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LE TAPPE DEL GIRO 2009: PASSERELLA CAPITOLINA O TAPPA PER CAPITOLARE?

Ultimo capitolo del Giro d’Italia. Per chi sarà il lieto fine? Per il corridore che avrà indosso la maglia rosa alla partenza o questa tappa ribalterà la situazione? Il tracciato lo permette perché la crono romana si annuncia difficile per percorso ed appassionante per l’attuale situazione di classifica. Si prospetta un finale al fulmicotone, la soluzione ideale per chiudere in bellezza i festeggiamenti per il centenario del Giro d’Italia. Poi ci saranno altre 100 edizioni, che auguriamo di tutto cuore alla corsa rosa, per assistere a conclusioni più “decise”, come piacciono ai “puristi” dei distacchi.

.:in bici sui sampietrini del Colosseo: così calerà la sera sul Giro d'Italia del centenario (www.panorama.it)



Ci accingiamo a scrivere l’ultimo capitolo della Guida del Giro 2009 mentre la corsa rosa è in fase di “stasi”, in bilico tra la giornata del Petrano e quella del Blockhaus, con una classifica ancora aperta, anche se non per molti. I 14,4 Km della crono romana dovrebbero favorire senz’altro la maglia rosa in carica, il russo Menchov che, invece, nelle due tappe di montagna successive all’ultimo riposo potrebbe patire gli attacchi degli avversari (sempre che non sia in grado lui stesso di rintuzzarli prima e di andare a guadagnare poi). Questa situazione è foriera d’un finale ad altissimo livello di pathos, un epilogo clamoroso com’era stato quello del Tour de France del 1989, decisosi solo all’ultimo colpo di pedale, giusto all’imbocco del rettilineo d’arrivo degli Champs-Élysées.
Sarebbe la soluzione migliore, se la strada lo permetterà, per il Giro che festeggia i suoi 100 anni di vita, checchè ne dicano i “puristi” delle grandi corse a tappe, che prediligono classifiche massiccie e stagne, costruite a suon di minuti; sarebbe l’ideale per chiudere con un “effetto speciale” l’edizione del centenario, poi ci saranno altri cent’anni di tempo per vedere Giri con classifiche più solide.
Nel caso opposto nulla sarà perduto, poiché il Giro avrà comunque una solenne conclusione, con i corridori che sfileranno uno per volta, come in un defilè di moda, tra i prestigiossimi scenari della Città Eterna, mai protagonista come quest’anno di una giornata della corsa rosa. Buona ultima, scenderà in passerella la top model del Giro d’Italia, la maglia rosa griffata “Dolce & Gabbana”.
Scendiamo ora nei dettagli della tappa che potrebbe, dunque, rappresentare la definitiva “chiave di volta” del Giro 2009. Il tracciato assomma le caratteristiche delle due frazioni contro il tempo fin qui disputate, la velocissima cronosquadre d’apertura veneziana e la tormentata e tormentante prova delle Cinque Terre: pur non essendo così dura e presentandosi nettamente più rapida, assomiglia molto più alla seconda, sarà una tappa “andante ma non troppo”, certamente più adatta alle potenzialità dei passisti, la cui marcia potrebbe però essere frenata dalla presenza dei “sampietrini”. Così è definito nella capitale il pavé, in memoria del duro lavoro dei selciatori delle strade romane al tempo dello Stato Pontificio, essendo questi dipendenti della “Fabbrica di San Pietro” (infatti, il termine è oggi utilizzato anche per identificare gli operai preposti alla basilica vaticana). Ma non sarà l’unica difficoltà, poiché il tracciato si presenterà realmente filante solo negli ultimi novemila metri (comunque, non così rapidi come le cartine sembrano annunciare), mentre la prima parte avrà un decorso tortuoso e vallonato, roba da “solletico” rispetto alle strade liguri ma che potrebbe influire non poco sull’esito della tappa.
Sotto l’aspetto planimetrico la tappa, pur avendo partenza e arrivo collocate in luoghi differenti, sarà caratterizzata da tre circuiti imperniati su altrettante piazze romane (Venezia, Barberini e Popolo), il primo dei quali “contiene” gli altri due.
