10-07-2023

luglio 10, 2023 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Giorno di riposo

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

L’olandese Nils Sinschek (ABLOC CT) si è imposto nella seconda tappa, Duoba – Guide, percorrendo 132.3 Km in 3h08′24″, alla media di 42.15 Km/h. Ha preceduto di 3″ il norvegese Anton Stensby (Team Coop-Repsol) e il colombiano Wilmar Paredes (Team Medellin-EPM). Miglior italiano Enrico Zanoncello (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 4° a 50″. Sinschek è il nuovo leader della classifica con 15″ su Stensby e 21″ su Paredes. Miglior italiano Zanoncello, 8° a 1′12″.

PUY DE DÔME: SOPRA IL VULCANO ROTOLIAMO SULLA PELLE DELLA TERRA

luglio 10, 2023 by Redazione  
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“Dammi un senso, dammi una direzione, un cavallo di luce… Sono un vulcano e non mi ferma nessuno”, con un cuore che “pompa sangue dall’ombelico della vita e della morte”. I Litfiba preconizzavano così nel 1993 la tappa che si sarebbe svolta giusto trent’anni dopo, questa domenica.

Un grumo di sensazioni contraddittorie e rockettare s’impastano nella canzone qui citata in apertura, così come nella tremenda tappa che chiude la prima vulcanica settimana del Tour. La musica dei primi anni Novanta sembra di un’altra era geologica, ma il disperato “SOS Terra SOS uomo, vento spazza via, terremoto cancellaci” che risuonava in questo testo è inquietante per attualità. E quasi coeva era stata l’ultima apparizione del Puy de Dôme, solo cinque anni prima del pezzo in questione. Indiscutibilmente un altro ciclismo, anche se il decennio ciclistico allora alle porte non sembra, ad oggi, così lontano da quello odierno, nel bene e nel male. I nipoti somigliano più ai nonni o ai propri padri? Il gomito a gomito su questa rampe fra Anquetil e Poulidor immortalato in una storica istantanea rivive nel duello secondo contro secondo fra Pogacar e Vingegaard. Coppi che proprio all’ultimo chilometro sorpassa nel 1952 l’ultimo sopravvissuto della fuga per andare a vincere in maglia gialla, dopo aver saltato come birilli gli altri fuggitivi fra cui il 38enne Bartali (comunque clamorosamente quarto nella generale finale) ricorda frammenti di ieri, o forse un frullato di universi paralleli. Il ciclismo è sempre ieri e oggi combinati o sovrimpressi come in un palinsesto medievale, un documentario d’avanguardia o un sogno. Sembra un sogno anche il salto dalle strade strabordanti di folla attorno a Clermont-Ferrand per passare invece a quelle svuotate da ragioni di sicurezza e punteggiate solo di poliziotti e silenzio nell’ascesa finale vera e propria. Le prime ricordano il ciclismo di tutti i tempi, sport popolare e di massa, le seconde ricordano invece il ciclismo modernissimo dei paesi mediorientali, denaro e deserto, introspezione e astrazione tecnica.
Ripercorriamo allora questa giornata di ciclismo al contempo antico, perturbante e moderno o postmoderno. Un classico del ciclismo di tutti i tempi sono le due tappe in una: alla fuga viene lasciato un quarto d’ora, i distacchi in classifica generale sono già abissali anche se la compongono uomini di qualità, spesso proposti dai team in solide coppie di appoggio mutuo. Di conseguenza, la battaglia per la vittoria di giornata e quella per la maglia gialla correranno su due binari paralleli, pur avvitandosi l’uno sull’altro, come quelli del tram a cremagliera che si arrampica in spirale attorno al cono del Puy de Dôme, a di fianco ai quali competono i ciclisti.
La fuga, come detto, è potente: vi va segnalato il kazako Lutsenko, già capace di vittorie di tappa su terreni variegati oltreché di difendere belle top ten nella generale finale; Mohoric, naturalmente, sebbene il finale non gli si addica sulla carta; Latour che abbiamo già visto all’arrembaggio col suo stile sciabolante, proprio l’altro giorno, in un finale mosso; Berthet, scalatore francese di cui abbiamo già segnalato la progressiva crescita qualitativa; e poi i due uomini più indicati per un arrivo in salita, il canadese Woods, ben stagionato perché viene dall’atletica leggera, e la maglia a pois di Powless. Impossibile non avere un occhio di riguardo per Matteo Jorgenson, il giovanissimo statunitense emerso con prepotenza quest’anno come talento a tutto tondo ma già brillante in fuga la stagione passata; per adesso ancora in casa Movistar prima di traslocare armi e bagagli in direzione Jumbo-Visma, purtroppo per il tasso di competitività diffusa del ciclismo.
La fuga si struttura nell’ultima ora di gara secondo una struttura interessantissima: davanti a tutti c’è proprio Matteo Jorgenson, partito da solo a quasi 50 km dall’arrivo. Per lui tantissimo vento in faccia, ma anche la possibilità di gestire in piena autonomia il proprio ritmo, nonché di scommettere sulla regolarità dell’andatura. Manterrà a lungo un minuto circa sui più immediati inseguitori. Dietro c’è un secondo blocco all’apparenza parecchio solido, una più tipica fuga della fuga, con Powless, Mohoric, De la Cruz (che consente a Lutsenko di non lavorare dietro) e Burgaudeau (idem per il compagno Latour). La situazione tattica inchioda il favoritissimo Woods in un imbarazzante terzo blocco, ove gli atleti più forti hanno un compagno davanti (aggiungiamo Gorka Izagirre ai già nominati, in quanto compagno della testa della corsa Jorgenson), mentre altri da isolati non avrebbero gran motivo di esporsi in prima persona, come Berthet. Tuttavia questo terzo gruppo, precisamente in virtù della sua posizione, non ha alcun interesse ad avanzare a strappi, ma, piano o forte che macini i km a seconda delle circostanze, tenderà comunque a muoversi con un passo più regolare e dunque meno spaccagambe: tutto il contrario di quanto accade nel secondo gruppo, dove regnano l’aggressività e le fasi di attendismo, magari anche strumentali, pensando alla fin fine più a fiocinarsi vicendovelmente che non a riprendere anzitutto Jorgenson.
