L’IRIDE NELLA PIOGGIA

maggio 15, 2010
Categoria: News

Cadel Evans vince una splendida 7a tappa del Giro d’Italia, 220 km da Carrara a Montalcino, battendo in uno sprint a cinque Damiano Cunego, Alexander Vinokourov, Marco Pinotti e David Arroyo. Il kazako riconquista la maglia rosa. 2’ di ritardo per Nibali, che precede di pochi secondi Ivan Basso. Staccatissimo Carlos Sastre, rimasto indietro a 50 km dal traguardo, giunto all’arrivo con 5’20’’ di ritardo. Bene Garzelli, che cede solo nel finale.

Foto copertina: Cadel Evans taglia a braccia alzate il traguardo di Montalcino (foto Roberto Bettini)

Non è stato necessario aspettare le grandi montagne per vivere una giornata di ciclismo memorabile in questo 93° Giro d’Italia. Sono infatti bastati lo sterrato toscano e le rampe dell’ascesa di Poggio Civitella per stravolgere la classifica generale, vedere la maglia rosa tornare sulle spalle di un Alexander Vinokourov che sembra tornato ai fasti del Tour 2003 o della Vuelta 2006, ritrovare Damiano Cunego a livelli di vertice, registrare distacchi pesantissimi per due pretendenti alla maglia rosa finale (Ivan Basso e Carlos Sastre), e applaudire un campione del mondo che vince in grande stile, e si candida seriamente alla maglia rosa veronese.
Il tutto è stato reso possibile anche da condizioni meteorologiche tremende, con pioggia, freddo e vento che hanno accompagnato i corridori quasi per tutta la corsa, iniziando a flagellare la carovana pochi chilometri dopo la partenza da Carrara. Tanto più che, sin dalle battute iniziali, il gruppo ha fatto più che sul serio, percorrendo oltre 52 km nella prima ora di corsa, e concedendo spazio ad una fuga soltanto dopo oltre 80 km. Sono stati l’olandese Flens e il danese Sorensen ad animare il tentativo che ha caratterizzato la fase centrale della tappa, esauritosi comunque già sulla salita del Passo del Rospatoio, a 40 km dal traguardo, sotto l’impulso di Dario David Cioni e degli uomini Acqua & Sapone di Stefano Garzelli. Poco prima, a 50 km abbondanti dal termine, la corsa aveva già registrato il primo, vero colpo di scena, allorché Carlos Sastre era rimasto ancora una volta vittima del suo vizio di correre perennemente in coda al plotone, a dispetto di anni e anni di esperienza, restando nella seconda parte del gruppo quando questo si è frazionato per l’alta velocità e il forte vento.
Il colpo di teatro più rilevante è arrivato però a 35 km circa dal termine, nella discesa del già citato Passo del Rospatoio, quando Michele Scarponi è scivolato sull’asfalto viscido, trascinandosi dietro nel capitombolo la maglia rosa di Vincenzo Nibali. Il siciliano ha dovuto attendere l’assistenza dell’ammiraglia per oltre 1’, ritardo che ha costretto il capoclassifica e il duo Agnoli – Dall’Antonia ad un inseguimento disperato. Davanti, per nulla impietositi, Garzelli, Vinokourov, Rohregger, Gerdemann e Bakelandts si sono avvantaggiati in discesa, approcciando dunque con qualche secondo di margine il primo tratto di strade bianche. Gerdemann è stato il primo a provare ad avvantaggiarsi, venendo però prontamente riassorbito dai compagni d’avventura, su cui sono poco dopo rientrati altri venti corridori circa, tra cui Cadel Evans e Damiano Cunego, particolarmente brillanti. E mentre davanti il veronese iniziava a saggiare già in un tratto in asfalto la resistenza degli avversari, Ivan Basso, rimasto a sua volta attardato nella caduta, veniva ripreso dal plotoncino della maglia rosa, e Carlos Sastre naufragava a minuti e minuti di distacco (oltre 5’ alla fine).
La corsa è quindi esplosa definitivamente sulle prime e più impegnative rampe del Poggio Civitella, a poco più di 15 km dal termine, con due accelerazioni in rapida successione di Alexander Vinokourov che hanno sgretolato il drappello di testa, progressioni cui il solo Cadel Evans è riuscito a rispondere prontamente. Garzelli, Gadret, Pinotti, Arroyo e Cunego sono invece riusciti a rientrare in un secondo momento, superati i muri più selettivi, e a restare agganciati fino a poco meno di 10 km dal traguardo. È stato allora che un ulteriore attacco del kazako, cui ancora una volta si è accodato il solo Evans, ha provocato una frattura che il solo Arroyo è riuscito a sanare entro la fine del tratto sterrato, e che sembrava dover restringere a tre uomini il discorso vittoria di tappa. La poca collaborazione del terzetto sull’ultimo strappo prima del GPM di Poggio Civitella ha però consentito il rientro di un ritrovato Damiano Cunego e di un più che sorprendente Marco Pinotti, proprio in vista dello striscione del Gran Premio della Montagna.
Superata in un amen la picchiata verso Montalcino, Cadel Evans ha preso in mano la situazione a 600 metri dal termine, guadagnando la testa del quintetto, e andando ad imporsi con autorevolezza in cima agli ultimi 300 metri di ascesa, in maglia di campione del mondo, come Moreno Argentin 23 anni fa, in occasione dell’unico precedente arrivo del Giro a Montalcino. 2’’ più tardi, Cunego ha anticipato Vinokourov per la 2a piazza, per la cui perdita il leader Astana ha avuto modo di consolarsi con la riconquista del primato in classifica. 4°, a 6’’, uno splendido Pinotti, giunto altri 6’’ prima di David Arroyo. Dopo Garzelli e Gadret, ottimi 6° e 7°, a 27’’ e 29’’ rispettivamente, si è segnalato Michele Scarponi, capace di chiudere 8° a 1’01’’, che avrebbe probabilmente tenuto le ruote del drappello di testa, se non fosse rimasto coinvolto nel capitombolo che è costato la maglia a Nibali. L’ormai ex capoclassifica ha tagliato il traguardo con 2’ netti di ritardo, precedendo di 5’’ un Ivan Basso che non ha per nulla convinto, al di là dell’inconveniente.
La classifica generale risulta dunque sconvolta, con Vinokourov tornato al comando, forte questa volta di un margine ben più consistente (1’12’’) sul secondo in classifica, un Cadel Evans capace di risalire 14 posizioni in un giorno. Millar completa il podio virtuale a 1’29’’, precedendo di 1’’ Karpets e di 4’’ Nibali. Basso rende ora 1’51’’ alla maglia rosa, mentre Garzelli, Cunego e Scarponi navigano intorno ai 3’, poco davanti ad Arroyo, altra sorpresa di giornata (3’28’’). E benché nulla sia deciso, la frazione odierna, che non ci ha probabilmente indicato con certezza il vincitore del Giro, ci costringe tuttavia a depennare un nome di spicco dalla lista dei papabili vincitori della Corsa Rosa: quello di Carlos Sastre, che paga ora 7’06’’ a Vinokourov, distacco che pare francamente eccessivo anche per uno scalatore eccezionale come l’iberico, malgrado l’abbondanza di montagne che ancora si frappongono tra i corridori e Verona.
È probabile che anche domani la rosa dei papabili vincitori debba subire altre corpose decurtazioni, quando il Terminillo, primo arrivo in quota e prima grande montagna del Giro 2010, emetterà altri verdetti. Sentenze che, per alcuni, saranno già inappellabili.

Matteo Novarini

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