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Il racconto delle corse, dietro le corse

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C'è il gruppo e c'è la carovana. C'è chi corre e chi corre (dietro). In tivù si vede la strada ma intorno c'è un mondo intero. Viaggio nelle corse e die(n)tro le corse: ciò che la tv non ti fa vedere. Ci conduce Milena Calabria. Si apre con una puntata sul Giro d'Italia la nuova rubrica: 'Suiveurs'.

di Milena CALABRIA

E’ doverosa una sintetica presentazione in apertura di rubrica: sono bresciana e gravito da anni negli spazi web dedicati a Marco Pantani, in quanto è grazie a lui che mi sono accostata al mondo del ciclismo e ho imparato ad amarlo; e ora, grazie all’opportunità datami da ‘Il Ciclismo.it’, proverò a raccontarvi le corse e tutto quello che in tv non si riesce a vedere.

1) - Il Giro d'Italia.

Voglio parlarvi del Giro d’Italia, per noi italiani la corsa a tappe regina. Dopo aver assistito al passaggio della carovana rosa nel 1998, 1999 e 2000, nel 2001 ho avuto la fortuna di vivere una partenza di una tappa del Giro (Erbusco-Parma) nelle mie zone e quest’anno di assistere a due tappe di montagna, l’arrivo a Bormio 2000 della tappa Cles–Bormio 2000 e il passaggio sul Mortirolo Cima Pantani 2004 nella tappa Bormio–Presolana.

Il Giro di quest’anno sarà ricordato agonisticamente come quello della trasformazione di Damiano Cunego da talento molto promettente emerso nelle categorie giovanili in definitivo campione già al terzo anno da professionista, per il dualismo Simoni/Cunego, per l’azione coraggiosa di un altro giovane Sella, per la tenacia di Garzelli grazie alla quale ha vinto la bellissima tappa della Presolana, per le nove perle di Petacchi… ma sentimentalmente parlando sarà ricordato anche per esser stato il primo Giro d’Italia dalla morte del Pirata.

Non si può raccontare quanto ho vissuto sulle strade del Giro senza parlare delle molteplici forme di commemorazione che la gente, da sempre vera anima del ciclismo, ha adottato per tenere vivo il ricordo di Pantani; sin dalle prime tappe, maglie gialle, striscioni, bandiere pirata, scritte sull’asfalto hanno dimostrato l’affetto e il sentimento comune di dolore verso colui che nell’ultimo decennio ha catalizzato l’interesse e le emozioni del pubblico, solo essendo tra la folla si riescono a carpire certe sfumature e la solidarietà tra chi si sentiva “orfano” sulle strade del Giro dopo il 14 Febbraio 2004 era palpabile, scambiarsi ricordi e aneddoti, sorrisi velati di tristezza… sono momenti che la tv non riesce a trasmettere…

Il Giro non è una corsa come le altre, si respira un’atmosfera diversa che va oltre l’aspetto agonistico, per tre settimane l’Italia non riscopre solamente la voglia di pedalare sulla spinta delle gesta dei corridori, di fare fatica sui pedali ma il Giro offre scoperte paesaggistiche non indifferenti, provate a pensare a questo scenario…

… Alta Valtellina, quota 2000 metri, state attendendo l’arrivo della tappa e intorno a voi le punte imbiancate delle montagne, l’aria purissima che entra nei polmoni facendovi sentire leggeri come mai prima, il paesaggio sottostante mozzafiato che avete attraversato in cabinovia poco prima…d’un tratto il sole scompare dietro le vette e cominciano a scendere fiocchi di neve…la corsa sta giungendo al termine, si sentono gli elicotteri Rai che girano sulle vostre teste, lo speaker annuncia “scatto fulminante di Damiano Cunego…e vince”, siete elettrizzati per la corsa ma non potete non notare il tramonto che si avvicina, l’aria che si fa sempre più pungente… il mutato colore del cielo che dipinge il miglior quadro che avete mai visto…

State pensando che la poltrona non trasmette niente di tutto questo vero?

Il giorno dopo su altre montagne lo scenario potrebbe cambiare e prati verdi e conifere sarebbero i nuovi protagonisti, potreste scorgere un laghetto incantato che sembra un’allucinazione tra i tornanti micidiali del Mortirolo e per un attimo dimenticarsi la fatica di ore e ore di camminata per arrivare in vetta…ehh il Giro ha un sapore di impresa epica anche per chi va ad assistere alla corsa a volte…miracoli che solo il ciclismo può compiere!

Esistono diverse tipologie di pubblico della Corsa Rosa che si possono estendere anche ad altre corse.

Ci sono i veri appassionati di ciclismo che conoscono a memoria classifiche e nomi di corridori, dettagli tecnici e a sentirli parlare fanno invidia ai commentatori ufficiali; poi c’è il pubblico più numeroso formato da coloro che nonostante non capiscano la differenza tra un pignone e un altro, tra un telaio in carbonio e uno in alluminio amano il ciclismo in quanto storico sport popolare e applaudono chiunque passi sul percorso sia il primo della corsa sia l’ultimo stremato dalla fatica, gente per cui il Giro è il Giro e fa parte della storia di noi Italiani; ci sono poi i tifosi di un solo corridore che finiscono per incitare anche l’avversario quando se lo ritrovano davanti (cosa che al contrario davanti alla tv non farebbero mai) perché la fatica accomuna forti e meno forti , leader e gregari e non esistono corridori che non meritano incitamento.

Non si possono tralasciare i giornalisti, protagonisti anch’essi a loro modo del Giro d’Italia, invidiati per quel magico cartellino rosa che apre loro ogni porta e gli permette di avvicinarsi ai corridori, quel accredito stampa per cui tutti almeno per una volta l’anno vorremmo poter essere giornalisti.

Peccato però che moltissimi di loro si barrichino in sempre più tecnologiche sale stampa che precludono tutti gli aspetti di cui ho parlato prima e il momento delle interviste sia l’unico momento in cui sono veramente a contatto diretto con la corsa e con i suoi protagonisti.

Per poter raccontare la magia del Giro d’Italia è necessario immergersi tra il pubblico che lo anima.

Infine un consiglio, se leggendo queste righe vi è venuta voglia di assistere ad una o più tappe del prossimo Giro d’Italia, non aspettate una settimana prima ad organizzarvi, non è facile trovare alberghi con posti disponibili in quei giorni, la precedenza è data alle squadre ovviamente.

