BENOIT COSNEFROY VINCE LA FRECCIA DEL BRABANTE

aprile 11, 2024 by Redazione  
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Nell’antipasto delle Ardenne bella vittoria di Benoit Cosnefroy (Team Decathlon AG2R La Mondiale) che ha la meglio in una volata ristretta su Dylan Teuns (Team Israel Premier Tech) e Tim Wellens (UAE Team Emirates)

La Freccia del Brabante segna come di consueto il passaggio dalle classiche del pavè a quelle dei muri. Si parte da Leuven e si arriva ad Overijse sopo quasi 196 km ricchi di brevi salite spezzagambe con un circuito finale da ripeter 4 volte dove gli attacchi saranno all’ordine del giorno. La fuga di giornata si concretizzava soltanto dopo una quarantina di km grazie all’azione di Alan Riou (Team Arkea B&B Hotels), Nicolas Debeaumarché (Team Cofidis), Jens Reynders (Team Bingoal WB), Lorrenzo Manzin (Team TotalEnergies), Anders Halland Johannessen (Team Uno X Mobility), Tomáš Kopecký (TDT – Unibet Cycling Team), James Whelan (Q36.5 Pro Cycling Team) e Jordi Warlop (Team Soudal Quick Step). Il gruppo teneva nel mirino la fuga e nelle prime posizioni si facevano vedere gli uomini del Team Decathlon AG2R La Mondiale. Dopo una violenta accelerazione del Team Alpecin Deceuninck la fuga veniva ripresa a 67 km dal termine. Ricominciavano attacchi e contrattacchi e tre ciclisti riuscivano ad evadere dal gruppo e cioè Alec Segaert (Team Lotto Dstny), Antoine Huby (Team Soudal Quick Step) ed Andreas Leknessund (Team Uno X Mobility).Seguivano una trentina abbondante di km in cui alle spalle dei tre battistrada si alternavano nuovi attacchi che rimescolavano continuamente la situazione, del resto una delle caratteristiche principali della Freccia del Brabante. A circa 20 km dalla conclusione in testa alla corsa erano presenti Tim Wellens (UAE Team Emirates), Dylan Teuns (Team Israel Premier Tech) e Marijn van den Berg (Team EF Education EasyPost). Il terzetto raggiungeva un vantaggio massimo sul gruppo inseguitore che arrivava a 25 secondi. Dal gruppo, molto frammentato a causa dei continui cambi di ritmo, uscivano a loro volta altri ciclisti ed il primo a raggiungere il terzetto di testa era Quinten Hermans (Team Alpecin Deceuninck). Subito dopo riuscivano ad aggregarsi ai quattro battistrada anche Benoit Cosnefroy (Team Decathlon AG2R La Mondiale) Jefferson Cepeda (Team Caja Rural Seguro RGA) e Joseph Blackmore (Team Israel Premier Tech). Questi sei ciclisti si sarebbero giocati la vittoria visto che alle loro spalle il gruppo non era più compatto ed i vari drappelli esistenti non riuscivano a ricucire su quello di testa, Van den Berg provava l’azione solitaria a circa 3 km dalla conclusione ma l’arrivo in salita lo costringeva a desistere visto che i cinque ciclisti alle sue spalle rientravano su di lui dopo lo striscione dell’ultimo km. Nella volata in costante ascesa Cosnefroy vinceva davanti a Teuns e Wellens, mentre chiudevano la top five Blackmore in quarta posizione e Cepeda in quinta posizione. Il primo gruppo inseguitore veniva regolato da Michael Matthews (Team Jayco AlUla) in ottava posizione a 28 secondi di ritardo da Cosnefroy. Il francese vince finalmente la Freccia del Brabante dopo aver collezionato tre podi negli ultimi quattro anni e si candida come una delle minacce più serie per Mathieu van der Poel all’Amstel Gold Race di domenica prossima.

Antonio Scarfone

Benoit Cosnefroy vince la Freccia del Brabante (foto: Getty Images)

Benoit Cosnefroy vince la Freccia del Brabante (foto: Getty Images)

10-04-2024

aprile 10, 2024 by Redazione  
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FRECCIA DEL BRABANTE

Il francese Benoît Cosnefroy (Decathlon AG2R La Mondiale Team) si è imposto nella corsa belga, Lovanio – Overijse, percorrendo 195.2 Km in 4h17′02″, alla media di 45.566 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Dylan Teuns (Israel – Premier Tech) e Tim Wellens (UAE Team Emirates). Miglior italiano Nicolò Buratti (Bahrain – Victorious), 18° a 28″.

