LA VUELTA A BURGOS SI APRE CON LA VITTORIA IN VOLATA DI PAVEL BITTNER
Da ieri si corre la Vuelta Burgos 2024, la prima frazione in line conclusasi in volata ha visto lo sprint vincente di Pavel Bittner (Team dsm-firmenich PostNL) il giovane ventunenne ha bruciato in volata Giacomo Nizzolo (Q36.5 Pro Cycling Team) e Ivan Garcia Cortina (Mavistar). Oggi seconda tappa con profilo ondulato
La fuga si forma subito in avvio di tappa grazie a Rodrigo Alvarez (Burgos-BH), Iker Mintegi (Euskaltel-Euskadi) e Diego Pablo Sevilla (Team Polti-Kometa), i tre guadagnano subito circa 3’ sul gruppo. Le prime difficoltà altimetriche valevoli per i punti GPM sono superate in prima posizione da Alverez il GPM dell’Alto de Arroyo e da Sevilla il GPM dell’Alto de Manquillo entrambi di terzacategoria, allo scollinamento il gruppo passa con poco più di 2’ di ritardo. Il terzo ed ultimo GPM di giornata, sempre di terza categoria, è conquistato da Sevilla che va così a prendersi anche la maglia della speciale classifica, il gruppo insegue a 1’:40” e riprende poco dopo la fuga, restano 18 chilometri da percorrere. Lo sprint intemedio è vinto da Arroyal vede Max Poole (Team dsm-firmenich PostNL), si entra così nehli ultimi 5 chilometri di corsa con le squadre dei velocisti a fare capolino in testa al gruppo, sono soprattutto la Groupama-FDJ, la Movistar, la Bahrain Victorious, la Q36.5 Pro Cycling Team ed il Team dsm-firmenich PostNL ad aumentare la velocità. La volata è lanciata nel retilino d’arrivo ed appare subito molto caotica, a rompere gli indugi è van Garcia Cortina (Movistar) ma è troppo presto, lo spagnolo infatti rimbalza dietro sulla rimonta di Giacomo Nizzolo (Q36.5 Pro Cycling Team) che a sua volta viene bruciato da Pavel Bittner (Team dsm-firmenich PostNL) per il ceco tappa e maglia da leader con cui ripartirà quest’oggi.
Antonio Scarfone

L'esultanza di Pavel Bittner alla Vuelta a Burgos 2024 (Photo credit: Getty Images)
KRISTOFF SORVOLA LO STERRATO E VINCE ANCHE LA SECONDA TAPPA
Bis di Alexandre Kristoff nella seconda frazione dell’Arctic Race of Norway. Lo sterrato e una piccola salitella nel finale non impedisco l’arrivo allo sprint, dove il capoclassifica ribadisce la sua supremanzia alla vigilia della tappa più impegnativa
Pronti, partiti, via la fuga! Inizia alla grande la seconda tappa dell’Arctic Race, la più lunga con i suoi 175
chilometri e con 4 GPM da superare. A dirla tutta solo il primo è un GPM vero, di quelli che non
sfigurerebbero al Tour: sono quasi 9 chilometri al 7%, si arriva a 637 metri di quota e la fuga è partita
subito proprio perché questa cima prestigiosa (chiamata Beiarfjellet, a chi interessa) fa gola a molti. E
infatti, chi rivediamo a sprintare sul GPM? Quello stesso Jelle Joannink che non si trova (non ancora) su
Wikipedia, ma che evidentemente ha fiutato l’occasione della vita per vincere qualcosa. Ignoti gli altri tre
compagni di fuga.