La rampa di lancio sarà collocata all’estremità settentrionale di Via dei Fori Imperiali, il palcoscenico delle parate militari, realizzata proprio per scopi celebrativi in epoca fascista e tracciata attraverso l’omonima area archeologica. Questa è costituita da una serie di piazze (i fori) monumentali, realizzate tra il 46 a.C. ed il 113 d.C. (non ne fa parte il più antico Foro Romano) su iniziativa di Giulio Cesare e degli imperatori Ottaviano Augusto, Nerva e Traiano, in onore del quale fu alzata la celeberrima Colonna.
Fisicamente le prime pedalate saranno date in Piazza Venezia, voltando quasi irrispettosamente le spalle all’Altare della Patria e al soprastante Vittoriano, monumento voluto in ricordo del primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II, e realizzato in marmo beige di Botticino tra il 1885 e il 1935 secondo un progetto dell’architetto marchigiano Giuseppe Sacconi. Si racconta che questi abbia trovato l’ispirazione dopo aver ammirato le maestose cime dolomiche, in occasione di un soggiorno montano nel bellunese: in effetti esiste una certa somiglianza tra il monumento romano ed il gruppo del Sorapiss, sopra Misurina 1.
Pronti, via e subito si prenderà dolcemente a salire, percorrendo prima Via IV Novembre (sfiorando il barocco Palazzo Colonna, le cui stanze ospitano la famosa ed omonima galleria d’arte) e poi il tratto iniziale di Via Nazionale, la prima strada della Roma moderna, fatta aprire da Papa Pio IX per collegare velocemente il centro della città alla Stazione Termini ed ampliata dopo l’Unità d’Italia. Transitati sotto le finestre del neorinascimentale Palazzo Koch, sede centrale della Banca d’Italia, sulla stessa Via Nazionale si consumerà il primo dei quattro tratti di salita previsti da questa cronometro, uno zampellotto di 400 metri al 3,7% che condurrà fino a 38 metri d’altezza. Poco più avanti ci s’infilerà nella galleria intitolata a re Umberto I, aperta all’inizio del secolo scorso traforando il più elevato dei sette storici colli romani, il Qurinale. Lassù, a 61 metri di quota, fu per primo eretto il Tempio di Quirino e, successivamente, le Terme di Costantino, edifici entrambi non giunti ai nostri giorni. È invece rimasto il palazzo fatto realizzare nel 1583 da Papa Gregorio XIII come residenza estiva dei pontefici (in sostituzione del Laterano, situato in una zona meno salubre) e come tale utilizzato fino al 1870 quando, con l’annessione di Roma al Regno d’Italia ed il trasferimento della capitale da Firenze, divenne la sede della massima autorità statale, uno “status” confermato dopo la fine della monarchia e la proclamazione della repubblica.
Usciti dal tunnel, si scenderà verso Piazza Barberini, al cui centro troneggia la Fontana del Tritone, realizzata dal Bernini su commissione di Urbano VIII, pontefice passato alla storia, tra le altre cose, per aver fatto asportare e fondere i rilievi bronzei del Pantheon, allo scopo di realizzare “in economia” i cannoni di Castel Sant’Angelo e il Baldacchino della Basilica di San Pietro. È in quell’occasione che i romani coniarono la frase satirica “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini”: “quello che non hanno fatto i barbari, l’hanno fatto i Barberini”, con chiaro e diretto riferimento al casato del pontefice, il cui palazzo di famiglia si trova ancora oggi a breve distanza (è sede della Galleria Nazionale d’Arte Antica e dell’Istituto italiano di numismatica). Tra 1,8 Km i “girini” faranno ritorno nella piazza, completando così il primo circuito, quello più impegnativo. Attraversando le strade dei rioni Ludovisi e Sallustiano (dal nome degli “horti” – giardini – fatti qui costruire nel I secolo a.C. dal senatore Gaio Sallustio Crispo, utilizzando fondi di provenienza illecita, ottenuti quand’era stato propretore della provincia dell’Africa), si dovrà affrontare una salita a “gradini”, il cui tratto terminale si svolgerà attorno all’isolato nel quale insiste Palazzo Margherita, sede dell’Ambasciata USA. La salita debutta dolce, con 0,3 Km al 3,6%, da effettuare ancora in Via del Tritone. Uscendo dalla piazza si dovrà superare