LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XLVIII: TOUR DE FRANCE 2017

dicembre 29, 2023 by Redazione  
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Se la maledizione della maglia iridata esiste davvero al Tour de France 2017 ha assestato un pugno niente male al campione del mondo in carica. La 104° edizione della Grande Boucle era iniziata con il piede giusto per lo slovacco, che aveva vinto alla sua maniera la terza tappa con arrivo in salita a Longwy. Bastano, però 24 ore per buttare all’aria tutti i programmi del campione del mondo, perchè il giorno dopo Sagan viene espulso dalla corsa, con una decisione presa da un collegio di giuria fin troppo zelante secondo molti, per aver provocato la caduta di Mark Cavendish sul traguardo di Vittel. Ad essere criticata anche la scelta di declassare il corridore e poi di annullare il provvedimento un’ora più tardi per assegnarne uno più severo.

3a TAPPA: VERVIERS – LONGWY

SAGAN PERDE IL PEDALE MA NON LO SPRINT: SPRAZZI DI CLASSE A LONGWY

Sarà quello del 2017 il “Tour delle volate”? Così pare sulla carta. Ma con questo Sagan ci possiamo accontentare, nonostante il paradosso di un ciclismo da ultimo km proposto proprio quando si affaccia l’era della diretta integrale.

Quante occasioni sprecate, nel flirt del percorso del Tour con la nervosa campagna delle Ardenne! Un tracciato in generale già generosissimo nel dispensare tappe su tapper per i velocisti eufemisticamente detti “puri” (quelli a cui tremano le gambe se c’è di mezzo un cavalcavia da affrontare), si mantiene timido, quasi represso, finanche nelle tappe che, come quella odierna, per caratteristiche dell’ultimo km sono riservate a corridori più eclettici, esplosivi ma solidi sugli strappi e con il fiuto da classica. Perché non offrire loro qualcosa di più, allora, per scatenare la fantasia e non ridurre tutto a un’ennesima variazione sul tema “sprint”? Regalando magari qualche piccola, minima scossa alla classifica generale? Misteri della cartografia made in ASO, spaventata dall’imprevedibile, ansiosa di servire vittorie su piatti d’argento per le galline dalle uova d’oro, le superstar prolifiche e ben pagate che devono garantire rientro agli sponsor. Con tanti saluti al ciclismo vibrante, vario, insomma di qualità.
Fa piacere veder vincere Sagan, vederlo vincere con un gran numero come oggi fa gola perfino di più: ma più bello ancora sarebbe vederlo trionfare dopo una tappa tesa, tirata, combattuta, con retrogusto di classica da tutto o niente – senza pretendere che della classica si riproponga anche l’intensità, è chiaro. Giusto l’aroma.
Un sogno impossibile su un terreno come quello odierno, che prima del finale prevedeva sporadiche difficoltà enormemente spaziate fra loro, buone solo per distribuire i punti sempre più rituali della maglia a pois, oggi incassati da Brown della Cannondale che succede a Phinney in quest’hobby che sa di riempitivo.
Fuga al guinzaglio, l’unico spunto di interesse tattico emerge intorno ai meno 60 km quando dal gruppo escono in tre, approfittando del farsesco elastico fra gruppo e fuga, che stavano inscenando una gara a chi va più piano (davanti per risparmiarsi, dietro… per non acciuffare la fuga troppo presto e dover gestire nuovi attacchi!). Calmejane, giovane francese in grande spolvero quest’anno, l’inossidabile De Gendt e l’eterno fuggitivo Périchon della piccola Fortuneo evadono per ricongiungersi con i compagni Sicard, della Direct Energie come Calmejane, Hardy della Fortuneo e Adam Hansen, degno alleato di De Gendt alla Lotto per grinta e tenacia.
La combinazione fra forze fresche e fuggitivi trasformati in gregari disposti a sacrificarsi alla morte dilata il margine dell’azione, ma dietro basta poco per dare un giro di vite a squadre totalmente focalizzate su quest’obiettivo come la Sunweb (che praticamente non ha uomini per la generale) o la Bora, che predilige chiaramente Sagan a Majka, oppure a squadroni mostruosi come Quickstep e Sky. Lo strapotere tarpa le ali alla fantasia, su un percorso così timido. In effetti in breve a resistere rimangono solo i “nuovi arrivati” nella fuga (Hardy, al gancio, parziale e breve eccezione). E poco dopo Calmejane approfitta di uno dei pochi strappi seri presenti sul territorio ma nascosti dalla mappa per andarsene da solo, scrollandosi uno a uno di dosso i colleghi d’azione. Forse un errore di gioventù, un eccesso di impulsività: da solo non ha chance; o forse, proprio sapendo di non avere nessuna chance comunque, un po’ di proscenio. In Direct Energie ha come compagno Voeckler, maestro nei vani teatri che mandano in sollucchero il pubblico transalpino, consolandosi così della vacuità tattica del tutto.
Puntualmente Calmejane viene inghiottito a tempo debito dal gruppone e in un attimo ci troviamo proiettati sull’ultima côte, che ci regala per qualche istante, sulle rampe più dure, l’illusione di uno sparpaglio, la violenza di una frustata vera, grazie al forcing di Porte, marcato da Contador e Majka. Proprio quando lo spagnolo sembra andare in debito d’ossigeno, come fosse sul punto di lasciar aprire un buco, lo sciame si ricompone con in bella vista, tra gli altri, Fuglsang, Thomas, Van Avermaet, Matthews, Dan Martin, Boasson Hagen – e Sagan. Il campione del mondo aveva bordeggiato al largo, ma quando si arriva al quid della questione si materializza in prima linea. Non si sono visti Froome, Aru, Quintana, fra gli uomini di classifica e Ulissi, Colbrelli, Benoot, Gilbert, Albasini tra coloro dotati di guizzo o intuito. Assenti pure atleti che potrebbero strizzare l’occhio a entrambe le categorie come Simon Yates o Barguil.
Appena apparso, Sagan è il faro: tutti guardano lui, tutti aspettano lui, e quando imposta uno sprint lunghissimo sembra di sentire il fiato del mondo sospendersi nell’attesa della vittoria, se non che… se non che lo scarpino di Sagan si sgancia dal pedale e lo slovacco si scompone, perde spinta, galleggia come un punto di domanda in mezzo alla strada. Ma mentre ad altri questo tipo di incidenti costa la volata, Sagan ritrova in un attimo il contatto tra tacchetta e aggancio e, approfittando del generale sconcerto, riapre il fuoco lasciando tutti a disputarsi il traguardo degli umani, mezzo metro dietro la sua ruota. Secondo, prevedibilmente, arriva Matthews, terzo un vispo Dan Martin e quarto un appannato e forse appagato Van Avermaet. Poi, strepitoso, il giovane italiano Bettiol lancia un messaggio in bottiglia per chi sogna che ritorni il tricolore nelle classiche, regolando il bravo Démare e impreziosendo così la giornata in casa Cannondale.
Da qui in poi si vanno affacciando gli uomini di classifica (sperando che il Tour sia più selettivo dello scorso, e dunque che Dan Martin non resti tale, sebbene le premesse non siano delle migliori): Fuglsang si rifà di un esordio sotto tono, Thomas si conferma brillantissimo, Froome risale di forza, Majka marca il proprio spazio, Quintana sorprende per presenza di spirito in questo che rimane uno sprint; Porte e Contador invece si ingolfano dopo la veemente accelerazione nel segmento più ripido, con Aru a galleggiare – lui però in ripresa – tra i due. Discreta anche la pattuglia colombiana che include Urán, Chaves e un sorprendente Betancur che ci fa sempre vagheggiare un suo ritorno ad alti livelli. Lo sprint, comunque, resta tale, come detto, perché se lo giocano in trenta, e i corridori a meno di 30” sono addirittura una sessantina. Da qui a sabato, solo biliardi per volate di massa, a meno di ventagli o altri miracoli. L’unica eccezione è la breve e secca salita della Planche des Belles Filles mercoledì, certo, con la speranza che, pur a distacchi dilatati, non si traduca anch’essa in una sorta di sprint in salita fra gli uomini di classifica dotati dei dieci minuti finali più incandescenti.

