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LE TAPPE DEL GIRO 2009: BENEVENTO, ULTIMA SPIAGGIA PER I VELOCISTI

Velocisti, addio alle armi. Per loro questa sarà l’ultima occasione, poiche Vesuvio e Roma vedranno sul proscenio i primattori del Giro, mentre a loro – se non prenderanno le strade di casa – non rimarrà che sgomitare dietro le quinte. Neppure Anagni, tappa facile tra le ultime due difficili, si concederà ai loro mezzi, in virtù d’una doppia rampetta finale. Si attende un’esibizione un facile, comunque, un “canto del cigno” in condizioni disagevoli perché i saliscendi del finale potrebbero ulteriormente respingere i meno resistenti tra gli ultimi sprinter rimasti.

.:nella foto, l'arco di Traiano a Benevento

La strada per l’ultima spiagga non sarà agevole. L’ultima frazione che si addice ai velocisti non sarà affatto un esercizio di pianura, presenza rara nel tracciato della diciottesima frazione. Già dalle battute iniziali, poiché subito dopo il via il Giro tornerà sui suoi primi passi, ricalcando le rotte della più impegnativa frazione dell’edizione del debutto, la Chieti – Napoli: 242 Km che conducevano i corridori ad affrontare le ascese di Rocca Pia, di Rionero Sannitico e del temutissimo Passo del Macerone (l’unica delle tre salite a non essere inclusa nel tracciato del Giro del Centenario). Scesi nella valle del Volturno, salvo due intrusioni pianeggianti gli ultimi 115 Km saranno tutti un mangia e bevi, fin sul circuito finale. Si tratta di un anello molto simile a quello che sigillò la tappa beneventana del Giro 2002 vinta dall’australiano Robbie McEwen, velocista uso a sfrecciare per primo quando i finali sono particolarmente accidentati. Non dovrebbero esserci molti dubbi sul vincitore di questa frazione, poiché alla partenza da Sulmona non dovrebbero schierarsi molti velocisti, gli stessi che, probabilmente, scesi di bici a Benevento saliranno in auto e rientraranno a casa. Le tre frazioni che mancano all’epilogo romano non sono alla loro portata e difficilmente rimarranno in gara, sempre che non abbiano specifici compiti di gregariato o vogliano tentare un ultimo disperato e solitario tentativo andando verso Anagni.
Ritrovo di partenza, dunque, nella città natale di Ovidio, famosa per i suoi confetti e le manifestazioni, come quella della “Madonna che scappa”. Protagonista di questa festa, che si celebra il giorno di Pasqua, è una statua della Vergine Maria vestita a lutto. È trasportata a spalla da portantini che, all’annunzio della risurrezione, prendono a correre in direzione dell’effige del Cristo Risorto, facendo cadere le gramaglie ed apparire un abito a festa.
A 7 Km dal via inizierà la salita principale di giornata, diretta all’Altopiano delle Cinque Miglia, il più celebre tra gli acrocori abruzzesi. Passaggio un tempo temuto dai viandati per gli attacchi dei briganti d’estate e dei lupi d’inverno (particolarmente rigido da queste parti), lo era anche per i partecipanti alla prima edizione della corsa rosa. Uno spauracchio che non si rivelerà tale poiché i 15,4 Km dell’ascesa provocarono poca selezione, almeno tra i corridori di vertice, anche per le pendenze abbastanza abbordabili (media del 4,6%, massima del 9%). Passato l’unico GPM di giornata, si permarrà in quota per circa 11 Km, prima d’iniziare la discesa, subito dopo l’attraversamento di Roccaraso, la principale stazione turistica invernale dell’intero Appennino. Si riprenderà subito a salire verso i quasi 1000 metri di Rionero Sannitico, altra storica asperità della corsa rosa (19 transiti complessivi, compreso l’attuale), affrontata dal suo versante più facile e non nella sua interezza. Ci si fermerà, infatti, circa un chilometro sotto il classico scollinamento, dopo aver percorso 6,1 Km al 2,9%. Qui s’imboccherrà la SS 652, una velocissima strada a scorrimento veloce che porterà rapidamente la corsa nella valle del Volturno, evitando il Macerone. Conclusa la discesa inizieranno subito i saliscendi, senza troppi preamboli: il primo tratto di su e giù durerà una trentina di chilometri, quasi tutti tracciati in vista del corso del Volturno, il principale fiume dell’Italia meridonale. Al principio di questo tratto l’itinerario della tappa lambirà il colle sul quale sorge l’importante abbazia di San Vincenzo al Volturno. Fondata tra il 705 ed il 707, fu visitata, tra gli altri, da Carlo Magno che non potè ammirarvi, poiché realizzati solo nel secolo successivo, gli stupendi affreschi che ornano la cripta di San Lorenzo, unica testimonianza rimasta di scuola benedettina di pittura dell’epoca. La sua storia contempla anche parecchie distruzioni, operate da terremoti, invasione saracene e dai bombardamenti dell’ultima guerra, i cui danni sono stati sanati grazie alle cure dell’abate del monastero gemello di Montecassino, anch’esso distrutto dagli eventi bellici.
