CAMPANE PER CAMPENAERTS, L’EX RECORDMAN DELL’ORA VINCE A BARCELONNETTE DOPO UN ANNO DI DIGIUNO
La diciottesima tappa del Tour 2024 riservava ai fuggitivi un’occasione da non perdere e così è stato. La maxifuga di oltre 30 ciclisti vede nel finale attacchi e contrattacchi con un terzetto di qualità che resta a giocarsi la vittoria. Nella volata a tre Victor Campenaerts (team Lotto Dstny) si impone su Matteo Vercher (Team TotalEnergies) e Michal Kwiatkowski (team INEOS Grenadiers). Domani primo dei due tapponi alpini con l’attesa di un nuovo duello tra Pogacar e Vingegaard
La diciottesima tappa del Tour 2024 parte da Gap e termina a Barcelonnette dopo 179.5 km. Sarà una giornata interessante che come ieri dovrebbe favorire la fuga mentre i big di classifica ‘riposeranno’ in vista del decisivo week end tra Alpi e Costa Azzurra. Non mancheranno i gpm da scalare – ben cinque e tutti di terza categoria – e già il Col du Festre dopo 30 km potrebbe essere decisivo per la formazione della fuga di giornata. Dopo i primi 20 km, tra attacchi e contrattacchi, Jasper Stuyven (Team Lidl Trek) iniziava a scalare in testa il Col du Festre con una decina di secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Il belga veniva ripreso e ricominciavano gli scatti in testa al gruppo. A circa metà dell’ascesa si staccavano una ventina di ciclisti tra cui spiccava il nome di Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) ma il gruppo reagiva nuovamente ed annullava questo nuovo tentativo. Oier Lazkano (Team Cofidis) scollinava in prima posizione sul gpm del Col de Festre posto al km 32.2. Oltre allo spagnolo facevano parte della maxi-fuga di oggi altri 35 ciclisti ovvero Alex Aranburu e Gregor Muhlberger (Team Movistar), Wout van Aert e Bart Lemmen (Team Visma Lease a Bike), Christopher Juul-Jensen e Michael Matthews (Team Jayco AlUla), Michal Kwiatkowski e Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers), Julien Bernard e Toms Skujins (Team Lidl Trek), Bruno Armirail, Dorian Godon e Nicolas Prodhomme (Team Decathlon AG2R La Mondiale), Wout Poels (Team Bahrain Victorious), Jai Hindley e Matteo Sobrero (Team BORA Hansgrohe), Valentin Madouas e Quentin Pacher (Team Groupama FDJ), Richard Carapaz, Ben Healy e Sean Quinn (Team EF Education EasyPost), Victor Campenaerts (Team Lotto Dstny), Hugo Houle e Kris Neilands (Team Israel Premier Tech), Guillaume Martin (Team Cofidis), Clement Champoussin e Raul Garcia Pierna (Team Arkea B&B Hotels), Louis Meintjes e Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty), Frank van den Broek (Team DSM Firmenich PostNL), Tobias Halland Johannessen (Team Uno X Mobility), Steff Cras, Mathieu Burgaudeau, Jordan Jegat e Matteo Vercher (Team Total Energies). Lazkano scollinava in prima posizione sul gpm della Côte de Corps posta al km 57.5. Matthews vinceva il traguardo volante di Saint-Bonnet-en-Champsaur posto al km 84.3. Lazkano transitava in prima posizione sul successivo gpm del Col de Manse posto al km 97.3. Halland Johanness scollinava in prima posizione sul successivo gpm della Côte de Saint-Apollinaire posto al km 121. A 50 km dalla conclusione la tappa aveva ormai assunto una fisionomia evidente, con i fuggitivi che si sarebbero giocati la vittoria ed il gruppo maglia gialla che inseguiva – si fa per dire – a oltre 10 minuti di ritardo. Kwiatkowski scollinava in prima posizione sul quinto ed ultimo gpm di giornata, la Côte des Demoiselles Coiffées posta al km 139.1. Il ciclista polacco era tra i più attivi negli ultimi 30 km in leggero falsopiano. Attaccava insieme a Campenaerts ed a Vercher ed il terzetto di testa in breve tempo si avvantaggiava di una quarantina di secondi su un primo gruppo inseguitore formato da Lemmen, Skujins, Hindley, Neilands e Lazkano. I tre battistrava mantenevano il vantaggio sui diretti inseguitori dandosi regolarmente i cambi. Nonostante un allungo di Vercher a circa 1 km dall’arrivo, la vittoria si sarebbe giocata nella volata ristretta dove a prevalere era Campenaerts davanti a Vercher e Kwiatkowski. Il corridore belga, ex recordman dell’ora, tornava così a sorridore dopo un digiuno di vittorie lungo quasi un anno, iniziato dopo l’affermazione nella tappa a cronometro del Giro di Lussemburgo ottenuta a settembre del 2023. A 22 secondi di ritardo Skujins regolava il gruppetto degli inseguitori per la quarta posizione mentre chiudeva la top five Lazkano in quinta posizione. Il gruppo maglia gialla arrivava ad oltre un quarto d’ora di ritardo. Per Campenaerts è la prima vittoria stagionale mentre la classifica generale non cambia con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) in maglia gialla davanti a Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike) e Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step). Domani la diciannovesima tappa offre il primo dei due tapponi alpini con Col de Vars, Cime de la Bonette e Isola 2000. Tre salite davvero impegnative che superano rispettivamente i 18, i 23 ed i 16 km. Torneranno di scena i big di classifica per un finale di Tour che si annuncia davvero entusiasmante.
Antonio Scarfone

Dopo una lunga fuga Tour de France 2024 Campenaerts precede i compagni d'avventura a Barcelonnette (foto Tim de Waele/Getty Images)
18-07-2024
luglio 18, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il belga Victor Campenaerts (Lotto Dstny) si è imposto nella diciottesima tappa, Gap – Barcelonnette, percorrendo 179.5 Km in 4h10′20″, alla media di 43.023 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Mattéo Vercher (TotalEnergies) e il polacco Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Gianni Moscon (Soudal Quick-Step), 50° a 13′40″. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) è ancora in maglia gialla con 3′11″ sul danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e 5′09″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek), 8° a 17′51″
GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under23)
L’italiano Federico Biagini (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) si è imposto nella seconda tappa, Verrès – Borgofranco d’Ivrea, percorrendo 127.8 Km in 3h11′24″, alla media di 40.063 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Edoardo Zamperini (UC Trevigiani – Energiapura Marchiol) e di 2″ l’italiano Diego Bracalente (Team MBH Bank Colpack Ballan). Il kazako Ilkhan Dostiyev (Astana Qazaqstan Development Team) è ancora leader della classifica con 12″ sullìitaliano Ludovico Crescioli (Team Technipes #inEmiliaRomagna) e sull’australiano Alastair Mackellar (Hagens Berman Jayco)
BALOISE LADIES TOUR
L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) si è imposta anche nella prima tappa, Breskens – Knokke-Heist, percorrendo 113.8 Km in 2h43′21″, alla media di 41.800 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Charlotte Kool (Team Dsm-Firmenich PostNL) e l’italiana Rachele Barbieri (Team Dsm-Firmenich PostNL). La Wiebes è ancora leader della classifica con 12″ sulla Kool e 13″ sulla britannica Pfeiffer Georgi (Team Dsm-Firmenich PostNL). Miglior italiana la Barbieri, 4° a 16″.