Gabriele Bugada

Sagan maestro di classe a Longwy: nonostante il problema al pedale, vince facile la prima tappa francese del Tour 2017 (Getty Images Sport)

Sagan maestro di classe a Longwy: nonostante il problema al pedale, vince facile la prima tappa francese del Tour 2017 (Getty Images Sport)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XLVII: TOUR DE SUISSE 2017

dicembre 28, 2023 by Redazione  
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California – Svizzera è un mantra della carriera di Sagan e anche la stagione 2017 non fa eccezione. Dopo essersi imposto in una frazione della corsa a stelle e striscie lo slovacco torna a rimpolpare il suo curriculum nella corsa elvetica, dove va a segno in due tappe

5a TAPPA: BEX – CEVIO

SAGAN, VITTORIA SENZA STORIA A CEVIO. CARUSO RESTA IN GIALLO

A Cevio Peter Sagan (Bora Hansgrohe) vince quasi per distacco la volata della quinta tappa, lasciando le briciole ai piazzati; Michael Albasini (Orica Scott) è secondo mentre Matteo Trentin (Quick Step) è terzo. Damiano Caruso (BMC) mantiene la maglia gialla e domani dovrà difenderla dagli attacchi che inevitabilmente gli saranno portati sull’insidiosa salita finale dell’Albulapass.

