A URBINO VINCE LA EMOND, LONGO BORGHINI ANCORA IN ROSA

luglio 11, 2024 by Redazione  
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La quarta tappa del Giro d’Italia Women è andata a Clara Emond. Al secondo e terzo posto si sono classificate rispettivamente Soraya Paladin e Cecilie Uttrup Ludwig. Longo Borghini lotta con la Kopecky e mantiene la maglia rosa.

La Imola-Urbino, quarta tappa del Giro d’Italia Women, ha visto la prima vittoria in carriera della ventisettenne Clara Emond (EF Education – Cannondale). La canadese, andata in fuga con altre 4 “colleghe”, è partita sulla salita di San Marino, a più di 50 km dall’arrivo e non è stata più ripresa, nonostate l’inseguimento – partito in ritardo – di atlete del calibro di Kimberley (Le Court) Pienaar (AG Insurance – Soudal Team) e di Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ – Suez). Quest’ultima sullo strappo finale in pavè provava un ultimo attacco assieme alla trevigiana Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing), che si piazzava seconda con 17″ di ritardo dalla Emond, alla sua prima vittoria da professionista. La canadese così ha commentato: “E’ la prima vittoria della mia carriera e ottenerla al Giro è un’emozione speciale. La Corsa Rosa per me e per il team non era iniziata benissimo e questo successo ci darà una grande spinta dal punto di vista del morale. Spero che possa essere una svolta nella mia carriera”.
La Maglia Rosa Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek), oggi ottava al traguardo dopo aver “duellato” con Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime), ha conservato la leadership con 13″ di vantaggio sulla belga: “Era una tappa in cui pensavo potesse arrivare la fuga e così è stato. Sono contenta per Clara, è sempre bello vedere quando il coraggio viene premiato. Nel finale io e Lotte ci siamo sfidate a viso aperto, quasi come fosse una rivincita delle Strade Bianche, e sono contenta di esserle finita davanti. Non vuol dire nulla per la classifica generale ma dà morale”.
Da segnalare, infine, che grazie all’attacco nel finale, la Ludwig ha guadagnato sei posizione in classifica ed è risalita fino al terzo posto, con 38″ di passivo dalla Longo Borghini
Oggi si disputerà l’ultima tappa facile prima dell’impegnativo trittico finale che determinerà la classifica del Giro. Si dovranno percoprrere 108 Km tra Frontone e Foligno, senza affrontare particolari insidie.

Mario Prato

Clara Emond in fuga solitaria verso Urbino (www.cyclingnews.com)

Clara Emond in fuga solitaria verso Urbino (www.cyclingnews.com)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): AURILLAC – VILLENEUVE-SUR-LOT

luglio 11, 2024 by Redazione  
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Il Tour torna a pedalare verso la pianura, sulla quale sono disegnate le prossime due frazioni, entrambe terreno di caccia per i velocisti. Ma anche i fugaioli, soprattutto oggi, avranno di che sbizzarrirsi

Dopo la capatina nel Massiccio Centrale il Tour torna ad adagiarsi in pianura e lo farà per 48 ore, nelle quali andranno in scena due tappe di trasferimento verso i Pirenei disegnate con il pensiero rivolto ai velocisti, per i quali le occasioni saranno oramai agli sgoccioli. Dopo queste due frazioni, infatti, a loro disposizione ne rimarrà soltanto una, offerta lunedì prossima dalla tappa che terminerà a Nîmes. Oggi, però, protagonisti saranno anche i “barodeurs”, come in gergo vengono definiti i cacciatori di tappe, i corridori che tentano la fuga anche in giornate che vedranno le loro azioni inesorabilmente condannate al fallimento. Dalla loro parte giocheranno i primi 135 Km vallonati ed è molto probabile, se il gruppo deciderà di lasciarli andare, che il loro tentativo parta sui saliscendi che caratterizzano i primi 30 Km. Terminata questa fase, una discesa di circa 10 Km deporrà il gruppo ai piedi della tratto centrale della tappa, movimentato da sette ascese, brevi e pedalabili, che in tre occasioni metteranno in palio un punto a testa per la classifica degli scalatori. Più snello sarà il tracciato negli ultimi 70 Km, tratto nel quale – nonostante la presenza di alcune modestissime difficoltà altimetriche – le squadre dei velocisti avranno tanto spazio a disposizione per alzare la velocità e ricompattare il gruppo in vista delle grandi manovre dello sprint. L’ultima “noia” i velocisti la troveranno al momento d’imboccare il lungo rettilineo d’arrivo, quasi 1200 metri nei quali la strada prenderà quasi impercettibilmente a salire, una lievissima pendenza che potrebbe “fulminare” quegli sprinter che saranno arrivati stanchi a questo punto della gara.

METEO TOUR

Aurillac : pioggia debole (0.3 mm), 24°C (percepiti 25°C), vento moderato da SE (4-22 Km/h), umidità al 68%
Côte d’Autoire (GPM – Km 62.8): pioggia debole (0.3 mm), 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da N (9-32 Km/h), umidità al 69%
Gourdon (Traguardo Volante – Km 110): temporale (1.1 mm), 25°C (percepiti 27°C), vento moderato da NE (11-33 Km/h), umidità al 71%
Condat (Km 160.9): nubi sparse, 28°C (percepiti 29°C), vento moderato da N (6-21 Km/h), umidità al 59%
Villeneuve-sur-Lot: nubi sparse, 29°C (percepiti 31°C), vento moderato da NO (8-24 Km/h), umidità al 60%

GLI ORARI DEL TOUR

12.15: inizio diretta su Eurosport
12.50: partenza da Aurillac
14.10-14.20: GPM della Côte d’Autoire
14.40-14.50: GPM della Côte de Rocamadour
14.45: inizio diretta su Rai2 (dopo la diretta del Giro d’Italia Femminile, dalle 14.00)
15.10-15.30: traguardo volante di Gourdon
15.45-16.05: GPM della Côte de Montcléra
17.15-17.45: arrivo a Villeneuve-sur-Lot

LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE

http://www.ilciclismo.it/2009/?p=73500

RASSEGNA STAMPA

Italia

No, il Tour non è finito: a Le Lioran Vingegaard batte Pogacar nel superduello

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Roglič je padel, Vingegaard zmagal – Pogačarjev peklenski načrt brez zmage, Rogličeva dvojna sreča v nesreči (Roglič è caduto, Vingegaard ha vinto – Il piano infernale di Pogačar senza vittoria, la doppia fortuna di Roglic nell’incidente)

Delo

Danimarca

Der kan aldrig igen stilles spørgsmål ved Vingegaards manddom (La virilità di Vingegaard non potrà mai più essere messa in discussione)

Politiken

Regno Unito

Vingegaard beats Pogacar in remarkable comeback to keep Tour de France battle alive (Vingegaard batte Pogacar in una straordinaria rimonta per mantenere viva la battaglia del Tour de France)

