01-02-2024
febbraio 1, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VOLTA A LA COMUNITAT VALENCIANA
Lo sloveno Matej Mohorič (Bahrain – Victorious) si è imposto nella seconda tappa, Canals – Mancomunitat de la Valldigna (Simat de la Valldigna), percorrendo 162.7 Km in 3h47′48″, alla media di 42.853 Km/h. Ha preceduto di 13″ gli italiani Giovanni Lonardi (Team Polti Kometa) e Simone Consonni (Lidl – Trek). L’italiano Alessandro Tonelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) è ancora leader della classifica con 1′08″ su Mohorič e 1′28″ sull’austriaco Felix Großschartner (UAE Team Emirates)
ÉTOILE DE BESSÈGES
Il francese Axel Laurance (Alpecin – Deceuninck) si è imposto nella prima tappa, Marguerittes – Rousson, percorrendo 163.6 Km in 3h57′10″, alla media di 41.384 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Mads Pedersen (Lidl – Trek) e il connazionale Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels). Miglior italiano Alberto Bettiol (EF Education – EasyPost), 12° a 12″. Laurance è il primo leader della classifica con 4″ su Pedersen e 7″ su Vauquelin. Miglior italiano Bettiol, 12° a 22″
ALULA TOUR (Arabia Saudita)
Il belga Tim Merlier (Soudal – Quick Step) si è imposto nella terza tappa, AlUla International Airport – AlUla Camel Cup Track, percorrendo 170.6 Km in 3h59′52″, alla media di 42.674 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Arvid de Kleijn (Tudor Pro Cycling Team) e Casper van Uden (Team Dsm-Firmenich PostNL). Miglior italiano Davide Formolo (Movistar Team), 13°. Van Uden è tornato leader della classifica con 2″ su Merlier e 10″ sull’italiano Matteo Sobrero (BORA – hansgrohe)
ALL’ALULA TOUR VENTO E VENTAGLI PROTAGONISTI. LA SPUNTA TIM MERLIER IN VOLATA
Nella terza tappa dell’AlUla Tour Tim Merlier (Team Soudal Quick Step) ottiene la prima vittoria stagionale in una volata di gruppo, anzi di gruppetto, visto che a giocarsi la vittoria sono stati una trentina di ciclisti a causa del vento e dei ventagli che hanno ridotto sensibilmente i ciclisti in testa alla corsa. Casper van Uden (Team dsm-firmenich PostNL) è tornato maglia verde
Dopo le vittorie di Casper van Uden (Team dsm-firmenich PostNL) nella prima tappa e di Søren Wærenskjold (Uno X Mobility) nella seconda, l’AlUla Tour affronta la terza tappa dall’AlUla International Airport all’AlUla Camel Cup Track, lunga poco più di 170 km e sulla carta ancora favorevole alle ruote veloci. L’assenza di gpm categorizzati e in generale di concrete insidie altimetriche sembra infatti preparare il gruppo alla terza volata su tre tappe, anche se al dire il vero quella di ieri non è stata a ranghi compatti. Dopo la partenza si segnalava immediatamente un primo tentativo d’attacco con tre uomini protagonisti. Luis Angel Mate (Team Euskaltel Euskadi) si aggiudicava il primo traguardo volante posto al km 16.4. Oltre allo spagnolo facevano parte della fuga Yuma Koishi (JLC Team UKYO) e Polychronis Tzortzakis (Team Roojai Insurance). Era proprio quest’ultimo a vincere il secondo traguardo volante posto al km 57.8. A 70 km dalla conclusione un’accelerazione di Tzortzakis metteva in difficoltà Koishi che si sfilava mentre Mate riusciva a tenere la ruota del ciclista greco. La coppia di testa continuava così nell’azione e vantava ancora un vantaggio di circa 2 minuti a 50 km dalla conclusione. Il ritmo del gruppo inseguitore era intanto aumentato sotto l’impulso di Uno-X Mobility e Soudal Quick Step. La fuga veniva ripresa a 28 km dal traguardo dopodichè il vento del deserto diventava l’assoluto protagonista della tappa. SI formavano diversi ventagli ed in uno di questo si perdeva nelle retrovie proprio la maglia verde Søren Wærenskjold, rallentato anche da una foratura. Soudal Quick Step e UAE Tour Emirates erano tra le squadre più attive nel gruppo di testa che ad una quindicina di km dalla conclusione era costituito di una quarantina di unità. Matteo Sobrero (Team BORA Hansgrohe) si aggiudicava il terzo ed ultimo traguardo volante posto all’entrata del circuito conclusivo dell’AlUla Camel Cup Track. Nella volata finale ad avere la meglio era Tim Merlier (Team Soudal Quick Step) che si imponeva su Arvid De Kleijn (Team Tudor Pro Cycling) e Casper van Uden (Team dsm-firmenich PostNL). Chiudevano la top five Luka Mezgec (Team Jayco ALUla) in quarta posizione e Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates) in quinta posizione. Merlier ottiene la prima vittoria stagionale mentre la classifica generale vede in ritorno in maglia verde di Casper van Uden che conduce proprio davanti a Merlier staccato di 2 secondi ed ad un ottimo Matteo Sobrero che segue in terza posizione e 10 secondi di ritardo, con concrete chances di potersi migliorare nelle ultime due tappe e specialmente in quella decisiva di sabato. Domani è in programma la quarta e penultima tappa che parte da Hegra e termina a Maraya dopo 142.2 km. La strada è anche questa volta quasi completamente pianeggiante e priva di significative difficoltà altimetriche. I velocisti avranno un’altra possibilità per giocarsi la vittoria in volata prima della quinta ed ultima tappa di venerdì in cui si deciderà il vincitore dell’AlUla Tour 2024.