La tappa ticinese del Giro di Svizzera 2017 è la più lunga con i suoi 222 km da Bex a Cevio. Una tappa per metà completamente pianeggiante ma poi la lunga ascesa verso il Passo del Sempione (GPM “Hors Catégorie”) a 100 km dall’arrivo metterà fatica nelle gambe dei ciclisti che saranno chiamati ad affrontare anche il GPM di Druogno a 55 km dall’arrivo, molto più semplice di quello precedente. Quindi una tappa sulla carta adatta anche fughe da lontano e vedremo nel finale se qualche velocista avrà saputo gestirsi per provare a giocarsi le proprie carte nel finale. Dopo la partenza da Bex dovevano passare ben 70 km perché la fuga si concretizzasse grazie all’azione di sei ciclisti: Arman Kamyshev (Team Astana), Benjamin King (Team Dimension Data), Jelle Wallays (Team Lotto Soudal), Sam Bewley (Team Orica scott), Lars-Petter Nordhaug (Aqua Blue Sport) e Jesper Asselman (Roompot Oranje). A Visp, dopo 90 km, la fuga aveva già accumulato un vantaggio di 5 minuti e 40 secondi. Sulle prime rampe del Passo del Sempione era la BMC a scandire il ritmo in testa al gruppo, a protezione del capitano Damiano Caruso, attualmente in maglia gialla. Nordhaug si aggiudicava il GPM e, intanto, il gruppo aveva recuperato più di due minuti alla fuga. Nella discesa si registrava la caduta di Miguel Ángel López (Astana), che lo costringeva al ritiro. Sulla successiva ascesa verso Druogno Kamyshev era il primo ciclista a staccarsi dalla fuga, che aveva un vantaggIO di 2 minuti sul gruppo. Ai meno 30 il vantaggio era ulteriormente sceso a un minuto, mentre sulla corsa si abbatteva un acquazzone. King e Asselman erano gli ultimi due fuggitivi a essere ripresi dal gruppo ai meno 6, dopo che la maggior parte dell’inseguimento era pesato sulle spalle del Team Sunweb, della Trek Segafredo e della Bora Hansgrohe. Le squadre dei velocisti prendevano in mano la situazione ed era in particolare la Quick-Step a mettere il gruppo in una lunga fila indiana grazie ad un’impressionante trenata di Philippe Gilbert. Ai meno 400 Michael Matthews (Sunweb) anticipava la volata ma subito si metteva alla sua ruota Peter Sagan (Bora Hansgrohe) che lo superava in un batter di ciglio e vinceva agevolmente sul traguardo di Cevio. In seconda posizione si classificava Michael Albasini (Team Orica Scott) mentre terzo era Matteo Trentin (Quick-Step). Nella top five da segnalare la presenza di Niccolò Bonifazio (FDJ), quinto. Sagan conferma in questo modo il suo ottimo stato di forma – per lui in totale è la quattordicesima vittoria di tappa al Giro di Svizzera – e continua la sua preparazione per il Tour de France, dove sembra che abbia già prenotato la maglia verde. In classifica generale, grazie all’abbuono di un secondo guadagnato al secondo sprint intermedio, Damiano Caruso (Team BMC) porta a 16 secondi il vantaggio su Steven Kruijswijk (LottoNL-Jumbo) e 25 secondi quello su Domenico Pozzovivo (AG2R). Domani è in programma la sesta tappa da Locarno a La Punt, praticamente il secondo arrivo in salita di questo Giro di Svizzera poiché l’ultimo GPM (’Albulapass, un altro Hors Catégorie) è situato a circa 9 km all’arrivo, tutti in discesa sino al chilometro conclusivo

Giuseppe Scarfone

8a TAPPA: CIRCUITO DI SCIAFFUSA

SAGAN-BIS A SCIAFFUSA

Lo slovacco conquista il secondo successo nel Tour de Suisse 2017. Battuti allo sprint Modolo e Trentin. Anche Bonifazio, Gatto e Puccio tra i primi dieci. Invariata la classifica generale, con Spilak che comanda davanti a Caruso e Kruijswijk. Domani cronometro conclusiva.

Due italiani sul podio, tre nella top 5, cinque fra i migliori dieci. Il bilancio azzurro nella penultima tappa del Giro di Svizzera 2017, 100 km in circuito a Sciaffusa, è quasi trionfale. “Quasi” perché gli azzurri si sono dovuti misurare con Peter Sagan, che ha piegato con irrisoria facilità in volata Sacha Modolo e Matteo Trentin, malgrado la schiacciante superiorità numerica nel finale degli uomini della Etixx-Quick Step.
Su un percorso mosso ma non molto impegnativo, la leadership in classifica generale di Simon Spilak non è mai stata a rischio. Lo sloveno si presenterà così da netto favorito alla crono finale di domani, con Damiano Caruso, staccato di 52’’, che dovrà preoccuparsi soprattutto di difendere la seconda piazza.
Chi sperava che il chilometraggio da gara dilettantistica potesse servire a movimentare la corsa ha visto cadere ogni illusione già nelle battute iniziali, quando a prendere il largo è stata un’innocua fuga a quattro: Lasse Norman Hansen, Nick van der Lijke, Jelle Wallays e Jaco Venter. Il principale motivo di interesse dell’azione era la sfida tra Hansen e van der Lijke per la vetta della classifica scalatori, duello presto risolto a proprio favore dal danese.
Il gruppo non ha faticato a tenere la fuga sempre intorno ai 2’ di vantaggio, prima di un’accelerazione della BMC a una quarantina di chilometri dall’arrivo. Un forcing che sembrava preludere a un tentativo di attaccare Spilak, rimasto invece senza seguito. A facilitare la vita al capoclassifica ha provveduto anche la giuria, che ha deciso di prendere i tempi alla fine del settimo e penultimo giro.
A più riprese, nelle ultime tornate, qualcuno ha provato a scongiurare la volata di gruppo. Il tentativo più credibile ha visto protagonisti Matthews, Van Avermaet, Wellens, Vanmarcke e Burghardt, quest’ultimo – compagno di squadra di Sagan – con funzione di stopper. Il drappello è stato però neutralizzato nel giro di un paio di chilometri, al pari del successivo attacco di Fabio Felline.
La Etixx-Quick Step ha preso in mano le operazioni di avvicinamento allo sprint, ma il lancio per Matteo Trentin è avvenuto a velocità troppo bassa. Sagan e Modolo hanno così potuto giocare d’anticipo e guadagnare metri irrecuperabili. Particolare comunque irrilevante ai fini del successo del campione del mondo in carica e vincitore della classifica a punti del Tour de Suisse, troppo superiore alla concorrenza. Modolo e Trentin hanno potuto soltanto accompagnarlo sul podio. Niccolò Bonifazio ha chiuso quinto, mentre nei dieci si sono piazzati anche Oscar Gatto (ottavo) e Salvatore Puccio (decimo).
Il Tour de Suisse si concluderà domani, sempre a Sciaffusa, con una cronometro di 28 km.

