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LE TAPPE DEL GIRO 2009: ’NCOPPA O’ VESUVIO (SENZA A’ FUNICULÀ)

Il Giro tramonterà dietro il Vesuvio? Ci si attende una classifica ben delineata al termine di una frazione che presenterà un’ascesa finale non impossibile, priva di pendenze “mortiroliane”, ma comunque impegnativa. Le forze sono ormai al lumicino e, se questo dovrebbe spegnersi proprio nel finale, dove s’incontreranno le inclinazioni maggiori, non essendoci una discesa dietro per recuperare, in pochi chilometri si rischierà d’accumulare un passivo irrecuperabile. Se così non fosse, passata questa frazione impegnativa anche sul piano “stradale”, si prospetterà invece, un finale “thrilling”, come forse mai s’era visto sulle strade della corsa rosa.

.:nella foto, l'eruzione del Vesuvio del 1944 (www.italianminerals.com)

“Sterminator Vesevo” l’aveva soprannominato il Leopardi, che trascose gli ultimi anni della sua breve esistenza in una villa ai piedi del vulcano partenopeo e che lo cantò in una delle sue ultime opere, “La ginestra”. Vien difficile accostare quell’appellativo all’ultimo arrivo in quota del Giro del Centenario, previsto proprio all’ombra del cratere, poiché difficilmente quest’ascesa potrà scardinare una classifica che, a questo punto, dovrebbe poggiare sui ben solidi pilastri della crono delle Cinque Terre e delle frazioni montane del Petrano e del Block Haus. Con i primi posti che dovrebbero essere ben delineati, si sgomiterà parecchio nelle immediate retrovie, per garantirsi quell’effimero posto al sole (alla fine dei conti, ci si ricorda solo del vincitore) costuito dall’ingresso nella top ten, i primi dieci posti della classifica. Nessuno, però, potrà dormire sonni tranquilli, nemmeno chi pensa di essere al sicuro: il Vesuvio non è il Mortirolo, ma presenta comunque tratti impegnativi e sarà affrontato dopo aver percorso oltre 3000 Km, gli ultimi 164 Km dei quali molto difficili anche sul piano nervoso. Infatti, pur non presentando grandi difficoltà altimetriche, il tratto che porterà i “girini” ai piedi del Vesuvio si presenterà particolarmente pesante e snervante, un “tourbillon” di curve e su e giù, che si avvertirà particolarmente percorrendo la spettacolare strada della Costiera Amalfitana. Uno spettacolo che i partecipanti al Giro del Centenario non dovranno assolutamente distrarsi a gustarlo, perché bisognerà tenere le antenne ben dritte, onde captare non solo le insidie di una strada dove, in passato, si sono spesso registrate delle cadute (ricordate le polemiche che i corridori imbastirono in occasione delle partenze della Tirreno – Adriatico da Sorrento?), ma anche eventuali tentativi a sorpresa. Con un tracciato del genere, infatti, gli attaccanti sono avvantaggiati rispetto al gruppo, costretto ad inseguire su strade che assolutamente non agevolano quest’operazione. E non è ancora finita, poiché c’è un’ulteriore insidia, che l’altimetria non può rilevare: immediatamente prima dell’attacco della salita finale si sostituiranno all’asfalto le pietre di basolato, il materiale che il Vesuvio ha esplulso nel corso di millenni d’attività eruttiva e che da queste parti è stato ampiamente utilizzato come “surrogato” del pavè. Si tratta di un fondo particolarmente scivoloso, come d’altronde lo è talvolta anche l’asfalto in zone marine come quelle dove si correrà, poiché la salsedine contribuisce a corrodere il manto stradale.
L’ultima frazione di montagna del Giro 2009 prenderà il via dal capoluogo dell’Irpinia, Avellino, città situata in una conca ai piedi del Partenio, il monte sul quale si trova il famoso santuario di Montevergine. I chilometri iniziali si svolgeranno in piano, tracciati ad una quota media di circa 400 metri. A una decina di chilometri dal via inizierà una dolce e lunga discesa, interrotta da un altro tratto in falsopiano, che riporterà la corsa in riva al mare, mai come quest’anno presente nella cornice del Giro, fino alle sue battute conclusive. Quasi al termine del primo tratto di discesa, subito prima di passare in provincia di Salerno, si attraverserà il centro di Montoro Inferiore, dove da quasi sessant’anni è organizzata un’importante gara del calendario allievi, la “Coppa Montoro”. Si passerà quindi per Mercato San Severino (paese natale di Armando Diaz, il generale che condusse alla vittoria le truppe italiane nel 1918, alla fine della Prima Guerra Mondiale) e poi si riprenderà a scendere una volta passata Baronissi. Planando attraverso la valle del fiume Irno si raggiungerà il Tirreno a Salerno. Per il momento sarà solo una toccata e fuga perché, attraversata la città famosa per la sua “Scuola Medica” (istituita nell’XI secolo, fu la prima grande istituzione medica d’Europa), il percorso tornerà ad internarsi per affrontare l’inedita salita al Valico Costapiana (7 Km al 5,3% con alcuni picchi, nel finale, fino al 16%). Si seguirà una strada di collegamento secondario tra Salerno e Cava dei Tirreni, percorrendo poi in discesa l’itinerario principale, dopo aver attraverso la seconda città per numero d’abitanti della provincia. Altro luogo di celebri natali (è cavese Gino Palumbo, indimenticato direttore della “rosea” dal 1976 al 1983), è dominato dalla quasi millenaria (anno di fondazione 1011) Abbazia della Santissima Trinità che, alla pari della “gemella” di Montevergine, ha la peculiarità di essere territoriale, ossia posta a capo di una piccola diocesi, il cui vescovo è il priore del monastero. È uno “status” un tempo consueto all’interno della Chiesa cattolica ed oggi limitato ad una decina di abbazie in tutto il mondo, delle quali sei italiane (oltre a Cava e Montevergine, godono di questo privilegio anche Montecassino, Subiaco, Monte Oliveto Maggiore e Grottaferrata).