FRECCIA DEL BRABANTE DONNE

L’italiana Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek) si è imposta nella corsa belga, Sint-Kwintens-Lennik – Overijse, percorrendo 134.9 Km in 3h26′18″, alla media di 39.234 Km/h. Ha preceduto di 41″ l’olandese Demi Vollering
(Team SD Worx – Protime) e di 1′06″ l’australiana Alexandra Manly (Liv AlUla Jayco)

GIRO D’ABRUZZO

L’elvetico Jan Christen (UAE Team Emirates) si è imposto nella seconda tappa, Alanno – Magliano de’ Marsi, percorrendo 162 Km in 4h04′10″, alla media di 39.809 Km/h. Ha preceduto di 16″ il kazako Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) e l’italiano Thomas Pesenti (JCL Team UKYO). Christen è il nuovo leader della classifica con 20″ su Lutsenko e 22″ su Pesenti

TOUR DU LOIR-ET-CHER

Il belga Lorenz Van de Wynkele (Lotto Dstny Development Team) si è imposto nella prima tappa, Blois – Vineuil, percorrendo 183 Km in 4h00′16″, alla media di 45.699 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo svedese Edvin Lovidius (nazionale svedese) e di 3″ l’olandese Stijn Daemen (VolkerWessels Cycling Team). Miglior italiano Alexander Konychev (Team Vorarlberg), 11° a 7″. Van de Wynkele è il primo leader della classifica con 5″ su Lovidius e 8″ su Daemen. Miglior italiano Konychev, 13° a 18″

THE PRINCESS MAHA CHAKRI SIRINDHORN’S CUP WOMEN’S TOUR OF THAILAND

La thailandese Jutatip Maneephan (Thailand Women’s Cycling Team) si è imposta nella terza ed ultima tappa, Bueng Sam Phan – Si Thep Historical Park, percorrendo 70 Km in 1h29′43″, alla media di 46.814 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiana Claudia Marcks (Bikewheels.com.au Cycling Team) e la vietnamita Thị Thật Nguyễn (nazionale vietnamita). Nessuna italiana in gara. La Maneephan si impone in classifica con lo stesso tempo della Nguyễn e 14″ sulla Marcks

UAE TROPPO FORTE A MAGLIANO DE’ MARSI. PER CHRISTEN TAPPA E MAGLIA

aprile 10, 2024 by Redazione  
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Nella seconda tappa del Giro d’Abruzzo Jan Christen (UAE Team Emirates) attacca a cinque km dalla conclusione e vince in solitaria a Magliano de’ Marsi, ben coadiuvato alle sue spalle dai compagni di squadra, abili a chiudere qualsiasi velleità di recupero da parte di altri ciclisti, con Adam Yates e Pavel Sivakov in versione gregari di lusso

Il Monte Urano è l’unico gpm della seconda tappa del Giro d’Abruzzo da Alanno a Magliano de’ Marsi di 161 km. Un vero e proprio muro di 4.5 km al 9.4% di pendenza media con il tratto centrale che presenta pendenze ben superiori al 10%. Il problema è che questa salita si affronta dopo una quarantina di km dalla partenza e con ancora oltre 100 km da percorrere, per cui non crediamo che gli uomini di classifica si muoveranno ed anzi aspetteranno la tappa di domani ai Prati di Tivo per darsi battaglia. La fuga di giornata partiva dopo una ventina di km grazie all’azione di Abram Stockman (TDT – Unibet Cycling Team), Diego Bracalente (Team MBH Bank Colpack Ballan), Andrea Guerra (Zalf Euromobil Fior) ed Alessandro Tonelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Il vantaggio della fuga sul gruppo maglia azzurra raggiungeva saliva a circa 2 minuti in pochi km. AI piedi del Monte Urano il vantaggio era salito ulteriormente e sfiorava i 4 minuti. Guerra scollinava in prima posizione sul gpm di Monte Urano posto al km 45.5. Nel lungo tratto in pianura tra il km 70 ed il km 135 il gruppo, tirato soprattutto dall’UAE Emirates e dall’Astana Qazaqstan, si avvicinava sensibilmente ai quattro battistrada. Guerra si aggiudicava il traguardo volante di Luco dei Marsi posto al km 113.8. La corsa si accendeva negli ultimi 10 km dopo che la maglia azzurra Davide Zanoncello (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) aveva perso contatto dal gruppo dei favoriti. Era l’UAE Team a prendere in mano le redini della corsa con Jan Christen che scattava a poco più di 5 km dal termine. Il giovane ciclista svizzero raggiungeva 15 secondi di vantaggio sul drappello degli inseguitori ben controllato dai compagni dai squadra Adam Yates e Pavel Sivakov. Christen manteneva intatto il vantaggio che lo portava a vincere in solitaria sul traguardo di Magliano de’ Marsi con 16 secondi di vantaggio su Alexey Lutsenko (Team Astana Qazaqstan) che regolava il drappello alle sue spalle davanti a Thomas Pesenti (JCL Team UKYO). Chiudevano la top five i due ciclisti della Tudor Pro Cycling, ovvero Yannis Voisard in quarta posizione e Sebastien Reichenbach in quinta posizione. Nella top five si segnalava inoltre il buon sesto posto di Domenico Pozzovivo (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) ed il nono posto di Giovanni Carboni (JCL Team UKYO). Christen ottiene la prima vittoria stagionale dopo esserci andato molto vicino alla scorsa Milano – Torino, quando venne battuto soltanto da un brillante Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost). Christen è ora la nuova maglia azzurra e può gestire 20 secondi di vantaggio su Lutsenko , secondo e 22 secondi di vantaggio su Pesenti, terzo. Il resto degli avversari si trova a 26 secondi di ritardo per cui Christen domani se ha la gamba buona anche sulla salita dei Prati di Tivo può aspirare concretamente alla vittoria della breve corsa appenninica. Vedremo se Adam Yates e Pavel Sivakov faranno da chioccia al diciannovenne svizzero e se in caso di attacchi più o meno decisi da parte di altri ciclisti, i capitani dell’UAE Team si muoveranno in prima persona. Resta il fatto che, come accennato precedentemente, la terza tappa di domani sarà decisiva per la vittoria finale del Giro d’Abruzzo 2024.