Non abbattetevi se dovrete fare cinquanta telefonate e scrivere decine di e-mails, alla fine l’albergo giusto lo troverete e magari sarete anche fortunati come lo sono stata io quest’anno di arrivare la sera in hotel e trovare nello stesso qualche squadra a farvi compagnia, di aprire la porta della vostra camera e scoprire che alcuni corridori si portano la bici in stanza, in corridoio, di sfatare la credenza popolare che i corridori alla sera crollino a letto distrutti alle 20 perché invece nonostante le fatiche della giornata riescono ancora ad essere ragazzi gioiosi e divertenti anche dopo cena.

Fare colazione circondati da direttori sportivi, massaggiatori e ciclisti ti fa sentire parte del Giro.

Rimaniamo in attesa delle novità 2005.

Alla prossima.

Milena Calabria   [miloty@inwind.it]

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2) - Stavolta Milena Calabria ci porta a scoprire l'atmosfera del Brixia Tour, corsa delle sue zone, raccontandoci due giorni dell'edizione 2004. 'E come sempre vi chiedo di provare ad immaginare…'

di Milena CALABRIA

Vi conduco alla scoperta della corsa che da quattro anni mi rende orgogliosa di essere bresciana: il Brixia Tour, gara organizzata dal Team Brixia di Giuseppe Bresciani, tenutasi dal 23 luglio al 25 luglio 2004.
Innanzitutto rinfreschiamoci la memoria con l’albo d’oro di questa corsa nata appena 4 anni fa ma già divenuta un appuntamento importante del calendario ciclistico internazionale:

ALBO D’ORO
2001 1° Cadel Evans, 2° Kadlec Milan, 3° Ferrara Raffaele;
2002 1° Astarloa, 2° Celestino, 3° Valoti;
2003 1° Martin Derganc, 2° Casagrande, 3° Celestino;
2004 1° Di Luca, 2° Tiralongo, 3° Gentili.

A conferma dell’acquisito prestigio di questa breve corsa a tappe, quest’anno accresciuto dal fatto di essere un test fondamentale per l’obiettivo Olimpiadi del 14 agosto, la lista dei partenti si presentava particolarmente ricca: Damiano Cunego, recente vincitore del Giro d’Italia che proprio al Brixia riprendeva a correre dopo gli impegni post-Giro; Igor Astarloa, campione del Mondo in carica e vincitore del Brixia nel 2002; Sergei Gonchar (secondo alla corsa rosa); David Cioni, Dario Frigo, Juan Manuel Garate, Gianluca Bortolami (vincitore della terza tappa nella prima edizione), Dimitri Konichev, Raffaele Illiano, Yaroslav Popovych, Mirko Celestino (secondo classificato nel 2002 alle spalle di Igor Astarloa e primo nella tappa di Mura), Leonardo Piepoli, Giuseppe Di Grande, Ivan Quaranta, Frank Vandenbroucke e non dimentichiamo Danilo Di Luca a caccia di un successo che potesse riscattare almeno in parte la delusione per la mancata convocazione per Atene.
Questo elenco degli iscritti ha convinto la Rai a trasmettere in chiaro ogni giorno subito dopo la conclusione del collegamento con il Tour de France un servizio di circa 15 minuti, minuti preziosi ma troppo esigui per rendere noti al pubblico la bellezza dei territori bresciani e il percorso di gara ben disegnato, tale da rendere spettacolari ognuna delle tre tappe che ricordiamo una per una a fondo pezzo.

Vi racconto la seconda tappa, tralasciando l’incontro con Damiano Cunego avuto la sera prima che da solo merita un intero articolo.

Come sempre vi chiedo di provare ad immaginare…
…siamo a Pisogne, un antico borgo ai piedi della Val Camonica, sono le 9.30 del mattino e il cielo non promette per niente bene, nuvole ovunque, l’aria è fresca troppo fresca, il lago d’Iseo ha un’atmosfera ancora più intensa quando il sole è nascosto, Montisola (l’isola lacustre più grande d’Europa) domina la vista davanti a voi, i monti intorno sono coperti da una nebbia fitta, non avete tempo nemmeno di passeggiare tra le vie del paese dove scoprire che il tempo sembra essersi fermato che la pioggia arriva copiosa. Si avvicina il momento del passaggio dal paese per poi affrontare la salita dalla Val Palot, le strade sembrano un’appendice del lago, c’è preoccupazione per eventuali cadute, il cielo si rabbuia tanto da sembrare notte…quando il gruppo passa non si riesce a capire come sia possibile che i corridori riescano a stare in bici e sfrecciare a quella velocità viste le condizioni della strada, il pubblico inizia a mormorare preoccupato pensando alla salita che li aspetta con tornanti davvero durissimi, la Val Palot! Chi scenderà da quella montagna dopo aver assistito alla scalata del gruppo che conclude la prima semitappa di giornata, vinta da Perez Cuapio, sarà costretto a guidare in mutande per potersi riscaldare in auto visto che la pioggia non ha risparmiato nessuno e soprattutto non ha lasciato un minuto di tregua…racconterà di aver vissuto una pagina di quel ciclismo epico di cui si sente tanto parlare e che erroneamente tanti credono perduto per sempre.
A questo punto non rimane che attendere l’ora prevista per l’arrivo della carovana per la partenza della seconda semi tappa.
Dai rifugi di fortuna trovati per ripararsi dalla pioggia, si scorgono i primi camper e pullman arrivare in paese, c’è frenesia tra la gente presente sul percorso, non è agevole muoversi tra gli ombrelli e pozzanghere giganti ma per vedere da vicino i propri beniamini si affronta questo ed altro. Il Brixia offre ancora, e spero per molto tempo a venire, la possibilità di avvicinarsi senza affrontare restrizioni, il famoso cartellino rosa di cui parlavo a proposito del Giro d’Italia questa volta non è necessario, così è possibile ritrovarsi nello stesso bar con i corridori della Colnago e della Barloworld, passeggiare tra i camper della Phonak e incrociare Igor Astarloa che zigzaga con la bici per raggiungere il palco per la firma posto nella piazzetta di Pisogne che segna la fine del lungo lago….
Non ci vuole un occhio attento per notare che i corridori dopo la prima frazione di gara sono infreddoliti, completamente bagnati e che la prospettiva di ricominciare a correre ancora sotto la pioggia non è molto allettante…
Finalmente il camper rosso della Saeco compare nel campo visivo, la folla più consistente incurante della pioggia è già radunata là, Danilo di Luca scende e si affaccia a salutare, si mette in posa per alcune foto poi controlla la bici, mette una mantellina impermeabile ed è pronto ad avviarsi al foglio di via, anche Damiano Cunego scende accompagnato dal compagno Eddy Mazzoleni e tutti lo salutano, chiedono autografi, foto con lui, la pioggia chi la ricorda più in questo momento…mamma e figlia accanto si abbracciano della felicità, l’una presente per Di Luca, l’altra per Cunego, il contatto diretto è sempre un momento magico.
Tutti si avviano in piazza per la firma della partenza, si riesce a passare a fatica tra le biciclette momentaneamente parcheggiate in ogni angolo, Francesco Casagrande si ripara sotto la tettoia di un bar…
La banda degli alpini suona un brano mentre i corridori si preparano sulla linea di partenza, alcuni si lamentano chiedendo di affrettare la cosa per evitare di raffreddarsi troppo sotto la pioggia essendo fermi e così un fischio segna la partenza della seconda semitappa diretta a Darfo Boario Terme che vedrà vincitore Yuri Mitluschenko.