La grande sfida finale vedrà dunque scontrarsi non solo corridori dalle caratteristiche diverse, ma anche avvicinamenti alla salita di assai varia impostazione, portando così a rimescolamenti delle carte fra i più inattesi. Woods avrà dalla sua diversi fattori chiave, in parte meritori, come il sacrificio del connazionale e gregario Boivin, gran passistone, e in altra parte invece totalmente fortuiti, come il problema meccanico di De la Cruz, che, sganciando lo spagnolo dal secondo gruppo e spostandolo al terzo, non solo sottrae spinta propulsiva agli uomini intercalati, ma ne aggiunge oltretutto al terzo gruppo, perché l’Astana diventa di colpo parte in causa sia con lo stesso David sia con Lutsenko. Da ricordare anche le trenate kamikaze di atleti con ben poche chance di emergere a fronte degli avversari odierni come i nordici dell’Uno-X (anche se il danese Gregaard, in formissima, salverà comunque una top ten di giornata), o l’isolato e sempre più cane sciolto Campenaerts, che sembra correre per il puro piacere di devolvere watts a qualunque causa, come con Van Aert l’altro giorno.
La resistenza e la regolarità di Jorgenson sono davvero epiche, mentre alle sue spalle il terzetto già privato di De la Cruz si sgretola a base di scatti e controscatti, con il prevalere inatteso di Mohoric. Ma da ancor più dietro sta rimontando con l’implacabile meccanica di un treno il 36enne Woods, il suo naso una reincarnazione bartaliana, fuggitivo come Bartali nel ’52 ma non uomo di classifica, eppure come Coppi implacabilmente lanciato a saltare avversari che non hanno il suo passo, uno via l’altro, fino a mettere spietatamente nel mirino l’ultimo dei mohicani quando il traguardo non dista più km bensì centinaia di metri, eppure, anche così, senza speranza alcuna di reazione per Matteo, che china il capo, cede, crolla, e abbattuto finisce quarto liquidato anche da Latour e Mohoric, poi Berthet, Powless, Lutsenko…
Quando transita l’ultimo residuo dei drappelli che avevano preso la salita in testa, i favoriti sono a metà dell’interminabile spirale che porta in cima. L’altra gara nella gara si è già accesa nelle periferie di Clermont-Ferrand.
La Jumbo ha lavorato, ma hanno lavorato anche INEOS e, un po’ a sorpresa, la DSM di Bardet. Sintomo di un passo non così furibondo da parte dell’alveare meccanico. Ad ogni modo, anche suonando in tono minore, la musica della Jumbo è ballabile per pochi, e così dopo un paio di trenate da parte di Van Aert e Kelderman tocca a Kuss dare una bella scremata in vista dei 4 durissimi km finali, tutti al 12%, quelli veramente iconici avvolti come un serpente mitologico attorno le pendici del vulcano.
Quattro chilometri per un quarto d’ora circa di sforzo. E, un po’ a sorpresa, otto uomini rimasti in testa: meno a sorpresa la loro identità, due INEOS, con Pidcock e il giovanissimo spagnolo Carlos Rodríguez, entrambi ancora in età da maglia bianca, i due gemelli Yates, di cui uno a supporto di Pogacar, e naturalmente Pogacar stesso, i due Jumbo Kuss e Vingegaard, quindi l’australiano Hindley già campione del Giro.
L’attesa per l’esplosione atomica è palpabile, e si attende soprattutto Vingegaard dato che è la sua squadra ad aver lavorato, mentre Adam Yates cederà ancora una volta senza poter aver offerto alcun aiuto diretto a Pogacar. La strada scorre a ritmo regolare, ma nessuno si decide a imporre accelerazioni violente, chi soffre riesce a rientrare, Kuss stesso, unica figura chiaramente devota al sacrificio, è l’unico a proporre un certo ritmo, appena spezzato da qualche allungo di colui che appare il più coraggioso del giorno, Simon Yates. Si inizia a sentire odore di no contest, di polveri bagnate, di gambe piegate dal caldo e imballate da una giornata corsa forse, per paradosso, “troppo piano”. Poi, a due terzi del lungo muro finale, ecco quella che nei corsi di sceneggiatura professionistica viene chiamata appunto “la svolta dei due terzi”: Pogacar prende coraggio e, da davanti, senza sotterfugi, senza mimica ingannevole, intraprende una atroce progressione che in un attimo squaglia il fragile equilibrio dell’ottetto.
Mancano 1.300 metri alla fine, circa quattro minuti di sforzo inumano, estremo, stravolgente, impossibile per chiunque altro. Tutte le lancette virtuali schizzano fuori parametro mentre Pogacar e il suo cavallo di luce pompano sangue dall’ombelico della vita e della morte: quasi 20 km/h su pendenze in abbondante doppia cifra, 2.400 m/h di VAM, valori inconcepibili per il resto dei mortali che continuano a salire a 15 o 16 km/h e incassano così un minuto di distacco in poco più di un chilometro. Una voragine. Il resto dei mortali tranne Vingegaard. Il danese non riesce a tenere la ruota. Gli manca poco, meno di mezzo chilometro all’ora. La distanza si misura in metri, poche decine di metri, non si arriva mai a cinquanta metri di distacco. I secondi sono quattro, otto, dodici al massimo, poi di nuovo otto, sette sul traguardo. Gli abbuoni sono volati via con la fuga. Sono stati quattro minuti di violenza estrema. Pogacar vigilava costantemente affinché Vingegaard non potesse prendergli la ruota, tirando e tirando la corda, senza però che l’elastico si spezzasse mai. Sul 14% con cui sadicamente finisce la salita, Pogacar si alza sui pedali, e si contorce, pestando con violenza inaudita una martellata dopo l’altra, “un minatore” l’aveva definito sprezzantemente Dumoulin prima di abbandonare anzitempo e con poco bottino lo sport professionistico. Pogacar scava secondi, diamanti minuscoli di secondi preziosissimi, poi rifiata prima della linea. Vingegaard subisce e subisce, ma non molla, non crolla, non si spezza, e fiuta la ruota fino all’ultimo metro.
Quattro minuti di mito, quattro minuti fuori scala. Dietro è cronaca: Adam e Hindley i più in affanno, Carlos Rodríguez il più solido ma il meno esplosivo nel finale, Simon Yates il più propositivo e arrembante, Pidcock sulla sua scia. Il resto dei contendenti si spartiranno le frattaglie della top ten, con i francesi Bardet, Gaudu e perfino Pinot ancora in lizza con gli storici frequentatori della media classifica a piccolo cabotaggio di questi ultimi anni, i Bilbao, i Meintjes, uno spento Landa, un malinconico Guillaume Martin. Insomma il solito ciclismo dei tardi anni ’10 che non può fare altro se non correre la propria “gara nella gara nella gara” mentre davanti esplodono i lapilli della leggenda. Quanto può durare un’eruzione vulcanica?