The Daily Telegraph

Francia

Vingegaard surprend Pogacar (Vingegaard sorprende Pogacar)

L’Équipe

Spagna

Vingegaard devuelve el golpe (Vingegaard risponde)

AS

Belgio

Jonas Vingegaard deelt mentale tik uit aan Tadej Pogacar in enerverende Touretappe, Remco Evenepoel beperkt de schade en eindigt derde (Jonas Vingegaard dà un colpo mentale a Tadej Pogacar in una tappa emozionante del Tour, Remco Evenepoel limita i danni e chiude terzo)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Vingegaard slaat toe in 11e etappe Tour en klopt Pogacar (Vingegaard colpisce nell’undicesima tappa del Tour e batte Pogacar)

De Telegraaf

Germania

Vingegaard pariert Attacken und schlägt Pogacar im Sprint (Vingegaard para gli attacchi e batte Pogacar in volata)

Kicker

Stati Uniti

Emotional Vingegaard beats Pogacar in sprint to win Tour de France Stage 11 in Massif Central (L’emozionante Vingegaard batte Pogacar in volata e vince la tappa 11 del Tour de France nel Massiccio Centrale)

The Washington Post

Colombia

El danés Jonas Vingegaard se impone con autoridad en la etapa 11 del Tour de Francia (Il danese Jonas Vingegaard vince con autorità l’undicesima tappa del Tour de France)

El Espectador

Ecuador

¡Sigue la batalla! Etapa para Jonas Vingegaard en duelo ante Tadej Pogacar; Richard Carapaz protagonista en la fuga (Continua la battaglia! Tappa per Jonas Vingegaard nel duello contro Tadej Pogacar; Richard Carapaz protagonista della fuga)

El Universo

Australia

Vingegaard underlines recovery as he edges out Pogacar (Vingegaard sottolinea il recupero mentre supera Pogacar)

The West Australian

TOURALCONTRARIO

Ordine d’arrivo dell’undicesima tappa, Évaux-les-Bains – Le Lioran

1° Fabio Jakobsen
2° Bram Welten s.t.
3° Arnaud Démare s.t.
4° Michael Mørkøv s.t.
5° Søren Kragh Andersen s.t.

Miglior italiano: Luca Mozzato, 32° a 11′24″

Classifica generale

1° Fabio Jakobsen
2° Bram Welten a 1′01″
3° Gerben Thijssen a 22′38″
4° Cees Bol a 26′05″
5° Mark Cavendish a 26′10″

Miglior italiano: Davide Ballerini, 7° a 28′07″

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Rizzato: “Siamo sul terreno favorevolmente a Vingegaard”
Pancani: “Avremo tanto spazio da trascorrere insieme”
Cassani: “Strada piuttosto stretta che si ampierà negli ultimi 1000 metri”
Cassani: “Di spazio ce l’è”
Cassani: “Si è messo seduto in piedi”
Cassani: “Le cose sarebbero andato in modo molto diverso”

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948

La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

13 LUGLIO 1948 – 12a TAPPA: SANREMO – CANNES (170 Km)

L’ATTACCO DI BOBET PIEGA BARTALI

Il Tour è entrato nella fase decisiva

La prodigiosa ripresa del detentore della maglia gialla che domina sui monti e vince a Cannes – Bartali si attarda con Robic, fora e perde otto minuti

Villeneuve-sur-Lot e l’altimetria della dodicesima tappa (wikipedia)

Villeneuve-sur-Lot e l’altimetria della dodicesima tappa (wikipedia)

1+1+1+1 = ZONA ZERO; IL TOUR ESPLODE ANCORA

luglio 11, 2024 by Redazione  
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Quattro leoni scappano dalla gabbia verso Le Lioran, e il massiccio centrale, punto medio del Tour, fa dà perno di una giostra che si inclina in modo imprevedibile. Pogacar attacca, Vingegaard vince, Remco resiste e Roglic ringhia.