Antonio Scarfone

Tim Merlier vince la terza tappa dell'AlUla Tour (Getty Images)
COMUNITAT VALENCIANA, BARDIANI PIGLIATUTTO CON ALESSANDRO TONELLI E MANUELE TAROZZI
La Volta a la Comunitat Valenciana 2024 parte nel segno della VF Group – Bardiani CSF – Faizanè che grazie ad Alessandro Tonelli regala alla formazione italiana la prima vittoria stagionale resa ancora più bella grazie al secondo posto del compagno di squadra Manuele Tarozzi, i due italiano sono stati bravi a concretizzare con la vittoria la fuga di cui sono stati protagonisti e che ha caratterizzato la prima tappa
La prima tappa della Volta a la Comunitat Valenciana 2024 entra nel vivo intorno al diciannovesimo chilometro quando si va formare la fuga di giornata che assorbe anche Francisco Muñoz (Polti-Kometa) evaso dal gruppo qualche chilometro prima, la fuga risulta composta da: Gorka Sorarrain (Caja Rural-Seguros RGA), Jetse Bol (Burgos-BH), Alessandro Tonelli (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), Alex Molenaar (Illes Balears Arabay Cycling) e quindi lo stesso Muñoz. Dopo qualche chilometro al drappello di testa si agganciano anche Iñigo Elosegui (Equipo Kern Pharma) e Manuele Tarozzi (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè). La testa della corsa arriva al primo GPM di giornata, l’ascesa di La Bandereta, con 4’ sul gruppo, il primo a scollinare è Sorarrain con il vantaggio che sale a circa 5’. Perde ancora terreno il gruppo che da dietro è tirato dal Team Jayco AlUla. In testa alla corsa c’è l’accordo buono, in salita il margine torna ad ampliarsi tanto che sulle prime rampe del GPM del Coll de la Bassa il vantaggio va addirittura a superare i 5’ per arrivare ad un massimo di 8’, a questo punto è la Euskaltel – Euskadi a portarsi in testa al gruppo che aiutati anche dagli uomini della Bahrain – Victorious riescono pian piano a ricucire dimezzando il gap, si arriva così allo sprint intermedio vinto da Alex Molenaar su Francisco Muñoz e Iñigo Elosegui con poco più di 4’ da recuperare. Un ulteriore impulso mosso dal gruppo viene offerto dalla UAE Team Emirates a circa 30 Km dall’arrivo, la formazione emiratina si impegna a rosicchiare ancora tempo prezioso alla fuga in tratto di corsa favorevole a chi insegue prima dell’imbocco della salita di Desert de las Palmes. Cinque chilometro dopo l’azione che risulterà determinante per l’esito della tappa, dalla testa della corsa vi è infatti uno scatto combinato dalla coppia della VF Group Bardiani CSF-Faizanè, Tonelli e Tarozzi, seguiti dal solo Sorarrain, i tre procedono di comune accordo per la salita mentre il gruppetto che componeva la fuga si sfalda pian piano. Il gruppo attacca la salita con circa 3’ di ritardo. In testa intanto Tonelli e Tarozzi mettono in difficoltà Sorarrain che non riesce a tenere le ruote degli italiani. a 20 Km dall’arrivo la coppia di testa può gestire un vantaggio di 2’:45” sul gruppo tirato dalla Bahrain-Victorious. Al GPM di Desert de las Palmes transita per primo Tarozzi seguito da Tonelli, i due non prendono rischi in discesa, chi invece si getta all’inseguimento è Matej Mohoric ma il divario è troppo ampio da colmare, lo sloveno è infatti segnalato a 2’, abile a riportarsi sugli immediati inseguitori Molenaar, Sorarrain e Bol. Ai meno 5 dall’arrivo Tonelli e Tarozzi pregustano il sapore della vittoria nonostante il colpo di scena ai meno 2 chilometri, con l’ingresso nella strada sbagliata uscendo dalla rotonda conclusiva! Ripreso il percorso della gara i due, nonostante il clamoroso errore, riescono a conservare ancora margine andando così a vincere la prima tappa, Tonelli precede Tarozzi, terzo arriva a 1’09” Lazkano poi Molenaar, il gruppo è regolato successivamente da Jonathan Milan (Lidl-Trek) che regola Michael Matthews (Jayco-AlUla) e Matej Mohoric (Bahrain-Victorious).
Antonio Scarfone

Alessandro Tonelli vince la prima tappa della Volta Valenciana (foto: Dario Belingheri/Getty Images)
DAI DESERTI D’ARABIA SPUNTA ANCORA IL VICHINGO WÆRENSKJOLD
Successo di prepotenza per il norvegese del Team Uno X – Mobility sul traguardo della seconda tappa dell’AlUla Tour (Winter Park – Sharaan Nature Reserve, 199 km), con il finale su uno strappo al 6-7% che scollinava all’altezza dell’ultimo chilometro. Nella volata lo scandinavo, che si era già imposto in una tappa di questa gara l’anno scorso, ha avuto la meglio sull’eritreo Henok Mulubrhan (Astana – Qazaqstan) e sull’olandese Nils Eeckhoff (Team DSM – Firmenich – PostNL), prendendosi la maglia di leader grazie alla somma di piazzamenti nei confronti di Casper Van Uden.