Gabriele Bugada

Pogagar stacca Vingegaard sulle infuocate rampe del vulcano francese (Getty Images)

Pogagar stacca Vingegaard sulle infuocate rampe del vulcano francese (Getty Images)

09-07-2023

luglio 9, 2023 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Il canadese Michael Woods (Israel-Premier Tech) si è imposto nella nona tappa, Saint-Léonard-de-Noblat – Puy de Dôme, percorrendo 182.4 Km in 4h19′41″, alla media di 42.144 Km/h. Ha preceduto di 28″ il francese Pierre-Roger Latour (TotalEnergies) e di 35″ lo sloveno Matej Mohoric (Bahrain Victorious). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl-Trek), 60° a 22′00″. Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) è ancora maglia gialla con 17″ sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 2′40″ sull’australiano Jai Hindley (BORA-hansgrohe). Miglior italiano Ciccone, 32° a 35′38″

GIRO D’ITALIA DONNE

L’italiana Chiara Consonni (UAE Team ADQ) si è imposta nella nona ed ultima tappa, Sassari – Olbia, percorrendo 126.9 Km in 3h19′33″, alla media di 38.141 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Marianne Vos (Team Jumbo-Visma) e il neozelandese Ally Wollaston (AG Insurance-Soudal Quick-Step Team). L’olandese Annemiek van Vleuten (Movistar Team) si impone in classifica con 3′56″ sulla francese Juliette Labous (Team Dsm-Firmenich) e 4′23″ sull’italiana Gaia Realini (Lidl – Trek).

SIBIU TOUR (Romania)

Quarta ed ultima tappa suddivisa in due semitappe.

L’irlandese Sam Bennett (BORA-hansgrohe) si è imposto nella prima semitappa, circuito di Sibiu, percorrendo 97.3 Km in 4′19″, alla media di 45.869 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Milan Menten (Lotto Dstny) e il tedesco Michael Schwarzmann (Lotto Dstny). Miglior italiano Lorenzo Peschi (General Store-Essegibi-F.Ili Curia), 8°. L’elvetico Matteo Badilatti (Q36.5 Pro Cycling Team) è ancora leader della classifica con 2″ sul britannico Mark Donovan (Q36.5 Pro Cycling Team) e 5″ sul ceco Jakub Otruba (ATT Investments). Miglior italiano Filippo Fiorelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 11° a 1′16″

Il polacco Marceli Boguslawski (Alpecin-Deceuninck Development Team) si è imposto nella seconda semitappa, circuito a cronometro di Sibiu, percorrendo 3.3 Km in 2h12′43″, alla media di 43.988 Km/h. Ha preceduto di 1″ Bennett e di 2″ il ceco Tomas Kopecky (TdT-Unibet). Miglior italiano Fiorelli, 31° a 18″. Donovan si impone in classifica con 8″ sul belga Lennert Van Eetvelt (Lotto Dstny) e 12″ su Otruba (ATT Investments). Miglior italiano Fiorelli, 11° a 1′28″

VISEGRAD 4 BICYCLE RACE – GP SLOVAKIA

Il polacco Maciej Paterski (Voster ATS Team) si è imposto nella corsa slovacca, circuito di Nová Baňa, percorrendo 144.8 Km in 3h39′40″, alla media di 39.551 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Piotr Brozyna (Voster ATS Team) e il ceco Michael Boros (Elkov-Kasper). Miglior italiano Marco Trevisol (So.L.Me. – Olmo), 17° a 7′35″

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

Il belga Timothy Dupont (Tarteletto-Isorex) si è imposto nella prima tappa, circuito di Xining, percorrendo 108.8 Km in 2h15′10″, alla media di 48.296 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lettone Pluto Martin (ABLOC CT) e l’italiano Attilio Viviani (Team corratec – Selle Italia). Dupont è il primo leader della classifica con 4″ su Martin e sull’olandese Nils Sinschek (ABLOC CT). Miglior italiano Viviani, 4° a 6″

ARGENTA CLASSIC – 2 DISTRICTENPIJL EKEREN-DEURNE (Donne)

L’olandese Lieke Nooijen (Parkhotel Valkenburg) si è imposta nella corsa belga, Ekeren (Anversa) – Deurne (Anversa), percorrendo 139.3 Km in 3h23′16″, alla media di 41.118 Km/h. Ha preceduto allo sprint la belga Julie Hendrickx (Lotto Dstny Ladies) e la britannica Millie Couzens (Fenix-Deceuninck). Unica italiana in gara Gaia Tortolina (ASD Women Cycling Project), 21°.

VOLATA REGALE DI PEDERSEN A LIMOGES. IL DANESE VINCE L’8A TAPPA. CAVENDISH KO

luglio 9, 2023 by Redazione  
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Quello di Limoges era un finale particolarmente adatto a sprinter resistenti come Mads Pedersen. Il campione della Lidl-Trek non ha deluso le attese e ha conquistato l’8a tappa del Tour de France con una volata lunghissima e di rara potenza. Nulla han potuto i due fiamminghi Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), miglior velocista di quest’edizione della Grand Boucle, e Wout Van Aert (Jumbo-Visma), che deve accontentarsi dell’ennesimo amaro piazzamento di questa difficile stagione. Fuori dai giochi Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) vittima di una caduta a 60 km dall’arrivo che lo ha costretto ad abbandonare la corsa e il sogno di staccare Eddy Merckx nella classifica assoluta dei vincitori di tappa al Tour. Resta quasi immutata la classifica generale se si fa eccezione delle due posizioni perse da Simon Yates (Team Jayco-AlUla), rimasto coinvolto in una caduta nel finale.

L’8a frazione del Tour, da Libourne a Limoges per un totale di 200.7 km, proponeva un tracciato tutto sommato semplice ma reso frizzante dalla presenza di diversi strappetti nel finale che sorridevano ai corridori veloci e resistenti come Wout Van Aert (Jumbo-Visma), Mads Pedersen (Lidl-Trek), Biniam Girmay (Intermarchè-Circus-Wanty) e Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck). Andando nel dettaglio, erano presenti 3 gpm: la Côte de Champs-Romain (2.8 km al 5.2%, 3a categoria) posta ai -70 e quindi nel finale due gpm di 4a categoria, ovvero la Côte de Masmont (1.3 km al 5.5%) ai -16 e la Côte de Condat-sur-Vienne (1.2 km al 5.4%) ai -9.

