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SECONDA SETTIMANA
ARRIVANO LE ALPI
TRITTICO DI FUOCO

Vi sveliamo la seconda settimana della Grande Boucle. Sabato antipasto col Col de la Colombiere che sconvolgerà la classifica generale. Sarà solo il primo tassello di una cavalcata che porterà poi verso Tignes per la frazione regina sulle Alpi, domenica, prima di affrontare il Galibier ed arrivare a Briançon a 24 ore di distanza. Il racconto del tracciato è di Mauro Facoltosi.

.: Nella foto, il Col de la Colombiere, primo assaggio di grandi montagne al Tour de France. Sabato 14 Luglio sarà il giorno X.

di  Mauro FACOLTOSI

Dopo sette giorni di pianure sconfinate, il Tour de France 2007 entra nel vivo con i tapponi alpini, previsti in numero di tre e collocati proprio al principio della seconda settimana di gara. Anche se non presenteranno percorsi impeccabili (sotto quest’aspetto appaiono più interessanti le frazioni pirenaiche, introdotte dalle due crono individuali), queste tappe provocheranno la prima grossa selezione in classifica. E potrebbero esserci sorprese, magari da parte di qualche corridore non pronosticato alla vigilia. Vedremo se le energie profuse nelle prime tappe avranno fiaccato le gambe degli scalatori più attesi e se i corridori che non avranno brillato troppo nel prologo sapranno recuperare il tempo perduto. Sicuramente vedremo davanti, col coltello tra i denti, il kazako Vinokourov: il favorito numero uno per la vittoria finale, infatti, correrà queste frazioni con la rabbia in corpo per la brutta caduta nella quale è incappato nella tappa d’Autun, che gli è costata quasi un minuto e mezzo di ritardo. Riuscirà il capitano dell’Astana a risollevarsi ed a recuperare oppure dovrà soccombere alla muta degli agguerriti sfidanti?

7a TAPPA: BOURG-EN-BRESSE - LE GRAND-BORNAND (197,5 Km)

Sotto lo sguardo e tra gli applausi dei tifosi francesi, che oggi scenderanno sulle strade del Tour in gran numero anche perché è la loro festa nazionale, si comincerà a fare sul serio: il 14 luglio, all’inizio della seconda settimana di gara, sarà in cartellone la prima delle tre frazioni alpine. Fino a 30 Km dal traguardo il tracciato sarà di media montagna, con tre pedalabili GPM da superare nell’avvicinamento al gran finale, quando si dovrà salire fino ai 1618 metri del Col de la Colombière. La prima delle sedici grandi salite del Tour 2007 sarà scavalcata dal versante di Scionzier, il più impegnativo tra i due possibili: da questo lato si sale per 16,3 Km, con pendenze medie del 6,8% (complessiva) e del 9% (relativa agli ultimi 6 Km). In condizioni normali, non si tratta di un percorso particolarmente impegnativo, ma bisogna tener presente che, non essendoci stata finora nessuna cronometro lunga, la classifica sarà ancora molto aperta e saranno in molti i corridori che cercheranno di resistere coi denti o di attaccare sulla Colombière, nonostante non siano propriamente scalatori: c’è la possibilità di vestirsi di giallo e così fasciati di percorrere una delle tappe più attese di questa edizione, la successiva diretta a Tignes. Dunque, le condizioni di corsa potrebbero rendere "indiavolata" e durissima una tappa non particolarmente probante nel percorso. Sotto questo punto di vista, chi punta ad arrivare a Parigi in giallo non dovrà assolutamente distrarsi o pensare ad una giornata di studio tra i migliori; si rischierà, non appena inizierà la bagarre, di rimanere indietro e di prendere secondi, se non minuti di distacco. In caso di un ritardo recuperabile, potrebbero consentire di accorciare le distanze i 14,5 Km che separeranno la cima della Colombière dal traguardo, gran parte dei quali da percorrersi in discesa.
Le Grand Bornand, che si dispone ai piedi della maestosa catena dell’Aravis, è una stazione di sport invernali che ha saputo conservare il suo stile "savoiardo" e, contemporaneamente, proporre ai suoi ospiti un’accoglienza turistica di qualità. D’inverno offre uno dei migliori snowpark di Francia e quasi 150 Km di piste, tra discesa e fondo; d’estate le possibilità di fare sport si moltiplicano: escursioni semplici e scalate più impervie (anche vie ferrate), ciclismo e mountain-bike, nuoto, golf, parapendio, equitazione ed anche voli in mongolfiera. Quest’anno nel "pacchetto" rientra anche il Tour de France, che ha già qui fissato un traguardo nel 2004: la tappa fu conquistata da Lance Armstrong allo sprint sui tedeschi Kloeden e Ullrich.

