LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XIX: GAND – WEVELGEM 2013

novembre 27, 2023 by Redazione  
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Il rammarico per la mancata affermazione alla Milano-Sanremo è ben presto dimenticato. Sette giorni dopo l’edizione 2013 della Classicissima si corre la Gand-Wevelgam e Sagan la vince in solitaria, conquistando così la sua prima grande classica

CHIAMIAMOLA SAGAN(D) – WEVELGEM

Prima vittoria in carriera in una grande classica per il fuoriclasse slovacco che, ancora con il dente avvelenato dopo i secondi posti a Milano-Sanremo e Gp Harelbeke, conquista la corsa fiamminga disputata con temperature polari staccando a 4 km dal traguardo i nove compagni di fuga, tra cui il fondamentale gregario Maciej Bodnar, con Borut Bozic che conquista la piazza d’onore davanti a Greg Van Avermaet. Abbandonano Fabian Cancellara per scelta tecnica e il campione uscente Tom Boonen rimasto vittima di caduta, mai nel vivo della corsa gli azzurri primo dei quali è Viviani 15°.

Dopo lo spettacolare Gp Harelbeke dominato da Fabian Cancellara (RadioShack) davanti a Peter Sagan (Cannondale) e a una settimana dal Giro delle Fiandre la stagione delle classiche del Nord è proseguita con la 75a edizione della Gand-Wevelgem, che nelle ultime stagioni ha trovato questa nuova collocazione nel calendario dopo che in passato veniva tradizionalmente disputata a metà della settimana che separa la Ronde dalla Parigi-Roubaix: per la verità si è rischiato a causa delle abbonanti nevicate che hanno colpito il Belgio nelle ultime giornate che questa edizione venisse spostata in avanti di un giorno oppure addirittura cancellata ma alla fine si è corso regolarmente, sia pure su un tracciato accorciato a 190 km rispetto ai 235 originariamente previsti con la partenza spostata in avanti in località Gistel. Grandi favoriti alla vigilia erano considerati ancora Sagan, secondo un anno fa, e Cancellara oltre al duo dell’Omega-QuickStep composto da Marc Cavendish, uomo da battere in caso di arrivo in volata, e un Tom Boonen vittorioso nelle ultime due edizioni oltre che in quella del 2004 a caccia di una rivincita dopo un Gp Harelbeke chiuso al 7° posto senza però riuscire a competere con i migliori: accanto a loro al via anche Edvald Boasson Hagen e Mathew Hayman (Team Sky), André Greipel e Jürgen Roelandts (Lotto-Belisol), Yauheni Hutarovich (Ag2r), Borut Bozic e Maxim Iglinskiy (Astana), Lars Boom e Marc Renshaw (Blanco), il campione del mondo Philippe Gilbert e Thor Hushovd (Bmc), Arnaud Démare (Fdj), Tyler Farrar e Johan Vansummeren (Garmin-Sharp), Matthew Goss (Orica-GreenEdge), Alexander Kristoff (Katusha), José Joaquín Rojas e Francisco Ventoso (Movistar), John Degenkolb (Argos-Shimano), Matti Breschel (Saxo-Tinkoff), Juan Antonio Flecha e Björn Leukemans (Vacansoleil) e Heinrich Haussler (Iam Cycling) con i nostri Daniel Oss (Bmc), splendido 3° al Gp Harelbeke, Filippo Pozzato e Alessandro Petacchi (Lampre-Merida), Elia Viviani (Cannondale), Luca Paolini (Katusha), Giacomo Nizzolo (RadioShack) e Daniele Bennati (Saxo-Tinkoff) pronti a dire la loro.
La corsa è stata disputata in condizioni atmosferiche difficilissime con temperature anche al di sotto dello zero e un forte vento che ha fatto sentire la propria presenza, facendo sì che dopo pochi km il gruppo già si spezzasse in cinque tronconi con Boonen, Cavendish, Greipel, Sagan, Oss e Paolini rimasti nel plotoncino di testa composto da 26 unità mentre Cancellara, Flecha, Goss, Hushovd e Gilbert tra gli altri sono stati costretti a inseguire per 60 km prima di chiudere un gap che era arrivato vicino ai 2′ grazie soprattutto al lavoro della RadioShack e Pozzato, che si era fatto sorprendere rimanendo nel terzo troncone, è riuscito a sua volta a rientrare grazie al rallentamento che è seguito al rientro del gruppo di Cancellara: la corsa dello svizzero è però finita pochi km dopo quando, a termine di un colloquio con il suo direttore sporivo Dirk Demol, ha scelto di salire in ammiraglia evidentemente per non compromettere la preparazione per Fiandre e Roubaix. Un attacco in forze della Bmc in un tratto di vento laterale ha nuovamente spezzato il plotone con Sagan tra coloro che hanno perso qualche decina di metri ma questa volta l’azione si è esaurita in breve e immediatamente dopo il ricompattamento Flecha è scattato seguito da Matthieu Ladagnous (Fdj) e Assan Bazayev (Astana) arrivando a guadagnare poco meno di 1′ sul gruppo tirato dalla Cannondale, che si è dimostrata molto più solida e compatta rispetto alle aspettative e ha saputo competere alla pari con corazzate come l’Omega-QuickStep e la Bmc, prima che iniziasse la parte del percorso più impegnativa con 9 muri, su tutti il Kemmelberg da scalare per due volte, da scalare tra i -97 e i -42 dal traguardo prima del finale completamente pianeggiante. Sullo strappo del Baneberg è stato Gilbert, piuttosto anonimo in questo inizio di 2013, a smuovere le acque con Sagan, Boasson Hagen e Boonen pronti incollarsi alla sua ruota seguiti ma la corsa del fuoriclasse fiammingo terminerà di lì a poco in seguito a una brutta caduta poco prima del secondo passaggio sul Kemmelberg in cui ha battuto il ginocchio sinistro, anche se la partecipazione ai prossimi appuntamenti per lui non sembra essere a rischio. L’azione decisiva è arrivata a 57 km ad opera di Haussler, atleta che sembra aver trovato una nuova giovinezza con il trasferimento alla Iam Cycling, sul quale si sono portati Jens Debusschere (Lotto-Belisol), Bernhard Eisel (Team Sky), il sempre presente Greg Van Avermaet (Bmc), uno Stijn Vandenbergh (Omega-QuickStep) costantemente con i migliori da quando è iniziata la campagna del Nord, il sempre più sorprendente Andrey Amador (Movistar), un Borut Bozic ancora protagonista dopo il recente secondo posto nella recente Dwars door Vlaanderen alle spalle del nostro Oscar Gatto, uno Jaroslav Popovych (RadioShack) che sembra aver trovato nelle classiche del Nord il suo terreno ideale dopo aver abbandonato i sogni di fare classifica nei grandi Giri che aveva coltivato a inizio carriera e soprattutto la coppia della Cannondale composta da Sagan e dal forte cronoman polacco Maciej Bodnar, che si è messo a completa disposizione dello slovacco e con le sue trenate sarà determinante nell’impedire il ritorno del gruppo: i contrattaccanti si sono riportati su Ladagnous, Bazayev e un inesauribile Flecha, che ha comunque forzato ancora l’andatura sul Kemmelberg provocando il cedimento del kazako e mettendo in leggera difficoltà anche Haussler e Popovych che comunque sono prontamente rientrati, mentre dietro Omega-QuickStep, Lotto-Belisol e Blanco hanno atteso che arrivasse il tratto finale in pianura prima di iniziare l’inseguimento per non mettere in difficoltà i rispettivi velocisti ma quando iniziato a farlo il distacco dalla testa era già di 1′30” e si è rivelato impossibile da colmare.
Gli undici uomini al comando, rimasti successivamente in dieci per via di una foratura di cui è rimasto vittima Debusschere che verrà ripreso dal gruppo, hanno proseguito di comune accordo fino a 5 km dal traguardo, quando Bodnar dopo aver svolto il grosso del lavoro si è fatto da parte. Il primo a muoversi è stato Vandenbergh immediatamente seguito da Flecha e Sagan che a quel punto, memore forse di quanto accaduto alla Milano-Sanremo quando in una situazione analoga aveva atteso la volata in cui era stato battuto da Gerald Ciolek, malgrado fosse nettamente il più veloce allo sprint è partito in contropiede e, approfittando anche di un attimo di esitazione degli inseguitori, ha fatto subito il vuoto e ha continuato ad incrementare il vantaggio fino al traguardo, in cui si è prodotto in una delle sue tipiche esultanze un po’ sopra le righe e non troppo gradite da alcuni colleghi, primo fra tutti Cancellara, impennando la bici nel momento di varcare la linea bianca: l’impressione è che però lo svizzero e tutti gli altri dovranno rassegnarsi nei prossimi anni a subire la supremazia del fenomeno di Zilina, che sembra aver compiuto in questo 2013 il definitivo salto di qualità e che con questo successo alla Gand-Wevelgem ha rotto il ghiaccio anche in una grande classica dopo gli innumerevoli piazzamenti negli ultimi anni. La volata dei battuti giunti a 23” da Sagan ha visto prevalere Bozic su Van Avermaet, Haussler, un Flecha che avrebbe forse meritato la piazza d’onore per quanto fatto in precedenza, Ladagnous, Eisel, Vandenbergh, Popovych e Amador mentre il gruppo ha chiuso a 40” regolato da Greipel su Démare, Breschel, Kristoff e un Viviani 15° che ha salvato in parte l’onore del tricolore in una corsa in cui gli azzurri sono stati nel complesso molto deludenti a partire da Pozzato, ancora una volta mai nel vivo della battaglia come già era accaduto al Gp Harelbeke. La campagna del Nord proseguirà ora con la Tre Giorni di La Panne in programma dal 26 al 28 marzo prima dell’attesissimo Giro delle Fiandre che si disputerà domenica 31.

