UN TUFFO DAGLI APPENNINI

maggio 16, 2023 by Redazione  
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Dopo il primo giorno di riposo il Giro riparte dall’Emilia Romagna alla volta della Toscana per una classica cavalcata appenninica. La quasi totale assenza di salite negli ultimi 95 Km sembra strizzare l’occhio ai velocisti e, in effetti, l’arrivo allo sprint sembra una soluzione molto probabile. Ma il traguardo di Viareggio potrebbe non essere alla portata di tutti perché certamente si faranno sentire nelle gambe i quasi 3000 metri di dislivello che si dovranno “subire” per attraversare l’Appennino tosco-emiliano.

La traversata appenninica tra Toscana ed Emilia Romagna è un classico del Giro d’Italia, proposto in “salse” sempre differenti, talvolta dal sapore piccante com’è stato per esempio il caso della frazione disegnata tra Montecatini Terme e Faenza al Giro del 2003, quando le colline romagnole sancirono il passaggio di consegne al vertice della classifica tra Stefano Garzelli e Gilberto Simoni, che due settimane più tardi s’imporrà nell’86a edizione della Corsa Rosa. Ci sono state, al contrario, tappe accompagnate da una salsa più delicata, come accadde nel 2007 quando la Reggio Emilia – Lido di Camaiore, con la sola e pedalabile ascesa al Passo del Cerreto da affrontare strada facendo, terminò con una volata di gruppo conquistata dallo sprinter siciliano Danilo Napolitano. La cavalcata appenninica versione 2023 si disputerà nella stessa direzione geografica di quella tappa, ma la salsa sarà stavolta decisamente meno insipida, anche se non sarà saporita come quella del 2003. Al posto dell’ascesa ai 1261 metri del Passo del Cerreto ci sarà quella diretta alla più elevata Foce delle Radici (1529 metri), che i “girini” raggiungeranno al termine di una salita mai dura ma lunga quasi 50 Km, spezzata in quattro porzioni da tre lunghi tratti intermedi in quota. Superato anche il breve ma decisamente più tosto Monteperpoli mancheranno ben 95 Km al traguardo e questo sulla carta dovrebbe favorire i velocisti, i quali però si troveranno sul groppone i quasi 3000 metri di dislivello giornaliero, l’ultima fetta del quale sarà servita a poco meno di 20 Km dall’arrivo. A quel punto i corridori si troveranno ai piedi del Montemagno, collina dalle lievi pendenze che in condizioni normali non fa paura ai velocisti e, infatti, se la tappa diretta a Viareggio avrebbe presentato solo questa difficoltà l’arrivo allo sprint sarebbe stato alla portata di molti, mentre stavolta potrebbero mandare in affanno quegli sprinter che ancora non hanno digerito le precedenti salite oppure rompere le uova nel paniere alle formazioni che da parecchi chilometri stanno lavorando per ricucire sulla fuga di giornata e, contemporaneamente, organizzare la volata ai loro velocisti di punta. E non è detto che sia la fuga a prevalere in questa giornata nella quale si comincerà a salire sin dal via da Scandiano, dovendosi superare uno “scalino” di 1.5 Km al 5.4% ad appena 4 Km dalla partenza, seguito da un lungo tratto in falsopiano di una quindicina di chilometri che si concluderà alle porte di Carpineti, centro conosciuto per il suo castello, uno dei più estesi dell’appennino reggiano. Anziché dirigersi verso quest’ultimo si andrà ad affrontare la salita della Svolta (3 Km al 7.8%), che culmina poco distante dall’antica abbazia di Marola, fondata su iniziativa della celebre contessa Matilde di Canossa tra il 1076 e il 1092. Raggiunta la vicina Felina si abbandonerà la statale diretta al citato Passo del Cerreto per andare da lì a breve a intraprendere l’interminabile ascesa della Foce delle Radici che, come dicevamo, è suddivisa in quattro tratti distinti, il primo dei quali inizia in corrispondenza del ponte sul fiume Secchia, il secondo per importanza tra gli affluenti di destra del Po dopo il Tanaro. La prima balza, 9.1 Km al 3.6% a loro volta spezzati in tre tratti da brevi contropendenze, conduce alla località di villeggiatura di Villa Minozzo, paese natale di Adolphe Deledda, corridore che prese la cittadinanza francese nel 1948 e nel cui palmares spiccano una vittoria di tappa alla Vuelta del 1947 e due al Tour, entrambe ottenute da “transalpino”. In questo stesso centro il 21 giugno del 1944 era drammaticamente terminata la vita, fucilato con tutta probabilità da un gruppo filo partigiano, del corridore reggiano Nello Trogi, la cui carriera si svolse prevalentemente in Francia (nel 1935 si imporrà nel Giro di Corsica) e che in Italia ottenne una sola vittoria, nella frazione d’apertura del Giro del 1937. Più consistente è la seconda “tranche” della salita, 8 Km al 5.1% nel corso dei quali si sfiora la poco conosciuta Cascata del Golfarone e si lascia sulla sinistra la strada diretta alla stazione di sport invernali di Febbio. A 8 Km di salita ne seguiranno altrettanti in quota, pedalando in direzione di Civago, altra località di villeggiatura dalla quale è possibile raggiungere con una lunga escursione l’Abetina Reale, foresta di conifere inserita all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e nella quale si trova un rifugio, ospitato in quella che fu la prima segheria idraulica della storia, realizzata nel ‘600 su iniziativa della celebre famiglia degli Este. Si riprende quindi a salire per affrontare i 5.6 Km al 4.4% che conducono a Roncatello, seguito da un ultimo tratto intermedio in quota verso Piandelagotti, altra località frequentata dagli amanti dello sci. La zona degli impianti si trova proprio in corrispondenza della Foce delle Radici, che si raggiungono percorrendo il tratto più impegnativo dell’ascesa, i conclusivi 4.4 Km al 6% che conducono sino allo scollinamento, situato al confine con la Toscana e a un paio di chilometri da San Pellegrino in Alpe, “exclave” emiliana conosciuta sia per il suo santuario intitolato al santo irlandese Pellegrino, sia per la ripida strada che bisogna percorrere per giungervi. Non la dovranno percorrere i “girini” che scenderanno per la più morbida strada che plana tortuosa verso la Garfagnagna, la valle del fiume Serchio che nel 1895 fu scelta quale “buen retiro” da Giovanni Pascoli. L’ultima dimora del celebre poeta, che vi abitò fino a pochi mesi dalla morte (2012), si trova a Castelvecchio, frazione di Barga che non sarà attraversata dal gruppo perché, una volta terminata la discesa, gli organizzatori hanno deciso d’inserire nel percorso la ripida salita verso Monteperpoli, 2400 metri all’8,1% che hanno come meta un piccolo borgo delle Alpi Apuane dove in epoca medioevale fu costruito un piccolo ospizio per dare ospitalità ai viandanti, accanto al quale fu eretta anche una chiesetta dedicata a San Regolo.
Scesi a Gallicano inizierà finalmente la pianura che, a parte l’intrusione del Montemagno, scorrerà sotto le ruote del gruppo sin sul traguardo di Viareggio. Il primo settore di questa seconda parte del viaggio odierno si snoderà ancora nella valle del Serchio, che il gruppo percorrerà in direzione di Lucca sfiorando il famoso Ponte del Diavolo di Borgo a Mozzano, così chiamato per la leggenda – simile a quelle raccontate per altri ponti con lo stesso nome – che lo vuole costruito in una notte dal demonio, intervenuto per aiutare il capomastro che l’aveva invocato dopo essersi reso conto di non riuscire a completare l’opera nei tempi richiesti. Il patto prevedeva che Satana avrebbe ricevuto in cambio l’anima del primo viandante, ma il parroco del posto riuscì a evitare che un povero cristiano finisse all’inferno facendo percorrere per primo il ponte a un pastore maremmano, cane che fu scagliato dall’ira del diavolo nel sottostante fiume, dove la tradizione popolare dice che sia rimasto pietrificato sul fondale. Proprio all’altezza di questo centro (ma non sul Ponte del Diavolo, troppo angusto per il gruppo) si supererà il corso del Serchio per passare sulla sponda opposta del fiume, seguendola in direzione di Lucca, senza però raggiungerla. Alle porte della celebre cittadina toscana – che punta ad avere il Giro nel 2024, in occasione del primo centenario della scomparsa del compositore Giacomo Puccini – ci sarà un nuovo cambio di fronte con un altro passaggio sul Serchio e il ritorno sulle sponde che si erano costeggiate in precedenza, dove si andrà a toccare la frazione lucchese di Monte San Quirico, dove si trova Villa Paolina, così chiamata dal nome della sua celebre acquirente (1822), la sorella dell’imperatore Napoleone Bonaparte. Il tratto successivo vedrà il gruppo risalire la Val Freddana in direzione del Montemagno, modesto valico – soprattutto dal lato che si percorrerà in salita, 2.4 Km al 3.8% – molto noto in gruppo perché nelle ultime stagioni è stato alternativamente inserito nel percorso delle prime due frazioni della Tirreno-Adriatico e che fino al 2014 era, assieme al vicino Monte Pitoro, salita storica del Gran Premio Città di Camaiore, corsa sparita dal calendario dopo che il comune di Camaiore ha preferito “dirottare” i fondi necessari all’organizzazione della gara verso la Corsa dei due Mari. Il mare oramai è all’orizzonte e, percorsa la veloce discesa verso la Versilia, lo si raggiungerà nel giro di 14 Km, per poi svoltare sulla litoranea in direzione di Viareggio e seguirla fedelmente negli ultimi 3500 metri. Saranno gli ultimi attimi di un tuffo che solleverà molti spruzzi…. ma solo uno sarà quello vincente.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Selletta Minozzo (672 metri). Quotata 680 metri sulle cartine del Touring Club Italiano, coincide con la località di villeggiatura di Villa Minozzo. Mai affrontato come GPM, il Giro d’Italia vi è transitato l’ultima volta nel 2001, nel corso della tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia, vinta dal veneto Pietro Caucchioli: il passaggio da Villa Minozzo era valido come traguardo volante Intergiro, conquistato dall’umbro Fortunato Baliani.

Valico di Pian del Monte (1040 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 9 “delle Forbici” tra Asta e Cervarolo. Nel 2001 vi è transitata la citata tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia.

Passo di Roncadello (1294 metri), Colle del Morto (1335 metri). Valicati dalla Strada Provinciale 38 “di Civago” tra Civago e Piandelagotti. Nel 2001 vi è transitata la citata tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia.