Il giorno seguente, l’appuntamento è nel centro di Manerbio, dove la corsa affronta un circuito cittadino diverse volte prima della volata finale.
Si raduna molta gente nei pressi della linea d’arrivo, ci sono le transenne ma non impediscono di avvicinarsi al palco della premiazione che poi darà Gloria a Danilo Di Luca, i camper delle squadre sono posti a bordo strada circa 100 metri dopo l’arrivo, la folla si mischia quindi al mondo del ciclismo, senza barriere sembrano tutti parte di un unico movimento.
Ad ogni passaggio i secondi in cui i corridori sono visibili si riducono a frazioni di secondo, la velocità è elevata e quando si assiste ad una corsa in pianura non bisogna affrontarla pensando di scorgere tra i tanti il proprio corridore preferito perché si rimarrebbe delusi, per forza di cose il tempo è troppo ridotto anche se a volte succede che l’occhio vada subito a posarsi quasi per magia sul casco desiderato, generalmente si ha un visione d’insieme del gruppo che sembra un’enorme sciame di api.
La volata vedrà vincitore Degano, Ivan Quaranta lo vedremo poco dopo già cambiato avviarsi all’auto con amici per tornare a casa molto deluso, per lui un’altra stagione da dimenticare.
Il momento della premiazione è molto bello e divertente, arriva spumante da tutte le parti e visto il caldo torrido della giornata non dispiace affatto, Ballerini si aggira dietro al palco e subito una giornalista locale lo intervista per una rete televisiva chiedendogli delle scelte per Atene, più tardi si vedrà il Ct della Nazionale salutare Di Luca e fargli i complimenti come ha dimostrare che tra i due non esiste attrito per la mancata convocazione alla Olimpiadi, arriva anche Beppe Martinelli appena rientrato dalla Francia per la fine del Tour, oltre che per i suoi corridori Martino è presente per Igor Astarloa anch’egli scoperto dal tecnico di Rovato, i due si salutano e Igor scherza parlando in dialetto bresciano…
Finita la cerimonia la folla comincia a diradarsi ed è possibile avvicinarsi ai camper e salutare i corridori, il gruppo Saeco attende che anche Di Luca vada a fare la doccia mentre gli altri sono già tutti cambiati, Damiano Cunego è in compagnia dei genitori per poi tornare con loro a Cerro Veronese, indossa il classico completo sportivo della Saeco maglietta e pantaloncini bianchi e neri, si siede sulla valigia in parte alla strada ad aspettare che mamma e papà finiscano di parlare con Martinelli ed intanto non si nega ai tifosi per autografi e fotografie…
La corsa bresciana si è così conclusa dopo tre giorni molto intensi, se potete non perdetevela il prossimo anno!

Milena Calabria   [miloty@inwind.it]  

1° TAPPA: San Vigilio di Concesio - Toscolano Maderno km 159, VINTA DA ASTARLOA;
(si sono affrontati i Gpm di Lodrino, San Giacomo e San Bartolomeo, la città di arrivo di tappa è una delle più famose località di villeggiatura sul lago di Garda).
2° TAPPA: 1/a semitappa Darfo Boario Terme - Valpalot di Pisogne km 83,3 VINTA DA PEREZ CUAPIO - 2/a semitappa Pisogne - Darfo Boario Terme km 82,7; VINTA DA YURI MITLUSCHENKO;
(la Val Camonica è la regina di questa tappa, Boario Terme e poi Pisogne, cittadina affacciata sul lago d’Iseo, sono partenza delle due semitappe e arricchiscono la corsa con paesaggi mozzafiato. Si affonta la salita della Val Palot 1043 mt e da Pisogne poi si giungerà ad affrontare la salita del Cristo Re di Bienno, così chiamata per la presenza di una statua ricoperta d’oro zecchino del Cristo, alta 10.30 metri e con un apertura di braccia di 8 metri situata sul Colle della Maddalena da cui si domina tutta la bassa Valle Camonica).
3° TAPPA: Bettole di Buffalora - Manerbio km 192,5. VINTA ENRICO DEGANO.
(tappa pianeggiante con circuito finale e arrivo nel centro di Manerbio).

M.C.

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3) - Per chi non c'era e le vuol sapere. Per chi c'era e le vuol rivivere. Per chi ama sentir raccontare le storie, del Mondiale di Verona. La nostra Milena Calabria ci accompagna in un giro per le vie della città del nostro Damiano Cunego, nelle ore in cui per il circuito, scorre la gara che vale l'iride, il 3 ottobre, due mesi or sono...

di Milena CALABRIA

3 Ottobre 2004 CAMPIONATO DEL MONDO – VERONA –

Il mondiale è la corsa più importante del calendario ciclistico internazionale, la corsa a cui ci si prepara per un’intera stagione sognando la convocazione in nazionale, per cui si incorona il Campione del Mondo dell’anno corrente e già si pensa, si studia il tracciato dell’anno seguente, si cominciano a creare le aspettative che poi terranno banco per tutta la stagione.
La preparazione di questa grandissima manifestazione, non solo sportiva, quest’anno ha coinvolto anche noi tifosi, infatti la possibilità di assistere ad un Mondiale in casa nostra, per chi nel 1999 non ha potuto esserci, rappresenta una grandissima opportunità e così si archivia la delusione per il risultato del 2003 e subito l’obbiettivo diventa Verona!
Il circuito, salvo il taglio di alcuni chilometri pianeggianti (misura 14.75 km) e un numero di giri più elevato (18 previsti per un totale di 265.5 km), è pressoché identico a quello del Mondiale di Verona 1999 vinto da Damiano Cunego nella categoria juniores, l’Italia è considerata grande favorita da tutti, Bettini (fresco vincitore alle Olimpiadi di Atene) e Cunego esploso prima e durante il Giro in tutta la sua classe sono i due capitani su cui si concentrano le attese di tutti.

