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Home:  >   >  5° tappa: Belvedere Marittimo-Contursi Terme
Belvedere Marittimo - Contursi Terme, 170km

di Mauro FACOLTOSI

Al quinto giorno di gara, il Giro 2008 lascerà la Calabria e riprenderà la risalita dello stivale italico, che quest’anno sarà più lenta rispetto alle scorse edizioni; infatti, la corsa rosa indugerà per una settimana intera sulle assolate strade dell’Italia meridionale, puntando oggi verso la località termale di Contursi, nel salernitano. Ci si giungerà con un percorso vallonato, che potrebbe favorire azioni di finisseur alla Argentin. Il tracciato ricorda, infatti, quello di certe frazioni collinari della Tirreno - Adriatico, gara nella quale il corridore veneto ha collezionato otto successi. Moreno solitamente s’imponeva quando l’arrivo era posto al culmine d’una salitella di modesto impegno, come nel caso odierno. Potrebbe essere questo il copione del finale della quinta tappa, ma anche alcuni velocisti potrebbero farcela a rimanere davanti e ad imporsi. Infatti, questo è anche un traguardo che si addice a sprinter potenti, capaci di digerire piccole difficoltà, corridori del calibro di Zabel o Boonen (mentre non dovrebbero avere molte canches velocisti puri come Ivan Quaranta), sempre che questi non rimangano attardati a causa dello sfilacciamento del gruppo. Evento, quest’ultimo, non improbabile poiché, quando mancheranno poco meno di 30 Km alla conclusione, la corsa passerà da una veloce superstrada ad un reticolo di stradine secondarie, sulle quali si permarrà fin in vista dell’epilogo.
Prima di passare a sviscerare nel dettaglio il tracciato, vi segnaliamo che questo ricalcherà per quasi 130 Km il percorso della tappa Diamante – Giffoni Valle Piana del Giro 2005. Tutta la prima parte, pari a quasi il 70% della tappa, sarà praticamente identica, mentre il finale si svolgerà su strade differenti, anche sotto l’aspetto altimetrico. Più impegnativi, infatti, erano gli ultimi chilometri della frazione di tre anni fa, che proponevano ad una decina di chilometri dalla conclusione l’ascesa ai 376 metri di Santa Tecla. Un ostacolo che tagliò fuori dai giochi per la vittoria i velocisti, ma non setacciò il gruppo, che si presentò forte di una cinquantina di unità al traguardo, dove vinse allo sprint l’attuale maglia rosa uscente, Danilo Di Luca.
Il via sarà dato a Belvedere Marittimo, centro “doppio” come il suo nome. Il belvedere è il centro storico, alto su un colle a 150 metri sul livello del mare e dominato dall’aragonese Castello del Principe, simbolo del paese. Il panorama abbraccia il litorale tirrenico dove, nei pressi di Capo Tirone, si trova la frazione marittima, dotata di un largo arenile. Entrambi i centri saranno coinvolti nelle operazioni d’avvio, ospitando rispettivamente il ritrovo di partenza e il “chilometro zero”, che sarà collocato sul lungomare recentemente intitolato a Don Erminio Tocci. I primi chilometri si svolgeranno sulla strada statale 18, che segue la costa e che sarà abbandonata dopo 6 Km per attraversare Diamante, centro principale della “Riviera dei Cedri”. Con questa denominazione è identificata una fascia di territorio dell’Alto Tirreno Cosentino, nella quale un tempo era diffusa la coltivazione del cedro, una delle tre specie di agrumi appartenenti alla famiglia dei “citrus” (da non confondere con “cedrus”, che è il nome proprio della conifera).
Dopo il centro balneare di Cirella, si rientrerà sulla statale, transitando pochi chilometri più avanti nel luogo dove, sempre al Giro del 2005, era collocato il traguardo della terza tappa (Catanzaro Lido – Santa Maria del Cedro), vinta in volata da Robbie McEwen.
