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LE TAPPE DEL GIRO 2009: UN DRAGO CHIAMATO BLOCKHAUS

83 Km sono pochi, ma potrebbe bastare a ribaltare le sorti del Giro d’Italia, perché tappe similarmente congegnate sono molto più pericolose di tapponi con salite a ripetizione. La pianura iniziale potrebbe rivelarsi decisiva, se attraversata a tutta, al momento di sfidare il drago Blockhaus. Una sfida ardua perché la salita, pur non proponendo grandi inclinazioni, è lunga, interminabile e caldissima, come si addice ad uno “sputafuoco” che potrebbe definitivamente incenerire le speranze di molti pretendenti alla maglia rosa. Critici sulla brevità? Andatevi a vedere cosa riuscì a combinare Fuente da queste parti, avendo a disposizione la metà dei chilometri odierni.

.:nella foto, la Maiella vista da Passo Lanciano

Gli 83 Km che sconvolsero il Giro. 83 Km sono pochi, ma bastano se corrispondono all’intero sviluppo di una tappa, in particolar modo se questa ha l’arrivo in salita e viene affrontata dopo una giornata di riposo, da molti corridori vissuta negativamente poiché spezza i consolidati ritmi di gara. Alla pericolosità intrinseca di simili frazioni abbiamo già accennato nel capitolo relativo alla tappa dell’Alpe di Siusi; nello specifico caso, però, questa si presenta come una frazione che potrebbe avere esiti devastanti. Anche i primi 50 Km, che non presenteranno difficoltà (a parte la tenera salitella verso Villamagna), potrebbero risultare decisivi, se il gruppo – spronato dal basso chilometraggio giornaliero – li percorrerà a tutta, magari cadendo nella trappola di qualche gregario. In passato, infatti, campioni del calibro di Merckx e Hinault usavano mandare all’attacco nei tratti facili i loro giannizzeri, col compito di tenere alta l’andatura e di trasformare la corsa in una corrida. L’obiettivo era di far arrivare gli avversari già stanchi ai piedi dell’ascesa finale, mentre il capitano non partecipava all’azione e si presentava ancora pimpante al momento cruciale. La tattica riuscì alla perfezione a Hinault nel 1982 nella tappa di Montecampione, 85 Km con la prima parte tracciata lungo un velocissimo circuito pianeggiante che faceva da preludio all’ascesa finale.
Nel caso del Blockhaus, poi, c’è un precedente che “scotta”; al Giro del 1972, salendo verso il monte abruzzese il fortissimo scalatore spagnolo Fuente affibbiò distacchi da sveglia a tutti: 1’35” al connazionale Lasa, 2’36” a Motta, Bergamo e Merckx. E quella tappa misurava appena 48 Km, una delle frazioni in linea più brevi della storia del Giro (il record all’ingiù spetta ai 31 Km della San Remo – San Romolo del 1987).
Il via alla diciassettesima fatica sarà dato nel centro dell’antica Teate Marrocinorum, una delle città più “anziane” d’Italia, sorta mezzo millenio prima di Roma. È anche una delle città della “prima ora” per quanto riguarda la storia del Giro, essendo qui terminata la seconda tappa dell’edizione del 1909, vinta dal tortonese Giovanni Cuniolo, impostosi allo sprint su Luigi Ganna, futuro vincitore della corsa. Danneggiata parzialmente dal sisma che ha sconvolto l’Abruzzo nello scorso mese di aprile, Chieti ha voluto fortemente che non si modificasse il percorso, proprio per dare un segno di speranza agli abitanti di queste martoriate terre. Dopo il via ufficioso dato nel centro storico, si affronterà a velocità controllata la discesa che conduce verso il quartiere di Chieti Scalo, dove il “chilometro zero” sarà collocato nel cuore di quella che Torriani ribattezzò la “Valle della Rinascita”. Era il Giro del 1962, anno nel quale la direzione di corsa decise di svincolare il Giro dalle grandi municipalità, sempre più strangolate dal traffico, e di promuovere le località turistiche minori della nostra Italia, talvolta accostandole a nomi di fantasia, una sorta di slogan. Così Sestri Levante divenne la “Baia delle Favole”, Perugia la “Città della Domenica”, Rieti la “Valle Santa”, il tappone dolomitico Belluno – Moena la “Cavalcata dei Monti Pallidi” e Saint Vincent le “Balconate Valdostane”. Per l’arrivo a Chieti Scalo fu coniato il toponimo “Valle della Rinascita” perché quel luogo era una delle testimonianze più rilevanti del “Miracolo italiano”, il boom economico che si verificò tra gli anni ’50 e ’60. Tuttora lo sviluppo industriale di quest’area è molto fiorente e costituisce una delle più importanti realtà economiche della regione.