Antonio Scarfone

Jan Christen vince a Magliano de Marsi (foto: @ilgirodabruzzo)

Jan Christen vince a Magliano de' Marsi (foto: @ilgirodabruzzo)

09-04-2024

aprile 9, 2024 by Redazione  
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GIRO D’ABRUZZO

L’italiano Enrico Zanoncello (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) si è imposto nella prima tappa, Vasto – Pescara, percorrendo 160 Km in 3h38′41″, alla media di 43.899 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Matteo Malucelli (JCL Team UKYO) e lo spagnolo Manuel Peñalver (Team Polti Kometa). Zanoncello è il primo leader della classifica con 4″ su Malucelli e 6″ su Peñalver

THE PRINCESS MAHA CHAKRI SIRINDHORN’S CUP WOMEN’S TOUR OF THAILAND

La vietnamita Thị Thật Nguyễn (nazionale vietnamita) si è imposta anche nella seconda tappa, circuito del Sukhothai Historical Park, percorrendo 95.5 Km in 2h28′25″, alla media di 38.608 Km/h. Ha preceduto allo sprint la thailandese Jutatip Maneephan (Thailand Women’s Cycling Team) e la malese Nur Aisyah Mohamad Zubir (nazionale malese). Nessuna italiana in gara. La Nguyễn è ancora leader della classifica con 7″ sulla Maneephan e 18″ sull’australiana Claudia Marcks (Bikewheels.com.au Cycling Team).

GIRO D’ABRUZZO, ENRICO ZANONCELLO VINCE IN VOLATA A PESCARA E INDOSSA LA PRIMA MAGLIA AZZURRA

aprile 9, 2024 by Redazione  
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Nella più che prevedibile volata della prima tappa del Giro d’Abruzzo, Enrico Zanoncello (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) vince davanti a Matteo Malucelli (JLC Team UKYO) e Manuel Penalver (Team Polti Kometa). Il ciclista veneto è la prima maglia azzurra

Il Giro d’Abruzzo sostituisce in calendario il Giro di Sicilia e presenta un tracciato che strizza l’occhio a scalatori e uomini da GT. La terza tappa in particolare, con l’arrivo ai Prati di Tivo, determinerà molto probabilmente il vincitore della breve corsa appenninica. La prima delle quattro tappe totali parte da Vasto e termina a Pescara dopo 161 km. Si risale la costa abruzzese per una trentina di km fino a Rocca San Giovanni, dopodichè ci si addentra nell’entroterra, dove è previsto l’unico gpm di Chieti posto dopo 106 km, fino a rivedere il mare a Pescara. Delle 22 squadra alla partenza solo due sono WT, ovvero UAE Team Emirates ed Astana Qazaqstan. La fuga di giornata partiva dopo una dozzina di km grazie all’azione di otto ciclisti ovvero Andrea Guerra (Team Zalf Euromobil Fior), Nicholas Tonioli (Team UM Tools Caffè Mokambo), Diego Bracalente (Team MBH Bank Colpack Ballan), Bernardo Suaza (Team Petrolike), Matteo Spreafico (Team MG.K Vis – Colors for Peace), Georgo Orosz (Epronex – Hungary Cycling Team), Tommaso Dati (Team Biesse Carrera) e Nicola Rossi (Team Beltrami TSA – Tre Colli). Guerra si aggiudicava il traguardo volante di Rocca San Giovanni posto al km 31.1. Orosz era il primo fuggitivo ad alzare bandiera bianca e ad essere ripreso dal gruppo. Tonioli condivideva stessa sorte una trentina di km più avanti, rallentato oltre che dalla fatica anche da una foratura. A 70 km dalla conclusione i sei battistrada avevano poco più di 4 minuti di vantaggio sul gruppo inseguitore. Guerra transita per primo sul gpm di Chieti mentre anche tra i sei fuggitivi in testa alla corsa iniziava a farsi sentire la fatica. A 35 km dal termine restavano in testa soltanto Dati, Bracalente e Guerra. Dal gruppo inseguitore nel frattempo attaccavano altri sette ciclisti ovvero Dimitri Peyskens (Team Bingoal WB), Giovanni Bortoluzzi (Team General Store – Essegibi – F.lli Curia), Manabu Ishibashi (JCL Team UKYO), Ben Granger (Mg.K Vis – Colors for Peace), Alex Martin (Team Polti Kometa), Nicolò Garibbo (Team Technipes #inEmiliaRomagna) e Filippo Magli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Una violenta accelerazione del gruppo riprendeva il primo gruppo inseguitore a 22 km dalla conclusione. Era in particolare l’UAE Team Emirates a tirare il gruppo. Anche il Team Corratec Vini Fantini si univa all’inseguimento posizionando alcuni uomini nelle posizioni do testa. La fuga veniva definitivamente annullata a 12 km dalla conclusione. Valerio Conti (Team Corratec Vini Fantini) attaccava a poco meno di 8 km dal termine ma la sua azione non impensieriva il gruppo che lo riprendeva in poco tempo. A 4 km dal termine si facevano vedere Diego Ulissi (UAE Team Emirates) ed Alexey Lutsnko (Team Astana Qazaqstan) ma anche la loro azione era destinata a fallire dopo che il gruppo tornava compatto a poco più di 1 km dall’arrivo. Nella volata si imponeva per questione di cm Enrico Zanoncello (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) davanti a Matteo Malucelli (JLC Team UKYO) mentre terzo era Manuel Penalver (Team Polti Kometa). Chiudevano la top five Max Kanter (Team Astana Qazaqstan) in quarta posizione e Niklas Pedersen (Team TDT Unibet Cycling) in quinta posizione. Per Zanoncello è la prima vittoria stagionale ed in classifica generale veste anche la prima maglia azzurra davanti a Malucelli e Penalver, staccati rispettivamente di 4 e 6 secondi. Domani è in programma la seconda tappa da Alanno a Magliano de’ Marsi di 162 km. Il Monte Urano, nelle fasi iniziali della tappa, è l’unico gpm da scalare. Saranno 4.5 km al 9.4%, un vero e proprio muro con pendenze che arrivano al 15% ed un tratto di circa due km dove non si scende mai al di sotto del 10%. Potrebbe essere il punto in cui la fuga di giornata prenderà le mosse, anche se il gruppo dovrebbe chiudere successivamente, visto che la strada sarà pianeggiante per una settantina di km. Gli ultimi 30 km sono più movimentati ma anche domani i velocisti, per lo meno quelli più resistenti, potrebbero avere le loro chances di vittoria.