Vento forte e vari tentativi di attacco hanno caratterizzato la prima parte di corsa, con passaggio sulla linea del traguardo già dopo soli venti chilometri. Ai circa -70 i corridori Enekoitz Azparren (Euskaltel – Euskadi), Andreas Miltiadis (Terengganu Cycling Team), Atsushi Oka (JCLTeam Ukyo), Polychronis Tzortzakis e Tegsh-bajar Batsaikhan (Roojai Insurance) sono scattati ma con l’avvicinarsi della impegnativa ma veloce fase finale il loro tentativo è stato annullato e tutto si è deciso sullo strappo conclusivo. Il primo uomo di punta a mollare è stato Dylan Groenewegen (Team Jayco – AlUla), ieri secondo classificato, e nel tratto più duro c’è stata selezione naturale. Qui ci hanno provato (timidamente) prima Rafal Majka (UAE Team Emirates) e il piemontese Matteo Sobrero (Bora – Hansgrohe), poi è stata la volta di Pierre Latour (TotalEnergies), che è scattato con maggiore convinzione quando la strada è tornata pianeggiante. Il gruppone dei velocisti è, però, rientrato con forte prepotenza sul transalpino, ripreso solamente a cento metri dall’arrivo, e permette a Søren Wærenskjold (Uno X – Mobility ), 23enne norvegese di Mandal, di prendersi tappa e maglia.
Si, perché grazie alla somma dei piazzamenti delle prime due tappe il corridore norvegese scalza l’olandese Casper Van Uden (Team Dsm-Firmenich PostNL), oggi quinto. Per Wærenskjold si è trattato della seconda vittoria in carriera nella corsa saudita (settima assoluta da professionata e prima stagionale per lui e per la squadra), dopo quella nella terza tappa della passata edizione, quando la corsa era ancora denominata Saudi Tour.
La giornata di domani vedrà ancora protagoniste le ruote veloci: si parte dall’Aeroporto Internazionale di AlUla per arrivare dopo circa 170 km all’AlUla Camel Cup Track, ippodromo riservato alle corse con i cammelli attorno al quale si snoderà il circuito finale
Andrea Giorgini

Wærenskjold si impone in volata nella seconda frazione della corsa araba (Getty Images)
31-01-2024
gennaio 31, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VOLTA A LA COMUNITAT VALENCIANA
L’italiano Alessandro Tonelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) si è imposto nella prima tappa, Benicássim – Castellón de la Plana, percorrendo 167 Km in 4h04′35″, alla media di 40.967 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Manuele Tarozzi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e di 1′09″ lo spagnolo Oier Lazkano (Movistar Team). Tonelli è il primo leader della classifica con 3″ su Tarozzi e 1′17″ su Lazkano
ÉTOILE DE BESSÈGES
La prima tappa della corsa francese, circuito di Bellegarde (160.6 Km), è stata annullata a causa di una protesta degli agricoltori.
ALULA TOUR (Arabia Saudita)
Il norvegese Søren Wærenskjold (Uno-X Mobility) si è imposto nella seconda tappa, Winter Park – Sharaan Nature Reserve, percorrendo 199.1 Km in 4h42′04″, alla media di 42.352 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’eritreo Henok Mulubrhan (Astana Qazaqstan Team) e l’olandese Nils Eekhoff (Team Dsm-Firmenich PostNL). Miglior italiano Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team), 11° a 2″. Wærenskjold è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo dell’olandese Casper van Uden (Team Dsm-Firmenich PostNL) e 4″ su Mulubrhan. Miglior italiano Matteo Sobrero (BORA – hansgrohe), 6° a 9″.
TOUR OF SHARJAH (Emirati Arabi Uniti)
Il francese Pierre Barbier (Philippe Wagner/Bazin) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Shees Park – Sharjah Safari, percorrendo 94.1 Km in 1h56′41″, alla media di 48.377 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Patryk Stosz (Team Felt Felbermayr) e lo sloveno Anže Ravbar (UAE Team Emirates Gen Z). Miglior italiano Niccolò Bonifazio (Team Corratec – Vini Fantini), 4°. Lo sloveno Gal Glivar (UAE Team Emirates Gen Z) si impone in classifica con 22″ sul tedesco Miguel Heidemann (Team Felt Felbermayr) e 37″ sull’ucraino Anatoliy Budyak (Terengganu Cycling Team). Miglior italiano Davide Baldaccini (Team Corratec – Vini Fantini), 6° a 1′40″
ALULA TOUR, VAN UDEN BEFFA GROENEWEGEN NEL PRIMO SPRINT
Uno-due olandese nella frazione inaugurale della corsa a tappe saudita, dove il velocista del Team DSM- Firmenich – PostNL ha la meglio sull’esperto connazionale della Jayco – AlUla per una questione di pochissimi centimetri. Podio completato da Tim Merlier (Soudal-Quickstep).
Accade una mezza sorpresa al termine della prima tappa dell’AlUla Tour 2024, con la doppietta olandese ai vertici della classifica. La gara, fino all’anno scorso nota con il nome di Saudi Tour, si compone di cinque frazioni disegnate tra deserti del Governatorato di ‘Ula, in Arabia Saudita. Al via ci sono diciotto squadre da sette corridori ciascuna (tranne la Bora – Hansgrohe, che ne schiera cinque), compresa la Nazionale dell’Arabia Saudita. Sono tredici gli italiani: Davide Formolo, Davide Cimolai e Lorenzo Milesi (Team Movistar), Andrea Pasqualon ed Edoardo Zambanini (Bahrain – Victorious), Alessandro De Marchi (Team Jayco – AlUla), Alessandro Romele (Astana – Qazaqstan), Matteo Sobrero (Bora – Hansgrohe), Matteo Moschetti e Filippo Conca (Q36.5 Pro Cycling Team), Giovanni Carboni, Matteo Malucelli e Thomas Pesenti (JCL Team Ukyo).