Se fosse calcio, Pogacar sbaglia per il raddoppio un appoggio sotto porta, poi parte un contropiede e segna Vingegaard. Uno a uno e palla al centro (forse Pogacar gioca in dieci). Ma calcio non è. Se fosse tennis, Vingegaard annulla un set point e poi porta a casa perfino un bel break. Ma non è nemmeno tennis. Se fosse basket, il danese ultima un recupero tumultuoso e si porta avanti di uno all’inizio del terzo tempo. Con tutta l’inerzia della partita dalla sua. Eppure non è nemmeno basket. È ciclismo folle, esaltante, da brividi e nervi a fior di pelle.
In questo ciclismo, dispiace per gli altri. Bruciati via dallo schermo perché davanti la corsa esplode in un fuoco bianco e giallo di fosforo e zolfo che sovraespone l’immagine e lascia in vista – a stento – solo i quattro fenomeni che già guidano la classifica generale. Pogacar, Evenepoel, Vingegaard, Roglic. E di questi quattro fenomeni lo scatto del fotofinish ne immortala solo due, Pogi e Vingo, gli extraterrestri, gli unici che contano quando si assaltano l’un l’altro e il resto del mondo si dissolve in polvere, fenomeni inclusi, come già s’intuiva nelle dinamiche viste sullo sterrato.
Per capirci, stiamo parlando di una delle poche tappe rimaste over 200 km nel panorama moderno dei Grandi Giri. Niente salitone alpine, ma più di 4.000 metri da macinare su stradine tortuose, tutte a mangia e bevi, con un finale brutale che inanella un muro dietro l’altro. Ciò nonostante, si parte con un bel paio d’ore a 50 km/h di media perché il gotha dei fugaioli mondiali si è andato risparmiando in vista di oggi, e viceversa la UAE di Pogacar non ha la benché minima intenzione di lasciare spazio a chicchessia. Quando la fuga costa così cara, rischia di aver vita breve, perché il dispendio di energie è sovrumano e nel finale lo si paga. In effetti sul traguardo i fuggitivi, a dispetto della loro indubbia qualità (dallo specialista Guillaume Martin al campione olimpico Carapaz, spesso frequentatore di podi a Giro, Vuelta e Tour, e tanti altri) finiscono a quasi un quarto d’ora di distacco da primi. Ma con un’eccezione: l’irlandese “cavallo pazzo” Ben Healy sarà 17esimo di giornata, contenendo in meno di cinque minuti il ritardo da Vingegaard. Ma dobbiamo liquidare questa prestazione fenomenale in una frase, così come in una frase facciamo cenno alla meravigliosa e insensata caparbietà di Carapaz che, agli sgoccioli ormai dell’avventura di giornata, quando si avvantaggiano il compagno Healy e l’arrembante giovane spagnolo Lazkano, non demorde, tiene duro, rientra sui due, il tutto con l’unica finalità di regalare a Healy un’ultima trenata: tutto questo con l’UAE lanciata come una locomotiva mezzo minuto dietro di loro, vale a dire nella futilità più assoluta. Correre comunque, correre alla grande, anche se non serve a niente e nessuno se ne ricorderà oltre le due righe in cronaca. Questo resta agli altri, a tutti gli altri.
Perché Pogacar ha messo la squadra a pestare duro, perché il peloton ormai conta meno uomini che la top ten in classifica generale, perché all’ultimo km del Puy Mary Pas de Peyrol, uno di quei nomi di valico impastati da ASO che suona più che altro come una bestemmia, ecco che Adam Yates, assistman di Pogi oggi, dà tutto, spreme le gambe sul 15%, e poi, bam!, scatta Pogacar, scatta forte, fa subito malissimo a tutti senza eccezioni, Vingegaard guarda gli altri, Roglic fa la mossa, tira un po’, ma niente ci vogliono proprio le gambe dell’unico altro extraterrestre o niente, e allora il danese apre gas, attacca pure lui, arranca ma c’è poco da fare, il distacco metro a metro si dilata, e infine sul falsopiano finale, come se fossimo in cima alla Redoute (ma una Redoute lunga due volte tanto), i metri non sono più decine ma centinaia, si parla di mezzo minuto, e tutti quanti già inseguono uno ad uno. Fuori quadro. Non ci sono moto o elicotteri per tutto e tutti. Pogacar. Vingegaard. Roglic. Evenepoel.
Vingegaard tentenna in discesa e Rogla lo salva, lo riprende e gli traccia le linee, brevissima alleanza cruciale. Remco appena c’è una miseria, uno straccio di pianura, innesta il suo passo speciale e irrompe in coda al duo, trascinando con sé qualche resto di top ten che occhieggia da dietro nelle vesti del bravo discesista Carlos Rodríguez, di un eccellente Ciccone. Loro due i primi degli umani, a loro modo, scortati dai gregari di lusso dei primi Almeida, Yates o l’inossidabile Mikel Landa.
Ma la pianura è un fazzoletto e subito si risale verso il Perthus. Pogacar sembra opaco, chiede qualcosa all’ammiraglia, sospetta anche lui dei tubeless come già Remco a crono, o forse ha bisogno di rifocillarsi, ma la solitudine del primato è tremenda. Non ci sono i puntuali ometti del team a rifornirlo di beveroni a scansioni regolari come li ebbe Froome dopo il Finestre: la UAE è un superteam ma in certe cose continua a somigliare alla vecchia Lampre più che alla vecchia Sky.
Vingegaard ricambia il favore e in salita tira lui, pure abbastanza regolare, non giochicchia né scatta. Ma arriva il momento in cui fiuta il sangue di un Pogacar che si dissangua di vaga stanchezza, e in quel momento innesca una progressione assolutamente devastante. Di nuovo, uno ad uno. E presto due a due.
Pogacar è ripreso. Extraterrestri in testa. Fenomeni a inseguire, Remco e Rogla. Poi niente, poi niente, poi ancora niente. Poi i grandi ciclisti polverizzati dal superciclismo.
I valori espressi da Vingegaard nei dodici minuti del Perthus in cui riprende Pogacar corrispondono ai massimi assoluti mai toccati dal ciclismo di ogni tempo. 1900 di VAM. 6,9 watt/kg. Evidentemente, la forma è tornata.
Il duo di testa si alterna con cambi regolari. Sprint tiratissimo al Gpm. La spunta Pogi per un’incollatura. Ancora (brevi) discese ardite, ancora (brevissime) risalite. Tensione più appicciosa del sudore, fatica e dolore. Cambi regolari, prudenza, ma nessuna strategia: Pogacar potrebbe facilmente rifiutarsi di prendere la testa, e lasciare così a Vingegaard la scelta fra tirare e veder sprecati i propri sforzi pregressi a fronte di un potenziale rientro da parte di Remco e Rogla, già espulsi dai picchi di velocità ascensionale ma solidissimi sulla tenuta e in avvicinamento ad ogni incertezza davanti. Tuttavia Pogacar non esita mai. Tornano in mente le immagini di Boonen contro Cancellara al Fiandre, ancora ai tempi del Kapelmuur e del Bosberg, il terreno prediletto del belga, i muri su cui accelerare con brutalità in cui sembrava inevitabile che a prevalere dovesse essere l’esplosività del più grande ciclista da pavé di tutti i tempi, e quando ancora lo svizzero era un punto interrogativo in queste gare. Ma nella fuga a due, col passare dei km, subentra la certezza che Cancellara ne abbia di più: Boonen si potrebbe mettere a ruota più che legittimamente, forte del proprio spunto veloce, ma non ci pensa neppure. Cambi regolari anche se vuol dire avviarsi al macello, come puntualmente avviene. Qui Tadej è su un terreno che per lui dovrebbe essere il più consono in assoluto. Un incrocio fra Lombardia e Liegi, le gare in linea nelle quali è il dominatore incontrastato. Il passo, la potenza, l’esplosività. Ma le energie vengono meno. Gli equilibri dell’universo si sono spostati impalpabilmente ma implacabilmente e chi a stento teneva le ruote ora a più energia nelle gambe. Pogacar, però, si nega a risparmiarsi. E puntualmente va a giocarsi da favoritissimo la volata, per puntualmente perderla, “scioltosi il nodo delle ginocchia” come recitano i versi dell’epica greca, non può spingere in piedi sui pedali allo sprint, si alza, si risiede, si rialza, si risiede, è sconfitto.
Dietro Roglic casca all’ultima curva dell’ultima discesa, ma la regola dei 3 km neutralizzati, inspiegabilmente indicata da regolamento per la tappa odierna, lo salva. I quattro arrivano in 2-1-1, ma sull’ordine d’arrivo saranno due coppie. Vingegaard-Pogacar. Evenepoel-Roglic.
Il Tour è ancora una volta nuclearizzato. Vingo guadagna un secondo, solo un secondo, nel gioco degli abbuoni vari, ma lo scossone è brutale. Pogacar avrebbe dovuto guadagnare e ha fatto di tutto per riuscirci. Senza esito. L’inerzia della gara precipita a favore di Vingegaard in modo assolutamente folle. Sul Pas de Peyrol Pogacar ha staccato Vingegaard con maggior nettezza ancora che sul Galibier. Ma Vingegaard è tornato con forza ancor maggiore. Sulla carta le tappe che ci attendono, anzi la settimana che ci attende, è molto favorevole al danese. Gli sterrati e il massiccio centrale sarebbero dovuti essere molto favorevoli a Pogacar e si sono tradotti in moltissimo frastuono per un nulla in classifica. Dunque da ora prevarrà con nettezza Vingegaard? O viceversa altre sorprese ci attendono, con un’inversione di ruoli? I due gemelli diversi come in ogni caccia mortale, preda e predatore, detective e serial killer, divengono l’uno il doppio dell’altro, s’immedesimano e rispecchiano: ho allenato espressamente gli strappi dice Vingegaard; ho allenato espressamente le salite lunghe, dice Pogacar. Quel che è sicuro è che in ogni fondamentale, a prescindere dalla loro condizione, sono su un pianeta a parte, con Remco e Roglic unici a poterli sfiorare o a fatica sfidare. Di Pogacar sappiamo con certezza assoluta che ha corso il Giro, seppur con le tabelle d’allenamento in mano. Di Vingegaard sappiamo che è finito in ospedale, anche se dubbi crescenti e legittimi si addensano sull’effettiva natura e gravità delle lesioni dichiarate, stante comunque l’indiscutibile bruttezza dell’incidente. Certamente entrambi non dovrebbero essere al picco teorico e assoluto del proprio potenziale – altrettanto certamente vi sono arrivati molto vicini. Per ora. Certamente entrambi si sono spremuti alla morte in questa prima metà di Tour (e ben più dei loro rivali vicini e lontani): mentre Evenepoel ridacchiava sui rulli il gilet gelato facendo cooling down, Pogacar era piegato in due sulla bici statica, la faccia nera di polvere, come un minatore estratto dopo settimane da un crollo nelle profondità della terra; Vingegaard pure stentava a tenere il capo dritto davanti al microfono, bianco, emaciato, grondante sudore a fiotti, come un marinaio estratto dagli abissi dopo lo sprofondamento di un sottomarino atomico.
Tutto è (ancora) possibile? Proprio tutto? Quanto tutto? Ci resta mezzo Tour per scoprirlo. Intanto si riparte da 1+1+1+1 = ZERO. Il tutto, il niente, il mistero, un cerchio che si chiude, un varco che si apre.