Un’altra interessante pagina artistica di queste zone è rappresentata dalla chiesa rupestre romanica di Santa Maria delle Grotte, raggiunta da un sentiero che si stacca dalla strada diretta a Scapoli, la “capitale della zampogna”.
Rasentato il colle sul quale sorge Montaquila ed incrociata, alla Taverna Ravindola, la statale per Isernia, si entrerà in Campania seguendo la strada che corre alle pendici del Matese. È uno dei più grandi massicci calcarei della nostra nazione, vasto oltre 1000 Km2, ricchissimo d’acqua (vi sono presenti tre laghi – due d’origine artificiale – e diverse sorgenti d’acque termali) ed anche attrezzato per gli sport invernali, praticabili nella stazione di Bocca della Selva e soprattutto a Campitello Matese, sul versante molisano, località molto nota anche nell’ambiente ciclistico avendo ospitato in ben sei occasioni il Giro d’Italia.
A Prata Sannita termina la prima tranche di saliscendi e, tornando a volgere verso il fondovalle del Volturno, si scende a Pratella, centro situato nel cuore di un importante bacino idrominerale, le cui acque solfuree-ferraginose sono considerate tra le migliori e tra le più efficaci per il processo digestivo: il torrente Lete che attraversa la conca è noto fin dall’antichità e ha attribuito il nome ad una nota marca d’acqua minerale.
Terminata la discesa, s’imboccherà un tratto completamente pianeggiante e prevalentemente rettilineo, che perdurerà per 13 Km e si concluderà con l’attraversamento di Alife, centro d’origine sannita e poi conquistato dai romani, un passato percebile nell’impianto urbanistico odierno, ancora imperniato sul cardo e sul decumano. Interessanti la cerchia muraria del I sec. a.C. ed il mausoleo degli Acili Glabrioni, trasformato in edificio cristiano nel XIII secolo senza intaccarne la struttura cilindrica originaria.
Il percorso tornerà ora a puntare verso la montagna, raggiungendone le pendici a Piedimonte dove, terminata la tregua, riprenderanno le difficoltà. Per ora queste sono limitate alla facilissima ascesa verso San Potito Sannitico (3,2 Km al 3,1%), il centro che riveste il luogo di capoluogo del Parco Regionale del Matese, istituito nel 1993. Procedendo con un tracciato morbidamente vallonato si passerà dalla provincia di Caserta a quella di Benevento, riprendendo poi a scendere in direzione del fondovalle. Sarà un altro il fiume che accompagnerà d’ora in avanti i “girini”, avendo il Volturno bruscamente rivolto il suo corso in direzione del mare e lasciato il passo al suo principale affluente, il Calore.
Si finirà di scendere alle porte di Telese, città fondata dai Caudini (una delle quattro tribù che componevano il popolo dei sanniti) e divenuta località termale dopo il 1349, quando un tremendo terremoto, che sconvolse tutto l’arco appenninico centrale, fece sgorgare acque sulfuree che si riveleranno efficaci per curare le malattie della pelle e degli apparati digerente e respiratorio.
Inizierà ora la seconda tratta pianeggiante di questa frazione, ben più scorrevole di quella affrontata in precedenza, poiché si svolgerà su un’altra veloce superstrada, che si snoderà tra le estreme propaggini del Matese a sinistra ed il massiccio del Taburno Camposauro a destra. I saliscendi riprenderanno quando ancora ci si troverà sulla superstrada, prima di imboccare la statale che condurrà in discesa verso Benevento. Transitati una prima volta dalla linea d’arrivo, per completare la tappa bisognerà affrontare un circuito cittadino di 7,5 Km che debutterà con una salita di circa 1 Km. Si scenderà quindi ad attraversare i quartieri periferici, dove s’incontrerà un rapido saliscendi. Costeggiato il Calore, si tornerà verso il centro storico. Un tratto in lieve pendenza condurrà all’Arco di Traiano, uno dei “gioielli” di Benevento, eretto tra il 114 ed il 117 d.C. ed inaugurato in occasione dell’apertura della Via Traiana, una variante della storica Appia. Si continuerà in lieve discesa su Via del Pomerio, fiancheggiando le mura erette dai longobardi e poi tornando per un’ultima volta sulle rive del Calore. Lasciato il fiume, le ultime due svolte introdurranno il chilometro conclusivo, tracciato in lievissima ascesa sui centralissimi corsi Dante e Garibaldi. Nonostante la facile pendenza complessiva (poco superiore al 3%), brevi strappi fino al 9% e la presenza di alcuni settori di pavè costituiranno un bel banco di prova per gli spinter rimasti a contendersi un posto in prima fila sull’ultima spiagga che il Giro offrirà ai virtuosi della volata.