La lotta per entrare nella fuga di giornata è partita sin dai primissimi chilometri ed è continuata a lungo vista la volontà di tanti corridori di centrare l’azione di giornata. Come sempre accade in questi casi, ne è venuto fuori un inizio di tappa caratterizzato da un’andatura altissima. Dopo una lunga serie di tentativi che hanno visto tra i protagonisti anche Giulio Ciccone (Lidl-Trek), la fuga buona è partita al km 22 grazie all’azione di 3 corridori: Tim Declecq (Soudal-Quick Step), Anthony Delplace (Team Arkea-Samsic) e Anthony Turgis (TotalEnergies). Un tentativo destinato a non avere buon esito visto l’esiguo numero di corridori in avanscoperta e l’intenzione di alcune squadre, Alpecin-Deceuninck e Intermarchè-Circus-Wanty su tutte, di non lasciarsi scappare l’occasione di giocarsi la tappa coi rispettivi capitanti. Il gruppo ha quindi mantenuto i battistrada sempre ad una distanza di sicurezza (vantaggio massimo di circa 5′30″). Dopo lo sprint intermedio di Tocane-Saint-Apre, una dozzina di uomini (tra cui addirittura Mathieu Van der Poel) hanno provato ad approfittare del classico rilassamento del gruppo post-volata per andare al contrattacco. La Jumbo-Visma, intuito il pericolo, ha subito messo a lavoro Dylan Van Baarle e Nathan Van Hoodydonck al fine di riprendere immediatamente i contrattaccanti. Come diretta conseguenza il gap di battistrada è rapidamente crollato sotto i 4′.

Nei chilometri successivi il distacco non è ulteriormente diminuito e così intorno ai -80 davanti al gruppo sono arrivate le maglie della Lidl (con un Ciccone molto attivo) e della Intermarchè, aumentando l’andatura del plotone e facendo diminuire di conseguenza il vantaggio dei fuggitivi. Ai -61 è arrivato il primo colpo di scena della giornata: Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) è finito a terra insieme ad altri alteti. Il britannico, decisamente dolorante, è stato costretto ad alzare bandiera bianca a causa di una frattura alla clavicola che lo ha privato della possibilità di vincere una tappa al suo ultimo Tour de France (si ritirerà a fine anno) staccando Eddy Merckx nella classifica assoluta dei vincitori di tappa al Tour.
Ai -37, un pò a sorpresa, dal gruppo è uscito tutto solo Kasper Asgreen (Soudal-Quick Step). Il danese si è lanciato all’inseguimento dei 3 fuggitivi, a cui era rimasto un vantaggio ormai inferiore ai 2 minuti, ma si è dovuto arrendere dopo una quindicina di chilometri.
Il gruppo ha così imboccato il secondo gpm di giornata, la Côte de Masmont, con circa 45″ di ritrardo. A quel punto Turgis ha deciso di accelerare staccando Delaplace e Declerc per proseguire la sua fuga in solitaria. Di lì a poco in testa al gruppo sono tornate le maglie giallo-nere della Jumbo-Visma che hanno decisamente preso il comando delle operazioni andando raggiungere uno alla volta Declercq, Delaplace e Turgis. Tiesj Benoot, Nathan Van Hooydonck e Christophe Laporte hanno continuato a tenere alto il ritmo anche lungo l’ultimo strappo di giornata, la Côte de Condat-sur-Vienne.

Una volta conclusa la cote, Victor Campenaert (Lotto-Dstny) e Fred Wright (Bahrain-Victorius) hanno provato a soprendere il gruppo, ma la loro azione è stata prontamente rintuzzata dai ‘calabroni’. Poco dopo, ai -6, uno spettatore disattento ha causato una caduta nelle retrovie del gruppo che ha coinvolto Stef Cras (TotalEnergies), poi costretto al ritiro, e Simon Yates (Team Jayco-AlUla). Il britannico non è riuscito a rientrare sul plotone lanciato ad altissima velocità verso lo sprint finale ed è giunto al traguardo con un passivo di 47″ che gli è costato due posizioni nella classifica generale. Nel frattempo in testa al gruppo erano giunte le maglie blu-giallo-rosse della Lidl, con in testa Alex Kirsch, intenzionate a lanciare al meglio Mads Pedersen. Ai -500 i corridori della Lidl sono stati superati da Christophe Laporte che ha lanciato, probabilmente con troppo anticipo, la volata di Van Aert. Il francese però si è man mano piantato mentre veniva superato da un lato da Mathieu Van der Poel con Jasper Philipsen a ruota e dall’altro da Mads Pedersen. Ai 250 metri il danese ha lanciato la sua lunghissima e potente volata resistendo al timido tentativo di rimonta di Philipsen. Van Aert, rimasto chiuso dal compagno, ha provato a sua volta la rimonta ma si è dovuto accontentare della terza piazza esternando poi l sua delusione per l’ennesima occasione mancata. Quarta piazza per un Dylan Groenewegen (Team Jayco-Alula),molto bravo a resistere sullo strappo finale, davanti a Nils Eekhoff (Team DSM-Firmenich).

Classifica generale quasi immutata, al netto dei 47″ persi da Simon Yates. In testa troviamo sempre Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) con appena 25″ su Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 1′34″ su Jai Hindley (Bora-Hansgrohe). Il duello tra i due fuoriclasse proseguirà nella 9a tappa, la Saint-Léonard-de-Noblat – Puy-de-Dome. La Grand Boucle tornerà sulla mitica cima del Massiccio Centrale dopo ben 35 anni.

Pierpaolo Gnisci

Mads Pedersen regale a Limoges (Getty Images)

Mads Pedersen regale a Limoges (Getty Images)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SAINT-LÉONARD-DE-NOBLAT – PUY DE DÔME

luglio 9, 2023 by Redazione  
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Giornata storica per il Tour de France, che si “riappropria” di una delle sue linee d’arrivo più mitiche, quella tracciata in vetta al Puy de Dôme, il vulcano spento del Massiccio Centrale che non veniva più inserito nel percorso dal 1988. Chi avrà l’onore di scrivere il proprio nome in un albo d’oro inaugurato da Fausto Coppi nel 1952?