Foce delle Radici (1529 metri). Nota anche come Passo delle Radici e quotata 1527 sulle cartine del Giro d’Italia 2023, vi transita l’ex Strada statale 324 “del Passo delle Radici” tra Pievepelago e Castelnuovo di Garfagnana. È stata affrontata quattro volte come GPM mentre in tre occasioni ci si è transitati in discesa, provenendo da San Pellegrino in Alpe. Nella citata tappa del Giro 2001 (Montecatini Terme – Reggio Emilia) la salita fu affrontata in maniera parziale, salendo da Pievepelago e scollinando senza GPM al bivio per Piandelagotti, due chilometri e mezzo prima di giungere al passo. Il primo corridore a espugnare la cima della Foce delle Radici è stato il bresciano Michele Dancelli durante la tappa La Spezia – Prato del Giro del 1967, vinta dallo stesso corridore. Nel 1971 sarà lo scalatore spagnolo Josè Manuel Fuente a scollinare in testa e anche in questo caso sarà il conquistatore delle Radici a far sua la tappa, partita da Forte dei Marmi e terminata con l’arrivo in salita a Pian del Falco, sopra Sestola. Fuente si imporrà anche nel 1974 nella tappa che prevedeva la Foce delle Radici (Modena – Il Ciocco), ma stavolta non sarà lo spagnolo a transitare per primo in vetta, conquistata dal ligure Giuseppe Perletto. L’ultimo corridore a mettere la firma sul valico tosco-emiliano sarà lo spagnolo Andrés Oliva nel 1976, nel corso della Porretta Terme – Il Ciocco che terminerà con la vittoria del belga Ronald De Witte.

Col d’Arciana (1300 metri), Colle Pianelli (1249 metri), Foce di Terrarossa (1141 metri), Foce di Sassorosso (1065 metri), Colle Sfogliato (982 metri). Valicati nel corso della discesa dalla Foce delle Radici verso Castelnuovo di Garfagnana.

Valico di Monte Perpoli (491 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 43 “di Monteperpoli” tra Castelnuovo di Garfagnana e Gallicano. Nel 1995 questa salita è stata affrontata nel finale della tappa Pietrasanta – Il Ciocco, vinta dal bresciano Enrico Zaina, ma non era valida come GPM.

Colle di Montemagno (224 metri). Quotato 212 metri sulle cartine del Giro 2023, è valicato dalla Strada Provinciale 1 “Francigena” tra Monsagrati e Camaiore. Mai proposto come GPM alla Corsa Rosa, non viene affrontato al Giro dal 1987, quando fu inserito nei chilometri iniziali della tappa Camaiore – Montalcino, vinto da Moreno Argentin. Alla Tirreno-Adriatico, che l’ha inserito spesso nel tracciato nelle ultime edizioni, è stato considerato valido come GPM solamente nel 2018, affrontato nei chilometri iniziali della tappa Camaiore – Follonica, vinta dal tedesco Marcel Kittel dopo che sul Montemagno era scollinato per primo il valtellinese Nicola Bagioli.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

La spiaggia di Viareggio e l’altimetria della decima tappa del Giro 2023 (www.tripadvisor.it)

La spiaggia di Viareggio e l’altimetria della decima tappa del Giro 2023 (www.tripadvisor.it)

CIAK SI GIRO

Giro d’Italia del 1964, tappa di Viareggio. Tagliato il traguardo in forte ritardo ma ancora dentro il tempo massimo il corridore spagnolo Francisco Petrillo si schianta letteralmente sul chioschetto di una venditrice di bomboloni, perdendo i sensi. Ora non mettetevi a cercare, in rete o sui libri di storia del ciclismo, informazioni su questo corridore perché non le troverete, da nessuna parte. Semplicemente perché Francisco Petrillo non è mai esistito e nel 1964 la Corsa Rosa aveva fatto sì tappa in Toscana, ma a Livorno, e tutto quanto narrato è frutto della fantasia, anzi della… frenesia! Quella scena, infatti, la potete trovare solo nel film “Frenesia dell’estate”, ambientato a Viareggio durante il mese delle vacanze estive e per questo il regista Luigi Zampa incappò in un bel “blooper”, come sono definiti in gergo gli svarioni commessi dalle produzioni cinematografiche, perché lo sanno tutti che il Giro si corre a maggio. È dunque pura finzione quell’incidente, filmato sul cosiddetto Belvedere delle Maschere, tratto del lungomare di Viareggio che si trova proprio accanto al luogo dove si concluderà la decima tappa del Giro 2023. In scena erano l’attore sardo Vittorio Congia, che vestiva i panni dello sfortunato Petrillo, e l’allora 31enne Sandra Milo, che nel film è Yvonne, la bella “chioschettera” che dopo l’incidente si scarrozzerà il corridore sul suo chiosco a pedali alla ricerca dell’albergo dove alloggiava la squadra del corridore. Ma non lo troverà anche perché il Petrillo era stato colpito da una lieve amnesia e così lei deciderà di accoglierlo a casa sua, per poi riportarlo il mattino successivo al Belvedere delle Maschere, dove era prevista la partenza della tappa successiva, una cronometro individuale. Ma, stremato dalle troppe e amorevoli “cure” alle quali l’aveva sottoposto la bella Yvonne, il Petrillo crollerà nuovamente a terra al momento della discesa dalla rampa di lancio.

In collaborazione con www.davinotti.com

Francisco Petrillo al via della tappa a cronometro del Giro d’Italia: non è la vera Corsa Rosa ma quella ricreata da Luigi Zampa per uno degli episodi de “Frenesia dell’estate” (www.davinotti.com)

Francisco Petrillo al via della tappa a cronometro del Giro d’Italia: non è la vera Corsa Rosa ma quella ricreata da Luigi Zampa per uno degli episodi de “Frenesia dell’estate” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/frenesia-dell-estate/50023636

FOTOGALLERY

Scandiano, Rocca del Boiardo

Carpineti, Castello delle Carpinete

Carpineti, Abbazia di Marola

Cascata del Golfarone

L’antica segheria dell’Abetina Reale, oggi convertita in rifugio

San Pellegrino in Alpe

Castelvecchio Pascoli, casa di Giovanni Pascoli

Borgo a Mozzano, Ponte del Diavolo

Vista panoramica dal Colle di Montemagno

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI CESENA

maggio 15, 2023 by Redazione  
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Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

Giro d’Italia, Evenepoel vola sul bagnato. La crono gli regala di nuovo la rosa

Evenepoel ha il Covid e lascia il Giro: “Ho il cuore spezzato”. Thomas nuovo leader

Gazzetta dello Sport

Belgio

Evenepoel is één (!) seconde sneller dan Thomas en pakt zijn tweede tijdritzege én de roze trui in de Giro

Remco Evenepoel test positief op corona bij routinetest en moet de Giro verlaten: “Ik keek ernaar uit om de strijd verder aan te gaan”

Het Nieuwsblad

Slovenia

Rogliču prav dobra ocena, Evenepoelu spet rožnata majica

Šok na Giru: zaradi covida konec za Remca Evenepoela

Delo

Gran Bretagna

Leader Evenepoel out with Covid-19 – ‘I’ll wear it with pride’: Thomas handed pink jersey as Covid hits Giro d’Italia

The Guardian

Irlanda

Eddie Dunbar sets target of top 10 finish as next stage of Giro d’Italia begins

The Irish Time

Francia

Evenepoel pour une seconde

Evenepoel vaincu par le Covid

L’Équipe

Spagna

Evenepoel se queda a medias

Evenepoel da positivo en COVID-19 y abandona el Giro de Italia

AS

Portogallo

Evenepoel assume liderança no Giro ao vencer contra-relógio da nona etapa

Público

Paesi Bassi

Dubbelslag Remco Evenepoel in Giro d’Italia na secondenspel in tijdrit

Drama in Ronde van Italië: topfavoriet Evenepoel moet Giro verlaten wegens corona

De Telegraaf

Norvegia

Sekunddrama i Giro d’Italia: Leknessund mistet ledertrøya

Giro d’Italia-lederen testet positivt på covid: Evenepoel er ute

Aftenposten

Germania

Wieder in Rosa: Evenepoel gewinnt Zeitfahren – Kämna jetzt in Top Ten

Nach neun Giro-Etappen: Coronavirus zwingt Evenepoel zur Aufgabe

Kicker

USA

Evenepoel wins time trial by a second to move back into overall lead of the Giro

Evenepoel wins time trial before withdrawing from Giro d’Italia after positive COVID test

The Washington Post

Colombia

Remco Evenepoel ganó, pero no arrolló en la contrarreloj del Giro de Italia

El Giro de Italia se queda sin líder: Remco Evenepoel abandona la carrera por salud

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Battito di ciglia (Francesca Michielin)

METEOGIRO

Scandiano : pioggia moderata (3.9 mm), 13°C, vento debole da NO (11 – 22 Km/h), umidità al 87%
Villa Minozzo (48.1 Km): pioggia moderata (2.5 mm), 9°C (percepiti 7°C), vento forte da N (17 – 51 Km/h), umidità al 92%
Passo delle Radici (GPM – 87.5 Km): pioggia debole (1 mm), 5°C (percepiti 1°C), vento molto forte da N (26 – 93 Km/h), umidità al 89%
Monteperpoli (GPM – 120.7 Km): pioggia debole (0.8 mm), 15°C, vento molto forte da N (24 – 89 Km/h), umidità al 77%
Ponte a Moriano (traguado volante – 154.1 Km): cielo coperto, 20°C, vento moderato da NE (11 – 33 Km/h), umidità al 56%
Viareggio: poco nuvoloso, 20°C, vento moderato da NO (8 – 29 Km/h), umidità al 57%

GLI ORARI DEL GIRO

11.45: inizio diretta su Eurosport
12.05: inizio diretta su RaiSport
12.20: partenza da Scandiano
13.30-13.45: traguardo volante di Villa Minozzo
14.00: inizio diretta su Rai2
14.35-14.55: GPM di Passo delle Radici
15.20-15.45: GPM di Monteperpoli
16.00-16.30: traguardo volante di Ponte a Moriano
17.00-17.30: arrivo a Viareggio

