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SUPERMARK METTE IL SIGILLO ANCHE IN SVIZZERA

Oramai il cittadino più rappresentativo dell’Isola di Man fa più notizia quando non vince piuttosto che quando alza le braccia al cielo. L’ultima volta l’aveva fatto a Firenze al Giro, a due passi da casa sua. Un po’ di riposo ed eccolo già pronto in rodaggio per il Tour. Il velocista più forte al mondo piazza la sua zampata a Lumino, davanti ad un ottimo Oscar Freire e Hushovd.

di Saverio Melegari

Anche se lunga e alta (quasi 2000 metri), era chiaro fin dalla vigilia di questa terza tappa del Giro di Svizzera che il tutto oggi si sarebbe deciso in volata. E, dopo aver alzato bandiera bianca a Davos anche troppo presto, a questo giro Mark Cavendish ha voluto rimanere concentrato, riprendere la fuga del mattino e piazzare la zampata vincente anche in questa corsa, arrivando a quota dodici dall’inizio dell’anno. Se si considera che nel 2008 l’inglese aveva alzato le braccia al cielo per diciassette volte si capisce come quest’anno il corridore della Columbia rischia davvero di fare il “Cannibale”.
Pronti via e scappa la fuga con dentro anche un italiano, l’ex campione tricolore Enrico Gasparotto (Lampre-NGC) che se ne va in compagnia di Marlon Perez (Caisse d’Epairgne), Samuel Dumoulin (Cofidis) e William Frishkorn (Garmin). La prima parte di questa tappa, 195km da Davos a Lumino, bene si addiceva ai tentativi di fuga, visto una consistente discesa e qualche strappetto per dare un po’ più di vivacità al percorso. I quattro guadagnano bene fin da subito e raggiungono un vantaggio massimo di 5’40”, anche se il loro avversario più pericoloso si chiama Lukmanierpass, Gpm di prima categoria a 70km dal traguardo. La salita, pur se non durissima, è comunque impegnativa e infatti in vetta transita per primo Perez che va a prendersi punti importanti per la classifica dei Gpm e il gruppo dei migliori transita con 2’55”. Il gruppo cerca di ricucire grazie al contributo della Saxo Bank con addirittura il leader Cancellara in testa a tirare: questo corridore sembra davvero in forma splendida e potrebbe anche provare a puntare alla classifica, se le montagne non lo respingeranno.
Il vantaggio continua a scemare e al traguardo volante ai meno 20 (vince Gasparotto) è sceso sotto la soglia dei due minuti, ma i quattro non si danno per vinti. A dodici dalla fine il friulano della Lampre vince l’altro sprint e, nonostante le trenate di Rabobank e Cervelo, i fuggitivi provano a resistere. Il primo ad alzare bandiera bianca è Frishkorn, mentre gli altri procedono di comune accordo fino ai meno quattro quando prova lo scatto secco Perez, dopo che Gasparotto non aveva avuto la stessa fortuna. Il gruppo oramai è troppo vicino, anche perché pure la Columbia è passata in testa e il ricongiungimento avviene a poco meno di 3000 metri dallo striscione d’arrivo. La velocità è piuttosto elevata ma, nonostante questo, ai due e mezzo ci prova Hesjedal (Garmin) in tentativo solitario ma viene ripreso proprio sotto la “flamme rouge”. Oramai è volata, con la Columbia a menare le danze e, ai 300 metri, è Cavendish ad uscire al vento e alzare le braccia al cielo in segno di trionfo. Dietro di lui subito Oscarito Freire che sembra trovare la gamba dei giorni migliori, mentre un po’ più appannato appare Thor Hushovd, oggi terzo. Per il secondo giorno consecutivo, migliore degli italiani è Francesco Gavazzi che chiude ancora una volta quarto, con il leader Cancellara che chiude i primi dieci.
In classifica generale ovviamente non cambia niente con il campione svizzero ancora in giallo con 22” su Kreuziger e 25” su Kloden. Domani quarta tappa, da Biasca a Stafa di 197km: in partenza c’è il passo del Gottardo che può risultare un ottimo trampolino di lancio per chi vorrà andare in fuga. Dalla vetta, poi, continui mangia e bevi e anche un bel po’ di pianura. Se i corridori saranno stanchi potranno anche rimanere tutti insieme e giocarsi tutto in volata, altrimenti la fuga potrebbe anche arrivare.

Saverio Melegari

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