Consolidata la maglia a pois… cioè, la maglia di miglior scalatore… cioè, insomma, meglio chiamarla maglia a
pois, perché nessuno saprebbe come chiamare la maglia “pavone” di questa particolare classifica: verde
chiarissimo con tanti occhi di pavone sui due lati (una volta era solo verde, gli occhi di pavone sono
un’aggiunta recente). Basta vederne una foto per capire come mai Joannink ci tenga tanto. Insomma,
consolidata la maglia i fuggitivi si organizzano e prendono il largo. Il gruppo riposa, mentre lentamente
torna in direzione di Bodø – la località dove si era arrivati ieri – salendo su e giù dalle colline scavate dai fiordi, e supera dapprima il secondoGPM (che nelle Fiandre sarebbe chiamato “côte”: 3 chilometri al 7%), e poco dopo il ponte di Saltstraumen, già percorso ieri in senso opposto. Dicono che nelle acque sottostanti si formi un gorgo simile al leggendario Maelstroem, ma chi lo dice non ha mai visto le piene dei nostri torrenti, che di vittime ne fanno sul serio.
Passato il ponte il percorso della tappa aggira a nord il gigantesco fiordo di Skjerstad (uno dei più grandi
della Norvegia, ieri aggirato a Sud) in direzione di Fauske, dove ci sarà l’arrivo di tappa dopo un tratto di sterrato e un breve circuito. Il vantaggio dei fuggitivi, salito fino a 4 minuti, cala tra un pascolo verde e
un’antica chiesa in legno (questi particolari edifici, patrimonio Unesco, risalgono agli anni 1100-1200,
quando i Vichinghi si convertirono). La terza côte – Seljeasnes – è a 48 chilometri dall’arrivo e i fuggitivi
iniziano a battagliare. Risultato: Joannink è solo secondo e in cima passa per primo il francese Simon
Pellaud, modesto gregario con un luminoso futuro ormai alle spalle, che decide di proseguire da solo
cercando quella che sarebbe la sola vittoria prestigiosa della sua carriera. Il quarto ed ultimo GPM – il Rodas
- è suo, poi il gruppo inizia a fare sul serio e a 8 chilometri dal traguardo, dopo il stratto sterrato, Pellaud è
ripreso. Il resto, direbbero tanti, è storia (già vista): la Uno-X, specialmente con Magnus Cort, tira la volata ad Alexander Kristoff, che la vince; secondo è Van Asbroeck (ieri terzo), terzo è proprio Cort. I primi due comandano anche la classifica generale, con Kristoff che vanta 10 secondi di vantaggio grazie agli abbuoni alla vigilia della frazione più impegnativa, che prevede l’arrivo in salita sulla Jakobsbakken (7 Km al 6,2% con i primo 2 Km al 9%). Non pervenuti i soliti noti; Froome, tanto per farsi ancora del male, riesce ad arrivare a 5 minuti.
Andrea Carta

Kristoff vince anche la seconda tappa della corsa di casa (www.nieuwsblad.be)
05-08-2024
agosto 5, 2024 by Redazione
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VUELTA A BURGOS
Il ceco Pavel Bittner (Team Dsm-Firmenich PostNL) si è imposto nella prima tappa, Vilviestre del Pinar – Burgos, percorrendo 168 Km in 4h02′26″, alla media di 41.578 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Giacomo Nizzolo (Q36.5 Pro Cycling Team) e lo spagnolo Iván García Cortina (Movistar Team). Bittner è il primo leader della classifica con 4″ su Nizzolo e 6″ su García Cortina
ARCTIC RACE OF NORWAY
Il norvegese Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) si è imposto anche nella seconda tappa, Beiarn – Fauske, percorrendo 178.1 Km in 4h05′38″, alla media di 43.504 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Tom Van Asbroeck (Israel – Premier Tech) e il danese Magnus Cort (Uno-X Mobility). Miglior italiano Davide De Pretto
(Team Jayco AlUla), 9°. Kristoff è ancora leader della classifica con 10″ su Van Asbroeck e 13″ su Cort. Miglior italiano Luca Colnaghi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 13° a 20″.
ARCTIC RACE OF NORWAY, IL SIPARIO SI APRE SU KRISTOFF
Il norvegese Alexandre Kristoff vince la prima tappa della corsa di casa precedendo in volata i belgi Fretin e Van Asbroeck. Il corridore della Uno-X Mobility è, di conseguenza, il primo leader della classifica e domani potrà tranquillamente, viste le sue doti, fare il bis nella seconda frazione della corsa disegnata a nord del Circolo Polare Artico.