Aveva due sogni monsieur Christian Prudhomme, direttore del Tour de France dal 2007, ed è sul punto di verderli realizzati entrambi. Il primo era quello di organizzare, dopo tante partenze dall’estero, un “Grand Départ” dall’Italia ed è quel che accadrà l’anno prossimo, quando la corsa prenderà il via da Firenze. L’altro sembrava quasi una chimera irrealizzabile, riportare il Tour sul Puy de Dôme, storica ascesa della Grande Boucle la cui cima non veniva più toccata dal 1988 perchè negli anni successivi erano stati dapprima eliminati i parcheggi realizzati sulla vetta dell’ex vulcano, con grandi problemi per la logistica, e poi dimezzata la carreggiata della spettacolare strada d’accesso per realizzare una ferrovia a cremagliera, proibendone addirittuta l’acceso non solo ai ciclisti ma anche, in alcuni tratti, ai pedoni. La ferrea volontà di Prudhomme ha trovato, però, il sostegno delle autorità locali e dei proprietari della strada e così attorno alle 18 del 9 luglio 2023 quell’utiopia diventerà concreta realtà. E per un curioso scherzo del destino 35 anni dopo la vittoria del danese Johnny Weltz sarà un suo connazionale, Jonas Vingegaard, ad aver l’onore di affrontare fasciato della maglia gialla la mitica ascesa che inizia alle porte di Clermont-Ferrand e sale costantemente per 13 Km e 300 metri. La pendenza media non è elevatissima, 7.7% per la precisione, ma è dovuta al fatto che un tratto intermedio di 4 Km privo di grandissime inclinazioni la divide in due settori distinti: se i primi 5 Km salgono subito impegnativi ad una media del 7.3% è negli ultimi 4000 metri, quelli nei quali la strada fa a “spallate” con la linea ferroviaria, che la pendenza letteralmente “esplode” e la media schizza al 11.8%. E’ in quest’ultimo tratto che sono state scritte le principali pagine di storia sportiva al Tour, su tutte la sfida che contrappose su quelle arcigne pendenze i francesi Jacques Anquetil e Raymond Poulidor al Tour del 1964: fu quest’ultimo a uscirne vincitore guadagnando 42 secondi sul rivale, comunque insufficienti sia per togliere il primato sulla spalle di “Jacquot” (conservò la maglia gialla per solo 14 secondi), sia per imporsi in quella tappa, vinta dallo spagnolo Julio Jiménez. Tornando alla tappa di quest’anno, l’ascesa finale sarà preceduta da una marcia d’avvicinamento che ha in programma quasi 2000 metri di dislivello, anche se le salite previste prima di quella finale saranno tutte abbastanza brevi e facili. Di certo si faranno sentire se i corridori decideranno di partire a tutta e ci sarà un corridore che più degli altri sarà motivato a farsi notare fin dai chilometri iniziali, Mathieu van der Poel: oggi si partirà, infatti, da Saint-Léonard-de-Noblat, il paese natale di Poulidor, che non è soltanto uno degli artefici della pagina di storia ciclistica vissuta 59 anni fa ma, soprattutto, l’indimenticato nonno di Mathieu

METEO TOUR

Saint-Léonard-de-Noblat : pioggia debole (0.1 mm), 28°C (percepiti 29°C), vento moderato da SO (14 – 34 Km/h), umidità al 57%
Lac de Vassivière (traguardo volante – Km 30.4) : cielo sereno, 24°C (percepiti 25°C), vento moderato da SO (17 – 45 Km/h), umidità al 52%
Côte de Felletin (GPM – Km 74.8) : cielo sereno, 28°C (percepiti 29°C), vento moderato da SO (12 – 30 Km/h), umidità al 51%
Côte de Pontaumur (GPM – Km 126.2) : nubi sparse, 29°C (percepiti 30°C), vento moderato da SO (15 – 40 Km/h), umidità al 50%
Clermont-Ferrand – inizio salita finale (Km 166.4) : nubi sparse, 31°C (percepiti 32°C), vento moderato da SO (12 – 34 Km/h), umidità al 39%
Puy de Dôme: cielo sereno, 21°C (percepiti 31°C), vento moderato da SO (18 – 23 Km/h), umidità al 65%

GLI ORARI DEL TOUR

13.00: inizio diretta su Eurosport
13.45: partenza da Saint-Léonard-de-Noblat
14.25-14.35: traguardo volante presso il Lac de Vassivière
14.45: inizio diretta su RAI2
15.30-15.45: GPM della Côte de Felletin
15.45-16.00: GPM della Côte de Pontcharraud
16.45-17.05: GPM della Côte de Pontaumur
17.40-18.10: passaggio da Clermont-Ferrand, poco prima dell’inizio della salita finale
18.05-18.35: arrivo sul Puy de Dôme

RASSEGNA STAMPA

Che volata al Tour: la spunta Pedersen su Philipsen. Maxi caduta nel finale. Vingegaard resta in giallo

Gazzetta dello Sport – Italia

Mads Pedersen slår den suveræne sprintkonge og vinder dagens Tour-etape

Politiken – Danimarca

Cavendish zapustil Tour, Pedersen ugnal zeleno majico

Delo – Slovenia

Mark Cavendish in agony as he crashes out of final Tour de France

The Daily Telegraph – Regno Unito

Pedersen stoppe Philipsen

L’Équipe – Francia

Pedersen frena a Philipsen en la triste despedida de Cavendish

AS – Spagna

Mads Pedersen klopt de Belgen: Jasper Philipsen en Wout van Aert moeten de duimen leggen in machtssprint

Het Nieuwsblad – Belgio

Philipsen geklopt: Pedersen is de sterkste in Tour de France

De Telegraaf – Paesi Bassi

Unwiderstehlich: Pedersen schlägt Philipsen in langem Sprint

Kicker – Germania

Cavendish crashes out of Tour de France in last attempt to take outright record for most stage wins

The Washington Post – USA

Tour de Francia 2023: Mads Pedersen ganó la octava etapa

El Espectador – Colombia

TOURALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo dell’ottava tappa, Libourne – Limoges

1° Axel Zingle
2° Michael Gogl a 6′29″
3° Dylan van Baarle a 9′04″
4° Fabio Jakobsen s.t.
5° Anthony Perez s.t.