Percorsi i primi 12 Km si giungerà in Pescara, dove si transiterà non molto distanti dalla casa natale di Gabriele d’Annunzio, personaggio che, nel bene e nel male, è stato uno dei protagonisti di spicco della storia d’Italia, nonché grande amante degli sport di velocità come l’automobilismo e le gare nautiche (nel 1930 ideò la “Coppa dell’Oltranza”, che si disputa ancora oggi). Fu anche grazie al prestigio del “Vate” che nel 1927 si arrivò alla firma del decreto di costituzione della provincia di Pescara, avvenuta dopo l’unificazione del comune con quello di Castellammare Adriatico. Siamo, infatti, tornati in riva al mare, che i “girini” non vedevano dalla tappa di Firenze. Per una dozzina di chilometri si procederà paralleli alla linea di costa, rientrando subito nel territorio della provincia di Chieti e transitando per l’importante stazione balneare di Francavilla. Dopo questo centro si volgeranno le spalle al mare e si prenderà a puntare con decisione verso il piede della Majella, imponente massiccio calcareo le cui sette cime principali presentano altezze comprese tra i 2546 m del Pesco Falcone e i 2793 m del Monte Amaro. Per poco meno di 30 Km, però, il percorso sarà ancora facile, tracciato sulla statale che risale lungo il fondovalle del Foro. Si abbandonerà tale strada una prima volta per affrontare la facile salitella verso Villamagna (3 Km al 5,5%) e poi, una seconda e definitiva volta, prima dell’ingresso nell’abitato di Fara Filiorum Petri, centro d’origine longobarda e non romana, come lascerebbe intuire il nome. Secondo gli studiosi la parte latina del toponimo fu coniata dai monaci residenti nel locale convento di Sant’Eufemia che, appertenenti all’ordine dei Celestini (fondato da Papa Celestino V, noto anche Pietro da Morrone), si definivano “figli di Pietro”. Oggi Fara è famosa per la festa delle “farchie”, in occasione della quale le contrade del paese gareggiano nella realizzazione di enormi torce (le farchie, appunto), confezionate legando tra loro grosse canne con rami di salice. In questo luogo ha, inoltre, inizio l’ascesa al Blockhaus dal più facile tra i tre versanti possibili. Non è ancora venuto il momento d’affrontarlo, poiché il primo tratto sarà aggirato mediante un percorso ad arco che prevede d’effettuare una seconda “salita – antipasto”, quella di Rapino: 7,8 Km al 3,5%, con le pendenze più impegnative nei 2 Km conclusivi. Ufficialmente la salita del Blockhaus inizierà in località Crocefisso, 2 Km sotto il centro turistico di Pretoro, definito con molta fantasia la “Saint Moritz del Sud”. A questo punto si saranno percorsi circa 59 Km e ne mancheranno esattamente 23,5 Km al traguardo, posto a 2064 metri di quota. Il cambio di rotta della Cuneo – Pinerolo ha trasformato questa salita nella Cima Coppi dell’edizione 2009, la più meridionale nella storia dello speciale traguardo, assegnato per la prima volta nel 1965. Non la più bassa, perché quest’altro record alla rovescia appartiene al Passo Duran (1601m), nominato Cima Coppi d’ufficio nel 1988, a seguito della cancellazione dello Stelvio per neve.