Marco Salonna

Per Sagan un successo che punta verso l’alto (Photopress.be)

Per Sagan un successo che punta verso l’alto (Photopress.be)

26-11-2023

novembre 27, 2023 by Redazione  
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A GUATEMALA

Il costaricense Sebastian Brenes (7C – Economy – Lacoinex) si è imposto nella decima ed ultima tappa, circuito di Città del Guatemala, percorrendo 110 Km in 2h27′34″, alla media di 44.726 Km/h. Ha preceduto di 1″ gli ecuadoriani Byron Guamá (Movistar – Best PC) e Bryan Raul Obando (nazionale ecuadoriana). Nessun italiano in gara. Il guatelmalteco Gerson Toc (Decoba-ASO Quetzaltenango) si impone in classifica con 1′42″ su Guamá e 2′17″ sull’ecuadoriano Stalin Wladimir Puentestar (nazionale ecuadoriana)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XVIII: TIRRENO-ADRIATICO 2013

novembre 26, 2023 by Redazione  
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Tra gli obiettivi mancati di Peter Sagan c’è la Milano – Sanremo, corsa alla quale puntava fin dall’anno del debutto ma nella quale non è mai andato al di là del secondo posto conseguito nel 2017 e del gradino più basso del podio nel 2013. E pensare che sembrava sempre messo sulla buona strada: per preparare al meglio l’assalto alla “Classicissima” nel 2013 aveva scelto le strade italiane del Gran Premio di Camaiore (del quale abbiamo raccontato ieri) e della Tirreno-Adriatico dove porterà a casa due frazioni, tra le quale quella difficilissima di Porto Sant’Elpidio che sarà determinante per la vittoria finale di Vincenzo Nibali

3a TAPPA: INDICATORE (Arezzo) – NARNI SCALO

SAGAN A PIOGGIA

Quarto successo stagionale per il fuoriclasse slovacco che al termine di una giornata caratterizzata ancora una volta dal maltempo supera con uno sprint regale Marc Cavendish, che allunga nella generale, Andre Greipel, Gerald Ciolek e Matthew Goss in quel di Narni Scalo. Il migliore dei nostri è Davide Cimolai 6° mentre i big si controllano in vista dell’arrivo in quota di Prati di Tivo.

La terza tappa della Tirreno-Adriatico, 190 km da Narni Scalo caratterizzati dal breve ma arcigno strappo di Todi ai -70 dal traguardo e dalla più pedalabile ma lunga oltre 5 km ascesa di Madonna Scoperta ai -19, è stata a lungo una sorta di replay di quella di Indicatore con la fuga partita praticamente subito dopo l’abbassamento della bandierina del via ufficiale di Cesare Benedetti (NetApp) e Garikoitz Bravo (Euskaltel), in lotta per la classifica di miglior scalatore guidata dal basco, in compagnia di un atleta della Vini Fantini, non più Kevin Hulsmans ma un Francesco Failli stimolato dal fatto di correre sulle strade di casa; unica variante rispetto alla frazione precedente sono state le condizioni meteo finalmente favorevoli nelle fasi iniziali ma intorno a metà percorso la pioggia ha nuovamente iniziato a cadere e ha accompagnato i corridori fin sul traguardo. La lotta per la maglia verde è stata appannaggio di Benedetti che salendo verso Todi ha distanziato Bravo, che non riuscirà più a rientrare, è passato in vetta per primo e ha proseguito insieme a Failli senza però avere chances di resistere al ritorno del gruppo che, tirato dall’Omega-QuickStep della maglia azzurra Marc Cavendish, dalla Lotto-Belisol di Andre Greipel e dall’Argos Shimano di John Degenkolb, tutti a caccia di un riscatto dopo aver deluso nella volata di Indicatore, ha concesso fino a 8′50” agli uomini di testa prima di completare il ricongiungimento ai piedi della salita di Madonna Scoperta, in cui la Cannondale di Peter Sagan ha smosso le acque con l’intento di eliminare più avversari possibili per il campione slovacco: sotto la spinta di Kristjan Koren e Damiano Caruso il gruppo si è infatti spezzato in diversi tronconi e hanno ceduto tra gli altri Degenkolb, Francesco Chicchi (Vini Fantini), Roberto Ferrari (Lampre-Merida) e Davide Appollonio (Ag2r) oltre, ma ormai non è più una sorpresa, ad Andy Schleck (RadioShack) e ulteriore selezione è stata prodotta nella successiva discesa da una caduta che ha coinvolto l’ex astro nascente Thomas Dekker (Garmin-Sharp) e il vincitore del GiroBio 2012 Joseph Dombrowski (Sky), facendo sì che rimanessero indietro e non riuscissero più a rientrare Arnaud Démare (Fdj), Giacomo Nizzolo (RadioShack) e un Filippo Pozzato (Lampre-Merida) che ha consapevolmente scelto di evitare qualsiasi rischio a poco più di una settimana dalla Milano-Sanremo. Una volta esauritosi il lavoro della Cannondale sono seguiti degli attimi di confusione durante i quali tutti gli uomini di classifica, a partire da Vincenzo Nibali (Astana), Alberto Contador (Saxo-Tinkoff), Tony Martin (Omega-QuickStep), Damiano Cunego (Lampre-Merida) e un Chris Froome supportato da un Team Sky presente in forze malgrado l’assenza di Dombrowski, si sono mantenuti nelle primissime posizioni e a turno hanno provato a evadere dal gruppo Jorge Azanza (Euskaltel), Juan Antonio Flecha (Vacansoleil) con a ruota Fabian Cancellara (RadioShack) e soprattutto Lars Boom (Blanco), che è rimasto in avanscoperta dai -12 ai -7 dal traguardo ma nulla ha potuto quando l’Orica-GreenEdge di Matthew Goss e l’Omega-QuickStep di Cavendish si sono riorganizzate dopo che nel tratto in salita erano rimaste al fianco dei rispettivi velocisti scivolati nelle retrovie del gruppo di testa.
Non sono mancati neppure nel finale gli attacchi ad opera del miglior scalatore dell’ultimo Giro d’Italia Matteo Rabottini (Vini Fantini) ai -4 e del pluricampione uzbeko Sergey Lagutin (Vacansoleil), seguito per un attimo da un Contador molto attento ad evitare possibili cadute, in cima allo strappetto di Narni posto a 3 km dal traguardo: anche questi tentativi si sono però conclusi con un nulla di fatto e si è giunti allo sprint in cui Daryl Impey ha lanciato Goss che è partito con a ruota nell’ordine Gerald Ciolek (Mtn Qhubeka), Greipel e Sagan che, a differenza di quanto era avvenuto ad Indicatore in cui aveva lanciato la sua volata molto lontano dal traguardo per poi piantarsi, è venuto fuori negli ultimi 50 metri e ha conquistato il successo, quarto stagionale dopo due tappe del Giro dell’Oman e il recente Gp Camaiore; il fuoriclasse slovacco si è dichiarato nel dopo corsa felicissimo di aver battuto per la prima volta nella sua ancor breve carriera in uno sprint di gruppo Cavendish, che a sua volta ha rimontato nel finale fino alla piazza d’onore precedendo Greipel, Ciolek e Goss in un ordine d’arrivo regale in cui si è ben distinto anche il 23enne friulano Davide Cimolai (Lampre-Merida), 6° davanti a Tyler Farrar (Garmin-Sharp), al redivivo Thor Hushovd (Bmc), in ripresa dopo i problemi fisici che ne hanno condizionato il rendimento nella passata stagione e nel mese di febbraio, a un Manuel Belletti (Ag2r) meno brillante rispetto alla tappa di Indicatore e a Simon Geschke (Argos-Shimano). La nuova generale vede al comando Cavendish con 7” su Michal Kwiatkowski, 9” su Niki Terpstra, Tony Martin e Zdenek Stybar e 18” su Sagan ma più importanti sono i distacchi degli uomini di classifica che si daranno battaglia nell’arrivo in salita di Prati di Tivo, teatro un anno fa di uno splendido assolo di Vincenzo Nibali che aveva posto le basi per il successo finale: il siciliano accusa al momento un ritardo di 29” dalla vetta, preceduto da Cadel Evans (Bmc) e Moreno Moser (Cannondale) che ne accusano rispettivamente 25 e 28 mentre Froome è distaccato di 34”, Contador di 38”, Cunego di 44”, Mollema di 46”, Joaquim Rodriguez (Katusha) di 53”, Domenico Pozzovivo (Ag2r) di 1′14” e Samuel Sanchez (Euskaltel) di 1′15”.

