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IL BEPI A ILCICLISMO.IT
'IO, LA BICICLETTA E IL FALCO SAOLDEL'

Compaesano di Paolo Savoldelli, "Il Bepi" è un cantante che si esibisce in dialetto bergamasco calcandone le caratteristiche e l’accento. Oggi che il Giro parte dalla ’sua’ Rovetta, l’autore di "Falco Saoldèl" ci racconta, in chiave ironica, il rapporto di odi et amo con le due ruote e l'effetto che fa vivere fianco a fianco con un due vincitore della corsa rosa.

Sarò sincero: la bici non è proprio stata mai il mio forte. Nella cansone che c’ho dedicato al Falco Saoldèl al dìghe sènsa problemi. Eppure da picinì la ma piazìa anche! E mi ricordo bene che mi sono spaccato pure su il muso contro una panchina di plocco andando con la bici! Quali c’ho avuto? Alùra: la prima gialla e rossa (con le rotelle, ma poi, dopo lungo esercissio al Ramello di Nossa, senza! Pota…), la seconda rossa, rigida come un cancello e sella lunga e poi una bella Atala “da cross”, 180 kg de bici, co’ la sèla ‘mbutìda e le gomme tassellate. Per farla andare sullo sterrato ci volevano due gambe tipo Ronnie Coleman e mé fàe öna fadìga boia anche doma per rià da Clüsù a Ruèta! Poi sono arrivate le muntan baic (che più storpiavi il nome e più faceva figo: mauntain, montan…adès infina a city, bah), ma a me ormai m’era già passata la poesia. La bici da corsa, invece, non ce l’ho mai avuta: tròp düra, spacadedré e picèna chèla sèla! E troppo ricurvo il manubrio per i miei gusti. Ci sarà un motivo se ancora oggi catto fuori una custom piuttosto che una supersportiva! Ricordo che una sera ho visto il Savoldelli che arrivava a casa, al freddo, verso sera (e comunque l’ìa fosc, èco), girava dentro da Via Fantoni per andare in piazza e ho pensato: “Ada te di olte ‘l caso: lui va in bici e io gioco a basket. Siam proprio fatti su differenti!”. Ma mica andavo a pensare che quello lì di lì a poco avrebbe vinto due Giri d’Italia! E alura, se il ciclismo lo seguo sì e no, perché, direte voi, ci faccio il tifo proprio a lui? Ma perché è del mio paese, ovvio! E quanti paesi c’hanno uno che ha vinto 2 Giri d’Italia? Se pènse che gh’è de la zét tra de noter che sta lì a buttar via energie per parlarci dietro a uno del paese (a lui, ma anche a me, sia chiaro) non riesco a non pensare a quanto marter sa essere l’uomo! Però, dai, quando c’è stato da fargli festa il paese c’era quasi tutto (pò ai rompibale). A dire il vero quello fuori posto ero io perché arrivavo giù dal “mio” Tirol co’ la mé Moto Gussi e m’è toccato domandarci al vigile come mai gh’ìa töt chèl bordèl lé! “Ma come? Non lo sai? Savoldelli la enzìt ol Gìr!” m’ha risposto. Porco Giuda…era mica una notissia da poco eh! Questa qua superava, e anche di tanto, qualunque gravidànsa inattesa della figlia della tale e anche, forse (qui però lasciatemi il beneficio del dubbio), il cambio di prevosto. D’istinto m’è tornata in mente la stessa piassa anni prima, stracolma, ma per una roba triste come il funerale del Giampaolo Marinoni. Staolta i fàa fèsta töcc ed era un’altra storia, via!
Confesso candidamente d’aver visto una sola gara di ciclismo in vita mia: la cronoscalata al Monte Pora di 5.000 anni fa. C’era anche Moser (streolt), ma vinse Visentini, nato, se non sbaglio, il 2 giugno…pròpe come mé.

Il Bepi

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