Che sono 25 gradi per chi da troppo tempo vive ai 40 dell’anticiclone africano? Le poche immagini che
arrivano dall’Arctic Race of Norway ci danno, del paese scandinavo un tempo patria dei Vichinghi, una
immagine quasi paradisiaca, ben diversa da quella ancora semi invernale che ci dà, invece, il più classico Giro
di Norvegia (che si disputa a maggio): prati e colline verdi, mare e fiordi azzurri, un sole che illumina e
scalda senza far soffrire, i cervi che saltano felici. Mancano solo i corridori, che partono sonnolenti alle
14.25 e, ben sapendo di dover girare in tondo nei pressi di Bodø per tre volte prima di dirigersi al traguardo
di Rognan (meno di 50 chilometri di distanza nonostante la tappa ne misuri 155) se la prendono comoda. È
così che dopo 30 chilometri vanno in fuga 5 carneadi; dopo 100 chilometri il gruppo si dà da fare e dopo 112
chilometri sono di nuovo tutti insieme. È allora, dopo qualche ulteriore attacco poco convinto, che arriva
il “terribile” GPM del Ljosenhammeren, ben 520 metri di quota che si raggiungono dopo 8 chilometri di
durissima salita al 3,5% (o no?). Vince un piccolo sprint il giovane (beh, quasi, 27 anni) olandese Jelle
Joannink, al secondo anno da Pro: non cercate il suo nome su Wikipedia, non lo trovereste. Sbrigata questa
fastidiosa formalità, nessuno si azzarda a muoversi sino al traguardo, quando parte il prevedibile treno della
Uno-X che prepara e serve sul classico piatto d’argento (o magari d’oro) la volata all’idolo di casa Alexander
Kristoff. Nessun problema per il vecchio leone – lui c’è su Wikipedia, con Monumento, argento mondiale e
non poche tappe al Tour – in cerca di quella vittoria che qui gli è sempre sfuggita (secondo dieci anni fa),
anche se nel suo palmares c’è, invece, un giro di Norvegia. Secondo è Milan Fretin, terzo Tom Van Asbroeck,
che almeno si trovano su Wikipedia ma che hanno perso una delle pochissime occasioni della loro carriera
per vincere qualcosa. Più interessante l’elenco dei non pervenuti, tra i quali c’è Leknessund (qui vincitore
due anni fa), il nostro incredibile, immortale Pozzovivo, e – incredibile ma vero – il fantasma di Chris
Froome, uno che un tempo avrebbe vinto la corsa solo con l’alluce sinistro e che oggi deve guardare il Tour
da lontano. E forse non solo quello.
Percorso nervoso, oggi (la Norvegia non è piatta, anzi: i fiordi scavano insenature e creano continui
saliscendi in quello che altrimenti sarebbe un vasto altopiano), col GPM alla fine. Domani sarà l’opposto: un
GPM all’inizio e poi nervosismo sino alla fine. Kristoff manterrà il primato? C’è da scommetterci.
Andrea Carta

Kristoff sul podio premiazioni dopo aver vinto la prima tappa dell'Arctic Race of Norway (foto Arctic Race of Norway / A.S.O.)