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Petacchi: “Deve avere molta cauta nelle curve”
Rizzato: “Nei primi 5 Km ci sono continuemente cambi”
Pancani: “Matthew Ricciarello” (Riccitello)
Borgata: “Non si alza mai dai pedali”
Pancani: “Andare a visutare il museo”
Rizzato: “Io intanto ascolto l’intermedio dello svizzero”
Pancani: “Arriva al treguardo”
Petacchi: “Caruso sta fatto un ottimo tempo”
Garzelli: “Sono usciuti”
Fabretti: “Vediamo la maglia bianca con Remco Evenepoel” (la maglia bianca è vestita da Remco Evenepoel”
Televideo: “Vince crono di Sesena” (Cesena)
Televideo: “Si decide sul filo dei decimi la nota tappa”
Televideo: “Thomas è 3° a 1″, Geoghegan Hart 3° a 2″
Televideo: “Domenico Caruso” (Damiano)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della nona tappa, cronometro individuale Savignano sul Rubicone – Cesena

1° Martijn Tusveld
2° Jonas Iversby Hvideberg a 9″
3° Martin Marcellusi a 16″
4° Kristian Sbaragli a 22″
5° Mads Würtz Schmidt a 31″

Classifica generale

1° Veljko Stojnic
2° Stefano Gandin a 2′57″
3° Martijn Tusveld a 3′29″
4° Daan Hoole a 5′16″
5° Nicolas Dalla Valle a 6′01″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

20 maggio 1983 – 8a TAPPA: SALERNO – TERRACINA (212 Km)

SARONNI RINUNCIA, VIA LIBERA A BONTEMPI

Nel volatone di Terracina il campione del mondo ha rinunciato a battersi per un possibile abbuono

Il gigantesco sprinter ha contenuto la rimonta del campione del Belgio, Hoste, conquistando la sua seconda vittoria, dopo una tappa lenta sotto il sole – Bandiere rosse

Il Technogym Village di Cesena illuminato di rosa (www.settesere.it)

Il Technogym Village di Cesena illuminato di rosa (www.settesere.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone

CRONO BAGNATA A CESENA, BIG TUTTI VICINI

maggio 14, 2023 by Redazione  
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La prova contro il tempo in terra romagnola si è svolta per gran parte sotto una pioggia battente che ha reso insidiose le venti curve presenti sul percorso. Come da pronostico, la tappa è andata a finire nel palmares di Evenepoel, ma i distacchi sono stati molto inferiori a quanto si potesse pensare dopo quelli inflitti nella prima prova contro il tempo. Il Giro è ancora apertissimo in vista delle montagne.

Dopo aver visto con stupore i distacchi abissali che Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step) aveva inflitto agli attoniti avversari nella tappa a cronometro che ha aperto questo Giro d’Italia sulla Costa dei Trabocchi, tutti pensavano che, nella prova odierna di chilometraggio quasi doppio e completamente piatta, il belga avrebbe ucciso il Giro. Lui stesso aveva detto di aspettarsi di guadagnare un altro minuto e invece… invece è tutta un’altra storia, una storia che aveva cominciato a fare capolino già a Salerno, quando in molti si chiedevano se il campione del mondo avesse accusato le due cadute delle quali era stato vittima, e si era riproposta ieri a Fossombrone quando il belga aveva dovuto mollare le ruote di un Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che, a dire la verità, non aveva fatto uno scatto perentorio da scalatore ma solo un cambio di ritmo non troppo violento. Evenepoel aveva tentato di riportarsi in progressione sul suo avversario, ma il tentativo era fallito mentre non aveva neppure provato a rispondere alla coppia di capitani Ineos che, dopo la prova odierna, si affacciano pericolosamente all’orizzonte per la vittoria finale. Evenepoel ha riconquistato la maglia rosa, la sua squadra avrà di nuovo l’onere di controllare la corsa e guidare il gruppo, ma il vantaggio in generale del capoclassifica è molto inferiore a quello che egli stesso si aspettava dopo la giornata di oggi e i segnali visti negli ultimi giorni non sono buoni.
Molte perplessità c’erano ad inizio Giro sulla tenuta di Evenepoel nella terza settimana, non sappiamo ancora come andrà, ma quello di cui si può essere certi è che sta crescendo la condizione degli avversari.
Sta crescendo la condizione di Roglic, che nella cronometro di apertura aveva perso oltre due secondi al chilometro mentre oggi ha accusato meno di mezzo secondo al chilometro. La prestazione dello sloveno è stata in crescendo nel senso che, al primo rilevamento cronometrico, il tempo di Roglic era piuttosto alto, intorno ai trenta secondi da Evenepoel ed intorno ai 20 da Geraint Thomas (Ineos Grenadiers). Il ritardo al traguardo è stato di 17 secondi dal vincitore il che significa che, nella seconda parte della frazione, Roglic ha non solo dimezzato lo svantaggio dal belga ma ha rosicchiato qualche secondo anche nei confronti di Thomas.
Ora rimane da capire se il capitano della Jumbo sia partito male e abbia poi trovato il suo ritmo, oppure se si sia trattato di una strategia per una migliore distribuzione dello sforzo quella di aumentare poco alla volta la velocità.
Del resto il cambio di ritmo proposto ieri da Roglic sulla salita dei Cappuccini ha testimoniato una condizione in crescendo per lo sloveno, che si è presentato al Giro con poche corse alle spalle e senza il ritmo gara che potrebbe aver trovato proprio in questa prima settimana corsa al coperto.
Evenepoel, invece, era sembrato quello della Costa dei Trabocchi sino al primo intermedio, quando aveva dato quasi un secondo al chilometro a Thomas, mentre nella parte centrale della prova il suo rendimento è calato parecchio. Il campione belga di specialità, intervistato nel dopo tappa, ha attribuito la colpa ad un eccessivo sforzo nella parte iniziale. Va detto che negli ultimi sei chilometri Evenepoel ha viaggiato sui ritmi di Thomas, il che significa ad ritmo leggermente inferiore rispetto a Roglic.
La pioggia può aver certamente condizionato il rendimento del belga, ma ha certamente fatto perdere la tappa a Geraint Thomas, apparso in difficoltà nelle curve più difficili. Più di una volta è stato inquadrato mentre le affrontava con traiettorie quadrate, quasi fermandosi. Visto il distacco inferiore al secondo, si può dire che 4 o 5 secondi nelle curve li ha persi tutti. Il britannico è stato, però, molto bravo nella distribuzione della sforzo, nel senso che – al contrario di Evenepoel e di Roglic, che hanno pagato il primo nel tratto intermedio, il secondo nel tratto iniziale lui ha mantenuto il ritmo costante per tutta la prova cosa che, in una tappa a cronometro, rappresenta un valore aggiunto. Certamente l’esperienza e le doti di fondo del capitano Ineos lo hanno favorito in questo senso.
La situazione della squadra Ineos è poi resa molto interessante dalla prestazione di un uomo come Tao Geoghan Hart, uno che sa come si vince un Giro. Il trionfatore della Corsa Rosa 2020 è uno che se la cava a cronometro, ma non è certo uno specialista della materia; tuttavia ha fermato i cronometri su un tempo più alto di soli 2 secondi rispetto ad Evenepoel, cosa che alla vigilia appariva impensabile.
Anche molti altri Ineos hanno disputato una buona prova e sono discretamente piazzati in classifica.
Ora la compagine britannica ha non solo due capitani che possono dare grattacapi con azioni combinate o a scacchiera, ma ha altre seconde linee, come Pavel Sivakov, alle quali non può essere concesso troppo spazio.
Geoghan Hart ha vinto il Tour of the Alps e si è presentato al Giro con un’ottima condizione, conquistando il quarto posto nella crono di apertura, quando ha staccato di quindici secondi Thomas. Sarebbe secondo in classifica se non fosse incappato in un buco nel gruppo nel finale seconda tappa. Ora il punto di domanda sta nel capire se riuscirà a mantenere questa condizione sino alle ultime decisive tappe
Thomas, invece, è arrivato al Giro in sordina, andando molto male al Tour of The Alps e accusando quasi un minuto da Evenepoel nella frazione d’apertura; ora la condizione del quasi trentasettenne gallese è enormemente cresciuta e, viste le sue doti di fondista, è lecito pensare che crescerà ancora per arrivare al top quando ci saranno i tapponi alpini da affrontare.
A questo punto Thomas diventa uno dei principali candidati alla vittoria finale.
Passando agli altri big, il capitano della Bora Aleksandr Vlasov se l’è cavata egregiamente, accusando solo 30 secondi di ritardo in una prova di 35 chilometri, quindi meno di un secondo al chilometro da primi. Invece ci si poteva aspettare qualcosa in più in casa UAE da Joao Almeida, che ha perso 35 secondi pur essendo uno specialista delle prove contro il tempo, con le quali deve sopperire a quel che gli manca in salita.
Ottima è stata la prova di Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), che aveva preventivato di perdere un paio di minuti e invece ha accusato un gap di soli 30 secondi e può sperare in una condizione in miglioramento e in doti di fondo che potranno aiutarlo sulle montagne. Male, invece, è andato il secondo capitano designato della Bahrain, il colombiano Santiago Buitrago, che ha accusato 2 minuti e quaranta secondi.
In chiave vicecapitani, è andata bene la Bora con Lennard Kämna a 51 secondi e la UAE con Jay Vine a 50 secondi.
Insomma dopo questa prova, che doveva causare un terremoto in classifica, l’unica vera novità (tra l’altro ampiamente prevista) è stato il cambiamento della maglia rosa che è ritornata sulla spalle del campione del mondo. I primi sei sono ora racchiusi un poco più di un minuto.
Dopo il giorno di riposo di domani si ripartirà martedì con una tappa in cui i velocisti dovranno cercare di resistere sulla salita del Passo delle Radici per andare a disputare lo sprint sul traguardo di Viareggio.
Inutile dire, però, che gli occhi degli appassionati siano puntati sulla tappa di venerdì che, insieme a quella con arrivo alla Tre Cime di Lavaredo, è la più dura del Giro. Non è ancora stata sciolta la riserva sulla possibilità di passare sulla Cima Coppi, prevista agli oltre 2400 metri del Colle del Gran San Bernard, ma sopratutto sulla durissima Croix de Coeur che precederà l’ascesa finale verso Crans Montana, dove non ci saranno problemi ad arrivare. Un eventuale taglio sarebbe una grande delusione per tutti gli appassionati. Non ci resta che sperare che tutte le tappe possano essere disputate sul tracciato previsto per godere di una battaglia che si annuncia emozionante ed incerta.