Matteo Novarini

Peter Sagan si impone nella volata di Sciaffusa (foto Tim De Waele/TDWSport.com)

Peter Sagan si impone nella volata di Sciaffusa (foto Tim De Waele/TDWSport.com)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XLVI: CALIFORNIA 2017

dicembre 27, 2023 by Redazione  
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Anche nella stagione 2017 fa una capatina in terra di California e pure stavolta non se ne torna a casa a mani vuote: per lui la vittoria numero 16 nella corsa statunitense

3a TAPPA: PISMO BEACH – MORRO BAY

Vittoria numero sedici per il campione del mondo Peter Sagan al Tour of California. Con la volata della terza tappa a Morro Bay lo slovacco aggiunge un’altra perla alla sua personale “storia d’amore” con la corsa a tappe statunitense. Terza piazza per Simone Consonni.

Come previsto la terza tappa dell’AMGEN Tour of California si è conclusa con una volata di gruppo. A primeggiare è stato il campione del mondo Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) che con questa vittoria raggiunge quota sedici nel suo personale palmarès di affermazioni alla corsa americana. La seconda piazza è andata al figlio d’arte Erik Zabel (Katusha – Alpecin). Per quanto riguarda i rappresentanti italiani presenti oltre oceano giunge lo squillo di Simone Consonni (UAE Team Emirates) che ha colto la terza piazza. Le posizioni successive sono andate ad Alexander Kristoff (Team Katusha-Alpecin), Jean-Pierre Drucker (BMC Racing Team), Reinardt Janse van Rensburg (Dimension Data), Taylor Phinney (Cannondale-Drapac), che aveva provato ad anticipare tutti ai meno 400, Ramon Sinkeldam (Sunweb), Travis McCabe (UnitedHealthcare) e Mike Teunissen (Sunweb).
Anche la terza tappa prima della conclusione è stata caratterizzata da una fuga. I cinque elementi che la componevano erano Sean Bennett (Jelly Belly p/b Maxxis), Danny Pate (Rally Cycling), Ben Wolfe (Jelly Belly p/b Maxxis), David Lozano (Team Novo Nordisk) e l’italiano Federico Zurlo (UAE Team Emirates). Il gruppo però non ha dato loro scampo. L’ultimo a cedere è stato il portacolori della statunitense Jelly Belly p/b Maxxis Ben Wolfe.
In classifica continua a guidare Rafal Majka (Bora-Hansgrohe) con 2” su George Bennett (Lotto NL-Jumbo) e 14″ su Ian Boswell (Sky).
Oggi anche la Santa Barbara-Santa Clarita di 159.5 km dovrebbe richiamare alla ribalta i velocisti. Diretta su Eurosport dalle ore 23:00.

Mario Prato

Sagan coglie sul traguardo di Morro Bay la sua 16a affermazione in carriera al Tour of California (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

Sagan coglie sul traguardo di Morro Bay la sua 16a affermazione in carriera al Tour of California (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

25-12-2023

dicembre 26, 2023 by Redazione  
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A COSTA RICA

Il costaricense Gabriel Francisco Rojas (7C – Economy – Lacoinex si è imposto nella decima ed ultima tappa, circuito di San Josè, percorrendo 99 Km in 2h24′37″, alla media di 41.07 Km/h. Ha preceduto di 2′22″ il guatemalteco Esdras Morales (nazionale guatemalteca) e di 2′33″ il connazionale Sebastian Brenes (7C – Economy – Lacoinex). Nessun italiano in gara. Il colombiano Juan Diego Alba (Movistar – Best PC) si impone in classifica con 55″ sul costaricense Kevin Rivera (7C – Economy – Lacoinex) e 2′35″ sul costaricense Sergio Arias (Colono Bikestation Kölbi)

24-12-2023

dicembre 25, 2023 by Redazione  
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A COSTA RICA