Gabriele Bugada

Vingegaard e Pogačar a un passo dal traguardo di Le Lioran (foto Dario Belingheri/Getty Images)

Vingegaard e Pogačar a un passo dal traguardo di Le Lioran (foto Dario Belingheri/Getty Images)

10-07-2024

luglio 10, 2024 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) si è imposto nell’undicesima tappa, Évaux-les-Bains – Le Lioran, percorrendo 211 Km in 4h58′00″, alla media di 42.483 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) e di 25″ il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek), 5° a 1′47″. Pogačar è ancora in maglia gialla con 1′06″ su Evenepoel e 1′14″ su Vingegaard. Miglior italiano Ciccone, 10° a 7′36″

GIRO D’ITALIA WOMEN

La canadese Clara Emond (EF Education-Cannondale) si è imposta nella quarta tappa, Imola – Urbino, percorrendo 134 Km in 3h35′45″, alla media di 37.265 Km/h. Ha preceduto di 17″ l’italiana Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing) e di 20″ il danese Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ – SUEZ). L’italiana Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek) è ancora in maglia rosa con 13″ sulla belga Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) e 38″ sulla Ludwig

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

Lo spagnolo Mario Aparicio (Burgos – BH) si è imposto nella quarta tappa, Guide – Gonghe, percorrendo 136.1 Km in 3h28′31″, alla media di 39.162 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Adne van Engelen (Roojai Insurance) e di 2″ l’uruguaiano Guillermo Thomas Silva (Caja Rural – Seguros RGA). Miglior italiano Lorenzo Quartucci (Team Corratec – Vini Fantini), 8° a 2′39″. L’ecuadoriano Jefferson Alveiro Cepeda (Caja Rural – Seguros RGA) è il nuovo leader della classifica con 1′50″ su Silva e 1′52″ su Aparicio. Miglior italiano Manuele Tarozzi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 4° a 2′20″

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): ÉVAUX-LES-BAINS – LE LIORAN

luglio 10, 2024 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dalla sconfinata pianura francese il Tour si trasferisce per 24 ore sulle insidiose strade del Massiccio Centrale, palcoscenico di una frazione di media montagna che avrà il suo momento culminante nella salita al Puy Mary

Son sempre insidiose le strade del Massiccio Centrale, a causa di percorsi privi di salite particolarmente difficili ma anche scevri di tratti in cui rifiatare, resi ancora più problematici dalla “canicule”, il caldo che spesso si fa sentire in maniera più accentuata nelle zone centrali della Francia e che rende particolarmente appiccicose le strade, su asfalti nuovi di zecca e al limite della liquefazione. Se queste tappe vengono affrontate con spirito particolarmente battagliero possono – come spesso accaduto in passato – anche risultare determinanti per l’esito finale del Tour e ne sa qualcosa Claudio Chiappucci, che avrebbe quasi certamente vinto l’edizione del 1990 se gli avversari non avessero imbastito un attacco a sorpresa nella frazione che terrminava a Saint-Étienne. Rispetto a quella tappa stavolta si gareggerà al capo opposto del massiccio, seguendo una rotta percorsa anche al Tour del 2016, quando a Le Lioran si impose Greg Van Avermaet, il belga che un mese più tardi conquistò la medaglia d’oro nella gara di ciclismo su strada alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. In particolare gli ultimi 42 Km saranno i medesimi, a partire dallo scollinamento del Col de Néronne , che quest’anno sarà affrontato da un versante più impegnativo rispetto a otto anni fa (4 Km all’8.6%). Immediatamente dopo si scalerà il Puy Mary, punto culminante della tappa non soltanto per i quasi 1600 metri dello scollinamento ma anche perchè si tratterà dell’ascesa più impegnativa (5.3 Km al 7.9%, con gli ultimi 1.3 Km al 13.4%), in vetta alla quale nel 2020 terminò una tappa vinta dal colombiano Daniel Martínez. Non scherza nemmeno il successivo Col de Pertus (4.5 Km all’8.2%), mentre l’unico colle del finale a non presentare pendenze particolarmente difficili sarà il Font de Cère, i cui 3.4 Km al 5.5% sono in concreto un arrivo in salita perchè si raggiungerà il traguardo 3 Km più avanti, percorso anche uno strappo finale di 800 metri al 6%, ultimo tassello di una tappa che prevede un mosaico di 4177 metri di dislivello complessivo.