Preparatevi, stiamo partendo per Verona in un viaggio a ritroso nel tempo, ritorniamo al 3 Ottobre 2004 ore 8.40 circa: arrivo a Verona Porta Nuova…
…Scesi dal treno avete la sensazione che tutti quelli presenti in stazione siano arrivati per lo stesso motivo vostro: assistere al Mondiale e vivere una giornata indimenticabile, il parcheggio fuori è gremito di gente, vi avviate verso il luogo di partenza…

…E’ ancora presto ma c’è già molta gente in Corso Porta Nuova, le transenne ostacolano la vista e il cammino, così non riuscite ad accorgervi immediatamente dell’imponente schieramento di mezzi mediatici, antenne che spuntano da ogni camioncino, parabole, telecamere con marchi tedeschi, spagnoli e altri incomprensibili… postazioni fisse per la Rai con tanto di Gigi Sgarbozza e Alessandro Fabretti elegantissimi già pronti per l’inizio della lunga diretta,…lo speaker confonde i vostri discorsi presentando gli atleti delle varie nazionali…il fragore di tante voci, di tanti passi volti nella stessa direzione: la linea di partenza per vedere i propri campioni, rende l’atmosfera stupenda, finalmente siete immersi nel Mondiale 2004 e ne fate parte!
Passato il momento di confusione iniziale, guardandovi intorno riuscirete a notare bandiere di diverse nazionalità far mostra di se, tra gli alberi che circondando il viale della partenza un cartello inneggiante a Luca Paolini che recita più o meno così “Paolini troppe volte hai aiutato ora acchiappa il risultato”…sentirete la gente che vi passa accanto parlare lingue diverse ma che davanti ad una foto di Marco Pantani (ricordato dai suoi tifosi proprio al mondiale di Verona con un volantinaggio che ha riscontrato molto successo, il volantino si intitolava “Giustizia e verità per Marco”) lascia sguardi inequivocabili…l’amore per il ciclismo diventa la lingua comune a tutti…
Riuscite ad avere la visuale sulla linea di partenza proprio un attimo prima del via e scorgete Nardello e il Campione Italiano Moreni schierati in prima fila che si sistemano il caschetto…poi il gruppo incomincia l’avventura mondiale, sono le 10.01, ed è un’emozione vederli sfilare tutti 200 (in rappresentanza di 38 paesi) sul viale che dopo 18 giri decreterà il vincitore.
Verona è troppo bella per rimanere tutta la giornata solo in Corso Porta Nuova, così iniziate a vagare lungo il percorso, armati di cartina e della carica data dall’attesa della gara.
La giornata climaticamente è splendida, il sole è molto caldo tanto da non sembrare affatto l’inizio di ottobre…vi verrebbe quasi voglia di sedervi su una panchina in Piazza Brà accanto alla famosa Arena e godere dello spettacolo creato dalla gente che popola Verona (circa 400.000 mila persone si saprà poi) piuttosto che affrontare una camminata di chilometri ma ci sono tante cose da scoprire e così vi incamminate per una via fitta di negozi, rimanete colpiti dal alcune vetrine allestite con biciclette di lussò, da sogno…un’altra con tanto di foto di Damiano Cunego e bicletta rossa Saeco… a testimonianza di un evento che coinvolge tutta la città e non solamente gli sportivi…
Arrivate in una piazza con un mercato, approfittate per fare uno spuntino visto che l’ora di pranzo si avvicina e poi riprendete la via per le Torricelle… la strada inizia leggermente a salire…nel frattempo altri due giri del circuito sono stati completati e dalle vostre postazioni occasionali riuscite a scorgere le maglie azzurre degli italiani ma senza distinguerli…pare che l’andatura sia molto blanda ma sono solamente i primissimi giri (la media infatti si aggirava sui 38 km/h), la fuga iniziata al sesto chilometro del francese Le Mevel non impensierisce …difficile non notare una scritta sull’asfalto dei tifosi di Ivan Basso “basso cala l’asso” …gente che vi cammina accanto con cappelli giganti coloratissimi, magliette di diverse tifoserie, è una gran festa popolare!
Arrivate in zona rifornimento e vi fermate proprio dove il gazebo Saeco segna la zona del rifornimento dell’Italia, il gruppo sta per passare per un’altra tornata, non riuscite a seguire molto le azioni di gara e in certo momenti sopratutto quando i giri a mancare saranno ridotti agli sgoccioli vi mancherà il cronista televisivo e così il cellulare diventa una importante fonte di notizie tramite chi è rimasto a casa davanti alla tv…
A questo punto mezzogiorno è passato da un pezzo e dovete decidere se camminare sino alle Torricelle ormai vicine ma poi rischiare di non riuscire a tornare in tempo per seguire l’arrivo oppure ritornare in Corso Porta Nuova, decidete che non volete perdervi lo sprint vincente e così si scende…la gente sembra sempre più numerosa, la tensione sale, si sente notizia della foratura di Bettini, più tardi si saprà dell’incidente misterioso capitato e il nervosismo serpeggerà tra i presenti davanti alla televisione della Trattoria di Giovanni Rana in Piazza Brà, a questo punto Cunego e Basso sono visti come le uniche risorse italiane…
Durante la vostra assenza in zona arrivo un gruppo di coloratissimi Olandesi ha allestito un’orchestrina molto rumorosa che monopolizzerà il vostro udito per diverso tempo e crea una macchia arancione tra i mille colori della folla, è una grande festa e va bene pure questo…vi sorprenderete a notare una bimba che sventola una piccola bandiera americana…ad incrociare i tifosi tedeschi di Erik Zabel con i colori della Germania dipinti in viso e cartelloni caserecci inneggianti al tedesco della T-Mobile…
Quando Zampieri e Moerenhout tentano l’allungo giunge notizia del ritiro di Bettini e di Petito, poco dopo anche Garzelli abbandona e le cose si fanno preoccupanti…Bertagnolli prova ad attaccare e dopo di lui ci proverà anche Basso inseguito da Boogerd con cui farà coppia prima che la Spagna riporti il gruppo compatto…si avvicina l’ultimo giro e tutta la folla sembra essersi zittita, ognuno cerca di crearsi un varco a ridosso delle transenne, non si spera altro che sentire dallo speaker annunciare l’attacco decisivo dell’Italia, anche se ormai sembra troppo tardi, gli iberici non lasciano spazio e l’annuncio non arriva…quando sull’ultima ascesa alla Torricelle la folla trepidante sente nominare dopo “Freire, Boogerd, Valverde e Basso “il numero 29” si sente un boato in corso Porta Nuova: è il numero di Damiano Cunego..mancano ormai 4 km alla fine del mondiale, il gruppo è guidato da Wesemann, si lancia lo sprint ed in testa c’è Valverde, esce il treno tedesco con Hondo ma Freire passa al comando ai meno 200 m e non c’è storia, il mondiale è suo per la terza volta, per la seconda proprio a Verona come nel 1999, completa uno straordinario tris con Lisbona, secondo Zabel, terzo il nostro Paolini.
Nel fragore grandissimo di quel momento la delusione di noi Italiani è palpabile, razionalmente avevamo già capito ai meno due giri che ci sarebbe voluto quasi un miracolo per staccare gli spagnoli, la sfortuna di Bettini ha scombinato tutti i piani del nostro cittì e l’andatura molto blanda della corsa ha fatto il resto, (media totale prima dell’ultimo giro 37.90 km/h, media dell’ultimo giro 42.04 km/h), sui volti delle persone la tensione accumulata passa e si comincia a sentire la fatica per la lunga giornata trascorsa…nonostante la delusione c’è voglia di applaudire Freire che torna trionfale verso l’arrivo per la premiazione, Zabel e Paolini che comunque ci regala un bellissimo bronzo…tanti attendono il passaggio di Cunego, giunto nono ed infatti poco dopo spuntano i riccioli dorati del Piccolo Principe osannato dalla folla della sua città, i fotografi si accalcano per scattare e scattare foto in continuazione, spuntano microfoni da tutte le parti…sta per arrivare anche Basso quando non si capisce perché l’organizzazione apre le transenne e il pubblico invade il viale d’arrivo…c’è una gran confusione, visiva e uditiva…
Si deve ritornare in stazione altrimenti si rischia di perdere il treno…nella camminata di ritorno si rivive la giornata straordinaria appena vissuta e la sensazione è quella di essersi arricchiti dentro…