La prima tappa prevede circa 1700 metri di dislivello in 149 km, con partenza ed arrivo alla Al Manshiya Train Station di AlUla. La prima fuga della corsa saudita comprende Unai Zubeldia (Euskaltel Euskadi), Carter Bettles (Roojai Insurance), Masaki Yamamoto (JCL Team Ukyo) e i sauditi Hassan Al Ibrahim e Ali Al Sheikhahmed, , grupetto al comando che hanno raggiunto un gap massimo di tre minuti. Nel finale c’è stato prima il ricongiungimento del gruppo con i fuggitivi ai -18, poi lo sprint vinto da Matteo Sobrero ai -9.4 ed infine la caduta che ha coinvolto Alessandro De Marchi insieme a Yamamoto e Xabier Berasategi (Euskaltel – Euskadi). Il friulano è poi giunto ultimo al traguardo, con 10 minuti di ritardo e un vistoso taglio al meno
Nello sprint la bagarre è stata importante e con tutte le squadre degli sprinter nelle primissime posizioni, inclusa la norvegese UNO-X Mobility. La DSM – Firmenich – PostNL passa in testa nel tortuoso chilometro finale e lancia il ventiduenne Casper Van Uden, che per pochissimo non si fa rimontare da Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla), ben nascosto e in grande condizione di forma. Per il giovane olandese è la prima vittoria da professionista: l’ultimo suo successo a livello internazionale risale al 2021, quuando da Under 23 si era imposto alla Ronde van de Achterhoek. Nella top 10 di oggi ci sono anche Matteo Malucelli (7°) e Davide Cimolai (10°), ma in classifica generale Matteo Sobrero è quarto grazie all’abbuono di 3” conquistato al traguardo volante.
Domani è in programma la seconda tappa, 199 km dal Winter Park di AlUla alla Shaahan Nature Reserve, con finale in salita che non dovrebbe, però, impedire un altro arrivo allo sprint.
Andrea Giorgini

Van Uden vince la prima tappa dell'AlUla Tour (Getty Images)
30-01-2024
gennaio 30, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
ALULA TOUR (Arabia Saudita)
L’olandese Casper van Uden (Team Dsm-Firmenich PostNL) si è imposto nella prima tappa, circuito della Al Manshiya Train Station, percorrendo 149.1 Km in 3h18′55″, alla media di 44.974 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) e il belga Tim Merlier (Soudal – Quick Step). Miglior italiano Matteo Malucelli (JCL Team UKYO), 7°. Van Uden è il primo leader della classifica con 4″ su Groenewegen e 6″ su Merlier. Miglior italiano Matteo Sobrero (BORA – hansgrohe), 4° a 7″.
TOUR OF SHARJAH (Emirati Arabi Uniti)
Lo spagnolo Mario Aparicio (Burgos – BH) si è imposto nella quarta tappa, Kalba University – AlSuhub Rest (Khorfakkan), percorrendo 125.6 Km in 3h02′15″, alla media di 41.34 Km/h. Ha preceduto di 6″ l’ucraino Anatoliy Budyak (Terengganu Cycling Team) e di 25″ il tedesco Miguel Heidemann (Team Felt Felbermayr). Miglior italiano Lorenzo Quartucci (Team Corratec – Vini Fantini), 4° a 29″. Lo sloveno Gal Glivar (UAE Team Emirates Gen Z) è ancora leader della classifica con 20″ su Heidemann e 35″ su Budyak. Miglior italiano Davide Baldaccini (Team Corratec – Vini Fantini), 6° a 1′38″
FEBBRAIO 2024, IL PIATTO È GIÀ RICCO
gennaio 29, 2024 by Redazione
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Arriva il mese di Febbraio, corto ma ricco di gare tutte da seguire con passione. A cavallo con gli ultimi giorni di gennaio si disputerà l’AlUla Tour, l’ex Giro dell’Arabia Saudita che darà la stura a una serie di brevi ma interessanti corse a tappe. Si correrà prevalentemente in Spagna, ma ci sarà spazio anche per la Francia, il Portogallo, la Colombia e nuovamente la penisola araba. Alla fine del mese si aprirà la stagione delle classiche belghe e si correrà anche la prima gara organizzata sul suolo italiano, il tradizionale Trofeo Laigueglia.
“Febbraio ricco, mi ci ficco” verrebbe da gridare all’appassionato di ciclismo a veder quello che propone il mese più corto dell’anno. Nell’arco di 29 giorni – il 2024 è bisestile ben 95 saranno di gara, considerando sia le corse di un giorno, sia le singole frazioni delle corse a tappe che si succederann e che arriveranno anche a strabordare nel mese precedente. Il 30 gennaio prenderà, infatti, il via la prima delle quattordici corse a tappe che si succederanno in questo periodo, l’AlUla Tour, gara che da quest’anno impareremo a conoscere con questo nome dopo che nelle precedenti quattro edizioni era stata chiamata Saudi Tour. Gli organizzatori di quello che è nato come Giro dell’Arabia Saudita hanno, infatti, deciso di concentrare la corsa nella zona del Governatorato di ‘Ula, che ha stabilito di puntare sul ciclismo a 360° gradi anche tramite la sponsorizzazione di due team professionistici, uno maschile e uno femminile. I grandi protagonisti della corsa araba saranno i velocisti, che avranno a loro disposizione quattro dei cinque palcoscenici offerti, a cominciare da quello della tappa d’apertura, 149 Km disegnati attraverso il deserto con circuito finale sulle strade del capoluogo Al-’Ula, dove il traguardo sarà fissato presso la stazione ferroviaria di Al Manshiyah. Pur essendo ancora il finale adatto a diversi degli sprinter presenti in gara, più complicati saranno per loro gli ultimi chilometri della frazione successiva, la più lunga dall’alto dei suoi 199 Km, che scatterà dal Winter Park di Al-’Ula per concludersi sulle strade della Sharaan Nature Reserve, dove il traguardo sarà posto al termine di una salita di 3 Km al 4.5% di pendenza media. Non presenterà particolari difficoltà la terza tappa, che prenderà via dall’AlUla International Airport per “decollare” verso l’AlUla Camel Cup Track, ippodromo concepito per ospitare le corse dei cammelli e attorno al quale si dovranno percorrere due giri quasi completi del circuito finale. Uno strappo di 600 metri al 4.3% avrà in vetta l’arrivo della quarta tappa, che partirà dal sito archeologico di Hegra – iscritto dal 2008 tra i patrimoni dell’umanità dall’UNESCO – per terminare di fronte alla Maraya Concert Hall, dove lo scorso anno si concluse l’ultima tappa, vinta dall’italiano Simone Consonni. Nella vecchia Al-’Ula, infine, sarà abbassata la bandierina del via della frazione conclusiva, che avrà il suo momento saliente nella ripidissima salita di 3 Km al 12%, con picchi del 22%, che precederà di una decina di chilometri l’approdo presso lo spettacolare belvedere dell’Harrat Uwayrid.