METEO TOUR

Évaux-les-Bains: parzialmente nuvoloso, 20°C, vento debole da O (4-14 Km/h), umidità al 78%
Bourg-Lastic (traguardo volante – Km 65): parzialmente nuvoloso, 22°C (percepiti 24°C), vento moderato da SO (6-20 Km/h), umidità al 68%
Bort-les-Orgues (Km 108.6): nubi sparse, 24°C (percepiti 26°C), vento moderato da O (8-24 Km/h), umidità al 64%
Le Vigean (Km 138): nubi sparse, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da O (8-26 Km/h), umidità al 64%
Pas de Peyrol – Puy Mary (GPM – Km 180): nubi sparse, 21°C, vento moderato da O (11-34 Km/h), umidità al 73%
Le Lioran: pioggia debole (0.3 mm), 21°C, vento moderato da O (11-35 Km/h), umidità al 71%

GLI ORARI DEL TOUR

11.00: inizio diretta su Eurosport
11.30: partenza da Évaux-les-Bains
13.10-13.25: traguardo volante di Bourg-Lastic
13.30-13.50: GPM della Côte de Mouilloux
13.45-14.05: GPM della Côte de Larodde
14.45: inizio diretta su Rai2 (dopo la diretta del Giro d’Italia Femminile, dalle 14.00)
15.50-16.20: GPM del Col de Néronne
16.10-16.45: GPM del Pas de Peyrol (Puy Mary)
16.30-17.10: GPM del Col de Pertus (con abbuoni)
16.50-17.30: GPM del Col de Font de Cère
16.55-17.35: arrivo a Le Lioran

LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE

Oggi non presente

RASSEGNA STAMPA

Italia

Tour, Vdp pilota lo sprint di Philipsen. Pogacar resta in maglia gialla

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Končno je uspelo tudi Philipsenu. Pogačar ostaja v rumenem (Philipsen alla fine ci riuscì. Pogačar rimane in giallo)

Delo

Danimarca

Endelig fik belgieren en etapesejr i år (Alla fine, quest’anno il belga ha ottenuto una vittoria di tappa)

Politiken

Regno Unito

Philipsen ends Tour de France drought with stage victory (Philipsen pone fine alla siccità del Tour de France con la vittoria di tappa)

The Daily Telegraph

Francia

La bonne pour Philipsen (Quello giusto per Philipsen)

L’Équipe

Spagna

Philipsen remata el sopor (Philipsen pone fine alla sonnolenza)

AS

Belgio

Vijfde keer, goeie keer: Jasper Philipsen pakt eindelijk eerste ritzege in de Tour (Quinta volta fortunata: Jasper Philipsen conquista finalmente la sua prima vittoria di tappa al Tour)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Philipsen pakt ritzege in Tour na perfecte lead-out Van der Poel (Philipsen conquista la vittoria di tappa al Tour dopo il perfetto vantaggio di Van der Poel)

De Telegraaf

Germania

Knapp vorbei: Ackermann bei Sieg von Philipsen Dritter (Poco oltre: Ackermann terzo nella vittoria di Philipsen)

Kicker

Stati Uniti

Philipsen finally triumphs in sprint finish on Stage 10 of Tour de France (Philipsen trionfa finalmente in volata nella decima tappa del Tour de France)

The Washington Post

Colombia

Philipsen ganó la etapa 10 de Tour de Francia: Gaviria fue quinto (Philipsen ha vinto la decima tappa del Tour de France: Gaviria è quinto)

El Espectador

Ecuador

Belga Jasper Philipsen conquistó la 10.ª etapa del Tour de Francia, y Richard Carapaz se ubicó en el puesto 153 (Il belga Jasper Philipsen ha conquistato la 10a tappa del Tour de France e Richard Carapaz si è piazzato 153esimo)

El Universo

Australia

Philipsen triumphs at last after Tour sprint finish (Philipsen trionfa finalmente dopo l’arrivo in volata del Tour)

The West Australian

TOURALCONTRARIO

Ordine d’arrivo della decima tappa, Orléans – Saint-Amand-Montrond

1° Ben Turner
2° Jan Hirt a 53″
3° Sean Quinn s.t.
4° Davide Ballerini a 1′08″
5° Jan Tratnik s.t.

Classifica generale

1° Fabio Jakobsen
2° Bram Welten a 1′01″
3° Davide Ballerini a 13′21″
4° Nils Eekhoff a 13′50″
5° Gerben Thijssen a 14′53″

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Cassani: “Ha fatto la volata sulle manopole”
Rizzato: “I nostri punti forzi”
Pancani: “Andiamo a vedere cosa ci aspetta domani sulle tappe del Tour”
Borgato e Televideo RAI: “Le Lorian” (Le Lioran)
Televideo RAI: “Bianiam Girmay” (Biniam)
Sport Mediaset: “Gran Boucle” (Grande Boucle)

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948

La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

12 LUGLIO 1948 – 11a TAPPA: MARSIGLIA – SANREMO (245 Km)

IL TOUR È GIUNTO A SANREMO

Lunga passeggiata turistica, poi vittoriosa fuga finale dell’italiano Sciardis – La tappa odierna con meta a Cannes è fra le più dure – Bobet all’ospedale per iniezioni di penicillina – Si cerca nella carovana il bandito “Pierrot le fou”

La funivia che da Le Lioran conduce al Plomb du Cantal e l’altimetria dell’undicesima tappa (blog.ekosport.fr)

La funivia che da Le Lioran conduce al Plomb du Cantal e l’altimetria dell’undicesima tappa (blog.ekosport.fr)

NIAMH FISHER-BLACK PRIMA A TOANO, LONGO BORGHINI ANCORA IN ROSA

luglio 9, 2024 by Redazione  
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Il primo arrivo in salita del Giro d’Italia Women 2024 ha visto il successo della neozelandese Niamh Fisher-Black; seconda con leggero distacco la compagna di squadra Lotte Kopecky davanti a Juliette Labous e Elisa Longo Borghini, che conserva la maglia Rosa.