Benedetto Ciccarone

Sotto lacquazzone sfoca la stella di Evenepoel: vince la crono, riprende la rosa ma non stravince e non chiude il Giro (Getty Images)

Sotto l'acquazzone sfoca la stella di Evenepoel: vince la crono, riprende la rosa ma non stravince e non chiude il Giro (Getty Images)

14-05-2023

maggio 14, 2023 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) si è imposto nella nona tappa, Savignano sul Rubicone – Cesena, percorrendo 35 Km in 41′24″, alla media di 50.725 Km/h. Ha preceduto di 1″ il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) e di 2″ il britannico Tao Geoghegan (Hart INEOS Grenadiers). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 10° a 42″. Evenepoel è tornato in maglia rosa con 45″ su Thomas e 47″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma). Miglior italiano Caruso, 8° a 2′13″

TOUR DE HONGRIE

La quinta ed ultima tappa, circuito di Budapest (150 Km), è stata annullata a causa del maltempo. L’elvetico Marc Hirschi (UAE Team Emirates) si impone in classifica con 10″ sul britannico Ben Tulett (INEOS Grenadiers) e 13″ sull’elvetico Yannis Voisard (Tudor Pro Cycling Team). Miglior italiano Matteo Fabbro (BORA-hansgrohe), 7° a 22″

BOUCLES DE L’AULNE – CHÂTEAULIN

Il belga Greg Van Avermaet (AG2R Citroën Team) si è imposto nella corsa francese, circuito di Châteaulin, percorrendo 181.1 Km in 4h21′06″, alla media di 41.616 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Florian Vermeersch (Lotto Dstny) e lo spagnolo Jon Barrenetxea (Caja Rural-Seguros RGA). Due italiani in gara: Marco Tizza (Bingoal WB) 4° con lo stesso tempo dei primi, Lorenzo Germani (Groupama-FDJ) 68° a 4′50″

FYEN RUNDT – TOUR OF FUNEN

Il danese Carl-Frederik Bevort (Uno-X DARE Development Team) si è imposto nella corsa danese, circuito di Middelfart, percorrendo 189.2 Km in 4h17′48″, alla media di 44.034 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Nicklas Amdi Pedersen (Team Coloquick) e Alexander Salby (nazionale danese). Due italiani in gara: Filippo Fortin (Maloja Pushbikers) si è piazzato 5° a 3″, Liam Bertazzo (Maloja Pushbikers) non ha concluso la corsa

VOLTA A FORMOSA INTERNACIONAL

Quarta ed ultima tappa suddivisa in due semitappe

Lo spagnolo Oscar Sevilla (Team Medellin-EPM) si è imposto nella prima semitappa, circuito a cronometro di Formosa, percorrendo 8 Km in 9′40″, alla media di 49.655 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’argentino Laureano Rosas (Gremios por el Deporte Cutral Co.) e di 6″ l’argentino Agustin Del Negro (SAT team). Miglior italiano Niccolò Galli (nazionale italiana), 6° a 18″. Rosas è ancora leader della classifica con 18″ su Sevilla e 24″ su Del Negro. Miglior italiano Galli, 6° a 36″

L’italiano Davide Boscaro (nazionale italiana) si è imposto nella seconda semitappa, circuito di Formosa, percorrendo 97 Km in 2h03′25″, alla media di 47.157 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Luca Collinelli (nazionale italiana) e l’uruguaiano Pablo Anchieri (nazionale uruguaiana). Rosas si impone in classifica con 18″ su Sevilla e 24″ su Del Negro. Miglior italiano Galli, 6° a 36″

ITZULIA WOMEN (Spagna)

L’elvetica Marlen Reusser (Team SD Worx) si è imposta nella terza ed ultima tappa, circuito di San Sebastian, percorrendo 114.8 Km in 3h’09′56″, alla media di 36.265 Km/h. Ha preceduto di 2′38″ l’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) e la canadese Olivia Baril (UAE Team ADQ). Miglior italiana Marta Cavalli (FDJ-SUEZ), 7° a 2′45″. La Reusser si impone in classifica con 1′50″ sulla Vollering e 2′59″ sulla polacca Katarzyna Niewiadoma (CANYON//SRAM Racing). Miglior italiana Soraya Paladin (CANYON//SRAM Racing), 13° a 7′06″.

GRAN PREMIO INDUSTRIE DEL MARMO (Under23)

L’italiano Christian Bagatin (SIAS RIME) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Marina di Carrara, percorrendo 174.7 Km in 4h08′05″, alla media di 42.252 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’austriaco Marco Schrettl (Tirol KTM Cycling Team) e l’italiano Simone Griggion (Zalf Euromobil Fior)

SULLA SCIA DEL DIRETTISSIMO

maggio 14, 2023 by Redazione  
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Tornano al lavoro i cronometristi per la seconda prova contro il tempo del Giro 2023, come la precedente di Ortona disegnata su di un tracciato che si annuncia velocissimo. Stavolta non s’incontrerà nemmeno il becco di una salita e gli scalatori dovranno stringere i denti per tutti e trentatre i chilometri della Savignano sul Rubicone – Cesena. Sarà anche l’occasione per ricordare il mitico Ercole Baldini, scomparso il primo dicembre scorso: sarebbe andato a nozze su di un percorso del genere il “direttissimo di Forlì”, uno dei cronoman più forti della storia del ciclismo italiano, vincitore del Giro del 1958 e due volte recordman dell’ora.

NOTA AI LETTORI

Rispetto a quanto scritto nell’articolo la tappa ha subito alcune piccole modifiche che hanno dilatato la distanza da percorrere dagli originari 33.6 Km a 35 Km. In particolare sono stati aggiunti i passaggi nei centri di San Mauro Pascoli e Cesena, mentre la fase centrale della crono è stata allungata per inserire il passaggio davanti alla villa dove abitava Marco Pantani, nelle campagne di Cesenatico.

Lo scorso primo dicembre ci ha lasciati un mito del ciclismo italiano, un mito che portava il nome di un semidio, Ercole Baldini. E come il mitologico personaggio Baldini ci è salito per davvero nell’olimpo del ciclismo, dalla vittoria alle Olimpiadi di Melbourne nel 1956 fino all’iscrizione nel 2016 nella “Hall of Fame” del Giro d’Italia, corsa che aveva vinto nel 1958 dopo il terzo posto sul podio finale conquistato l’anno prima. Il suo punto di forza erano le sue doti di passista, grazie alle quali aveva polverizzato per ben due volte il record dell’ora (ed entrambe da dilettante) e mietuto vittorie soprattutto a cronometro. Oltre alla citata edizione della Corsa Rosa e ai campionati del mondo del 1958 nel suo albo d’oro spiccano, infatti, le quattro vittorie nel Trofeo Baracchi (storica cronometro a coppie che tornerà in calendario quest’anno dopo 31 anni d’assenza), quella nel Grand Prix des Nations del 1960 e tre tappe contro il tempo vinte proprio al Giro. Il destino ha voluto che il “Direttissimo di Forlì”, questo uno dei numerosi soprannomi coniati dai suoi tifosi, arrivasse alla sua ultima fermata poco tempo dopo la presentazione del tracciato del Giro 2023, che sulle sue strade proporrà proprio una delle tappe che piacevano tanto a Baldini, una prova contro il tempo di quasi 34 Km da disputare su di un tracciato scorrevolissimo sotto tutti gli aspetti, completamente pianeggiante e “magro” di curve, poco meno di sessanta. Per gli scalatori si annuncia un’altra giornata durissima da digerire e qualcuno di loro potrebbe trovarsi a perdere un minuto e mezzo, se non due e più, dai corridori più dotati in quest’esercizio. Tornando ad Ercole Baldini, non si toccherà la sua Villanova ma si avrà la maniera di ricordarlo fin dalla partenza da Savignano sul Rubicone, dove certamente risuoneranno le note de “Il treno di Forlì”, la canzone che gli fu dedicata da Secondo Casadei, il compositore che fu autore del celebre “Romagna Mia” e del quale a Savignano è possibile visitare la casa-museo. Sulle note del liscio prenderà, dunque, le mosse una tappa che nel liscio della pianura ha la sua caratteristica peculiare e che lascerà Savignano seguendo l’asse della Via Emilia in direzione di Rimini. Percorsi poco meno di 4 Km, giunti alle porte di Santarcangelo di Romagna – è il centro nel cui castello si consumarono le gesta di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, i peccaminosi cognati che ispirarono a Dante Alighieri il quinto canto dell’Inferno – i “girini” abbandoneranno la Via Emilia per svoltare in direzione della riviera romagnola, andato a scavalcare con un viadotto il tracciato dell’Autostrada Adriatica ad oriente di San Mauro Pascoli, il paese natale di Giovanni Pascoli. I corridori non attraverseranno questa cittadina, limitandosi a percorrerne le strade della zona industriale, alla quale arriveranno dopo aver sfiorato Villa Torlonia, antica tenuta agricola inserita nel comprensorio del “Parco Poesia Pascoli” e presso la quale sono stati rinvenuti i resti di una fornace d’epoca romana. Giunti alle porte della località Cagnona, non distante dal “Parco del Sole” di Bellaria (impianto fotovoltaico che permette di produrre 1.130.000 kwh all’anno senza inquinare l’atmosfera), la corsa cambierà ancora direzione e attraverserà la fascia di campagne che precedono il passaggio da Sala, una delle principali frazioni di Cesenatico, presso la quale si trova la chiesa di Santa Maria del Rosario, nella quale riposano le spoglie di Angelina Pirini, educatrice dell’Azione Cattolica della quale è in corso il processo che porterà alla beatificazione.
Da queste parti abbonderanno a bordo strada i striscioni che ci ricorderanno l’indimenticato Pantani, che abitava non distanza da Sala e che queste strade soleva percorrerle durante le sessioni d’allenamento in previsione dei grandi appuntamenti del calendario, nelle quali – da solo o in compagnia – si spingeva verso le colline dell’appennino romagnolo, dove andava ad affrontare dure e celebri salite come il Barbotto e il Monte Carpegna. Una di queste strade era la provinciale che i “girini” imboccheranno uscendo da Sala, dopo l’ennesimo cambio di direzione del percorso, che ora punterà verso Cesena, alle cui porte si giungerà nel volgere di una decina di chilometri, dopo aver ancora incrociato le rotte dell’Autostrada Adriatica. I corridori rimarranno ai margini del centro storico, senza infilarsi sulle strade lastricate che conducono verso la centralissima Piazza della Libertà, dove all’ombra della cattedrale romano-gotica di San Giovanni Battista si sono concluse le ultime due tappe giunte a Cesena, conquistate dal vicentino Emanuele Sella nel 2004 e dal trentino Alessandro Bertolini nel 2008. Si rimarrà, invece, saldamente con le ruote sull’asfalto e con un ultimo cambio di rotta si uscirà velocemente dalla città percorrendo la Via Cervese, direttrice del traffico verso il casello di Cesena dell’autostrada e la nota località balneare di Cervia. È a questo punto che si andrà ad affrontare uno dei tratti più snelli e veloci del tracciato, un rettilineo di quasi 3 Km interrotto solo da una rotatoria che condurrà sino alle soglie del Technogym Village, sede principale della nota azienda operante nel settore del fitness e del wellness, in passato sponsor – dal 1992 al 1997 – di una delle formazioni più vincenti del ciclismo mondiale, nella quale hanno militato corridori del calibro di Paolo Bettini e Michele Bartoli. Una vera e propria cittadella dello sport nella quale il pomeriggio del 14 maggio 2023 aleggerà il ricordo di Ercole Baldini.

