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BALLAN SI CANDIDA
'PAOLO, A SANREMO INSIEME PER FAR FUORI GLI SPRINTER'

L'Eroica come antipasto. Poi passerà per la Tirreno-Adriatico dove vorrebbe "provare il botto in una tappa" prima di puntare dritto verso la Sanremo dove "bisognerà invertarsi qualcosa per fare fuori i velocisti". Ballan è pronto e tende la mano a Bettini: la Classicissima, prima di dare l'assalto alle Classiche del Nord, sarà il primo assaggio di Inferno. Di Federico Petroni.

.: Nella scatto di Roberto Bettini, Ballan in azione alla Monte Paschi Eroica disputata sabato scorso. Il veneto ha dimostrato di avere già la gamba per dare l'assalto alle Classiche di Primavera.

di  Federico PETRONI

Colle Pinzuto, un salto fuori Siena. Tira l’aria tipica di quando la notte piove e l’umidità che sale dal terreno entra nelle ossa e gela le membra. Una stradina sterrata, resa ocra o marrone dalla pioggia appena caduta, incornicia le colline del Chianti, regalandosi di tanto in tanto un cipresso, una siepe, una fattoria. In questo angolo pacato di Toscana antica piomba in un attimo la modernità. Rombi di auto, sfrecciare di moto, sferragliare di biciclette annunciano il passaggio di una corsa ciclistica. Ma non è una gara come le altre. È l’Eroica, quella che riporta il fascino dell’antico, quella che entusiasma anche se non mastichi ciclismo dalla mattina alla sera, quella che vorresti vincere perché solo il nome darebbe lustro alla carriera. E a condurla non ci sono atleti come gli altri. Fabian Cancellara e Alessandro Ballan, quelli che insieme fanno una discreta dose di ciclismo: Roubaix e Fiandre; quelli che, con le comodità dell’asfalto hanno poco a che spartire; quelli che, quindi, già per natura sono eroici. Vince Cancellara ma è Ballan a menare le danze, con un assolo impressionante sull’ultimo, arcigno strappo a 10km dall’arrivo. “Mettiamola così, è un buon auspicio per la stagione appena cominciata”, dice il veneto a mente fredda. Non ha perso, è stato l’avversario a meritarsi il successo.

Raccontaci la tua gara.
“Sabato ci credevo, partivo per fare bene ma sempre con un occhio di riguardo per non rovinare la preparazione invernale. Queste corse sono sempre pericolose. Il direttore sportivo e la squadra mi avevano affidato il ruolo di leader, si correva tutti per me. Quella fuga di 25 (Visconti compreso, N.d.R) ha un po’ complicato la faccenda, nessuno dietro inseguiva, erano tutti ben rappresentati in testa, ho dovuto far spremere la squadra per tenere i fuggitivi a bagnomaria, a 2’ - 2’30”. Ho cominciato a menare duro già a 50km da Siena per recuperare, magari spendendo un po’ troppo mentre qualcuno restava a ruota e risparmiando energie per la volata”.

Su quello strappo, colle Pinzuto, ti sei esaltato: ti ha ricordato il Grammont?
“Strappi così dopo una gara tosta mi si addicono e sono riuscito a fare la differenza. Peccato che il più forte sabato fosse Cancellara, furbo nello sfruttare il nostro lavoro. Abbiamo corso bene, non ho rimpianti, anzi sì, uno ce l’ho, per la squadra. Avrebbe meritato la vittoria per come mi aveva lanciato”.

Tra Fiandre e Roubaix ha vinto la Roubaix…
“A dire il vero, come strappi l’Eroica è più vicina al Fiandre anche se il fondo, in giorni di maltempo, può ricordare il pavè, viscido e pericoloso. Questa corsa è diversa da tutte, il nome è azzeccatissimo. Ha una sua particolarità dovuta al fantastico paesaggio ma anche alla storia del ciclismo che si respira”.

Cancellara ha definito questi sterrati delle “autostrade”…
“Si riesce a lanciare la bici ad alte velocità, è vero, ma gli occhi li devi tenere sempre aperti. In curva specialmente c’è il rischio di cadute. In più, certe salite fanno davvero male. No, non sono delle autostrade!”