Marco Salonna

6a TAPPA: PORTO SANT’ELPIDIO – PORTO SANT’ELPIDIO

SAGAN E NIBALI FANNO LE SCARPE A TUTTI

Grande spettacolo a Porto Sant’Elpidio, località nota per i suoi calzaturifici, con lo slovacco e il messinese che si involano insieme a Joaquim Rodríguez sullo strappo di Casette d’Ete e conquistano rispettivamente il successo di tappa e, salvo sorprese nella crono di San Benedetto del Tronto, la classifica generale della Tirreno-Adriatico che il capitano dell’Astana guida ora con 34” su un Chris Froome in grande difficoltà nel finale. Ben 52 corridori abbandonano tra cui Filippo Pozzato, Marc Cavendish, Daniele Bennati e Andy Schleck.

La sesta tappa della Tirreno-Adriatico, 209 km con partenza e arrivo a Porto Sant’Elpidio, si presentava sulla carta impegnativa con 18 strappi da affrontare sulle Coste Fermane ma nei fatti si è rivelata massacrante con il maltempo che, dopo aver dato tregua nelle frazioni di Prati di Tivo e Chieti, è tornato ad abbattersi sul percorso e alcune delle salite che presentavano pendenze impressionanti prima fra tutti quella di Sant’Elpidio a Mare, un muro di 350 metri con punte al 27% da affrontare per tre volte, ultima delle quali a 17 km dal traguardo, reso impossibile dall’asfalto bagnato che di fatto impediva agli atleti di alzarsi sui pedali; sta di fatto che molti corridori hanno inscenato un accenno di protesta con gli organizzatori, rei di aver esagerato con la durezza di questa Corsa dei Due Mari, e ben 52 di loro hanno abbandonato già nelle prime fasi della tappa, tra cui Andy Schleck (RadioShack), che fin qui in stagione ha portato a termine solo il Gp camaiore, e Marc Cavendish (Omega-QuickStep), Matthew Goss (Orica-GreenEdge), Giacomo Nizzolo e Daniele Bennati (RadioShack), Grega Bole (Vacansoleil) e Filippo Pozzato (Lampre), che hanno scelto di non compromettere la loro preparazione per l’imminente Milano-Sanremo. Fin dalle prime fasi c’è stata grande bagarre finchè al km 25 non ha preso il via una fuga molto ben assortita composta da Fabian Cancellara (RadioShack), Rinaldo Nocentini e Matteo Montaguti (Ag2r), Lars Boom (Blanco), Tom Dumoulin (Argos-Shimano), Damiano Cunego (Lampre-Merida), Giovanni Visconti e Benat Intxausti (Movistar), Egoi Martínez (Euskaltel), Angel Vicioso (Katusha), Daryl Impey e Stuart O’Grady (Orica-GreenEdge), Mauro Finetto (Vini Fantini), Matthieu Sprick (Argos-Shimano), e Mirko Selvaggi (Vacansoleil), che sarebbe quasi certamente arrivata al traguardo se non fosse stato per la presenza di Nocentini, 19° nella generale a 3′05” da Chris Froome, che ha fatto sì che il Team Sky non lasciasse troppo spazio agli uomini di testa. Sulle varie salite il gruppo di testa si è selezionato con il sorprendente Dumoulin, 22enne olandese noto principalmente per le sue doti di cronoman, e un Cunego che ha collezionato 400 km di fuga negli ultimi due giorni ed è stato ricompensato con la conquista della maglia verde di miglior scalatore, che per diversi km sono rimasti soli al comando per poi essere raggiunti da Visconti, Intxausti, Martínez, Impey e Selvaggi mentre tutti gli altri sono stati via via risucchiati dal plotone, che a sua volta si è ridotto a una cinquantina di unità.
A 40 km dal traguardo il vantaggio del sette fuggitivi era ancora vicino ai 3′ e, una volta ripreso Nocentini, il Team Sky non aveva più interesse a tirare ma la Cannondale di Peter Sagan e la Vini Fantini di Mauro Santambrogio si sono portate al comando e, approfittando di una quindicina di km pianeggianti e di una collaborazione che è andata scemando nel gruppetto di testa, ha ridotto drasticamente il ritardo prima dell’ultimo passaggio sul muro di Sant’Elpidio in cima al quale è avvenuto il ricongiungimento, con Intxausti e Dumoulin ultimi ad arrendersi. Su queste rampe si è scatenata la battaglia tra gli uomini di classifica con Vincenzo Nibali (Astana) che si è mosso in prossimità della vetta seguito da un ritrovato Samuel Sánchez, da un brillantissimo Sagan, dal vincitore della tappa di Chieti Joaquim Rodríguez (Katusha), da Chris Horner (RadioShack), da Santambrogio e da un comunque non troppo pimpante Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) mentre è andato a sorpresa in grande difficoltà Froome, che ha risentito probabilmente delle avverse condizioni meteo, e con lui tutta la sua squadra: il solo Sergio Henao è riuscito per qualche centinaio di metri a supportare la maglia blu che in seguito si è parzialmente ripresa andando a riprendere un gruppetto inseguitore comprendente tra gli altri Cadel Evans e un Thor Hushovd (Bmc) in grande crescita di condizione in vista delle classiche del Nord, il quarto della generale Michal Kwiatkowski (Omega-QuickStep), Domenico Pozzovivo (Ag2r), Przemyslaw Niemiec e Daniele Pietropolli (Lampre) e Bauke Mollema (Blanco), il cui ritardo ha però continuato a salire rispetto a uno scatenato Nibali, che nella breve ma molto tecnica discesa ha fatto ulteriore selezione con i soli Sánchez e Sagan in grado di rimanergli in scia. Sullo strappo di Casette d’Ete, ultima salita di giornata con la vetta posta a 11 km dal traguardo, si sono ulteriormente rimescolate le carte con Rodríguez che in solitudine si è riportato su Nibali e Sagan mentre Sánchez ha ceduto ed è stato ripreso da Santambrogio, Horner e da un Contador che ha faticato moltissimo per non perdere le ruote del comasco e dello statunitense e la situazione non è più cambiata se non per i distacchi fino a Porto Sant’Elpidio, in cui come era prevedibile Sagan non ha avuto problemi a regolare i due compagni di fuga: impressionante in ogni caso in una tappa così duraa la prestazione del 23enne slovacco, al secondo successo in questa Tirreno-Adriatico dopo quello della tappa di Narni Scalo in una volata di gruppo, che dimostra di poter puntare già in questa stagione a vincere non solo tutte le classiche del Nord ma probabilmente anche gare che al momento sembravano essergli precluse come la Freccia Vallone e soprattutto la Liegi-Bastogne-Liegi. Alle spalle del fenomeno della Cannondale hanno chiuso con 2” di distacco Nibali, che ne ha così conquistati anche 6 di abbuono, e Rodríguez mentre il gruppetto con Santambrogio, Sánchez, Horner e Contador ha chiuso a 44” ed è stato quasi raggiunto da quello di Froome arrivato a 50” e regolato da Jurgen Roelandts (Lotto Belisol), altro atleta da tenere d’occhio nelle prossime corse, su Hushovd e Simon Geschke (Argos-Shimano).
Grazie alla sua splendida azione Nibali ha ipotecato il secondo successo di fila nella classifica generale della Tirreno-Adriatico che, alla vigilia dei 9,2 km della crono conclusiva di San Benedetto del Tronto, guida con 34” su Froome, 37” su un Rodríguez che a sua volta ha compiuto una grande operazione di classifica che però potrebbe non bastare per il podio finale, 48” su Contador, 58” su Kwiatkowski e 1′05” su Horner: sarà invece grande battaglia per le piazze d’onore come pure per il successo parziale con Cancellara, dominatore della prova contro il tempo un anno fa, e Tony Martin (Omega-QuickStep) uomini da battere e il parmigiano Adriano Malori (Lampre-Merida) pronto ad inserirsi.