04-08-2024
agosto 4, 2024 by Redazione
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OLIMPIADI PARIGI 2024 – STRADA FEMMINILE
La statunitense Kristen Faulkner si è imposta nella corsa su strada, circuito di Parigi, percorrendo 157.6 Km in 3h59′23″, alla media di 39.501 Km/h. Ha preceduto di 58″ l’olandese Marianne Vos e la belga Lotte Kopecky. Miglor italiana Elisa Longo Borghini, 9° a 3′05″
ARCTIC RACE OF NORWAY
Il norvegese Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) si è imposto nella prima tappa, Bodø – Rognan, percorrendo 155.3 Km in 3h43′32″, alla media di 41.685 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Milan Fretin (Cofidis) e Tom Van Asbroeck (Israel – Premier Tech). Miglior italiano Luca Colnaghi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 13°. Kristoff è il primo leader della classifica con 4″ su Fretin e sull’olandese Pascal Eenkhoorn (Lotto Dstny). Miglior italiano Colnaghi, 17° a 10″
VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA
Il russo Artem Nych (Sabgal / Anicolor) si è imposto nella decima ed ultima tappa, circuito a cronometro di Viseu, percorrendo 26.6 Km in 34′36″, alla media di 46.127 Km/h. Ha preceduto di 3″ il danese Julius Johansen (Sabgal / Anicolor) e di 30″ l’elvetico Colin Stüssi (Team Vorarlberg). Unico italiano in gara Alexander Konychev (Team Vorarlberg), 37° a 2′45″. Nych si impone in classifica con 1′23″ su Stüssi e 2′38″ sul portoricano Abner González (Efapel Cycling). Konychev 75° a 1h47′51″
CUPA MAX AUSNIT
L’ucraino Kyrylo Tsarenko (Team Corratec – Vini Fantini) si è imposto nella corsa rumena, circuito di Lugoj, percorrendo 155 Km in 3h34′17″, alla media di 43.4 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Alessandro Romele (Astana Qazaqstan Development Team) e il ceco Michael Kukrle (Team Felt Felbermayr)
KRISTEN FAULKNER REGINA A PARIGI, SUA LA MEDAGLIA D’ORO CON UNO SCATTO NEL FINALE
Grazie ad uno scatto nel finale Kristen Faulkner regala la medaglia d’oro agli Stati Uniti, sorprese in vista del rettilineo d’arrivo Marianne Vos (Paesi bassi) e Lotte Kopecky (Belgio)
La prova in linea femminile delle olimpiadi viene ufficializzata con il via dato dalla francese Jeannie Longo, subito dopo scatta Awa Bamogo (Burondi) che di fatto rappresenta la prima fuga di giornata, in solitaria la Bamongo arriva tutta sola alla prima cote del tratto in linea dove il gruppo la riasorbe. Il secondo tentativo è promosso da Nora Jenčušová (Slovacchia) a cui si accodano, dopo circa 10 chilometri, le sorelle Fariba e Yulduz Hashimi (Afghanistan), Thị Thật Nguyễn (Vietnam), Hanna Tserakh (atleta neutrale indipendente) e Rotem Gafinovitz (Israele). E’ la vera fuga buona di giornata che infatti prende subito un margine importante con quasi 5’ sul gruppo. In testa al gruppo si porta l’immancabile Ellen van Dijk (Paesi bassi), gruppo che nelle sei cote del tratto in linea inizia a rosicchiare secondi preziosi. Verso la Côte du Pavé des Gardes la fuga perde pedine, davanti infatti restano soltanto Fariba Hashimi e Tserakh, dietro la prima vera fiammata è innescata dalla spagnola Mavi García a cui risponde Marianne Vos (Paesi bassi), molto attente in questa fase di corsa le italiane con Silvia Persico ed Elena Cecchini. Proprio quest’ultima all’ingresso di Parigi prova un allungo ma la Vos spegne subito il tentativo bellicoso dell’Italia, si arriva così nel circuito finale con la testa della corsa che meno di dieci secondi di vantaggio, il gruppo sembra riacciuffarle ma una caduta in una curva sulla destra ridà respiro alle fuggitive nel primo passaggio a Montmartre. La caduta spezza in gruppo in più tronconi, il gruppo davanti, di una dceina di atlete, vede la presenza di Kristen Faulkner (Stati Uniti), Lotte Kopecky (Belgio), Elisa Longo Borghini (Italia), Liane Lippert (Germania), Marta Lach (Polonia), Noemi Rüegg (Svizzera), Blanka Vas (Ungheria) tutte le atlete britanniche e tutte le atleti dei Paesi bassi tranne Marianne Vos che resta nell’immediato secondo gruppo inseguitore. Tutta sola Kopecky, vista la situazione di incertezza, si riporta tutta sola sulla testa della corsa, dietro è la britannica Deignan a tirare il gruppetto in cui si ravvisa una scarsa