Mauro Facoltosi

Ercole Baldini e l’altimetria della nona tappa del Giro 2023

Ercole Baldini e l’altimetria della nona tappa del Giro 2023

CIAK SI GIRO

Continuiamo a parlare di Roberto Benigni e di un altro dei suoi film più conosciuti, “Johnny Stecchino”. Uscito in Italia il 24 ottobre del 1991, le pellicola narra le vicende di Dante Ceccarini, autista di scuolabus per disabili che scopre di essere sosia di un boss mafioso siciliano. Se le scene ambientate nell’isola furono effettivamente girate in Sicilia, quando la storia si svolge in “continente” a venir mostrati non sono scorci della Toscana, come si tenderebbe a pensare ingannati dai “natali” di Benigni. Il regista decise, infatti, di rendere omaggio all’amata moglie Nicoletta Braschi – nel film interpreta la compagna del mafioso che noterà la somiglianza tra i due e proporrà al marito di effettuare uno scambio di personalità – e di andare a girarle nella città dove era nata e dove risiedevano i suoi genitori. E così la prima parte del film fu filmata a Cesena, della quale vengono mostrati sia scorsi del centro storico, sia del quartiere periferico Oltre Savio, dove stavano di casa i genitori della Braschi e dove la produzione individuò una delle palazzine di Via della Valle da presentare nella pellicola come il condominio dove abitava Benigni.

In collaborazione con www.davinotti.com

Roberto Benigni in azione su una delle rampe d’accesso della palazzina di Via della Valle a Cesena, l’abitazione del protagonista di “Johnny Stecchino” (www.davinotti.com)

Roberto Benigni in azione su una delle rampe d’accesso della palazzina di Via della Valle a Cesena, l’abitazione del protagonista di “Johnny Stecchino” (www.davinotti.com)

Scena di passaggio di “Johnny Stecchino” girata nel centro di Cesena (ma subito dopo l’azione si sposterà in quel di Ravenna) (www.davinotti.com)

Scena di passaggio di “Johnny Stecchino” girata nel centro di Cesena (ma subito dopo l’azione si sposterà in quel di Ravenna) (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/johnny-stecchino/50002987

FOTOGALLERY

Savignano sul Rubicone, la centralissima Piazza Bartolomeo Borghesi

Savignano sul Rubicone, la sede della casa museo dedicata a Secondo Casadei

San Mauro Pascoli, casa natale di Giovanni Pascoli

San Mauro Pascoli, Villa Torlonia

Bellaria-Igea Marina, Parco del Sole

Sala di Cesenatico, chiesa di Santa Maria del Rosario

Cesena, Piazza della Libertà e l’abside della cattedrale

Cesena, Technogym Village

13-05-2023

maggio 13, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’irlandese Ben Healy (EF Education-EasyPost) si è imposto nell’ottava tappa, Terni – Fossombrone, percorrendo 207 Km in 4h44′24″, alla media di 43.671 Km/h. Ha preceduto di 1′49″ il canadese Derek Gee (Israel-Premier Tech) e l’italiano Filippo Zana (Team Jayco-AlUla). Il norvegese Andreas Leknessund (Team DSM) è ancora maglia rosa con 8″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e 38″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 9° a 1′39″

TOUR DE HONGRIE

L’elvetico Yannis Voisard (Tudor Pro Cycling Team) si è imposto nella quarta tappa, Martonvásár – Dobogókő, percorrendo 206.4 Km in 5h04′14″, alla media di 40.706 Km/h. Ha preceduto di 10″ il belgi Thibau Nys (Trek-Segafredo) e Sylvain Moniquet (Lotto Dstny). Miglior italiano Matteo Fabbro (BORA-hansgrohe), 7° a 10″. L’elvetico Marc Hirschi (UAE Team Emirates) è ancora leader della classifica con 10″ sul britannico Ben Tulett (INEOS Grenadiers) e 13″ su Voisard. Miglior italiano Fabbro, 7° a 22″

TOUR DU FINISTÈRE

Il francese Paul Penhoët (Groupama-FDJ) si è imposto nella corsa francese, Saint-Évarzec – Quimper, percorrendo 193.3 Km in 4h46′22″, alla media di 40.501 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Sandy Dujardin (TotalEnergies) e Axel Zingle (Cofidis). Due italiani in gara: Marco Tizza (Bingoal WB) 7° con lo stesso tempo dei primi, Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), 41° a 34″

GRAND PRIX HERNING

Il danese Mathias Norsgaard (nazionale danese) si è imposto nella corsa danese, circuito di Herning, percorrendo 179.4 Km in 4h08′44″, alla media di 43.275 Km/h. Ha preceduto di 1′02″ i connazionali Rasmus Bøgh Wallin (Restaurant Suri-Carl Ras) e Michael Valgren (nazionale danese). Non hanno concluso la corsa i due italiani in gara, Liam Bertazzo (Maloja Pushbikers) e Filippo Fortin (Maloja Pushbikers)

VOLTA A FORMOSA INTERNACIONAL

L’argentino Laureano Rosas (Gremios por el Deporte Cutral Co.) si è imposto anche nella terza tappa, Formosa – El Colorado, percorrendo 189.8 Km in 3h50′03″, alla media di 49.502 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Lucas Manuel Gaday (Rower San Luis Continental) e l’ecuadoriano Cristian David Pita
(Team Banco Guayaquil). Miglior italiano Luca Collinelli (nazionale italiana), 6°. Rosas è il nuovo leader della classifica con 6″ sull’uruguaiano Pablo Anchieri (nazionale uruguaiana) e 8″ sull’italiano Samuel Quaranta (nazionale italiana)

BRETAGNE LADIES TOUR CERATIZIT

La francese Valentine Fortin (Cofidis Women Team) si è imposta nella quinta ed ultima tappa, Plouharnel – Saint-Jean-Brévelay, percorrendo 128 Km in 3h25′15″, alla media di 37.418 Km/h. Ha preceduto allo sprint le italiane Arianna Fidanza (Ceratizit-WNT Pro Cycling) e Martina Alzini (Cofidis Women Team). L’australiana Grace Brown (FDJ-SUEZ) si impone in classifica con 17″ sulla francese Coralie Demay (St Michel-Mavic-Auber 93) e 26″ sull’italiana Alessia Vigilia (Top Girls Fassa Bortolo)

ITZULIA WOMEN (Spagna)

L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) si è imposta anche nella seconda tappa, Vitoria-Gasteiz – Amurri, percorrendo 133.2 Km in 3h30′34″, alla media di 37.955 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Soraya Paladin (CANYON//SRAM Racing) e l’elvetica Marlen Reusser (Team SD Worx). La Vollering è ancora leader della classifica con 56″ sulla Reusser e 1′05″ sulla polacca Katarzyna Niewiadoma (CANYON//SRAM Racing). Miglior italiana la Paladin, 8° a 1′49″.

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI FOSSOMBRONE

maggio 13, 2023 by Redazione  
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Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

A Fossombrone il primo attacco del Giro: Roglic va, Remco paga, gli Ineos

Gazzetta dello Sport

Belgio

Evenepoel moet bergop 14 seconden prijsgeven op Roglic, ontketende Healy pakt ritwinst na solo van dik 50 kilometer

Het Nieuwsblad

Slovenia

Roglič je Remcu ukradel 14 sekund

Delo

Gran Bretagna

Ben Healy lands solo stage win while Evenepoel loses time

The Guardian

Irlanda

Ireland’s Ben Healy claims first Grand Tour stage win after stunning solo attack at Giro d’Italia

The Irish Time

Francia

Roglic met Evenepoel en difficulté, Healy vainqueur

L’Équipe

Spagna

Esto sí es el Giro

AS

Portogallo

Roglic atacou e Evenepoel perdeu tempo no Giro

Público

Paesi Bassi

Roglic deelt tikje uit aan Evenepoel, Healy vernedert medevluchters in Giro

De Telegraaf

Norvegia

Den rosa drømmen fortsetter for Leknessund

Aftenposten

Germania

Healy siegt, Roglic attackiert, Evenpoel und Kämna büßen Zeit ein

Kicker

USA

Roglic gains time on Stage 8 of Giro; Healy wins with solo breakaway

The Washington Post

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Under attack (ABBA)

METEOGIRO

Savignano sul Rubicone – partenza primo corridore: pioggia debole (0.3 mm), 16°C, vento debole da N (9 – 21 Km/h), umidità al 76%
Savignano sul Rubicone – partenza maglia rosa: pioggia debole (0.7 mm), 17°C, vento debole da NE (8 – 23 Km/h), umidità al 73%
Cesena – arrivo primo corridore: pioggia debole (0.1 mm), 18°C, vento debole da NE (7 – 23 Km/h), umidità al 67%
Cesena – arrivo maglia rosa: pioggia debole (0.2 mm), 17°C, vento debole da S (2 – 22 Km/h), umidità al 75%

GLI ORARI DEL GIRO

13.00: inizio diretta su Eurosport
13.10: inizio diretta su RaiSport
13.10: partenza del primo corridore da Savignano sul Rubicone
13.50: arrivo del primo corridore a Cesena
14.00: inizio diretta su Rai2
16.32: partenza della maglia rosa da Savignano sul Rubicone
17.10: arrivo della maglia rosa a Cesena

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Particalarità”
Pancani: “La volata del gruppo di Foligno” (la volata del gruppo a Foligno)
Pancani: “Si sono scollinati”
Petacchi: “Ieri il vento è stato il nemico che non ha fatto attaccare le squadre”
Fabretti: “Ha vinto una tappa al GP Industria e Artigianato” (non è una corsa a tappe)
Giovannelli: “Queste citazioni letterarie gliele abbiamo fatto tradorre”
Televideo: “Domani la crono Rubicone – Cesena”
Televideo: “La situazione è tranquilla per gli uomini di classifica” (andate a domandarlo a Evenepoel)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo dell’ottava tappa, Terni – Fossombrone

1° Thibault Guernalec
2° Alex Kirsch a 17″
3° Niccolò Bonifazio a 28″
4° Campbell Stewart s.t.
5° Kaden Groves s.t.