8a TAPPA: LE GRAND-BORNAND - TIGNES (165 Km)

Sarà la frazione centrale del trittico alpino e non solo per la sua collocazione cronologica. Questa è la tappa più impegnativa delle tre ed una delle grandi giornate del Tour 2007, durante la quale si dovranno macinare quasi 70 Km su salite non particolarmente ripide ma lunghe e sfibranti. La principale ascesa sarà l’ultima, che non sarà arrivo in salita per 2 Km: tale è la distanza, infatti, che separerà il culmine della "montée" di Tignes - dove si giungerà dopo 18 Km al 5,4% - dalla località Val Claret, dove sarà collocato al traguardo, a quasi 2100 metri di quota. Un finale che ricorda quello di Pla de Beret dello scorso Tour, anche se la salita spagnola è nettamente più morbida, mentre Tignes presenta i passaggi più ripidi nel finale, all’altezza dell’omonimo lago (mezzo chilometro al 7,2% e, subito dopo il bacino, un picco al 12,5%). In precedenza dovranno essere superati altri 5 GPM, tra i quali spiccano, per pendenze, quote raggiunte e chilometraggi, il Cormet de Roselend e la Montée d’Hauteville. Quest’ultima può essere considerata quasi inedita: coincide con i primi 15 dei 26 Km del Piccolo San Bernardo, valico alpino che non viene affrontato in una corsa professionistica dal 10 luglio 1963, giorno della tappa Val d’Isere - Chamonix, conquistata da Anquetil (primo in vetta Bahamontes). Alcuni dei corridori in gara potrebbero, però, ricordarla per averla scalata in occasione del Giro della Valle d’Aosta, corsa a tappe del calendario Elite-Under 23.
Nessun precedente del Tour a Tignes, una delle stazioni sciistiche più alte d’Europa (il record spetta alla non lontana Val Thorens, che si trova a 2300 metri), la cui costruzione principiò nel 1956. Con la vicina Val-d’Isère costituisce il comprensorio "Espace Killy", intitolato al campione francese Jean-Claude Killy, che ha gareggiato anche nell’automobilismo, prendendo parte alla Parigi - Dakar e conquistando, nel 1967, la Targa Florio nella categoria "Gran Turismo". Dopo aver appeso gli sci al chiodo, dal 1992 al 2001 è stato presidente di Amaury Sport Organisation (A.S.O.), la società organizzatrice del Tour de France.

LUNEDI’ 16 LUGLIO - GIORNO DI RIPOSO A TIGNES

9a TAPPA: VAL D’ISÈRE - BRIANÇON (159,5 Km)