collaborazione a ricucire. La testa della corsa ha un vantaggio di circa 40” sul primo gruppetto, il terzo invece sembra tagliato fuori dai gioco con un ritardo che sfiora il minuto. Si arriva così al secondo passaggio di Montmartre dove prova un allungo Anna Hendersonn (Gran Bretagna) forte della superiorità numerica con le sue nazionali; nel secondo gruppo, invece, non appena iniza lo strappo è Lorena Wiebes (Paesi bassi) a provare un disperato tentativo di riportarsi nel gruppo che precede ma il tentativo risulterà vano nonostante l’auto di Kasia Niewiadoma (Polonia) e Caroline Andersson (Svezia). Il gruppetto intanto si riporta sulla testa della corsa tra il tratto in disce e la successiva pianura, resta da fare l’ultima a terza ascesa verso Montmartre, intanto a poco più di 20 dall’arrivo Elisa Longo Borghini prova uno scatto ma le otto atlete non la lasciano adare in particolare la Vos che sembra gli scappi la gamba ed infatti poco dopo è lei in prima persona a cercare un allungo ma , anche questa volta, il gruppetto torna compatto. In testa una fase di studio rallenta la corsa, fatto che permette a Henderson e Deignan di rientrare, un nuovo allungo della Vos con a ruota la straordinaria ungherese Vas sembra essere l’azione decisiva a 19 dalla conclusione, la coppia di testa guadagna ben 35 secondi, dietro nessuna sembra prendere in mano la situazione, cede infatti la Longo Borghini ed il distacco si dilata sensibilmente. Ad inseguire restano la Kopecky, Georgi, Faulkner, Rüegg e García. Sull’ultimo passaggio a Montmartre la Faulkner scatta dal gruppo inseguitore portandosi dietro solo Kopecky che riescono ai meno 3,5 chilometri a riportarsi sulla coppia di testa nonostante i cambi regolari. Le quattro atlete si studiano e in un attimo di indecisione è la Faulkner a scattare, la statunitense non si volta mai e va via di forza. Le tre restano spiazzate, anche a corto di energie, non c’è una reazione e consentono a Kristen Faulkner di arrivare tutta sola al traguardo, per lei è medaglia d’oro. La volata per l’argento è vinta dalla Vos, la medaglia di bronzo va alla Kopecky, fuori dal podio una generosissima Vas.
Antonio Scarfone

Kristen Faulkner è oro olimpico 2024 a Parigi (Photo credit: Getty Images)
03-08-2024
agosto 3, 2024 by Redazione
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OLIMPIADI PARIGI 2024 – STRADA MASCHILE
Il belga Remco Evenepoel si è imposto nella corsa su strada, circuito di Parigi, percorrendo 272.1 Km in 6h19′34″, alla media di 43.012 Km/h. Ha preceduto di 1′11″ il francese Valentin Madouas e di 1′16″ il francese Christophe Laporte. Miglor italiano Alberto Bettiol, 23° a 2′20″
VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA
Il portoricano Abner González (Efapel Cycling) si è imposto nella nona tappa, Maia – Mondim de Basto (Santuário da Senhora da Graça), percorrendo 170.8 Km in 4h25′10″, alla media di 38.647 Km/h. Ha preceduto di 6″ il russo Artem Nych (Sabgal / Anicolor) e di 22″ lo spagnolo David Delgado (Burgos – BH). Unico italiano in gara Alexander Konychev (Team Vorarlberg), 70° a 32′01″. Nych è il nuovo leader della classifica con 49″ su González e 53″ sull’elvetico Colin Stüssi (Team Vorarlberg). Konychev 75° a 1h45′06″
RE REMCO: ILLUMINISMO CICLISTICO A PARIGI, IL BELGA VINCE LA PROVA OLIMPICA SU STRADA
Forse era scritto in qualche angolo del cielo, lo sapevano gli angeli che attutirono la caduta di Remco Evenepoel in quel maledetto Giro di Lombardia, quegli angeli stessi forse avevavo fatto un patto celeste con il belga e lui oggi, dopo l’oro a crono, ha mantenuto la parola di farli divertire a loro come a noi appassionati di ciclismo: vincere l’oro anche nella prova su strada, come nessuno mai aveva fatto. L’unico a resistere alla fiammata di Remco, dopo il secondo giro nel circuito olimpico, è stato Valentin Madouas (Francia) ma che a lungo andare ha perso le ruote del belga riuscendo però a chiudere secondo e dare la medaglia d’argento alla Francia, in terza posizione ha chiuso un altro francese venuto fuori alla distanza ovvero Christophe Laporte bravo a regolare un gruppetto di immediati inseguitori, medaglia di bronzo e francesi che hanno ben figurato a casa propria.