Classifica generale

1° Veljko Stojnic
2° Stefano Gandin a 2′24″
3° Daan Hoole a 3′05″
4° Martijn Tusveld a 4′48″
5° Nicolas Dalla Valle a 6′10″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

19 maggio 1983 – 7a TAPPA: CAMPITELLO MATESE – SALERNO (216 Km)

VERSO IL NORD CON SARONNI IN MAGLIA ROSA

A Salerno (1° Argentin, 3° l’iridato) la corsa ha doppiato ieri la sua boa meridionale

I 10″ di abbuono gli hanno consentito di scavalcare Contini – Fallito (anche per una caduta), l’attacco di un gruppetto con Van Impe e Lejarreta – Tocca ai velocisti – Salerno, 16 anni fa

Il ponte della Concordia a Fossombrone illuminato di rosa (www.ilrestodelcarlino.it)

Il ponte della Concordia a Fossombrone illuminato di rosa (www.ilrestodelcarlino.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia

HEALY, FUGA D’AUTORE. L’IRLANDESE DOMINA L’8A TAPPA A FOSSOMBRONE. LEKNESSUND RESISTE IN ROSA

maggio 13, 2023 by Redazione  
Filed under News

Ben Healy era uno degli uomini più pronosticati alla viglia dell’8a tappa. Possiamo dire che l’irlandese non ha per niente deluso le attese. Il corridore della EF Education-EasyPost ha prima contribuito a portare via (ma quanta fatica!) la fuga di giornata e ha poi staccato tutti i compagni d’avventura sul primo passaggio per il duro strappo dei I Cappuccini, quando all’arrivo mancavano oltre 50 km. Healy ha tagliato il traguardo con ben 1′49″ sul canadese Derek Gee (Israel PremierTech) che ha regolato nella volata per il secondo posto Filippo Zana (Team Jayco-AlUla) e Warren Barguil (Team Arkea-Samsic). Battaglia tra i big sull’ultimo strappo, con uno scatenato Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che è riuscito a rosicchiare 14″ ad un Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) sembrato oggi non brillantissimo. Resta in rosa Andreas Leknessund (Team DSM) con appena 8″ su Evenepoel e 38″ su Roglic.

L’8a tappa, 207 km da Terni a Fossombrone, aveva tutta l’aria d’essere la classica frazione appenninica destinata a premiare la fuga di giornata. Ad eccezione del tratto iniziale, i primi 155 km erano sostanzialmente piatti. La musica cambiava però negli ultimi 50 km vista la presenza di 3 gpm della montagna. La prima asperità era lo strappo de I Cappuccini (2,8 km al 7,9%, ultimi 1500 metri con pendenze costantemente al di sopra del 10%), posta al km 50. Subito dopo (-36) i corridori erano attesi dal Monte delle Cesane (7,8 km al 6,5%). Infine la seconda (ed ultima) ascesa verso I Cappuccini la cui cima era posta ad appena 5,9 km dal traguardo di Fossombrone.

A differenza di quanto visto ieri, la lotta per entrare nella fuga di giornata è stata molto accesa. In gruppo erano in tanti a voler cogliere l’occasione offerta dalla tappa odierna e come sempre in questi casi il risultato è stato un avvio di tappa corso a ritmi altissimi. Gli attacchi e i contrattacchi si sono sprecati per oltre 60 km. L’azione buona ha iniziato a prendere forma intorno al km 17, quando 4 corridori sono riusciti a predere un lieve margine sul gruppo: Valentin Paret-Peintre (Ag2r Citroen Team), Ben Healy (EF Education-EasyPost), Carlos Verona (Movistar Team) e Derek Gee (Israel-PremierTech). Il gruppo ha continuato a mantenere un ritmo elevato visto che le squadre rimaste fuori dall’azione non si erano rassegnate a mollare. Ne è venuto fuori un lunghissimo duello con i battistada. Il quartetto di testa per tantissimi chilometri ha difeso coi denti un vantaggio che oscillava tra i 15 e i 20 secondi, mentre da dietro i contrattacchi continuavano. Al km 44 Toms Skujins (Trek-Segafredo) è riuscito a cogliere l’attimo buono riportandosi tutto solo sui battistrada, ma la bagarre non accennava ancora a calmarsi. Al km 63 un gruppetto di 6 contrattaccanti è riuscito a venire fuori dal plotone, lanciandosi all’inseguimento dei 5 di testa. Il drappello inseguitore era composto da Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team), François Bidard (Cofidis), Filippo Zana (Team Jayco-AlUla), Mattia Bais (Eolo-Kometa), Alessandro Tonelli (Green Project-Bardiani-CSF) e Alessandro Iacchi (Team Corratec-Selle Italia). Alle loro spalle si è mosso poco dopo anche Warren Barguil (Team Arkea-Samsic).

Il gruppo si è rialzato solo al km 74, lasciando finalmente il via libera agli attaccanti di giornata. Di lì a poco Barguil è riuscito a rientrare sui 6 contrattaccanti che a quel punto pagavano ancora una ventina di secondi di ritardo dal quintetto di testa. Il ricongiungimento tra i due drappelli è avvenuto al km 80. Infine, al km 93 è giunto davanti anche Ramon Sinkeldam (Alpecin-Deceuninck), che era rimasto tutto solo all’inseguimento dei corridori di testa.
A questo punto la corsa si è stabilizzata: i 13 battistrada hanno proceduto di comune accordo, mentre dietro il gruppo tirato dagli uomini della maglia rosa Andreas Leknessund (Team DSM) seguiva con un ritardo di poco superiore ai 4 minuti (4′20″ ai -100). Il fuggitivi hanno lentamente continuato a guadagnare raggiungendo un vantaggio di 5′45″ intorno ai -60. A quel punto in testa al gruppo sono arrivate anche le squadre dei principali uomini di classifica (Ineos, Jumbo e Soudal) intenzionate a farsi trovare davanti già sul primo passaggio sul duro e stretto strappo de I Cappuccini (-50). All’imbocco dello strappo il plotone aveva ridotto lo svantaggio al di sotto dei 5 minuti.

Lungo lo strappo è scoppiata la bagarre sia tra i battistrada che nel gruppo. Davanti è stato Ben Healy a smuovere le acque. L’irlandese è scattato nel tratto più duro e si è levato di torno tutti gli avversari aumentando poi il vantaggio nella successiva breve discesa. Nel gruppo maglia rosa è stata invece l’Ineos a fare la voce grossa grazie all’andatura imposta da Pavel Sivakov e Laurens De Plus e che ha fatto staccare diversi corridori.
Al primo passaggio sul tragurdo di Fossombrone Healy vantava già 35 secondi sugli ex compagni di fuga (da cui mancava solo Iacchi) e poco più di 5 minuti sul gruppo.
Lo scatenato Healy ha continuato a guadagnare anche lungo le rampe del Monte delle Cesane scollinando con un vantaggio di oltre 1′40 sui primi inseguitori ovvero Zana, Gee, Bais, Verona e Barguil. Il gruppo invece, tirato dagli uomini di Ineos e Jumbo, procedeva con un’andatura regolare, condizione che aveva riportato il gap oltre i 5′30″. La cavalcata di Healy è proseguita senza intoppi anche nel tratto successivo che anticipava il secondo passaggio su I Cappuccini. Ai -10 il vantaggio sui 5 più immediati inseguitori sfiorava i 2 minuti, mentre il gruppo maglia rosa, ridotto a meno di 40 corridori e sempre guidato dalla Jumbo-Visma, si trovava ad oltre 6′.

La bagarre si è riaperta proprio sull’ultimo strappo. Nel gruppo degli inseguitori Zana ha piazzato uno scatto secco con l’obiettivo di guadagnarsi il secondo posto. Su di lui è però rientrato poco dopo Gee e successivamente anche Barguil. Ma lo spettacolo vero è venuto fuori nel gruppo della maglia rosa. Gli uomini della bora hanno accelarato nel tratto che precedeva lo strappo, approcciando a tutta la salita. Proprio ad inizio del tratti più duro è arrivato lo scatto di Primoz Roglic (Jumbo-Visma) seguito immediatamente da Lennard Kamna (Bora-Hansgrohe) e a sorpresa anche dalla maglia rosa. Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) non ha reagito subito allo scatto dello sloveno, palesando una gamba non strepitosa. Roglic a quel punto ha forzato ancora staccando prima Kaman e poi Leknessund. Evenepoel ha quindi provato a reagire, togliendosi di ruota Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) e superando poi sia il tedesco che il norvegese, ma è successivamente andato in difficoltà. Su di lui sono così piombati gli immediati inseguitori. Il duo Ineos Thomas-Geoghegan Hart lo ha superato lanciandosi all’inseguimento di Roglic. Proprio in prossimità dello scollinamento i due britannici sono rinvenuti su Roglic, mentre Evenepoel è trasitato con una decina di secondi di ritardo in compagnia di Joao Almeida (UAE Team Emirates) e Damiano Caruso (Bahrain-Victorius).

Nel frattempo, Healy stava arrivando al traguardo concedendosi un lungo festeggiamento nel rettilineo finale. Dietro di lui Gee ha avuto la meglio su Zana e Barguil nello sprint per la seconda piazza. Per loro un distacco di 1′49″. 5° posto per Carlos Verona (a 2′12″) davanti a Mattia Bais (2′37″) e Toms Skujins (3′51″). Seguono Tonelli (a 3′56″) e Riesebeek (a 4′00″). 10° posto per Tao Geoghegan Hart (4′34″) che ha preceduto Roglic e Thomas. Evenepoel, giunto in compagnia di Almeida, Caruso, Jay Vine (UAE Team Emirates), Jack Haig (Bahrain-Victorius) e Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), è arrivato a 4′48″ perdendo 14″ da Roglic. Ancora più indietro Alexandre Vlasov (Bora-Hansgrohe) e Andreas Leknessund (5′08″), col norvegese che è però riuscito a difendere la maglia rosa.
La classifica generale vede ora il Norvegese in testa con appena 8″ su Evenepoel, 38″ su Roglic, 40″ su Almeida e 52″ su Thomas. Quindi troviamo Geoghegan Hart a 56″ e Aurelien Paret-Peintre (Ag2r Citroen Team) a 58″. Vlasov scende in 8a posizione ad 1′26, davanti a Caruso (1′39″) e Kamna (1′54″).

