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TRE BUONI MOTIVI PER...ASSISTERE AD UNA TAPPA 'PIATTA'

Principalmente per il duello. Non è sbagliato considerare quello di San Vincenzo uno degli ultimi piatti appetitosi serviti in pasto alle ruote veloci, che a Cesena dovranno sperare di non far le valigie causa tempo massimo. Nella domenica in cui vige la parola 'volata', a voi la scelta: calcio o ciclismo? Di Gabriele Bugada.

di Gabriele BUGADA

Tre buoni motivi per... aver visto il robusto arrivo tiburtino.

PRIMO PER RICCO' E PIEPOLI Tivoli rivela, sintetizza, sbalza. Meglio, fa da epitome di questa prima settimana. Piepoli, il frantoio che macina rapportoni e avversari con il suo piccolo motore a uranio. Riccò, lampo inceneritore che innesca e consuma la fissione del gruppo su ogni arrivo ristretto. Ricorda per freschezza e costanza il Cunego corsaro di tappe nel Giro 2004, poi vinto: con un fondo di frenesia, di ferocia, di fame in più, ma anche con una concreta consapevolezza di sé che lo fa più duro ed efficace. Subirà i più numerosi km a cronometro, ma se avrà la tenuta e la tattica di quel Cunego nessun risultato gli è precluso. Nonostante gli avversari di rango superiore.

SECONDO PER BETTINI E REBELLIN Un altro esempio della mise en abyme giornaliera: la vittoria irraggiungibile, beffarda fuggitiva per Bettini anche quando la squadra - finalmente - si adopera per fiocinare la fuga; la vittoria, fedele corrispondente - nel senso di una relazione epistolare, intima ma a distanza - di Rebellin, spietata nel non corrispondere alla corte costante del veneto. Chapeau. Citando Bettini, perdere sì ma perdere sulla linea. Perdere sì, ma perdere da chi. "A Contursi non ci abbiamo creduto fino in fondo, qui ci abbiamo creduto, l'abbiamo persa sull'arrivo, e quando si perde sull'arrivo merito sempre al vincitore". Merito anche a questi non vincitori.

TERZO PER LPR, LIQUIGAS E ASTANA L'Astana si accorge dell'assenza di Di Luca e si affaccia in testa, a battere il ferro finché è caldo. Vecchie abitudini da Tour de France, altro che "portare in testa a Contador per provare la volata" come si sente sproloquiare. Tant'è che rientrato Di Luca l'Astana desiste, tant'è che chi sorveglia la prima linea di fuoco non sarà Contador ma Kloeden - entrambi con chiari intenti di mera precauzione. Se la Liquigas non si inventa qualcosa, questo Giro - un po' come la primavera delle Classiche, tra l'altro - rischia di sfociare in un'abnorme crisi di identità, scavata dalle disillusioni e dalla mancanza di inventiva. Pesa l'assenza di un catalizzatore carismatico fenomenale come Di Luca, non a caso si fan già acquisti bomba per il 2009... Anche se certi sbandieramenti dubito giovino alla solidità psicologica del gruppo: scatta la sindrome da anno di transizione. Pellizotti rischia di attestarsi tanto nelle tappe quanto in classifica sulla media del 6+, che se a scuola fa fare le vacanze tranquilli, quando si è insigniti del titolo di capitano rischia di valere come clamorosa insufficienza. Nibali sembra un po' abbandonato a se stesso, a svanire nell'impalpabile: le sue caratteristiche lo "condannano" a una maturazione più lenta rispetto a quella di uno scattista, ci si augura che non lo si faccia sfumare nella tristezza. La LPR patisce i sussulti del proprio capitano "cavallo pazzo", anzi "cavallo sordo" Di Luca, le cui "ellissi" nello stato di forma rischiano di pesare come fossero invece carenze: un atteggiamento meno tirannico sul controllo di gara, poi la brama di dover "dimostrare qualcosa", l'esplosione, l'inevitabile contrazione, la tenuta, la ricaduta, la risalita, una nuova esplosione. Di Luca scalpita, insomma, forse nemmeno lui sa come sta ma vuole fortissimamente scoprire di star bene, temendo sotto sotto di scoprire il viceversa. Può sembrare un caso da doktor Freud (come rimproverarglielo, con un'annata così!), ma l'abruzzese reagisce saltando gli ostacoli con sgroppate coraggiose ed emozionanti: meglio per noi. Per far pari, specie di fronte all'insostenibile ebetitudine del Processo, la LPR ha per fortuna un altro capo, "falco giudizioso": se le alchimie della strada si potessero comporre a tavolino, Bordonali avrebbe tra le mani la perfezione del Tao.

Tre buoni motivi per... ehi!, una tappa (quasi) del tutto piatta!

PRIMO PER LA VOLATA Bettini, Bennati, chi più velocista, chi più in casa. Chi più affamato, chi più conscio che le vittorie di tappa in volata van contate - almeno - di tre in tre, più ce n'è meglio è. Specie perché la maglia ciclamino in un Giro così è pericolosamente contesa dagli artigli o dai morsi degli scattisti scalatori. E poi gli altri, quelli del piano terra - anzi del seminterrato - della generale: Cavendish, McEwen, Brown, Gatto, Pagliarini, sempre al limite di un tempo massimo che a Cesena potrebbe giocare bruttissimi scherzi, proprio alla vigilia dei due bocconi più succosi... meglio darsi da fare prima. Senza dimenticare Zabel, unico velocista ad arrivare a 0" a Tivoli, Koldo Fernandez, Forster etc.

SECONDO PER LA VARIETA' Potrebbe piovere, un acquazzone deciso non si è ancora visto in questo Giro. Anche se le previsioni sono in progressivo miglioramento per le fasi pomeridiane. Ecco qui, una delle sole tre tappe in linea piatte (consideriamo pianura ad honorem Campiglia e San Carlo, chissà se qualche follia ci smentirà) per quest'anno: tre su ventuno, davvero dura far di meno di così. La giusta proporzione di ogni elemento in un Giro davvero all'insegna dell'assortimento. Sono così poche che guai a perdersele, almeno per ecologia.

TERZO PER LA VANITAS Una tappa inutile. Fantastico! Per chi la domenica pomeriggio sente la mancanza della F1, l'irripetibile (nei prossimi week-end non ci sarà storia...) chance di scoprire che esiste un altro sport capace in determinate circostanze di regalare altrettanti minuti su minuti su minuti di noia pura e pregiatissima con cui saturare il dì di festa, al poco prezzo di qualche emozione in un caso alla partenza, nell'altro all'arrivo. E c'è anche pane per i denti di quei sadici che guardano lo sport solo per gli incidenti! Orsù, italici videodipendenti, riversate i vostri milioni di audience nella capiente pancia del peloton che scorre su Raitre!

Gabriele Bugada

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