il tratto più duro dell’intera crono, limitato però a 100 metri di strada (media del 9%), poi l’ascesa torna lieve e tale si manterrà fino al culmine (con l’intermezzo di due contropendenze), previsto – dopo 1,5 Km al 2,4% - a quota 62 metri, Cima Coppi di questa frazione, all’altezza della confluenza di Via Boncompagni in Via Veneto, la celebre strada della “Dolce Vita”. Seguendola in discesa, con una ripida “S” allungata (circa 0,3 Km all’8%) si planerà in Piazza Barberini, terminando così il tratto più difficile di questa crono. Un’altra ascesa si prospetta all’orizzonte: più che la pendenza, davvero risibile (mezzo chilometro al 2,8%), interessa il luogo dove s’è diretti, la chiesa della Trinità dei Monti, punto culminante della scenografia di Piazza di Spagna, alla quale è collegata dalla famosa scalinata inaugurata nel 1725, a seguito della pace suggellata tra lo stato iberico e la Francia. La chiesa sommitale, infatti, era stata fatta costruire dal re francese Luigi XII nel 1502, in un’area della capitale dove risiedevano parecchi transalpini e dove l’influenza francese non è mai venuta meno: la chiesa, tuttora officiata in lingua, si trova a breve distanza della sede dell’Accademia di Francia a Roma, accolta nella cornice cinquecentesca di Villa Medici, la più panoramica tra le ville patrizie erette all’interno della cerchia muraria. Il panorama, così come quello che si gode dai vicini giardini del Pincio, abbraccia grandi scorci sulla Città Eterna, che sembra emergere da sopra un verde mare vegetale. Una breve ma insidiosa discesina a tornanti – due di numero, una sorta di “Piccolo Stelvio capitolino” – porrà termine al settore più impegnativo della cronometro romana. Da qui in avanti i passisti non dovrebbero aver problemi a lanciare le loro bici sulle strade della capitale, favoriti dalla presenza di lunghi tratti rettilinei e dal profilo pianeggiante (a parte lo strappo di Via dei Cerchi, uno “sputo” di 100 metri in tutto). I principali problemi, d’ora in avanti, potrebbero fornirli le non poche curve (una ventina solo nella seconda parte) ed il fondo perché spingere a tutta sul porfido alla lunga potrebbe risultare sfibrante. Prima di procedere con la descrizione del tracciato, prendiamo in esame il “sampietrino”, comparso sulle strade romane durante il pontificato di Papa Sisto V (1521 – 1590), in sostituzione dei vetusti lastricati utilizzati fino a quel periodo e rispetto ai quali dava meno problemi al passaggio dei carri, oltre ad essere più elastico e coeso al fondo stradale. Veniva, infatti, sistemato senza ricorrere all’utilizzo di legami cementanti, poggiandolo direttamente su di un “letto” di sabbia e pozzolana, che poteva “respirare” grazie agli interstizi tra una pietra e l’altra. Queste, realizzate nel classico porfido, resistente roccia derivata dalla solidificazione della lava vulcanica, normalmente si presentano in forma quadrata (12 cm di lato) mentre lo spessore può variare da un minimo di 6 ad un massimo di 18 cm (i blocchetti più piccoli, di dimensioni dimezzate rispetto allo norma, si trovano solo nella pavimentazione di luoghi di prestigio come, per esempio, Piazza Navona). È facile immaginare che, visti i lunghi tratti che s’incontreranno, i frequenti ed incessanti passaggi sugli spazi rappresenteranno un’insidia di non poco conto, alla quale aggiungere i disagi provocati da un fondo spesso non regolare, particolarmente scivoloso in caso di pioggia. Fortunatamente, le previsioni meteorologiche per domenica 31 maggio annunciano una giornata di caldo sole che, tra l’altro, contribuirà ad asciugare le strade (il giorno precedente sono previsti temporali). Testimonia la non trascurabile rilevanza di queste difficoltà la velocità media fatta registrare da Jan Hruska nel cronoprologo del Giro del 2000, partito da Roma in occasione del Giubileo: il corridore ceco volò a 48,925 Km/h su di un percorso di 4,6 Km totalmente privi di dislivelli e che, dunque, in condizioni normali avrebbe tranquillamente fatto superare ai primi il tetto dei 50 orari.