Antonio Scarfone

Enrico Zanoncello vince a Pescara (foto: Bettini Photo)

Enrico Zanoncello vince a Pescara (foto: Bettini Photo)

08-04-2024

aprile 9, 2024 by Redazione  
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THE PRINCESS MAHA CHAKRI SIRINDHORN’S CUP WOMEN’S TOUR OF THAILAND

La vietnamita Thị Thật Nguyễn (nazionale vietnamita) si è imposta nella prima tappa, Phitsanulok – Sukhothai Historical Park, percorrendo 112.7 Km in 2h51′37″, alla media di 39.402 Km/h. Ha preceduto allo sprint la thailandese Jutatip Maneephan (Thailand Women’s Cycling Team) e l’australiana Claudia Marcks (Bikewheels.com.au Cycling Team). Nessuna italiana in gara. La Nguyễn è la prima leader della classifica con 3″ sulla Maneephan e 8″ sulla Marcks.

VAN DER POEL E IL RESTO. I VOTI DELLA PARIGI – ROUBAIX

aprile 7, 2024 by Redazione  
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I promossi e i bocciati della Parigi – Roubaix. Da una parte il dominatore indiscusso Mathieu van der Poel, dall’altra tutti gli altri ciclisti che hanno provato a impensierirlo, se così si può dire…

MATHIEU VAN DER POEL. Vince da favorito nello stesso modo in cui ha vinto il Giro delle Fiandre. Un assolo senza eguali sul pavè per il quale ad ogni pedalata aumentava il vantaggio sugli inseguitori. La sua seconda Parigi – Roubaix di fila è un inno al ciclismo e alle emozioni che offre. VOTO: 9.5

JASPER PHILIPSEN. Secondo l’anno scorso e secondo quest’anno, conferma il suo feeling col pavè e durante tutta la corsa è uno dei più brillanti. Oltre a proteggere Van der Poel, nelle fasi calde della corsa riesce anche a tornare agevolmente nel gruppo di testa dopo un inconveniente meccanico. Dopo l’irresistibile allungo di Van der Poel, fa lavorare Pedersen, Politt e Kung senza dare quasi mai il cambio, come impone la tattica. Vince la volata dei battuti e sale sul podio per la nuova doppietta Alpecin. VOTO: 8.5

MADS PEDERSEN. La forma c’è e lo dimostra per tre quarti di corsa. E’ tra i più brillanti nella Foresta dell’Arenberg e nei tratti in pavè resta attaccato alla ruota di Van der Poel finchè può. Alla fine migliora di una posizione il risultato dello scorso anno salendo sul gradino più basso del podio. VOTO: 8

NILS POLITT. Col passare della corsa si capisce che è lui il capitano dell’UAE Team Emirates. Dopo il terzo posto al Giro delle Fiandre il tedesco conferma di avere un’ottima forma e a un certo punto prende anche l’iniziativa, tant’è vero che resta in avanscoperta con Kung e Vermeersch per una decina di chilometri buoni dello show di Van der Poel. VOTO: 7.5

STEFAN KUNG. Lo svizzero ottiene la terza top five consecutiva (terzo posto nel 2022, quinto posto nel 2023 e nel 2024) e conferma di essere uno dei ciclisti a più agio col pavè. Peccato che ci siano altri un po’ più bravi di lui. VOTO: 7