La cronaca della prova olimpica su strada inizia con il via dato da Peter Sagan, è presto, sono le 11 del mattino ed i chilometri da percorrere sono 272, la prima fuga va via con Eric Manzibayo (Rwanda), Thanakhan Chaiyasombat (Thailandia), Christopher Rougier-Lagane (Mauritius), Charles Kagimu (Uganda) e Achraf Ed Doghmy (Marocco). Il gruppo lascia fare ed il loro vantaggio arriva a toccare i 15 minuti dopo 80 km di corsa, in testa al gruppo si alternano le maglie arancioni dei Paesi Bassi, quelle del Belgio e della Danimarca e timidamente quelle dell’Italia. Poco prima della Cote de Mesnuls, è l’irlandese Ryan Mullen a promuovere un contrattacco che porta via anche Georgios Bouglas (Grecia), Gleb Syritsa (atleti neutrali indipendenti) ed Elia Viviani in “allenamento” per la prove su pista, questi atlerti andranno dopo qualche chilometro a raggiungere la testa della corsa. Il gruppo intanto inizia a rosicchiare tempo prezioso e grazie soprattutto a Tiesj Benoot (Belgio), Dan Hoole (Paesi Bassi), Michael Mørkøv e Mikkel Bjerg (Danimarca) i fuggitivi sono segnali a circa 8’. La gara si accende a 105 Km dalla conclusione lungo l’ascesa della Cote de Senlisse (1.7 km al 4.6%), qui è Valentin Madouas a far capire a tutti le intenzioni bellicose della Francia, al francese rispondono sia Ben Healy (Irlnda) sia Alexey Lutsenko (Kazakistan) proprio questi due vanno via da soli e impiegano circa 20 chilometri a riportarsi sulla tesa della corsa, siamo a 75 dall’arrivo, che intanto ha perso sia Elia Viviani sia Gleb Syritsa. Prima di arrivare nel circuito finale la fuga si riduce ai soli Lutsenko e Healy, mentre dietro in gruppo la Côte du Pavé des Gardesa vede il primo scatto di Remco Evenepoel (Belgio) che rompe gli indugi e si muove due volte in prima persona. Al belga rispondono Matteo Jorgenson (Sati Uniti), Mads Pedersen (Danimarca) e Alberto Bettiol (Italia). Nei 18 chilometri in linea conclusivi prima del circuito intorno a Parigi la coppia di testa guadahna qualche secondo portandosi a 1.12” dal gruppo da cui si sganciano Nils Politt (Germania), Madouas (Francia), Michael Woods (Canada), Stefan Küng (Svizzera) Marco Haller (Austria), Fred Wright (Gran Bretagna) e Jambaljamts Sainbayar (Mongolia). Sul primo passaggio verso lo strappo principe del circuito, quello di Montmartre, Healy e Lutsenko lo affrontano con 18″ sugli immediati inseguitori e 1′05″ sul gruppo, l’irlandese stacca il kazako e resta da solo al comando della corsa. Il gruppo appena inizia lo strappo è fatto esplodere dallo scatto, attesissimo, di Mathieu van der Poel a cui il solo Wout Van Aert riesce a resistergli. I due non sono però da soli, perché poco dopo lo scollinamento rientrano Matteo Jorgenson (Stati Uniti), Julian Alaphilippe (Francia) e Toms Skujins (Lettonia), ma il gruppo è la e le carte si rimescolano tornano quindi compatto. Da segnalare una fortura di Pedersen (Danimarca) costretto ad inseguire rientrerà poco dopo ma con un dispendio di energie preziose. Una volta che il gruppo dei migliori torna compatto è ancora Remco Evenepoel a partire, in una fase di corsa relativamente tranquilla, sembra un déjà vu del mondiale di Wollongong con il belga che, in pianura, spinge la sua bicicletta e guadagna secondi preziosi. Dietro