Clicca qui per tornare alla Home Page...
Clicca qui per tornare alla Home Page...
Ciclismo
on line
GIOVENTU' PREGIATA a cura di Cristina Manzolini
IL GIRO DI CENT'ANNI FA di M. Facoltosi
Diario di talento*
ISCRIVITI
Parole da cercare
In
Tipo di ricerca
Archivio/1



Miloty Suiveurs
Sito realizzato con

Vuoi un sito esportal?
Altri siti Esportal
Canottaggio Vero
Genoasamp
Liguria Sport

Visita Genova
Zenazone
Home:  >  News Istituzioni
TRE BUONI MOTIVI PER...SEGUIRE IL SISMOGRAFO DEL MONTEFELTRO

E adesso cosa accadrà? E’ questa la domanda che ricorre da quando Alberto Contador ha tagliato il traguardo di Urbino con il secondo posto di giornata che gli ha permesso di scavalcare gli avversari diretti nella corsa alla maglia rosa. Alla nervosa frazione di Cesena il compito di scalfire le certezze della corazzata Astana. Chi metterà il naso fuori? Con Gabriele Bugada andiamo alla scoperta dei "Tre buoni motivi per..." non perdersi la tappa odierna.

di  Gabriele BUGADA

Tre buoni motivi per... essere restati due ore a contare secondi.

PRIMO PER IL DUELLO SAVOLDELLI-PIEPOLI
Al netto dei 2’ di vantaggio per il pugliese, annullato già in pianura, va in scena tra i due un vero duello da film di cappa e spada. Ne viene risaltata una sorta di radiografia dal vivo del profilo di tappa, che nel suo secondo troncone appare ben più nutrita di difficoltà ascensionali di quanto non si sarebbe sospettato da uno sguardo superficiale all’altimetria. Ogni volta che la strada s’impenna, infatti, Piepoli è in grado di recuperare lo svantaggio accumulato in pianura - o in discesa! - e questo fatto la dice ben lunga, se si considera che Savoldelli non solo è specialista della disciplina, ma è anche tutt’altro che fermo in salita. Alla luce di questo elemento il dato più sorprendente che emerga nei parziali - forse ancor più che il buon esito di Simoni o il discreto contenimento di Riccò - è la prestazione da passista di Contador nel settore piatto.

SECONDO PER CHI E’ NEI DIECI
Grande prova di Bruseghin, che dà una severa lezione ad alcuni tra i cronomen migliori del mondo (passisti scalatori, per di più) interpretando una prova in crescendo rossiniano - passatemi la scontata metafora, ma musicologi e melomani mi dicono che sia proprio la più appropriata! Un’indicazione importante anche sul fatto che le tappe e i protagonisti del Giro non sfigurino affatto in un "test diretto" che ne misuri il valore relativo rispetto a palcoscenici internazionali. Asini contro globalizzazione?
Mostruoso Contador, appena fuori giri nel finale dopo aver sfornato un terzo settore, quello con la rampa al 10%, brutalmente superiore a chiunque altro. Sarà pure bugiardo, ma non si può pretendere che essendo forte sia in piano, sia in salita, sia in avvio, sia alla distanza... abbia tutte tutte le virtù!
Kloden, bollato dai commentatori come delusione, paga semplicemente la presenza di strappi molto secchi su cui è meno a suo agio, mentre dà il massimo nel settore da "passisti scalatori" che gli compete. Fa il suo, che probabilmente sarà il medesimo in Abruzzo, qui, e da qui innanzi: ovvero restare coi migliori a coprire le spalle a Contador, nonché al team, nel caso che l’arrampicatore di Madrid perda la presa e precipiti durante qualche attacco acrobatico.
Robusto Pinotti, prova equilibrata e senza sbavature; consapevole della situazione non si fa trascinare dagli entusiasmi della De Stefano, che ci resta un po’ male: ma come, uno che non pensa di essere il più forte del lotto?
Savoldelli, sfortunatissimo, entra nel prestigioso club della malasorte con Millar e Sella; da notare che al lordo dell’incidente fa registrare il terzo miglior intertempo nell’ultimo settore, dopo Bruseghin e Nibali. Anche per lui una cronometro da manuale, che senza l’inghippo l’avrebbe visto sul podio; si lamenta di essere andato fuori giri distratto dall’inseguire Piepoli, ma allora che finale avrebbe voluto fare?
Menchov, un’altra prova migliore di quanto non appaia. Di certo non è qui "solo per allenarsi". La pioggia lo penalizza nettamente nei primi settori, dove nonostante l’acquazzone è perfettamente in linea con i migliori. Poi, ma era naturale, paga - come Kloden, più di Kloden - gli strappi che pretendono maggiore reattività.
Nibali realizza una grande prestazione, con un finale veramente splendido: avrebbe potuto - forse - concedersi un po’ di azzardo in più nella salita di Colbordolo, che gli si adattava.
Larsson, se ne sente parlar bene da un po’, pare aver vinto l’orsacchiotto per "nuovo fenomeno CSC dell’anno": bravo (...comunque).
Leipheimer meriterebbe di stare nel "terzo motivo", comunque si produce in un esercizio di regolarità molto ben calibrato; va detto che ha spesso avuto la tendenza a soffrire le prime crono.
Simoni, che dire, si scopre cronoman. La tranquillità regalata dal massaggiatore, il nirvana che gli cresce dentro con gli anni, sia quel che sia comunque ne esce una bella impresa, maturata soprattutto nel settore di ascesa regolare e fatta poi di solida difesa in quelli successivi (probabilmente grazie all’effetto S-P di cui al punto uno, più che di numeri sul piano in stile Contador).