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): GAP – BARCELONNETTE
luglio 18, 2024 by Redazione
Filed under Approfondimenti
E’ l’ultima tappa di trasferimento del Tour, prima che nelle tre conclusive frazioni tornino protagonisti gli uomini di classifica. Tagliati fuori i velocisti e con pendenze troppo facile per stimolare i “big”, oggi sarà di scena la fuga da lontano, con il 100% di possibilità di andare fino al traguardo
3007 metri di dislivello ieri, 3123 metri oggi. All’esame di questo semplice dato sembrerebbe che l’odierna frazione sia più impegnativa rispetto a quella di ieri, che ci ha riservato le emozioni dell’ennesimo tentativo di forza di Pogacar sul Col du Noyer, della successiva evasione dal gruppo dei migliori di Evenepoel e della bella vittoria a SuperDévoluy di un corridore di spessore del calibro dell’ecuadoriano Carapaz. In realtà niente di tutto questo ci riserverà la tappa diretta a Barcelonnette perchè quella mole di dislivello non sarà concentrata su tre ascese ma diluita su ben sette salite, tutte prive di pendenze particolarmente accentuate – come erano, al contrario, quelle del Noyer – e, soprattutto, distanti dal traguardo. Con un simile disegno i “big” della classifica non saranno certo motivati a spender energie, preferendo risparmiarle per i due duri tapponi previsti nelle prossime giornate, e lo stesso varrà per i velocisti e le loro formazioni, sulle quali il sipario è definitivamente calato l’altro ieri a Nîmes. Via libera, dunque, agli attaccanti di giornata perchè oggi la fuga avrà il 100% di possibilità di andare fino al traguardo e, come accennato, di occasioni per andare in avanscoperta il percorso ne presenterà molte. Per esempio, quel Col du Festre (ufficialmente 4 Km al 6.3%, anche se in realtà la salita misura quasi 13 Km) che si dovrà scalare a una ventina di chilometri dalla partenza sembra esser stato collocato sul percorso apposta per essere utilizzato come trampolino di lancio. Gli ultimi due Gran Premi della Montagna – la Côte de Saint-Apollinaire (7 Km al 5.6%) e la cosiddetta “salita delle signorine acconciate” (Côte de Demoiselles Coiffées, 3.5 Km al 5.4%) – saranno, invece, utile per “sgrossare” il plotoncino dei fuggitivi, che si ritroverà ad affrontare a ranghi più ridotti il tratto conclusivo lungo la valle dell’Ubaye, dove la strada procederà costantemente in lieve ascesa fino a poco meno di 9 Km dall’arrivo, tratto buiono per provare l’azione solitaria staccando i compagni d’avventura più esausti.
METEO TOUR
Gap : sereno, 28°C, vento moderato da S (5-20 Km/h), umidità al 34%
Agnières-en-Dévoluy (Km 36.3): sereno, 26°C, vento moderato da SO (5-20 Km/h), umidità al 38%
Saint-Bonnet-en-Champsaur (Traguardo Volante – Km 95.2): sereno, 28°C (percepiti 27°C), vento moderato da S (6-23 Km/h), umidità al 35%
Côte de Saint-Apollinaire (GPM – Km 121): sereno, 28°C (percepiti 27°C), vento moderato da SO (7-30 Km/h), umidità al 27%
Barcelonnette : sereno, 27°C, vento moderato da O (10-40 Km/h), umidità al 39%
GLI ORARI DEL TOUR
12.45: inizio diretta su Eurosport
13.20: partenza da Gap
14.05-14.10: GPM del Col du Festre
14.40-14.50: GPM della Côte de Corps
14.45: inizio diretta su Rai2
15.15-15.30: traguardo volante di Saint-Bonnet-en-Champsaur
15.35-15.50: GPM del Col de Manse
16.05-16.30: GPM della Côte de Saint-Apollinaire
16.30-16.55: GPM della Côte des Demoiselles Coiffées
17.30-18.00: arrivo a Barcelonnette
RASSEGNA STAMPA
Italia
Festa Carapaz al Tour: Evenepoel attacca e rosicchia 12″ a Vingegaard
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Carapaz je zmagovalec. Pogačar spet pokazal svojo moč (Carapaz è il vincitore. Pogačar ha dimostrato ancora una volta la sua forza)
Delo
Danimarca
Carapaz vinder hård etape, hvor Vingegaard var under pres og tabte tid til Evenepoel (Carapaz vince una tappa difficile in cui Vingegaard era sotto pressione e ha perso tempo contro Evenepoel)
Politiken
Regno Unito
Carapaz wins stage 17 as Tadej Pogacar extends his lead (Carapaz vince la tappa 17 mentre Tadej Pogacar aumenta il suo vantaggio)
The Daily Telegraph
Francia
Carapaz 1er Équatorien vainqueur d’étape, Evenepoel grappille un peu (Carapaz 1° vincitore di tappa ecuadoriano, Evenepoel guadagna poco)
L’Équipe
Spagna
Carapaz saca el orgullo (Carapaz tira fuori l’orgoglio)
AS
Belgio
Sterke Remco Evenepoel pakt een paar seconden terug op Jonas Vingegaard, Carapaz wint na knappe solo in de Tour (Il forte Remco Evenepoel riprende qualche secondo su Jonas Vingegaard, Carapaz vince dopo una bella azione solitaria al Tour)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Carapaz haalt zijn gram met ritzege, tijdwinst Evenepoel (Carapaz segna con una vittoria di tappa, tempo guadagnato da Evenepoel)
De Telegraaf
Germania
Pogacar knöpft Vingegaard erneut Zeit ab – Carapaz gewinnt (Pogacar toglie ancora tempo a Vingegaard – Vince Carapaz)
Kicker
Stati Uniti
Carapaz earns his first Tour de France stage win (Carapaz ottiene la sua prima vittoria di tappa al Tour de France)
The Washington Post
Colombia
¡Celebre, latino! Carapaz logró histórico triunfo en el Tour de Francia (Festeggia, latino! Carapaz ha ottenuto una vittoria storica al Tour de France)
El Espectador
Ecuador
¡‘Richie’, el orgullo de Ecuador! Richard Carapaz conquista la etapa 17 del Tour de Francia (’Richie’, l’orgoglio dell’Ecuador! Richard Carapaz conquista la 17a tappa del Tour de France)
El Universo
Australia
Carapaz rises to the occasion for first Tour stage wins (Carapaz è all’altezza della vittoria della prima tappa del Tour)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della diciassettesima tappa, Saint-Paul-Trois-Châteaux – SuperDévoluy
1° Robbe Ghys
2° Cees Bol a 40″
3° Davide Ballerini s.t.