Miglior italiano Giulio Ciccone, 21° a 9′04″

Classifica generale

1° Yevgeniy Fedorov
2° Gianni Moscon a 12′01″
3° Michael Mørkøv a 14′20″
4° Fabio Jakobsen a 15′05″
5° Axel Zingle a 15′28″

STRAFALGAR SQUARE

Martini: “Girmè” (Girmay)
De Luca: “Dipartimento dell’Alta Vienna” (Alta Vienne)
Garzelli: “Puoi approfettare di queste piccole zone d’ombra”
Garzelli: “E’ importante che si divertino”
De Luca: “Gianni Bugno anticipò in volata il suo grande rivale di allora, Gianni Bugno”
De Luca: “Ritirato per caduta alla clavicola”
Garzelli: “Sta pedalando con questa strettoia”
Pancani: “Ne parlavamo stamani quando è partita la fuga” (la tappa è partita alla una meno un quarto)
Gazzetta dello Sport: “Maxi caduta nel finale” (ci sono state un paio di cadute, ma entrambe hanno coinvolto pochi corridori)

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1973

A 50 anni dalla vittoria di Luis Ocaña, riviviamo attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa” l’edizione del Tour vinta dallo “spagnolo di Francia”

9 LUGLIO 1973 – 8a TAPPA: MOÛTIERS – LES ORRES (237.5 Km)

OCAÑA DOMINATORE SULLE SALITE ALPINE
Tour: il verdetto del Galibier

Il Puy de Dôme e l’altimetria della nona tappa (www.beautytudine.com)

Il Puy de Dôme e l’altimetria della nona tappa (www.beautytudine.com)

GIRO DONNE: DOPO IL RIPOSO SORPRESA VLAS

luglio 8, 2023 by Redazione  
Filed under News

Il Giro Donne riparte dopo il giorno di riposo che ha permesso alla carovana rosa di raggiungere la Sardegna, sede delle ultima due tappe. Oggi nell’arrivo in volata il successo è andato alla campionessa magiara Kata Blanka Vas. Podio di giornata per Dygert e Lippert. Quarta Silvia Persico.

Il Giro Donne è ripartito oggi con la Nuoro-Sassari, una tappa che nonostante il percorso ondulato nulla ha detto per quanto riguarda la classifica generale. Molto, invece, ha detto la faccia stupita di Kata Blanka Vas (Team SD Worx) dopo aver tagliato il traguardo. La faccia di chi in un’unica espressione ha messo insieme incredulità, stupore e felicità. Tutti sentimenti piovutegli addosso dopo che la campionessa nazionale d’Ungheria ha tagliato il traguardo per prima regolando il gruppo compatto.
Alle spalle della 21enne di Budapest sono transitate nell’ordine sotto lo striscione del traguardo Chloe Dygert (Canyon//SRAM Racing) e Liane Lippert (Movistar Team). Medaglia di legno per Silvia Persico (UAE Team ADQ) che ha anticipato Ally Wollaston (AG Insurance – Soudal Quick-Step). Annemiek van Vleuten (Movistar Team), ha chiuso in 14a posizione senza alcun rischio per la sua leadership nella classifica generale-
Domani si correrà l’ultimo atto di questo Giro Donne, la Sassari-Olbia di 126 Km. Il tracciato non è particolarmente insidioso, ma potrebbe nascondere delle sorprese se venisse interpretata in maniera meno scontata. L’unica che fin’ora ha dimostrato di correre in questa maniera, però, è stata l’olandese in maglia rosa.

Mario Prato

Kata Blanka Vas vince la tappa di Sassari (Getty Images)

Kata Blanka Vas vince la tappa di Sassari (Getty Images)

08-07-2023

luglio 8, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il danese Mads Pedersen (Lidl-Trek) si è imposto nell’ottava tappa, Libourne – Limoges, percorrendo 200.7 Km in 4h12′26″, alla media di 47.704 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) e Wout van Aert (Jumbo-Visma). Miglior italiano Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost). Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) è ancora maglia gialla con 25″ sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 1′34″ sull’australiano Jai Hindley (BORA-hansgrohe). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl-Trek), 26° a 22′05″

GIRO D’ITALIA DONNE

L’ungherese Kata Blanka Vas (Team SD Worx) si è imposta nell’ottava tappa, Nuoro – Sassari, percorrendo 125.7 Km in 3h00′41″, alla media di 41.742 Km/h. Ha preceduto allo sprint la statunitense Chloé Dygert (CANYON//SRAM Racing) e la tedesca Liane Lippert (Movistar Team). Miglior italiana Silvia Persico (UAE Team ADQ), 4°. L’olandese Annemiek van Vleuten (Movistar Team) è ancora in maglia rosa con 3′56″ sulla francese Juliette Labous (Team Dsm-Firmenich) e 4′23″ sull’italiana Gaia Realini (Lidl – Trek).

SIBIU TOUR (Romania)

Il tedesco Maximilian Schachmann (BORA-hansgrohe) si è imposto nella terza tappa, Brezoi – Păltiniș, percorrendo 202 Km in 5h13′17″, alla media di 38.687 Km/h. Ha preceduto di 18″ il ceco Jakub Otruba (ATT Investments) e l’italiano Filippo Fiorelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè). L’elvetico Matteo Badilatti (Q36.5 Pro Cycling Team) è il nuovo leader della classifica con 2″ sul britannico Mark Donovan (Q36.5 Pro Cycling Team) e 5″ su Otruba- Miglior italiano Fiorelli, 12° a 1′16″

VISEGRAD 4 KEREKPARVERSENY

Il ceco Adam Toupalik (Elkov-Kasper) si è imposto nella corsa ungherese, Budapest – Pannonhalma, percorrendo 138 Km in 3h08′02″, alla media di 44.035 Km/h. Ha preceduto di 2″ il polacco Maciej Paterski (Voster ATS Team) e di 4″ il polacco Szymon Tracz (Santic-Wibatech). Miglior italiano Marco Trevisol (So.L.Me. – Olmo), 10° a 20″

GRAND PRIX ERCIYES

Il britannico Maximilian Stedman (Beykoz Belediyesi Spor Kulübü) si è imposto nella corsa turca. Ha preceduto di 51″ il turco Burak Abay (Konya Buyuksehir Belediye SK) e 1′47″ l’uzbeko Muradjan Khalmuratov (Tashkent City Professional Cycling Team). Nessun italiano in gara

RESPECT LADIES RACE SLOVAKIA

L’elvetica Linda Zanetti (UAE Development Team) si è imposta nella corsa slovacca, circuito di Nová Baňa, percorrendo 90.1 Km in 2h38′38″, alla media di 34.079 Km/h. Ha preceduto allo sprint la polacca Dominika Wlodarczyk (MAT ATOM Deweloper Wroclaw) e di 3″ la slovena Urška Pintar (BTC City Ljubljana Scott). Miglior italaina Carlotta Cipressi (UAE Development Team), 5° a 10″

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): LIBOURNE – LIMOGES

luglio 8, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Sulla carta è un’altra tappa riservata ai velocisti, ma il traguardo di Limoges non sarà alla portata di tutti gli sprinter. Gli ultimi 800 metri sono, infatti, in salita e quella rampa, pur se non dotata di pendenze particolarmente difficili, tarperà le ali a diversi tra i favoriti per la vittoria.