Scesi a Vietri sul Mare si ritroverà…. il mare, che ora sarà fedele compagno di viaggio, fin ai piedi del Vesuvio, vale a dire per quasi tutti i successivi 100 Km. Fin da subito inizieranno i saliscendi e le curve, che la strada compie assecondando le anfrattuosità della penisola sorrentina ed attraversando centri che, dopo un passato di stenti (per secoli la principale e talvolta unica risorsa locale sarà la pesca), dall’800 si sono arricchiti ed hanno acquisito celebrità grazie all’arrivo dei primi turisti. Un notevole impulso lo diedero i soggiorni di personaggi del calibro di Richard Wagner, che dimorò spesso a Ravello, “buen retiro” nel quale cercò e trovò l’ispirazione per molte sue composizioni.
Le tortuosità si sposeranno con repentini sali e scendi, talvolta ripidi. Il primo importante comune della costiera è Maiori, dove si giungerà dopo aver scavalcato i 3,6 Km del Capo d’Orso (complessivamente molto facili ma contententi uno strappo al 13%), lo sperone che s’immerge nelle acque teatro, il 28 aprile del 1528, della tremenda battaglia navale che vide contrapposte la flotta spagnola e quella francese di Carlo V, che ne uscirà vittoriosa.
Si passerà poi per Atrani, il più piccolo centro d’italia per estensione dopo Fiera di Primiero (già visitato dalla corsa rosa nella sua prima settimana), prima nell’ingresso nella celeberrima Amalfi, città che costruì le sue fortune sull’acqua e dalla stessa fu “depredata”: la sua storia di Repubblica Marinara, iniziata nell’839, si concluse – dopo un lungo periodo di crisi politica – con il tremendo maremoto che la devastò nel 1343; riuscì a ricostruirsi economicamente grazie alle cartiere (la “Carta di Amalfi” è tutt’oggi una delle più pregiate), industrie che avevano l’acqua come “motore” e che l’acqua nuovamente si porterà via, sotto la forma della disastrosa alluvione che colpì questo centro nel 1954.
Ora si punterà verso l’incantevole Positano, giungendovi dopo aver superato mediante un ponte lo sbocco in mare dell’insenatura di Furore, unico esempio di fiordo presente in Italia. L’attraversamento della “perla” della Costiera Amalfitana coinciderà col termine momentano dei saliscendi, che lasceranno la strada ad una salita vera e propria, quella diretta al magnifico belvedere del Picco Sant’Angelo, dal quale è possibile ammirare uno stupendo panorama a 360°, che abbraccia i golfi di Salerno e Napoli, le isole dell’arcipelago campano e, laggiù sullo sfondo, lo “sterminatore”. Quanto a pendenze il picco non presenta… particolari picchi (massima dell’8%, registrata nel corso di 13,3 Km) ma potrebbe rimanere indigesto a qualcuno se, come lasciavamo intendere, il tratto precedente sarà stato affrontato con gran dispendio d’energie.
Una volta conclusa la panoramica discesa del “Nastro Azzurro” e tornati a “Surriento” (il Giro ci era passato l’ultima volta due anni fa) si dovrà ripetere un itinerario simile a quello affrontato in precedenza, puntanto verso la base della penisola. Ritorneranno dunque i saliscendi, mentre il tracciato sarà più filante, caratterizzato da poche curve e dal passaggio da località meno celebri rispetto a quella attraversate pocanzi. Ricordiamo, tra le altre, Sant’Agnello, il paese natale dell’avvocato Carmine Castellano, direttore del Giro d’Italia per un decennio, dal 1993 al 2003. Anche in questo tratto l’ascesa più rilevante è l’ultima, che si affronterà percorrendo la strada panoramica che scorre tra le primi pendici del Monte Faito, dirimpettaio del Vesuvio, e la città di Castellammare di Stabia, l’erede naturale dell’antica Stabiae che, come Pompei ed Ercolano, fu distrutta dalla tremenda eruzione del 79 d.C.
Superato questo facile ostacolo, mancheranno 32 Km al traguardo. L’avvicinamento alla base del Vesuvio avverrà su strade comode e larghe, almeno fino all’ingresso di Ercolano, quando cominceranno i tratti in basolato. Ci sarà anche un troncone acciottolato, proprio all’inizio della salita finale, che misura 13 Km e presenta una pendenza media del 7,4%. I ciottoli si incontreranno nel tratto più facile (i primi 4 Km salgono al 5%), quello dove partì Gianni Bugno nel 1990, un attacco che gli consentì di staccare gli avversari ma non di raggiungere il fuggitivo, lo spagnolo Eduardo Chozas che tutto solo marciava verso il traguardo. Come nel precedente del 1959 (cronoscalata partita da Resina – così si chiamava Ercolano fino al 1969 – e vinta da Charly Gaul), l’arrivo era collocato poco sotto la quota 600, nei pressi del glorioso Osservatorio Vesuviano: stavolta, invece, si salirà fino al luogo ove ha termine l’asfalto, il Piazzale di Quota Mille, affrontando dunque tutti i tronconi più aspri dell’ascesa, che negli ultimi 9 Km sale all’8,5%. Un’ascesa dunque non irresistibile ma nemmeno da prendere sottogamba, magari dopo averla considerata un ostacolo risibile, proposto a Giro oramai concluso, quando la classifica satà difficilmente modificabile: si rischierebbe realmente di essere “scottati” dal Vesuvio.