L’abbrivo è pedalabile (primi 2000 metri al 4,6%) ma sarà immediatamente seguito dal troncone più difficile della scalata, i 2,3 Km all’8,7% (con un picco del 13%) che condurranno all’innesto sull’ex SS 614. Questo non significa che, da qui al traguardo, la salita non offrirà più occasioni agli scalatori. Pur non presentandosi mai estrema ed intervenendo talvolta tratti più pedalabili di altri, essa si manterrà sempre su livelli discreti d’impegno, mantenuti con costanza. Varcati i confini del Parco Nazionale della Majella, al quale l’ANAS ha ceduto in gestione la vecchia statale, in 8,4 Km (media del 6,9%) si giungerà ai 1306 metri del Passo Lanciano, punto inferiore del comprensorio sciistico della Maielletta, dove è terminata l’ottava tappa del Giro del 2006 (si saliva dal versante di Lettomanoppello), vinta da Ivan Basso. Fugace sconfinamento nel pescarese, poi si tornerà in provincia di Chieti, sempre procedendo sul tracciato della dismessa statale della Maielletta. “Digerita” una pendenza media del 7%, circa 4 Km più in alto del Lanciano si raggiungerà il villaggio turistico Mirastelle, dove il 22 maggio 1984 si chiuse la tappa del Blockhaus, l’ultima organizzata sul monte abruzzese. Vinse Moreno Argentin precedendo di 2” un sorprendente Moser, mai così forte in una tappa di montagna. Ironia della sorte, proprio in quella tappa incappò in una giornata storta e pagò dazio la maglia rosa Fignon, nettamente più scalatore del trentino. La pendenza si addolcisce per mezzo chilometro (5,6%) per poi riprendere piglio nel tratto a cavallo del Mammarosa, il primo dei due rifugi che s’incontrano nel tratto terminale della salita. Inaugurato nel gennaio del 1966, l’anno precedente il battesimo ciclistico del Blockhaus, si trova poche centinaia di metri prima della congiunzione col versante che sale da Roccamorice: negli ultimi 5,9 Km la strada diventa unica e marcia unitaria e compatta verso la Scrima del Cavallo, il crestone che scende dall’omonimo monte e che ricorda nella fisionomia la schiena (scrima in dialetto abruzzese) di un equino. In quest’ultimo tratto la pendenza media è del 7,1%, ma è soggetta ad altre lievi variazioni interne. Circa 1000 metri dopo l’ultima diramazione si giungerà nel luogo dove trionfò Fuente, 37 anni fa. Siamo a 1700 metri di quota e dinanzi agli occhi si profila la sagoma della Maielletta, sulle cui pendici sono tracciate le piste dell’unica stazione invernale d’Europa che consente di sciare guardando il mare. 2,7 Km più in alto si arriverà al Pomilio, il secondo ed ultimo rifugio, realizzato in lamiera nel 1930 come bivacco per i pastori e poi ricostruito in pietra tra gli anni ’50 e ’60. Nei suoi pressi nel 1968 Bitossi espugnò “a tavolino” il Blockhaus, dopo la squalifica per doping del reale vincitore di quella frazione, il piemontese Franco Bodrero. Un centinaio di metri prima del rifugio la strada si restringe sensibilmente per l’intervento messo in opera dai responsabili del parco. Il progetto originario prevedeva la totale rimozione dell’asfalto, lavori poi eseguiti solo sulla corsia di sinistra, in modo da lasciare aperto un pertugio accessibile ai messi di servizio del parco e della stazione invernale. 2300 metri più avanti, superato un picco all’11%, tutto avrà termine: asfalto, strada, salita e tappa. L’arrivo sarà collocato in quello che fino a 43 anni fa era un luogo del tutto anonimo, segnalato nell’estate del 1966 dall’allora presidente della provincia Carlo Travaglini a Vincenzo Torriani. Il primo si lamentava del fatto che il Giro snobbasse le grandi salite del sud per decidersi sulle Alpi, il mitico patron stava cercando qualcosa di spettacolare ed inedito per solennizzare la cinquantesima edizione della corsa rosa, prevista per l’anno successivo. Fatta la tappa, ora bisognava, anche per esigenze cartografiche, affibbiare un nome all’ascesa e Travaglini si appigliò all’unico edificio posto nei pressi del luogo prescelto per l’arrivo: gli scarni ruderi d’un fortino eretto dopo l’Unità d’Italia per combattere il fenomeno del brigantaggio e governato da un generale piemontese d’origine tedesca, che soleva chiamare quel luogo “Blockhaus” (letteralmente “casa di pietra”, anche se in pietra erano solo i basamenti, l’unica parte oggi superstite).
Pochi mesi più tardi il Giro ci si arrampicherà per la prima volta. È il 31 maggio del 1967, una data storica, perché quel giorno Eddy Merckx non conquisterà semplicemente una tappa, ma otterrà contemporaneamente il suo primo successo parziale in un grande giro.
Nasce così il mito ciclistico del Blockhaus, un drago che ha sempre sputato sentenze di fuoco.

