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PAOLO TIRALONGO:
‘IL TOUR E LA MIA VITA’

In occasione della giornata di riposo in Piemonte, abbiamo sfruttato a pieno la grande opportunità di concedere un’intervista a Paolo Tiralongo, protagonista sulle strade del Tour e su ilciclismo.it, grazie al suo diario dalla corsa transalpina. In questa intervista, il corridore siciliano, fido gregario di Damiano Cunego, ci parla di se e di come sta andando il suo Tour de France.


Il servizio di
ANDREA GIORGINI

In occasione della giornata di riposo in Piemonte, abbiamo sfruttato a pieno la grande opportunità di concedere un’intervista a Paolo Tiralongo, protagonista sulle strade del Tour e su ilciclismo.it, grazie al suo diario dalla corsa transalpina. In questa intervista, il corridore siciliano, fido gregario di Damiano Cunego, ci parla di se e di come sta andando il suo Tour de France:

A: Ciao Paolo, benvenuto a ilciclismo.it.
P: Grazie mille.

A: Come stai e come giudichi le tue prime due settimane di Tour?
P: Sto bene e adesso cerchiamo di tirare fuori tutte le nostre forze per questa ultima settimana. Il Tour è una cosa molto nervosa dove tutti si vogliono mettere in evidenza. Ci sono state vicende non piacevoli ma ognuno cerca sempre di dare il massimo e spero in questi ultimi giorni di entrare nella fuga giusta per poter vincere una tappa o almeno fare un tentativo.

A: Sei soddisfatto del lavoro svolto finora dalla squadra?
P: Come squadra non ci siamo comportati male, non abbiamo colto grandi risultati ma nel nostro piccolo siamo riusciti a metterci in evidenza. Damiano vuole provarci di nuovo sperando di una giornata più felice domani (oggi, ndr) o sull’Alpe d’Huez

A: Quali sono state le fasi e le azioni più importanti in questo Tour?
P: Ci sono state fasi negative come il caso Riccò e positive come la grande forza della CSC, un Evans che ci sta provando dando il tutto e per tutto e il pubblico che è semplicemente fantastico.

A: Ci sono differenze tra il pubblico francese e quello italiano?
P: Il Tour ha un pubblico più internazionale del Giro e a differenza di noi, appena finisce tutto la gente se ne va via, mente noi italiani siamo più curiosi e non vogliamo più andarcene.

A: Dopo la tappa di ieri la classifica è molto corta con 6 atleti nello spazio di 50 secondi: tu chi vedi come favorito? Ritieni che la cronometro di sabato sia fondamentale?
P: Come favorito dico Cadel Evans. Non molla mai, è sempre lì e ha la cronometro a suo favore. Attenzione però a Menchov, che è in crescita. La prova contro il tempo e i 2 tapponi sono di uguale importanza: nel primo caso è una sfida contro te stesso mentre nel secondo devi avere gambe buone e una squadra che ti possa assistere anche nei momenti difficili.

A: Parliamo un po’ di te: sei sposato?
P: Si, con Angela e ho un figlio di 15 mesi che si chiama Salvatore. Li vedo poco essendo io sempre in giro ma a fine Tour resterò con loro alcuni giorni in Sicilia. Poi dopo la gara di San Sebastian tornerò giù di nuovo prima di ripartire per correre la Vuelta.


A: C’è qualche canzone che ascolti spesso in occasione di qualche gara?
P: Va a periodi. Ad esempio ora ascolto molto spesso Zucchero, ma la musica che mi piace di più è quella degli indiani d’America, che è ottima per rilassarsi.

A: Hai qualche rito scaramantico?
P: Si.

A: Pregi e difetti del tuo carattere.
P: Sono troppo buono ed altruista: può essere considerato sia un pregio che un difetto.

A: Tornando al Tour: ieri siete tornati in Italia. Che sensazioni ti ha dato il pubblico italiano?
P: Arrivando qui hai la sensazione che sei più vicino a casa. Poi il cibo e il tifo della gente sono bellissimi.

A: Grazie Paolo per la tua disponibilità! La redazione di ilciclismo.it manda un caloroso in bocca al lupo a te e alla tua squadra per un ultima settimana di Tour all’insegna dello spettacolo.
P: Crepi il lupo e grazie a voi.

Dopo autografi e foto di rito salutiamo calorosamente tutto il team Lampre ringraziandolo per una splendida esperienza insieme.

Andrea Giorgini [a.giorgini@ilciclismo.it]













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