I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Contrada (449m). Vi transita la SS 88, tra Celzi e l’omonima località, all’altezza del bivio per Preturo. Affrontata dal verso opposto rispetto al percorso del Giro 2009, costituisce la “salita del Carbonaia”, la principale difficoltà della citata “Coppa Montoro”.

Sella Guardia di Sopra (380m). Vi transita la SS 88, tra Celzi (a circa 1,5 Km da questo centro) e Montoro Inferiore.

Sella. Vi transita la SS 88, tra Mercato San Severino e Baronissi. Costituisce lo spartiacque tra i bacini del fiume Irno e del torrente Solofrana. Non è citata nel testo “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo)

Valico Costapiana (430m). Vi transita la strada che mette in comunicazione Salerno con San Pietro e Cava de’ Tirreni, evitando il passaggio per Vietri. Non è citato nel testo “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo)

Colli San Pietro (312m). Situato sulla linea di displuvio della penisola sorrentina, vi si transita salendo al Picco Sant’Angelo da Positano. Stupendo belvedere sui golfi di Salerno e Napoli, è toccato dalla SS 163 (Positano - Meta) e vi si stacca la SS 145, diretta a Sant’Agata sui due Golfi e Sorrento.

Colli Fontanelle (391m). Vi transita la SS 145, tra il valico di Colli San Pietro e la vetta del Picco Sant’Angelo. Vi giunge una strada secondaria, che sale direttamente da Sant’Agnello, percorsa in occasione del Giro del 1997 (tappa di Cava de’ Tirreni).


Mauro Facoltosi [info@ilciclismo.it]

ALTIMETRIA
http://www.gazzetta.it/Speciali/Giroditalia/2009/altimetrie/t19_alt.html

PLANIMETRIA
http://www.gazzetta.it/Speciali/Giroditalia/2009/planimetrie/t19_plan.html

FOTOGALLERY

Avellino
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Mercato San Severino, ruderi del castello, uno dei principali del meridione
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Salerno, tramonto verso la Costiera Amalfitana
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Panoramica di Salerno
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Cava de’ Tirreni, Abbazia della SS Trinità
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Inizia la strada della costiera
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Capo d’Orso
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La costa vista da Ravello
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La piccolissima Atrani
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Amalfi
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Il fiordo di Furore visto verso il mare (i corridori transiteranno alti sul ponte)…
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… e la prospettiva opposta
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Positano
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Si sale verso Picco Sant’Angelo
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Il Vesuvio visto dalla salita al Picco
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Sorrento
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Castellammare di Stabia visto dalla funivia del Faito
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Scavi di Ercolano
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Osservatorio vesuviano
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Giro 1959, Gaul solitario verso il Vesuvio
http://3.bp.blogspot.com/_R7gEJ1XtI-M/SbAR17qJ64I/AAAAAAAAAoE/0_qu0wbg33o/s1600/1180109--280x190.jpg

Eduardo Chozas, il vincitore della tappa del Vesuvio nel 1990 (la foto a sinistra, alle spalle di Chozas, è stata scattata all'arrivo)
http://www.echozas.com/echozas-www/html/eduardo/PA120028.jpg

Salita al Vesuvio
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http://www.vesuvioinrete.it/galleria/col80.jpg

Piazzale d’arrivo
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Sterminator Vesevo
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