4° Søren Wærenskjold a 54″
5° Jarrad Drizners s.t.
Classifica generale
1° Davide Ballerini
2° Mark Cavendish a 1′03″
3° Jarrad Drizners a 4′29″
4° Cees Bol a 13′49″
5° Nils Eekhoff a 16′09″
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Cassani: “La maglia gialla ha perso qualco compagno”
Cassani: “Da un momento e l’altro”
Cassani: “Non ci sono più spazio”
Garzelli: “Col de la Bonnè” (Col de la Bonette)
Garzelli: “L’arrivo a Isola 2000 è molto corta”
Televideo RAI: “Zampata di Carapaz su Simon Yates”
Televideo RAI: “Saint-Paul-Troi-Châteaux” (Saint-Paul-Trois-Châteaux)
Televideo RAI: “Primo arrivo difficile a questo Tour” (i tapponi pirenaici della scorsa settimana sono state forse passeggiate?)
Televideo RAI: “Eric Mas” (Enric)
Teletext TV Svizzera: “Simon Yates, battuto di 37 minuti” (erano secondi)
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948
La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
20 LUGLIO 1948 – GIORNO DI RIPOSO A MULHOUSE
OGGI TAPPA A CRONOMETRO
Una delle più dure prove del “Tour”
Prudenza di Bartali: “Non sarò sicuro di aver vinto sino ad un chilometro da Parigi” – Per la prova odierna l’ordine è di non compiere inutili sforzi
21 LUGLIO 1948 – 17a TAPPA: MULHOUSE – STRASBURGO (cronometro indivisuale, 120 Km)
PRUDENTE CORSA DI BARTALI NELLA GARA A CRONOMETRO VINTA DA LAMBRECHT

Barcelonnette e l’altimetria della diciottesima tappa (www.ubaye.com)
SUPERDÉVOLUY E I MASTINI DELLA GUERRA: VENI, VIDI, VICI, REMCO, POGI, RICHIE
Torna l’aurea via di mezzo nel Tour fin qui spesso schizofrenico delle troppe tappe piatte senza fughe, neppure tentate prima di finire confusamente in volata di massa; oppure viceversa del tutti uno per angolo, staccati di minuti. Oggi no, oggi è battaglia corpo a corpo, e col dente avvelenato.
Tappa perfetta per Pogacar, approccio da classica dura, finale prima arcigno con giro di vite nel doppio tornante a scollinare, poi misto, tutto da rilanciare con arrivo in leggera salita. Tappa perfetta per Pogacar come già quelle italiane, quella degli sterrati, quella del Massiccio Centrale. Tappa, insomma, che Pogacar farebbe un gran bene a lasciar assopire, perché tutti i precedenti si sono rivelati forieri di grandi dispendî e pochi ragni cavati dal buco. A meno che, certo, quelle mutue frizioni e quello stringere i denti non siano stati l’autentica causa dell’erosione che ha consumato i piloni non così solidi della preparazione di Vingegaard, proprio come era accaduto a parti invertite nel TDF 2023. Ad ogni buon conto, ora che la maglia è più gialla del sole di luglio, non vale la pena di svenare se stessi ma soprattutto la squadra per guadagni destinati a essere cronometricamente modesti: ci attende da domani un trittico di tappe d’impegno crescente in termini di team.
E, per una volta, tutto sembra concorrere a questo disegno ordinato: ordinato fino a un certo punto, perché apre la strada, letteralmente, al caos vorticoso in cui si traducono le migliori tappe da fughe, quelle più sopraffine. Ma il menù apparecchiato è ancor più appetitoso, in varie portate: prima di tutto ci sarà la lotta per formarla, questa fuga, con l’antipasto annesso delle valutazioni tattiche qualora in fuga ci finiscano gregari degli uomini forti della generale. Averne davanti può significare disporre di importanti teste di ponte per un attacco di media gittata, ma anche, difensivamente, che se la bagarre fra i migliori si dovesse scatenare troppo presto, perdendosi dunque il supporto immediato, ci sarebbero uomini davanti da fermare per venire in soccorso a un capitano isolato. Seconda portata, la guerra di trincea punto a punto per la maglia verde finale: sembrava che l’eritreo Girmay fosse definitivamente destinato ad essere il primo africano investito del primato finale nella classifica ormai associata agli uomini veloci, invece la forma crescente di Mathieu van der Poel, qui ad allenarsi per le Olimpiadi sotto le umili vesti di assistman per il compago Philipsen, si è tradotta all’istante in un terzetto di trionfi per il belga, mentre Girmay ha perso una palata di punti con una caduta in un finale cruciale. Ora la battaglia si articola nei traguardi intermedi rimasti, posizionati spesso in modo peculiare nel tracciato di tappa. Infine, va da sé, la vittoria di tappa in quanto tale.
Con queste premesse non sorprende che la fuga stenti a prendere forma: su un percorso che prevede infiniti falsipiani a salire, senza respiro, rimbombano come tuoni in un temporale estivo gli attacchi e i contrattacchi, uno via l’altro, tanto più che si alza il vento e il peloton apre e chiude i propri ventagli con l’ansia di una beghina in una chiesa afosa. Due ore a 48 km/h di media su un nastro d’asfalto che implacabile accumula in quel centinaio scarso di km la bellezza di 1.300 metri di dislivello tutto positivo, senza uno straccio di contropendenza per rifiatare. Se ci sono luogotenenti degli squadroni, serra le fila il controsquadrone rivale, se nell’attacco è assente un team che ancora non ha vinto niente, ecco che dovrà rincorrere per contrappasso e ulteriore tortura, se, più in generale, c’è modo di stroncare l’allungo, ci penserà l’Alpecin di Philipsen che vuole il traguardo intermedio, meglio ancora sganciando Philipsen in avanscoperta in un gruppetto nel quale manchi Girmay. Guerriglia di mestiere per la quale a poco vale il controllo dall’ammiraglia, le situazioni in testa al gruppo sono fluide e variabili più di un fronte burrascoso. Al più i direttori sportivi possono strillare di “chiudere, chiudere, chiudere”: intanto la fatica aumenta, il costo di imbroccare la fuga chiave si fa stellare, e le energie rimaste per il finale di partita pericolosamente misere.