La seconda parte del tracciato inizierà in Piazza del Popolo, altro celebre spazio aperto della capitale, in mezzo alla quale svetta l’Obelisco Flamino, portato in Italia nel 10 a.C. dall’imperatore Augusto e proveniente dall’antica città egiziana di Heliopolis. Vi prospettano tre edifici religiosi, le chiese gemelle di Santa Maria dei Miracoli e di Santa Maria in Montesanto (più nota come “Chiesa degli Artisti”, a loro assegnata ufficialmente da Papa Pio XII nel 1953) e la basilica di Santa Maria del Popolo: all’interno si trova, tra gli altri luoghi d’interesse, la Cappella Chigi, progettata su disegno di Raffaelo e recentemente assurta a notorietà perché vi è ambientata una scena del romanzo “Angeli e Demoni” dello scrittore statunitense Dan Brown.
Si dovrà ora compiere il secondo dei tre circuiti, un anello di 4,4 Km che si svilupperà prevalentemente oltretevere, lungo le strade del Rione Prati, esteso in un’area un tempo occupata solo da estese praterie (donde il nome), campi e paludi, ritenuta inidonea all’urbanizzazione per la sua insalubrità. Infatti, si cominciò ad edificare in questa zona, alle pendici del colle Vaticano e del Monte Mario, solo dopo l’Unità, anche se quest’area fu inizialmente riservata alle esercitazioni militari. Al termine del rettifilo di via Cola di Rienzo (1,4 Km, il secondo per lunghezza di questa tappa dopo Via del Corso) si piegherà in direzione di Piazza San Pietro, transitando a breve distanza dai confini della Città del Vaticano, su questo lato fisicamente rappresentati da un tratto residuo delle Mura Leonine, innalzate nel IX secolo. Vi si apre la Porta di Sant’Anna, punto d’acceso al cuore pulsante dello stato più piccolo del mondo, la “Città” del Vaticano vera e propria: all’ombra degli imponenti edifici dei Musei Vaticani e del Palazzo Apostolico (la “casa” del Santo Padre), si concentrano i principali servizi della “capitale nella capitale”, infrastrutture come l’ufficio postale, la farmacia (con prezzi molto meno cari rispetto all’Italia), i magazzini dell’Annona, officine meccaniche, una centrale termica, la sede dell’Osservatore Romano, la caserma delle celebri Guardie Svizzere ed un autoparco (realizzando il quale, negli anni ’50, fu riportata alla luce una necropoli che fiancheggiava l’antica “Via Triumphalis”, aperta al pubblico nel 2006).
Sfiorando l’abbraccio berniniano di Piazza San Pietro, ci si lascerà dietro le spalle la principale basilica della cristianità per svoltare in Via della Conciliazione, che sarà imboccata in senso opposto rispetto alla crono di nove anni fa, in direzione del Tevere.
Quasi al termine del viale aperto nel 1936 sventrando il rione Borgo, si svicolerà verso sinistra, tornando a solcare le strade dei “Prati”. In questo tratto si girerà attorno a Castel Sant’Angelo, edificio che nel corso della sua lunga e variegata storia ha completamente stravolto il suo aspetto interiore ed esteriore, senza venir mai meno alle sue prerogative “estreme”: edificato nel 125 come estrema dimora dell’imperatore Adriano, nemmeno 300 anni più tardi i romani assistettero alla sua metamorfosi da mausoleo a fortilizio d’emergenza, collegato al Vaticano da uno stretto corridoio a cielo aperto – tuttora esistente – il cosiddetto “Passetto”, che permettava al pontefice di riparare in un luogo protetto in caso d’assedio. Estreme saranno anche le condizioni di vita degli “inquilini” che alloggiarono nelle tremende prigioni qui allestite: in angustissime celle soprannominate “Bocca dell’Inferno” furono accolti anche personaggi celebri quali Benvenuto Cellini (che riuscirà ad evadere), il famigerato Conte di Cagliostro, Giordano Bruno e, ma solo nella finzione operistica, Mario Cavaradossi, il pittore amato dalla cantante Floria Tosca.
