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SVIZZERA 2009: MARTIN VINCE, CANCELLARA FA FESTA

Il tedesco della Columbia – Highroad vince la penultima tappa del Giro di Svizzera, Le Sentier/Vallée de Joux – Crans Montana di 182 km, davanti ad un eccellente Damiano Cunego. Fabian Cancellara resiste ai timidi attacchi di Kreuziger e Kloden, e domani, nella crono della sua Berna, avrà enormi possibilità di conquistare il primo Tour de Suisse in carriera, recuperando i 4’’ che lo separano da Valjavec.

.:nella foto Keystone, la gioia di Tony Martin sul traguardo di Crans Montana.

Gli organizzatori del Giro di Svizzera hanno raggiunto il loro scopo: Fabian Cancellara ha resistito anche sulle non proibitive rampe dell’ascesa verso Crans Montana, recuperando anzi, grazie agli abbuoni, 5’’ al leader Tadej Valjavec, al quale domani, a meno di clamorose sorprese, sfilerà la maglia gialla nell’ultima cronometro, proprio nella sua Berna. Per conquistare tale obiettivo è stato necessario disegnare il peggior percorso della storia recente del Tour de Suisse, con arrivi in salita pedalabilissimi e passi come il Lucomagno (terza tappa), il San Gottardo (quarta) e l’Arlberg (quinta) offensivamente collocati rispettivamente a 71, 151 e 60 km dal traguardo, ma quel che conta è il risultato. E se non c’è nulla di male nel tracciare ogni tanto un percorso che vada incontro ad una tipologia di corridore normalmente tagliata fuori dai giochi per la classifica generale, non ci pare proprio correttissimo disegnarne uno per uno specifico atleta, palesemente quello che più di ogni altro avrebbe potuto trarre vantaggio da un Giro di Svizzera così povero di montagne.
Sia chiaro, il nostro non vuole essere assolutamente un attacco a quello straordinario corridore che è Fabian Cancellara, che sta conquistando questo Tour de Suisse con pieno merito: non si è mai staccato in salita, è il più forte a cronometro (perlomeno per quanto visto il primo giorno), e se l’altimetria sembra più quella di un Giro del Qatar che quella di un Giro di Svizzera non è certamente colpa sua. Non possiamo però fare a meno di come fossero parecchi anni che un corridore non veniva così smaccatamente favorito da un tracciato su misura: se Giro e Vuelta hanno avuto negli ultimi anni padroni quasi esclusivamente italiani e spagnoli rispettivamente, il motivo è da ricercarsi più nella penuria di partecipanti stranieri che nel tracciato. Per quanto riguarda il Tour de France, il problema neppure si pone: i francesi non vincono la Grande Boucle dal quinto successo di Hinault nel 1985, e anche negli anni in cui Virenque saliva sul podio il canovaccio della corsa è rimasto tutto sommato costante. Onestamente non sentivamo il bisogno di un revival dei Giri dei primi anni ’80, e speriamo che dall’anno prossimo gli organizzatori riprendano ad inserire nel tracciato i passi che hanno fatto la storia del Tour de Suisse, anziché evitarli scientificamente.
Venendo alla cronaca della giornata, quella di oggi era certamente l’ultima tappa buona per cercare di mettere in difficoltà un Fabian Cancellara difesosi sino a questo momento più che bene nelle rare occasioni in cui è stato attaccato. Dopo la lunga fuga di Wyss, Brutt, Boom e Duclos-Lassalle, e qualche innocuo scatto in vista della salita finale da parte di Veikkanen e Morabito, è stato Roman Kreuziger, vincitore lo scorso anno, e ancora con le orecchie fumanti per la beffa subita ieri da Kim Kirchen, ad accendere la miccia, quando mancavano 12 km all’arrivo. La sparata del ceco è stata eccellente, ma esaurita la verve iniziale, che gli aveva consentito di costruire un margine di una decina di secondi sul gruppo nell’arco di poche centinaia di metri, Kreuziger ha dovuto realizzare di aver completamente sbagliato il tempo del suo attacco, portato appena prima di un tratto in falsopiano di 2 km circa. Non appena il campione uscente è stato riassorbito, è stato Oliver Zaugg, suo compagno di squadra, a provarci in contropiede, ma il poco fortunato tentativo dello svizzero di scorta si è tradotto di un riuscitissimo harakiri: il corridore della Liquigas, 3° stamane in generale, è stato prima ripreso con facilità dalla compatissimo Saxo, e poi staccato da trenta corridori appena un paio di chilometri più tardi.
Con ancora 8 km da percorrere, sembrava che comunque la corsa si fosse accesa, ma di lì al GPM gli unici tentativi sono state due poco convinte progressioni di Kloden e Karpets. Un ritrovato Frank Schleck ha quindi pilotato facilmente Cancellara fino all’ultimo chilometro, che tornava a salire dolcemente. È stato a quel punto Maxime Monfort a partire proprio in vista della flame rouge, prima di un contrattacco da parte di Andreas Kloden, ancora troppo timido, oltre che ormai tardivo, per poter seriamente impensierire Fabian Cancellara. Ripreso Kloden, la sparata buona l’ha piazzata Tony Martin, già attivissimo nei giorni scorsi, in particolar modo nella tappa di Serfaus. Damiano Cunego, ancora ben lungi dal concepire l’idea di un attacco, ma perlomeno finalmente competitivo, ha aspettato un attimo di troppo per replicare all’accelerazione del tedesco, anche per l’essersi trovato davanti nel momento decisivo l’ostacolo rappresentato da Roman Kreuziger, che lo ha involontariamente costretto a smettere di pedalare. La rimonta del veronese è stata netta, ma non abbastanza rapida, e il corridore della Columbia - Highroad ha così colto un comunque meritatissimo successo di tappa. Per il 24enne di Cottbus, quest’anno già ottavo al Romandia, si tratta dell’undicesima affermazione in carriera, probabilmente la più prestigiosa sino a questo momento. Alle spalle di Cunego, con un ritardo di 2’’ dai primi due, Cancellara ha preceduto Valjavec nella volata per il 3° posto, rosicchiandogli così, grazie all’abbuono, quattro secondi, da aggiungere a quello guadagnato al traguardo volante di Lens. Il distacco dello svizzero dallo sloveno è ora di appena 4’’.
Dando un’occhiata alla classifica generale, come si è già detto ampiamente in apertura, non si può non pensare quindi a Fabian Cancellara come al più che probabile trionfatore del 73° Tour de Suisse. L’attuale leader, Tadej Valjavec, rischia invece seriamente di non salire neppure sul podio, dal momento che, oltre a Cancellara, anche Kreuziger (3° a 28’’), Martin (4° a 39’’) e Kloden (5° a 45’’) hanno tutte le carte in regola per sopravanzarlo nei 38,5 km contro il tempo di domani. Proprio questi tre atleti rappresentano le uniche alternative a Cancellara, per quanto sia difficile pensare che il corridore della Saxo Bank possa perdere questo Giro di Svizzera a cronometro, dati il margine di vantaggio che può amministrare sui veri rivali per il successo finale, la mostruosa prestazione del prologo, la grande condizione finora mostrata, e il non trascurabile fattore pubblico, particolarmente importante dal momento che domani la crono partirà e arriverà nella città natale di Cancellara. Insomma, dovessimo necessariamente scommettere sulla tappa di domani, punteremmo su tappa e maglia per Fabian. Tappa e maglia come i grandi campioni; perché Cancellara, montagne o non montagne, il Tour de Suisse 2009, per ora, se lo è meritato davvero.

Matteo Novarini

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