILLOLE E FIRMA IL POKERISSIMO

luglio 21, 2024 by Redazione  
Filed under News

C’è chi gli da del cannibale, riesumando lo storico soprannome di Eddy Merckx, e forse non va troppo lontano dalla realtà. Sta di fatto che anche oggi Tadej Pogacar ha messo le cose in chiaro dimostrando per l’ennesima volta d’essere il corridore più forte del mondo. Lo sloveno della UAE ha vinto anche la 20a tappa, la Nizza-Col de la Couillole, quinto successo di una Grande Boucle che ha dominato in lungo e in largo. La maglia gialla ha avuto la meglio negli ultimi 200 metri su un coraggioso Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike) che ha onorato al meglio il dorsale n°1, ma si è dovuto nuovamente inchinare al cospetto dello sloveno. Terzo posto per un instancabile Richard Carapaz (EF Education-Easy Post), reduce dall’ennesima fuga e vincitore della maglia a pois. La classifica generale si è ulteriormente dilatata e, alla vigilia della crono finale di Nizza, vede Pogacar con oltre 5′ sul campione uscente e ben 8 su un Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) oggi meno brillante rispetto alle precedenti frazioni.

La penultima tappa del Tour prevedeva una breve (appena 133 km) ma dura cavalcata lungo le Alpi Marittime francesi. Appena usciti da Nizza i corridori erano attesi dall’unico tratto pianeggiante, quindi, giunti al Col de Nice, iniziava una sequenza di ben 4 salite (una di 2a categoria, le altre tre di 1a) poste in rapida successione. La prima asperità era rappresentata dal Col de Braus (10.2 km al 6.3%) posta al km 24. Dopo la successiva discesa iniziava il lunghissimo Col de Turini (20.9 km al 5,7%) posto al km 60 a sua volta seguito da un lungo tratto all’ingiù. Quindi era la volta del Col de la Colmiane (7.4 km al 7%) posto al km 96. Infine la salita finale che portava al Col de la Couillole (15.8 km al 7.3%), ultimo arrivo in salita del Tour de France 2024.

La bagarre per entrare nella fuga di giornata è partita inevitabilmente sin dal km0, ma il tentativo buono ha iniziato a prendere forma soltanto una volta iniziato il Col de Braus. A promuovere l’azione, come spesso è accaduto in questo Tour, sono stati gli uomini della EF in particolare grazie alla verve del solito Neilson Powless che ha lavorato a lungo in favore del compagno Richard Carapaz. Si è così formato un nutrito drappello che comprendeva inizialmente 22 uomini: Tiesj Benoot, Wilco Keldermann, Matteo Jorgenson e Jan Tratink (Visma | Lease a Bike), Pavel Sivakov e Adam Yates (UAE Team Emirates), Simon Yates e Laurens De Plus (INEOS Grenadiers), Giulio Ciccone e Carlos Verona (Lidl-Trek), Felix Gall, Bruno Armirail, Nans Peters e Nicolas Prodhomme (Decathlon-Ag2r), Santiago Buitrago e Jack Haig (Bahrain-Victorius), Mikel Landa (Soudal-Quick Step, Neilson Powless e Richard Carapaz (EF Education-Easy Post), Derek Gee (Israel-Premier Tech), Enric Mas (Movistar Team) e Clement Champoussin (Arkea-B&B Hotels). Tale gruppetto però non andava troppo a genio agli uomini della UAE che hanno imposto un ritmo talmente alto da ridurre il gruppo maglia gialla ad appena una quindicina di corridori quando erano stati percorsi solo pochi chilometri della prima salita. L’andatura forsennata del plotone ha fatto sì che il gap del gruppo di testa non andasse oltre qualche decina di secondi e così dal gruppo di testa sono tornati gli scatti allo scopo di selenzionare un tentativo meno corposo e più efficace. La testa della corsa è transitata in cima al primo gpm con meno di 1′ di vantaggio su quel che restava del gruppo maglia gialla.

Lungo la successiva discesa, il gruppo ha alzato il piede dall’acceleratore e di conseguenza i corridori in avanscoperta hanno iniziato a guadagnare. In questa fase in testa vi erano Enric Mas, Wilco Keldermann e Bruno Armirail mentre poco dietro inseguivano Richard Carapaz, Jan Trantik, Clement Champoussin insieme a Romain Bardet (Team DSM-Firmenich-PostNL) e Marc Soler (UAE Team Emirates), usciti dal gruppo in un secondo momento.
Sul Col de Turini dal gruppo sono però evasi altri corridori, vale a dire Kevin Geniets (Groupama-FDJ), Jasper Stuyven (Lidl), Nans Peters (Decathlon), Tobias Johannessen (Uno-X Mobility) e nuovamente Powless. Dietro nel frattempo il rallentamento del gruppo aveva consentito a Carlos Rodriguez (INEOS Grenadiers) di rientrare dopo un inizio di tappa decisamente complicato. I fuggitivi hanno invece approfittato della calma in gruppo per portare il gap rapidamente intorno ai 4 minuti. Lungo la salita Carapaz, Trantik, Soler e Bardet sono rientrati sui tre battistrada. A metà salita i 7 fuggitivi vantavano 1′40″ sul gruppetto dei contrattaccanti e 4′30″ sul plotone. A poco più di un km dallo scollinamento sui 7 di testa sono rientrati anche Tobias Johannessen, Kevin Geniets e il sorprendente Jasper Stuyven.

