Clicca qui per tornare alla Home Page...
Clicca qui per tornare alla Home Page...
Ciclismo
on line
GIOVENTU' PREGIATA a cura di Cristina Manzolini
IL GIRO DI CENT'ANNI FA di M. Facoltosi
Diario di talento*
ISCRIVITI
Parole da cercare
In
Tipo di ricerca
Archivio/1



Miloty Suiveurs
Sito realizzato con

Vuoi un sito esportal?
Altri siti Esportal
Canottaggio Vero
Genoasamp
Liguria Sport

Visita Genova
Zenazone
Home:  >  News Corse
UNDER 23, DOMINA RABOTTINI

Il non ancora 22enne pescarese vince per distacco il tricolore Under 23, con un’azione di forza all’ultimo passaggio sulla salita dei Tre Monti, al termine di una giornata tutta all’attacco. Alle sue spalle un drappello di quattro corridori, regolato da Balloni. Terzo gradino del podio per Brambilla. Domani i professionisti.

.:nella foto, l’arrivo esultante di Rabottini (www.datasport.it)

Alla vigilia della corsa più attesa di questa Settimana Tricolore, la prova in linea dei professionisti, un giovane dalle interessantissime prospettive ha posto la sua candidatura per poter ambire, tra qualche anno, a competere proprio nella gara pro: si tratta di Matteo Rabottini, pescarese, 22 anni ad agosto, capace quest’oggi di laurearsi campione d’Italia Under 23 con un’azione di sorprendente autorità. E dire che il corridore della V.C. Aran – Cogem – BLS aveva già speso parecchio nei giri precedenti, in particolar modo al penultimo passaggio sull’ascesa dei Tre Monti, quando aveva tentato di evadere da un gruppo ridotto ad una trentina di unità in compagnia di Balloni, vincitore della prova a cronometro, Brambilla e Locatelli.
I quattro, che avevano toccato un vantaggio massimo di 35’’ in corrispondenza dello scollinamento, sono stati però ripresi quando il settimo e ultimo giro in programma era appena cominciato, ed è a quel punto iniziata una fase interlocutoria fatta di scatti e controscatti, senza risultati, che si è protratta fino all’imbocco dell’ultima scalata dei Tre Monti. È stato allora che Rabottini ci ha riprovato, e questa volta il suo tentativo non ha concesso a nessuno anche solo la possibilità di accodarsi. Il vantaggio del pescarese è salito rapidamente fino a 20’’, per toccare i 25 all’ultimo scollinamento. Alle spalle di Rabottini, è stato Gianluca Brambilla il più attivo, capace anche di passare in vetta con una manciata di metri su Moreno Moser, nipote di Francesco e figlio di Diego, anch’egli professionista, per quanto ovviamente meno celebre.
A Brambilla e Moser, ricompattatisi appena è iniziata la discesa, si sono aggiunti poco dopo Alfredo Balloni, già all’attacco, come Brambilla, al penultimo giro, e Diego Zanco. La superiorità numerica degli inseguitori è stata però vanificata dalla loro scarsissima collaborazione, tanto che Rabottini è giunto al termine della discesa con un vantaggio di 29’’. L’abruzzese ha così potuto godersi appieno questo trionfo tricolore, vincendo a braccia alzate sotto la pioggia, che già aveva caratterizzato la corsa nelle battute iniziali, prima di concedere un po’ di tregua agli atleti, già messi a durissima prova dal tracciato. Basti pensare, a questo proposito, che, come detto, all’inizio dell’ultimo giro, malgrado i passaggi fossero sette, a fronte degli undici dei professionisti, e i chilometri complessivi 161,5 contro 260,4, il gruppo era composto da appena una trentina di unità. Alle spalle di Rabottini, Balloni ha anticipato di una bicicletta Brambilla nello sprint per piazza d’onore, con Moser e Zanco che hanno di fatto rinunciato alla volata, ma il cui bilancio della giornata non può che essere pienamente positivo.
Per il neo-campione italiano Under 23 si tratta del secondo successo in meno di un mese su queste strade, dal momento che il 30 maggio scorso, nella 4a tappa del Giro delle Pesche Nettarine, aveva messo la sua ruota davanti a tutti, in una frazione che prevedeva cinque giri del circuito imolese. Non basta certamente un successo, per quanto ottenuto in una corsa di grande prestigio, quale un Campionato Italiano, per gridare al fenomeno, ma certamente per Rabottini, alla luce del risultato di oggi, e soprattutto del modo in cui è stato ottenuto, correndo tutto il giorno all’attacco, è lecito sognare affermazioni di questa caratura anche in ambito professionistico.
Ci sembra poi doveroso sottolineare la prova di Alfredo Balloni, laureatosi campione italiano di categoria a cronometro, precedendo il campione del mondo Malori, e oggi capace di lottare fino in fondo per il tricolore in linea. Un obiettivo a cui il corridore della A.G.I. Neri Nuova Comauto credeva sul serio, a giudicare dal gesto di stizza con cui ha accolto una comunque eccellente piazza d’onore. Considerando la vittoria nella crono e il secondo posto su un percorso impegnativo come quello dei Tre Monti, è difficile non ipotizzare che Balloni possa avere un futuro anche nelle grandi corse a tappe, per quanto precedenti come quello di Roberto Sgambelluri, 2° sia nella provo a cronometro sia in quella in linea ai Mondiali di Lugano nel 1996, e a detta di molti destinato a raccogliere l’eredità di Indurain, prima di perdersi molto prima dei trent’anni tra i professionisti, ci impongono di essere molto cauti con considerazioni di questo genere.
Non vogliamo ripetere quanto detto in settimana sulla difficoltà del circuito e sul tipo di corridore che potrebbe essere più adatto ad un tracciato di questo genere, ma dalla corsa odierna crediamo sia emerso un dato piuttosto importante: se si vuole avere qualche chance di arrivare da soli, è necessario attaccare sin dall’inizio della salita dei Tre Monti. L’ascesa è infatti divisa in due tronconi, il secondo dei quali misura però appena 700 metri (è il tratto, per intenderci, la cui pendenza, a detta di Gigi Sgarbozza, varia costantemente: 10% fino a ieri, 15% all’inizio della trasmissione di oggi, 12% una manciata di minuti più tardi). Malgrado le pendenze aspre, 700 metri sono probabilmente troppo pochi per poter pensare di costruire un vantaggio sufficiente a resistere al possibile ritorno degli inseguitori, considerato che i 6 km di discesa non sono particolarmente ripidi, e che gli ultimi due chilometri pianeggianti favorirebbero i rientri da dietro in caso di buona collaborazione. Sarà pertanto molto importante che chi ha interesse a rendere dura la corsa, e a ridurre al minor numero di componenti possibile il drappello dei migliori, prenda esempio dall’azione di Rabottini, che ha costruito il suo successo soprattutto su quei 20’’ presi nel primo troncone di ascesa.
Difficilissimo, in ogni caso, per quanto sia scontato dirlo, azzardare pronostici. Se volete essere certi di non sbagliare, esiste il metodo Sgarbozza: anche oggi l’ineffabile Gigi ci ha proposto la classica lista dei favoriti, da cui ha escluso sostanzialmente solo massaggiatori e magazzinieri.

Matteo Novarini

  Indietro
Il Diario del nostro Damiano Cunego con cui 'Il Ciclismo.it' è nato e cresciuto


La Redazione

Risultati
Tutti i sondaggi
Copyright © Il Ciclismo
Powered by Zenazone snc - Tel. 010 86.05.630