Marco Salonna

Sagan vince la decisiva tappa di Porto SantElpidio (foto Bettini)

Sagan vince la decisiva tappa di Porto Sant'Elpidio (foto Bettini)

25-11-2023

novembre 26, 2023 by Redazione  
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A GUATEMALA

Il guatemalteco Alder Torres (Muni Fraijanes) si è imposto nella nona tappa, Barraneché – Antigua Guatemala (Cerro de la Cruz), percorrendo 133.9 Km in 3h09′13″, alla media di 42.46 Km/h. Ha preceduto di 1′43″ il costaricense Sebastian Brenes (7C – Economy – Lacoinex) e di 1′45″ il colombiano Cristian Yesid Bustos (Asociacion de Quetzaltenango – Ceramicas Castelli). Nessun italiano in gara. Il guatelmalteco Gerson Toc (Decoba-ASO Quetzaltenango) è ancora leader della classifica con 2′24″ sull’ecuadoriano Byron Guamá (Movistar – Best PC) e 2′53″ sull’ecuadorian Stalin Wladimir Puentestar (nazionale ecuadoriana)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XVII: CAMAIORE 2013

novembre 25, 2023 by Redazione  
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La Toscana porta bene a Sagan. Dopo aver fatto suo il Gran Premio Industria e Commercio di Prato ora va a segno al Gran Premio Città di Camaiore, la corsa lucchese che l’anno successivo chiuderà la sua ultrasessantentale storia per concentrare gli sforzi economici nell’organizzazione della Grande Partenza della Tirreno-Adriatico

PETER SAGAN RE DEL GP CAMAIORE 2013

La zampata di un grande nome era nell’aria, ma forse nemmeno i bookmakers avrebbero quotato con sicurezza una grande vittoria di Peter Sagan già il 28 di Febbraio. Anche perché alla classica toscana, giunta alla 64esima edizione, la prima corsa a Febbraio, erano presenti veramente tutti i big pronti a dare spettacolo in questo 2013. Oltre a Sagan, hanno preso il via Gadret, Nibali, Cunego, Andy Schleck, Denis Menchov e molti altri. Grandissima prova dei nostri Ulissi e Nocentini, che però nulla hanno potuto contro la giornata di grazia del giovane campione slovacco, e sono stati costretti a spartirsi rispettivamente secondo e terzo gradino del podio.

Gran Premio Città di Camaiore, basta solamente il nome per evocare nella mente degli appassionati di ciclismo una classica molto ambita e prestigiosa. E’ sufficiente scorrere i nomi dell’Albo d’Oro per trovarne conferma: Eddy Merckx, Gianni Bugno, Giuseppe Saronni, Francesco Moser, Paolo Bettini, sono solo alcuni vincitori di prestigio della corsa toscana. Corsa che proprio quest’anno ha mutato faccia costringendo i partecipanti a cambiare abbigliamento: dalla data estiva, solitamente intorno alla metà di Agosto, la gara è stata anticipata infatti ad inizio di stagione, per l’ultimo giorno di Febbraio, dunque in pieno Inverno. Decisione questa presa sia da parte del Comune di Camaiore con l’intenzione di creare nel territorio un flusso di turismo anche in inverno, sia da parte dell’Uci che ha apprezzato e approvato l’idea di farla diventare una specie di “tappa di preparazione” alle corse di rilievo che si disputano nello stesso periodo (Tirreno-Adriatico, Eroica), dando così prestigio alla lista partenti. Scelta tuttavia che ha fatto un po’ storcere il naso agli appassionati: se è vero come è vero che l’elenco partecipanti di quest’anno è davvero ricco di nomi di prima fascia, il richiamo turistico difficilmente potrà mai essere in questo periodo dell’anno maggiore che in Agosto per una famosissima località marittima toscana.
Il percorso. Il percorso dell’edizione numero 64 si snoda come da tradizione nel cuore pulsante della Versilia: la prima parte è un circuito pianeggiante da ripetere due volte, lungo tutto il litorale, mentre la seconda parte presenta un altro circuito, da ripetere 5 volte, che prevede la classica scalata al Monte Pitoro. Finale vallonato sulle bellissime colline toscane, con un tratto in discesa e poi una lieve contropendenza verso Montemagno, poi discesa fino a Camaiore per il traguardo in Via Oberdan, per un totale di 183 Km.
La cronaca. Non passano molti metri che la fuga buona evade: fra i fuggitivi, Taylor Phinney (BMC), Stefano Agostini (Cannondale), Maxim Belkov (Katusha), Alessandro Proni (Fantini-SelleItalia) e Pedro Paulinho (Ceramica Flaminia). Il gruppo avanza in surplace lasciando ai fuggitivi addirittura un vantaggio massimo di 10 minuti, prima che le squadre dei big, Astana e Lampre-Merida in particolare, comincino a prendere le redini della rincorsa. Il ritmo inizia ad essere sostenuto, in testa e per il gruppo all’inseguimento: a farne le spese è il portoghese Paulinho che durante la quarta ascesa del Monte Pitoro, perde le ruote dei 4 compagni di fuga e viene riassorbito dal plotone. La sorte dei rimanenti fuggitivi però, è simile: il loro tentativo dura fino al Km 168, quando il gruppo, già scremato – anche di pesci grossi come Andy Schleck – dal lavoro asfissiante delle squadre di punta, riassorbe gli avventurieri. La corsa attacca quindi per l’ultima volta l’ascesa al Monte Pitoro: il più forte in salita è Michele Scarponi, che scollina per primo al GPM, ma sulla sua ruota è chirurgica la presenza di Peter Sagan, che a buon ragione aveva fiutato l’occasione giusta. Si forma così un gruppetto di testa composto da una decina di unità, fra cui anche Vincenzo Nibali, che prova a sfruttare la sua più grande dote, la discesa, attaccando giù dal Pitoro. Il suo tentativo però non va a segno, e si giunge così in Via Oberdan ad una volata a ranghi ristretti: inutile dire che Sagan è l’assoluto dominatore, e che agli altri non restano che i piazzamenti. Dietro lo slovacco, grandissima volata tutta italiana fra Ulissi e Nocentini, con il primo a spuntarla e guadagnare così la piazza d’onore. Ottima prova per i colori azzurri, con ben altri 4 fra i primi 10: 5° Mauro Santambrogio della Vini Fantini, 7° Francesco Reda della Androni Venezuela, 9° Giampaolo Caruso della Katusha e 10° Moreno Moser della Cannondale.
Queste le dichiarazioni di Sagan a fine gara: “E’ stata una vittoria costruita strada facendo e con il grande contributo dei miei compagni. Giro dopo giro sentivo che la condizione migliorava e ho preso morale. Agostini è stato bravissimo andando in fuga e mettendo la squadra nella situazione di non doversi dannare. Quando ci siamo ricompattati, sull’ultima ascesa, Moser è stato eccezionale chiudendo tutti gli attacchi e portando il gruppetto ad un arrivo in volata. A quel punto toccava a me tirare fuori il massimo e vincere“.
Per Peter Sagan è già il terzo successo stagionale nel 2013 dopo le due tappe vinte al Tour of Oman, ma questo ha un’importanza particolare: è una grande iniezione di fiducia in vista di un’altra grande classica, la Strade Bianche, come da lui stesso dichiarato.
“Il GP di Camaiore è stata la corsa giusta per riprendere ritmo di corsa e migliorare la condizione. La Strade Bianche mi piace molto e mi piacerebbe fare un buon risultato. E’ una corsa speciale, simile ad una classica belga, e come tale c’è bisogno anche di fortuna per emergere. Non voglio creare troppe aspettative: vedremo sabato come starò e come si metterà la corsa“.
Non resta che aspettare.