TERZO PER CHI (PROPRIO?) NON C’E’
Di Luca in crisi clamorosa, si inventa un exploit nel difficile terzo settore (alla pari di Bruseghin!, gli unici che in questo tratto contengano il furore dello spagnolo) paragonabile in certo qual modo alla progressione di Tivoli. Però qui il traguardo è più lontano, e lo sforzo si paga ancor più caro. Ma fino a qui è stato tutto affanno, probabilmente prudenza diventata ansia a ingolfare un motore che non gira rotondo come dovrebbe. Pellizotti, che a questo punto occupa in generale l’ultimo posto accettabile per considerarsi "uomo di classifica": dovrà decidersi a inventare qualcosa, per sé o per la squadra - o per Nibali. Soler, svanito nel proprio dolore e destinato, speriamo, a dar la caccia a qualche tappa impervia. Karpets, anch’egli acciaccato, ma soprattutto provato oltremisura dai ritmi nervosi del Giro che col suo fisico da autotreno mal si accordano. Valjavec e Petrov si trovano, in modo differente, collocati nella propria posizione, quella di chi per rientrare nella top 10 generale dovrà ricorrere a qualche impresa di giornata. Fuori dai dieci odierni, ma bravi lo stesso, sono invece Bosisio, Visconti, Piepoli, i primi due prolungano in prospettiva la propria permanenza ai piani alti della classifica, l’ultimo vede bene di non uscirne, in modo da poter giocare il ruolo della mina vagante nei prossimi giorni.

Tre buoni motivi per... seguire il sismografo del Montefeltro.

PRIMO PER PANTANI
Il Carpegna, la montagna cara a Pantani. Una salita dura, durissima, con 5km quasi sempre sopra al 10% e con una media che al 10% è nettamente superiore. Salita vera, perché non basteranno un paio di scatti a divorarla, ma ci vorrà una buona ventina di minuti di grande impegno. Di Luca potrebbe decidere di gettare una volta ancora il cuore oltre l’ostacolo, scommettendo tutto il Giro in un bluff feroce, per onorare la memoria del Pirata.

SECONDO PER "IL PICCOLO PANTANI"
Era il soprannome di Riccò: penserà alle occasioni future, o penserà che ogni salita è un’occasione? Dopo la tappa emiliana dello scorso anno potrebbe avere nei denti una dose supplementare di veleno.

TERZO PER "EL PANTANI"
Era il soprannome di Contador. Sarà una delle prime... o una delle ultime?... occasioni per creargli problemi di ordine tattico. La forza fisica del madrileno, che sembra già di un’inattaccabilità adamantina, trova qui una superficie insidiosa su cui esercitarsi. Ma la sua forza è anche nell’avere un Kloden dietro. L’esibizione probabilmente ci sarà, bisognerà poi vedere se si tradurrà in azione, in equilibrismo tra in colli e i muri di Montefeltro e Romagna.

Gabriele Bugada

  Indietro
Il Diario del nostro Damiano Cunego con cui 'Il Ciclismo.it' è nato e cresciuto


La Redazione

Risultati
Tutti i sondaggi
Copyright © Il Ciclismo
Powered by Zenazone snc - Tel. 010 86.05.630