Ora si preannuncia una bella bagarre tra le città italiane candidate al Mondiale 2008, in primis spiccano Varese e Peccioli in Toscana ma anche Imola e Pescara non sono escluse, la decisione sarà presa il prossimo settembre al Campionato del Mondo di Madrid e prima di tutto si spera che l’Uci assegni ancora all’Italia i mondiali del 2008, sono certi i mondiali del 2009 in Svizzera a Mendrisio e si parla del 2010 in Australia.

Alla prossima…

Milena Calabria   [miloty@inwind.it]

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4) - Uscita speciale della rubrica ’Miloty Suiveurs’ per andare a (ri)vivere, dal punto di vista dei tifosi, la giornata particolare della festa nazionale dei fans club del nostro Cunego, ieri alla Gran Guardia a Verona. Il racconto di Milena Calabria. Prima di gustarci quelli degli altri tifosi del Fans Club On Line del forum.

di Milena CALABRIA

1° Festa nazionale Fans Club Damiano Cunego

Ciao a tutti,
questa è una puntata specialissima della mia rubrica che non racconta una corsa bensì i prodigi che il ciclismo e un grande campione possono compiere nel cuore di chi li segue.
Siamo nuovamente a Verona, come due mesi fa per il Mondiale, siamo nuovamente in Piazza Brà che questa volta ci accoglie calorosa addobbata a festa e piena di dolciumi invitanti alle bancarelle, tanta gente passaggia per le vie del centro, l’atmosfera natalizia è nell’aria ma il sole riscalda la giornata e la fa sembrare quasi primaverile…
Da più di un mese i tifosi di tutta italia di Damiano Cunego divisi nei vari fans club erano in trepidante attesa per questa giornata, la prima festa nazionale dedicata ai gruppi di tifosi del Piccolo Principe, il giorno è arrivato finalmente e già alle 10.30 alcuni aspettano fuori dal Palazzo della Gran Guardia, dove alle 12.00 comincerà il pranzo con annessa Festa organizzato da Franco Tosi, divenuto durante la giornata Presidente di tutti i fans club d’italia di Cunego.
Piano piano si appendono gli striscioni fuori dal palazzo nonostante il divieto dei vigili che poi però lasciano fare e così anche il nostro del “Piccolo Principe Fans Club Online” fa bella mostra di se tanto da essere ripreso e mandato in onda su raitre al tg delle 20.
Essere in mezzo a tanta gente che condivide la stessa passione è una sensazione ogni volta diversa, ogni volta unica, si fanno conoscenze preziose, si scambiano emozioni passate e presenti come se ci si conoscesse da sempre…così ad esempio e facile farsi coinvolgere in una lunga conversazione con padre e figlia appassionati di Cunego, Beppe e Corinne, la ragazza innamorata di Cunego e del ciclismo per la prima volta, il padre appassionato di lungo corso di ciclismo, con Marco Pantani per sempre nel cuore, gli aneddoti si sprecano, i ricordi vengono condivisi e sembra di rivivere momenti passati che nessuno può dimenticare…qualcun altro sente e capisce che si parla del Pirata e si aggiunge a sua volta…
Intanto il tempo passa si fanno quasi le dodici, arriva Beppe Martinelli, sono già presenti Tonti e Bertagnolli, Auro Bulbarelli fa le prime interviste quando si aggiunge anche Gigi Sgarbozza che suscita subito interesse nella folla e più tardi sarà acclamato con un fervore da stadio…si aspetta solo Damiano, ogni auto che passa e rallenta fa bloccare al folla…ma lui soprende tutti e arriva a piedi, lo si vede sbucare da Corso Porta Nuova e non arriva nemmeno ad attraversare la strada che Bulbarelli lo blocca per l’invervista e una gran folla si raduna attorno, anche un gruppo di ciclisti in mountain bike, il traffico e bloccato, corriere suonano ma l’intervista continua…
Dopo una decina di minuti ecco che comincia ad avvicinarsi, ad addentrarsi nella marea di tifosi che lo attendono, si ferma dal gruppo del Fans Club storico di Cerro Veronese in maglia gialle e fa delle foto, poi arriva al nostro striscione e si ferma con noi - noi del fans club on line - per qualche minuto, dopo le presentazioni del gruppo e dopo esserci accorti che Damiano ha una memoria di ferro al punto da ricordarsi di ognuno di noi anche se ci ha visti una sola volta, proviamo a fargli delle domande, io gli chiedo come si sente e risponde “bene…emozionato”, parliamo del fatto che ultimamente l’abbiamo visto spesso in tv a vari programmi e che pensiamo che sia stata davvero un’ottima idea quella di questa festa comune, lui annuisce e ripete “così almeno festeggio con tutti in un giorno solo e poi posso pensare agli allenamenti che comunque ho già ripreso gradualmente”…ci sono attimi di silenzio, l’emozione è palpabile…arrivano però tifosi con magliette e cartoline da autografare, fotografi che continuano a scattare foto..stiamo per avviarci con lui all’entrata del Palazzo quando l’operatore Rai ci chiama per un’ultima ripresa all’aperto…
Entriamo e saliamo le enormi scale dell’antico palazzo restaurato da poco e rimaniamo incantati dall’eleganza e dall’imponenza della struttura, prima di prendere posto ai tavoli si sosta per gli aperitivi fuori dalle stanze adibite a ristorante e per un’altra buona mezzora Damiano non finisce di firmare autografi e fare pose per fotografie…