Lorenzo Alessandri

24-11-2023

novembre 25, 2023 by Redazione  
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A GUATEMALA

Il guatemalteco Esdras Morales (Hino-One-La red-Suzuki) si è imposto nell’ottava tappa, Momostenango – Pamezabal, percorrendo 130 Km in 3h08′27″, alla media di 41.390 Km/h. Ha preceduto di 12″ il colombiano Juan Diego Alba (Movistar – Best PC) e di 17″ il connazionale Amilcar Mendez (Asociacion de Quetzaltenango – Ceramicas Castelli). Nessun italiano in gara. Il guatelmalteco Gerson Toc (Decoba-ASO Quetzaltenango) è ancora leader della classifica con 2′21″ sugli ecuadoriani Byron Guamá (Movistar – Best PC) e Stalin Wladimir Puentestar (nazionale ecuadoriana)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XVI: TOUR OF OMAN 2013

novembre 24, 2023 by Redazione  
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Come l’anno precedente, anche la stagione 2013 inizia lontano dall’Europa. Dopo aver disputato in Argentina il Tour de San Luis, dove aveva ottenuto come miglior piazzamento il secondo posto nella frazione conclusive, torna a schierarsi al via del Giro dell’Oman, dove dodici mesi prima aveva ottenuto la sua prima vittoria stagionale. Sarà così anche nel 2013, ma stavolta concede il bis il giorno successivo

2a TAPPA: FANJA IN BIDBID – AL BUSTAN

AD AL BUSTAN ESCE IL NOME DI PETER SAGAN. ED E’ TRIONFO

Prova maiuscola del talento slovacco della Cannondale che con un’azione di classe mista a potenza si aggiudica la seconda tappa del Tour of Oman anticipando la volata e issandosi così in vetta nella classifica generale. Una tappa simile per tre quarti a quella inaugurale, ma che negli ultimi 25 km si è rivelata molto interessante grazie a due strappetti che hanno animato la corsa spezzettando il gruppo e facendolo rimescolare continuamente nelle prime posizioni. A due km dal traguardo, poi, la stoccata vincente del campione di Zilina.

La seconda tappa del Tour of Oman, con l’arrivo di Al Bustan, differiva dalla prima sostanzialmente per due gpm posti negli ultimi 25 km. Due rampette, Al Hamriya e Al Jissa , non durissime ma che hanno scremato il gruppo sotto i ripetuti attacchi di SKY e Cannondale, lasciando staccati i velocisti e conferendo alla classifica generale un nuovo assetto. Il copione della prima parte della tappa non si discostava di molto da quello di ieri, dal momento che troviamo due uomini in avanscoperta: il giapponese Tomohiro Kinoshita e l’olandese Traksel , già in fuga ieri ed evidentemente deciso a rinforzare il primato nella classifica della combattività. I setti minuti, vantaggio massimo della fuga, vengono erosi progressivamente e del tutto annullati verso l’ascensione lungo il primo gpm di giornata, Al Hamriya, a circa 25 km dall’arrivo. Marcel Kittel si stacca quasi subito dovendo così dire addio ai sogni di gloria in classifica generale e con lui la maggior parte dei velocisti. Emergono così dal gruppo nomi interessanti che si alternano nei primi posti. In particolare la SKY con Wiggins, Kennaugh e Porte, l’Astana con Grudzev e Nibali e ovviamente la Cannondale, con Sagan in rampa di lancio e pronto a sferrare l’attacco sul secondo e ultimo gpm di Jissa, ai meno 6 km dal traguardo. Ma prima, un po’ di gloria la ottiene anche Daryl Impey, il sudafricano dell’Orica GreenEdge che con uno scatto secco riesce a arrivare da solo sul predetto gpm ma non a fare la differenza nelle fasi conclusive della corsa, incentrata adesso sull’azione ai meno 5 km del duo Contador-Nocentini, che rinviene sul sudafricano e traina con sè una quindicina di altri ciclisti, tra cui si segnalano Nibali, Marcato, Froome, Bouhanni – uno dei pochi uomini veloci a resistere sui gpm conclusivi – e Sagan. E propio lui, Peter Sagan, uno degli uomini più temuti in arrivi come quello di oggi, non aspetta la volata ma con uno scatto secco ai meno 2 km saluta e se ne va in un assolo imperiale verso la prima vittoria stagionale. L’Oman dice bene al talento slovacco della Cannondale, che come lo scorso anno, raccoglie la sua prima vittoria stagionale nella seconda tappa di questa corsa. Secondo a cinque secondi il francese Gallopin, terzo lo svizzero Elmiger e si segnala anche il quarto posto di Vincenzo Nibali, che dimostra così di tenere alla classifica anche in ricordo dell’anno scorso, quando si classificò secondo in classifica generale a solo un secondo dal vincitore Velits, slovacco come Sagan. L’ordine d’arrivo si riflette nella classifica generale e grazie agli abbuoni Sagan ha 9 secondi di vantaggio su Gallopin, 11 su Elmiger e 15 su Nibali, mentre Bouhanni, quinto a 17 secondi, prova a resistere su un percorso di una corsa che non gli si addice e che vedrà la tappa clou nella Al Saltiyah in Samail – Jabal Al Akhdhar (Green Mountain) di dopodomani. Nel frattempo, domani è in programma la terza tappa, sulla carta favorevole ai velocisti, che non dovrebbe cambiare di molto la classifica generale.

Antonio Scarfone

3a TAPPA: NAKHAL FORT – WADI DAYQAH DAM

SAGAN BISSA IL SUCCESSO IN OMAN. E’ SUA LA TERZA TAPPA

Grande prova del talentuoso slovacco che batte in volata Van Avermaet e Gallopin dopo una tappa caratterizzata da una fuga ‘a esclusione’ e resa interessante da un finale ondulato. Primato in classifica rinforzato per lo slovacco della Cannondale ed ora occhi puntati alla tappa di domani, sulla carta la più impegnativa, con l’arrivo in salita verso Green Mountain, dove probabilmente si deciderà la corsa araba.