Scavalcato il fiume Lao, che scende dal Massiccio del Pollino, un lungo rettifilo introdurrà il Giro a Scalea, altro centro che si sposa alla sua denominazione: l’abitato, infatti, si dispone a gradinate su di un poggio dominante il mare. Il paese sale e lo farà anche la strada, che ora s’interna per doppiare il Capo Scalea, proponendo una facile ascesa di circa 3 Km. La strada poi spianerà andando verso San Nicola Arcella, posto sull’orlo di uno scosceso dirupo a picco sul Tirreno. Due chilometri più avanti si lascerà nuovamente la SS 18, per scendere al mare seguendo il vecchio percorso della statale, giungendo così al centro peschereccio di Praia a Mare. Questa deviazione è un’abitudine per il Giro, che ama spesso abbandonare le grandi direttrici del traffico per infilarsi nel cuore dei paesi ed aprirsi ad un altro cuore, quello dei tifosi, particolarmente “caldi” in occasione delle tappe disputate al sud. I corridori avranno anche il tempo, in queste fasi ancora tranquille di gara, di guardarsi in giro ed ammirare il panorama, che in quest’angolo d’Italia offre alla vista l’Isola di Dino, fonte di splendide emozioni agli amanti delle immersioni: l’angolo più spettacolare è la Grotta Azzurra, raggiungibile anche dai sub meno esperti.
Attraversato il Lido di Tortora si lascerà definitivamente il mare (per oggi), per far ritorno sulla SS 18, giusto il tempo di una “toccata e fuga”: poco più avanti, una volta varcato il confine con la Basilicata si passerà sulla SS 585 che, costeggiando la fiumara di Castrocucco (tratto terminale del percorso del fiume Noce), punta verso i monti del basso Potentino. Sarà questo il tratto più noioso di questa tappa, poiché si seguirà per parecchi chilometri una veloce superstrada di fondovalle, che scorre lontana dai centri abitati, raggiungibili mediante deviazioni in salita dalle pendenze non impossibili: sul versante sinistro c’è la sola Trecchina (raccordata, attraverso il Passo La Colla, alla splendida Maratea), mentre su quello destro si accomodano i centri di Lauria, Rivello e Lagonegro, posti alle pendici del Sirino, il monte che nel recente passato ha accolto tre arrivi di tappa della corsa rosa. Il più famoso dei tre paesi è Lagonegro, con la parte antica arroccata attorno ai ruderi del castello feudale, abbattuto dalla popolazione nel 1551. Il monumento più visitato è l’ex parrocchiale di San Nicola, dove si troverebbe la tomba della Gioconda: una leggenda nata da un’opera di Demetrio Merezkovskij (autore di una biografia romanzata su Leonardo Da Vinci) e recentemente sfatata dagli studiosi, che avrebbero collocato l’ultima dimora della modella più famosa del Rinascimento nel convento fiorentino di Sant’Orsola.
Alle porte di Lagonegro si cambierà strada, passando sulla SS 19 “delle Calabrie” e dando iniziò al tratto più impegnativo di questa tappa, la salita al borgo agricolo di Fortino (783 metri). Impegnativo sì, ma moderatamente: la pendenza media registrata nei 4 Km dell’ascesa è, infatti, del 3,2% appena. Ancor meno acclive è il versante che si percorrerà in discesa, al termine del quale si entrerà in Campania, al margine meridionale del Vallo di Diano. Fertile altopiano elevato mediamente a 450 metri slm, in epoca pleistocenica il Vallo era il fondale d’un lago prosciugato dai Romani, che crearono una via di sfogo alle acque nella zona delle Grotte di Pertosa: se da una parte l’intervento cancellò il lago, dall’altra portò alla nascita di un nuovo fiume, l’attuale Tanagro, affluente del Sele. Gli stessi Romani realizzarono nel II secolo d.C. la strada sulla quale sfrecceranno ora le ruote dei corridori, chiamata Via Annia (ma anche Popilia) e concepita per collegare Reggio Calabria a Capua e, dunque, alla celebre Via Appia. Il tracciato della strada si snoda quasi al limite orientale dell’antico lago, mantenendosi lontano dai centri abitati, sorti sulle alture circostanti. L’unica eccezione è costituita da Sala Consilina, il comune principale di quest’area, per raggiungere il quale si dovrà superare una lieve erta, fino a 614 metri di quota (3,4 Km al 4,2%). Gli amanti dell’arte non possono tralasciare la visita alla vicina Certosa di Padula (patrimonio UNESCO, la seconda in Italia per dimensioni dopo la Certosa di Parma) o alla cittadina di Teggiano, interessante non solo per i monumenti (su tutti, la Cattedrale), ma anche per la posizione su di un colle isolato, alto sulla pianura.