La terza tappa del Giro Women da Sabbioneta a Toano era il primo vero banco di prova per le aspiranti alla vittoria finale, che non si sono tirate indietro. Si è ridisegnate in parte la classifica generale, che vede sempre al comando Elisa Longo Borghini (Lidl-Trek) oggi quarta a sei secondi dalla vincitrice, la neozelandese Niamh Fisher-Black (Team SD Worx – Protime). Insieme alla campionessa italiana sono arrivate, precedendola sul traguardo, Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) e Juliette Labous (Team DSM-Firmenich PostNL).
Con la vittoria di oggi la Fisher-Black porta per la prima volta nella storia del Giro la bandiera neozelandese alla vittoria. Non era mai successo fino a oggi che un’atleta del paese australe si imponesse in una tappa e lo ha fatto rispondendo all’attacco di Mavi Garcia (Liv AlUla Jayco) ai meno 2, per poi lasciare la compagna di strada nel tratto più duro andando a centrare il successo. Il secondo posto della campionessa del mondo Lotte Kopecky, nuova maglia rossa della classifica a punti, sancisce il successo odierno del Team SD Worx – Protime.
La nuova classifica generale vede sempre, come già detto, al comando la Longo Borghini sulla Kopecky (a 13″) e sulla Labous (a 25″) risalite rispettivamente al secondo e terzo posto scavando un piccolo solco sulla maglia bianca Antonia Niedermayer (Canyon//SRAM Racing, a 59″) e sulla vincitrice di giornata e nuova maglia azzurra dei GPM Fisher-Black (a 1′00″). Seguono la Garcia a 1’26”), Katrine Aalerud (Uno-X Mobility) e Pauliena Rooijakkers (Fenix-Deceuninck) a 1′27″, Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ – SUEZ) a 1′30″ e Kimberley (Le Court) Pienaar (AG Insurance – Soudal Team) a 1′31″.
Al termine della prova la Fisher-Black si è così espressa: “Questo successo è la ciliegina sulla torta dopo un anno non facilissimo. Mi sentivo bene nelle settimane precedenti al Giro e il risultato di oggi è il frutto di ciò che ho seminato in allenamento. Il risultato del team è eccellente e ci dà grande morale. E’ la più bella vittoria della mia carriera! Sono arrivata al Giro in buona forma ma sicuramente un risultato del genere dà una svolta positiva anche per il morale. Nel finale io e Lotte abbiamo studiato le avversarie e abbiamo deciso che toccava a me anticipare. Ho colto l’attimo giusto ed è andata bene. La Maglia Azzurra è un bel traguardo ma non è il mio obiettivo principale. Mi piace puntare in alto”.
Lotte Kopecky ha aggiunto: “Il secondo posto di oggi è molto più dolce rispetto a quello di ieri. Sono contentissima per Niamh, perchè da sempre la incito a credere in sè stessa e sono convinta che questo successo la proietterà in un’altra dimensione. Per quanto mi riguarda, continuerò a cercare la vittoria di tappa, ci sono tante occasioni da qui a L’Aquila”.
La maglia rosa Elisa Longo Borghini ha, invece, così commentato la sua gara: “La tappa è andata come me l’aspettavo. Non era una salita da distacchi folli ma il caldo l’ha resa molto dura. Avevo timore di questa frazione perchè nelle corse a tappe soffro sempre il terzo giorno ma oggi è andato tutto liscio. Lotte Kopecky sta andando forte su ogni terreno ma sia io che Gaia Realini stiamo molto bene e restiamo fiduciose”.
Domani la quarta tappa potrebbe influire nuovamente sulla classifica. La Imola-Urbino di 134 Km presenta una seconda parte appenninica con tre ascese, la prima a San Marino, concentrate negli ultimi 50 km. L’ultimissimo tratto si disputerà nel centro storico di Urbino con strade in pavè e pendenze che raggiungono il 14%.

Mario Prato

Niamh FIsher-Black vince a Toano (Getty Images)

Niamh FIsher-Black vince a Toano (Getty Images)

FINALMENTE PHILIPSEN, ALPECIN PERFETTA NELLA VOLATA, PRIMA VITTORIA PER IL BELGA

luglio 9, 2024 by Redazione  
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La decima tappa del Tour de France 2024 sorride a Japser Philipsen (Alpecin – Deceuninck) il velocista belga vince nettamente la volata odierna grazie soprattutto ud una squadra perfetta con l’ultimo uomo Mathieu Van Der Poel che lancia il proprio compagno di squadra in modo impeccabile, secondo Biniam Girmay (Intermarché – Wanty), terzo Pascal Ackermann (Israel – Premier Tech).Nulla cambia in classifica generale, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) in maglia gialla.

La decima tappa del Tour de France 2024 da Orléans a Saint-Amand-Montrond con i suoi 187,3 chilometri verrà ricordata sostanzialmente per due motivi diversi, uno negativo per essere stata la tappa più soporifera degli ultimi dieci anni della Grande Boucle, l’altro positivo perchè ha visto il ritorno alla vittoria del dominatore delle tappe in volata dello scorso anno ovvero Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck). In partenza le squadre sono appallate a centro strada e nessuno tenta di portar via la fuga se non, quasi per caso Kobe Goossens (Intermarché-Wanty), seguito da Harm Vanhoucke e Maxim Van Gils (Lotto Dstny) provano un allungo, Van Gils si rialza subito, mentre la coppia con Valentin Madouas e Kevin Geniets (Groupama-FDJ) provano a farsi sotto ma si rialzano anche loro. La coppia di testa prosegue così fino al traguardo volante, dove di fatto tolgono punti sia alla maglia verde, a cui va bene così, sia a Jasper Philipsen che va a prendersi il terzo posto. Il gruppo subito dopo lo speciale traguardo volante riprende la “fuga” e torna compatto. L’unica speranza di vedere la tappa accendersi è nel vento che nella parte finale, ai meno 22 dall’arrivo soffia laterale da destra verso sinistra, ma appena il gruppo arriva nel lungo rettilineo che può creare ventagli anche il vento è debole. la corsa si infiamma soltanto ai meno 10 dalla conclusione quando, anche grazie ad un leggero tratto di strada in discesa, si viaggia a sopra gli 80Km/h. Le squadre dei velocisti si portano in testa, quelle degli uomini di clasifica anche, l’attenzione è massima con ancje la maglia gialla Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) davanti al gruppo per evitare rischi. Si aspetta soltanto la volata dove l’Alpecin torna a fare l’Alpecin, il campione del mondo Mathieu Van Der Poel ritorna a fare ciò che meglio gli è riuscito lo scarso anno, ovvero proteggere, condurre, e lanciare la meglio il compagno di squadra Jasper Philipsen ed ecco che la volata è affere del belga. Imprendibile per tutti, vittoria netta con la resa di Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) secondo mentre terzo chiude Pascal Ackermann (Israel – Premier Tech). I due maggiori pretendenti alla maglia verde del Tour de France 2024 sono adesso distanziati da 74 punti con l’eritreo che è al comando sul belga. Domani torna a salire con la tappa da Évaux-les-Bains a Le Lioran, ben sei GPM con l’unico di prima categoria nei trenta chilometri finali, seguirà uno di seconda e successivamente uno di terza. Frazione da possibile fuga con gli uomini di classifica che potrebbero stuzzicarsi nel finale.