GIANNI VERMEERSCH. Fondamentale uomo d’ordine nel gruppo per Van der Poel, detta i tempi della corsa spesso e volentieri, contribuendo all’exploit del compagno non dando cambi a Kung e Politt una volta trovatosi in testa. Alla fine chiude in sesta posizione dimostrando di avere anche lui un’ottima gamba. VOTO: 7

LAURENCE PITHIE. A 21 anni corre la Parigi Roubaix come fosse un veterano esperto ed è di grande aiuto a Kung, almeno fino a quella curva verso sinistra nella quale cui cade e dove perde la possibilità di lottare per il podio. Il neozelandese recupera come può e chiude in settima posizione. VOTO: 7

TIMO KIELICH. Altro uomo d’ordine dell’Alpecin Deceuninck. Il ciclista tedesco si vede spesso davanti a tirare il gruppo ed è tra gli artefici della selezione creata prima dell’ingresso nella Foresta dell’Arenberg. VOTO: 6.5

TOM PIDCOCK - Nonostante gli strascichi della caduta avvenuta durante la ricognizione della prima tappa del Giro dei Paesi Baschi, prende coraggiosamente il via da Compiègne e nei primi tratti in pavè sembra a proprio agio. Si perdono le sue tracce dopo il passaggio nella Foresta dell’Arenberg e conclude con un anonimo diciassettesimo posto, ad oltre 6 minuti da Van der Poel. VOTO: 6

CHRISTOPHE LAPORTE . Dopo il forfait dell’ultima ora di Dylan van Baarle, doveva essere il capitano della Visma, ma non si fa mai vedere (se non per una foratura che lo mette fuori gioco quasi subito). Termirerà in venticinquesima posizione. E comunque è il primo ciclista francese all’arrivo. VOTO: 5.5

ANDREA PASQUALON. È Il primo italiano all’arrivo, cinquantesimo a oltre 9 minuti di ritardo da Van der Poel. La segnalazione è dovuta ma si sapeva che i ciclisti italiani oggi non avrebbero avuto molte chance. VOTO: 5

KASPER ASGREEN. La Soudal Quick Step attraversa un momento difficile e Asgreen prova a inventarsi uomo da fuga ma con scarsi risultati. Una volta ripreso, resta nel gruppo di testa fino alla Foresta dell’Arenberg, nella quale alza definitivamente bandiera bianca. VOTO: 5

ALBERTO BETTIOL. Probabilmente era il ciclista italiano con più ambizioni., ma prima della partenza aveva dichiarato di non essere al 100%. Il problema è che la Parigi – Roubaix è una delle corse più massacranti in circolazione e chi non ha una condizione sufficiente rischia di ritirarsi. Proprio come è successo al toscano. VOTO: 4.5

JOSHUA TARLING Viene squalificato per traino irregolare. Il VAR è inflessibile e il giovane inglese perde la possibilità di essere uno degli uomini più pericolosi dell’INEOS Grenadiers. VOTO: 4.

JONATHAN MILAN. Resta l’amaro in bocca per il ventitreenne di Tolmezzo, che si arrende per i postumi di una caduta e si ritira prima dell’imbocco del primo tratto in pavè. Tornerà più forte. SENZA VOTO

Antonio Scarfone

VAN DER POEL, LECTIO MAGISTRALIS DI PAVÈ: IMPRESA DELL’OLANDESE NELLA CLASSICA DELLE PIETRE

aprile 7, 2024 by Redazione  
Filed under 4) PARIGI - ROUBAIX, News

Van der Poel vince la Parigi-Roubaix 2024 con un attacco a 60 Km dell’arrivo, anticipando un’azione che tutti si aspettavano sul difficile settore di Mons-en-Pévèle e andando ad incrementare il vantaggio chilometro dopo chilometro grazie anche al lavoro dei suoi compagni di squadra che hanno rotto i cambi e che, alla fine, sono riusciti a piazzare un altro Alpecin sul secondo gradino del podio.