Con questo clima se ne va un drappello di guastatori di lusso, uomini per tutte le stagioni accomunati da un motore clamoroso, Benoot (gregario di Vingegaard che ricordiamo soprattutto vincitore di una delle Strade Bianche più fangosa), il danese Cort killer delle tappe in tutti i grandi giri, dalla mezza montagna, ai muri, alla spiaggia di Viareggio, il rouleur lussemburghese Bob Jungels con una Liegi in palmarés, vinta in fuga ça va sans dire, e poi il francesino promettentissimo Romain Gregoire, qui ad imparare alla scuola di questi scafatissimi navy seals.
Ma dietro il gruppo ancora ribolle. Per fortuna di tutti, tranne che dei quattro davanti, arriva il traguardo volante, vince gli avanzi Girmay su Philipsen, un punticino in più accumulato, ma sostanzialmente un occasione in meno per il rivale belga.
Sullo slancio, si squarciano i cieli e scroscia un cataclisma di fuga da 50 atleti o giù di là, un terzo del gruppo praticamente. Per miracolo non c’è nessun vero uomo di classifica, ma sarà anche che ormai i “veri uomini di classifica” sono una dozzina, per non dire mezza dozzina, per non dire tre. Si rivedono tutti coloro che ci avevano provato e riprovato per quelle due lunghissime ore senza mai farcela, sia i fuggitivi che peraltro hanno provato e riprovato per così tante precedenti tappe, i Carapaz, i Mas, i Guillaume Martin, Simon Yates, De Plus, Aranburu, Mohoric… e poi, si vedono, gran novità alfieri di spessore di Visma e UAE a tagliare la scacchiera avvantaggiandosi “in diagonale”, Soler e Sivakov a coprire Pogacar, mentre Van Aert e Laporte si assomano a Benoot per costituire un’avanguardia di assoluto lusso per Vingegaard.
Mosse e contromosse, basta la reciproca copertura in questa guerra di dissuasione per calmare il gruppone, anzi il gruppetto o quel che resta del gruppo. Così quando arrivano le salite il vantaggio dei fuggitivi è già di sei, sette, otto minuti e può prender corpo la gara nella gara. Non senza, come vedremo, qualche incrocio di linee temporali.
Dopo qualche schermaglia sulla prima e più facile salita, sul Col de Noyer, teatro di una crisi tremendissima di Merckx provocata da Ocaña, oggi è Simon Yates ad accendere le polveri, saltando a velocità doppia i quattro evasi della prima ora, a cui si erano aggiunti un altro paio di cagnacci come Madouas e G. Martin. Dietro però di cagnacci ne arrivano un altro bel paio: Carapaz, mai scoraggiato dal suo laborioso indaffararsi senza costrutto nelle battagliatissime tappe di montagna vissute fin qui, scortato dall’inglese Williams, sorpresa di stagione nel gelo della Freccia Vallone. Le carte si rimescolano e sulle rampe finali durissime e dense di pubblico abbiamo un duello, restano soli Yates, composto come un ufficiale inglese, e Carapaz, ringhiante, col coltello fra i denti. Due re del fuorisella, l’uno ritmico, l’altro rabbioso, il primo però fiammeggiante, il secondo martellante. In una giornata così, chi la dura la vince. E stavolta la tappa è del duro Carapaz. Consolazione parziale di non poter difendere l’oro olimpico a Parigi, l’Ecuador ha un solo posto e sarà per scelta tecnica riservato a Narváez (che infilò Pogi nella prima tappa del Giro, dici niente). Con oggi Richard completa la trilogia, ha vinto tappe in ciascun Grande Giro, oltre ad aver raggiunto almeno il podio in tutti e tre (al Giro pure una vittoria finale con due scalpi di lusso come Nibali e Roglic). Probabilmente dietro a Roglic è lui il più grande e il più solido fra i corridori d’interregno, con l’umiltà di saper scegliere traguardi adatti a ogni stagione del ciclismo che si trova attorno, e di lottare sempre per essi con la massima grinta. Doveva proprio arrivare, questa tappa del Tour, remunerazione karmica minima dopo che decise di concedere al gregario Kwiatkowski quella in cui arrivarono assieme dopo una fuga a due leggendaria, quando entrambi correvano in INEOS, e quando lui, Richard, di tappe al Tour non ne aveva ancora vinte. Poi Yates, altro protagonista degli anni di mezzo, e poi Mas, comprimario di lusso, scalatore sopraffino ma sempre in cerca di un qualcosa in più.
E dietro? Dietro ci prova Ciccone, per riassettare la parte bassa della top ten, ma a Pogi non va. Niente contro Ciccone, è solo che evidentemente la maglia gialla con tutti quei Visma davanti vuole evitare che si scuota troppo il vespaio. Il ritmo sale, la pressione pure, la strada anche e in un momento il gruppo conta undici unità. Gli undici uomini che lottano per la top ten finale. Aria tesa, aria di guai, e allora sul muro più aspro in cima al Noyer, è Pogi stesso ad allungare forte… “a sgranchire le gambe”, avrà a dichiarare. L’arrivo è dietro l’angolo, due km all’insù, discesa ondulata, lungo falsopiano finale. Ma ce n’è di che lottare alla morte, perché Vingegaard va in affanno ed è invece Evenepoel ad apparire più convinto. Tornano utilissimi, fondamentali, cruciali gli uomini Visma avvantaggiatisi in precedenza, tutti quanti, Benoot, Van Aert, Laporte, perché Remco è scatenato e seppur in discesa, trattandosi di un tracciato poco tecnico ma semmai rettilineo e di forza, lancia al massimo dei giri la propria pazzesca cilindrata. Pogacar non prende il largo, anzi è presto ripreso, Vingegaard è riportato sotto dai propri scherani. Stallo. La maglia gialla impalpabilmente scivola dall’azione all’inazione: anche questo un atto di guerra, di guerra tattica. E Remco riapre il gas, supportato anche da un Hirt mimetizzato fin lì fra gli avventurieri della maxifuga. Pogi non reagisce, siede sereno a ruota, tocca ai Visma: Vingegaard è ben protetto ma il supporto scema, mentre lui annaspa in un crescente affanno. Ed Evenepoel strappa sul traguardo una manciata di secondi, un niente, dodici su Vingegaard, ma sono dodici gocce di sangue. La promessa di una ferita aperta da cui farne sgorgare ancora. Evenepoel, mastino, indomito, incurante di numeri, distacchi e dati. Infine, sul traguardo, esce, letteralmente “esce”, il Pogacar che non piace, il Pogacar feroce, quello che ha aspettato l’ultimo momento per scattare in faccia al rivale danese e lasciarlo secco. Due. Secondi. Senza nemmeno gli abbuoni da disputare. Solo la cattiveria, la botta morale, lo schiaffone immorale. Esce il veleno di sconfitte incassate col sorriso, ma evidentemente non certo con bonomia. Il veleno sorbito quest’anno con le dichiarazioni fuorvianti di Vingegaard e del suo team, in una campagna di disinformazione e pretattica degna di un’autentica campagna militare. Il veleno, forse, di un timore non del tutto sopito, il timore della sconfitta imprevedibile, impensabile, fuori parametro… lo spettro della crono di Combloux. À la guerre comme a la guerre?