Di lì a breve si tornerà a varcare il Tevere (sempre sul Ponte Regina Margherita) per chiudere il circuito in Piazza del Popolo e da lì lanciarsi nella centralissima Via del Corso. È l’arteria principale della capitale, tratto urbano della storica Via Flaminia, tracciata dritta come un fuso per 1600 metri e che costituirà il tratto più veloce dell’itinerario, anche perchè qui si pedalerà sull’asfalto. Su questa strada che taglia nel mezzo il tessuto urbano del centro storico, lambendo i palazzi del potere (Chigi e Montecitorio) si affacciano diverse chiese e numerosi palazzi gentilizi, pagine d’arte interessanti ma privi di particolare rilievo (costituiscono un’eccezione la Chiesa di Gesù e Maria e di Sant’Ambrogio e Carlo al Corso e, quasi al termine del viale, il Palazzo Doria Pamphilj, scrigno d’una delle più ricche raccolte d’arte italiane).
Percorrendo Via del Corso si avrà di fronte la quinta del Vittoriano: al termine di questo tratto, infatti, si riattraverserà Piazza Venezia, esattamente a 2,8 Km dal termine di questa tappa. 400 metri più avanti il programma ufficiale segnala il passaggio per Piazza del Campidoglio. In realtà si tratta di un “falso” attuato per imperlare la cronotabella, poiché la corsa transiterà effettivamente in Piazza d’Aracoeli, punto di partenza della “Cordonata”, la strada-gradinata che rimonta in forte pendenza il soprastante colle capitolino. Questi era un tempo costituito da due elevazioni distinte - il Capitolium e l’Arx (sul quale sorge oggi la chiesa di Santa Maria in Aracoeli) – separate dall’Asylum, insellatura che sarà interrata a seguito della costruzione dell’edificio del “tabularium” (archivio di stato), sui cui resti sarà a sua volta realizzata, su progetto di Michelangelo (autore anche della citata Cordonata), l’attuale piazza. La si può dunque definire non solo un’opera d’arte ma anche un passo geografico a tutti gli effetti, certamente uno dei più spettacolari d’Italia, che nulla ha da invidiare ai 2758 metri dello Stelvio.
Nel frattempo sarà ricomparso il porfido sotto le ruote, che tornerà a mettere a dura prova le cilindrate dei passisti mentre si sfilerà di fronte ai resti del Teatro di Marcello, oggi inglobati nelle strutture di Palazzo Orsini.
Come dicevamo, alla luce dell’attuale situazione di classifica, questa tappa potrebbe ribaltare proprio all’ultimo il risultato ed evidenziare i livelli di forze degli atleti in gara. Un momento della verità, dunque. E sembra che Zomegnan abbia progettato la crono romana con questo scopo: proprio ora, infatti, i corridori lambiranno la Bocca della Verità, la maschera di marmo che, secondo una leggenda nata nel medioevo, mordeva le mani delle mogli menzognere e adultere. Porfido, scossoni e curve in aggiunta ai quasi 3500 Km macinati su e giù per l’Italia costituiranno una sorta di “bocca della verità” per i tutti, pronta ad azzannare non le mani, ma muscoli e gambe, che dovranno digerire lo strappo di Via dei Cerchi. 7% è una bella pendenza ma, fortunatamente, tutto si esaurità nel breve volgere d’appena 100 metri, percorrendo la strada che corre tra altre vestigia dell’Urbe: a destra la conca Circo Massimo, a sinistra – alte sull’omonimo colle – i resti dei palazzi imperiali. In fondo alla strada si sfocierà in Via di San Gregorio, fino al 2001 sede d’arrivo del Giro del Lazio. Stavolta accoglierà l’arco dell’ultimo chilometro, con il triangolino di stoffa rossa (in gergo la “flamme rouge”, la fiamma rossa) che ricorda gli albori del ciclismo, quando le tappe si concludevano a notte fonda e occorreva accendere un fuoco per segnalare ai corridori l’approssimarsi della meta. Il moderno racchiuderà l’antico: il metallico arco incornicerà a distanza il marmoreo manufatto costantiniano, voluto dal Senato per celebrare la vittoria dell’imperatore nella battaglia di Ponte Milvio. Chi sarà il Massenzio della situazione? Chi riuscirà a mulinare più lesto le gambe, alla stessa velocità con la quale facevano roteare le loro corte spade i gladiatori che si sfidavano nel vicino Colosseo? Ancora mille metri e conosceremo il nome di colui che sarà incoronato vincitore del Giro del Centenario e quello del perdente, il lottatore per il quale il pollice sarà innegabilmente verso.
Ave Giro, Roma te saluta.

