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2) DAMIANO RACCONTA
L'IRIDE DI VERONA '99

Nel giorno della partenza della selezione azzurra guidata da Fabrizio Fabbri per la Cina, che segna l'esordio nella Nazionale maggiore di Damiano Cunego, 'Il Ciclismo.it' propone ai suoi lettori e ai tifosi del giovane talento veronese il racconto, scritto di proprio pugno da Damiano, delle ore della sua vittoria più bella ed importante, quella sul circuito delle Torricelle nel Campionato del Mondo Juniores 1999 che lo vestì d'iridato e lo fece balzare all'attenzione del pubblico e delle grandi squadre. Un omaggio a quei momenti d'oro, un omaggio al nostro 'diarista', nel posto d'onore del portale.




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*** DIARIO DI TALENTO ***
--- di DAMIANO CUNEGO ---

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- SPECIALE VERONA 1999 -
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E' stato sicuramente il giorno più bello della mia vita. Vincere un Campionato del Mondo in casa, perchè quell'anno la rassegna iridata si è svolta proprio nella mia città, Verona. Ricordo che alla vigilia io e Filippo Pozzato eravamo le punte della Nazionale Italiana che era la squadra più temuta. I rivali più temibili erano i russi, Kaiumov e Kolobnev su tutti. Il percorso si svolgeva per le vie della città di Verona con la bellissima salita delle Torricelle da scalare otto volte. Alla fine si può dire sia stata una gara molto impegnativa.
Avevo un vantaggio sugli altri perchè correvo in casa e nei mesi precedenti avevo più e più volte provato la salita e ancor di più la discesa, che ritenevo molto importante. Ricordo che avevamo condotto una gara sempre a controllare e a rispondere agli attacchi degli altri concorrenti. A due giri dalla fine i russi hanno tentato più volte la fuga per fare il finale impegnativo. All'ultimo giro, quando mancavano due chilometri all'inizio della salita, ci fu la svolta decisiva.
C'erano fuori due corridori con una ventina di secondi; Kaiumov scattò dal gruppo, ormai ridotto ad una ventina di unità. Io mi accorsi del suo tentativo e gli presi la ruota; insieme andammo a riprendere i due fuggitivi, non contenti proseguimmo la nostra azione. Lui mi chiese di dargli il cambio, io domandai: "Chi c'è davanti?". Non c'era nessuno e gli diedi il cambio, ed eravamo ormai sulle prime rampe delle Torricelle.
Quando la salita iniziò scattai subito, ma lui rimase a ruota. Riprovai poco più in su, sull'unico tornante delle Torricelle, riscattai e fu lo scatto decisivo. Il vantaggio che avevo accumulato oscillava sempre intorno ai 10 secondi, io non mi voltavo, salivo agile: 39x17, ma sui falsopiani adoperai il 52 come rapporto davanti. Velocità sui 24-25 km/h, massime 30 km/h.
Ero sicuro di me e sapevo che stavo per andare a vincere.
Mai un'oscillazione, sentivo il boato del pubblico ai lati della salita e fu una grande emozione.
Scollinai con 15 secondi, pochi perchè la salita, pedalabile, non permette distacchi importanti. Ed ecco la discesa, importantissima, e conoscerla a fondo è stato fondamentale. L'ho percorsa meglio di Kaiumov, lui sbagliò una curva mentre io filai liscio mantenendo il mio vantaggio sui 15 secondi. Mancavano però 6 km di pianura per arrivare al traguardo e lui era molto più passista di me, così che mi arrivò a 5 secondi quando mancavano 3 km dallo striscione dell'arrivo.
Comunque io, convintissimo, non mi sono mai voltato.
A 1 km dal traguardo c'era un breve strappetto da affrontare a mille col rapportone che mi permise di riguadagnare un po'. Gli ultimi 700 metri erano tutto un rettilineo lungo e largo.
Vinsi arrivando da solo con 5'' sul mio più diretto avversario; a 40'' un gruppetto di una decina di atleti. Terzo il francese Kern, quarto Pozzato.
Quando tagliai il traguardo Adriano De Zan urlò tre volte di seguito: "Campione del Mondo".



Damiano Cunego

(Luglio-agosto 2003)

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