Proprio in cima alla salita (gpm vinto da Carapaz che si è così assicurato la vittoria della maglia a pois), in testa al gruppo sono mutati gli equilibri perchè, al posto della UAE che stava tenendo un passo non più infernale come ad inizio tappa, erano giunti gli uomini della Soudal, evidentemente decisi a non lasciare troppo margine ai fuggitivi. I 10 battistrada hanno però proseguito di comune accordo mantenendo un margine sempre superiore ai 4′. L’armonia davanti si è però interrotta lungo la penultima ascesa, quella che portava la carovana gialla a la Colmiane, grazie ad una serie di scatti di cui si sono resi protagonisti in particolare Mas e Soler. In cima al gpm (-37) il vantaggio dei 10 fuggitivi era sceso sotto i 3′. Tale gap è rimasto sostanzialmente inalterato fino ai piedi dell’ultima salita (-16).

Lungo l’ascesa finale Trantik si è messo a fare il ritmo, ponendosi al servizio di Keldermann, mentre Armirail ha rapidamente perso contatto, sorte poi condivisa anche da un sorprendente Stuyven e dallo stesso Trantnik una volta finito il suo lavoro. Ai -11 è arrivato lo scatto di un redivio Mas a cui il solo Carapaz è stato in grado di rispondere. Poco dietro è invece rimasto Bardet, che ha poi veleggiato a circa 15-20″ dai due battistrada. Più dietro vi erano invece Keldermann e Johannessen. Contemporaneamente dietro continuava il lavoro degli uomini della Soudal, in particolare con uno splendido Jan Hirt. Quando il ceco ha terminato il suo lavoro, in testa al gruppo è giunto Mikel Landa, il cui passo a ridotto il gruppo a meno di 10 unità: oltre all’iberico vi erano il compagno di squadra Evenepoel e poi Tadej Pogacar, Adam Yates e Joao Almeida (UAE Team Emirates), Jonas Vingegaard e Matteo Jorgenson (Visma | Lease a Bike), Giulio Ciccone (Lidl-Trek), Derek Gee (Israel-Premier Tech) e Santiago Buitrago (Bahrain-Victorius). Il colombiano ha però mollato ben presto, destino toccato ai -10 anche a Gee e Ciccone. Le accelarazioni di Landa hanno ben presto ridotto il gruppo a solo 6 corridori (Landa e Evenepoel, Pogacar e Almeida, Vingegaard e Jorgenson), mentre molti degli ormai ex-fuggitivi venivano inesorabilmente ripresi. Davanti invece Mas e Carapaz continuavano insieme, benchè intervallando momenti di collaborazione a scatti.

Intorno ai -8 è giunto il primo scatto di Remco Evenepoel a cui hanno subito risposto sia Pogacar che Vingegaard. Successivamente sono rientrati anche Almeida, Landa e Jorgenson, con quest’ultimo che ha poi alzato bandiera banca dopo poche centinaia di metri. Una nuova accelerazione del belga è giunta ai -5 e anche stavolta Vingegaard e Pogacar hanno immediatamente reagito. In questo caso però il danese non si è limitato a riprendere Evenepoel, ma ha a sua volta piazzato uno scatto violento a cui ha risposto solo Pogacar. Vingegaard ha continuato ad imporre un passo decisamente alto con la maglia gialla alla sua ruota. Il gap dai 2 battistrada si è così ridotto rapidamente fino al ricongiungimento avvenuto ai -3. Un chilometro dopo Mas ha alzato bandiera bianca, mentre un eroico Carapaz provava con tutte le forze residue a resistere ai due fuoriclasse. Evenpoel invece pagava già 25/30″ di ritardo. All’ultimo km però anche l’Ecuadoriano ha dovuto arrendersi lasciando la solita coppia sola in testa alla corsa. Vingegaard ha continuato a tirare, chiedendo di tanto in tanto un cambio a Pogacar. Lo sloveno è passato davanti ai -200 piazzando un’accelerazione devastante alla quale il danese non ha provato neanche a reagire.
Pogacar ha così concluso a braccia alzate per la quinta volta in questo Tour, precedendo Vingegaard di 7″. Poco dopo (a 23″) è giunto Carapaz. Quarta piazza per Evenepoel (a 53″) che ha preceduto Mas (1′07″), Almeida (1′28″), Jorgenson (1′33″), Landa (1′41″), Adam Yates (1′43″) e Bardet (1′52″).