In questi ultimi anni ci sono atleti che danno la sensazione di fare un altro sport.
E’ quello che si prova quando si vede Tadej Pogacar attaccare a 80 Km dall’arrivo alla Strade Bianche o appunto il campione del mondo andare via da solo a 45 chilometri dall’arrivo nell’ultimo Giro delle Fiandre.
Anche oggi la scena andata in onda non si è discostata molto da quello che ci si aspettava, anche se, in questa edizione della Parigi-Roubaix, ci sono stati anche temi tattici interessanti che hanno mostrato la meticolosità con la quale la Alpecin ha preparato questa corsa, meticolosità che è stata premiata, oltre che dalla vittoria, in verità ampiamente prevista, di Mathieu van der Poel, anche dal secondo posto di Jasper Philipsen che, in volata, avuto ragione di un Mad Pedersen (Lidl – Trek), che ovviamente aveva dovuto lavorare molto di più, e di un Nils Politt (UAE Team Emirates) bravo a restare tra i primi inseguitori di Van der Poel.
La squadra del campione del mondo ha lavorato alacremente per tenere la corsa sotto controllo e poi per fare selezione nel settore della foresta di Arenberg, ma è uscita dalla bagarre in netta superiorità numerica rispetto alle altre formazioni. Quando Van der Poel è partito all’attacco, distanziando con disarmante facilità tutti gli avversari, gli uomini del suo team sono stati bravissimi ad interpretare il ruolo di stopper, non solo andando a chiudere su ogni tentativo di contrattacco, ma anche rompendo i cambi, piazzandosi subito alle spalle del corridore che cercava di tirare e causando un rallentamento ogni volta che questi cercava un cambio.
Il più temibile avversario del campione del mondo, vale a dire Pedersen, si è trovato stretto in questa morsa e ha dovuto cedere anche la seconda posizione nella volata finale, vinta da Philipsen, che si era limitato a stare a ruota (salvo tentare una sortita offensiva nel tratto finale del Carrefour de l’Arbre).
Se tutto questo è vero e innegabile, è però altrettanto vero che, sin dall’allungo di Van der Poel nel settore di Orchies, è apparso subito evidente come dietro non ne avessero proprio né per provare a seguire l’olandese, né per provare a limitare il distacco, che infatti ha continuato a salire sino ad arrivare a 3 minuti tondi tondi nel velodromo di Roubaix.
Appare quindi forse più corretto dire che il gioco di squadra della Alpecin ha favorito il secondo posto di Philipsen più che la vittoria di Van der Poel che, vista la superiorità dimostrata, non è mai stata seriamente in dubbio.
La verità è che quando ci sono atleti come Pogacar e Van der Poel su certi percorsi non ce n’è per nessuno e ci vogliono corse tradizionalmente incerte come la Sanremo, nelle quali è difficilissimo fare la differenza, per impedire a questi atleti di dilagare, mettendo in campo tutta la loro superiorità rispetto ai rivali.
Ciononostante, di fronte a certi numeri di classe sopraffina, l’appassionato non può far altro che assaporare ogni minuto il gesto atletic e non conta il fatto che, a 60 o 80 km dall’arrivo, la corsa appaia già segnata, conta invece lo spettacolo dell’azione del grande campione e anche quello che offrono gli inseguitori che si danno battaglia per il podio.
Oggi, infatti, oltre all’azione di Van der Poel grande emozione l’hanno offerta anche gli uomini che hanno lottato per i piazzamenti.
La corsa ha visto partire una fuga con Per Strand Hagenes (Team Visma), Rasmus Tiller (Uno-X Mobility), Kasper Asgreen (Soudal Quick-Step), Marco Haller (BORA – hansgrohe), Liam Slock (Lotto Dstny), Gleb Syritsa (AST) e Kamil Malecki (Q36.5) dopo 20 Km di gara. I sette uomini vengono seguiti da Dusan Rajovic (Bahrain Victorious) e Dries de Bondt (Decathlon Ag2r La Mondiale), che però riescono ad accordarsi solo al Km 80. In questa fase va menzionata una caduta in esito alla quale si dovranno ritirare Jonathan Milan (Lidl – Trek) ed Elia Viviani (INEOS Grenadiers).
La fuga non riesce, però, a prendere il largo perché l’Alpecin non lo permette ed anzi il ritmo della formazione belga spezza il gruppo in vari tronconi, azione resa ancor più insidiosa dal vento laterale
All’ingresso della foresta di Arenberg il gruppo dei big è già composto da una trentina di unità, con Pedersen che esce in testa dalla orribile chicane che lo stesso campione del mondo aveva definito uno scherzo e che si spera verrà eliminata dal percorso, in quanto il rimedio è peggiore del pericolo che si propone di scongiurare.
Il pavè della forrsta opera una spietata selezione e il gruppo dei big si riduce a Van del Poel, Philipsen, Pedersen e Mick van Dijke (Team Visma), mentre dietro ad inseguire ci sono Stefan Küng (Groupama-FDJ) e Laurence Pithie (Groupama – FDJ). In questa fase Philpsen fora e questa circostanza permette un rimescolamento delle carte con il rientro di vari corridori, mentre il corridore belga è costretto a spendere energie preziose per rientrare, cosa che toccherà anche a Pedersen, sempre a causa di una foratura.
Subito dopo il settore di Hélesmes c’è l’attacco a sorpresa di Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck), compagno di squadra di Van der Poel, che viene prontamente seguito da Kung e Politt. L’attacco portato da un Alpecin è un po’ da decifrare, ma il risultato concreto sarà quello di costringere altre squadre, in particolare la Lidl del temibile Pedersen, a lavorare per chiudere il buco.
Dopo il ricongiungimento c’è una fase di bagarre con vari tentativi di attacco ma, nel settore di Orchies, è l’iridato a muoversi in prima persona un po’ a sorpresa, perché quel tratto di pavè è classificato con 3 stelle, non è tra i più difficili e temuti e arrivava poco prima di quello storico di Mons-en-Pévèle, molto più difficile e selettivo, nel quale tutti si aspettavano l’attacco del campione del mondo.
Non è, però, la sorpresa che impedisce a Pedersen e compagnia di seguire Van der Poel, bensì semplicemente la velocità che l’olandese riesce a sviluppare, superiore rispetto a quella degli avversari.
I pochi secondi di vantaggio aumenteranno costantemente sino a diventare minuti e, mentre il capitano dell’Alpecin si lancia nella sua cavalcata vincente, dietro si fiuta subito la mala parata, sia per l’ingombrante presenza dei compagni dell’iridato che impediscono di organizzare un serio inseguimento, sia per l’oggettiva superiorità dell’uomo al comando da solo.
A questo punto, non resta che organizzarsi per le posizioni sul podio.
Su una prima accelerazione di Pedersen, all’inseguimento rimangono oltre al danese anche Kung, Pithie, Politt e Philipsen.
Pithie sarà fuori dai giochi a causa di una caduta, mentre un attacco a sorpresa di Philipsen nel settore a 5 stelle del Carrefour de l’Arbre fa fuori anche Kung e così restano in tre all’inseguimento.
Per il vincitore l’entrata nel velodromo con la più grande tranquillità gli permetterà di assaporare la vittoria metro per metro, mentre la volata dei battuti viene vinta da Philipsen, che va a completare il successo dell’Alpecin, con Pedersen che deve accontentarsi del gradino più basso del podio.
La prossima classica in programma è l’Amstel Gold Race, ma i riflettori sono tutti puntati sulla Liegi- Bastogne – Liegi che andrà in scena in 21 aprile ed alla quale parteciperanno sia Tadej Pogacar, che questa corsa l’ha già vinta, sia il campione del mondo, che invece ha partecipato solo in una occasione, concludendo la corsa in sesta posizione.
Non sarà, invece, della partita il vincitore della ultime due edizioni, Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), che la recente caduta al Giro dei Paesi Baschi ha messo fuori gioco.