La terza e più lunga tappa del Tour of Oman ha rivestito, anche se non del tutto, come vedremo più avanti, i crismi di interlocutorietà pronosticati alla vigilia, visto che la corsa araba dovrebbe decidersi al 99% nella tappa di domani con arrivo sulla Green Mountain. I 190 km da Nakhal Fort a Wadi Daykah Dam prevedevano infatti un solo gpm, per di più a 100 km dall’arrivo, nell’insieme di una tappa che recitava la parte delle due già trascorse, nelle quali ad una fuga iniziale si contrapponeva il ritorno progressivo del gruppo che avrebbe sparato le migliori cartucce nei km conclusivi. La fuga di oggi, composta da quattro ciclisti, ha visto la presenza immancabile dell’olandese Traksel, sempre più vicino alla conquista della maglia della combattività, corroborata ulteriormente dai punti ottenuti al passaggio in prima posizione al primo sprint intermedio, il giapponese Hatanaka (Japan team), il cinese Jang (Champion System) e l’italiano Christian Delle Stelle (Bardiani Valvole-CSF Inox) reduce dal Tour of Qatar e migliore dei fugaioli in classifica generale a 2 minuti e 21 secondi da Sagan. Una fuga che ha avuto un vantaggio massimo di nove minuti, tenuta sempre sotto controllo dalla Cannondale che scandiva con regolarità il ritmo del gruppo. Più o meno a metà corsa, il gpm di Bousher Alamrat vedeva l’allungo solitario di Delle Stelle, raggiunto nella discesa successiva da Hatanaka e Jang, mentre Traksel veniva inghiottito da un gruppo che evidentemente non aveva intenzione di lasciare troppa strada ai fuggitivi. Tra il rifornimento e il secondo sprint intermedio non vi era molto da segnalare, se non il costante controllo mantenuto dal gruppo sui tre restanti fuggitivi, che si manteneva intorno ai quattro minuti. Quindi Delle Stelle passava per primo al secondo sprint intermedio, dopodiché il cinese Jang era costretto ad alzare bandiera bianca a causa dei crampi. La fuga a esclusione, che aveva già perso Traksel, era a questo punto composta da due soli ciclisti a meno 45 km dal traguardo. Ai meno 20, anche Delle Stelle, con il gruppo in forte recupero, si rialzava lasciando a se stesso il giapponese Hatanaka, che infine veniva ripreso ai meno 14 km dall’arrivo. La guerra per le prime posizioni era già iniziata, con SKY, Omega Pharma, Astana e Cannondale le più attive in testa al gruppo. Un allungo di Brett Lancaster (Orica GreenEdge) ai meno 8 km portava il forte ciclista australiano ad accumulare un vantaggio massimo di una decina di secondi tra gli 8 e i 5 km all’arrivo, finchè il gruppo, guidato in primis da SKY e BMC, rinveniva prepotentemente sul fuggitivo preparando le grandi manovre per la volata finale. Ma gli ultimi tre km davano ancora emozioni, poiché la strada ondulata anche questa volta traeva in inganno la maggior parte dei velocisti, a vantaggio di uomini più dotati che, scattando, riuscivano a formare un gruppetto di poche decine di unità. Un invito a nozze, come ieri, per Peter Sagan, che batteva sul traguardo un coriaceo Greg Van Avermaet. Al terzo posto si classificava Tony Gallopin e al quarto Alberto Contador mentre quinto e primo degli italiani si segnalava un redivivo Marco Marcato, anch’egli a suo agio in arrivi come questo. Nella top ten da annotare anche i nomi di Philippe Gilbert, settimo, che evidentemente inizia a testare la gamba in vista degli impegni più severi di marzo, e di altri due italiani, Pasqualon e Nocentini, rispettivamente sesto e ottavo, mentre Vincenzo Nibali si piazzava in undicesima posizione. A conti fatti, Peter Sagan fa il pieno: è ora leader nella classifica generale, rinforzata grazie agli abbuoni – ha ora un vantaggio di 16 secondi su Gallopin e di 26 secondi su Van Avermaet – nella classifica a punti e nella classifica di miglior giovane, mentre all’olandese Traksel resta – si fa per dire – la maglia della combattività. Tutti adesso a guardare con interesse alla tappa di domani, con l’arrivo all’insù della Green Mountain. La classifica generale è ancora abbastanza corta e siamo curiosi di vedere se Peter Sagan riuscirà a tenere testa agli attacchi che inevitabilmente verranno portati ai suoi danni lungo la scalata finale.

Antonio Scarfone

Sagan vince la seconda tappa del Tour of Oman 2013 (foto Bettini)

Sagan vince la seconda tappa del Tour of Oman 2013 (foto Bettini)

23-11-2023

novembre 24, 2023 by Redazione  
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A GUATEMALA

Il colombiano Cristian Yesid Bustos (Asociacion de Quetzaltenango – Ceramicas Castelli) si è imposto nella settima tappa, La Esperanza – Esquipulas Palo Gordo, percorrendo 124.6 Km in 3h11′03′, alla media di 39.13 Km/h. Ha preceduto di 4″ il costaricense Kevin Rivera (Work Service – Vitalcare – Dynatek) e di 21″ il guatemalteco Esdras Morales (Hino-One-La red-Suzuki). Nessun italiano in gara. Il guatelmalteco Gerson Toc (Decoba-ASO Quetzaltenango) è ancora leader della classifica con 2′21″ sugli ecuadoriani Byron Guamá (Movistar – Best PC) e Stalin Wladimir Puentestar (nazionale ecuadoriana)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XV: TOUR DE FRANCE 2012

novembre 23, 2023 by Redazione  
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Dopo aver preso le misure ai grandi giri l’anno prima alla Vuelta, dove si era imposto in tre tappe, per Peter Sagan è venuto il momento del debutto al Tour. E anche in terra di Francia fa sue tre frazioni, condendo il tutto con tre secondi posti e un terzo piazzamento che alla fine gli varranno la conquista della maglia verde di leader della classifica a punti: la conquisterà altre sei volte divenendo il corridore che l’ha indossata più volte sul traguardo finale di Parigi, surclassando di una unità il precedente primato del tedesco Erik Zabel.

1a TAPPA: LIEGI – SERAING

CANCELLARA SHOW, MA QUESTO SAGAN NON SI BATTE

Epilogo spettacolare in quel di Seraing con la maglia gialla che sul tratto più duro dello strappo finale opera una progressione impressionante alla quale resistono solo Boasson Hagen e lo slovacco che ha facilmente la meglio in volata sull’elvetico e sul norvegese. Solo 4° l’enfant du pays Gilbert, staccati Leipheimer e Froome

Seguendo un copione inaugurato nella passata stagione il Tour de France presenta tracciati interessanti dal punto di vista altimetrico fin dai primissimi giorni di gara, a iniziare da quello della prima frazione, 198 km da Liegi a Seraing con 4 gpm di quarta categoria e diversi altri strappetti disseminati lungo il percorso, non tali comunque da provocare selezione, e soprattutto gli ultimi 2,4 km di salita verso il traguardo, caratterizzati nella fase iniziale da rampe fino al 7% e da un tratto in pavè mentre l’ultimo km era decisamente più pedalabile con una pendenza intorno al 3%. Per lunghi tratti la corsa, al di là di qualche goccia di pioggia caduta sui corridori intorno a metà percorso, ha avuto un andamento tranquillo con la fuga di Edet (Cofidis), Bouet (Ag2r), Gene (Europcar), Delaplace (Saur-Sojasun), Urtasun (Euskaltel) e Morkov (Saxo Bank-Tinkoff), che con le volate sui vari gpm ha conquistato la prima maglia a pois, e il gruppo che ha controllato la situazione guidato costantemente dalla RadioShack della maglia gialla Cancellara, se si eccettua il momento dello sprint intermedio sul quale Edet è transitato per primo mentre la volata del plotone ben più interessante in chiave maglia verde è stata vinta da Goss (Orica-GreenEdge) su Cavendish (Sky) e Greipel (Lotto-Belisol).
A 20 km dal traguardo, con i fuggitivi ormai in procinto di essere ripresi dopo aver avuto un vantaggio massimo di poco inferiore ai 5′, la corsa si è accesa per via del vento laterale e di due cadute in rapida successione che hanno coinvolto tra gli altri Siutsou (Sky), Monfort (RadioShack), Rojas e Karpets (Movistar) e Luis Leon Sanchez (Rabobank), comunque tutti ripartiti malgrado il campione spagnolo a cronometro abbia riportato conseguenze a un polso e sia giunto al traguardo in forte ritardo; anche Peraud (Ag2r), decimo in classifica generale un anno fa, e Valverde (Movistar) sono rimasti attardati ma nel giro di qualche km sono riusciti a rientrare. Sono state dapprima la Lotto-Belisol di Vanendert, con un Greipel che si è messo a disposizione del belga e le cui trenate hanno portato al ricongiungimento con i sei battistrada, e quindi l’Orica-GreenEdge di Gerrans e Albasini ad approcciare gli ultimi 2,4 km in testa al gruppo; proprio il ticinese ha risposto a uno scatto di Chavanel (Omega-QuickStep) con anche Evans (Bmc) nelle primissime posizioni ma a fare la differenza sul tratto in pavè a lui più congeniale è stato Cancellara che senza alzarsi sui pedali ha imposto un’andatura folle alla quale il solo Sagan (Liquigas) è riuscito a replicare mentre Boasson Hagen (Sky) è rimasto per centinaia di metri a bagnomaria tra la coppia di testa e il gruppo inseguitore guidato da Evans, apparso comunque non molto reattivo della progressione dell’elvetico, prima di ricongiungersi con grande fatica a 600 metri dal traguardo. Similmente a quanto accaduto nella Milano-Sanremo, in cui è stato beffato da Gerrans, Cancellara ha tirato dritto incurante dei due atleti che aveva a ruota e inevitabilmente nulla ha potuto di fronte a Sagan che è uscito negli ultimi 150 km e si è imposto nettamente davanti allo svizzero e a un esausto Boasson Hagen che non ne ha avuta per contrastare i rivali; il 22enne slovacco ha così confermato il suo stato di grazia conquistando il 14° successo stagionale nonchè l’11° nell’ultimo mese dopo le cinque tappe del Giro di California, le quattro del Tour de Suisse e il campionato nazionale slovacco.
La volata degli inseguitori, che negli ultimi metri hanno chiuso il buco con i primi tre concludendo dunque con lo stesso tempo, è stata vinta da Gilbert (Bmc), che ha dato il massimo sulle strade di casa ma conferma di non avere la condizione della passata stagione, davanti a uomini di classifica come Mollema (Rabobank), già molto brillante nel prologo di Liegi, Valverde, Gesink (Rabobank), Daniel Martin ed Hesjedal (Garmin); anche i nostri Nibali e Basso (Liquigas) e Scarponi (Lampre) hanno chiuso nel gruppo di testa composto da 48 corridori mentre Leipheimer (Omega-QuickStep) e il vincitore del Tour de Suisse Rui Costa (Movistar) hanno chiuso con un ritardo di 17”, Kruijswijk (Rabobank) e Cobo (Movistar) di 23”, Horner (RadioShack) di 55” e Froome (Sky), penalizzato da una foratura a 7 km dal traguardo, di 1′25”. La nuova classifica generale vede Cancellara sempre in giallo con 7” su Wiggins e Chavanel, 10” su Van Garderen, 11” su Boasson Hagen, 13” su Menchov e Gilbert, 17” su Evans e 18” un Nibali risalito al 9° posto e, per quanto al Tour de France le sorprese siano all’ordine del giorno, non dovrebbe mutare al termine della seconda tappa, 207,5 km quasi interamente pianeggianti da Visè a Tournai in cui si spera che il nostro Petacchi possa contendere il successo ai vari Cavendish, Goss, Sagan, Greipel e compagnia.