Il 31 gennaio s’inaugurerà il calendario UCI ProSeries con il via della 75a edizione della Volta a la Comunitat Valenciana, che inizierà con una frazione di media montagna di 167 Km tracciata tra Benicássim e Castellón de la Plana, traguardo al quale si giungerà 17 Km dopo aver superato la cima della principale difficoltà di giornata, la salita del “Deserto delle Palme” (7.7 Km al 5.1%). Molto simile nella struttura sarà la successiva frazione che da Canals condurrà in 163 Km a Simat de la Valldigna, anche se il finale sarà più semplice, per via dei 5 Km al 3,9% che si dovranno percorrere per raggiungere la cima dell’Alto Pla de Corrals, piazzato a 10 Km dalla conclusione. Dopo la tappa San Vicente del Raspeig – Orihuela, l’unica alla portata dei velocisti, si correrà la frazione più impegnativa, che da Moraira condurrà a La Vall d’Ebo in 175 Km: di questi i più interessanti in chiave classifica saranno gli ultimi 20 Km, che prevedono il breve ma ripido Alto del Miserat (4900 metri al 10.3% di pendenza media) e l’ascesa finale verso il Pla de la Corona, poco meno di 2 Km inclinati al 7.5%. Un’altra impegnativa salita, il Puerto de la Frontera (5 Km al 9.2%), sarà programmata il giorno successivo nel corso della frazione conclusiva da Bétera a Valencia, il cui finale (salita compresa) ricalcherà quello dell’ultima tappa dell’edizione 2023 che, nonostante l’assoluta mancanza di difficoltà negli ultimi 45 Km, fu determinante per la vittoria finale del portoghese Rui Costa, che proprio all’ultimo giorno tolse la maglia di leader dalle spalle dell’italiano Giulio Ciccone per soli 16 secondi.
Come puntualmente avviene dal 2011, sarà la cittadina di Bellegarde a ospitare la partenza dell’Étoile de Bessèges, la prima gara a tappe del calendario francese, che scatterà con una frazione in circuito di 161 Km totalmente pianeggiante con l’eccezione della Côte de la Tour (700 metri all’8.2%), strappo che termina a poche centinaia di metri dal traguardo. Apparentemente simile, ma in realtà molto più duro, sarà il finale della seconda tappa che da Marguerittes condurrà a Rousson, dove i corridori troveranno la linea del traguardo tracciata al termine di un’ascesa di 1.6 Km al 6.4% che ha caratteristiche di vero e proprio muro nei 600 metri conclusivi, nei quali la pendenza media schizza violentemente al 12%. In circuito attorno a Bessèges, la città titolare della corsa, si snoderà la terza frazione, intitolata alla memoria di Raymond Poulidor e movimentata da una serie di ascese non difficilissime come il Col des Brousses (2.4 Km al 5.1%), che dovrà essere ripetuto tre volte. Il comune di Méjannes-le-Clap accoglierà partenza e arrivo della penultima tappa, un anello di circa 160 Km che avrà il suo momento clou nell’ascesa alla Côte de Tharaux (4.5 Km al 4.7%), che si può considerare alla stregua di un arrivo in salita dovendosi percorrere soli 800 metri tra lo scollinamento e il traguardo. A questo punto prima di sancire il vincitore della 54a edizione della corsa transalpina bisognerà attendere la conclusione della tradizionale cronometro tracciata sulle strade di Alès, poco meno di 11 Km da percorrersi in pianura fino al piede dell’ascesa finale verso il colle dell’Ermitage, 2.8 Km al 5.6% che nel 2021 e nel 2022 non furono d’intralcio per la vittoria del nostro Filippo Ganna, mentre nel 2020 a imporsi era stato un altro italiano, Alberto Bettiol.
La prima corsa a tappe interamente organizzata nel secondo mese dell’anno sarà il Tour Colombia (6-11 febbraio), che tornerà in calendario dopo quattro anni d’assenza e che non va confusa con il Giro di Colombia, in programma a giugno. Nel momento nel quale pubblichiamo l’articolo ancora non si conoscono i dettagli delle sei tappe, la cui lista è stata già annunciata da tempo e in particolare risalta l’arrivo della penultima frazione, che scatterà dalla capitale Bogotà per terminare agli oltre 2800 metri dell’Alto del Vino, interminabile ascesa di quasi 30 Km al 5.8% di pendenza media.