Siamo ancora increduli mentre ci apprestiamo a pranzare con Cunego, mentre parliamo con persone fino ad ora viste solo in tv o alle corse…vediamo un ragazzo minuto ma dai muscoli potenti, per molti coetaneo che ha compiuto imprese grandissime in una sola stagione comportarsi come uno di noi e questo è il vero motivo di stupore in tutti, la semplicità e disponibilità di Cunego.
In molti hanno notato l’estrema cura con cui il Piccolo Principe firma gli autografi, tanto da farne uno nuovo se non viene bene o per caso sbaglia il nome della dedica (dopo centinaia di nomi sentiti..), tanto da preoccuparsi di un pennarello che non funziona bene…questi piccoli gesti fanno sentire importanti i tifosi, li valorizzano…
Sarò un po’ autocelebrativa ma questa volta dovete concedermelo perché il nostro Fans Club online ha saputo preparare delle sorprese a Damiano che l’hanno molto colpito nella loro semplicità, come il “nutellone” gigante preparato da Laura, uno striscione con scritto “Damiano” al posto della famosa marca di crema di nocciole sul vasetto e la scritta “che vita sarebbe senza Damiano” appeso all’ingresso della sala da pranzo e fotografato da tantissime persone…oppure il fascicolo-ricordo che ho personalmente consegnato a Damiano quando è venuto al nostro tavolo dove erano raccolte le varie foto che io e i ragazzi del club abbiamo scattato con lui alle corse quest’anno intervallate da nostri piccoli messaggi, il Piccolo Principe l’ha sfogliato più volte esternando espressioni molto compiaciute, ha detto che stasera l’avrebbe letto tutto, si è soffermato sulle foto ricordando quei momenti e poi dopo aver conversato con noi ancora un po’ acclamato da Franco Tosi per altre cerimonie di premiazione ha accuratamente sistemato il nastro di raso che avevo messo al fascicoletto e l’ha riposto nella borsa, questo a testimonianza di quei piccoli gesti di cui parlavo prima…
Altra nostra idea di successo è stata la cerimonia d’incoronazione simbolica: “Il Piccolo Principe è diventato Re” così i ragazzi hanno posto una corona sulla sue testa sotto le note di 'Light my fire' dei Doors che sono stati la colonna sonora della giornata (la canzone è stata scelta anche come sottofondo ad un filmato dei momenti più emozionanti della stagione mandato in onda sul grande schermo presente in sala durante il pranzo) e anche questo momento è stato mandato in onda su Raitre alle 20, Damiano non ha più abbandonato la corona tanto da portarsela anche in una stanza a parte dove per circa mezz’ora è stato intervistato per Sky tv.
Momento molto toccante e per molti inaspettato quando ha salire sul palco è stato Vittorio Savini, presidente dello storico Club Magico Pantani di Cesenatico, Savini ha donato a Cunego una targa e ha portato i saluti, i complimenti ed “un bacio sulla fronte” di Mamma Tonina Pantani, ha dichiarato che Cunego rappresenta la “continuazione dell’amore per il ciclismo”….
Le ore passano purtroppo in fretta e si avvicina anche l’estrazione dei premi in palio, il più ambito è la bicicletta con cui Damiano ha tagliato i 13 traguardi vincenti, ma prima di questo una ragazza del nostro Club, Marianna, viene premiata con una maglia rosa per il fatto di aver affrontato un viaggio molto lungo da Bari apposta per la festa.
Nessuno di noi poi vincerà alcun premio, ma il dono più bello è aver potuto partecipare ad una giornata simile, aver visto l’emozione, la sorpresa e la contentezza di Damiano all’affetto della gente, della gente del ciclismo…
Prima di andare via c’è ancora il tempo di fare quattro chiacchiere con Gigi Sgarbozza così mi siedo con lui al suo tavolo e parliamo come prevedibile di Marco, Gigi mi dice “dopo la morte di Marco il ciclismo ha rischiato di perdere l’interesse della gente..è stato un colpo tremendo e nessuno potrà mai dimenticare quello che ha rappresentato Pantani….al Giro però Cunego è esploso e nuova gente si è avvinata al mondo della bicicletta, tantissimi hanno provato nuove emozioni..”; continua poi parlandomi di quanto possa essere complicato fare il suo mestiere, di come purtroppo ci sia molta invidia nell’ambiente ma del fatto che lui è sempre tranquillo nel dire schiettamente cosa pensa, mi racconta di come crede sia imporante instaurare un rapporto sincero con il pubblico che percepisce sempre molto più di quello che si crede e che poi se trattato in modo onesto ripaga con ovazioni come quella di qualche ora prima fatta a lui…
Mi congedo da Sgarbozza che mi rimanda a prossimi incontri in terre bresciane…..
Si avvicina il momento dei saluti e ci viene donata una bottiglia di vino della cantine della Lessinia con tanto di etichetta con foto di Damiano e non si perde l’occasione per farsela autografare in modo da farla diventare un pezzo unico e prezioso….gli ultimi baci e abbracci….tanti i “spero di rivederti presto…”, “ti verrò a cercare alle prime gare della stagione”….ma la cosa che tutti pensiamo la dice Damiano per tutti “è stata una giornata bellissima”!
La folla comincia a defluire e anche io sto per andarmente quando riesco a parlare con Beppe Martinelli che mi lascia con una promesse per la prossima stagione che non vi rivelo ma scoprirete seguendo la rubrica…