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico Piano delle Cinquemiglia (1265m). Quotato 1284 sulle cartine ufficiali del Giro, è valicato dalla SS 17 tra i bivi per Rocca Pia e Rivisondoli. Si trova all’imbocco settentrionale dell’Altopiano delle Cinque Miglia.

Colle della Portella (1271m). Vi transita la SS 17, tra i bivi per Rocca Pia e Rivisondoli. Si trova nei pressi di quest’ultimo e vi sorge il santuario di Santuario della Madonna della Portella (infatti, è chiamato anche “Colle Madonna della Portella”.)

Colle della Gallina (1006 m). Vi transita la SS 17, salendo da Ponte Zittola a Rionero Sannitico. Coincide con il confine regionale tra Abruzzo e Molise.

Sella di Faicchio (230m). Costituita dai monti Monaco di Gioia ed Acero, vi transita la strada provinciale che mette in comunicazione Gioia Sannita con Faicchio.

Mauro Facoltosi [info@ilciclismo.it]

ALTIMETRIA
http://www.gazzetta.it/Speciali/Giroditalia/2009/altimetrie/t18_alt.html

PLANIMETRIA
http://www.gazzetta.it/Speciali/Giroditalia/2009/planimetrie/t18_plan.html

FOTOGALLERY

Sulmona
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/8/86/IMG_Sulmona.piazza.JPG/800px-IMG_Sulmona.piazza.JPG

Video della festa della “Madonna che scappa” (Sulmona)
http://www.youtube.com/watch?v=uiwvUoeFvZw&hl=it

Altopiano delle Cinque Miglia
http://static.panoramio.com/photos/original/13790396.jpg

Roccaraso
http://www.abruzzocitta.it/foto/fotolocalita/roccaraso/roccaraso18.jpg

Rionero Sannitico, resti del Palazzo Ducale
http://www.comuni-italiani.it/imco/094/039/ruderi.jpg

Abbazia di San Vincenzo al Volturno
http://static.panoramio.com/photos/original/6359307.jpg

San Vincenzo al Volturno, cripta di San Lorenzo
http://www.sanvincenzoalvolturno.it/img/Sez6_g_0_004.jpg

Valle del Volturno
http://static.panoramio.com/photos/original/10881936.jpg

Uno scorcio del Matese
http://www.naturamediterraneo.com/Public/data6/aquatarkus56/LagoMatese.jpg_200762123729_LagoMatese.jpg

Cicloturista davanti alle mura di Alife
http://www.fiab-onlus.it/staffett/im14/02.jpg

Alife, Mausoleo degli Acili Glabrioni
http://altocasertano.files.wordpress.com/2007/08/mausoleo-alife.jpg

Alife dall’aereo
http://static.panoramio.com/photos/original/8836252.jpg

Terme di Telese
http://www.comuni-italiani.it/imco/062/074/terme.jpg

Circuito di Benevento, Via del Pomerio (mura longobarde)
http://www.conibenevento.it/Mura_Longobarde.jpg

Rettilineo d’arrivo, il pavè di Corso Garibaldi
http://galleriefotografiche.com/d/85-2/IMG_0027++2.jpg

Benevento, Piazza IV Novembre (arrivo)
http://www.conibenevento.it/Piazza%20IV%20Novembre.jpg



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