Marco Salonna

3a TAPPA: ORCHIES – BOULOGNE-SUR-MER

SAGAN SENZA RIVALI A BOULOGNE-SUR-MER

Lo slovacco si impone per distacco nello strappo conclusivo della terza tappa del Tour de France, contrassegnata da diverse cadute e da un finale estremamente concitato. Fabian Cancellara difende la maglia gialla, mentre perdono tempo prezioso Christian Vande Velde e Thomas Voeckler.

Con la terza tappa, da Orchies a Boulogne-sur-Mer di 197 Km, il Tour torna stabilmente in territorio francese, regalando un finale appassionante. Dopo una prima metà pianeggiante, il percorso prevedeva infatti sei GPM negli ultimi 70 Km e, soprattutto, ben quattro negli ultimi 16 Km, con solamente due chilometri di pianura tra la fine della discesa del penultimo colle di terza categoria e lo strappo finale, che in 700 m al 7,4% porta al traguardo di Boulogne-sur-Mer.
La tappa è stata caratterizzata da una lunga fuga di cinque uomini, partita già al Km 5: il danese Michael Morkov (Saxo Bank – Tinkoff), all’attacco in ciascuna di queste prime tre tappe e intenzionato a difendere la maglia a pois, l’ucraino Andriy Grivko (Astana), il miglior piazzato nella generale e per tantissimi chilometri maglia gialla virtuale, i francesi Sébastien Minard (AG2R La Mondiale) e Giovanni Bernaudeau (Europcar) e lo spagnolo Ruben Perez Moreno (Euskaltel – Euskadi). La fuga arriva ad avere un vantaggio massimo di 5:07m, mentre il gruppo controlla con tranquillità, tirato da Radioshack – Nissan (Popovyich e Voigt) e Liquigas (Szmyd).
Un primo sussulto di emozioni si ha allo sprint intermedio di Senlecques (Km 119): se i fuggitivi transitano senza disputare la volata, tra i velocisti del gruppo si scatena la bagarre per accaparrarsi i dieci punti ancora in palio per la maglia verde. Mark Cavendish (Sky) si impone piuttosto facilmente davanti a Van Hummel (Vacansoleil – DCM) e Sagan, con il britannico che battibecca con l’olandese per una leggera scorrettezza involontaria.
Morkov transita per primo sulla Côte de L’Éperche (cat. 4) e sulla Côte de Mont Violette (cat. 3), mentre al Km 140 una caduta a centro gruppo coinvolge diversi corridori, costringendo al ritiro Kanstantin Sivtsov (Sky). Compaiono in testa al gruppo a lavorare anche la Movistar e la Katusha e quando mancano 41 Km alla conclusione il vantaggio della fuga scende finalmente sotto i tre minuti.
Tra i fuggitivi si rompe l’accordo e, sulla spinta di Grivko, Bernaudeau si stacca. Nel frattempo al Km 168 un’altra caduta coinvolge la prima parte del gruppo: Gerrans (GreenEdge) e Caruso (Katusha) riescono a ripartire, mentre José Rojas abbandona il Tour. Il gruppo maglia gialla risulta spezzato in diversi tronconi e tra gli attardati rimangono anche Thomas Danielson e Christian Vande Velde (Garmin – Sharp) e Thomas Voeckler (Europcar), che non riescono a ricucire e arriveranno al traguardo staccati.
All’inizio della Côte de Herquelingue (cat. 4) dalla testa della corsa si staccano anche Perez e Minard, mentre Morkov resiste alle progressioni di Grivko e riesce a transitare nuovamente primo al GPM. I due fuggitivi insistono e riescono a scollinare con qualche secondo di margine anche sulla Côte de Quéhen (cat. 4), preda ancora del danese, ma nell’immediatamente successiva Côte du Mont Lambert (cat. 3) vengono ripresi dal forcing di Ivan Basso (Liquigas), che screma notevolmente l’ormai esiguo gruppo maglia gialla e impedisce gli scatti. È durante la discesa, quando restano solamente 5,5 Km da compiere, che scatta Sylvain Chavanel (Omega Pharma – Quick Step), riuscendo a creare un gap di una dozzina di secondi. La BMC e poi la Radioshack controllano tuttavia la corsa e tengono nel mirino il francese, ripreso proprio all’inizio della rampa finale. Sono molti i corridori che vogliono giocarsi la tappa e, allo scatto potente di Wouter Poels (Vacansoleil – DMC), lo sbilanciamento di un corridore della Katusha butta a terra Marco Marcato (Vacansoleil – DMC) e innesca una caduta a catena che coinvolge – senza conseguenze – anche Bradley Wiggins (Sky). Vengono scompaginati tutti i piani, ma Peter Sagan (Liquigas) ha la lucidità di trovare anche oggi l’attimo giusto per partire e fa nettamente la differenza, mentre Poels sbaglia completamente l’ultima curva. Lo slovacco stacca con facilità tutti di ruota e arriva dopo essersi rialzato e aver inventato una nuova esultanza, conquistando la sua quindicesima vittoria stagionale. Alle sue spalle Edvald Boasson Hagen (Sky) ha la meglio in volata su Peter Velits (Omega Pharma – Quick Step) e Fabian Cancellara (Radioshack – Nissan), con Albasini, Evans, Roche, Sanchez e tutti i migliori appena dietro. Wiggins e gli altri corridori attardati dalla caduta arrivano dopo oltre 40”, ma come da regolamento ricevono lo stesso tempo del vincitore. A causa delle cadute degli ultimi 30 Km perdono invece del tempo prezioso Christian Vande Velde (Garmin – Sharp, +2’08”) e Thomas Voeckler (Europcar, + 7’27”), apparso comunque ben poco brillante.
Non cambia praticamente nulla nella testa della classifica generale, capeggiata da Cancellara, mentre Sagan allunga con decisione nella classifica della maglia verde, portandosi a 43 punti di vantaggio da Cavendish. Da rimarcare il numero di Michael Morkov: oltre ad essersi portato a 9 punti nella classifica della maglia a pois, il danese ha già superato i 530 Km di fuga in questo Tour de France.
Domani la quarta tappa porterà i corridori da Abbeville a Rouen (214,5 Km): i quattro GPM di quarta categoria disseminati nella prima parte del percorso non dovrebbero intimorire i velocisti, ma un dente nel finale potrebbe trasformarsi nel trampolino di lancio per qualche finisseur.