Domani è in programma la 9a tappa, una delle frazioni più attese della prima parte di Giro. I corridori saranno infatti impegnati in una prova contro il tempo di 35 km da Savignano al Rubicone a Cesena. Il percorso, piatto come il tavolo di un biliardo, presenterà lunghi drittoni e poche curva. Insomma, la classica cronometro da specialisti. Il favorito d’obbligo è Remco Evenepoel, anche alla luce del ritiro di Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), positivo al covid.

Pierpaolo Gnisci

Healy, fuga dautore a Fossombrone (fonte: Getty Images Sport)

Healy, fuga d'autore a Fossombrone (fonte: Getty Images Sport

AGGUATI ALL’OMBRA DELLE GOLE

maggio 13, 2023 by Redazione  
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Al Giro d’Italia è arrivato il giorno dei muri. Alla vigilia della seconda cronometro lunga i corridori dovranno fare i conti con i colli marchigiani, percorrendo strade che ben conosce chi è un habitué della Tirreno-Adriatico. Proprio alla “Corsa dei due mari” quattro anni fa è stato per la prima volta proposto ai corridori il muro dei Cappuccini, che oggi dovrà essere ripetuto due volte in un finale di tappa che proporrà altre due verticali, quelle del Monte delle Cesane e di Montefelcino.

Le gole sono da sempre luoghi temuti dall’uomo, in passato sovente teatro di assalti a sorpresa come sperimentò a sue spese l’esercito dell’impero romano nel 231 a.C., quando subì una delle più pesanti sconfitte che la storia ricordi presso le Forche Caudine, le gole che si trovano tra Caserta e Benevento. Quelle spettacoli del Furlo, che saranno attraversate alle porte del finale odierno, gli antichi le conoscevano grazie all’angusta galleria che l’imperatore Vespasiano aveva fatto scavare per agevolare il passaggio dei viandanti e solo più avanti questo luogo divenne teatro di assalti, prima all’epoca della guerra gotica e poi molto più tardi in epoca risorgimentale, quando vi si sfidarono i soldati della Repubblica Romana e l’esercito austriaco. Senza dimenticare che luoghi del genere erano prescelti dai briganti per le loro scorribande. Nessuno di questi pericoli incontreranno i “girini” nel 2023, ma ancora una volta all’uscita dalle gole potrebbe esserci delle amare sorprese per qualcuno perché stavolta rappresenteranno la porta d’accesso a un finale di tappa particolarmente insidioso, che prevede negli ultimi 50 Km quattro brevi ma ripidi muri sui quali qualche uomo di classifica potrebbe staccarsi e perdere le ruote del gruppo. Su inclinazioni che arrivano al 19% gli scalatori vorranno ancora provare a prendersi la rivincita sugli avversari più dotati sul passo, ma in quest’occasione dovranno anche giocare al risparmio perché l’indomani il menù del Giro ha in serbo una portata per loro pesante da digerire, una cronometro totalmente pianeggiante di quasi 34 Km.
Sarà, dunque, una tappa tutta da seguire per le sorprese che potrà offrire nel finale, mentre non presenteranno particolari difficoltà i precedenti 150 Km. L’unica vera salita inserita nel percorso nella prima parte di gara sarà, infatti, il poco impegnativo Valico della Somma (5 Km al 5.8%), in cima al quale si scollinerà a poco più di 11 Km dalla partenza da Terni, subito prima di lanciarsi in discesa verso l’incantevole Spoleto, la città del “Festival dei Due Mondi”, evento che sin dal 1958 ha come scenario delle sue manifestazioni culturali i principali monumenti della cittadina umbra, dalla Piazza del Duomo alla rocca voluta dal cardinale spagnolo Egidio Albornoz. Seguiranno una ventina di chilometri in perfetta pianura, sfiorando all’inizio di questo tratto il piccolo lago delle Fonti del Clitunno, presso il quale i longobardi ricostruirono con materiale originario il tempio che gli antichi romani vi avevano eretto in onore di Giove Clitunno. Transitati ai piedi del panoramico colle conico sul quale sorge Trevi la corsa giungerà a Foligno, città abituata a mangiare pane e ciclismo avendo ospitato in questi ultimi vent’anni, come sede d’arrivo o partenza, quattro volte il Giro d’Italia e cinque la Tirreno-Adriatico, corsa che ha un legame speciale con la città umbra perché nel 1966 vi terminò la prima della tappa della prima edizione, terminata con il successo dell’elvetico Rolf Maurer, che allo sprint ebbe ragione dei veneti Dino Zandegù e Flaviano Vicentini. I chilometri successi vedranno il gruppo risalire in lieve falsopiano la Valtopina in direzione di Nocera Umbra, borgo dominato dal ricostruito Campanaccio, torre quasi completamente demolita dal terremoto del 1997, e nel quale ammirare una piccola ma interessante pinacoteca ospitata nella sconsacrata chiesa di San Francesco. Affrontata una dolce salitella a cavallo del passaggio da Nocera (2.8 Km al 4.5%), la strada ridiventerà pianeggiante pedalando alla volta di Gualdo Tadino, altro centro che al Poverello d’Assisi ha dedicato una chiesa meritevole d’una sosta, così come la Rocca Flea, tipica fortificazione del basso Medioevo. Lievi e quasi impalpabili tratti in leggera ascesa interverranno successivamente a “inquinare” la pianura, mentre il percorso va a sfiorare il borgo di Fossato di Vico, che ebbe notevole importanza in epoca romana, quand’era una stazione di posta nella quale cambiare i cavalli, dormire e rifocillarsi durante gli estenuanti viaggi sulle strade consolari dell’epoca. Tornata scorrevole sotto le ruote dei corridori, la strada introdurrà quindi il gruppo nel centro di Sigillo, borgo che per gli appassionati di speleologia è il campo base al quale appoggiarsi prima di salire sul Monte Cucco e introdursi nella spettacolare e omonima grotta, una delle più estese d’Italia, scoperta nel 1499, esplorata solamente a partire dal 1883 e aperta ufficialmente al pubblico nel 2009.
Prima di lasciare l’Umbria si dovrà scavalcare uno dei più agevoli valichi appenninici, il Passo della Scheggia, che sul versante che percorreranno i “girini” in salita presenta appena 600 metri d’ascesa al 4.7% di pendenza media. Tenere sono le inclinazioni anche nella successiva discesa (2.3 Km al 5.2%), conclusa la quale la Corsa Rosa farà il suo ingresso nelle Marche, accolta sulle strade di Cantiano, centro che lo scorso autunno è stato tra i più colpiti dalle alluvioni che hanno devastato la regione. Procedendo in lieve discesa si giungerà quindi a Cagli, dove l’imponente Torrione Martiniano fa da sentinella al borgo e all’imbocco della ripida salita diretta al Monte Petrano, sul cui altipiano nel 2009 terminò il tappone del Giro d’Italia del Centenario, vinto da Carlos Sastre, il corridore spagnolo che l’anno prima si era imposto a sorpresa al Tour de France, mentre in quell’edizione del Giro terminerà – anche in seguito alle squalifiche di Danilo Di Luca e Franco Pellizotti – in seconda posizione a quasi 4 minuti dal russo Denis Menchov.
Il passaggio dalla vicina Acqualagna recherà con sé l’aroma dei pregiati tartufi bianchi che costituiscono il principale vanto della cittadina marchigiana, biglietto da visita dell’imminente passaggio attraverso le gole del Furlo, nelle quali il gruppo giungerà dopo aver sfiorato l’antica abbazia di San Vincenzo. Infilatosi nella stretta galleria – 6 metri di larghezza, tuttora in “esercizio” – fatta scalpellare nella viva roccia dall’imperatore Vespasiano, il gruppo tornerà alla luce del sole alle porte di Fossombrone, dove si svolterà subito in direzione del Colle dei Cappuccini, detto anche Colle dei Santi perché nel monastero francescano – uno dei primi fondati dal San Francesco – hanno dimorato diversi frati che sono saliti agli onori degli altari, il più celebre dei quali è Francesco da Copertino, il monaco pugliese venerato come patrono degli studenti. Madonne e santi li vedranno anche i “girini” perché alle soglie del convento si arriverà dopo aver affrontato il primo dei tre muri che caratterizzano il finale, una verticale di 2 Km al 10% e un picco massimo del 19%, il tutto “condito” da una sede stradale molto stretta che contribuirà ad acuire la selezione. Non si tratterà di una sorpresa per il gruppo, almeno per quelli che c’erano il 16 marzo del 2019 quando questa salita è stata affrontata nel finale della tappa di Fossombrone della Tirreno-Adriatico, rocambolescamente conquistata dal kazako Alexey Lutsenko nonostante le due cadute nelle quali incappò nel corso della discesa successiva e il fatto d’esser stato raggiunto dagli inseguitori proprio a causa di questi incidenti. Raggiunto il traguardo di Fossombrone inizierà il primo due giri del circuito finali, previsti su due percorsi completamente differenti. Il primo anello, lungo circa 33 Km, debutterà con il secondo muro, 2300 metri al 10.7% necessari per rimontare la collina sulla quale si stagliano i resti della Rocca Malatestina. Stavolta non ci sarà scollinamento perché, terminato il muro, la salita proseguirà per altri 3 Km, nel corso dei quali la pendenza media cala leggermente al 9.3%. Attraversata la foresta delle Cesane, polmone verde che si estende per quasi 1500 ettari, la successiva discesa porterà a Isola del Piano, dove si potrà ingannare l’attesa del passaggio del gruppo, oramai selezionati dai primi due muri, entrando nell’ex chiesa dell’Annunziata, che conserva dipinti di Giovanni Santi, un’artista il cui nome ai più non dice nulla ma che è notissimo agli appassionati d’arte poiché si tratta del padre del celeberrimo Raffaello Sanzio. Un terzo muro, che sull’altimetria si nota a malapena (Montefelcino, 800 metri all’11%), anticiperà l’ultimo tratto di pianura della tappa, al termine del quale si chiuderà il primo giro di circuito e s’inizieranno i 10 Km conclusivi, nei quali si andrà a ripetere nuovamente il muro dei Cappuccini. Stavolta, però, il bianco cordiglio che stringe i sai dei fraticelli potrebbe per qualche corridore giunto fin qui in debito d’energie trasformarsi in un fatal cappio al collo.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico della Somma (646 metri). Valicato in galleria dalla Strada Statale 3 “Via Flaminia” tra Terni e Spoleto, si trova poche decine di metri più in basso rispetto al valico geografico vero e proprio (circa 680 metri). Quotato 665 metri sulle cartine del Giro 2023, dal 1933 – anno dell’istituzione della speciale classifica degli scalatori – a oggi è stato proposto in 6 occasioni dal GPM. “Battezzata” da Gino Bartali nel 1950 (Perugia – L’Aquila, vinta dal piemontese Giancarlo Astrua), la Somma è stata poi conquistata dall’olandese Wout Wagtmans nel 1957 (Loreto – Terni, vinta dal medesimo corridore), dal palermitano Antonino Catalano nel 1960 (Terni – Rimini, vinta dal cremasco Pierino Baffi), da Gianni Bugno nel 1986 (Rieti – Pesaro, vinta dal bresciano Guido Bontempi), dall’australiano Nathan Hass nel 2014 (Frosinone – Foligno, vinta dal francese Nacer Bouhanni) e dall’emiliano Giovanni Aleotti nel 2021 (L’Aquila – Foligno, vinta dallo slovacco Peter Sagan).