Alla vigilia del ritorno del Tour sul Puy de Dôme, storico traguardo che non veniva inserito nel percorso dal 1988, andrà in scena un’altra tappa destinata ai velocisti, anche se dalla “pasta” totalmente differente rispetto a quella affrontata ieri tra Mont-de-Marsan e Bordeaux. Se il percorso affrontato 24 ore fa era prevalentemente pianeggiante, stavolta s’incontrerà vera pianura solo nei primi 123 Km, poi inizierà una serie di modeste collinette che culmineranno con 3 Gran Premi della Montagna, uno di 3a categoria da scavalcare lontano dal traguardo e due ancora più semplici di 4a categoria che s’incontreranno nel finale, quando all’arrivo mancheranno rispettivamente 16 e 9 Km. Per i velocisti si tratta di una distanza di “sicurezza”, ma quello di Limoges sicuramente non sarà un traguardo allla portata di tutti perchè quando mancheranno 800 metri all’arrivo la strada riprenderà nuovamente a salire. La pendenza è tenera ma tutti quelli sprinter che non sono a loro agio in queste condizioni si ritroveranno le ali tarpate e inevitabilmente saranno tagliati fuori dai giochi per la vittoria. La volata rimane comunque la soluzione più probabile, anche perchè la rampa finale è totalmente in rettilineo e se un finisseur dovesse tentare una sparata, rimarrebbe a vista del gruppo inseguitore che facilmente lo andrebbe a fagocitare. Da non escludere la possibilità che arrivi la fuga, ma oggi le squadre dei velocisti venderanno cara la pelle per portare i loro uomini allo sprint: questa sarà l’ultima oppurtunità per loro in questa settimana, la prossima ci sarà solo il traguardo di Moulins (mercoledì) e le rimanenti tre si correranno nell’ultima settimana, quando diversi sprinter potrebbero aver preso la strada di casa e le fatiche accumulate potrebbero impedire alle loro squadre di riuscire a ricucire sulle fughe.

METEO TOUR

Libourne : cielo sereno, 30°C (percepiti 32°C), vento moderato da SO (13 – 34 Km/h), umidità al 53%
Tocane-Saint-Apre (traguardo volante – Km 79) : nubi sparse, 31°C (percepiti 32°C), vento moderato da SO (10 – 27 Km/h), umidità al 49%
Côte de Champs-Romain (GPM – Km 130.4) : nubi sparse, 31°C, vento moderato da SO (10 – 31 Km/h), umidità al 47%
Limoges : nubi sparse, 30°C (percepiti 31°C), vento moderato da SO (10 – 31 Km/h), umidità al 48%

GLI ORARI DEL TOUR

12.15: inizio diretta su Eurosport
12.45: partenza da Libourne
14.25-14.40: traguardo volante di Tocane-Saint-Apre
14.45: inizio diretta su RAI2
15.35-15.55: GPM della Côte de Champs-Romain
16.45-17.10: GPM della Côte de Masmont
16.55-17.20: GPM della Côte de Condat-sur-Vienne
17.05-17.35: arrivo a Limoges

RASSEGNA STAMPA

Cavendish si illude, Van der Poel lancia Philipsen. Vingegaard resta in giallo

Gazzetta dello Sport – Italia

Da Vingegaard kiggede sig over venstre skulder, trådte Pogacar til og fik øjeblikkeligt hul

Politiken – Danimarca

Cavendish za las prekratek, Philipsenu hat-trick na letošnjem Touru

Delo – Slovenia

Mark Cavendish denied record Tour de France stage win by Jasper Philipsen in Bordeaux

The Daily Telegraph – Regno Unito

Et de trois pour Philipsen

L’Équipe – Francia

El reino de Philipsen

AS – Spagna

Jasper Philipsen oppermachtig! Vlam van Ham remonteert Mark Cavendish voor derde etappezege in de Tour

Het Nieuwsblad – Belgio

’Droom-Tour’ voor Philipsen na drie etappe-zeges

De Telegraaf – Paesi Bassi

Philipsens dritter Streich – Cavendish verpasst Rekord knapp

Kicker – Germania

Philipsen secures hat trick of Tour de France stage wins, Vingegaard stays in yellow

The Washington Post – USA

Jasper Philipsen se consagró en la séptima etapa del Tour de Francia

El Espectador – Colombia

TOURALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo della settima tappa, Mont-de-Marsan – Bordeaux

1° Yevgeniy Fedorov
2° Pascal Eenkhoorn s.t.
3° Axel Zingle a 24″
4° Ben Turner a 1′02″
5° Dries Devenyns a 1′24″

Miglior italiano Alberto Bettiol, 38° a 2′52″

Classifica generale

1° Yevgeniy Fedorov
2° Gianni Moscon a 6′48″
3° Cees Bol a 8′20″
4° Mark Cavendish a 8′26″
5° Jasper De Buyst a 10′32″

STRAFALGAR SQUARE

De Luca: “Non ha più la renda al ginocchio” (benda)
Garzelli: “Devi stare molto attenti”
De Luca: “La gara è a due corsie”
Garzelli: “Ha dovuto smettere di pedalata”
Pancani: “Qualche minuto in più per ufficiare l’ordine d’arrivo”
Televideo: “Mont-de-Marsen” (Mont-de-Marsan)
Pancani: “Il risultato è stato lo stetto”
Garzelli: “C’è un picco nelle transenne”

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1973

A 50 anni dalla vittoria di Luis Ocaña, riviviamo attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa” l’edizione del Tour vinta dallo “spagnolo di Francia”

8 LUGLIO 1973 – 1a SEMITAPPA: DIVONNE-LES-BAINS – ASPRO-GAILLARD (86.5 Km); 2a SEMITAPPA: ASPRO-GAILLARD – MÉRIBEL-LES-ALLUES (150.5 Km)

OCAÑA SULLE ALPI È IN MAGLIA GIALLA
Il Tour ha una nuova classifica
Lo spagnolo ha vinto la prima frazione, a Gaillard – Successo di Thevenet nella seconda semitappa – Oggi ancora montagne

La cattedrale di Limoges e l’altimetria dell’ottava tappa (wikipedia)

La cattedrale di Limoges e l’altimetria dell’ottava tappa (wikipedia)