Antonio Scarfone

Jasper Philipsen (Alpecin - Deceuninck) esulta a Saint-Amand-Montrond (Photo Credit: Getty Images)

Jasper Philipsen (Alpecin - Deceuninck) esulta a Saint-Amand-Montrond (Photo Credit: Getty Images)

09-07-2024

luglio 9, 2024 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il belga Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) si è imposto nella decima tappa, Orléans – Saint-Amand-Montrond percorrendo 187.3 Km in 4h20′06″, alla media di 43.206 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’eritreo Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) e il tedesco Pascal Ackermann (Israel – Premier Tech). Miglior italiano Matteo Sobrero (Red Bull – BORA – hansgrohe), 45°. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) è ancora in maglia gialla con 33″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e 1′15″ sul danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek), 13° a 5′35″

GIRO D’ITALIA WOMEN

La neozelandese Niamh Fisher-Black (Team SD Worx – Protime) si è imposta nella terza tappa, Sabbioneta – Toano, percorrendo 113 Km in 2h49′19″, alla media di 40.043 Km/h. Ha preceduto di 6″ la belga Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) e la francese Juliette Labous (Team dsm-firmenich PostNL). Miglior italiana Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek), 4° a 6″. La Longo Borghini è ancora in maglia rosa con 13″ sulla Kopecky e 25″ sulla Labous

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

L’italiano Manuele Tarozzi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) si è imposto nella terza tappa, Huzhu – Guide, percorrendo 202.4 Km in 4h59′12″, alla media di 40.588 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’eritreo Henok Mulubrhan (Astana Qazaqstan Team) e di 3″ l’ecuadoriano Jefferson Alveiro Cepeda (Caja Rural – Seguros RGA). Tarozzi il nuovo leader della classifica con 12″ su Mulubrhan e 20″ su Cepeda

SIBIU CYCLING TOUR (Romania)

L’italiano Giacomo Nizzolo (Q36.5 Pro Cycling Team) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Sibiu, percorrendo 192.9 Km in 4h17′27″, alla media di 44.956 Km/h. Ha preceduto allo sprint il canadese Riley Pickrell (Israel – Premier Tech) e l’irlandese Finn Crockett (VolkerWessels Cycling Team). A tagliare il traguardo per primo era stato il belga Milan Menten (Lotto Dstny), retrocesso in 102a posizione per scorrettezze. Il tedesco Florian Lipowitz (Red Bull – BORA – hansgrohe) si impone in classifica con 20″ sul norvegese Andreas Leknessund (Uno-X Mobility) e 38″ sul neozelandese George Bennett (Israel – Premier Tech). Miglior italiano Christian Scaroni (Astana Qazaqstan Team), 11° a 1′35″.

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): ORLÉANS – SAINT-AMAND-MONTROND

luglio 9, 2024 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Il Tour de France si rimette in cammino in direzione dei Pirenei. Le salite oggi, però, non faranno parte del progamma: la frazione diretta a Saint-Amand-Montrond è la più facile tra le ventuno dell’edizione 2024, ma il vento nel finale e la possibilità di temporali potrebbero rendere complicata la giornata.

Raggiunto il suo estremo settentrionale a Troyes e osservata la prima giornata di riposo il Tour inizia la ridiscesa verso il meridione della Francia, dove alla fine di questa settimana saranno previste due impegnative tappe sui Pirenei. In attesa del ritorno sulle grandi montagne domani ci sarà un interessante passaggio sulle salite del Massiccio Centrale mentre oggi andrà in scena quella che, sulla carta, si annuncia come la più facile tre le 21 tappe dell’edizione 2024. Gran Premi della Montagna non ne saranno previsti anche perchè mancheranno del tutto le salite, anche se nel finale si nota sull’altimetria un aguzzo canino che, in realtà, è molto meno impegnativo di quel che possa sembrare. I grafici di tappe come quella odierna, infatti, sono artificiosamente “pompati” per far risaltare tratti in salita che, altrimenti, neanche si vedrebbero se si utilizzassero le stesse scale delle altimetrie del Giro. Tornando al finale di gara, quel “canino” è più modestamente una salita di 2 Km al 2.4% che al massimo provocherà un po’ di affanno a qualche velocista, tenuto conto che a quel punto mancheranno meno di 10 Km all’arrivo e si starà procedendo ad alta velocità. Oggi i veri problemi potrebbero arrivare dal clima, essendo prevista pioggia proprio nel finale e vento moderato, in grado di innescare i temuti “ventagli”, come quelli che nella tappa che terminava proprio a Saint-Amand-Montrond al Tour del 2013 misero fuori dai giochi di classifica uno dei grandi favoriti per la vittoria finale, lo spagnolo Alejandro Valverde, che arrivò al traguardo con 10 minuti di ritardo.

METEO TOUR

Orléans : parzialmente nuvoloso, 28°C, vento moderato da SO (12-25 Km/h), umidità al 54%
Romorantin-Lanthenay (traguardo volante – Km 57.1): parzialmente nuvoloso, 28°C (percepiti 29°C), vento moderato da SO (18-41 Km/h), umidità al 54%
Issoudun (Km 125.3): parzialmente nuvoloso, 28°C (percepiti 29°C), vento moderato da SO (15-30 Km/h), umidità al 59%
Saint-Amand-Montrond: temporale (1.4 mm), 24°C (percepiti 25°C), vento moderato da O (20-40 Km/h), umidità al 74%%

GLI ORARI DEL TOUR

12.45: inizio diretta su Eurosport
13.25: partenza da Orléans
14.35-14.45: traguardo volante di Romorantin-Lanthenay
14.45: inizio diretta su Rai2 (dopo la diretta del Giro d’Italia Femminile, dalle 14.00)
17.20-17.50: arrivo a Saint-Amand-Montrond

LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE

http://www.ilciclismo.it/2009/?p=73494

RASSEGNA STAMPA

Italia

Tour, Turgis s’impone in volata. Evenepoel e Pogacar danno spettacolo sullo sterrato

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Francozu Turgisu makadamska etapa, Rogliču odlikovanje (Tappa di sterrato per il francese Turgis, distinzione per Roglič)

Delo

Danimarca

Fransk sejr på en vild 9. etape, hvor Pogacar viste muskler og Vingegaard fulgte med (Vittoria francese in una nona tappa selvaggia, dove Pogacar ha mostrato i muscoli e Vingegaard lo ha seguito)

Politiken

Regno Unito

Tom Pidcock pipped on line by Anthony Turgis on stage nine of Tour de France (Tom Pidcock è stato battuto sulla linea da Anthony Turgis nella nona tappa del Tour de France)

The Daily Telegraph

Francia

Turgis tout-terrain (Turgis per tutti i terreni)

L’Équipe

Spagna

Pogacar remueve la tierra (Pogacar smuove la terra)

AS

Belgio

Stuyven strandt op zucht van winst in knotsgekke gravelrit in Tour, Turgis sprint naar de overwinning (Stuyven non riesce a vincere in una folle corsa su ghiaia al Tour, Turgis scatta verso la vittoria)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Kans op etappewinst voor Van der Poel verkeken: Anthony Turgis wint spectaculaire gravelrit in Tour (Le possibilità di vittoria di tappa per Van der Poel sono svanite: Anthony Turgis vince la spettacolare tappa su terra del Tour)

De Telegraaf

Germania

Ausreißer Turgis gewinnt Schotter-Spektakel – Vingegaard kontert alle Pogacar-Attacken (Turgis in fuga vince lo spettacolo di ghiaia: Vingegaard contrasta tutti gli attacchi di Pogacar)