Tra l’8 e il 12 febbraio si correrà il Tour de la Provence, la cui 8a edizione si sarebbe dovuto disputare lo scorso anno, quando fu annullata a causa di beghe tra l’organizzatore e il proprietario della gara. Quattro le giornata di gara, la prima delle quali sarà una cronometro individuale di 5 Km disegnata sul lungomare di Marsiglia. Il Giro della Provenza proseguirà con una prima tappa in linea che da Aix-en-Provence condurrà in 157 Km a Martigues, dove dovrebbe andare in scena un arrivo in volata “condito” dal vento che sovente spazza le lande della Camargue. La seconda frazione sarà quella sulla carta più impegnativa, anche se non sembrano durissimi i 165 Km della Forcalquier – Manosque, lungo i quali la principale difficoltà sarà rappresentata dal Col de l’Aire dei Masco (6.3 Km al 4.8%), da scavalcare a 26 Km dall’arrivo. L’ultimo atto della corsa francese sarà ancora favorevole ai velocisti, che troveranno pane per i loro denti al termine della Rognac – Arles, quasi totalmente pianeggiante e che vedrà nuovamente i corridori percorrere le insidiose strade della Camargue, dove i temuti ventagli potrebbero anche rivelarsi determinanti per la classifica finale.
Tra il 10 e il 14 febbraio si tornerà a correre sulle strade della penisola araba con la 13a edizione del Tour of Oman, il cui tracciato nel momento in cui scriviamo ancora deve essere presentato. Difficilmente, però, mancherà nel percorso l’impegnativo arrivo in salita sulla “Green Mountain” (5.7 Km al 9.9%), presenza fissa fin dalla seconda edizione.
A metà mese le attenzioni degli appassionati torneranno a rivolgersi alla penisola iberica perché tra il 14 e il 18 febbraio si disputeranno in contemporanea la Volta ao Algarve em Bicicleta in Portogallo e la Vuelta a Andalucía-Ruta Ciclista del Sol in Spagna. La corsa portoghese presenterà un percorso ricalcato su quello delle più recenti edizioni, strutturato sulla presenza di una tappa a cronometro e sugli immancabili arrivi in salita sugli “alti” di Fóia e Malhão. Le restanti due frazioni saranno alla mercé dei velocisti, che avranno la prima occasione al termine della frazione d’apertura disegnata tra Portimão e Lagos, su di un tracciato di 200 Km per lunghi tratti identico a quello che lo scorso anno vide imporsi allo sprint il norvegese Alexander Kristoff. Da Lagoa scatterà la tappa diretta all’Alto da Fóia, la montagna più alta della regione dell’Algarve, ai cui 902 metri si arriverà con un’ascesa di poco meno di 8 Km al 6.1% che ha visto imporsi negli anni passati campioni del calibro del belga Remco Evenepoel (2020) e dello sloveno Tadej Pogacar (2019). Ai confini con la Spagna si correrà la terza tappa (Vila Real de Santo António – Tavira), l’ultima delle due favorevole ai velocisti, poi si deciderà il vincitore della 50a edizione della corsa portoghese tra la cronometro di Albufeira (22 Km) e la conclusiva frazione che partirà da Faro per terminare ai 510 metri dell’Alto de Malhão, la salita simbolo di questa gara, i cui 2500 metri al 9.5% dovranno essere presi di petto due volte negli ultimi 25 Km, un traguardo del quale è stato mattatore Alberto Contador, vincitore lassù in tre occasioni.
A tenere a battesimo la 70a edizione della Vuelta a Andalucía sarà la cittadina di Almuñécar, prescelta dall’organizzazione per dare il via alla prima tappa, che terminerà a Cádiar dopo 162 Km di media montagna movimentati da tre colli non particolarmente difficili, l’ultimo dei quali piazzato a una cinquantina di chilometri dalla conclusione. Le prime schermaglie tra gli uomini che puntano al successo finale potrebbero andare in scena l’indomani sulla rampa che conduce al castello di Alcaudete, sede d’arrivo della tappa numero 2, che partirà da Vélez-Málaga e che per il resto non sarà molto dissimile da quella del giorno precedente. Come in Algarve anche in Andalusia saranno due le tappe offerte ai velocisti, la prima delle quali si correrà tra Arjona e Pozoblanco. Da Cordova, che ad agosto ospiterà l’arrivo di una frazione del Giro di Spagna, si ripartirà per la tappa regina, il cui finale prevede di ripetere quattro giri di un circuito disegnato attorno alla cittadina di Lucena, anello caratterizzato dalla ripida salita della Cota (pendenza media del 10%), in vetta alla quale non saranno assegnati solo i punti per la classifica degli scalatori ma anche abbuoni che saranno applicati in classifica generale. Torneranno, infine, protagonisti i velocisti nell’ultimo giorno di corsa, nel quale è previsto il raduno di partenza da Benahavís mentre il traguardo sarà presso la località balneare di La Línea de la Concepción, alle porte di Gibilterra.