1 Per un confronto tra il Vittoriano ed il “modello” Sorapiss vi proponiano la “prova fotografica”:
http://www.free-os.it/blog/wp-content/uploads/2006/03/vittoriano.jpg
http://www.parrocchie.it/baone/sanlorenzo/eventi/gite/Misurina_Lake,_Sorapiss_Peaks_and_the_Dolomites,_Italy%5B3%5D.jpg

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella dell’Asylum. Non segnalata sul testo “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo). Fisicamente non esiste più, essendo stata interrata: al suo posto si trova oggi Piazza del Campidoglio

Mauro Facoltosi [info@ilciclismo.it]

ALTIMETRIA
http://www.gazzetta.it/Speciali/Giroditalia/2009/altimetrie/t21_alt.html

PLANIMETRIA
http://www.gazzetta.it/Speciali/Giroditalia/2009/planimetrie/t21_plan.html

FOTOGALLERY – LE STRADE DELLA CRONO

Piazza Venezia
http://www.romaviva.com/Fori-Imperiali/piazza_veneziaX.jpg

Via IV Novembre
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/cc/Roma-Via_4_novembre.jpg

Via Nazionale (nella foto Palazzo Koch, sede centrale della Banca d’Italia)
http://www.bancaditalia.it/media/fotogallery/museomoneta/ac_filiali/palazzoKoch1/PalazzoKoch_600.JPG

Galleria Umberto I (foto scattata in occasione del ritorno in Italia della nazionale di calcio dopo i mondiali del 2006)
http://static.panoramio.com/photos/original/7739827.jpg

Via del Tritone
http://www.loveforce.it/blogging/FOTO_ROMA/via_del_tritone.jpg

Piazza Barberini
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Via Barberini
http://www.ave-roma.it/it/Articoli_Immagini/Immagini/Via_Barberini01.jpg

Largo Santa Susanna
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Via Bissolati
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Via Sallustiana
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Via Lucullo
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Via Vittorio Veneto
http://www.globopix.net/foto/lazio/roma_IT04RM292.jpg

Via Sistina
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f4/Colonna-Campo_Marzio_-_via_Sistina_1600.JPG

Trinità dei Monti
http://www.tamtamtravel.com/write/opere/opera337.jpg

Piazza del Popolo
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Ponte Regina Margherita
http://www.rome.wiebekoo.nl/ROMA%20ANTICA/Tiber/images/Ponte_Regina_Margherita.jpg

Via Cola di Rienzo
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Piazza Risorgimento
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Via del Mascherino (in primo piano il “Passetto”)
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Piazza Pio XII e Via della Conciliazione
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Via di Porta Castello
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Piazza Cavour
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Via Cicerone
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Via del Corso
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/92/Rome_via_del_corso_20050922.jpg

Piazza d’Aracoeli e Via del Teatro Marcello
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Via Petroselli e Piazza della Bocca della Verità
http://www.erboristeriaedaltro.com/camereciprobeb/via_del_Teatro_Marcello_Roma.JPG

Via dei Cerchi (foto scattata in occasione della Maratona di Roma)
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Via di San Gregorio
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Via Celio Vibenna
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Piazza del Colosseo
http://farm1.static.flickr.com/70/179026137_bb030ca438.jpg?v=0

Via dei Fori Imperiali
http://www.fotoeweb.it/sorrentina/Foto/Roma/via%20dei%20fori%20imperiali.jpg



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