Si lascerà il Vallo dopo aver lambito il centro di Polla, iniziando una veloce discesa verso Auletta, con il corso del Tanagro sulla sinistra. È in questa zona che si trovano le citate Grotte di Pertosa, le uniche in Italia attraversate da un fiume sotterraneo: tra le cavità visitabili, le più suggestive sono le sale delle Meraviglie, delle Spugne, Grande (24 metri d’altezza) e dei Pipistrelli; accanto a quest’ultima si trova un piccolo anfratto che fu scelto da Dario Argento come set d’una scena de “Il Fantasma dell’Opera”.
Al termine della discesa, poco prima di varcare il Tanagro si abbandonerà la SS 19, e con essa le rotte della tappa di Giffoni, per iniziare la penultima salita di giornata. Questa, dopo aver sfiorato Auletta, terminerà in luogo anonimo 4 Km più avanti (pendenza media del 5%), all’altezza della confluenza sulla moderna SS 19 ter, realizzata per connettere velocemente Polla al raccordo autostradale per Potenza. Il tratto sulla veloce superstrada si svolgerà in lieve discesa per circa 5 Km ed offrirà alla vista la magnifica gola di Romagnano, caratterizzata da alte pareti calcaree e sovrastata dall’antico ed omonimo abitato, abbandonato dopo il terremoto dell’Irpinia (1980). Un’altra decina di chilometri scorrevoli, procedendo parallelamente all’autostrada, introdurrà il finale, l’ultima trentina di chilometri, dove le strade si restringeranno sensibilmente e prenderanno una fisionomia leggermente più contorta, procedendo a lievi “mangia e bevi”. Sottopassata l’”Autosole”, si giungerà al Bivio Palomonte, in realtà un quadrivio dove s’incrocerà la strada per Contursi, distante 11 Km. Non si andrà al traguardo seguendo questa via, ma al quadrivio si tirerà dritto verso il centro agricolo di Palomonte e poi volgendo verso la valle del Sele, raggiungendola ai Bagni Contursi, dove sono dislocate le principali attrezzature termali della località sede d’arrivo. A questo punto mancheranno poco più di 5 Km alla conclusione, in gran parte previsti sulla panoramica SS 91, che si snoda in piano, serpeggiando dolcemente nel fondovalle; nei 1300 metri conclusivi la strada tornerà a salire, verso il traguardo, collocato nel centro di Contursi Terme, a 250 metri d’altezza. Le fortune di questa località, le cui origini sono state oggetto di accese dispute tra gli storici, iniziarono alla fine dell’800, nel periodo della nascita del turismo termale; in realtà, erano già note da secoli (ne fecero menzione Virgilio, Strabone e Plinio il Vecchio) le acque contursane, particolarmente utili nella cura delle vasculopatie croniche, essendo quelle con la più alta percentuale di anidride carbonica tra le terme europee. Dopo la ricostruzione successiva al terremoto del 1980, il complesso termale di Contursi è stato potenziato ed oggi si estende su di un’area di 5 Km di lunghezza, composto da cinque stabilimenti (Terme Capasso, Cappetta, Forlenza, Rosapepe e Vulpacchio).

LAVORI IN CORSO

Il chilometraggio della frazione è stato portato da 170 a 203 Km, mediante l'inserimento di due salite nella fase iniziale della gara (Santa Maria del Cedro e Lagonegro) e la modifica del finale. Dopo Sala Consilina si andrà a Polla e quindi ci si porterà a Contursi affrontando la salita di Buccino (10,9 Km al 3,4%), al posto di quella di Auletta. Modificati anche i chilometri conclusivi: si salirà a Contursi da sud, dalla zona della stazione, affrontando 3 Km al 5,3% (massima del 8%)

I VALICHI DELLA TAPPA

Selletta del Monte Cervaro (?). Vi transita la SS 19, salendo alla località Fortino da sud (Lagonegro)

Valico del Fortino (784m). Vi transita la SS 19, immediatamente dopo esser transitata dall’omonima località (direzione Casalbuono), sede dell’unico GPM di giornata. Esiste un terzo versante, interamente in territorio campano, che sale da Casaletto Spartano.

Mauro Facoltosi [m.facoltosi@ilciclismo.it]

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