Grazie a Damiano, grazie a Franco Tosi e ai collaboratori per la perfetta organizzazione e grazie a ragazzi del Fans club online con cui ho condiviso la giornata per la piacevolissima compagnia…

Alla prossima.

Milena Calabria   [miloty@inwind.it]

5) Alzataccia alle 6.20 per essere in Sant’Ambrogio in tempo per vedere i corridori. Casagrande firma autografi e la gente lo rincuora. Per il mancato invito al Giro. Andrà forte sulla Cipressa. Come tutta la Naturino oggi. Il boato è per Cipollini, la gente vuole il vecchio campione che risorge. Petacchi sembra teso, Sella ti passa accanto e ti ritorna in mente l’impresa di Cesena. C’è Moreni. C’è Berta. E un fotografo straniero dai baffoni lunghi... La nostra Milena Calabria riprende in mano Miloty Suiveurs, la rubrica della gente, e ci porta alla partenza di stamattina.

PARTENZA MILANO-SANREMO 2005

di Milena CALABRIA

MILANO - Ricomincio a portarvi con me alle corse e quale inizio migliore della partenza della Milano-Sanremo, la Classicissima di primavera, la corsa che da sempre affascina generazioni di appassionati delle due ruote?!
…è un’alzataccia svegliarsi il sabato mattina alle 6.20 per essere in tempo a Milano e non perdersi le operazioni preliminari alla partenza ma la voglia di esserci è tale che già un’ora prima vi girate e rigirate nel letto nervosi…la Sanremo si comincia ad aspettare immediatamente dopo la fine del Giro di Lombardia che chiude storicamente la stagione…si passa l’inverno a sognare e immaginare un finale imprevedibile e inatteso che accenda gli entusismi sulle vie di Sanremo…
Ci siamo, finalmente un caldissimo sole primaverile Vi attende in Piazza S’Ambrogio a Milano, uscite dalla metropolitana e già una numerosa folla si aggira nei pressi del palco delle firme, Vi addentrate verso le transenne, Davide Cassani passeggia tra le gente, Moser conversa con alcuni corridori, i fotografi sono disposti in massa sotto al palco firme, si attendono i grandi nomi, i grandi favoriti di oggi…
La folla si fa sempre più imponente, tanta come non avreste immaginato di vedere…anche in quest’occasione (come già al Mondiale di Verona, alla presentazione del Giro d’Italia) notate gli striscioni dei tifosi di Marco Pantani che con la loro presenza dimostrano che la storia del Pirata è sempre viva nella memoria e non va dimenticata…
Non sapete da che parte guardare, si sentono voci che annunciano l’arrivo di Bettini, di Petacchi e tantissime desiderose di incitare Mario Cipollini…dovete stare attenti a spostarvi senza urtare qualche corridore in arrivo, Francesco Casagrande ha già firmato e si ferma a chiacchierare con tifosi e conoscenti che cercano di risollevargli il morale per il mancato invito al Giro…il Campione Italiano Moreni si ferma a firmare autografi dopo la firma…Leonardo Bertagnolli sorridente fa altrettanto, il momento è concitato…si mischiano maglie coloratissime e biciclette, fotografi e cameramen televisivi…ma nonostante tutto non potete non notare un fotografo starniero con due paia di baffi lunghi almeno 15cm e foltissimi ripiegati su stessi…Freire poi arriva e toglie momentaneamente la scena a tutti gli altri, indossa la casacca bianca di leader del Protour che sembra non raccogliere i favori degli appassionati nostalgici delle maglia iridata…
Alessandro Petacchi, rimasto in auto fino all’ultimo momento arriva alla firma, sembra poco brillante, almeno alla vista, probabilmente è molto concentrato e teso, si ferma a firmare alcuni autografi ma i sorrisi non escono, i pensieri sono già ai trecento chilometri che lo aspettano, alla praparazione mirata di quest’inverno e agli sbagli dello scorso anno….Danilo Di Luca apre la strada ai compagni in verde della Liquigas, alcuni domandano come si sente e l'abruzzese non sembra essere molto convinto, gli anni scorsi non è stato fortunato in questa corsa… ma la folla emette un vero boato quando è Mario Cipollini ad arrivare, un incitamento sentito così forte oggi solo per lui quasi che il pensiero e desiderio comune ai presenti sia quello di vedere Super Mario vincere per la seconda volta la Sanremo a cui tiene tanto sin da bambino a chiusura di una carriera straordinaria….sognare non costa nulla…e la forma in cui appare è davvero impeccabile, tirato e motivato, sorridente ma concentrato Mario ascolta le grida dei tifosi e sembra caricarsi…
Si respira l’aria dei grandi eventi….ed è emozionante sentirsi parte dell’evento.
Emanuele Sella Vi passa accanto, è davvero minuto ma con dei muscoli che ricordano la grande impresa al giro dello scorso anno, i bambini presenti lo conoscono e lo aspettano trepidanti per un’autografo…assistete a queste scene e la magia del ciclismo ancora una volta vi entra dentro, pensate che corsa dopo corsa, anno dopo anno, di generazione in generazione lo spirito che anima l’appassionato delle due ruote è sempre lo stesso….la semplicità di uno sport durissimo dove la fatica la fa da padrona…lo sport della gente che popola le corse e le anima…
Il momento della partenza si avvicina, i corridori cominciano a disporsi ed è straordinario pensare che poi faranno ben trecento chilometri…Mario Cipollini si mette agli ultimi posti nel gruppone, Petacchi poco prima di lui…li vedete sfilare per le vie milanesi, dopo tre chilometri il via definitivo e la Classicissima parte!
In meno di un’ora avete vissuto emozioni che valgono intere giornate, il sole davvero caldissimo vi ha colorito le guancie, Vi affrettate al ritorno perché nel pomeriggio la diretta televisiva è imperdibile…