La rivincita con lo svizzero alla Tirreno?
“Vorrei provare il botto in una tappa, per la classifica invece vedremo, ho pensato ad una corsa tranquilla senza troppi pensieri. Una settimana al vertice comporta una notevole spesa di energie mentali, valuterò strada facendo: se sarò lì, terrò duro. Il percorso mi si addice, ora che hanno tolto l’arrivo in salita, ma ci saranno Vila che ha già fatto bene alla Valenciana e Bruseghin. Io corro in vista del vero obiettivo: la Sanremo”.

A proposito della Classica dei Fiori…
“Quest’anno è il mio pallino. È una delle gare che più mi affascinano, mi piace il percorso e le salite finali mi si addicono. Lo scorso anno, la caduta alla Tirreno non mi aveva permesso di esprimere al cento per cento il mio potenziale, ma ho già dimostrato di essere competitivo. Dovremo inventarci qualcosa per fare fuori i velocisti. Mi hanno detto che le Manie, la nuova salita, sono durette: meglio, rimarranno nelle gambe di molti. Credo però che il nuovo arrivo controbilancerà quello strappo”.

Oltre al Poggio, intasato e trafficato, qual è il punto migliore per staccare i velocisti?
“Dobbiamo metterci d’accordo con Rebellin e altri corridori di fondo senza speranza in volata. Dobbiamo fare la gara dura sin dalla prima salita. Se non riesce il colpo, mi metterò a disposizione della squadra per lavorare per il nostro velocista, Napolitano”.

Non pensi che proprio le squadre frenino le tattiche di voi attaccanti? In fondo, Bettini ha Boonen, Pozzato ha Bennati e tu hai Napolitano.
Momento di indecisione, ci pensa su…

“Può essere… Staremo a vedere. Noi abbiamo Napo che ha già dimostrato di riuscire a bersi Cipressa e Poggio, da quel lato siamo coperti. Cercheremo di valutare che piega prende la gara per decidere a nostra volta la migliore strategia”.

Le classiche del Nord proporranno un affascinante duello Ballan – Cancellara. Come lo vedi al Fiandre?
“L’anno scorso ha sbagliato i tempi, scattando a più di 50km dall’arrivo. Cercheremo di marcarlo ma è anche molto veloce. Il Fiandre è un terno al lotto, è aperto a molti: Hoste, Boonen, Flecha… Se dovessimo essere in tanti, io giocherò le mie carte magari nell’ultimo km”.

O da lontano, come Museeuw sul Tenbosse?
“Non è facile andare all’arrivo, ci vuole l’alleanza di un altro forte passista, magari Hoste, che già ha fatto questo numero”.

Capitolo Roubaix: stavolta sei tu l’attaccante, l’ousider.
“Mi ha sempre portato sfortuna, in quattro edizioni sono caduto sei volte. Nel finale c’è poco da inventare, vince il più forte. Proverò l’azione di forza ma se dovessi arrivare nel velodromo con altri vedrò di attingere a forze mentali che il mio fisico non mi dà”.

Istinto e calcolo quindi, come ti abbiamo spesso chiamato.
“Sì, può andare… Sono prudente, forse esagero: sono troppo buono e credo ancora poco nelle mie possibilità. Aspetto gli altri e attacco solo quando ho la certezza di fare il numero. L’istinto ci vuole per andare in bicicletta e per vincere quando il fisico chiede pietà. Questa qualità mi viene anche dalla tenacia che mi fa tenere duro in ogni occasione”.

Sulle pagine di Bicisport, Paolo Bettini ha chiesto un’alleanza tra i capitani per fare fuori i velocisti. Ti offriamo le colonne di “il Ciclismo” per rispondergli.
“Negli ultimi anni noi corridori siamo molto uniti, dentro e fuori le corse, anche per fare fronte a tutti i casini estranei al ciclismo. Quindi mi fa piacere questa iniziativa. Paolo, abbiamo un ottimo rapporto, se vuoi attaccare sai che non mi tiro indietro, sarò molto felice di provare a fare qualcosa di diverso che non sia la volata”.

Per la serie: attaccanti di tutto il mondo, unitevi!

Federico Petroni

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