Per l’ultima volta in questa stagione i riflettori dei media ciclistici torneranno a puntare verso il Medio Oriente tra il 19 e il 25 febbraio, quando si correrà la sesta edizione dell’UAE Tour, corsa organizzata da RCS Sport – gli stessi artefici del Giro d’Italia e delle altre competizioni targate “Gazzetta dello Sport” – e nata nel 2019 dalla fusione dei preesistenti “giri” di Dubai e Abu Dhabi. Il deserto sarà l’assoluto protagonista della frazione d’avvio, 143 Km che da Madinat Zayed condurranno al Liwa Palace dopo aver attraversato a continui saliscendi l’omonima e spettacolare oasi di dune, sulla quali spicca quella di Moreeb, la più alta del mondo. Come già avvenuto nel 2021, la tappa a cronometro – che tornerà a essere individuale, dopo che lo scorso anno si era disputata a squadre – si correrà sull’isola artificiale di Al Hudayriat, su di un percorso di 13 Km che per ovvie ragioni sarà totalmente pianeggiante. Con un trasferimento “monstre” di quasi 230 Km ci si trasferirà quindi su un’altra isola creata dall’uomo, quella di Al Marjan, dalla quale si ripartirà alla volta della montagna più alta degli Emirati Arabi Uniti, la Jebel Jais: l’ascesa finale verso il traguardo, poco sotto i 1500 metri di quota, non è durissima (pendenza media del 5.6%), ma negli scorsi anni si è sempre rivelata selettiva a causa della lunghezza di 19 Km e della caratura dei corridori che vi si sono dati battaglia, testimoniata dalle vittorie di Pogacar nel 2022 e del due volte vincitore del Tour de France Jonas Vingegaard l’anno precedente, mentre nel 2019 ci aveva lasciato la firma il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia Primoz Roglic. Interamente sulle filanti strade di Dubai si disputerà la quarta tappa, che terminerà presso il porto cittadino, sullo stesso rettilineo dove lo scorso anno aveva messo per primo le sue ruote davanti a quelle degli avversari il colombiano Juan Sebastián Molano. Un altro traguardo preso a “piene mani” dal tracciato dell’edizione 2023 sarà quello del giorno successivo a Umm Al Quwain, dove vinse l’olandese Dylan Groenewegen e al quale si giungerà al termine della tappa più lunga, 182 Km con partenza da Al Aqah e l’attraversamento nel mezzo della penisola del “Corno d’Arabia”. La capitale Abu Dhabi, alla quale è stato assegnato recentemente l’onere di organizzare i campionati del mondo del 2029, sarà il palcoscenico della penultima tappa, un’altra cavalcata favorevole agli sprinter che si aprirà nei pressi del Louvre emiratino per concludersi sull’isola artificiale del “frangiflutti”. Il nome del successore di Pogacar sarà ufficialmente annunciato l’indomani al termine della conclusiva frazione, la seconda delle due di montagna, che da Al Ain vedrà i corridori pedalare nel mezzo del deserto in direzione della Jebel Hafeet, arrivo in salita presente in tutte le edizioni dell’UAE Tour finora disputate e i cui 11 Km al 6.7% lo scorso anno erano stati “domati” proprio dal forte scalatore sloveno.
In parallelo agli ultimi giorni dell’UAE Tour si disputerà in Spagna la terza edizione della O Gran Camiño (22-25 febbraio), gara ideata nel 2022 dall’ex corridore Ezequiel Mosquera per riportare una corsa a tappe nella sua regione d’origine, la Galizia, la cui specifica “vuelta” non veniva più organizzata dal 2000. A differenza delle prime due edizioni, vinte rispettivamente dallo spagnolo Alejandro Valverde e dal danese Vingegaard, la cronometro individuale non sarà tappa di chiusura ma sarà affrontata il primo giorno, quando si dovranno percorrere quasi 15 Km sulle strade de La Coruña, con la linea d’arrivo fissata presso il monumento simbolo del capoluogo galiziano, il faro noto con il nome di “Torre di Ercole”. Il volto del leader della classifica generale potrebbe cambiare già il giorno successivo al termine della tappa che da Taboada porterà i corridori fino a Chantada, dove si giungerà dopo aver ripetuto per due volte la salita di San Pedro de Líncora, 5 Km al 6.3%, che si concluderà a pochi chilometri dal traguardo. La terza frazione da Xinzo de Limia a Ribadavia sarà sulla carta la tappa più semplice, alla portata di quei velocisti che avranno smaltito i due colli di terza categoria che si dovranno superare negli ultimi 65 Km. A metter la parola fine alla corsa iberica sarà la tappa regina, che da Ponteares condurrà fino a Tui, dove l’arrivo sarà collocato al termine dell’ascesa al Monte Aloia (7 Km all’8%), pure da scalare due volte.
Calato il sipario sulle corse a tappe del mese, negli ultimi giorni si alzerà quello delle grandi classiche del nord, la cui ouverture sarà rappresentata dall’Omloop Het Nieuwsblad Elite, la cui edizione numero 79 si celebrerà il 24 febbraio su di un percorso non molto differente da quello del 2023, con la partenza da Gand, l’arrivo a Ninove e il tratto conclusivo nel quale si ricalcherà lo storico finale visto al Giro delle Fiandre fino al 2011, quando le ultime asperità della classica fiamminga erano i mitici muri di Grammont e del Bosberg.
Ventiquattrore più tardi si rimarrà in zona per la Kuurne-Bruxelles-Kuurne che, in virtù della totale mancanza di difficoltà negli ultimi 60 Km, è una delle competizioni della “Campagna del Nord” più adatte agli sprinter, anche se non sono mancate edizioni terminate con soluzioni diverse dalla volata finale (l’ultima volta è successo lo scorso anno, la precedente nel 2020).
Il programma proseguirà poi con Le Samyn del 27 febbraio, corsa che ha il suo piatto forte nella presenza di una quindicina di brevi settori di pavé, tratti che già fanno respirare l’aroma della Parigi-Roubaix, quest’anno calendarizzata il 7 aprile.
E l’Italia? Per vedere per la prima volta il gruppo in azione sulle strade nella nostra nazione occorrerà pazientare fino il 28 febbraio, quando si disputerà il Trofeo Laigueglia, tradizionale gara d’apertura del calendario italiano. Non ci saranno grandissime novità nel tracciato di questa storica gara e, dopo aver affrontato nella prima parte le storiche ascese di Cima Paravenna e del Testico, nel finale si dovranno percorrere quattro tornate dell’impegnativo circuito che il suo “perno” nella salita di Colla Micheri (2 Km all’8.2%), inserito per la prima volta nel percorso nel 2015.