PHILIPSEN FIRMA IL TRIS E NEGA IL RECORD A CAVENDISH A BORDEAUX. VINGEGAARD SEMPRE LEADER

luglio 8, 2023 by Redazione  
Filed under News

Dopo una due giorni Pirenaica memorabile, la 7a tappa del Tour ha riportato alla ribalta le ruote veloci premiando ancora una volta uno Jasper Philipsen che possiamo ormai considerare a pieno titolo come il miglior sprinter del mondo (almeno in questo momento). Il 25enne belga in forza alla Alpecin-Deceuninck ha ottenuto il suo 3° successo stagionale alla Grand Boucle superando negli ultimi 50m l’eterno Mark Cavendish (Astanza Qazaqstan Team) che è andato vicinissimo dallo staccare Eddy Merckx nella speciale classifica dei plurivincitori di tappa del Tour. Per il britannico ci saranno altre chances da qui a Parigi, mentre il fiammingo di Mol oltre a vincere la sua 5a tappa al Tour ha rafforzato ulteriormente la leadership nella classifica a punti. Terza posizione per Biniam Girmay (Intermarché-Circus-Wanty) davanti ad un ottimo Luca Mozzato (Team Arkea-Samsic) e a Dylan Groenewegen (Team Jayco-Alula). Resta invariata la classifica generale che vede in testa Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) con 25″ su Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 1′34″ su Jai Hindley ed oltre 3 minuti su Simon Yates (Team Jayco-Alula).

Lasciati i Pirenei alle spalle, la 7a tappa proponeva un percorso decisamente più facile e destinato ad un epilogo a ranghi compatti. La Mont-de-Marsan – Bordeaux (169,9 km) presentava infatti un solo gpm di 4 categoria (la cote de Beguey ai -40) e tantissima pianura. Niente di meglio per i velocisti reduci dalle fatiche degli ultimi due giorni.
La tappa è stata caratterizzata dalla fuga di Simon Guglielmi (Team Arkea-Samsic) che è rimasto tutto solo al comando della corsa per tanti km. Il transalpino ha raggiunto un vantaggio massimo superiore ai 7 minuti, ma ha poi inevitabilmente perso, transitando al traguardo volante di Grignols (-82) con meno di un minuto di margine sugli inseguitori. Proprio al traguardo volante la corsa si è rianimata in virtù dello sprint parziale vinto da Biniam Girmay (Intermarché-Circus-Wanty) davanti a Jasper Philipsen (Alpecin e Bryan Coquard (Cofidis). Esaurito lo slancio del traguardo volante, dal gruppo è partita una coppia formata da due francesi: Pierre Latour (TotalEnergies) e Nans Peters (Ag2r Citroen Team). Il duo inseguitore ha ripreseo Guglielmi riportando il vantaggio sul gruppo, tirato dagli uomini di Alpecin-Deceuninck e Lotto-Dstny, ad 1′15″ (-60). Peters e Latour hanno aumentato ulteriormente il ritmo in corrispondenza della Cote de Beguey, staccando uno stanco Gugliemi e aumentando il gap sul gruppo. Ai -20 il duo di testa poteva vantare ancora 40″ di vantaggio.

La lotta tra i due battistrada e il gruppo è andata avanti per diversi km: ai -10 il margine era ancora di circa mezzo minuto. A quel punto però in testa al plotone, oltre alle maglie delle squadre dei velocisti, sono giunte anche le formazioni degli uomini di classifica. La bagarre ha contribuito ad aumentare ulteriormente il ritmo avvicinando sempre di più i due battistrada. Il primo ad arrendersi è stato Peters, mentre Latour è stato ripreso soltanto ai -3. A questo punto sono stati gli uomini di Alpecin e Lotto a prendere le redini della corsa in mano. Si è così giunti al prevedibilissimo epilogo allo sprint con alcuen squadre un pò sfaldate: è il caso della Soudal-Quick Step che ha lasciato solo il suo Fabio Jakobsen. Molto meglio invece il treno della Alpecin formato da Jonas Rickaert, Mathieu Van der Poel e Jasper Philipsen. Gli uomini della Alpecin sono stati però anticipti da quelli Bora-Hansgrohe (Danny Van Poppel e Jordi Meus) che si sono fiondati in testa poco dopo lo striscione dell’ultimo km. Van der Poel ha fiutato il pericolo e ha provato a riportare avanti Philipsen, ma si è dovuto poi spostare ai -300, lasciando solo il compango di squdra. Ad approfittare della situazione è stato Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) che ha provato a sorprendere gli avversari partendo lungo. Philipsen però è stato bravo a prendere la ruota del britannico per poi superarlo negli ultimissimi metri. Cavendish si è dovuto accontentare della piazza d’onore davanti ad un ottimo Biniam Girmay (Intermarchè-Circus-Wanty),Luca Mozzato (Team Arkea-Samsic) e a Dylan Groenewegen (Team Jayco-Alula).

La maglia gialla resta sulle spalle del vincitore uscente Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) che conserva 25″ su Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 1′34″ su Jai Hindley.

Pierpaolo Gnisci

Tris di Philipsen a Bordeaux (Image Credit: Getty Images)

Tris di Philipsen a Bordeaux (Image Credit: Getty Images)

07-07-2023

luglio 7, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il belga Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) si è imposto nella settima tappa, Mont-de-Marsan – Bordeaux, percorrendo 169.9 Km in 3h46′28″, alla media di 45.013 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) e l’eritreo Biniam Girmay (Intermarché-Circus-Wanty). Miglior italiano Luca Mozzato (Team Arkéa Samsic), 4°. Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) è ancora maglia gialla con 25″ sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 1′34″ sull’australiano Jai Hindley (BORA-hansgrohe). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl-Trek), 23° a 12′47″

GIRO D’ITALIA DONNE

Giorno di riposo

SIBIU TOUR (Romania)

Il belga Lennert Van Eetvelt (Lotto Dstny) si è imposto nella seconda tappa, Sibiu – Bâlea Lac, percorrendo 155 Km in 3h48′24″, alla media di 40.718 Km/h. Ha preceduto di 24″ l’elvetico Matteo Badilatti (Q36.5 Pro Cycling Team) e il britannico Mark Donovan (Q36.5 Pro Cycling Team). Miglior italiano Giulio Pellizzari (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 5° a 36″. Van Eetvelt è il nuovo leader della classifica con 28″ su Badilatti e 30″ su Donovan. Miglior italiano Pellizzari, 6° a 46″

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