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ANCORA CAVENDISH: TUTTO IL RESTO E’ NOIA

Era difficile trovare 178km più interlocutori di quelli di oggi al Tour de Suisse. La corsa si ravviva di fatto soltanto negli ultimi duemila metri per approcciare al meglio la volata finale, comunque tutt’altro che trascendentale. Alcune curve tagliano di mezzo qualcuno, ma non Mark Cavendish che perfettamente lanciato da Tony Martin, non ha difficoltà a battere Oscar Freire e un ottimo Francesco Gavazzi. Nella generale, Cancellara recupera 5 secondi a Valjavec.

:nella foto Reuters, Cavendish

di Saverio Melegari

Continua il copione piuttosto noioso sullo svolgimento delle tappe di questo Giro di Svizzera, ma non si stanno di certo annoiando in casa Columbia-High Road. “The man of Man” si porta a casa il suo secondo successo parziale, il 50% del totale della squadra di Valerio Piva che ha staccato (4-2) la Saxo Bank di Fabian Cancellara.
Tappa piuttosto banale quella di oggi e, come da pronostico, l’arrivo di Bad Zurzach è stato appannaggio dei velocisti. Prima dell’ultimo chilometro, però, il copione è stato sempre lo stesso con un solitario fuggitivo a farsi vedere in tv per se e gli sponsor. E, come già accaduto ieri, anche oggi è stato un uomo Voralberg a farsi vedere in avanscoperta, vale a dire Reto Hollenstein che ha fatto su e giù per le collinette della tappa, raccogliendo abbuoni e punti agli sprint intermedi e ai Gpm buoni soprattutto per il suo portafoglio e le casse della sua piccola squadra.
Hollenstein ha raggiunto un vantaggio massimo di poco più di otto minuti subito dopo il 100° chilometro dalla partenza da Oberriet. Dai meno settanta, però, il gruppo ha iniziato a menare di brutto, guadagnando progressivamente terreno fino al ricongiungimento effettuato ai meno 20. Gran parte del lavoro di cucitura è toccato alla Liquigas per tentare di lanciare finalmente Daniele Bennati e il Team Saxo Bank sperando in qualche colpo a sorpresa di Cancellara, oppure delle discrete doti da velocista di Matti Breschel.
Dopo il ricongiungimento, in testa al gruppo passano quasi in simultanea sia la Rabobank (per Freire) e la Cervelo (per Hushovd), mentre la Columbia rimane abbastanza nascosta negli ultimi dieci chilometri prima di uscire ai tremila metri, come spesso è successo in questo Giro di Svizzera e anche in passate competizioni.
Ai meno dodici in sei provano un allungo e fra i più attivi c’è ancora una volta Enrico Gasparotto che sta dimostrando di avere un’ottima gamba in questo periodo, candidandosi anche a ricoprire un ruolo da protagonista al prossimo tricolore di Imola, ma il suo tentativo non dura più di 1000 metri.
Tutti insieme appassionatamente fino alla fine e soltanto un paio di curve ben messe negli ultimi due chilometri creano un po’ di scompiglio. Agli ottocentro metri sale in cattedra Tony Martin, oramai diventato novello “factotum” pronto a lanciare la volata a Cavendish. Alla sua ruota, però, non c’è l’inglese ma Thor Hushovd che hai 250 metri prova ad anticipare tutti mantenendo il centro strada. Siamo a Bad Zurzach e non a Trieste e Cavendish ha imparato la lezione impartitagli da un certo Petacchi: prende subito il norvegese della Cervelo e mette la freccia ai 170 metri, diventando imprendibile per tutti. Prova a resistere Oscar Freire ma più che rimanere alla sua ruota o cercare un po’ di vento non può fare. Proprio sulla linea del traguardo Hushovd perde anche la terza piazza a discapito di un comunque positivo Francesco Gavazzi: sul suo risultato, però, pesa il fatto di essere partito troppo indietro altrimenti poteva ambire a qualcosa in più.
Prima del traguardo, però, Fabian Cancellara aveva ben pensato di andare a prendere qualche secondo di abbuono negli sprint volanti e adesso si trova da solo, e non più in compagnia di Oliver Zaugg, al secondo posto, distanziato di 9” da Tadej Valjavec.
Potrebbero esserci sconvolgimenti, invece, domani con la settima tappa: 204km da Bad Zurzach a Vallorbe. Una tappa mossa e con arrivo in salita diviso però in due tronconi. C’è il serio rischio che si ripresentino in quindici per la volata di tappa.

Saverio Melegari

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