Il costaricano Sebastián Moya (Colono Bikestation Kölbi) si è imposto nella nona tappa, circuito di Paraíso, percorrendo 90.9 Km in 2h28′54″, alla media di 30.503 Km/h. Ha preceduto di 46″ i connazionali Leandro Varela (7C – Economy – Lacoinex) e Kevin Rivera (7C – Economy – Lacoinex). Nessun italiano in gara. Il colombiano Juan Diego Alba (Movistar – Best PC) è ancora leader della classifica con 55″ su Rivera e 2′35″ sul costaricense Sergio Arias (Colono Bikestation Kölbi)

23-12-2023

dicembre 24, 2023 by Redazione  
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A COSTA RICA

L’ecuadoriano Richard Huera (Movistar – Best PC) si è imposto nell’ottava tappa, Pérez Zeledón – Oreamuno, percorrendo 117.3 Km in 3h26′58″, alla media di 33.9 Km/h. Ha preceduto allo sprint il costaricense Kevin Rivera (7C – Economy – Lacoinex) e di 3″ il colombiano Juan Diego Alba (Movistar – Best PC). Nessun italiano in gara. Alba è il nuovo leader della classifica con 55″ su Rivera e 2′35″ sul costaricense Sergio Arias (Colono Bikestation Kölbi)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XLV: TIRRENO-ADRIATICO 2017

dicembre 23, 2023 by Redazione  
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Se la stagione delle classiche lascerà l’amaro in bocca a Sagan, nello stesso periodo lo slovacco si consola imponendosi in un paio di frazioni della Tirreno-Adriatico, tra le quali l’impegnativo tappone dei muri marchigiani

3a TAPPA: MONTEROTONDO MARITTIMO – MONTALTO DI CASTRO

SAGAN IMBATTIBILE A MONTALTO, DENNIS IN AZZURRO

A Montalto di Castro, in una volata non propriamente di gruppo condizionata da una caduta negli ultimi chilometri, prevale Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe) su Elia Viviani (Team SKY) e Jurgen Roelandts (Team Lotto Soudal). In classifica generale, grazie alla somma dei piazzamenti Rohan Dennis (Team BMC) si veste d’azzurro. Domani l’attesa tappa del Terminillo che dirà molto sul vincitore della Tirreno Adriatico 2017.

Prima dell’atteso week end con la scalata del Terminillo di sabato e i muri fermani di domenica, la Tirreno-Adriatico si è concessa un giorno tranquillo nella terza tappa tra Monterotondo Marittimo e Montalto di Castro per un totale di 204 km, conditi da due salite di media difficoltà poste a metà tappa. Sulla carta sembrava scontato un arrivo allo sprint e la leggera pendenza su cui è posto l’arrivo sembrava favorire ancora di più gente come Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe) e Greg Van Avermaet (Team BMC), apparsi brillanti anche ieri a Pomarance nonostante la vittoria in solitaria di Geraint Thomas (Team SKY). Inoltre, la testa della classifica generale raggiunta proprio dal belga faceva intravedere come la tappa di oggi potesse essere controllata proprio dagli uomini della BMC, a protezione e sostegno del suo capitano. Dopo la partenza da Monterotondo Marittimo si segnalavano alcuni attacchi per riuscire a formare la fuga di giornata. Si formava un gruppetto composto da sette ciclisti: Alexis Gougeard (Team AG2R), Mattia Frapporti (Androni Giocattoli), Andrij Hrivko (Team Astana), Mirco Maestri e Luca Wackermann (Team Bardiani CSF), Iuri Filosi e Kohei Uchima (Nippo Vini Fantini). Il vantaggio della fuga era di 4 minuti dopo circa 40 km dalla partenza, per poi scendere poco sotto i 3 minuti a 100 km dall’arrivo. A Scansano Filosi si aggiudicava l’unico GPM di giornata, posto al km 92.7. Maestri transitava in testa ai due traguardi intermedi posti nel giro di 15 km, tra Terme di Saturnia e Catabbio, rialzandosi subito dopo con l’obiettivo di riprovarci domani per rafforzare il primato nella classifica di leader dei traguardi volanti. Il gruppo recuperava poco a poco mentre la fuga perdeva altri pezzi. Ai meno 40 rimanevano in testa soltanto Filosi, Gougeard e Hrivko. Il gruppo riprendeva infine i fuggitivi a meno 20 km dall’arrivo. Le squadre dei velocisti, in particolare il Team Sky e la Quick Step, prendevano le prime posizione mentre il gruppo si sfilacciava anche a causa di una caduta negli ultimissimi chilometri che coinvolgeva, per fortuna senza conseguenze di rilievo, Fabio Felline (Team Trek Segafredo), Tim Wellens (Team Lotto Soudal) e, soprattutto, il colombiano Fernando Gaviria (Team Quick Step), altro grande favorito per il successo quest’oggi essendo già imposto lo scorso anno sul traguardo di Montalto di Castro. La volata, non a ranghi completamente compatti, vedeva la vittoria di Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe) su Elia Viviani (Team SKY) e Jurgen Roelandts, in una top ten nella quale si segnalava la presenza di altri tre ciclisti italiani, Sacha Modolo (Team UAE Emirates, 4°), Andrea Palini (Androni Giocattoli, 7°) e Roberto Ferrari (Team UAE Emirates, 8°). Si tratta della prima vittoria in Italia nel 2017 per il campione del mondo e della seconda stagionale dopo l’affermazione di fine febbraio alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne. In classifica generale Rohan Dennis (Team BMC), grazie alla somma dei piazzamenti, è primo con lo stesso tempo dei compagni di squadra Greg Van Avermaet e Damiano Caruso. Il week end della Tirreno-Adriatico si annuncia ora, come già detto all’inizio, bello tosto con la quinta tappa di domani che prevede l’arrivo in salita al Terminillo e la sesta tappa di domenica che non ha nulla da invidiare alle Ardenne, viste le vere e proprie “côtes” a doppie cifre di pendenza che si affronteranno nel finale. Due tappe, insomma, in cui i ciclisti che aspirano alla vittoria finale si daranno senz’altro battaglia.

