di Francesco CHICCHI Eccoci a Brest, la città della “Grand Départ” del mio primo Tour de France.
La cosa che più mi ha colpito in questi giorni d’attesa è la grandiosità di questo evento. Nella mia carriera ho partecipato alla Vuelta, ma una cosa come il Tour non l’ho mai vista. Ieri alla presentazione, per esempio, c’era un pubblico da concerto ad attenderci, più tutto quello per le strade che ci applaudiva; poi, i mass media: per la foto di rito avevamo davanti un esercito di fotografi; in albergo, appena metto fuori il naso, ho gente che mi chiede autografi. E’ proprio vero, se non vedi il Tour, non vedi il ciclismo.
Da domani, però, si comincia a pedalare. La nostra squadra è competitiva e già potrebbe essere un giorno buono per Pippo Pozzato. Kreuziger, poi, potrebbe essere una bellissima sorpresa. Dal canto mio, sono stato chiamato in extremis e sento questa opportunità come fondamentale per la mia carriera. Agli occhi della gente una vittoria qua varrebbe tantissimo, non posso assolutamente perdere un’occasione così.
Parlando invece di obiettivi, ne ho principalmente due: arrivare a Parigi (anche a pezzi!) e vincere una tappa. Avrò avversari tosti nelle volate, tra i più forti al mondo, ma la cosa non mi spaventa perché so di potermela giocare. Con Fischer, l’altro velocista della squadra, cercheremo di aiutarci a vicenda, anche perché abbiamo caratteristiche un po’ diverse e tra i tanti arrivi entrambi troveremo spazio. Piuttosto, sono le salite a impaurirmi: lì ci sarà da soffrire, ma questo sogno chiamato Tour lo voglio vivere fino all’ultimo secondo. Francesco Chicchi |