Gabriele Bugada

Carapaz si impone in solitaria a SuperDévoluy (Dario Belingheri/Getty Images)
17-07-2024
luglio 17, 2024 by Redazione
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TOUR DE FRANCE
L’ecuadoriano Richard Carapaz (EF Education – EasyPost) si è imposto nella diciassettesima tappa, Saint-Paul-Trois-Châteaux – Superdévoluy, percorrendo 177.8 Km in 4h06′13″, alla media di 43.328 Km/h. Ha preceduto di 37″ il britannico Simon Yates (Team Jayco AlUla) e di 57″ lo spagnolo Enric Mas (Movistar Team). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek), 41° a 9′26″. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) è ancora in maglia gialla con 3′11″ sul danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e 5′09″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Ciccone, 8° a 17′51″
GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under23)
Il kazako Ilkhan Dostiyev (Astana Qazaqstan Development Team) si è imposto nella prima tappa, Saint Gervais Mont Blanc – Passy (Plaine Joux), percorrendo 40.8 Km in 1h06′55″, alla media di 36.583 Km/h. Ha preceduto di 12″ l’australiano Alastair Mackellar (Hagens Berman Jayco) e l’italiano Ludovico Crescioli (Team Technipes #inEmiliaRomagna). Dostiyev è il primo leader della classifica con 12″ su Mackellar e Crescioli
BALOISE LADIES TOUR
L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) si è imposta nel prologo, circuito a cronometro di Hulst, percorrendo 2.7 Km in 3′16″, alla media di 49.592 Km/h. Ha preceduto di 5″ la belga Fien Van Eynde (Fenix-Deceuninck Development Team) e la connazionale Charlotte Kool (Team Dsm-Firmenich PostNL). Miglior italiana Rachele Barbieri (Team Dsm-Firmenich PostNL), 10° a 7″. La Wiebes è la prima leader della classifica con 5″ sulla Van Eynde e sulla Kool. Miglior italiana la Barbieri, 10° a 7″.
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SAINT-PAUL-TROIS-CHÂTEAUX – SUPERDÉVOLUY
luglio 17, 2024 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Il Tour si appresta a far ritorno sulle Alpi, già visitate per 24 ore durante la prima settimana in occasione della frazione del Galibier. Quello odierno sarà solo un assaggino, in vista dei due dure tapponi previsti tra venerdì e sabato, ma lo spazio per stimolare le velleità degli scalatori c’è.
E’ già ora di tornare in montagna per il Tour 2024, che andrà nuovamente a pedalare sulle strade della catena alpina, già attraversata in occasione della quarta frazione, la tappa che aveva condotto la “carovana gialla” dall’Italia alla Francia scalando i passi del Sestriere e del Galibier. In attesa dei duri tapponi di Isola 2000 e del Col de la Couillole, previsti venerdì e sabato prossimo, oggi andrà in scena quella che a prima vista è la meno impegnativa tra le sette tappe d’alta montagna previste quest’anno dal percorso. In realtà trattasi di un prelibato bocconcino per gli scalatori, in particolare per quelli che si trovano lontanissimo dai piani alti della classifica e che potrebbero sfruttare l’occasione per infilarsi nella fuga da lontano, sempre che questa non venga stoppata sul nascere dalle formazioni dei corridori che stanno lottando per la maglia verde e che vorranno tenere cucita la corsa almeno fino al traguardo volante di Veynes, collocato al 115° Km di gara. Il trittico di ascese che caratterizza gli ultimi 39 Km potrebbero, però, ispirare anche corridori più “altolocati” se si pensa che Vingegaard, attualmente secondo a 3′34″ dall’inossidabile Pogacar, dopo le due imprese dello sloveno sui Pirenei ha dichiarato di credere ancora alla possibilità di ribaltare le sorti della corsa. Per farlo oggi avrà a disposizione poco meno di 20 Km d’ascesa, cominciando con quella che condurrà al Col Bayard (7 Km al 7.2%), anche se la più interessante per un attacco sarà quella del successivo Col du Noyer, che misura 7.6 Km, sale al 7.9% e presenta nel finale un tratto di 2000 metri al 10%, il tutto “condito” da una sede stradale stretta che inevitabilmente metterà in fila i pretendenti alla maglia gialla. Dopo lo scollinamento inizierà un tuffo di poco più di 7 Km che terminerà esattamente ai piedi della salita conclusiva, questa non particolarmente difficile, che in 3.9 Km al 5.7% condurrà alla stazione di sport invernali di SuperDévoluy, debuttante al Tour dopo aver ospitato negli anni scorsi in due occasioni il Giro del Delfinato. A vincere quelle due frazioni – il finale era lo stesso di quello odierno, ma senza il Bayard – furono lo spagnolo Samuel Sánchez nel 2013 e il britannico Steve Cummings nel 2016, mentre in entrambi i casi a vestire la maglia di leader era Chris Froome
METEO TOUR
Saint-Paul-Trois-Châteaux: nubi sparse, 28°C, vento forte da NO (27-54 Km/h), umidità al 39%
Rosans (Km 73.4): sereno, 28°C, vento moderato da NO (9-29 Km/h), umidità al 40%
Veynes (Traguardo Volante – Km 114.8): sereno, 27°C, vento moderato da O (4-20 Km/h), umidità al 44%
SuperDévoluy: sereno, 21°C, vento moderato da NO (8-27 Km/h), umidità al 54%
GLI ORARI DEL TOUR
12.15: inizio diretta su Eurosport
12.45: partenza da Saint-Paul-Trois-Châteaux
14.00: inizio diretta su Rai2
15.15-15.35: traguardo volante di Veynes
15.50-16.10: inizio salita Col Bayard
16.05-16.30: GPM del Col Bayard
16.25-16.50: inizio salita Col du Noyer
16.40-17.10: GPM del Col du Noyer (con abbuoni)
16.55-17.30: arrivo a SuperDévoluy
RASSEGNA STAMPA
Italia
Philipsen non perdona: Vdp lo lancia, lui fa tris a Nimes. Nessun problema per Pogacar
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Girmay na tleh. Philipsen brez težav do tretje etapne zmage (Girmay sul pavimento. Philipsen senza problemi alla terza vittoria di tappa)
Delo
Danimarca
Philipsen vinder søvndyssende Tour-etape i massespurt (Philipsen vince la tappa del Tour che induce al sonno in uno sprint di massa)
Politiken
Regno Unito
Mark Cavendish misses out in his final Tour de France sprint as Jasper Philipsen wins stage 16 (Mark Cavendish perde il suo ultimo sprint del Tour de France mentre Jasper Philipsen vince la tappa 16)
The Daily Telegraph
Francia
Le triplé pour Philipsen, Girmay a chuté (Tripletta per Philipsen, cade Girmay)
L’Équipe
Spagna
Philipsen caza a Girmay (Philipsen dà la caccia a Girmay)
AS
Belgio
En dat is nummer 3! Jasper Philipsen sprint oppermachtig naar ritzege in Tour de France (E questo è il numero 3! Jasper Philipsen fa uno sprint supremo per conquistare la vittoria di tappa al Tour de France)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Hattrick Jasper Philipsen in Tour (Tripletta di Jasper Philipsen al Tour)
De Telegraaf
Germania
Philipsen schneller: Bauhaus verpasst Etappensieg – Girmay gestürzt (Philipsen più veloce: Bauhaus ha mancato la vittoria di tappa – Girmay è caduto)
Kicker
Stati Uniti
Belgian sprinter Philipsen completes hat trick of stage wins at Tour, Girmay falls near finish (Il velocista belga Philipsen completa la tripletta di vittorie di tappa al Tour, Girmay cade vicino al traguardo)
The Washington Post
Colombia
Jasper Philipsen logró su tercer victoria de etapa en el Tour de Francia 2024 (Jasper Philipsen ha ottenuto la sua terza vittoria di tappa al Tour de France 2024)
El Espectador
Ecuador
Tour de Francia: Jasper Philipsen firma su triplete; Richard Carapaz salva la etapa 16 (Tour de France: Jasper Philipsen firma la sua tripletta; Richard Carapaz salva la tappa 16)
El Universo
Australia
Tour stage treble for Philipsen as Girmay falls (Tripletta di tappa del Tour per Philipsen mentre Girmay cade)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della sedicesima tappa, Gruissan – Nîmes
1° Christopher Juul-Jensen
2° Tim Wellens s.t.