Il Tour saluterà le Alpi con una frazione dai grandi nomi (Iseran, Télégraphe, Galibier) e dai grandi numeri (oggi sono previsti due tra i valichi più elevati di Francia), ma che non può essere certamente definita un tappone. Anzi, gli amanti delle salite avranno sicuramente arricciato il naso davanti al tracciato di questa frazione, che spreca Iseran e Galibier collocando il primo in partenza e l’ultimo a quasi 40 Km dall’arrivo. Lo spazio per un attacco serio c’è (negli ultimi 8 Km del Galibier la strada sale al 8,4% di pendenza media), ma ce ne sarà ancor di più per recuperare: chi patisce le salite non si dannerà l’anima più di tanto, attendendo la velocissima strada che, attraverso il Lautaret, porterà verso Briançon. Il percorso ricorda molto quella della tappa qui giunta da Courchevel nel 2005 (al posto dell’Iseran c’era il Col de la Madeleine), che si concluse con la vittoria in solitaria di Vinokourov su Botero, mentre il gruppo dei migliori, composto di 26 corridori (a testimonianza dell’inutilità di simili tracciati), giunse con 1’ 15" di ritardo al traguardo, che era posto nei quartieri bassi di Briançon. Non sarà così quest’anno, poiché nel finale si salirà fino al Champ de Mars, lo stesso piazzale che ha accolto la conclusione della tappa del Giro: ultimi chilometri in salita, dunque, anche se si andrà al traguardo per la strada più comoda, evitando la "Grande Gargouille", la ripida stradina in pavé che attraversa nel cuore la cittadella fortificata tra il 1693 ed il 1722 su progetto dell’architetto militare Sébastien Le Preste de Vauban, del quale ricorre quest’anno il terzo centenario della morte.
Val d’Isère, che fino agli anni 20 del secolo scorso era un borgo costituito da piccole frazioni, oggi è una delle capitali mondiali dello sci, unita alla vicina Tignes da un comprensorio che conta 131 piste, per un totale di quasi 300 Km. Nel 2009 sarà la sede dei campionati del mondo di sci. Il Tour de France vi ha fatto tappa nel 1963 (frazione in linea, vittoria dello spagnolo Manzanèque) e nel 1996 (cronoscalata vinta dal russo Berzin).

10a TAPPA: TALLARD - MARSIGLIA (229,5 Km)

Archiviate le Alpi, il Tour si dirigerà verso i Pirenei proponendo tre frazioni di trasferimento consecutive, tappe che non dovrebbero sfuggire ai velocisti, con l’eccezione, forse, di quella che si concluderà a Castres. Nel menù odierno saranno previsti quattro GPM, dei quali gli ultimi due classificati di terza categoria; si tratta di salitelle pedalabili, che non dovrebbero dare eccessivi grattacapi ai velocisti. A questo punto della tappa, quando mancheranno circa 28 Km al traguardo, dovrebbe essere agli sgoccioli la probabile lunga fuga di giornata, nata lontana dall’arrivo, approfittando della quiete generale dopo la tempesta alpina. I fuggitivi, se ne avranno ancora, dovranno approfittare degli ultimi due ostacoli per scrollarsi di dosso i compagni più stanchi, come seppe fare Roscioli nel finale della tappa di Marsiglia del Tour del 1993 (ma quell’anno il percorso era più impegnativo). Altrimenti, il gruppo fagociterà tutto, salite e uomini, e l’arrivo sarà allo sprint. Sono tappe incerte queste, difficile pronosticarne esiti e vincitori. Anche perché le difficoltà del finale potrebbero tagliere le gambe a diversi sprinter.
Tallard, che accoglierà il Tour per la prima volta, è un pittoresco villaggio sulla Durance, divenuto, grazie all’eccezionale clima, il paradiso degli sport aerei: nell’aerodromo di Gap-Tallard, struttura unica al mondo, si sono svolti i campionati mondiali di paracadutismo nel 2003 e si possono praticare, tra gli altri "divertimenti", parapendio e voli in mongolfiera.
Marsiglia non è solo la seconda città francese ed il principale porto della nazione, ma anche la più antica, fondata nel VI secolo a.C. col nome di "Massalia". Si tratta, inoltre, del centro più interessante del Mezzogiorno, nonostante non vanti grandissimi monumenti. Tra questi ultimi meritano una sosta, oltre ai due porti (il vecchio e l’attuale, vasto 240 ettari), la Cattedrale Vecchia, la chiesa di San Vittore e i musei di Belle Arti ed archeologico. In battello è possibile raggiungere l’isolotto sul quale sorge il Château d’If, che ospitò una prigione di stato, resa celebre da Dumas ne "Il Conte di Montecristo".
L’importanza di Marsiglia è testimoniata dal fatto che il Tour vi fece scalo fin dalla prima edizione (vittoria del francese Aucouturier). L’ultima volta risale al 2003, quando si è celebrato il centenario della Grand Boucle riproponendo, tra le altre tappe, gli stessi traguardi di 100 anni prima: a vincere è stato il danese Jacob Piil davanti all’italiano Sacchi.