Benedetto Ciccarone

Van der Poel allattacco solitario sul pavè della Parigi-Roubaix (Getty Images)

Van der Poel all'attacco solitario sul pavè della Parigi-Roubaix (Getty Images)

07-04-2024

aprile 7, 2024 by Redazione  
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PARIGI-ROUBAIX

L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck) si è imposto nella classica francese, Compiègne – Roubaix, percorrendo 259.7 Km in 5h25′58″, alla media di 47.802 Km/h. Ha preceduto di 3′00″ il belga Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) e il danese Mads Pedersen (Lidl – Trek). Miglior italiano Andrea Pasqualon (Bahrain – Victorious), 50° a 9′34″

PARIGI-ROUBAIX ESPOIRS (Under 23)

Il tedesco Tim Torn Teutenberg (Lidl – Trek Future Racing) si è imposto nella classica francese, Le Cateau-Cambrésis – Roubaix, percorrendo 163.6 Km in 3h48′28″, alla media di 42.962 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Robert Donaldson (Trinity Racing) e il belga Robin Orins (Lotto Dstny Development Team). Miglior italiano Pietro Mattio (Team Visma | Lease a Bike Development), 28° a 3′56″

CIRCUIT DES ARDENNES INTERNATIONAL (Francia)

Il britannico Joseph Blackmore (Israel Premier Tech Academy) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Sedan, percorrendo 163.7 Km in 3h55′25″, alla media di 41.722 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step) e lo slovacco Lukáš Kubiš (Elkov – Kasper). Miglior italiano Samuele Privitera (Hagens Berman – Jayco), 28° a 19″. Blackmore si impone in classifica con 3″ sul danese Mathias Bregnhøj (Sabgal / Anicolor) e 13″ sul francese Tijmen Graat (Team Visma | Lease a Bike Development). Miglior italiano Federico Savino (Soudal – Quick-Step Devo Team), 27° a 10′02″

TOUR OF MERSIN (Turchia)

Il russo Sergey Rostovtsev (Sakarya BB Pro Team) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Mersin, percorrendo 124.4 Km in 2h29′30″, alla media di 49.926 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Norbert Banaszek (Mazowsze Serce Polski) e il turco Batuhan Özgü (nazionale turca). Nessun italiano in gara. Il polacco Marcin Budziński (Mazowsze Serce Polski) si impone in classifica con 1′01″ sul tedesco Oliver Mattheis (BIKE AID) e sull’eritreo Dawit Yemane (BIKE AID)

JAMAICA INTERNATIONAL CYCLING CLASSIC

Il colombiano Christian Tamayo (Team Medellín) si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Montego Bay, percorrendo 87.2 Km in 2h09′32″, alla media di 40.391 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Preston Eye (Team 706) e il trinidadiano Liam Trepte (Cornwall Cycling Club). Nessun italiano in gara. Il colombiano Wilmar Paredes (Team Medellín) si impone in classifica con 2′00″ sul connazionale Walter Vargas (Team Medellín) e sullo statunitense Gabriel Mendez (Team 706)

TROFEO PIVA (Under 23)

Il ceco Pavel Novák (Team MBH Bank Colpack Ballan) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Col San Martino, percorrendo 179.2 Km in 4h30′26″, alla media di 39.758 Km/h. Ha preceduto di 11″ l’italiano Alessandro Pinarello (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e di 24″ il colombiano Diego Pescador (GW Erco Shimano)