3° Harold Tejada a 9″
4° Richard Carapaz s.t.
5° Alexey Lutsenko s.t.
Miglior italiano: Luca Mozzato, 29° a 1′27″
Classifica generale
1° Davide Ballerini
2° Mark Cavendish a 25″
3° Jarrad Drizners a 3′51″
4° Phil Bauhaus a 10′23″
5° Fernando Gaviria a 11′38″
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Pancani: “Una tappa riservata e pianeggiante”
Cassani (traducendo Pogacar): “Sono numeri che non ho mai fatto sul Plateau de Beille” (anche perché non lo ha mai scalato prima)
Rizzato: “Prendentele con le molle questi dati”
Cassani: “Ieri ha fatto fatica, come tanti velocisti” (ieri c’era il riposo)
Rizzato: “Francesco Pantani”
Cassani: “Van Aert è nella ruota del campione europeo”
Cassani: “Ci sono stato un po’ di testate”
Garzelli: “Si viaggiano a 70 all’ora”
Teletext TV Svizzera: “La lotta alla maglia verde”
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948
La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
19 LUGLIO 1948 – 16a TAPPA: LOSANNA – MULHOUSE (243 Km)*
INATTACCABILE GINO BARTALI DOPO LA DEFINITIVA RESA DI BOBET – TENTERÀ SCHOTTE L’ESTREMO COLPO SULLE STRADE BELGHE CONTRO BARTALI? – HO SCOMMESSO CHE GINO VINCERÀ ANCHE TAPPA A CRONOMETRO
Oggi riposo: domani ultima incognita
*Nei titoli del quotidiano piemontese non si fa accenno all’esito della tappa, vinta dal belga Edward Van Dijck
TOGLIATTI FUORI PERICOLO
Dopo la confessione dell’attentatore Pallante l’istruttoria si svolge con rito sommario

SuperDévoluy e l’altimetria della diciassettesima tappa (skidata.io)
PHILIPSEN CENTRA IL TRIS A NÎMES, GIRMAY A TERRA, LA SFIDA PER LA MAGLIA VERDE SI RIAPRE
Japer Philipsen conquista la terza vittoria al Tour de France, pareggia i successi con Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) e grazie alla sua Alpecin – Deceuninck, soprattutto a Mathieu Van Der Poel che lo ha lanciato al meglio verso il traguardo, riapre la lotta per la maglia verde, caduto poco prima dell’ultimo chilometro Girmay, al secondo posto arriva Phil Bahaus (Bahrain – Victorious), terzo invece un redivivo Alexander Kristoff Uno-X Mobility.
Riparte il Tour de France dopo l’ultimo giorno di riposo per l’ultima settimana, non partono, invece, le azioni di fuga ed il gruppo, di fatto, resta ancora in una condizione di “riposo” lungo i chilometri che da Gruissan portano a Nîmes. Non c’è nemmeno il tanto temuto vento, caratteristico di queste zone, a farsì la tappa diventi frizzante con la formazione dei ventagli. Tutti insieme appassionatamente per una tappa che non vede nessun allungo per quasi due ore di corsa. La velocità aumenta in testa al gruppo soltanto al traguardo con punti per la maglia verde, siamo al chilometro 96, la volata la vince Bryan Coquard (Cofidis), seguito da Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck), terzo Anthony Turgis (Total Energies) mentre quarto la maglia verde Biniam Girmay (Intermarché – Wanty). Il belga rosicchia quattro punti all’eritreo che conserva un vantaggio rassicurante nella speciale classifica. Dopo la sfiammata dello sprint il gruppo si ricompone, la velocità diminuisce e ne approfitta Thomas Gachignard (TotalEnergies) guadagnando in poco tempo più di due minuti sul gruppo. Il ventitreenne francese transita per primo sull’unico GPM di quarta categoria di giornata, la Côte de Fambetou. Ai meno 25 chilometri dall’arrivo Gachignard viene ripreso con le squadre dei velocisti che iniziano il valzer delle cosuete operazioni in testa al gruppo per prendere le posizioni migliori e tenere al riparo il proprio uomo veloce. In particolare sia la Uno-X Mobility sia Lotto Dstny conducono il gruppo innalzando la velocità. Una serie infinita di rotonde costringe il gruppo a fare da elastico, i treni vanno a rimescolarsi continuamente in pratica fino ai meno 2 chilometri dall’arrivo. Poco prima del triangolo rosso dell’ultimo chilometro una caduta coinvolge Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost) ma soprattutto Biniam Girmay, l’eritreo resta a dolorante a terra e taglierà il traguardo scortato da due compagni di squadra, si spera senza conseguenze, in attesa di notizie ufficiali dalla Intermarché – Wanty. A causa della caduta il gruppo si spezza, davanti sono abilissimi ed espertissimi come sempre gli Alpecin – Deceuninck a togliersi dai guai e condurre, così con la solita eccezionale spaarata di Mathieu Van Der Poel, jasper Philipsen a conquistare il suo terzo successo al Tour de France 2024, il belga vince facile su Phil Bahaus (Bahrain – Victorious) e su Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), quarto posto per Sam Bennet (Decathlon AG2R La Mondiale Team), quinto per Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike) rimasto un pò chiuso nel finale. Si riapre quindi la sfida per la classifica della maglia verde che vede sempre al comando Girmay segue Philipsen con soli 32 punti da recuperare. Nulla cambia, invece, in classifica generale con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) sempre in maglia gialla. Domani tappa numero 17 da Saint Paul Trois Châteaux a Superdévoluy verso l’arrivo ben tre GPM di seconda, prima e terza categoria, concentrati nei 40 Km finali, che possono prevedere delle imboscate tra gli uomini di classifica.