cerca di mettere una pezza Dylan van Baarle, ma l’impressione è che sia troppo tardi, infatti Remco va a riprendere gli immediati inseguitori di Healy si mette in testa e li riporta tutti sotto l’irlandese. Al secondo passaggio di Montmartre il fresco campione olimpico a cronometro piazza uno scatto a cui resiste il solo Madouas. I due al comando della corsa conservano un vantaggio di 43”, quando il gruppo passa da Montmartre Mathieu van der Poel scatta nuovamente ed ancora Wout Van Aert si francobolla alla sua ruota, ma questa volta in funzione di stopper, mettendo di fatto nel sacco l’olandese. Davanti infatti Remco guadagna ancora secondi preziosi e se prima era solo una impressione questa volta è quasi certezza che il belga, insieme al francese, sono irrangiungibili per tutti. Madouas è attaccato con le ultime energie alle ruote del belga che le perde in uno strappetto prima del terzo ed ultimo passaggio da Montmartre, Evenepoel vi arriva tutto solo tra due ali di folla, presenza del pubblico che è una cornice fantastica. Allo scollinamento il vantaggio del belga è di oltr 1’, Madouas finisce subito a 33” ed a questo punto deve preoccuparsi del possibile arrivo di qualcuno da ciò che resta del gruppetto dei migliori. Ultimo sussulto ai meno 4 dalla conclusione, cambio bici per Remco a causa di un problema meccanico, quando intanto il vantaggio era ddi 1’:20” sul francese e di 1’:50” sul gruppetto dei migliori. L’arrivo in solitaria con la Torre Eiffel sullo sfondo, braccia al cielo e sguardo a quegli angeli contenti di vederlo vestirsi d’oro. Al secondo posto come detto in apertura Madouas per l’argento, terzo Laporte per il bronzo. Chapeau Remco!
Antonio Scarfone

02-08-2024
agosto 2, 2024 by Redazione
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VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA
L’argentino Tomas Contte (Aviludo – Louletano – Loulé Concelho) si è imposto nell’ottava tappa, Viana do Castelo – Fafe, percorrendo 182.4 Km in 4h24′05″, alla media di 41.441 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Andoni López de Abetxuko (Euskaltel – Euskadi) e il portoghese Rafael Reis (Sabgal / Anicolor). Unico italiano in gara Alexander Konychev (Team Vorarlberg), 78° a 13′41″. Il portoghese Afonso Eulálio (ABTF Betão – Feirense) è ancora leader della classifica con 21″ sull’elvetico Colin Stüssi (Team Vorarlberg) e 55″ sullo spagnolo Mikel Bizkarra (Euskaltel – Euskadi). Konychev 73° a 1h15′54″
01-08-2024
agosto 1, 2024 by Redazione
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VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA
Il venezuelano Francisco Joel Peñuela (Rádio Popular – Paredes – Boavista) si è imposto nella settima tappa, Felgueiras – Paredes, percorrendo 160.4 Km in 3h39′09″, alla media di 43.915 Km/h. Ha preceduto allo sprint il portoghese Tiago Antunes (Efapel Cycling) e l’argentino German Nicolás Tivani (Aviludo – Louletano – Loulé Concelho). Unico italiano in gara Alexander Konychev (Team Vorarlberg), 61° a 3′16″. Il portoghese Afonso Eulálio (ABTF Betão – Feirense) è ancora leader della classifica con 21″ sull’elvetico Colin Stüssi (Team Vorarlberg) e 55″ sullo spagnolo Mikel Bizkarra (Euskaltel – Euskadi). Konychev 71° a 1h12′38″