Mauro Facoltosi
I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
AlUla Tour
Volta a la Comunitat Valenciana
Étoile de Bessèges
Tour Colombia
Tour de la Provence
Tour of Oman
Volta ao Algarve em Bicicleta
Vuelta a Andalucía-Ruta Ciclista del Sol
UAE Tour
O Gran Camiño
Omloop Het Nieuwsblad Elite
www.omloophetnieuwsblad.be/en/race/elite-men/race-info
Kuurne-Bruxelles-Kuurne
www.kuurne-brussel-kuurne.be/en
Le Samyn
Trofeo Laigueglia

L'area archeologica di Hegra, in Arabia Saudita, sarà una delle località dalle quale scatterà una tappa dell'AlUla Tour (Tripadvisor.com)
GENIETS INTONA LA MARSIGLIESE
Il corridore lussemburghese vince la tradizionale prova d’apertura del calendario transalpino, il Grand Prix La Marseillaise
Dopo le prime gare in Australia e Spagna, debutta il calendario francese con il tradizionale Grand Prix La Marseillaise. Il percorso, 167.5 Km con partenza e arrivo a Marsiglia, risulta molto favorevole alle fughe con le sue 10 salite, otto delle quali classificate GPM e il punto più alto raggiunto a circa metà gara in vetta al Col de l’Espigoulier (729 metri). In corrispodenza di questo scollinamento testa si ritrovava un piccolo drappello di fuggitivi, con circa 3’40″ di vantaggio sul gruppo principale, comporlo da Théo Delacroix (St.Michel – Mavic – Auber93), Hugo Toumire (Cofidis), Jelle Vermoote (Bingoal), Alex Colman (Flanders – Baloise) e Jean-Louis Le Ny (Nice Metropole), con quest’ultimo primo a scollinare.
Da li in poi il gruppo, guidato da Uno-X e Decathlon-AG2R, ha iniziato a recuperare terreno, dimezzando il gap ai meno 50 e portando un gruppo di una trentina di corridori a giocarsi la corsa alle pendici della salita della Route des Crêtes. L’attacco decisivo avviene circa a metà della salita, quando dal plotone esce Alex Baudin (Decathlon AG2R) seguito a breve da Kevin Geniets (Groupama-FDJ).
I due scollinano con 30” sugli inseguitori e mantengono il vantaggio lungo il successivo tratto in falsopiano e anche sull’ultima ascesa verso il Col de la Gineste. A quel punto, a meno di 10 Km dal traguardo, la situazione vedrà Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels) a inseguire in solitaria con 21” di ritardo dai primi e 10” di vantagio sul primo gruppo inseguitore, ma non riuscirà mai a raggiungere la testa della corsa. Davanti Geniets regola Baudin aggiudicandosi la corsa davanti a un terzetto francese completato da Pierre Gautherat (Decathlon AG2R). che si aggiudicherà la volata del gruppo, giunto a oltre un minuto.
Chiudono la top ten Pau Miquel (Equipa Kern Pharma), Quentin Pacher (Groupama – FDJ), Jenno Berckmoes (Lotto Dstny), Eduard Prades (Caja Rural – Seguros RGA), il nostro Matteo Trentin (Tudor) e Damien Girard (Nice Metropole), tutti facenti parti del gruppo principale.
Andrea Mastrangelo

Kevin Geniets vince il Grand Prix Cycliste La Marseillaise (Getty Images)
CHALLENGE MALLORCA: IL TROFEO PALMA È DI GERBEN THIJSSEN
Gerben Thijssen, Alexander Kristoff e Marijn Van Der Berg compongono il podio del Trofeo Palma, ultima prova della Challange Mallorca. Sesto posto per Alberto Dainese, primo degli italiani.
Conclusione in volata nel Trofeo Palma, l’ultima delle cinque gare che compongono lo Challenge Mallorca. La volata è arrivata al termine di una gara frizzante e molto combattuta, ma che non è sfuggita alla “legge dei velocisti”, che difficilmente si lasciano sfuggire le occasioni che la strada mette a loro disposizione. Uno di questi era appunto l’odierno Trofeo Palma odierno. Nonostante l’orografia della prima parte di gara favorisse le azioni da lontano, il finale era un invito a nozze per le ruote veloci.
La corsa si è svolta in maniera direttamente proporzionale al tracciato di gara. Nella prima parte via libera per gli attaccanti e ad avvantaggiarsi sono stati in 6: Yentl Vandevelde (Team Flanders – Baloise), Joan Albert Riera (Illes Balears Arabay Cycling), Laurent Gervais (Project Echelon Racing), Samuele Zoccarato (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Diego Uriarte (Equipo Kern Pharma) e Noé Ury (Team Storck – Metropol Cycling). Per loro un lungo viaggio in avanscoperta conclusosi ai meno 25. Prima della conclusione, però, c’è stato ancora il tempo per un velleitario tentativ o di Ole Theiler (Team Storck – Metropol Cycling), Julian Borresch (REMBE Pro Cycling Team Sauerland), Julen Arriola-Bengoa (Caja Rural – Seguros RGA), Toon Clynhens (Team Flanders – Baloise), Marius Mayrhofer (Tudor Pro Cycling Team), Jorge Arcas (Movistar Team) e Samuele Zoccarato. Nulla da fare nemmeno per loro, tenuti sotto controllo dalle squadre dei velocisti. Sotto l’ultimo traguardo dello Challenge Mallorca 2024 son così transitati Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty), Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost), Tim Torn Teutenberg (Lidl – Trek Future Racing), Arnaud Démare (Arkéa – B&B Hotels), Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling Team), Jarne Van de Paar (Lotto Dstny), Daniel Babor (Caja Rural – Seguros RGA), Yves Lampaert (Soudal – Quick Step) e Scott McGill (Project Echelon Racing).
Mario Prato

Gerben Thijssen vince l'ultima gara dello Challenge Mallorca (Getty Images)