AD EIBAR FA FESTA CARLOS RODRIGUEZ, JUAN AYUSO VINCE IL GIRO DEI PAESI BASCHI 2024

aprile 6, 2024 by Redazione  
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Scoppiettante ultima tappa della corsa basca che vede prima una maxi fuga prendere il largo salvo poi il recupero degli uomini di classifica con protagonista Juan Ayuso (UAE Team Emirates) che attacca sull’ultima salita insieme a Carlos Rodriguez (Team INEOS Grenadiers). A Rodriguez la tappa, ad Ayuso la maglia e la vittoria finale

La sesta ed ultima tappa del Giro dei Paesi Baschi è sicuramente quella più impegnativa dal punto di vista altimetrico con ben sette gpm che caratterizzano il percorso con partenza e arrivo ad Eibar. In particolare il quarto ed il sesto gpm – Krabelin ed Izua – hanno le pendenze più cattive con tratti che arrivano al 17%. La classifica generale è ancora molto corta e la maglia gialla Matthias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek) non può dormire sonni tranquilli visto che ha Maximilian Schachmann (Team BORA Hansgrohe) e Juan Ayuso (UAE Team Emirates) che lo braccano alle spalle, avendo rispettivamente 2 e 4 secondi di ritardo sul ciclista danese. Tra il primo gpm di Elkorrieta ed il secondo gpm di Azurki si formava la prima fuga di giornata composta da 22 ciclisti. Quello messo meglio in classifica generale era Brandon Smith Rivera (Team INEOS Grenadiers), che aveva 1 minuto e 21 secondi di ritardo da Skjelmose Jensen. Altri ciclisti presenti nella fuga che potevano insidiare la leadership del ciclista danese erano Milan Vader (Team Visma Lease a Bike), Esteban Chaves (Team EF Education EasyPost), Lucas Hamilton (Team Jayco AlUla) e David De La Cruz (Team Q36.5 Pro Cycling), tutti e quattro a meno di 3 minuti di ritardo da Skkelmose Jensen. La fuga scollinava sul terzo gpm in programma di Gorla, posto al km 45, con 3 minuti e 15 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Sul successivo gpm di Krabelin, probabilmente la salita più dura del Giro dei Paesi Baschi 2024, il gruppo dei fuggitivi si sfaldava sotto l’azione di Chaves e restavano in testa, oltre al colombiano, Igor Arrieta (UAE Team Emirates), James Shaw (Team EF Education EasyPost), Bauke Mollema (Team Lidl Trek), Oscar Onley (Team DSM-Firmenich PostNL), Gregor Muhlberger (Team Movistar), Sepp Kuss e Steven Kruijswijk (Team Jumbo Lease a Bike). Chaves vinceva il primo traguardo volante di Markina-Xemein posto al km 82.9 . All’inizio del successivo gpm di Trabakua il vantaggio degli otto battistrada sul gruppo era di un minuto. Il forcing della Bora Hansgrohe e della Lidl Trek aveva raccolto i suoi frutti. Marc Soler (UAE Team Emirates) e Lucas Hamilton rientravano sul gruppo di testa a 43 km dalla conclusione. Proprio Soler era adesso la maglia gialla virtuale avendo in classifica generale 47 secondi da recuperare a Skjelmose Jensen. Il ciclista spagnolo vinceva anche il secondo traguardo volante di Eibar posto al km 103.7. Sul gpm di Izua una decisa accelerazione del gruppo maglia gialla riduceva il distacco sui battistrada finchè Juan Ayuso (UAE Team Emirates) e Matthias Skjelmose Jensen si impegnavano in prima persona per ricucire sui primi. Una volta raggiunti, veniva affrontato l’ultimo gpm in programma di Urkaregi. Ayuso sferrava il suo attacco a 17 km dalla conclusione. Gli rispondeva soltanto Carlos Rodriguez (Team INEOS Grenadiers) che aveva nel frattempo raggiunto i battistrada. La coppia di testa aumentava metro dopo metro il suo vantaggio nei confronti di Skjelmose Jensen, Onley e Soler. Ayuso e Rodriguez erano ormai irraggiungibili e nel più classico dei copioni Rodriguez andava a vincere la tappa mentre Auyso si accontentava del secondo posto ma soprattutto della maglia gialla. Soler chiudeva in terza posizione a 41 secondi da Rodriguez mentre Skjelmose Jensen era quarto e Onley quinto a chiudere la top five. Per Rodriguez è la prima vittoria stagionale mentre Ayuso vince un Giro dei Paesi Baschi decapitato dai ritiri contemporanei di Vingegaard, Ayuso ed Evenepoel. Rodriguez è secondo a 42 secondi di ritardo mentre Skjelmose Jensen è trezo a 43 secondi di ritardo. Per quanto riguarda le altre classifiche Alex Aranmuru (Team Movistar) vince quella a punti, Sepp Kuss (Team Visma Lease a Bike) quella dei gpm e Juan Ayuso quella dei giovani. Infine l’UAE Tea Emirates vince la classifica a squadre.

Antonio Scarfone

Carlos Rodrigue vince a Eibar (foto: Getty Images)

Carlos Rodrigue vince a Eibar (foto: Getty Images)

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