11a TAPPA: MARSIGLIA - MONTPELLIER (182,5 Km)

Non c’è molto da dire su questa dodicesima fatica... ed anche fatica è una parola grossa, applicata a questa frazione che si manterrà in pianura per quasi tutti i 182,5 Km previsti. La parte più impegnativa sarà bruciata attorno al 38° Km di gara, quando dovrà essere superata la Côte de Calissanne, traguardo GPM di quarta categoria, posto al termine di un’ascesa lunga poco meno di due chilometri e molto morbida nelle pendenze (media del 5,6%). A ravvivare la frazione ci penseranno i traguardi volanti, che a partire dalla prima tappa alpina si saranno ridotti nel numero, passando da tre a due. Dunque, si attenderà una volata in quel di Montpellier, animata città della Linguadoca, d’aspetto moderno, ricca di viali e giardini, con il centro storico caratterizzato da monumentali edifici sei-settecenteschi. Ha accolto il Tour l’ultima volta nel 2005, quando si impose allo sprint Robbie McEwen

12a TAPPA: MONTPELLIER - CASTRES (178,5 Km)

Si tratta della seconda ed ultima frazione considerata "di media montagna", dopo quella disputata sulle alture del Morvan, il giorno dell’arrivo ad Autun, prima settimana di gara. Anche oggi le fasi calde della gara si registreranno ad una cinquantina di chilometri dal traguardo quando, attraversando la catena del Mont du Somail, si affronterà la salita della Jeante, leggermente più breve ma più impegnativa rispetto all’Haut Folin (media del 6,1%). A differenza della tappa borgognona, però, superata questa difficoltà, non si incontreranno più ostacoli lungo la strsda. Sicuramente sulla salita si muoverà qualche corridore, con buone possibilità di andare al traguardo, anche perché dopo il GPM non si avrà subito la possibilità di recuperare, con la strada che si manterrà in quota per una ventina di chilometri circa: di conseguenza chi vorrà ridurre le distanze, siano essi singoli corridori staccatisi od il gruppo dei velocisti, dovrà pedalare e non potrà attendere l’inizio della discesa. A favore dell’ipotesi volata si schiera la storia attuale del ciclismo: negli ultimi dieci anni abbiamo assistito allo sprint al termine di tappe che, un tempo, erano proibitive per i velocisti (per capacitarsene basta leggere l’ordine d’arrivo della tappa di Autun, che ha visto Pozzato svettare allo sprint su Freire e Bennati). Sicuramente, invece, oggi non si dovrebbero fare vedere gli uomini di classifica, tutti intenti a non sprecare inutili energie in vista del gran finale del Tour, che si aprirà l’indomani con la cronometro di Albi.
Castres è un centro industriale sul fiume Agout. Vanta il Museo Goya, che non espone solo opere del celebre pittore, ma è anche la più grande collezione di dipinti spagnoli in terra di Francia, dopo quella del Louvre. È stata sede di partenza di tappa in tre occasioni mentre l’arrivo l’ha ospitato una sola volta, nel 1991, quando su questo traguardo si impose Bruno Cenghialta, che oggi è uno dei d.s. della squadra "Acqua & Sapone - Caffè Mokambo".

Mauro Facoltosi    [m.facoltosi@ilciclismo.it]

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