Passo della Scheggia (632 metri). Valicato dalla Strada Statale 3 “Via Flaminia” tra Scheggia e Cantiano, è quotato 635 metri sulle cartine del Giro 2023. Noto anche con il nome di Forca Lupara, è stato spesso luogo di passaggio del Giro, che non l’ha mai proposto come traguardo GPM (ultimo passaggio in occasione della pocanzi citata Rieti – Pesaro del 1986). Non va confusp con il Valico di Scheggia che si trova in Toscana, tra Arezzo e Anghiari, e che in passato è stato affrontato in alcune occasioni al Giro.

Gola del Furlo (177 metri). Attraversata dal vecchio tracciato della Strada Statale 3 “Via Flaminia” tra Acqualagna e Fossombrone. Quotata 180 metri sulle cartine del Giro 2023, è stata attraversata l’ultima volta dal Giro nel 1999 durante la tappa Ancona – Sansepolcro, vinta da Mario Cipollini.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

La gola del Furlo e l’altimetria dell’ottava tappa del Giro 2023 (www.tripendipity.com)

La gola del Furlo e l’altimetria dell’ottava tappa del Giro 2023 (www.tripendipity.com)

CIAK SI GIRO

Pochi lo sanno ma il premio Oscar, l’ambita statuetta dorata assegnata fin dal 1929, ha una parte di fondamenta ben piantate in terra umbra. Alle porte di Terni furono, infatti, girate le più significative scene della pellicola che nel 1999 conquistò ben tre Oscar, attribuiti rispettivamente a Roberto Benigni per il miglior film in lingua straniera, allo stesso regista per il miglior attore protagonista e al compositore romano Nicola Piovani per la colonna sonora. Avrete già capito che stiamo parlando de “La vita è bella”, film che narra le vicende della famiglia Orefice, ebrea e per questo destinata al campo di concentramento tedesco dove il padre Guido (Benigni) perderà la vita per salvarla al figlio Giosuè, interpretato da Giorgio Cantarini. Ebbene, quel che nel film viene presentato come lager in realtà era un complesso industriale chimico in abbandono situato in quel di Papigno, frazione di Terni posta lungo la strada diretta alle celebri Cascate delle Marmore. Il luogo era dismesso da diversi anni e poco tempo prima l’inizio delle riprese era stato acquistato d Cinecittà e riconvertito per usi cinematografici con la realizzazione dei teatri di posa Spitfire, che poi prenderanno il nome di Umbria Studios. Dopo il clamoroso e inatteso successo de “La vita è bella”, Benigni tornerà altre volte in questo luogo inevitabilmente rimastogli nel cuore e, in particolare, qui girerà anche diverse scene del suo successivo film da regista, l’ennesima trasposizione cinematografica della favola di Pinocchio. Girata in Umbria anche la struggente scena finale del film – l’incontro tra Giosuè e la madre Dora (Nicoletta Braschi, moglie anche nella realtà di Benigni) fu filmato a Castellonalto, frazione di Ferentillo – il resto delle riprese ebbero come scenario la Toscana, salvo una capatina alla stazione ferroviaria di Ronciglione, in Lazio, dalla quale inizierà il viaggio in treno verso il campo di concentramento. Così la deliziosa villa liberty nella quale abita la famiglia Orefice fino allo scoppio della guerra si trova a Montevarchi, mentre a due passi dalla spettacolare Piazza Grande di Arezzo viene pronunciata una delle battute più celebri del film, “Maria, butta la chiave!”. Si tratta di location scelte non a caso dal celebre attore toscano, che è aretino d’origine: infatti, anche il suo paese natale, Castiglion Fiorentino, fu omaggiato con la ripresa della scena nella quale Benigni viene nientemeno scambiato che per il re d’Italia Vittorio Emanuele III.

In collaborazione con www.davinotti.com

Il momento dell’arrivo del carro armato americano dopo la liberazione del campo di concentramento nel finale de “La vita è bella”: nella finzione siamo in Germania, nelle realtà alle porte di Terni (www.davinotti.com)

Il momento dell’arrivo del carro armato americano dopo la liberazione del campo di concentramento nel finale de “La vita è bella”: nella finzione siamo in Germania, nelle realtà alle porte di Terni (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/la-vita-e-bella/50003584

FOTOGALLERY

Terni, anfiteatro

Spoleto, Piazza del Duomo

Fonti del Clitunno

Il colle di Trevi

Nocera Umbra, il Campanaccio (sulla destra)

Gualdo Tadino, Rocca Flea

Grotta di Monte Cucco (www.umbriaoggi.it)

Cagli, Torrione Martiniano

Acqualagna, abbazia di San Vincenzo al Furlo

L’angusta galleria scavata nella Gola del Furlo

Fossombrone, Rocca Malatestiana (www.pinterest.it)

La foresta delle Cesane

Fossombrone, convento dei Cappuccini

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DEL GRAN SASSO D’ITALIA

maggio 12, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

Giro d’Italia, fuga da leggenda e trionfo sul Gran Sasso: sorriso Bais, Leknessund resta in rosa

Gazzetta dello Sport

Belgio

Eerste aankomst bergop in de Giro baart een muis: Remco Evenepoel wint prestigesprintje, Italiaanse vluchter maakt droom waar

Het Nieuwsblad

Slovenia

Baisu čast in slava, Roglič brez težav sledil Evenepoelovemu šprintu

Delo

Gran Bretagna

Davide Bais triumphs on Gran Sasso after ‘boring’ stalemate

The Guardian

Francia

Premier succès pour Bais, statu quo chez les favoris

L’Équipe

Spagna

Fumata blanca

AS

Portogallo

Davide Bais vence em dia de apatia no pelotão

Público

Paesi Bassi

Bais stunt met prachtige ritzege in de Giro, geen spektakel klassementsmannen

De Telegraaf

Norvegia

Leknessund forsvarte sammenlagtledelsen og beholder rosa trøye: – Han kjører som en gud

Aftenposten

Germania

Bais gewinnt die Giro-Kraftprobe

Kicker

USA

Giro leaders play it safe on first mountain stage as breakaway rider Bais wins

The Washington Post

Colombia

Santiago Buitrago y Einer Rubio suben como espuma en el Giro de Italia

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Tutto il resto è noia (Franco Califano)

METEOGIRO

Terni : poco nuvoloso, 20°C, vento debole da SO (3 – 15 Km/h), umidità al 48%
Foligno (traguardo volante – 47.9 Km): cielo coperto, 20°C, vento moderato da O (6 – 22 Km/h), umidità al 45%
Sigillo (traguardo volante – 97.3 Km): poco nuvoloso, 12°C, vento debole da E (6 – 22 Km/h), umidità al 69%
Cagli (129 Km): pioggia debole (1.6 mm), 16°C, vento debole da NE (6 – 28 Km/h), umidità al 68%
Fossombrone (primo passaggio – 162.6 Km): pioggia debole (1.1 mm), 17°C, vento moderato da SE (10 – 28 Km/h), umidità al 84%
Fossombrone – arrivo: pioggia debole (1 mm), 16°C, vento moderato da SE (10 – 29 Km/h), umidità al 82%

GLI ORARI DEL GIRO

11.30: inizio diretta su Eurosport
11.50: inizio diretta su RaiSport
12.00: partenza da Terni
13.10-13.15: traguardo volante di Foligno
14.00: inizio diretta su Rai2
14.15-14.30: traguardo volante di Sigillo
15.35-16.00: GPM dei Cappuccini (1° passaggio)
15.45-16.10: primo passaggio dal traguardo
16.05-16.35: GPM di Monte delle Cesane
16.40-17.10: secondo passaggio da Fossombrone
16.45-17.20: GPM dei Cappuccini (2° passaggio)
16.55-17.30: arrivo a Fossombrone

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Genovesi: “Costanze Girardengo”
Borgato: “Sono stata affiancata dalla maglia della Bora” (ammiraglia)
Borgato: “Vlasov, il corridore rosso della Bora” (russo)
Intervistato da Martini: “Fa freddo, come potete ben vedere”
Petacchi: “Domani c’è una crono per le fughe”
Borgato: “Stavate parlavando”
Garzelli: “Avrebbero provato a vincere questa fantastica squadra” (tappa)
Televideo: “Cristian Scaroni” (Christian)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della settima tappa, Capua – Gran Sasso d’Italia

1° Samuele Zoccarato
2° Kaden Groves a 52″
3° Niccolò Bonifazio s.t.
4° Alexander Krieger s.t.
5° Oscar Riesebeek s.t.

Classifica generale

1° Stefano Gandin
2° Veljko Stojnic a 1′11″
3° Daan Hoole a 4′16″
4° Martijn Tusveld a 5′59″
5° David Dekker a 6′20″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

18 maggio 1983 – 6a TAPPA: VASTO – CAMPITELLO MATESE (145 Km)

SOLO UNO SPAGNOLO DAVANTI A SARONNI

A Campitello vince Alberto Fernandez, secondo l’iridato

Staccato Baronchelli, crollano (a due minuti) Prim e Moser – Ora il campione del mondo è a 2″ dalla «maglia rosa» Contini – Terzo in classifica «Nonno» Panizza – Oggi scalata al Terminio – Gelosia anti-calcio

Il Forte Spagnolo dellAquila illuminato di rosa (abruzzoweb.it)

Il Forte Spagnolo dell'Aquila illuminato di rosa (abruzzoweb.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli

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