Clicca qui per tornare alla Home Page...
Clicca qui per tornare alla Home Page...
Ciclismo
on line
GIOVENTU' PREGIATA a cura di Cristina Manzolini
IL GIRO DI CENT'ANNI FA di M. Facoltosi
Diario di talento*
ISCRIVITI
Parole da cercare
In
Tipo di ricerca
Archivio/1



Miloty Suiveurs
Sito realizzato con

Vuoi un sito esportal?
Altri siti Esportal
Canottaggio Vero
Genoasamp
Liguria Sport

Visita Genova
Zenazone
Home:  >  News Corse
DELFINATO 2009: EVANS, NIENTE COLPO DOPPIO. MA LA MAGLIA GIALLA E’ SUA

L’australiano non riesce nell’accoppiata tappa e maglia, perdendo la cronometro di 42 km da Bourg-les-Valence a Valence per soli 7’’, a vantaggio del tedesco Grabsch, ma conquistando comunque il simbolo del primato. Buona prova di Contador, che concede 37’’ a Evans, mentre Basso si difende discretamente e perde 2’08’’ dall’australiano in 42 km. Domani il Mont Ventoux.

.:nella foto Bettini, Cadel Evans ritorna in giallo

Doveva essere la seconda accoppiata “tappa e maglia” consecutiva quella di Cadel Evans, che invece non si è concretizzata per sette, miseri secondi. Dopo che ieri si era visto sfilare la maglia gialla da Niki Terpstra, anche vincitore di tappa sul traguardo di Saint-Etienne, l’australiano si è presentato alla partenza dei 42 km a cronometro di oggi con i galloni di favorito, forte anche della straordinaria prova offerta nel prologo di Nancy. Il capitano della Silence – Lotto è partito piuttosto tranquillo, facendo segnare soltanto il 9° tempo al primo rilevamento cronometrico, ma schizzando poi in testa alla graduatoria al secondo, dopo 22 km, con 12’’ di margine su Grabsch e 27’’ su Contador. Nella seconda parte di gara, però, al pari di tutti gli altri, Evans non ha potuto resistere al ritorno prepotente del campione del mondo della specialità, capace di rifilargli 19’’ in 20 km, e di andarsi così a prendere la quindicesima vittoria della sua ormai ultradecennale carriera. Evans, dal canto suo, si è comunque potuto consolare con la riconquista della maglia gialla di capoclassifica, simbolo che ora rischia seriamente di portare sino a Grenoble.
Il più credibile dei suoi avversari in questo senso è, ovviamente, Alberto Contador, oggi non all’altezza della fantastica prestazione offerta nel prologo, ma comunque capace di chiudere 5° a 44’’ dal vincitore, e soprattutto a 37’’ da Cadel Evans, a cui in classifica rende adesso 45’’. Anche il madrileno, al pari del suo rivale per la maglia gialla, ha sofferto un calo piuttosto evidente nella seconda metà del tracciato, che gli è costato due posizioni, a vantaggio di Millar e Rabon. La flessione è stata però, in proporzione, meno netta di quella di Evans, a cui ha infatti reso solamente 10’’ negli ultimi 20 km. Con meno di un minuto da recuperare e quattro tappe di montagna davanti a sé, Contador si propone come grande favorito di questo Giro del Delfinato, forse ancor più di Evans, a cui i continui cambi di ritmo dello spagnolo potrebbero fare male sulle montagne. Se si pensa che il vincitore del Tour 2007, alla vigilia della partenza da Nancy, aveva dichiarato di non essere in condizione di lottare per il successo finale, si deve sperare che Contador stesse bluffando, per non dover credere che abbia invece acquisito una tale superiorità nei confronti degli avversari da essere in grado di vincere, o quanto meno lottare per farlo, anche al 70% della condizione.
Difficile che tra i due litiganti possa godere un terzo, ma se così fosse i nomi da cerchiare sono indubbiamente quelli di Alejandro Valverde e Ivan Basso. Il murciano ha dimostrato ancora una volta di sapersi difendere più che bene a cronometro quando è sorretto da una buona condizione, chiudendo la top ten a 1’38’’ da Grabsch, e da domani a domenica avrà modo di provare a recuperare il distacco non abissale che lo separa da Evans (1’54’’). Considerato che probabilmente non correrà neppure il Tour, inoltre, Valverde, a partire da domani, potrà dare tutto quello che avrà, senza dover tenere un occhio (o anche due) di riguardo per la Grande Boucle. Per quanto riguarda Basso, invece, il varesino si è difeso molto meglio di quanto non avesse fatto nella prima giornata del Delfinato, quando accusò 1’ da Evans in 12 km. 2’15’’ alla fine il suo ritardo da Grabsch, in fin dei conti meno pesante di quanto i precedenti di quest’anno facessero temere (il distacco, non Grabsch, che invece in maglia di campione del mondo continua ad essere la copia sputata dell’omino Michelin), anche se questo distacco è stato il frutto di una distribuzione dello sforzo degna del peggior Jan Ullrich: benissimo fino a metà (7° tempo a 33’’ dal vincitore), malissimo nella seconda parte (in cui ha perso 1’42’’). In ogni caso, anche Ivan, al pari di Valverde, è qui non per preparare il Tour, ma per vincere il Delfinato, cosa che gli consentirà di dare tutto nelle prossime quattro tappe, a cominciare dal Mont Ventoux, in programma domani.
Menzioniamo anche Vincenzo Nibali, oggi meno brillante di domenica scorsa e staccato alla fine di 1’45’’ da Grabsch, ma che comunque non ha sfigurato, e lascia ancora ben sperare per il Tour de France. Per lui però le incognite sono legate prevalentemente alla tenuta in salita, che fino allo scorso anno è stata spesso alterna. Tra 24 ore dovrà iniziare a darci indicazioni anche in questo senso.
Come già abbiamo accennato più volte, possiamo oggi pronunciare una frase per la quale tra un mese circa, al Tour dovremo attendere circa due settimane: domani iniziano le vere montagne. Ovviamente, a meno che qualcuno non consideri vere montagne ciò che la direzione della Grande Boucle presenta come “frazioni pirenaiche” (se ci fosse un sonoro, alla parola “pirenaiche” sarebbero partite le risate finte in stile sit-com americana). Tornando al nostro Delfinato, i 154 km da Valence al Mont Ventoux propongono infatti il primo arrivo in salita di questa edizione, sulla stessa salita che a luglio sarà l’ultimo giudice della corsa a tappe più importante del pianeta. Un arrivo che il Delfinato ha proposto più volte nelle ultime stagioni, e che ritorna nel percorso dopo un anno di stop. La lista dei favoriti vede in cima i soliti nomi, da Contador a Basso passando per Valverde, ma in una tappa breve e vallonata (Ventoux a parte) come quella di domani, non si può non prendere in considerazione l’ipotesi della fuga a lunga gittata. In ogni caso, comunque vada, con il Ventoux di mezzo, sarà uno spettacolo.

Matteo Novarini

  Indietro
Il Diario del nostro Damiano Cunego con cui 'Il Ciclismo.it' è nato e cresciuto


La Redazione

Risultati
Tutti i sondaggi
Copyright © Il Ciclismo
Powered by Zenazone snc - Tel. 010 86.05.630