Giorgio Vedovati

6a TAPPA: ÉPERNAY – METZ

SAGAN FIRMA LA TRIPLETTA

Il corridore della Liquigas si impone nettamente a Metz battendo un ammaccato Greipel. Tra le tante cadute di giornata una nel finale lascia nettamente attardati tanti pretendenti alla maglia gialla, con Frank Schleck che perde 2’09” e Gesink 3’31”. Cancellara ancora in maglia gialla.

In attesa delle prime vere montagne di questo Tour de France 2012, la sesta tappa in linea ha portato i corridori da Épernay a Metz: 205 Km dalla regione dello Champagne al dipartimento della Mosella, con un’unica asperità contrassegnata dal GPM (Côte de Buxières) e giusto qualche tratto mosso, specie nella seconda metà del percorso.
Quest’oggi le cadute sono iniziate ancor prima dell’avvio ufficiale della tappa: nel tratto neutralizzato di Épernay sono infatti finiti a terra, tra gli altri, Richie Porte (Sky) e Jurgen Van den Broeck (Lotto-Belisol), che fortunatamente non hanno riportato gravi conseguenze. Al Km 5 va in fuga l’americano Dave Zabriskie (Garmin-Sharp), raggiunto presto dal nostro Davide Malacarne (Europcar), dal belga Romain Zingle (Cofidis) e dall’olandese Karsten Kroon (SaxoBank-Tinkoff). Il quartetto guadagna subito un bel margine rispetto al gruppo e Malacarne, il meglio posizionato nella classifica generale (66° a 3’34” da Cancellara), già al Km 20 di corsa diventa maglia gialla virtuale.
Mentre il plotone procede tranquillo tirato dagli uomini della Radioshack-Nissan, al Km 35 si verifica una nuova caduta: restano coinvolti corridori molto importanti come André Greipel (Lotto-Belisol), Robert Gesink (Rabobank), Alejandro Valverde e José Ivan Gutierrez (Movistar), Jean-Cristophe Peraud (AG2R La Mondiale), Lieuwe Westra (Vacansoleil-DCM) e Jonathan Cantwell (SaxoBank-Tinkoff), che ripartono tutti con solo qualche ammaccatura, anche se il velocista belga molto dolorante ad un dito e ad una spalla.
Si affacciano a lavorare in testa al gruppo anche le squadre dei velocisti ed in particolare la Lotto-Belisol e la Orica-GreenEdge, dato che il vantaggio del quartetto al comando raggiunge i 6’45” di vantaggio al Km 51, ma ancora al Km 80 la distanza resta di 6’50”. Il gruppo accelera notevolmente verso lo sprint intermedio di Saint-Mihiel (Km 135,5), dove con uno scatto si impone Kroon; la volata per la maglia verde viene lanciata dal treno della Sky, ma è Matthew Goss (Orica-GreenEdge) ad accaparrarsi gli 11 punti ancora a disposizione, precedendo Cavendish (Sky) , Sagan (Liquigas) e Boeckmans (Vacansoleil-DCM), con un distacco di 2’50” dai fuggitivi.
Lungo la pedalabile Côte de Buxières (cat. 4), consistente in 2,7 Km al 3,8% di pendenza media, il gruppo maglia gialla recupera ulteriormente terreno: è Zabriskie a conquistare l’unico punto a disposizione oggi per la maglia a pois, mentre il plotone principale è a solo 1’45”. Proprio sotto lo striscione del GPM, tuttavia, buona parte del gruppo si deve letteralmente fermare a causa dell’ennesima caduta, con Greipel, Farrar (Garmin-Sharp) e Mollema (Rabobank) coinvolti. Moltissimi corridori restano staccati dalla maglia gialla, ma rientrano progressivamente nei chilometri successivi.
La fuga prosegue ormai con ben poche possibilità e rischia di perdere per una foratura Zingle, che tuttavia riesce a rientrare sui compagni di avventura e a proseguire l’azione, quando a 50 Km dall’arrivo il vantaggio è di solo 1’30”.
Al Km 176 altra caduta di gruppo, con decine di corridori a terra e nel prato a bordostrada, che bloccano a lungo le ammiraglie e tengono a lungo fermo anche Frank Schleck (Radioshack-Nissan), apparso per lo meno senza conseguenze dopo la caduta, mentre Ryder Hesjedal (Garmin-Sharp) ha invece vistose abrasioni e resta staccato da solo. Il gruppo maglia gialla rimane così composto da meno di cinquanta corridori, a lungo senza il supporto delle ammiraglie, impegnate a soccorrere i tanti coinvolti nella caduta. Sono stati costretti al ritiro Davide Viganò (Lampre-ISD), Michel Astarloza (Euskaltel-Euskadi) e Thomas Danielson (Garmin-Sharp). Tra i grandi protagonisti sono rimasti attardati notevolmente, oltre a Schleck, anche Robert Gesink (Rabobank), apparso molto dolorante, Brajkovic (Astana), Cavendish e Boasson Hagen (Sky), Cobo e Valverde (Movistar), Rolland (Europcar) e Millar (Garmin-Sharp).
I quattro fuggitivi sono ammirevoli nella loro resistenza, tenendo un margine di una quindicina di secondi per diversi chilometri, e addirittura a 2700m dall’arrivo prova a giocarsi le ultime carte Zabriskie, premiato come il più combattivo di giornata, sfruttando le sue doti di cronoman. Sotto la spinta di Lotto-Belisol, Orica-GreenEdge, Liquigas-Cannondale e Lampre-ISD l’americano viene ripreso a 1300 m dal traguardo ed è la Lotto a lanciare la volata. Attimo di panico quando Boeckmans (Vacansoleil-DCM) rompe la catena e fa un piccolo buco a Greipel e Sagan, ma lo slovacco rimonta con una potenza impressionante e rifila più di una bici al tedesco, che per il dolore dopo la caduta fino a pochi chilometri prima non voleva nemmeno disputare la volata. Al terzo posto il regolarista Goss, quarto Van Hummel (Vacansoleil-DCM) e quinto l’argentino Haedo (SaxoBank-Tinkoff); settimo il nostro Alessandro Petacchi (Lampre-ISD). Peter Sagan difende così ampiamente la classifica della maglia verde (209 pts), davanti a Goss (178 pts), Greipel (167 pts) e Cavendish (129 pts).
Il primo gruppetto degli attardati (con Schleck, Brajkovic, Rolland, Mollema, Valverde), tirato negli ultimi metri da Michele Scarponi (Lampre-ISD), chiude con un ritardo di 2’09”; Gesink perde 3’31”, Hesjedal e Vande Velde (Garmin-Sharp) addirittura 13’24”.
Domani ci sarà il primo arrivo in salita, all’inedita La Planche des Belles Filles (5,9 Km all’8,5%): la classifica generale verrà probabilmente stravolta, ma non è scontato che Cancellara perda la leadership. Sarà inoltre interessante vedere come si comporteranno alcuni attesi protagonisti per la tappa di domani rimasti coinvolti nelle cadute odierne, come Frank Schleck e Robert Gesink.

Giorgio Vedovati

La prima vittoria di Sagan al Tour, sul traguardo di Seraing (foto AFP)

La prima vittoria di Sagan al Tour, sul traguardo di Seraing (foto AFP)

22-11-2023

novembre 23, 2023 by Redazione  
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A GUATEMALA

Il guatemalteco Juan Mardoqueo Vásquez (Hino-One-La red-Suzuki) si è imposto nella sesta tappa, Ciudad Tecún Umán – Totonicapán, percorrendo 142.7 Km in 4h19′13′, alla media di 33.03 Km/h. Ha preceduto di 22″ il colombiano Cristian Yesid Bustos (Asociacion de Quetzaltenango – Ceramicas Castelli) e di 31″ il guatemalteco Sergio Geovani Chumil (Club Ciclista Padronés – Cortizo). Nessun italiano in gara. Il guatelmalteco Gerson Toc (Decoba-ASO Quetzaltenango) è il nuovo leader della classifica con 2′13″ sull’ecuadoriano Stalin Wladimir Puentestar (nazionale ecuadoriana) e 2′21″ sull’ecuadoriano Byron Guamá (Movistar – Best PC).

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