Kicker

Stati Uniti

Frenchman Anthony Turgis wins tough Tour de France stage on gravel roads, Pogacar keeps the lead (Il francese Anthony Turgis vince la dura tappa del Tour de France su strade sterrate, Pogacar mantiene il comando)

The Washington Post

Colombia

Tour de Francia 2024: Anthony Turgis se impuso en la novena etapa (Tour de France 2024: Anthony Turgis ha vinto la nona tappa)

El Espectador

Ecuador

Anthony Turgis, ganador de la 9.ª etapa del Tour de Francia 2024, en la que Richard Carapaz se ubicó en el puesto 113 (Anthony Turgis, vincitore della 9a tappa del Tour de France 2024, nella quale Richard Carapaz si piazzò 113°)

El Universo

Australia

Turgis claims stage nine Tour win, Pogacar keeps lead (Turgis vince la nona tappa del Tour, Pogacar mantiene il comando)

The West Australian

TOURALCONTRARIO

Ordine d’arrivo della nona tappa, circuito di Troyes

1° Gerben Thijssen
2° Fabio Jakobsen s.t.
3° Bram Welten s.t.
4° Nils Eekhoff s.t.
5° Jarrad Drizners a 9′19″

Miglior italiano Davide Ballerini, 6° a 9′19″

Classifica generale

1° Fabio Jakobsen
2° Bram Welten a 1′01″
3° Nils Eekhoff a 13′50″
4° Davide Ballerini a 15′13″
5° Gerben Thijssen a 16′19″

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Niente da segnalare per questa giornata

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948

La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

11 LUGLIO 1948 – 10a TAPPA: MONTPELLIER – MARSIGLIA (248 Km)

IL “TOUR” OGGI A SANREMO – BARTALI PARTÌ COME UNA FURIA: AVEVA VISTO BOBET E ROBIC IN CRISI

Emozioni nella Montpellier – Marsiglia

Conclusione: Impanis (Belgio) vince la tappa, Lambrecht (Belgio) va a 29” dalla maglia gialla – Gino e Ronconi guadagnano 6’27” sui due francesi

La Pyramide des Métiers dArt a Saint-Amand-Montrond e l’altimetria della decima tappa (www.francebleu.fr)

La Pyramide des Métiers d'Art a Saint-Amand-Montrond e l’altimetria della decima tappa (www.francebleu.fr)

GIRO D’ITALIA WOMEN: A CHIARA CONSONNI LA SECONDA TAPPA

luglio 9, 2024 by Redazione  
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Chiara Consonni si è aggiudicata la seconda tappa del Giro d’Italia Women. Lo ha fatto imponendosi in volata a Volta Mantovana su Lotte Kopecky ed Elisa Balsamo. Elisa Longo Borghini ancora in Maglia Rosa

“E’ stata una vittoria molto complicata perchè la fuga ci ha dato del filo da torcere. Fortunatamente avevamo visionato il finale al primo passaggio, e ho capito che per vincere dovevo essere più avanti possibile all’ultimo km. E’ stato un gran duello con Lotte Kopecky, vincerlo è stato magnifico”. Sono state queste le prime parole di una raggiante Chiara Consonni (UAE Team ADQ) dopo essersi messa alle spalle Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime), Elisa Balsamo (Lidl – Trek), Arlenis Sierra (Movistar Team), Mylène de Zoete (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team), Kimberley (Le Court) Pienaar (AG Insurance – Soudal Team), Silvia Zanardi (Human Powered Health), Letizia Borghesi (EF Education-Cannondale), la maglia rosa Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek) e Kathrin Schweinberger (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team), tutte con lo stesso tempo della vincitrice, così come le altre componenti del primo troncone del gruppo di ragazze impegnate nella corsa rosa a loro dedicata.
Sulla carta la tappa odierna era “affare” per velociste, come poi in realtà è stato. Bisogna però dire che Ana Vitória Magalhães, brasiliana della Bepink – Bongioanni, ha fatto di tutto per far sì che le ruote veloci rimanessero con un palmo di naso. La sua azione tutt’altro che velleitaria è terminata solo ai meno 2, quando le squadre delle velociste hanno dovuto produrre il massimo sforzo per chiudere sulla battistrada. Alla coraggiosa Magalhães rimane, però, la soddisfazione di andare ad indossare la prima maglia zzzurra dei GPM
Chiara Consonni, alla terza vittoria in tre edizioni, ha così commentato la sua vittoria: “E’ una vittoria molto importante, sia per la qualità delle atlete che mi sono lasciata alle spalle che per lo sviluppo della tappa. Sapevamo che era un percorso adatto alle fughe, e il gruppo ha lasciato fare, tanto che le atlete in testa hanno guadagnato fino a oltre 6′. La squadra ha fatto un grandissimo lavoro per rientrare sulla battistrada, voglio ringraziare tutte le mie compagne. Ho un grande obiettivo, la prova su pista a Parigi, e questo successo mi motiverà ancora di più”.
La classifica generale non ha visto movimenti nelle prime tre posizioni. La maglia rosa è sempre indossata dalla Longo Borghini, che ha così commentato il suo primo giorno in rosa: “Vestire la Maglia Rosa in gara è speciale. Molte atlete sono venute a congratularsi, e in strada ho visto tanti cartelli che mi incitavano. Ad un certo punto ho avuto timore di perderla, perchè la fuga aveva preso tanto vantaggio, ma la situazione è tornata tranquilla nel finale. Domani sarà una giornata importante, anche se non credo che la salita farà troppe differenze tra le big”. Sul podio provvisorio ci sono sempre Grace Brown (FDJ-Suez) a 1″ e Brodie Chapman (Lidl – Trek) a 13″. Segue la Kopecky con un ritardo di 19 secondi e una posizione guadagnata. Hanno invece guadagnato due posizioni rispetto alla cronometro di ieri Juliette Labous (Team dsm-firmenich PostNL), quinta a 29″, Ruth Edwards (Human Powered Health), sesta a 30″, Cédrine Kerbaol (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team), settima a 38″, Loes Adegeest (FDJ – SUEZ), ottava con il medesimo ritardo, Katrine Aalerud (Uno-X Mobility), nona a 45″ e Franziska Koch (Team dsm-firmenich PostNL), decima a 47″.
Oggi questa classifica potrebbe almeno parzialmente venire ridisegnata essendo previsto il primo arrivo in salita al termine della Sabbioneta – Toano di 113 Km, con gli ultimi 12 in costante ma pedalabile salita verso il traguardo.

Mario Prato

Chiara Consonni vince allo sprint la prima tappa in linea del Giro dItalia Women (Getty Images)

Chiara Consonni vince allo sprint la prima tappa in linea del Giro d'Italia Women (Getty Images)

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