LAVORI IN CORSO
A causa della neve perdurata a lungo e dell’impossibilità di riasfaltare il tratto terminale in tempo, la tappa si concluderà al Rifugio Mammarosa. Il chilometraggio complessivo non subirà variazioni, mediante l’inserimento – subito prima dell’ascesa di Villamagna – della salita verso il centro di Miglianico (circa 4 Km, con un picco del 20% nei mille metri conclusivi).

I VALICHI DELLA TAPPA

Con la modifica al tracciato della frazione, sarà superato solo il primo

Passo Lanciano (1306m). Punto di congiunzione dei versanti che salgono da Lettomanoppello e Fara Filiorum Petri, si apre tra il Piano di Tarica (a nord ovest) ed il Colle Remacinelli (a sud). Mette in comunicazione Pretoro con la valle del Pescara. Vi sorgono rifugi, alberghi ed impianti di risalita. Sede di tappa nel 2006, quotato 1308 sulle cartine del Giro.

Selletta Pietro Cioppo (1892m). Secondo il catalogo Rossini coincide con il Rifugio Pomilio (la quota collima con quella indicata sulle cartine del Giro) e, quindi, sarebbe raggiungibile in bici da corsa. Secondo la "Guida dei Monti d’Italia" (Volume "Appennino Centrale 1") realizzata congiuntamente dal TCI e dal CAI, si troverebbe a breve distanza dal rifugio, sul crinale e, di conseguenza, raggiungibile solo in mountain bike. Tra l’altro, la quota reale del valico sarebbe più bassa di oltre 200 metri.

Sella Scrima Cavallo (2074m). E’ il più alto valico ciclabile dell’Abruzzo e dell’Italia Centrale dopo la Sella di Pratoriscio (2130m, punto terminale della strada asfaltata del Gran Sasso d’Italia). Per conquistarla, necessaria la mountain bike, bisogna raggiungere il punto terminale della strada del Block Haus e procedere su mulattiera per circa 200 metri. Al proposito segnaliamo che la quota 2142 riportata sull’atlante stradale TCI non corrisponde al punto terminale della strada (2068 metri) ma è quella del Blockaus vero e proprio.

N.B. Salendo al Blockhaus per la ex SS 614, all’inizio della salita normalmente si supera un quarto valico, Aia della Forca (586m), esattamente all’altezza del bivio per Roccamontepiano. Non sarà però attraversato dal tracciato di questa tappa che, dopo Pretoro, andrà direttamente ad imboccare la vecchia statale in altro punto, aggirando il valico.

Mauro Facoltosi [info@ilciclismo.it]

ALTIMETRIA (originaria)
http://www.gazzetta.it/Speciali/Giroditalia/2009/altimetrie/t17_alt.html

PLANIMETRIA (originaria)
http://www.gazzetta.it/Speciali/Giroditalia/2009/planimetrie/t17_plan.html

FOTOGALLERY

Chieti
http://www.diocesichieti.it/iMmagini/chieti_f.jpg

Pescara
http://www.lopinionista.it/notizie/wp-content/uploads/2009/01/pescara-veduta-aerea.jpg

Pescara, casa natale di Gabriele d’Annunzio
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Fara Filiorum Petri, festa delle “farchie”
http://www.abruzzoguidaturismo.it/comuni-abruzzo/provincia-chieti/fara%20filiorum%20petri.JPG

Pretoro
http://www.pretorovacanze.it/images/pretoro_montagna.jpg

Giro 2006 a Passo Lanciano
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Salita del Blockhaus, tra Pretoro e Passo Lanciano
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Salita del Blockhaus, tra Passo Lanciano e Mirastelle
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Località Mirastelle
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Rifugio Mammarosa
http://foto.dovesciare.it/albums/userpics/10121/normal_majelletta1572.JPG

Salita del Blockhaus, tra Mirastelle e il Rifugio Pomilio
http://static.panoramio.com/photos/original/16417893.jpg

Salita del Blockhaus, la strada si stringe
http://static.panoramio.com/photos/original/11075746.jpg

Rifugio Pomilio
http://digilander.libero.it/rifugiopomilio/images/rifugio.jpg

Fine strada
http://img340.imageshack.us/img340/4013/DSC06392.jpg

Finalmente…. Ecco il fantomatico Blockhaus
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