La classifica generale vede ora Pogacar in testa con 5′14″ su Vingegaard e 8′04″ su Evenepoel. Molto più distanti gli altri: Almeida è 4° a 16′45 davanti ad un rinato Landa (17′25″). Quindi troviamo Adam Yates a 21′11″ e Carlos Rodriguez a 21′12″. Chiudono la top ten provvisoria Jorgenson (a 24′26″), Gee a 24′50″ e Ciccone a 25′48″.

Domani è in programma l’ultima tappa, una cronometro di 33,7 km con partenza dal Principato di Monaco e arrivo a Nizza. I corridori dovranno affrontare due storiche salite della Parigi-Nizza, ovvero La Turbie (8.2 km al 5.7%) al km 11 e il Col d’Eze (1.6 km al 8.85) al km 17. Una lunga discesa accompagnerà poi i corridori verso il capoluogo della Costa Azzurra con il classico arrivo sulla Promenade des Anglais.

Pierpaolo Gnisci

Pokerissimo Pogacar (fonte: Getty Images)

Pokerissimo Pogacar (fonte: Getty Images)

20-07-2024

luglio 20, 2024 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) si è imposto anche nella ventesima tappa, Nizza – Col de la Couillole, percorrendo 132.8 Km in 4h04′22″, alla media di 32.607 Km/h. Ha preceduto di 7″ il danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e di 23″ l’ecuadoriano Richard Carapaz (EF Education – EasyPost). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek), 13° a 2′52″. Pogačar è ancora in maglia gialla con 5′14″ su Vingegaard e 8′04″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Ciccone, 10° a 25′48″

GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under23)

Il belga Jarno Widar (Lotto Dstny Development Team) si è imposto nella quarta tappa, Saint-Vincent – Champoluc, percorrendo 163.1 Km in 4h30′34″, alla media di 36.169 Km/h. Ha preceduto di 9″ il kazako Ilkhan Dostiyev (Astana Qazaqstan Development Team) e di 10″ il cileno Vicente Rojas (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Miglior italiano Ludovico Crescioli (Team Technipes #inEmiliaRomagna), 4° a 4′10″. Widar è il nuovo leader della classifica con 2′20″ su Rojas e 4′04″ su Crescioli

VISEGRAD 4 BICYCLE RACE – GP CZECH REPUBLIC

Il ceco Martin Voltr (Pierre Baguette Cycling) si è imposto nella corsa ceca, circuito di Brno, percorrendo 190.5 Km in 4h31′54″, alla media di 42.038 Km/h. Ha preceduto di 51″ l’ungherese Barnabás Peák (Adria Mobil) e di 1′05″ il polacco Paweł Szóstka (Lubelskie Perła Polski). Non ha concluso la corsa l’unico italiano in gara, Jacopo Colladon (Team Novo Nordisk Development)

BALOISE LADIES TOUR

Terza tappa suddivisa in due semitappe.

L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) si è imposta nella prima semitappa, circuito di Zwevegem, percorrendo 66 Km in 1h28′52″, alla media di 44.561 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Charlotte Kool (Team Dsm-Firmenich PostNL) e la polacca Daria Pikulik (Human Powered Health). Miglior italiana Sara Fiorin (UAE Development Team), 4°. La tappa doveva misurare 94.7 Km ma è stata accorciata di quasi 29 Km, tagliando il circuito finale, a causa di una caduta di massa avvenuta a 11 Km dalla partenza e che ha costetto l’organizzazione a sospendere la corsa per quasi un’ora. La Wiebes è ancora leader della classifica con 6″ sulla Kool e 21″ sulla statunitense Pfeiffer Georgi (Team Dsm-Firmenich PostNL). Miglior italiana Rachele Barbieri (Team Dsm-Firmenich PostNL), 5° a 24″.

La Wiebes si è imposta nella seconda semitappa, circuito a cronometro di Zwevegem, percorrendo 11 Km in 14′53″, alla media di 44.34 Km/h. Ha preceduto di 15″ la belga Marion Norbert Riberolle (Fenix-Deceuninck Development Team) e di 17″ la connazionale Thalita de Jong (Lotto Dstny Ladies). Miglior italiana Ilaria Sanguineti (Lidl – Trek), 29° a 51″. La Wiebes è ancora leader della classifica con 44″ sulla Georgi e 45″ sulla De Jong. Miglior italiana Rachele Barbieri (Team Dsm-Firmenich PostNL), 20° a 1′22″.

LA PÉRIGORD LADIES

L’australiana Josie Talbot (Cofidis Women Team) si è imposta nella corsa francese, Base Départementale de Rouffiac – Boulazac-Isle-Manoire, percorrendo 109.6 Km in 3h03′21″, alla media di 35.866 Km/h. Ha preceduto allo sprint la belga Margot Vanpachtenbeke (VolkerWessels Women’s Pro Cycling Team) e l’olandese Nina Buijsman (FDJ – SUEZ). Miglior italiana Elena Pirrone (Roland), 5°.

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