Antonio Scarfone

Jasper Philipsen (Alpecin - Deceuninck) fa tris a Nimes (Photo Credit: Getty Images)
16-07-2024
luglio 16, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il belga Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) si è imposto nella sedicesima tappa, Gruissan – Nîmes, percorrendo 188.6 Km in 4h11′27″, alla media di 45.003 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious) e il norvegese Alexander Kristoff (Uno-X Mobility). Miglior italiano Davide Ballerini (Astana Qazaqstan Team), 24°. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) è ancora in maglia gialla con 3′09″ sul danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e 5′19″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek), 8° a 15′48″
APPENNINO ANCORA ROSSOCROCIATO, A GENOVA ARRIVO SOLITARIO DI JAN CHRISTEN
Un altro successo svizzero al Giro dell’Appennino. Dopo la vittoria di Marc Hirschi lo scorso anno, domenica a imporsi è stato Jan Christen, giunto in solitaria sul traguardo. Secondo posto per Velasco davanti ad Ulissi.
Il Giro dell’Appennino, sempre alla ricerca di una collocazione in calendario che lo riporti ai fasti del passato, si è corso domenica da Novi Ligure a Genova. Il tracciato prevedeva nell’ordine il Passo della Castagnola (2.9 Km al 5% medio), il Passo dei Giovi (2.3 km al 4,5%), la Crocetta d’Orero (9 km al 3.4%), la salita di Pietralavezzara (6.2 km al 7.7%) e infine quella della Madonna della Guardia (6.9 km al 7.9% di media, con un tratto al 21%), per poi approdare nel salotto buono di Genova, Via XX Settembre, familiarmente chiamata Via XX dai genovesi.
La corsa è iniziata con la classica fuga della prima ora, promossa dall’australiano Samuel Jenner (BridgeLane), dal britannico Zachary Walker (Rime Drali), dal sudafricano Travis Stedman (Q36.5 Continental) e dagli italiani Gabriele Casalini (MBH Bank-Colpack-Ballan), Simone Lucca (Rime Drali), Alessandro Morra (Biesse-Carrera) e Simone Olivero (Corratec-Vini Fantini). Il gruppo, controllato da UAE e Arkea, li ha lasciati fare mantenendo un gap sempre al di sotto dei 5 minuti. L’azione dei battistrada, caratterizzata dall’allungo di Walker e Casalini prima, e da quello di Walker poi e dal ricongiungimento di Stedman su Walker, termina ai piedi della salita di Pietralavezzara, tratto iniziale del celebre Passo della Bocchetta, salita simbolo del Giro dell’Appennino. È da quel momento che la corsa cambia svolgimento. Con il traguardo che si avvicina e con due salite di tutto rispetto ancora da percorrere entrano in gioco i big. Il primo a muoversi è lo svizzero Jan Christen (UAE Emirates), raggiunto quasi subito dal belga Jarno Widar (Lotto Dstny Development), dal britannico Paul Double (Polti-Kometa), dall’ecuadoriano Jonathan Caicedo (Petrolike), dall’eritreo Nahom Zerai (Q36.5 Continental) e dal neozelandese Finn Fisher-Black (UAE Emirates).
Dietro l’Astana e la solita Arkea si organizzano e nella successiva discesa si riportano sui battistrada con Alessandro Verre (Arkéa-B&B Hotels), Christian Scaroni e Simone Velasco (Astana), presto raggiunti dal francese Louis Barré (Arkéa), dagli italiani Filippo Baroncini (UAE) e Diego Ulissi (UAE) e dagli spagnoli Jon Aguirre (KERN Pharma) e Unai Iribar (KERN). Se la discesa ha portato bene al drappello di inseguitori, non si può dire lo stesso per il belga Widar, recente vincitore del Giro d’Italia Under23, caduto proprio il quel tratto. Il gruppetto affronta l’ultima salita e si accende la bagarre. I primi a staccarsi sono Zerai, Scaroni e Aguirre. Poco prima del tratto al 21 % c’è l’attacco di Christen e Double. Quest’ultimo da fondo a tutte le sue risorse per tenere la ruota dello svizzero, ma senza successo. Comincia così la galoppata vittoriosa di questo ventenne nato a Leuggern il 26 Giugno del 2004. La sua squadra, in superiorità numerica rispetto alle altre del gruppo inseguitore, fa buona guardia e smorza tutti i tentativi di coloro che volevano riportarsi sul fuggitivo. L’unico tentativo andato a buon fine è quello della coppia Velasco-Ulissi, valido però solo per i conquistare i restanti gradini del podio della corsa genovese.
Christen si è così aggiudicato la corsa con 56″ di margine su Velasco e sul compagno di squadra Ulissi. Più staccato, a 1′18″, è arrivato Baroncini, che ha preceduto Caicedo, Barré, Double e Verre. A 1′20″ Iribar e Fisher-Black hanno completato la TopTen.
Il successo di domenica, unito a al quinto posto ottenuto a febbraio al Treofeo Laigueglia, ha permesso al giovane svizzero di conquistare anche la Challenge Liguria, che premia appunto il corridore autore dei migliori piazzamenti nelle uniche due gare liguri del calendario professionistico.
