Clicca qui per tornare alla Home Page...
Clicca qui per tornare alla Home Page...
Ciclismo
on line
GIOVENTU' PREGIATA a cura di Cristina Manzolini
IL GIRO DI CENT'ANNI FA di M. Facoltosi
Diario di talento*
ISCRIVITI
Parole da cercare
In
Tipo di ricerca
Archivio/1



Miloty Suiveurs
Sito realizzato con

Vuoi un sito esportal?
Altri siti Esportal
Canottaggio Vero
Genoasamp
Liguria Sport

Visita Genova
Zenazone
Home:  >  News Istituzioni
L'APPROFONDIMENTO
SELLA: RITRATTO DEL VIRENQUE DEI COLLI BERICI

Due fughe da campione in 24 ore. Come Pantani nel 1994; come Parra nel 2005. Emanuele Sella si è ritagliato un posto nel cuore di tutti gli sportivi scalando i muri della leggenda ed ora, rientrato in classifica, spera che l’appetito venga mangiando. Può davvero "El Salbaneo" cullare sogni di primato? E gli altri come stanno? Il ritratto di Federico Petroni.

di  Federico PETRONI

Una voragine si è aperta nel Giro d´Italia. Il cratere è di quelli da sterminio nucleare. Divide gli arditi dai pavidi o, come dice in modo più colorito Bruno Reverberi, "divide i maschi dalle femmine". Il luogo dell´impatto è la maestosa Marmolada. Il meteorite si chiama Emanuele Sella. Ha preso per mano un Giro d´Italia complessato e gli ha insegnato a volare, rompendo la crisalide del bruco con le sue entusiasmanti cavalcate da lontano, folli o concesse che siano non importa. E Il Giro spiega le ali come una farfalla primaverile. Lo scatto con i vari Rodrgiuez, Baliani e Bettini sulle prime rampe del mitico ma ormai logoro Pordoi ha costretto i leader della corsa a mostrare le carte, spremendo se stessi e i gregari per tutto il giorno.

Le vittorie di Sella sono la giusta vetrina della sin qui migliore squadra del Giro, la CSF-Navigare di Bruno e Roberto Reverberi. Appena la bandiera a scacchi si abbassa, ecco impennarsi come imbizzarrite le biciclette degli atleti in verde-arancio che, sin dallo sbarco sul continente, hanno popolato le fughe. Verso la Marmolada, il trionfo. Nella discesa del Falzarégo, Perez Cuapio, Baliani e Sella imprimevano vigore alla fuga, assieme a Nibali e a Rodriguez. Non desta stupore il primato nella classifica a squadre, con dieci minuti sull´Astana. Il metronomo Laverde, il possente Priamo, la generosità di Baliani, poche vittorie e tanta sfortuna in carriera, a dispetto del nome. E poi la strana coppia, quei due timidi folletti, all´apparenza fanciulli, ritenuti pavidi a tal punto da non conoscere l´attacco e il confronto con il mondo dei grandi. Sella e Pozzovivo stanno vivendo il Giro del riscatto, dopo anni passati ad arrancare.

L´emblema della piratesca formazione è certamente la grinta di Emanuele Sella. Nella carriera degli sportivi, sono spesso episodi nefasti a costituire la svolta. Quando sembra tutto perduto e anche il fondo del barile promette un pugno di mosche, ecco che, nulla più rimasto da perdere, c´è solo da guadagnare, qualsiasi cosa tu faccia: fuga, scatto, volo verso il sole. Sella pare essersi sbloccato nel necrologio cesenate, tre cadute una più mortifera dell´altra. Da quel momento, perso per perso, è andato in cerca di punti per la maglia verde e, siccome l´appetito vien mangiando, l´acquolina in bocca se l´è fatta venire. La rosea non è mai stata così vicina: quattro minuti appena.

La molla scattata nella testa del Salbaneo lo ha rimpinguato di furore agonistico tale da produrre gesta di rara bellezza atletica. Dove sarebbe potuto arrivare senza quell´immane e atlantico fardello dei 15´ cesenati? Di certo, in gruppo non si sarebbe stato concesso il patrimonio del Manghen, 11´ in dote. Il dato più lampante è però rappresentato dal fatto che Sella si è bevuto 50km in perfetta solitudine e nella terribile ascesa di Pampeago ha concesso solo due minuti allo scalpitante Menchov. Nella maratona dolomitica, la sua tempestosa fuga ha veleggiato per l´intera tappa non oltre i 2´30", con una fatale deroga concessa ai piedi del Passo Fedaia, dove la centrifuga del vicentino metteva da parte 270", perdendone poco più della metà in vetta.

Sella non ha l´agilità e lo stile di Contador. Lo spagnolo va con alte frequenze, facendo del fuorisella una pura eventualità in caso di attacchi spregiudicati. La maglia rosa dimostra quanto solida sia stata la sua difesa, anche se pare in fase di gobba a levante e, quindi, di luna calante. Pare non avere la gamba giusta per fare il buon sarto, ricucendo dopo gli strappi. Sella non ha la brillantezza di Riccò, anzi spesso sembra sul punto di sciogliersi. Il modenese scruta, decodifica e interpreta, per poi scattare, prolungare e impiccare. Le sue accelerazioni da scattista puro e non ancora da scalatore affermato non mietono le vittime di una falciata contadoreña dei bei tempi. I suoi attacchi vanno letti come difesa costruttiva: colpo secco e gestire.

Sella non ha lo scatto di Di Luca, qui sì che la ripartenza frega e lascia basiti, dopo una tappa sudata come una calura sahariana. Sembrava prossimo alla capitolazione e invece, più che la testa, è stata, per la prima volta dall´inizio del Giro, la gamba a salvargli la pelle. Sella non la resistenza di Simoni, benché i 500km di fuga costituiscano un valido supporto alla dimostrazione per assurdo. Il trentino erge barricate, tappa le falle, chiude i rubinetti in vista della terza, favorevole settimana dove, mentre gli altri via via si spegneranno, il guerriero di Palù di Giovo farà valere le proprie doti di eccellente fondista. Sella non ha la costanza di Menchov, anzi. Spesso la troppa foga, magari l´eccitazione del confronto diretto, ottura invece di aprire i boccaporti. Il russo, invece, sale del proprio passo, incollato al sellino e produce accelerazioni (rigorosamente da seduto) solo se necessario. Complici fastidiosi occhiali-schermo, lo scudo visuale di Menchov impedisce di leggerne eventuali passaggi claudicanti.

Sella non è niente di tutto questo. Un cocktail shakerato di tali ingredienti, dal sapore incerto, ora amaro, ora dolce, sempre frizzante, però. L´incognita è il fondo e la pressione psicologica, ora che i giochi sono riaperti. Una sua nuova fuga potrebbe costagli anche le penne, ma scardinerà nuovamente il gruppo. "È nato un nuovo Sella!", ha commentato a caldo dopo il trionfo presso il Lago Fedaia. Chissà che da Virenque dei Colli Berici non si sia trasformato in piccolo Napoleone rivoluzionario. La cronoscalata del Plan de Corones ne potrebbe decretare la definitiva ascesa. La sua Trafalgar l´ha già avuta. Che siano cominciati i cento giorni di Sella?

Federico Petroni


  Indietro
Il Diario del nostro Damiano Cunego con cui 'Il Ciclismo.it' è nato e cresciuto


La Redazione

Risultati
Tutti i sondaggi
Copyright © Il Ciclismo
Powered by Zenazone snc - Tel. 010 86.05.630