Giuseppe Scarfone

5a TAPPA: RIETI – FERMO

SAGAN NON STA MAI… FERMO! SUO IL TAPPONE DEI MURI

Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe) vince a Fermo la sua seconda tappa alla Tirreno Adriatico 2017 su un traguardo posto su un vero e proprio muro con pendenze fino 22%. Secondo classificato un buon Thibaut Pinot (Team FDJ), in terza posizione Primož Roglič (Team Lotto NL Jumbo). Nairo Quintana (Team Movistar) conserva la maglia azzurra alla vigilia della penultima tappa adatta ai velocisti.

Da Rieti a Fermo, dal Lazio alle Marche. La quinta tappa della Tirreno Adriatico 2017 si presentava ricca di spunti anche alla luce della leadership conquistata da Nairo Quintana (Team Movistar) il giorno prima sul Terminillo. Sono 209 i km da percorrere senza respiro, soprattutto i 35 km finali che prevedono il triplice ed insidiosissimo passaggio da Fermo, con una serie di muri e pendenze che arrivavano fino al 22%. Un finale fatto su misura per i finisseur ma dove gli uomini di classifica dovranno mostrare le unghie per confermare o migliorare le loro posizioni. Dopo la partenza da Rieti senza Fabio Aru (Team Astana), ritiratosi a causa di una bronchite che lo ha fortemente debilitato in questi giorni, si formava una fuga composta da 11 uomini: Alexis Gougeard (Team AG2R), Davide Ballerini (Androni Giocattoli), Moreno Moser (Team Astana), Maxime Monfort (Team Lotto Soudal), Marco Canola (Nippo Vini Fantini), Niki Terpstra (Team Quick Step), Stephen Cummings e Scott Thwaites (Team Dimension Data), Maurits Lammertink (Team Katusha), Gianni Moscon (Team SKY) e Filippo Ganna (Team UAE Emirates). La fuga raggiungeva un massimo vantaggio di 4 minuti. La Movistar e la Bahrain Merida dettavano il ritmo del gruppo che non faceva dilatare troppo il vantaggio. Anche la Cannondale Drapac dava una mano per ridurre il ritardo e a meno 120 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era sceso a 2 minuti. All’inizio della salita di Montelparo, a meno 82 km dal termine, il gruppo ritornava compatto. Era chiara l’intenzione delle squadre di classifica di non concedere troppo spazio e magari di far conquistare ai loro capitani, in caso di vittoria, gli abbuoni temporali al traguardo di Fermo. Dopo Aru era costretto al ritiro per problemi fisici anche Adam Yates (Team Orica Scott), secondo in classifica generale. Si formava una nuova fuga composta da quattro uomini, Mikel Landa (Team SKY), Tim Wellens (Team Lotto Soudal), Mattia Cattaneo (Androni Giocattoli) e Bob Jungels (Team Quick Step). Il quartetto prendeva un vantaggio di circa un minuto a 72 km dall’arrivo su un gruppo tirato dalla Movistar e già abbastanza sfilacciato. A meno 60 km dall’arrivo la fuga manteneva il proprio vantaggio sempre intorno al minuto. Al traguardo volante di Grottazzolina Mattia Cattaneo transitava in prima posizione. AI meno 50 la fuga aveva ancora 50 secondi di vantaggio sul gruppo. Fermo si avvicinava con i suoi muri. La fuga veniva ripresa e sui primi muri, in località Mulini di Tenna, il primo ciclista a tentare una sortita dal gruppo era Michal Kwiatkowski (Team Sky). Il polacco restava in testa per qualche chilometro, ma ai meno 36 il gruppo tornava nuovamente compatto. Fabio Felline (Team Trek Segafedo) e Oscar Gatto (Team Astana) contrattaccavano ai meno 32 seguiti da Tejay Van Garderen (Team BMC) e da un indomabile Kwiatkowski. Sul muro di Capodarco Felline transitava in prima posizione. Era un continuo rimescolarsi nelle prime posizioni del gruppo; il quartetto veniva ripreso ed ai meno 22 in testa si portavano Luis León Sánchez (Team Astana) e Vasil Kiryienka (Team SKY). Lo spagnolo provava addirittura la sortita individuale provando a staccare il bielorusso e ai meno 12 era lui a condurre con 27 secondi sul gruppo, nettamente sfilacciato. Lo spagnolo veniva ripreso ai meno 9 da Van Garderen, mentre in ottica vittoria di tappa era encomiabile il lavoro di Rafal Majka (Team Bora Hansgrohe) per il capitano Peter Sagan. Ai meno 5 Sanchez aveva 12 secondi su di un gruppo ridotto ad una trentina di atleti. Gli ultimi 3 km erano i più appassionanti; Sanchez veniva ripreso e partiva al contrattacco Thibaut Pinot (Team FDJ) sul secondo passaggio dal muro di Via Reputolo, quello che proponeva le pendenza più ostiche di giornata. Nairo Quintana (Team Movistar) replicava immediatamente riportandosi in testa e trainando con sé il gruppo dei migliori, ora ridotto a non più di una decina di unità. Prima dell’ultimo strappo verso il traguardo di Fermo Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe) si riportava in testa e con una grande azione negli ultimi metri si imponeva nettamente su Pinot e Primož Roglič (Team Lotto NL Jumbo). Nessun italiano era presentenella top ten, essendo il primo dei nostri, Michele Scarponi (Astana), piazzatosi 14° a 31″ dal campione del mondo, che ottiene la sua seconda vittoria in questa Tirreno-Adriatico dimostrando di poter vincere quando vuole e come vuole, sia in pianura, sia quando la strada si impenna brevemente. In classifica generale Quintana resta primo con 50 secondi di vantaggio su Pinot ed 1 minuto e 6 secondi su Rohan Dennis (Team BMC). La penultima tappa di domani tra Ascoli Piceno e Civitanova Marche di 168 km presenta un solo GPM verso la metà del percorso e tendenzialmente è favorevole ai velocisti, anche se lo strappetto di Civitanova Alta, piazzata a 8 Km dal traguardo, potrebbe escludere qualche velocista dallo sprint finale.