Mario Prato

Un altro successo elvetico sulle strade del Giro dell'Appennino: adesso tocca a Jan Christen (foto Studio MeV)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): GRUISSAN – NÎMES
luglio 16, 2024 by Redazione
Filed under Approfondimenti
La settimana conclusiva del Tour si apre con l’ultima delle otto tappe riservate ai velocisti. Il percorso è facile, ma il vento potrebbe rendere la giornata molto complicata
Il Tour entra nel suo ultimo terzo e lo fa con una tappa sulla carta semplice, l’ultima destinata ai velocisti. L’altimetria non è del tutto piatta, poichè realmente pianeggianti saranno solamente gli ultimi 75 Km e altri tratti nella prima metà, mentre la fase centrale sarà più mossa, caratterizzata dalle facilissime “côtes” di Puéchabon (7 Km al 3.4%) e di Fambetou (1.1 Km al 5%), la seconda valida come unico GPM di giornata, la prima collocata a pochi chilometri di distanza dal traguardo volante di Les Mateletts, che chiamerà alla ribalta i corridori in lotta per la conquista della maglia verde. Vista così sembra una tappa poco preoccupante, ma potrebbe non rivelarsi una passeggiata perchè domani si attraverserà il Midi, zona conosciuta per il vento maestrale che la spazza con frequenza e che potrebbe ispirare qualche squadra – la Visma del grande sconfitto Vingegaard su tutte – per mettere in scena i temutissimi ventagli al fine di tentare di staccare il leader della classifica Pogacar. E le previsioni per domani annunciano vento lungo tutto il percorso di gara, non fortissimo ma comune in grado di stuzzicare la formazione del danese, anche perchè dovrebbe spirare per quasi tutta la giornata laterale e a favore
METEO TOUR
Gruissan : nubi sparse, 28°C, vento moderato da NO (19-37 Km/h), umidità al 40%
Pézenas (Km 51.6): sereno, 31°C (percepiti 30°C), vento moderato da NO (18-37 Km/h), umidità al 32%
Les Matellettes (Traguardo Volante – Km 96.1): sereno, 30°C (percepiti 29°C), vento moderato da NO (13-34 Km/h), umidità al 36%
Villevieille (Km 140.9): sereno, 33°C (percepiti 32°C), vento moderato da NO (10-26 Km/h), umidità al 29%
Nîmes : sereno, 33°C (percepiti 31°C), vento moderato da NO (12-31 Km/h), umidità al 26%
GLI ORARI DEL TOUR
12.45: inizio diretta su Eurosport
13.30: partenza da Gruissan
14.45: inizio diretta su Rai2
15.30-15.45: traguardo volante di Les Matelettes
15.50-16.10: GPM della Côte de Fambetou
17.30-17.55: arrivo a Nîmes
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=73722
RASSEGNA STAMPA
Italia
A Plateau de Beille un altro capolavoro di Pogacar: doppietta Giro-Tour a un passo
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Pogačar je kralj kraljevske etap (Pogačar è il re dei palcoscenici reali)
Delo
Danimarca
Vingegaard prøvede at gøre løbet hårdt for ærkerivalen, men til sidst viste Pogacar sig for stærk (Vingegaard ha provato a rendere la gara difficile all’arcirivale, ma alla fine Pogacar si è rivelato troppo forte)
Politiken
Regno Unito
Tadej Pogacar extends Tour de France lead with Bastille Day victory (Tadej Pogacar estende il vantaggio del Tour de France con la vittoria del giorno della Bastiglia)
The Independent
Francia
Pogacar sans rival (Pogacar senza rivali)
L’Équipe
Spagna
Pogacar remacha a Vingegaard (PPogacar vince Vingegaard)
AS
Belgio
Tour lijkt beslist: Vingegaard loopt op dodelijke counter van Pogacar, podium wenkt voor Evenepoel (Il Tour sembra deciso: Vingegaard corre su una reazione micidiale di Pogacar, il podio attende Evenepoel)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Pogacar deelt in zware bergrit nieuwe dreun uit aan Vingegaard (Pogacar assesta un altro duro colpo a Vingegaard in una dura tappa di montagna)
De Telegraaf
Germania
Pogacar kontert Vingegaard und distanziert ihn erneut (Pogacar ribatte Vingegaard e lo allontana nuovamente)
Kicker
Stati Uniti
Tadej Pogacar conquers scorching Pyrenean climb to win stage 15 of Tour de France (Tadej Pogacar conquista la rovente scalata dei Pirenei e vince la quindicesima tappa del Tour de France)
The Washington Post
Colombia
Pogacar se impuso en la etapa 15 Tour de Francia y se alejó de Vingegaard (Pogacar ha vinto la quindicesima tappa del Tour de France e ha preso le distanze da Vingegaard)
El Espectador
Ecuador
Richard Carapaz es designado el más ‘combativo’ de la etapa 15 del Tour de Francia que la ganó Tadej Pogacar (Richard Carapaz è designato il più “combattivo” della quindicesima tappa del Tour de France, vinta da Tadej Pogacar)
El Universo
Australia
Pogacar homes in on Tour triumph with more solo magic (Pogacar trionfa nel Tour con ancora più magia da solista)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della quindicesima tappa, Loudenvielle – Plateau de Beille
1° Arnaud Démare
2° Fernando Gaviria a 35″
3° Mark Cavendish a 1′02″
4° Cees Bol s.t.
5° Alexey Lutsenko s.t.
Miglior italiano: Davide Ballerini, 6° a 1′02″
Classifica generale
1° Davide Ballerini
2° Mark Cavendish a 25″
3° Jarrad Drizners a 3′51″
4° Phil Bauhaus a 10′17″
5° Fernando Gaviria a 11′38″
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Cassani: “Riuscì a conquistore una splendida medaglia d’oro”
Rizzato: “L’abbiamo visto dall’altro” (dall’alto)
Rizzato: “Farebbero i capitani in diversi nelle altre frazioni” (formazioni)
Cassani: “E’ necessario integrarsi nel migliore nei modi” (reintregrare i liquidi persi con il sudore)
Rizzato: “21000 metri di dislivello dispersi nelle varie frazioni”
Garzelli: “Quando la corsa è tiratissa”
Rizzato: “Vingegaard, il numero unno”
Rizzato: “Non ci piacciono i tifosi che si finiscono in mezzo ai corridori”
Rizzato: “Oltre 3 minuto di ritardo”
Pancani: “Andiamo da Silvano Ploner per sentire cosa e come si respira nella squadra di Pogacar”
Televideo RAI: “Peyresourd” (Peyresourde)
Sport Mediaset: “Port de Leres” (Port de Lers)
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948
La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
17 LUGLIO – GIORNO DI RIPOSO AD AIX-LES-BAINS
SONO DI FRONTE A BARTALI E BOBET
I due grandi campioni del Tour
Il giudizio di Gino: “Bobet è davvero un gran bel corridore e so benissimo che non si darà per vinto” – Schiettezza del francese: “Ad un campione come Bartali non è disonore essersi dovuto inchinare”
IL GOVERNO HA PRESO LE MISURE PER FRONTEGGIARE OGNI AGITAZIONE – TOGLIATTI MIGLIORA
Le forze dello Stato hanno tutti i mezzi per proteggere la libertà – Le leggi sugli scioperi saranno presentate al Parlamento in autunno – Ignora quanto avvenuto nel paese – Voleva i giornali ma per sapere del Giro di Francia – Stalin invierebbe il suo medico personale
18 LUGLIO 1948 – 15a TAPPA: AIX-LES-BAINS – LOSANNA (256 Km)
TRIONFO N° 3 NELL’ULTIMA TAPPA ALPINA
Così Bartali ha festeggiato i suoi 34 anni
Il solitario arrivo a Losanna – Ieri Gino ha aumentato il vantaggio

La Maison Carrée di Nîmes e l’altimetria della sedicesima tappa (www.arenes-nimes.com)