Alla prossima…

Milena Calabria [m.calabria@ilciclismo.it]

6) Son passati più di tre mesi da quella stupenda giornata di sole tra le montagne di Ortisei, ripercorriamo e riviviamo le emozioni dello scorso Giro d’Italia con il racconto della nostra Milena Calabria che ritorna con la rubrica "Miloty suiveurs"…

22 Maggio 2005

A dicembre, dopo il nostro soppraluogo ad Ortisei, ci eravamo dati appuntamento al 21 Maggio per quella che dalle premesse si era annunciata come una tappa spettacolare, avevamo immaginato "l’uomo solo al comando" giungere all’arrivo e ieri così è stato, Ivan Parra, della Selle Italia Colombia, trionfa dopo una lunghissima fuga e corona probabilmente il sogno della carriera. Giornata fantastica climaticamente, un sole caldissimo che scottava la pelle, faceva bruciare gli occhi e un venticello fresco che ogni tanto sollevava la fatica di camminare in salita sono stati il mix perfetto per poter godere appieno la bellezza di questo tappone dolomitico così tanto atteso. Un vero fiume di gente ha invaso il centro di Ortisei, la festa del ciclismo si sentiva palpabile nell’aria pura della Val Gardena, il panorama stupendo, tonalità di verde diverse sembravano dipingere l’orizzonte circostante…gli ultimi chilometri di salita tappezzati di scritte e di striscioni, famiglie appostate ai bordi strada che improvvisavano pic nic nell’attesa del passaggio dei loro campioni.. Niente d’improvvisato invece per i tifosi di Damiano Cunego, ha pensato a tutto il Presidente Nazionale dei Fans Club di Cunego, Franco Tosi, realizzando con un’organizzazione davvero perfetta (pensate addirittura per il pranzo si poteva scegliere tra gnocchi, spaghetti e panini di vario genere…) un ritrovo che ha visto coinvolti circa 400 tifosi iscritti ai vari fans club ne ricordiamo alcuni: il Fans club Verona Montoriese, il Fans Club "Amici di Damiano" di Cerro Veronese, Il fans Club Noventa Vicentina, il Fans Club Online, tifosi provienti da Ferrara e altri ancora, 5 pulman ufficiali e tanti altri tifosi che si sono aggiunti nel corso della giornata…tutti rigorosamente con la nuovissima maglia ufficiale dei fans club Damiano Cunego, personalizzata sul retro con il nome del fans club di appartenza, maglia azzurra bordata di bianco come scelto da Cunego stesso…

Tra la folla anche bandane gialle Mercatone Uno, bandiere Pirata e striscioni dedicati a Marco Pantani, nella tappa in cui il Passo delle Erbe rappresentava la Cima Pantani 2005 tanti tifosi hanno voluto ricordare il loro campione, la frase più ricorrente "Marco sarai sempre nei nostri cuori", frase che tutti quelli che l’hanno amato non possono non condividere sperando che il prossimo anno gli organizzatori della corsa rosa scelgano una montagna di primaria importanza a cui dedicare il suo nome, come fu lo scorso anno il Mortirolo.

Arrivare sul luogo d’arrivo di una tappa molte ore prima permette di vedere le fasi in cui il personale Rai monta il villaggio d’arrivo e ci si può rendere conto di come sia veramente complessa l’organizzazione di una corsa del genere, giorno dopo giorno attraverso l’italia…in poche ore ecco sorgere la sede "del processo alla tappa", il gazebo della trasmissione serale condotta da Gigi Sgarbozza "tgiro", la tribuna all’arrivo, la struttura rai dove sono localizzati durante la telecronaca Bulbarelli e Cassani e tante altre cose, impianti spaventosi, migliaia di cavi…

…le ore son passate velocemente attendendo l’arrivo, il frastuono che crea la folla, lo speaker che annuncia i tratti salienti della corsa è anche tradotto in lingua Ladina, hanno sfilano i costumi tipici di Ortisei…Paolo Belli ha tagliato il traguardo per primo in giornata sulle note della sua sigla che ormai tutti abbiamo nella testa dopo due settimane di giro…ma tutto s’infiamma quando si sente la notizia che Simoni e Cunego sono scattati, i più fortunati che si sono piazzati nei pressi del maxischermo seguono la tappa, gli altri cercano di arrangiarsi sbirciando dai buchi dei gazebi rai oppure si accontentano di notizie volanti e degli aggiornamenti dello speaker purtroppo non continui come si vorrebbe in questi casi…  I chilometri passano e la fuga continua, sembra ormai sicuro che andrà in porto, Savoldelli si avvantaggia su Simoni e i bergamaschi presenti inneggiano cori a lui dedicati, Di Luca all’inseguimento e Basso che non risponde…ogniuno ha un suo preferito da vedere in particolare ma quando si avvicina il momento dell’arrivo, dell’uomo solo al comando che avanza vicino alla linea bianca tanto sognata il tifo esplode spontaneo, libero, chiunque sia…così quando Ivan Parra taglia il traguardo è un esplosione di entusiasmo…ancora una volta la magia del ciclismo trionfa. La premiazione pochi minuti dopo l’arrivo, mentre ancora tantissimi stanno tagliando il traguardo e la folla si disperde nelle varie vie in salita del centro di Ortisei alla ricerca dei campioni che si dirigono ai camper, curioso notare come i ciclisti Lampre-Cafitta se ne debbano andare in albergo in bici, percorrendo ancora 3 chilometri durissimi con tratti al 14% di salita…

La giornata termina con il Tgiro di Fabretti e Sgarbozza, ventiminuti per ripercorrere le emozioni che si stanno ancora vivendo respirando l’aria delle montagne, delle dolomiti attorno…un’altra giornata indimenticabile al Giro d’italia è conclusa…alla prossima.

Milena Calabria (m.calabria@ilciclismo.it)

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