Giuseppe Scarfone

Ha appena affrontato un muro al 22% ma Sagan si beve in un sol sorso e con disarmante facilità il francese Pinot sul traguardo di Fermo (Tim de Waele/TDWSport.com)

Ha appena affrontato un muro al 22% ma Sagan si beve in un sol sorso e con disarmante facilità il francese Pinot sul traguardo di Fermo (Tim de Waele/TDWSport.com)

22-12-2023

dicembre 23, 2023 by Redazione  
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A COSTA RICA

L’ecuadoriano Byron Guamá (Movistar – Best PC) si è imposto nella settima tappa, San José – Pérez Zeledón, percorrendo 126.7 Km in 3h25′34″, alla media di 36.971 Km/h. Ha preceduto allo sprint il costaricense Donovan Ramírez (7C – Economy – Lacoinex) e il connazionale Bryan Raul Obando (Movistar – Best PC). Nessun italiano in gara. Il costaricense Sergio Arias (Colono Bikestation Kölbi) è ancora leader della classifica con 1′25″ sul colombiano Juan Diego Alba (Movistar – Best PC) e 1′33″ sull’ecuadoriano Santiago Montenegro
(Movistar – Best PC)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO XLIV: KUURNE 2017

dicembre 22, 2023 by Redazione  
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Dopo il bis al Mondiale Peter Sagan punta ad un’altra stagione profiqua ma stavolta non sarà così. Vero o non vero stavolta la “maledizione del mondiale” fa sentire in parte i suoi influssi e per lo slovacco quella del 2017 sarà una stagione in parte deludente. Riuscirà a far suo il terzo mondiale di fila, un’impresa mai riuscita a nessuno, ma uscirà a bocca quasi del tutto asciutta dalle classiche del nord. Sarà secondo alla Sanremo e alla Omloop Het Nieuwsblad, terzo al Gand e addirittura 27° al Giro delle Fiandre; per lui solo le briciole con la vittoria nella semiclassica Kuurne – Bruxelles – Kuurne

PETER SAGAN, LAMPO ARCOBALENO A KUURNE

Peter Sagan dopo essersi dovuto inchinare ieri a Greg Van Avermaet si è imposto oggi nella Kuurne-Bruxelles-Kuurne, semiclassica belga di inizio stagione. Il campione del mondo si è imposto con una volata delle sue su un gruppetto di 5 elementi che comprendeva anche il nostro Matteo Trentin. Le piazze d’onore sono andate a Jasper Stuyven e Luke Rowe.

Peter Sagan non finirà mai di stupire e ad insegnare ciclismo. Lo slovacco di iride fasciato oggi ha fatto il bello e cattivo tempo e, dopo la sconfitta serenamente accolta di ieri, è partito per ribadire un concetto ormai a tutti noto: Peter Sagan è unico e inimitabile.
Dopo il secondo posto di ieri alla Omloop Het Nieuwsblad dov’era stato battuto da Greg Van Avermaet, il campione del mondo in carica ha messo in carniere il successo alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne: l’inizio della “stagione delle pietre” non poteva essere migliore per lo slovacco e la sua Bora-Hansgroe.
Ovviamente l’entrata in scena di Peter Sagan ha tolto la ribalta agli altri, ma prima che lo slovacco monopolizzasse l’attenzione di addetti ai lavori e non, la corsa è stata interessante e non certo un lento avvicinarsi al traguardo.
Dopo un attacco velleitario portato al chilometro zero da David Boucher (Pauwels Sauzen-Vastgoedservice) e durato poche centinaia di metri, parte il tentativo senza fortuna di Berden De Vries (Roompot-Nederlandse Loterij), Jimmy Janssens (Cibel-Cibon), Benoît Jarrier (Fortuneo-Vital Concept), Mark McNally (Wanty-Groupe Gobert), Lawrence Naesen (WB Veranclassic Aqua Protect), Jonas Rickaert (Sport Vlaanderen-Baloise), Julien Stassen (WB Veranclassic Aqua Protect) e Timothy Stevens (Pauwels Sauzen-Vastgoedservice). Stessa sorte per Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale) e Daniel Oss (BMC Racing Team): insomma, il gruppo sembra non lasciare andare via la fuga di giornata, che si forma solo con l’inizio della sequenza dei muri. A prendere il largo prima dell’Onkerzele Berg, secondo dei dodici previsti, sono Guillaume Boivin (Israel Cycling Academy), Antoine Duchesne (Direct Énergie), Alex Kirsch (WB Veranclassic Aqua Protect), Jürgen Roelandts (Lotto Soudal), Sjoerd van Ginneken (Roompot-Nederlandse Loterij) e ancora Alexis Gougeard, che è stato l’iniziatore del tentativo. A loro si accodano in un secondo monento Sander Cordeel (Pauwels Sauzen-Vastgoedservice), Maxime Farazijn (Sport Vlaanderen-Baloise) e il già citato Boucher.
L’ Oude Kwaremont, com’è giusto che sia, sveglia i big e trasforma la gara. Oltre a frazionare il plotone in più tronconi, l’aumento del ritmo riduce il gap con i fuggitivi. Il ricongiungimento tarda, però, a compiersi e la corsa sembra in stand-by: i fuggitivi continuano la loro azione, mentre chi insegue sembra temporeggiare, annusando l’aria e studiando di nascosto gli avversari.
A dare la scossa alla situazione ci pensano alcune squadre che, guadagnata la testa del primo plotone inseguitore, alzano il ritmo. Il ricongiungimento ne è la naturale conseguenza. L’azione decisiva porta quindi la firma di Jasper Stuyven (Trek – Segafredo). Lui è vincitore della scorsa edizione della Kuurne e vuole a tutti i costi il bis. Questa volta, però, la risposta di Peter Sagan è immediata, con conseguente “francobollamento” dello slovacco da parte di Matteo Trentin (Quick-Step Floors). Ai tre involatisi si accodano successivamente, in tempi diversi, Tiesj Benoot (Lotto Soudal) e Luke Rowe (Team Sky), mentre fallisce lo stesso obiettivo Stefan Küng (BMC Racing Team)
Ben presto diventa evidente che la corsa belga sia questione limitata ai cinque battistrada, nonostante il gran lavoro svolto dalla BMC per riportare il gruppo inseguitore sui fuggitivi.
Ai meno 800 metri Trentin prova l’attacco a sorpresa, ma senza successo. Ai meno 200 sale in cattedra Peter Sagan che lancia la volata da dietro, rendendosi irraggiungibile fin dalle prime pedalate.
Alle spalle dello scatenato campione del mondo si piazzano nell’ordine Stuyven, Rowe, Benoot e Trentin. Dopo 6 secondi la volata dei primissimi inseguitori è vinta da Arnaud Démare (FDJ), che forse ha già la mente proiettata alla bis alla Milano-Sanremo.
Protagonista sfortunato della giornata è stato Tony Martin (Team Katusha – Alpecin), vittima con Planckaert e Boivin di una caduta che gli ha lasciato sul sopracciglio un taglio ricucito con otto punti di sutura.

Mario Prato

Sagan punta a testa bassa verso lobiettivo della Kuurne-Bruxelles-Kuurne (Tim de Waele/TDWSport.com)

Sagan punta a testa bassa verso l'obiettivo della Kuurne-Bruxelles-Kuurne (Tim de Waele/TDWSport.com)

21-12-2023

dicembre 22, 2023 by Redazione  
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A COSTA RICA

Il costaricense Ricardo Rouillon (Real Estelí) si è imposto nella sesta tappa, circuito di San José, percorrendo 111 Km in 2h30′40″, alla media di 44.2 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Richard Alonso Zamora (Ciclo Café) e l’ecuadoriano Richard Huera (Movistar – Best PC). Nessun italiano in gara. Il costaricense Sergio Arias (Colono Bikestation Kölbi) è ancora leader della classifica con 1′10″ sul connazionale Kevin Rivera (7C – Economy – Lacoinex) e 1′26″ sul colombiano Juan Diego Alba (Movistar – Best PC)

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